Credit crunch? L'eccezione Biella

Credit crunch? Non nella provincia di Biella, la quale non soltanto è una delle otto italiane che hanno visto un aumento dei crediti concessi dalle banche alle imprese locali negli ultimi tre anni; ma è anche quella che, addirittura, ha fatto registrare l'incremento percentuale maggiore in tutto il Paese. Al 30 aprile 2017, infatti, era pari a 2,340 miliardi la somma dei prestiti bancari alle aziende biellesi, a fronte dei 2,101 miliardi in essere al 30 aprile 2014. L'incremento è dell'11,4%, come nessun'altra delle 110 province italiane ha avuto.
Merito degli istituti locali, a partire dalla Banca Sella? Effetto della ripresa dello spirito d'iniziativa dei biellesi? Conseguenza dell'affidabilità delle società operanti in quest'area? Forse un po' di tutto questo. In ogni caso, il primato biellese appare ancora più significativo alla luce dei dati relativi al resto del Piemonte e all'Italia.
Come evidenziato dalla Cgia, l'associazione degli artigiani e delle piccole imprese di Mestre, da sempre molto attenta ai fattori che condizionano l'andamento dell'economia, alla fine dell'aprile di quest'anno, i crediti bancari alle imprese attive in Italia ammontavano a 855,8 miliardi di euro, a fronte dei 918,3 miliardi emersi alla stessa data di 36 mesi prima. Il calo è del 6,8%, tasso nazionale del credit crunch, o, per dirla non in gergo, della stretta dei cordoni della borsa da parte delle banche.
Nell'intero Piemonte, la riduzione è stata del 6,1%, da quasi 60 miliardi a 56,3 di fine aprile 2017; mentre è stata del 5,9% in Liguria, da 20,253 miliardi a 19,062, e del 7,3% in Valle d'Aosta, scesa da 1,655 a 1,533 miliardi.
A livello provinciale, nel Nord Ovest, a patire meno il credit crunch, nel periodo considerato, sono state le imprese del Vercellese (2,1 miliardi al 30 aprile scorso, i crediti in essere concessi dalle banche alle imprese, l'1,1% in meno rispetto a tre anni prima), del Torinese (26,887 miliardi, il 4,6% in meno) e di Genova (11,767 miliardi, il 4,9% in meno). Invece, la provincia del Nord Ovest che ha subito la stretta creditizia maggiore è quella di Novara, dove i prestiti bancari alle aziende locali sono scesi del 13,8% a 4,772 miliardi.
Parlando di prestiti bancari, non si può non parlare di sofferenze, cioè di quei crediti la cui riscossione totale non è certa, perché i soggetti debitori si trovano in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
A fine aprile 2017, le sofferenze ammontavano a 9,2 miliardi in Piemonte (pari al 16,4% dei crediti bancari alla imprese della regione), a 3 miliardi in Liguria (15,8% degli impieghi in essere) e a 166 milioni in Valle d'Aosta (10,8%). In tutta l'Italia, la somma delle sofferenze a quella data era di 161 miliardi, pari al 18,8% dei crediti bancari alle imprese.
Per quanto riguarda le province del Nord Ovest, le quote di sofferenze più basse sono state rilevate ad Aosta (10,8%, pari a 166 milioni di euro), Cuneo (11,6%, pari a 1,197 miliardi), Genova (12,9%, pari a 1,521 miliardi), Vercelli (13,9%, pari a 294 milioni) e a Torino (14,8%, pari a 3,981 miliardi). al contrario, le sofferenze percentualmente maggiori sono state denunciate dalle province di Verbania (32,6%, pari a 481 milioni), Alessandria (26%, pari a 1,532 miliardi) e La Spezia (24,5%, pari a 573 milioni).