Su e giù delle Fondazioni

Fondazioni liguri a passo di gambero, l'anno scorso.Invece, le piemontesi sono andate avanti (con l'eccezione di Alessandria). E' quanto emerge dal rapporto 2016 dell'Acri, l'associazione nazionale delle fondazioni di origine bancaria, pubblicato venerdì 21 luglio.
La graduatoria basata sui patrimoni contabili risultati al 31 dicembre 2016, conferma che tre dei 15 enti del Nord Ovest, generati 25 anni fa dalla Legge Amato, figurano tra i primi dieci a livello italiano: la Compagnia di San Paolo al secondo posto, con 5,880 miliardi di euro (5,809 al 31 dicembre 2015), la Fondazione Crt al terzo, per la prima volta, con poco meno di 2,170 miliardi (2,157 a fine 2015, quando era risultata quarta, preceduta da Cariverona) e Cr Cuneo ottava, come l'anno prima, con 1,304 miliardi (1,374). In testa, come sempre, Fondazione Cariplo, nonostante la diminuzione del suo patrimonio da 6,851 a 6,820 miliardi.
Per ritrovare le altre fondazioni del Nord Ovest, bisogna ripartire dalla posizione numero 28, occupata da Cr Biella (patrimonio di 223,8 milioni), che invece era trentunesima a fine 2015, con 222,8 milioni. In ordine, dopo Cr Biella, si sono piazzate le fondazioni Cr Tortona, salita dal posto numero 32 al 31, grazie all'aumento del suo patrimonio da 215,2 a 216,1 milioni, e Cr Asti, diventata trentaduesima con 212,6 milioni, da trentaquattresima, che era, un anno prima, con 211,4 milioni.
Unica piemontese a indietreggiare è stata la fondazione Cr Alessandria: da venticinquesima, a fine 2015 (patrimonio di 311,5 milioni) a trentaquattresima, con 205,8 milioni.
E' arretrata anche la fondazione Cr Spezia, sia pure di un posto soltanto: al numero 38, per i suoi 194,2 milioni, nonostante l'aumento di un milione del patrimonio. Con la spezzina, sono scese, in graduatoria, le altre due fondazioni ligure di origine bancaria: la De Mari-Cr Savona, cinquantunesima, con  112,4 milioni, mentre era quarantasettesima al 31 dicembre 2015, con 128 milioni; e la fondazione Carige, calata al posto numero 70 (patrimonio di 55,6 milioni) dal precedente 67, conseguente ai circa 70 milioni di fine 2015.
Hanno migliorato le loro collocazioni le fondazioni Cr Vercelli, cinquantesima (115,6 milioni), mentre era cinquantatreesima a fine 2015 (115,1 milioni), Cr Saluzzo, in posizione numero 67 (59,9 milioni) dal precedente 75 (42,6 milioni), Cr Fossano, da 72 a 71 (patrimonio da 52,8 a 53,2 milioni), Cr Bra da 75 a 77 (da 37,4 a 37,5 milioni) e Cr Savigliano da 78 a 77 (da 35,3 a 35,5 milioni).
Le 88 fondazioni di origine bancaria hanno presentato complessivamente, al 31 dicembre scorso, un patrimonio contabile di 39,7 miliardi di euro, inferiore di un miliardo e del 2,2% a quello di fine 2015, principalmente a causa di svalutazioni delle partecipazioni nelle loro banche d'origine. Il loro attivo totale, comunque, è risultato di 46,3 miliardi.
I loro proventi sono ammontati a 1,357 miliardi (-3,8%) e l'avanzo di gestione (non si può parlare di utile trattandosi di enti non profit), in totale, è stato di 838,3 milioni (-13,3%, a causa soprattutto della maggiore fiscalità), così che la redditività del patrimonio è risultata pari al 3,4%, come nel 2015.
Il carico fiscale ha pesato per 354,6 milioni contro i 305,8 dell'esercizio precedente, mentre sono diminuiti del 5,7%, a 838,3 milioni, gli oneri di gestione, comprensivi dei costi relativi ai componenti degli organi statutari.
Nel 2016, le 88 fondazioni hanno erogato 1,031 miliardi (936,7 milioni nel 2015), finanziando 20.286 interventi (-5,9%): circa un quarto degli stanziamenti è stato dedicato al settore Arte-attività e beni culturali (260,9 milioni di euro), il 12,4% all'assistenza sociale (127,4 milioni), il 12,1% a volontariato-filantropia-beneficenza (124,9 milioni), circa altrettanto a Ricerca e sviluppo e il 9,8%, pari a 101,4 milioni, allo sviluppo locale. Dal 2000 a fine 2016, la somma delle erogazioni è stata di 20,3 miliardi.
Delle 88 fondazioni, 34 non hanno più alcuna partecipazione nella rispettiva banca conferitaria, quella da cui hanno tratto origine; mentre 46 ne posseggono quote minoritarie e 8 hanno, invece, ancora la maggioranza, che però dovranno perdere in seguito all'applicazione del protocollo vincolante firmato con il Mef, il ministero dell'Economia e delle Finanze, loro autorità di Vigilanza.