Le famiglie torinesi
Agnelli-Elkann-Nasi e De Benedetti credono nel matrimonio editoriale
che hanno perfezionato alla fine del giugno appena passato, unendo i
gruppi Itedi e l'Espresso-La Repubblica; ma la Borsa non è ancora
convinta.
Nonostante l'annuncio che Exor, la
holding guidata da John Elkann, è salita al 5,99% della Gedi Gruppo
Editoriale, la nuova società nata dall'unione delle attività
italiane delle due famiglie nel settore e quotata a Piazza Affari,
oggi, 30 agosto, il titolo ha chiuso a 0,70 euro, valore inferiore
dello 0,43% al prezzo di ieri e vicinissimo al minimo dell'anno, che
è stato di 0,69 euro, toccato il 7 luglio (il massimo, invece, è
stato di 0,89 euro, raggiunto il 28 marzo).
Per arrivare a sfiorare il 6% della
Gedi, gruppo che edita La Repubblica, La Stampa, il Secolo XIX,
l'Espresso e, fra l'altro, 13 testate locali, oltre a possedere la
Manzoni, concessionaria di pubblicità, nonché tre radio più
diversi assets, Exor ha comprato un ulteriore 1,71% delle azioni, per
un totale di 6,8 milioni di euro.
Gedi Gruppo Editoriale, al cui vertice
operativo si trovano il presidente Marco De Benedetti e
l'amministratore delegato Monica Mondardini (Carlo De Benedetti è
presidente onorario), conta poco meno di 2.000 dipendenti,
capitalizza in Borsa quasi 360 milioni e nel primo semestre di
quest'anno ha fatturato 287,3 milioni, ricavandone un utile netto di
7,4.
Risultati che non comprendono i dati
relativi all'ex Itedi, che invece concorreranno alla formazione del
bilancio della seconda parte dell'esercizio.
La Gedi è controllata dalla Cir, la
quale ne ha il 43,4% del capitale, la stessa identica quota che Exor
ha de L'Economist, il settimanale anglosassone considerato la Bibbia
dell'economia internazionale (i diritti di voto di Exor, però, sono
limitati al 20%).