Tra le mille aziende europee non
quotate in Borsa, piccole e medie, selezionate dalla London Stock
Exchange, fra l'altro proprietaria della società che gestisce Piazza
Affari, in considerazione dei loro elevati tassi di sviluppo, 110
sono italiane e non poche di queste si trovano nel Nord Ovest.
Nell'elenco non poteva mancare la novarese Herno, produttrice
di capi d'abbigliamento d'alta qualità e di gran moda, che stanno
conquistando mercati in tutto il mondo, con la guida di Claudio
Marenzi, figlio di Giuseppe, fondatore dell'impresa, con la moglie
Alessandra Diana, nel 1948, a Lesa (inizialmente produceva
impermeabili). Con Claudio Marenzi al timone, la Herno sta
raddoppiando il fatturato ogni due anni: 2016 i ricavi sono ammontati
a 76 milioni, per il 60% dovuti all'export. Oltre che presidente e
amministratore delegato della Herno, Claudio Marenzi, 55 anni,
terzogenito, è presidente di Pitti Immagine e anche della neonata
Confindustria Moda, che rappresenta 37.000 imprese Made in Italy del
settore.
Claudio Marenzi, presidente e amministratore delegato Herno
Claudio Marenzi, presidente e amministratore delegato Herno
Ben nota per i suoi marchi Clinians,
Malizia, Intesa, Splend'Or, Glicemille, Breeze e altri ancora, la
Mirato di Landiona (Novara) aggiunge alla sua gamma “I
Provenzali”. Infatti, l'impresa novarese presieduta da Corrado
Ravanelli, che l'ha creata all'inizio degli anni 60, ha comprato il
ramo d'attività caratterizzato dal marchio I Provenzali (cosmetici
naturali), rilevandolo dal gruppo ligure Gianasso, nato nel 1965, a
Campomorone, come saponificio e diventato un attore di rilievo, a
livello nazionale, nel settore della cosmetica naturale e biologica.
Con il marchio I Provenzali, Mirato ha acquisito anche il relativo
stabilimento di Genova, con una cinquantina di addetti, impianto che
si aggiunge ai due piemontesi. Il gruppo Mirato, leader nel mercato
italiano dell'igiene e della bellezza, ha come vice presidente Fabio
Ravanelli, dispone di oltre 350 dipendenti e fattura 220 milioni, per
il 20% all'estero.
Un'altra novarese in rapida crescita è
la Cavanna, fondata nel 1960 dal padre di Riccardo e
Alessandra Cavanna, i due fratelli che ne condividono il comando e il
capitale. Dal 2014, come ha scritto Maurizio Tropeano su La Stampa,
la Cavanna, leader nella tecnologia dei sistemi di distribuzione e
confezionamento in flowpach per diversi prodotti – principalmente
snack, biscotti e cracker - aumenta il fatturato mediamente del 10%
all'anno, arrivato così, nel 2016, a 65 milioni, per il 90%
conseguente alle vendite all'estero (recentemente è stata aperta
una filiale anche a Bangkok). La Cavanna, che esporta in 58 Paesi,
conta 320 dipendenti e dispone di quattro stabilimenti:
rispettivamente a Prato Sesia (Novara), Mappano (Torino), negli Usa e
in Brasile. A Prato Sesia è collocata anche la nuova sede
direzionale.
Novarese, di San Maurizio d'Opaglio, è
anche la Tecnomors, dal 1967 attiva nella componentistica per
l'automazione e la robotica. Tecnomors ha recentemente concluso
l'acquisizione della totalità del capitale della statunitense
Applied Robotics, operante nello stesso settore e già partecipata.
In seguito a questa operazione, realizzata dalla società di
investimenti Trafalgar, che opera come un fondo di private equity e
promuove le eccellenze del made in italy, è nato Effecto Group,
che vanta un fatturato aggregato superiore ai 10 milioni di euro, 65
dipendenti, tre siti produttivi e ha un piano di forte sviluppo,
perseguito anche con nuovi mercati e una diversificazione. Tecnomor è
stata rilevata nel 1978 da Piero Giacomini, costitutore della
Trafalgar, che gestisce con i figli Graziano e Flavio. Alla holding
Trafalgar dei Giacomini fanno capo anche Ivr (idrotermosanitario) e
Mayfair (facility management nell'immobiliare).