E' grigio il quadro del mondo del
lavoro nel Nord Ovest. Lo conferma l'ultima edizione de “L'economia
delle regioni italiane – Dinamiche recenti e aspetti strutturali”,
pubblicata dalla Banca d'Italia venerdì scorso, 3 novembre. Gli
occupati continuano a diminuire e, in Liguria, più che in quasi
tutto il resto del Paese. Al 30 giugno scorso, infatti, la Liguria
aveva un numero di occupati inferiore dell'1,8% rispetto alla stessa
data del 2016. Peggio è andata solo nelle Marche (-2,4%) e in
Abruzzo (-2,8%). Non solo: a livello di intera Italia, l'occupazione
è aumentata dell'1,1%.
Dal primo semestre 2016 al primo
semestre 2017, la diminuzione degli occupati è stata dello 0,4% in
Piemonte e dello 0,6% in Valle d'Aosta. Nella regione alpina, però,
è calato anche il numero delle persone in cerca di occupazione
(-2,7%) e ancora di più in Liguria (-8,8%); mentre è cresciuto
dello 0,5% in Piemonte. Negativo, comunque, per tutte e tre le
regioni è risultato negativo l'andamento delle forze di lavoro,
costituite dagli occupati più i disoccupati. Le forze di lavoro sono
scese dello 0,3% in Piemonte, dello 0,8% in Valle d'Aosta e
addirittura del 2,5% in Liguria. In controtendenza rispetto
all'Italia nel suo insieme, perché il Paese ha evidenziato un
aumento dello 0,7% delle forze di lavoro dal 30 giugno 2016 allo
stesso giorno del 2017.
Controtendenza emersa anche per gli
occupati, il cui totale nazionale, infatti, è salito appunto più
dell1'1%. Alla determinazione di questo valore hanno contribuito
soprattutto la Lombardia (+1,9%), il Veneto (+2,3%), l'Emilia-Romagna
(+1,4%), il Friuli-Venezia Giulia (+1,3%), la Toscana (+1,7%), il
Lazio (+1,5%), ma anche la Campania (+3,2%) e la Calabria (+1,9%).
Positivo, comunque, è il confronto pure per Trentino-Alto Adige
(+0,6%), Umbria (+0,1%) e Sicilia (+0,3%).
In particolare, in Liguria è il
settore delle costruzioni a pagare il prezzo più alto per
l'occupazione. Qui, infatti, al 30 giugno appena passato, gli addetti
all'edilizia sono risultati il 22,1% meno di un anno prima. Poco meno
peggio è andata all'agricoltura (-21%) e in rosso ha chiuso pure il
variegato settore del servizi (-1,6%). Così che neppure l'aumento
del 15,9% degli occupati nell'industria in senso stretto è bastato a
controbilanciare le perdite degli altri settori.
Quello industriale, comunque, ha visto
una crescita degli occupati anche in Piemonte (+0,8%) e in Valle
d'Aosta (+2,3%). L'occupazione, in Valle d'Aosta, è aumentata pure
nell'agricoltura (+9,5%) e nei servizi (+0,8%); mentre, è diminuita
nelle costruzioni (-18,8%), come è successo in Piemonte, seppure a
un tasso inferiore (-4,4%).
Dalle tabelle della Banca d'Italia,
inoltre, emerge che il tasso di occupazione al 30 giugno 2017 era del
66,3% in Valle d'Aosta, 64,4% in Piemonte e 61,9% in Liguria,
fanalino di coda del Nord Ovest. E la Liguria presenta, fra l'altro,
il peggiore tasso di disoccupazione: 10%, a fronte del 9,6% del
Piemonte e dell'8,5% della Valle d'Aosta. Rispetto all'intero 2016,
la disoccupazione è aumentata di tre decimi sia in Liguria che in
Piemonte, mentre è diminuita di due decimi in Valle d'Aosta.
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