Ecco, in sintesi, i risultati che
diverse società del Nord Ovest hanno registrato nei primi nove mesi
di quest'anno.
PRIMA INDUSTRIE – Il fatturato
consolidato ha superato i 300 milioni (+9,4% rispetto allo stesso
periodo 2016), il margine operativo lordo è salito del 23,8% a 29,7
milioni e l'utile netto del gruppo è risultato di 12,1 milioni il
116% in più rispetto ai 5,6 milioni conseguiti dall'inizio di
gennaio alla fine di settembre dell'anno scorso. Il portafoglio
ordini è cresciuto del 30% arrivando così a 188,1 milioni.
Nonostante tutto questo, il titolo ha chiuso a 35 euro, il 4,37% in
meno di ieri. Il gruppo conta circa 1.700 dipendenti.
DIASORIN – La Borsa, oggi, ha
penalizzato, ancora di più, Diasorin, la cui azione è stata
scambiata a 72,05 euro (-7,33% rispetto alla seduta precedente).
Anche se Diasorin ha evidenziato un utile netto di 95,7 milioni
(+15,7%), pari al 20,4% del fatturato, che è stato di 468,6 milioni
(+13,4%). Fra l'altro, Diasorin ha migliorato anche la posizione
finanziaria netta, positiva per 113,3 milioni, a fronte dei 71,2
milioni del 31 dicembre 2016.
DEA CAPITAL – La società del
gruppo De Agostini (famiglia Boroli-Drago) ha conseguito un risultato
complessivo di 9,7 milioni, contro i 18 dei primi nove mesi 2016.
Però, ha incrementato del 9% il valore degli asset gestiti,
portandoli a 11,6 miliardi. Il suo portafoglio investimenti è
ammontato a 434 milioni. A livello consolidato, la posizione
finanziaria netta è positiva per 97,3 milioni. L'ultimo contratto di
Borsa, oggi, è stato siglato a 1,294 euro per azione, l'1,52% in
meno rispetto a ieri.
GEDI – Il nuovo gruppo
editoriale controllato dalla Cir dei De Benedetti e partecipato dalla
Exor degli Agnelli-Elkann-Nasi, dal primo giorno di gennaio
all'ultimo di settembre, ha fatturato 440 milioni contro i 424,3 del
corrispondente periodo 2016. La crescita è stata determinata
dall'aumento dei ricavi pubblicitari (da 239,8 a 266,1 milioni),
perché, invece, sono diminuite le entrate derivanti dalla diffusione
dei giornali (da 153,7 a 145 milioni). Invariato il margine operativo
lordo: 34,1 milioni. La perdita straordinaria di 143,9 milioni è
dovuta alla definizione di un contenzioso con il Fisco relativo a
fatti risalenti al 1991. Comunque, la posizione finanziaria netta è
positiva per 40,5 milioni (31,7 milioni al 30 settembre 2016). I
dipendenti del gruppo sono diventati 2.475, in seguito ai 532
provenienti dall'Itedi. L'azione Gedi ha chiuso a 0,722 euro, il 2,7%
meno di ieri.
BUZZI UNICEM – Il gruppo
cementiero di Casale Monferrato ha comunicato che i ricavi netti
conseguiti nei primi nove mesi sono stati pari a 2,133 miliardi,
cifra superiore del 6,7% a quella dello stesso periodo dell'anno
scorso. Ha poi aggiunto che l'indebitamento netto è sceso da 941,6 a
915,2 milioni. Anche per la società controllata dalla famiglia
Buzzi, però, la Borsa odierna non è stata favorevole: il titolo
ordinario è sceso dello 0,65% a 23,09 euro.
BANCA CARIGE – Ancora rosso
profondo. Il risultato netto del gruppo Carige nei primi nove mesi
2017 è stato negativo per 210,4 milioni. E segni meno emergono anche
dai confronti relativi alla raccolta diretta da clientela, ammontata
a 15,6 miliardi (-4,2% rispetto al 30 settembre 2016) e agli impieghi
alla clientela, calati dell'11,8% a 19,4 miliardi. E' aumentata,
invece, la raccolta indiretta, a 21,3 miliardi (+0,3%) ed è
migliorato il Cet1, passato dal 10,4 al 10,9%.
BANCA SELLA – Ben diverso
l'andamento del gruppo Sella, che fa capo all'omonima e storica
famiglia biellese. Utile consolidato di 47,3 milioni, raccolta
globale di 35,7 miliardi (+7,6%), dei quali 11,8 miliardi dovuti alla
raccolta diretta da clientela (+7,9%) e impieghi alla clientela per
8,6 miliardi (+8,7%). Cet1 del gruppo a 12,18% e del 15,70% per la
sola Banca Sella, la quale ha appena acquisito dalla capogruppo Banca
Sella Holding le quote di controllo di Biella Leasing e della Consel
(credito al consumo), operazione finalizzata ad agevolare le sinergie
delle sue società con la Banca.