La pressione
fiscale è diminuita: lo ha comunicato l'Istat. C'è da crederci; è
plausibile. Però, è mistificatorio interpretare questo dato come
una riduzione delle tasse o un contenimento della spesa pubblica. E'
vero che il rapporto tra l'insieme delle entrate erariali (imposte
dirette, indirette e contributive, centrali e locali) e il Pil si è
ridotto al 40,3% nel terzo trimestre 2017 (-0,4% rispetto al
corrispondente periodo 2016); ma è altrettanto vero che il gettito
fiscale dei primi dieci mesi dell'anno scorso è risultato di quasi
542 miliardi, 12,3 miliardi in più e il 2,3% in più rispetto al
gennaio-ottobre precedente. In particolare, le entrate tributarie
sono ammontate a 358,2 miliardi (+1,4%) e quelle contributive a 183,6
miliardi (+4,2%). Cifre del ministero dell'Economia e delle Finanze.
Non solo. Come ha riferito l'Istat,
l'istituto nazionale di statistica, fonte ufficiale e obiettiva, se
il totale delle entrate delle Amministrazioni pubbliche nel terzo
trimestre 2017 è stato di circa 186,5 miliardi (+1,5% sullo stesso
periodo 2016), il totale delle uscite è stato di 195,56 miliardi
(+1,1%). Quindi, la macchina pubblica continua a spendere più di
quanto incassa; così, naturalmente, continua a salire il debito
pubblico, che, mese dopo mese, fa segnare un nuovo record. L'unico
risparmio è proprio quello degli interessi pagati dallo Stato sul
debito pubblico ai sottoscrittori dei suoi titoli. Nel terzo
trimestre 2017 ha rimborsato 14,3 miliardi, l'8,4% in meno dei 15,7
miliardi precedenti, grazie alla Bce, la Banca centrale europea
governata da Mario Draghi.
Il calo della pressione fiscale ha come
motivazione principale la crescita del Pil, il prodotto interno
lordo, cioè il valore complessivo dei beni e dei servizi generati
dal Paese. Quest'ultima è finalmente una buona notizia, come sono
positivi i conseguenti aumenti, sia pur minimi, del reddito
disponibile delle famiglie consumatrici, del potere d'acquisto, della
propensione al risparmio e degli investimenti fissi delle
Amministrazioni pubbliche (9 miliardi tra l'inizio di luglio e la
fine di settembre).
Ieri, dopo la pubblicazione dell'ultimo
rapporto Istat, non pochi hanno commentato il dato relativo alla
riduzione della pressione fiscale, che comunque resta tra le più
elevate al mondo, come se si trattasse di un calo delle tasse. Non è
così. E' una mistificazione. Le tasse non vengono tagliate, neppure
da parte degli enti locali; come non viene ridotta la spesa pubblica;
mentre il gettito fiscale cresce ininterrottamente.
Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio dei ministri |