Orso particolarmente aggressivo nei
confronti di due quotate del Nord Ovest, oggi, 13 febbraio. Infatti,
Gedi Gruppo Editoriale e Banca Carige hanno fatto segnare i loro
nuovi minimi storici: l'azione della società controllata dii figli
di Carlo De Benedetti e partecipata dalla famiglia
Agnelli-Elkann-Nasi ha chiuso la seduta borsistica odierna a 0,57
euro, ancora il 2,56% meno di ieri. E il travagliato istituto
genovese di credito a 0,0074 euro (-2,63%).
Il valore riconosciuto dal mercato alla
Gedi Gruppo Editoriale è sceso sotto i 290 milioni di euro e quello
di Banca Carige a 409 milioni.
L'acquisto di azioni proprie da parte
del Gruppo editoriale - le testate maggiori sono Repubblica, La
Stampa e il Secolo XIX – comune a diverse società dei De
Benedetti, non frena il deprezzamento. Fenomeno, quest'ultimo, che
coinvolge anche la banca guidata da Paolo Fiorentino, amministratore
delegato non esente da critiche.
Il prezzo di Carige, però, sembra
determinato da un accanimento, da un'ostilità preconcetta, da
manovre oscure, oltre che speculative. Non appena il titolo mostra
qualche segno di recupero, ecco che, immediatamente, scattano nuove
vendite e l'azione torna a precipitare; per una ragione o per
un'altra. Tutto quello che viene fatto dal socio di maggioranza
relativa (Malacalza Investimenti possiede poco meno del 21% del
capitale della Carige) non basta mai. Vengono posti sempre nuovi
ostacoli e nuovi vincoli. Il perché resta un mistero.
In controtendenza, invece, altre due
quotate del Nord Ovest, che hanno terminate la seduta odierna
figurando fra le dieci con i maggiori incrementi percentuali rispetto
a ieri. Si tratta di Italia Independent di Lapo Elkann (prezzo finale
di 4,86 euro, il 4,07% in più) e di Prima Industrie, il cui prezzo
di riferimento è stato di 34,10 euro (+3,96%).
Monica Mondardini, ad Gedi Gruppo Editoriale |
Paolo Fiorentino, ad Banca Carige |