Movimenti e indiscrezioni nel sistema
delle banche (e dintorni) del Nord Ovest. E' ufficiale che, a breve,
Giorgio Girelli lascerà la presidenza della Bim-Banca
Intermobiliare. L'abbandono dell'incarico avverrà subito dopo il
closing, cioè il
completamento definitivo dell'acquisizione della Banca torinese da
parte del fondo Investor, previsto nelle prossime settimane.
L'annuncio, che ha sorpreso e anche destato quale polemica, è stato
dato della stessa Bim, da tempo in condizioni travagliate.
Ancora
più clamore ha suscitato, in Piemonte, la notizia pubblicata dal
Messaggero, il quotidiano romano, secondo il quale “all'assemblea
del 28 aprile, Beppe Ghisolfi lascerà la presidenza della Cassa di
Risparmio di Fossano, dopo 21 anni e 41 di presenza nell'istituto
cuneese”.
“Al
suo posto – ha riportato il Messaggero – arriverà Antonio
Miglio, che fino a due anni fa guidava la Fondazione Cr Fossano,
socio della banca di cui Bper ha il 23,09%”.
Antonio
Miglio, nato a Fossano nel 1951, geometra e agronomo (si è laureato
a Torino), è già stato consigliere di amministrazione della Cassa
di Risparmio di Fossano dal 1988 al 1994, quando ha assunto la
presidenza dell'omonima Fondazione, terminata nell'aprile 2016.
Attualmente è consigliere di amministrazione della torinese Ream Sgr
con la delega allo sviluppo, presidente de “Le Terre dei Savoia”,
dove è subentrato a Giovanni Quaglia, oltre che dell'associazione
Insieme. Ha ricoperto diversi incarichi apicali in Acri, dove è
stato uno dei principali collaboratori di Giuseppe Guzzetti, con il
quale, però, non ha condiviso la firma del Protocollo sottoscritto
con il Mef, dato che impone la perdita del controllo delle banche
conferitarie.
Sempre
il Messaggero, nello stesso articolo, aggiunge che Beppe Ghisolfi,
fra l'altro autore del libro “Banchieri” appena uscito, dovrebbe
diventare vice presidente della Cassa di Risparmio di Bra,
interamente posseduta da Bper.
Acque
in movimento anche a Genova. Sotto la Lanterna si sente dire che i
rapporti tra i Malacalza, azionisti di riferimento di Banca Carige e
Paolo Fiorentino, amministratore delegato dell'antico istituto
genovese, siano diventati ancora più complicati dopo che il
finanziere Mincione ha acquisito una partecipazione superiore al 5%,
abbia rivendicato un posto in Consiglio di amministrazione e
manifestato la volontà di chiedere un'assemblea straordinaria per
l'elezione di un nuovo Consiglio. Tra l'altro, Vittorio Malacalza,
che ha sempre vinto le sue sfide economiche, mal sopporta i continui
risultati negativi della Banca sulla quale ha investito oltre 260
milioni di euro.
Nei
palazzi della “Superba” intorno a Piazza De Ferrari, inoltre,
subito dopo l'esito delle elezioni ha incominciato a circolare la
voce che alcuni protagonisti della politica locale starebbero
studiando come far sloggiare Paolo Momigliano dalla presidenza della
Fondazione Carige, che figura tra quelle destinate a una fusione (con la Compagnia di San Paolo, che già la sostiene?) o
alla liquidazione.
A
proposito di fondazioni di origine bancaria, dovrebbe ammontare a
circa 7,5 milioni il dividendo che la Fondazione Crc (Cuneo) riceverà
da Ubi Banca, della quale è il maggior azionista singolo avendone il
5,91% del capitale. Il Consiglio di amministrazione di Ubi Banca,
infatti, ha deliberato di proporre un dividendo di 0,11 euro per
azione, per un totale di 125,5 milioni.
Antonio Miglio (a sinistra), Giuseppe Guzzetti e Beppe Ghisolfi |