Alfredo Altavilla è l'erede di Marchionne che vorrebbe il Piemonte dell'economia


Alfredo Altavilla. E' il nome che nell'industria automobilistica piemontese (componentisti, designer, fornitori di vari genere, ma anche sindacalisti del settore) si spera venga pronunciato quando John Elkann, presidente di Fca-Fiat Chrysler Automobiles e della sua controllante Exor, svelerà il successore di Sergio Marchionne, ormai prossimo a lasciare la guida del gruppo delle quattroruote nato a Torino, ma ormai del tutto internazionale.
Secondo le previsioni, appena ribadite da Teodoro Chiarelli, responsabile dell'Economia de La Stampa, Sergio Marchionne lascerà l'incarico di numero uno operativo di Fca il 31 dicembre prossimo, “dopo 14 anni intensi”, durante i quali ha compiuto alcuni “miracoli”: prima il salvataggio della storica impresa fondata dagli Agnelli che era arrivata vicinissima al fallimento, poi l'acquisizione e la fusione con Chrysler, l'affermazione con la gamma “premium”, il rilancio, l'utile netto di tre miliardi e mezzo nell'esercizio passato, la sistemazione per un probabile “matrimonio” al quale arrivare con l'abito più adeguato, alla pari del partner.
Quale sarà la Fca del futuro prossimo emergerà, almeno in parte, dal piano industriale e finanziario del gruppo fino al 2022, che il “mago” Sergio Marchionne presenterà il primo giugno e – come ha scritto Teodoro Chiarelli – “ si presume condiviso dal suo successore”. Che, appunto, molti esponenti piemontesi dell'automotive e anche delle amministrazioni pubbliche territoriali auspicano sia Alfredo Altavilla, per le sue indubbie qualità e capacità (fra l'altro è suo il successo della nuova Tipo), oltre che per la convinzione che manterrebbe un occhio di riguardo per le attività di Fca nel Piemonte e nel resto dell'Italia. 
Alfredo Altavilla, nato nel 1963 a Taranto ma torinese d'adozione (è anche socio del “Subalpino”, esclusivo circolo cittadino), laurea in Economia e commercio alla Cattolica di Milano, dove è stato assistente universitario condividendo con il docente Walter Scott la scrittura del libro intitolato “Il caso Uno”, oggetto della sua tesi di laurea, ha sempre amato le auto, sulla scia del padre concessionario Lancia e Autobianchi. Ha coronato il suo sogno quando, nel 1990, è stato assunto in Fiat Auto, dove ha incominciato la sua carriera manageriale.
Già nel 1995, era responsabile dell'ufficio Fiat a Pechino e, quattro anni dopo, delle attività del gruppo in Asia. Poi ha avuto il coordinamento dell'alleanza con General Motors e, nel 2004, la presidenza della joint-venture Powertrain. Fra l'altro, Alfredo Altavilla è stato amministratore delegato della Tofas, che fabbrica la famiglia della nuova Tipo, fortunato modello voluto fortemente da lui, al quale vengono attribuiti non pochi meriti anche per le Alfa Romeo Stelvio e nuova Giulia, per la Maserati Levanta e la Fiat 124 Spyder.
Oltre che principale responsabile delle attività di Fca nell'area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) , Alfredo Altavilla è responsabile del Business Development e uno dei pilastri del Gec-Group Executive Council, il ristretto organo tecnico composto dai principali collaboratori di Sergio Marchionne. Del Gec, guidato da Marchionne, fanno parte soltanto tre italiani; gli altri due sono il torinese Pietro Gorlier (Magneti Marelli) e il napoletano Antonio Filosa, responsabile delle attività del Gruppo nell'America Latina (Latam).
E' tra i componenti del Gec, meno di venti, comprese le due uniche donne, una cinese e un'americana, che quasi certamente verrà “pescato” e incoronato da John Elkann l'erede di Sergio Marchionne.

Alfredo Altavilla