Ecco due genovesi da "medaglia d'oro": Giulio Anselmi e Giuseppe Cuccurese

Giulio Anselmi, presidente  dell'Ansa

Un orgoglio di Genova e della categoria dei giornalisti. Il soggetto è Giulio Anselmi, che nei giorni scorsi è stato confermato presidente dell'Ansa, l'agenzia giornalistica nazionale. Nato a Valbrevenna, nel Genovesato, 73 anni fa, Giulio Anselmi è stato un grande direttore di giornali e un grande maestro di giornalismo. Cresciuto sotto la tutela del cardinale Giuseppe Siri, porporato mitico, al quale era stato affidato in seguito alla prematura scomparsa di entrambi i genitori, Giulio Anselmi dopo la laurea in Giurisprudenza ha fatto un paio d'anni di praticantato; ma ben presto si è dedicato al giornalismo, incominciando a collaborare con il Corriere Mercantile, quotidiano ligure purtroppo poi scomparso.

Dal Mercantile, Giulio Anselmi è passato a Stampa Sera e da qui a Panorama, dove è diventato inviato sotto la direzione di Lamberto Sechi, creatore di giornalisti di razza, bravi e con la schiena sempre diritta. Nessun stupore, perciò, che Giulio Anselmi, abbia diretto il Corriere della Sera, la Stampa, il Messaggero, il Secolo XIX, L'Espresso, il Mondo e l'Ansa, della quale ha poi assunto l'incarico di presidente. L'Ansa ha chiuso il 2017 con 588 dipendenti, ricavi per 71,6 milioni e, dopo la perdita di 4,9 milioni, prevede di terminare l'esercizio in corso con un utile.


Giuseppe Cuccurese, dg Banco di Sardegna
Un altro genovese del quale la città della Lanterna può vantarsi è il banchiere Giuseppe Cuccurese, dal giugno 2012 direttore generale del Banco di Sardegna (gruppo Bper), dopo esserlo stato della Cassa di Risparmio di La Spezia, allora controllata da Intesa Sanpaolo. Nel colosso finanziario maggiore d'Italia, Giuseppe Cuccurese è rimasto fino a quando è sbarcato in Sardegna, dopo avervi fatto una grande carriera. Nello storico “San Paolo” di Torino, Giuseppe Cuccurese, 63 anni compiuti pochi giorni fa, è entrato giovanissimo, subito dopo avere terminato gli studi e rapidamente ha iniziato la sua scalata. Nel 1996 era già direttore della sede di New York e supervisore di tutte le attività americane; nel 2002 è rientrato in Italia come responsabile delle attività internazionali e delle reti estere del Gruppo e nel 2005 è stato promosso direttore centrale e capo della direzioni delle Reti estere. Incarichi, sempre accompagnati da altri apicali.
Sotto la guida di Giuseppe Cuccurese, il Banco di Sardegna (raccolta globale di 15,4 miliardi e impieghi economici per 7,7 miliardi) è diventato un istituto che da grandi soddisfazioni agli azionisti (utile netto di 8,9 milioni e dividendi per 3,1), è molto apprezzato dalla clientela, come dimostra la crescita dei depositi e dei prestiti alle famiglie e alle imprese, oltre ad avere accresciuto molto la sua solidità, tanto da presentare un Cet1 del 32,12%, “al top del sistema”.
All'ombra della Lanterna alcuni esponenti del mondo economico-finanziario locale si chiedono, da tempo, perché Giuseppe Cuccurese non sia stato ancora chiamato al comando operativo di Carige, banca che ha un gran bisogno di un manager come lui, con le sue doti professionali, un'esperienza encomiabile e una profonda conoscenza della Liguria nelle sue varie componenti. Si sa per certo che era arrivato in finale tra i candidati alla guida di Banca Carige post-Berneschi, ma gli fu preferito Montani; scelta sbagliata, suggerita da Roma e non gradita da diversi azionisti, come quella successiva.