Giuseppe Conte, nuovo capo del Governo |
Debito. Alla fine di aprile è
risultato di 2.311,703 miliardi di euro, 9,348 miliardi in più
rispetto alla fine di marzo e 40,141 miliardi in più rispetto al 30
aprile 2017. A fine dicembre era ancora di .2.263,056 miliardi.
Dall'analisi storica emerge che, ogni tanto, c' è un rallentamento;
ma poi riparte, riaccelera, risale. La tendenza è sempre quella.
Sembrava che almeno le amministrazioni
pubbliche locali stessero invertendo la rotta; ma in aprile c'è
stata una doccia fredda. Il debito complessivo di Regioni, Province
autonome e non, Città metropolitane, Comuni e altri enti
territoriali al 30 aprile è risalito a 88,165 miliardi, dagli 87.939
di fine marzo e gli 87,932 del 31 gennaio.
In particolare, al 30 aprile, il debito
di Regioni e Province autonome è ammontato a 31,507 miliardi, quello
di Province e Città metropolitane a 7,191 miliardi e quello dei
comuni è tornato sopra i 40 miliardi (40,003).
Entrate. Nei primi quattro mesi di
quest'anno, il Fisco ha incassato 130,224 miliardi (+3,9% rispetto
allo stesso periodo del 2017). Di questa somma, 128,217 miliardi si
devono alle entrate dello Stato (+2,8%) e 8,288 miliardi agli enti
territoriali (+4,6%). Le addizionali hanno reso 2,754 miliardi alle
Regioni (+1,1%) e 909 milioni ai Comuni (+2,1%); dall'Irap sono
derivati 4,117 miliardi (+4,7%), dall'Imu-Imis 483 milioni (+34,9%) e
dalla Tasi 25 milioni (+13,6%).
Non da meno sono gli enti previdenziali
che, insieme, dal primo giorno di gennaio all'ultimo di aprile, hanno
registrato entrate contributive per 77,238 miliardi (+2,9% rispetto
al corrispondente periodo dell'anno scorso): 70,937 miliardi l'Inps
(+2,8%), 3,887 miliardi l'Inail (+4,8%) e 2,414 miliardi gli enti
previdenziali privatizzati (+2,8%).