La Damiani aumenta il fatturato e il mol però chiude l'esercizio ancora in perdita

Giorgio Grassi Damiani, la sorella Silvia, la madre Gabriella e il fratello  Guido
Damiani poco splendente. Venerdì scorso, giorno in cui la famosa e prestigiosa Casa valenzana dei gioielli ha presentato il suo bilancio relativo all'esercizio 2017-2018, Piazza Affari ha reagito attribuendo al titolo Damiani un incremento di valore del 2,08% e un prezzo finale di 0,98 euro; nonostante i risultati non brillanti.
Se è vero, infatti, che il totale dei ricavi del gruppo sono saliti a 164,262 milioni dai 181,709 dell'esercizio chiuso il 31 marzo 2017, è altrettanto vero che il risultato netto consolidato è stato negativo per 4 milioni (5,5 miliardi la perdita denunciata nel bilancio precedente) e l'indebitamento netto è ammontato a 57,3 milioni rispetto ai 53,1 milioni al 31 marzo dell'anno scorso).
Anche la capogruppo ha registrato una crescita dei ricavi (da 141,6 a 144,4 milioni), accompagnata però dalla perdita di 6,2 milioni, principalmente a causa delle rettifica di valore di una partecipazione. Comunque, il Consiglio di amministrazione ha deliberato di proporre all'assemblea dei soci di ripinare il “rosso” dell'esercizio utilizzando le riserve disponibili.
Il rialzo della Damiani in Borsa, quindi, si spiega probabilmente con il margine operativo lordo, che è risultato di 5,3 milioni a livello consolidato (+24,1% rispetto all'esercizio precedente, che beneficiava di proventi non ricorrenti per 1,5 milioni, escludendo i quali l'incremento sarebbe del 93%) e di 6,4 milioni a livello di capogruppo (in linea).
Sharon Stone, testimonial della Damiani 
La Damiani, che dal 2016 controlla la Venini, vanta marchi quali Salvini, Bliss, Calderoni e Rocca 1794 (orologi di alta gamma). Al 31 marzo 2018, gestisce 63 punti di vendita diretti nel mondo, di cui 49 monomarca Damiani, localizzati nelle vie del lusso delle principali città e nei più esclusivi luxury department stores. Fondata nel 1924 a Valenza, polo italiano del gioiello e dell'oro, la Damiani è quotata in Borsa dal 2007. Nell'ultima seduta, Piazza Affari l'ha valutata 81 milioni.
Da sempre la società è controllata dalla famiglia, che ne possiede il 76% delle azioni: il 59% attraverso la holding famigliare Leading Jewels, che fa capo a Guido Grassi Damiani, presidente e amministratore delegato dell'omonima capogruppo, oltre che azionista diretto con il 6%, la stessa quota del fratello Giorgio, vice presidente e amministratore delegato. La sorella Silvia, vice presidente e responsabile della comunicazione, possiede il 5%.
Il flottante è pari al 17%, perchè il restante 7% è costituito da azioni proprie.
Il 4 giugno appena passato, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato Silvia Damiani “cavaliere dell'Ordine della Stella d'Italia”, onorificenza attribuita a chi si è distinto nel promuovere e sviluppare le relazioni con altri Paesi, sia in campo economico che culturale.
Numerose le bellezze testimonial della Damiani, fra le quali Sharon Stone, Isabella Rossellini, Gwineth Paltrow e, ultimamente, Nicoletta Romanoff.