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POVERTA' RELATIVA: PRIMATO DELLA LIGURIA
Delle tre regioni del Nord Ovest è la Liguria ad accusare, a fine 2017, la maggiore incidenza di famiglie in condizioni di povertà relativa, un po' meno grave della povertà assoluta. Come censito dall'Istat, infatti, la Liguria aveva l'8,5% delle famiglie residenti in condizioni di povertà relativa, a fronte del 6,8% del Piemonte e il 4,4% della Valle d'Aosta.
Però, mentre la quota delle famiglie relativamente povere è diminuita rispetto al 2016 sia in Liguria, dove era dell'11,1%, sia in Valle d'Aosta (4,8%) è aumentata in Piemonte, dove era del 6%.
In tutta l'Italia, l'anno scorso, la povertà relativa riguardava 3,171 milioni di famiglie residenti (12,3% contro il 10,6% del 2016) e 9,368 milioni di individui (15,6% rispetto al 14% dell'anno precedente). Inoltre, l'Istat ha censito 1,778 milioni di famiglie in povertà assoluta, condizione in cui vivono 5,056 milioni di persone.

IL FATTURATO DELLE COMPRAVENDITE IMMOBILIARI
Il rapporto immobiliare 2018 realizzato dall'Agenzia delle Entrate e dall'Abi, l'Associazione bancaria italiana, riporta che nel 2017 sono state registrate 49.610 transazioni immobiliari in Piemonte (+5,4% rispetto al 2016), 20.376 in Liguria (+4,5%) e 1.670 in Valle d'Aosta (+1,7%). La quota piemontese è risultata pari al 9,1% delle 542.480 transazioni avvenute in Italia, inferiore soltanto a quelle della Lombardia (21,4%, pari a 115.826), e del Lazio (10,4%).
Secondo il rapporto, il fatturato 2017 conseguente alle compravendite è stato di 6,881 miliardi in Piemonte (media di 138.700 euro per unità immobiliare), 4,368 miliardi in Liguria (214.400) e di 284 milioni in Valle d'Aosta (170.100). In particolare il fatturato è stato di 2,297 miliardi nel comune di Torino (177.500 euro per unità immobiliare) e di 1,431 miliardi nel comune di Genova (209.300 euro).

PIU' ALTA IN VALLE D'AOSTA LA SPESA FAMILIARE
Nel 2017, la spesa media mensile delle famiglie, calcolata dall'Istat, è stata 2.849,87 euro in Valle d'Aosta, 2.648,99 euro in Piemonte e 2.449,72 euro in Liguria, cifra inferiore alla media nazionale di 2.563,94 euro. In tutte le tre regioni il maggiore capitolo di spesa è stato quello riguardante l'abitazione, l'acqua, l'elettricità e i combustibili, essendo stato pari al 38,2% in Liguria, il 35,8% in Valle d'Aosta e il 34,2% in Piemonte. Il secondo capitolo è stato quello dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche, che ha comportato il 18,2% della spesa familiare media in Liguria, il 18,1% in Piemonte e il 17,7% in Valle d'Aosta.
Terzo capitolo di spesa è stato quello dei trasporti: 11,8% in Piemonte, 9,9% in Valle d'Aosta e 8,9% in Liguria. Per le altre voci di costo della vita familiare, le percentuali variano da regione a regione. Fra l'altro, per ricreazione, spettacoli e cultura, la quota di spesa è stata del 5,9% in Piemonte, a fronte del 5,2% in Valle d'Aosta e del 4,9% in Liguria, dove invece si è speso di più per i servizi ricreativi e di ristorazione: 5,8%, contro il 5,7% del Piemonte e il 4,7% della Valle d'Aosta.
Proprio nella regione alpina, la spesa per abbigliamento e calzature è risultata percentualmente superiore (6,8%) a quella del Piemonte (4,4%) e della Liguria (3,5%).

DOVE FINISCE LA QUATTORDICESIMA
In questi giorni, chi prima della fine di giugno e chi all'inizio di luglio, quasi 7,5 milioni di italiani hanno ricevuto o stanno ricevendo la quattordicesima, mensilità dell'importo medio di 1.250 euro per i dipendenti e di 480 euro per i pensionati, per un totale di 6,8 miliardi di euro. La stima è della Confesercenti, secondo la quale è di 5 miliardi la somma destinata a circa 4 milioni di dipendenti e di 1,8 miliardi di euro ai 3,5 milioni di pensionati.
La stessa Confesercenti, però, ha fatto notare che meno della metà dei soldi ricevuti (per la precisione il 47%, pari a 3,2 miliardi di euro) andrà in consumi; perché buona parte della remunerazione aggiuntiva (il 29%, pari a 2 miliardi) sarà usata per le spese fisse e per saldare conti in sospeso e debiti con il fisco.
In particolare, circa 800 milioni serviranno per pagare debiti e bollette scadute; al fisco andranno circa 400 milioni, altri 400 milioni al pagamento della rata del mutuo e 300 milioni per spese legate alla salute.
Secondo la Coldiretti, 1,4 miliardi diventeranno liquidità di riserva (risparmio) e 200 milioni saranno immobilizzati in qualche forma di investimento.