L'ambasciatore Paul Duhr, il console Ettore Morone (al centro) e Dario Gallina, presidente dell'Unione Industriale di Torino (foto di Luigi Amerio). |
A incontrarsi con Paul Duhr, il nuovo
ambasciatore del Lussemburgo in Italia, banchieri, imprenditori,
avvocati, commercialisti, manager, fiscalisti, finanzieri,
consulenti, accademici, esponenti di ordini professionali, categorie
e istituzioni, tutti invitati da Ettore Morone, il quale è console
onorario del Lussemburgo da 37 anni.
Paul Duhr, che ha presentato le
credenziali al presidente Sergio Mattarella nel settembre scorso e
che è stato anche ministro degli Esteri e dell'immigrazione del
Lussemburgo, 62 anni, sposato, due figli, laurea in Diritto privato,
è ambasciatore accreditato pure a Malta e a San Marino.
Quella di ieri a Torino è stata la
prima visita ufficiale dell'ambasciatore Duhr a un consolato
italiano. Primato non casuale. E' un riconoscimento dell'importanza
attribuita dal Granducato al Piemonte e al suo capoluogo. In
Lussemburgo, dove la comunità italiana, in buona parte piemontese, è
la terza più numerosa dopo quella nazionale, si trovano numerose
società piemontesi, attive in diversi campi. Fra queste spicca la
Ferrero, che nel Granducato ha già più di cinquemila dipendenti e
ne sta assumendo un altro migliaio; ma vi operano anche aziende dei
gruppi Fca-Fiat Chrysler Automobiles, Intesa Sanpaolo, Ersel, Guala
Closures (l'impresa alessandrina vi ha il quartier generale e vi sta
aprendo un grande centro ricerche) e tante altre.
Proprio per la crescita dei rapporti
economici, dal novembre del 2016 è stata ripristinata la linea aerea
Torino-Lussemburgo. La compagnia Luxair fa quattro voli alla
settimana e, l'anno scorso, ha trasportato 11.186 passeggeri. Sempre
nel 2017, come censito da Unioncamere Piemonte, è risultato
superiore ai 70 milioni di euro il valore sia delle esportazioni
piemontesi in Lussemburgo (70,123 milioni, per la precisione) sia
delle importazioni della regione dal Granducato (70,587 milioni).
Relativamente all'intera Italia, l'anno
scorso, l'export in Lussemburgo è salito a 528,3 milioni dai 471,1
del 2016, mentre l'import è sceso a 617,5 milioni dagli 860,6
milioni dell'anno precedente. L'Italia è il sesto Paese fornitore
del Lussemburgo e il quinto come cliente.