Sceso di 5,8 miliardi il valore delle quotate che fanno capo agli Agnelli-Elkann-Nasi

John Elkann, numero 1 della Famiglia torinese
Mercoledì tragico. E' mancato Sergio Marchionne, un grandissimo, un mito. E proprio oggi, giorno dell'ufficializzazione dell'azzeramento del debito industriale di Fca, uno degli obiettivi prioritari del manager che ha salvato e rilanciato il Gruppo, l'azione è precipitata e ha trascinato nel crollo tutti i titoli quotati che fanno capo alla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, compresa la Juventus di Ronaldo.
Fca-Fiat Chrysler Automibiles ha chiuso la seduta a 13,99 euro, il 15,5% in meno rispetto a ieri. Questo ribasso è risultato il maggiore di tutta Piazza Affari e tale da riportare Fca allo stesso prezzo del 19 ottobre del 2017. Rispetto a venerdì scorso, quando l'azione ha incominciato a risentire delle voci sulla gravità delle condizioni di Marchionne, il valore borsistico di Fca è diminuito di 3,729 miliardi di euro, scendendo a 21,507 miliardi. Capitalizzazione inferiore a quella della Ferrari, che pure, a sua volta, è calata a 21,700 miliardi, 1,623 miliardi meno dell'ultima seduta della settimana passata.
Insieme, le cinque quotate controllate dalla Famiglia torinese formata dagli eredi del fondatore della Fiat, hanno visto ridurre a 72,797 miliardi il loro valore complessivo riconosciuto dal mercato, a fronte dei 78,628 miliardi di venerdì scorso. Una perdita di oltre 5,8 miliardi.
La capitalizzazione di Exor, la holding degli Agnelli.Elkann-Nasi è scesa da 13,641 a 12,932 miliardi (-709 milioni) e da 894 a 852 milioni quella della Juventus, unica quotata del gruppo a non avere Sergio Marchionne in Consiglio di amministrazione. Nonostante tutto, invece, è risalita da 15,535 a 15,806 miliardi la capitalizzazione di Cnh Industrial.