Franco Locatelli, direttore di Firstonline |
L’Italia non ha mai
avuto molta fortuna con l’industria chimica. Con quella di base
soprattutto, che negli anni passati ha divorato fior di miliardi. I
colossi di casa hanno tutti fallito in strategie e vision. Quando si
è trattato di approcciare la chimica verde – 260 miliardi di euro
di fatturato annui, inserita in tutte le strategie ambientali – il
sistema si è rimesso in moto. Non in Piemonte, però, dove, ironia
della sorte, la Regione investe 40 milioni di euro di fondi europei, ma le società Biochemtex,
Beta Renewables, Ipb (Italian Bio Products) e Ipb energia
falliscono e vanno all’asta. Si
tratta del perimetro bio del Gruppo Mossi & Ghisolfi, attive nel
settore delle «bioenergie e delle tecnologie avanzate per la sintesi
di biocombustibili e molecole verdi di nuova generazione da biomasse
biocellulosiche rinnovabili». Una prospettiva industriale finita nel
peggiore dei modi davanti al Tribunale di Alessandria. Il 25
settembre si apriranno le buste con base d’asta di 80 milioni .
La
Versalis
del Gruppo Eni ha presentato un’offerta non vincolante che scadeva
però il 31 luglio,
ma si vedrà. E’ la fine di un
sogno, è stato scritto, a margine di una vicenda conclusa per
carenza di strategia. E’ andata all’asta anche la più moderna
raffineria di bioetanolo italiana situata a Crescentino. Un impianto
che esperti e finanziatori giudicano tra i migliori al mondo.
L’Eni
con la Versalis è interessata alla sintesi dei biocombustibili ed ai
cicli produttivi legati
alle biomasse.
La sua eventuale aggiudicazione
potrebbe risollevare le sorti delle aziende fallite e farle rientrare
nel grande risiko della chimica verde. Un mondo nel quale l’Italia
può giocare un ruolo, avendo a disposizione molti siti da poter
riconvertire.
Il Piemonte, ha immaginato
il salto di qualità, con la spinta della Giunta Chiamparino. Solo
poche settimane fa ha annunciato di puntare molto sulle
biotecnologie. Stanno preparando bandi per 280 milioni di euro
complessivi, in un sistema di economia circolare che comprende
progetti di efficienza energetica , sostegno per le fonti rinnovabili
nelle piccole e medie industrie, opere di risanamenti ambientale. Il
pacchetto prevede anche premialità che non potranno andare alle
aziende fallite. Almeno per ora.
Sulla bioeconomia,
comunque, si sta concentrando l’interesse di grandi investitori.
Intesa Sanpaolo ha finanziato il Rapporto 2018 sulla Bioeconomia in
Italia. La chimica verde è centrale, si legge, perché svolge e
svolgerà un ruolo di traino per l’innovazione e lo sviluppo
sostenibile.
A fine 2017, tra grande e
piccole industria, gli occupati erano 1,7 milioni con un fatturato,
appunto, di 260 milioni di euro. Ma se in Piemonte si affrontano casi
di scarsa efficienza industriale, è al Sud che si possono
indirizzare nuovi capitali. In questa area del Paese, si possono
avviare progetti di riqualificazione e riconversione di antichi siti
industriali in moderni impianti per le biotecnologie. Per ora solo
buoni propositi.
Per gentile concessione
di Firstonline, giornale web indipendente di economia, finanza e Borsa diretto da Franco Locatelli e presieduto da Ernesto Auci (www.firstonline.info)