Mike Manley, amministratore delegato Fca |
Il crollo piemontese si deve alla
provincia di Torino, dove, nel 2018 sono state vendute 115.799
vetture nuove; mentre sono state 12.325 nella provincia di
Alessandria, 5.432 nell'Astigiano, 5.394 nel Biellese, 18.494 nel
Cuneese, 11.416 nel Novarese, 4.025 nel Verbano-Cusio-Ossola e 4.546
nel Vercellese.
In tutta l'Italia, l'anno scorso, le
nuove immatricolazioni sono ammontate a 1.910.025, il 3,1% in meno
rispetto al 2017.
La differenza del calo nazionale da
quello piemontese è elevata e si è fortemente ampliata, nella
provincia di Torino, a partire da maggio. In particolare, nel mese
scorso, sono state 4.975 le vetture nuove vendute nel Torinese, a
fronte delle 8.221 del dicembre 2017. Il calo è del 39,5%,
variazione che assume un significato ancora maggiore se si considera
che in tutta l'Italia, nel mese appena passato, le nuove
immatricolazioni sono aumentate dell'1,96% e che delle altre sette
metropoli del Paese sei hanno fatto registrare una crescita dei
rispettivi mercati, mentre soltanto la provincia di Bologna ha
mostrato una perdita di neppure 200 immatricolazioni.
Nello stesso Piemonte, unicamente nella
provincia di Vercelli sono state vendute meno vetture nuove che nel
dicembre 2017 (278 contro 301). Nell'Alessandrino gli acquisti sono
saliti da 8109 a 860, nell'Astigiano da 334 a 398, nel Biellese da
338 a 392, nel Cuneese da 1.232 a 1.332, nel Novarese da 721 a 869 e
nel Verbano-Cusio-Ossola da 250 a 264.
Naturalmente, la contrazione di Torino
si è riflessa sul totale del Piemonte, dove le nuove
immatricolazioni sono risultate 9.368, mentre erano state 12.207 nel
dicembre 2017.
Quanto sia profonda la crisi del
mercato automobilistico torinese lo dimostra anche il bilancio degli
ultimi sei mesi, chiuso con un rosso di 27.504 vetture. Infatti, dal
primo giorno di luglio all'ultimo dell'anno appena passato, sono
state registrate 39.192 nuove immatricolazioni, il 41,2% in meno
rispetto alle 66.696 del corrispondente periodo precedente.
Fino alla primavera scorsa, invece, le
vendite di auto nuove nella provincia di Torino crescevano e in
alcuni mesi, come in diversi del 2017, sono risultate più alte che
in qualsiasi altra provincia, comprese quelle autonome (Aosta, Trento
e Bolzano), dove, per condizioni fiscali più favorevoli (Ipt meno
onerosa), vengono immatricolate le grandi flotte.
Comunque, il crollo del mercato
torinese ha la sua causa nel crollo delle vendite di Fiat e Alfa
Romeo. In dicembre, le nuove Fiat acquistate nell'intera provincia
sono state 1.192 mentre erano state 3.582 nello stesso mese
precedente (-66,7%). E le immatricolazioni delle Alfa Romeo sono
precipitate da 800 a 65. Lancia, pur in fin di vita (è in commercio
unicamente la Ypsilon e unicamente in Italia), ha tenuto, contando
339 clienti contro i 307 del dicembre 2017, così come Maserati, che
ha chiuso il mese con 20 acquirenti, uno in più.
Ha ancora migliorato la Jeep, con 285
nuove immatricolazioni contro le 244 del dicembre precedente. Aumento
del tutto insufficiente, comunque, a compensare le grandi perdite di
Fiat e Alfa Romeo. Entrambe queste marche di Fca hanno problemi di
gamma. L'offerta è troppo limitata rispetto alla concorrenza e, come
se non bastasse, i modelli di punta mostrano le rughe dell'età.
Constatazione che vale non soltanto per la Panda e la stessa 500, che
pure restano sul podio del segmento A, quello delle super utilitarie
o city car (in tutto il 2018 sono state vendute ancora 124.266 Panda
e 39.885 500, a fronte però delle 145.076 della prima nel 2017 e
delle 53.966 della seconda); ma anche per la Giulietta, finita al
posto numero 33 della graduatoria dei modelli più venduti l'anno
scorso in Italia.