Piemontese un terzo del nuovo Cda Inwit: Ravera, Rocchio, Tournon, Di Bartolomeo

La cuneese Dina Ravera
E' piemontese un terzo del nuovo consiglio di amministrazione di Inwit, la società quotata in Borsa prossima alla fusione con Vodafone Towers. L'assemblea dei azionisti, infatti, ha eletto, fra gli altri, Fabrizio Rocchio, Emanuele Tournon, Sabrina Di Bartolomeo e Secondina Giulia Ravera, chiamata Dina. I primi tre erano candidati nella lista del socio di maggioranza, Telecom Italia, che possiede poco più del 60% del capitale di Inwit; mentre Secondina Giulia Ravera era nella lista presentata dalla minoranza, costituita prevalentemente da fondi comuni d'investimento.
Per Dina Ravera, nata a Cuneo nel 1966, si è trattato di una conferma. Laurea in Ingegneria elettronica al Politecnico di Torino e master in business administration all'Insead di Fonainebleau, Ravera è consigliere di amministrazione anche della torinese Reply, della multiutiliy A2A, di Otb (Renzo Rosso, Fashion, Only, The Brave) è anche presidente di Operativo Destination Italia, dopo esserlo stata di Assotelecomunicazioni.
Fabrizio Rocchio, classe 1964, nato a Ivrea, laurea in Ingegneria delle tecnologie industriali al Politecnico di Milano e master in scienze delle telecomunicazioni all'Università statunitense di Boulder, è direttore Technology di Vodafone Italia e membro del comitato esecutivo della stessa dal 2014. Sempre di Vodafone Italia, ma direttore amministrazione, finanza e controllo è Emanuele Tournon, nato nel 1960 a Torino, dove si è laureato in Economia e commercio. Tournon, quattro figli, in Vodafone ha la stessa responsabilità anche per il Sud Europa.
Sotto la Mole è nata anche Sabrina Di Bartolomeo, nel 1971. Liceo all'Alfieri, laurea magistrale in Business administration, è responsabile pianificazione e controllo di gestione del gruppo Telecom Italia. Precedentemente è stata amministratore delegato di Sigma Tau e, fra l'altro, direttore finanza di Wind. Il suo primo lavoro è stato all'ufficio titoli di Banca Crt, l'ex Cassa di risparmio di Torino, dalla quale era poi passata in Fiat.