Il debito pubblico risalito a 2.447 miliardi quasi il 33% sottoscritto da stranieri

Ha sfiorato i 2.447 miliardi di euro il debito pubblico italiano alla fine di febbraio. Lo ha comunicato la Banca d'Italia, precisando che è ammontato a 2.446,893 miliardi, 2,7 miliardi in più rispetto a un mese prima e oltre 26 miliardi in più rispetto alla fine di febbraio dell'anno scorso. Nonostante tutto, comunque, è rimasto inferiore al record storico di luglio 2019, quando il debito pubblico italiano è risultato di 2.467,442 miliardi.

La stragrande maggioranza di questo indebitamento si deve alle amministrazioni centrali, alle quali vengono imputati poco meno di 2.369,5 miliardi. Invece, le Regioni e le Province autonome sono responsabili per 32,981 miliardi (31,937 alla fine di febbraio 2019), le Province ordinarie e le Città metropolitane per 6,573 miliardi (6,851), i Comuni per 35,917 miliardi (37,014) e gli altri enti locali per 11,377 miliardi (11,648).

A fine febbraio, la Banca d'Italia aveva crediti nei confronti delle amministrazioni pubbliche per 409,127 miliardi, a fronte dei 404,883 miliardi di un anno prima.

Ben più della Banca d'Italia, però, hanno aumentato i loro crediti nei confronti delle amministrazioni pubbliche italiane, i soggetti non residenti, cioè gli stranieri. Al 31 gennaio, infatti, il debito pubblico italiano in portafoglio agli stranieri ammontava a 710,158 miliardi, quasi 60 miliardi in più rispetto a un anno prima. La quota di debito pubblico italiano sottoscritta da soggetti non residenti è salita di quasi quattro punti, in dodici mesi: dal 28,99% al 32,71%.