Una raccomandazione sbagliata, quella delle Autorità di vigilanza delle Assicurazioni, come quella della Bce e della Banca d'Italia per le banche: sbagliata per la sua genericità, perché rivolta a tutti, come se gli operatori fossero tutti uguali e tutti nelle stesse condizioni. Ma è sbagliato, sempre, fare di ogni erba un fascio. E le Autorità di vigilanza, che conoscono benissimo le condizioni di ogni loro vigilato, dovrebbero avere il coraggio – il potere ce l'hanno – di ordinare alle imprese patrimonialmente deboli di non distribuire dividendi, lasciando invece libere di farlo quelle che sono abbondantemente solide e profittevoli.
E' un brutto vizio quello delle Autorità di vigilanza che evitano di assumersi le responsabilità, decidendo con chiarezza, evitando così di trattare nello stesso modo i non buoni come i buoni, danneggiando i buoni e fornendo alibi ai non buoni. Danneggiando anche il mitico mercato. Già, perché chi investiva in azioni di società solide e capaci di genere profitti con continuità, convinto di riceverne un'adeguata remunerazione, è tradito e perde fiducia, se vengono emesse e seguite “raccomandazioni” ingiuste per la loro indistinzione, raccomandazioni che, in realtà, sono più che consigli, come ben sanno i vigilati, a rischio di ritorsioni.
Queste raccomandazioni generiche danneggiano anche il management delle imprese migliori, perché in sostanza viene esautorato e deresponsabilizzato. Viva, perciò, chi ha il coraggio di disobbedire a ordini ingiusti, in qualsiasi modo vengano presentati.