Viva Galateri e le Generali, ecco perché

Viva il sabaudo Gabriele Galateri di Genola (nella foto) e viva le Generali. Perché il Consiglio di amministrazione del colosso assicurativo di Trieste, presieduto da Gabriele Galateri, ha deliberato di distribuire il dividendo, sia pure in due tranche, la prima delle quali nel mese prossimo. Galateri, l'amministratore delegato Philippe Donnet e gli altri amministratori della Compagnia del Leone, certi della solidità del Gruppo e convinti della sua redditività strutturale, hanno avuto il coraggio di non seguire le indicazioni delle Autorità di vigilanza, che hanno raccomandato ai vertici di tutte le Assicurazioni, indistintamente, il rinvio della delibera sul dividendo ad ottobre, sottintendendo l'invito a mandare a riserve tutto l'utile.

Una raccomandazione sbagliata, quella delle Autorità di vigilanza delle Assicurazioni, come quella della Bce e della Banca d'Italia per le banche: sbagliata per la sua genericità, perché rivolta a tutti, come se gli operatori fossero tutti uguali e tutti nelle stesse condizioni. Ma è sbagliato, sempre, fare di ogni erba un fascio. E le Autorità di vigilanza, che conoscono benissimo le condizioni di ogni loro vigilato, dovrebbero avere il coraggio – il potere ce l'hanno – di ordinare alle imprese patrimonialmente deboli di non distribuire dividendi, lasciando invece libere di farlo quelle che sono abbondantemente solide e profittevoli.

E' un brutto vizio quello delle Autorità di vigilanza che evitano di assumersi le responsabilità, decidendo con chiarezza, evitando così di trattare nello stesso modo i non buoni come i buoni, danneggiando i buoni e fornendo alibi ai non buoni. Danneggiando anche il mitico mercato. Già, perché chi investiva in azioni di società solide e capaci di genere profitti con continuità, convinto di riceverne un'adeguata remunerazione, è tradito e perde fiducia, se vengono emesse e seguite “raccomandazioni” ingiuste per la loro indistinzione, raccomandazioni che, in realtà, sono più che consigli, come ben sanno i vigilati, a rischio di ritorsioni.

Queste raccomandazioni generiche danneggiano anche il management delle imprese migliori, perché in sostanza viene esautorato e deresponsabilizzato. Viva, perciò, chi ha il coraggio di disobbedire a ordini ingiusti, in qualsiasi modo vengano presentati.