Auto, mercato europeo glaciale (-25,7%) Stellantis a gennaio ha la quota del 21,2%

Gennaio glaciale per il mercato europeo dell'automobile. Nel mese scorso, infatti, in tutto il Vecchio Continente sono state registrate 842.835 nuove immatricolazioni, il 25,7% in meno rispetto a gennaio 2020, quando erano state 1.134.898. Non si ricorda un risultato peggiore. E il crollo ha colpito tutti i grandi Costruttori con l'eccezione della Volvo, che contato il 3,6% di vendite in più. Il gruppo Stellantis ha avuto 178.565 acquirenti (-27,4%), dei quali 60.885 hanno comprato Peugeot, 33.893 Opel/Vauxhall, 33.554 Fiat, 31.970 Citroen, 9.349 Jeep, 4.051 Lancia/Chrysler, 2.716 Ds, 1.812 Alfa Romeo e 335 Maserati.
Un calo percentuale ancora maggiore (-28,1%) è stato denunciato dal gruppo Volkswagen, che ha venduto 214.486 vetture nuove, corrispondenti alla quota del 25,4% del mercato, la più alta. La seconda maggiore è stata quella di Stellantis (21,2%) e la terza quella del gruppo Renault (9,2%, pari a 77.561 immatricolazioni, il 22,9% in meno rispetto a gennaio 2020).
“Dopo una chiusura del 2020 a -24,3%, con una perdita di oltre 3,8 milioni di nuove immatricolazioni, il mercato auto europeo apre il nuovo anno ancora in pesante ribasso – ha commentato Paolo Scudieri, presidente di Anfia – scontando gli effetti negativi di un giorno lavorativo in meno in molti mercati e delle misure restrittive in vigore per il contenimento della pandemia ancora in corso. Nel mese, tutti i mercati dell’area presentano una contrazione a due cifre, con l'esclusione della Svezia (+22,5%), della Norvegia (+7,7%) e della Francia, in calo del 5,8%”. Tutti e quattro gli altri mercati principali (includendo UK), che pesano per il 66,7% del totale immatricolato, risultano in flessione a doppia cifra, con la performance peggiore spettante alla Spagna (-51,5%), seguita da UK (-39,5%) e dalla Germania (-31,1%), mentre l’Italia chiude a -14%, in un mese caratterizzato dall’instabilità politica dettata dalla crisi di governo”.
“L’anno da poco iniziato non sarà sicuramente facile – ha concluso Scudieri – con una pandemia ancora da sconfiggere cercando di compensare, con misure di sostegno adeguate, le sue forti ripercussioni sull’economia, sull’occupazione e sul clima di fiducia dei consumatori. La freccia più importante che l’Europa ha al suo arco è ovviamente il Recovery Plan, per il quale auspichiamo che le proposte dei singoli Paesi, in primis l’Italia, ora che anche per il nostro Paese si prospetta una fase di maggiore stabilità, diano il giusto spazio all’industria automotive, con politiche industriali che le consentano di affrontare con successo la transizione tecnologica. Non dimentichiamo che il nostro è un settore da sempre trainante in Europa, primo in classifica per il contributo all’innovazione, con 61 miliardi di euro all’anno investiti in ricerca e sviluppo, pari al 29% della spesa totale”.