Intesa Sanpaolo e Ortofruit Italia
hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per anticipare alle
aziende agricole consociate il valore di liquidazione della raccolta
ortofrutticola. L’iniziativa si inserisce nel Progetto Filiere di
Intesa Sanpaolo, un programma pensato per consentire alle aziende
della filiera di beneficiare dei vantaggi creditizi e bancari
riconosciuti al capo Ora filiera. In Piemonte sono state così finanziate
77 filiere per un totale di circa 3.000 piccole aziende produttive e
del commercio. Nell’anno della pandemia,
il sostegno alla filiera si è rivelato strategico per la tenuta del
sistema produttivo, spingendo Intesa Sanpaolo a convogliare sul
progetto ulteriori dieci miliardi di euro.
L’Ortofruit Italia, organizzazione di produttori, con sede a Saluzzo, rappresenta una filiera autentica, cooperativa e sostenibile, che conta oltre 400 aziende ortofrutticole associate in tutto il Paese, piccole imprese che dispongono di una media di 15 ettari coltivabili, dedite alla produzione di frutta e ortaggi. Grazie a questa fitta rete cooperativa, l’Organizzazione commercializza direttamente 35 referenze ad alto localismo, rispondendo a una richiesta in crescita grazie anche ai nuovi stili alimentari più attenti alla salute e alla sostenibilità delle coltivazioni. Fin dalla fondazione nel 2003,
Ortofruit beneficerà dell’accordo con Intesa Sanpaolo e della maggiore stabilità finanziaria che ne deriva anche per sviluppare ulteriormente i suoi progetti di economia circolare. Nel recupero degli scarti di produzione, per esempio, con l’estrazione di preziosi oli dai piccoli semi, come quelli del lampone, che poi trovano impiego in ambito cosmetico-farmaceutico e nell’industria degli integratori alimentari.
“Non c’è innovazione senza filiera - spiega Domenico Paschetta, presidente di Ortofruit Italia - La crisi psico-economica dettata dalla pandemia ha reso ancora più evidenti i limiti delle ‘solitudini imprenditoriali’ che, come gruppo cooperativo, abbiamo cercato di superare offrendo ai nostri Soci molto più di una misura recovery, ma un vero e proprio programma finanziario messo a punto con Intesa Sanpaolo per anticipare il valore delle liquidazioni dei prodotti fino a tre mesi, garantendo così l’accesso al credito a tutte le micro imprese associate grazie al ruolo di intermediazione della nostra Organizzazione”.
I dati dei primi nove mesi 2020 elaborati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo evidenziano come i distretti agro-alimentari piemontesi abbiano mostrato una crescita dell'1,8% rispetto ai primi nove mesi 2019, nonostante la pandemia. Il distretto della Frutta e nocciola piemontese è riuscito a mantenere inalterato il valore delle proprie esportazioni. La Frutta e nocciola piemontese è riuscita a far meglio, in termini di export, rispetto alla Frutta romagnola e dell’Agro Pontino. Tra i distretti piemontesi agro-alimentari, solo il Caffè, confetterie e cioccolato torinese e il Riso di Vercelli sono riusciti a crescere sui mercati esteri (rispettivamente +16,4% e +10,3%). I Vini delle Langhe, Roero e Monferrato e i Dolci di Alba e Cuneo, invece, hanno chiuso i primi 9 mesi in calo sui mercati esteri, rispettivamente dell’1,1% e dell’1,6%.
L’Ortofruit Italia, organizzazione di produttori, con sede a Saluzzo, rappresenta una filiera autentica, cooperativa e sostenibile, che conta oltre 400 aziende ortofrutticole associate in tutto il Paese, piccole imprese che dispongono di una media di 15 ettari coltivabili, dedite alla produzione di frutta e ortaggi. Grazie a questa fitta rete cooperativa, l’Organizzazione commercializza direttamente 35 referenze ad alto localismo, rispondendo a una richiesta in crescita grazie anche ai nuovi stili alimentari più attenti alla salute e alla sostenibilità delle coltivazioni. Fin dalla fondazione nel 2003,
Ortofruit beneficerà dell’accordo con Intesa Sanpaolo e della maggiore stabilità finanziaria che ne deriva anche per sviluppare ulteriormente i suoi progetti di economia circolare. Nel recupero degli scarti di produzione, per esempio, con l’estrazione di preziosi oli dai piccoli semi, come quelli del lampone, che poi trovano impiego in ambito cosmetico-farmaceutico e nell’industria degli integratori alimentari.
“Non c’è innovazione senza filiera - spiega Domenico Paschetta, presidente di Ortofruit Italia - La crisi psico-economica dettata dalla pandemia ha reso ancora più evidenti i limiti delle ‘solitudini imprenditoriali’ che, come gruppo cooperativo, abbiamo cercato di superare offrendo ai nostri Soci molto più di una misura recovery, ma un vero e proprio programma finanziario messo a punto con Intesa Sanpaolo per anticipare il valore delle liquidazioni dei prodotti fino a tre mesi, garantendo così l’accesso al credito a tutte le micro imprese associate grazie al ruolo di intermediazione della nostra Organizzazione”.
I dati dei primi nove mesi 2020 elaborati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo evidenziano come i distretti agro-alimentari piemontesi abbiano mostrato una crescita dell'1,8% rispetto ai primi nove mesi 2019, nonostante la pandemia. Il distretto della Frutta e nocciola piemontese è riuscito a mantenere inalterato il valore delle proprie esportazioni. La Frutta e nocciola piemontese è riuscita a far meglio, in termini di export, rispetto alla Frutta romagnola e dell’Agro Pontino. Tra i distretti piemontesi agro-alimentari, solo il Caffè, confetterie e cioccolato torinese e il Riso di Vercelli sono riusciti a crescere sui mercati esteri (rispettivamente +16,4% e +10,3%). I Vini delle Langhe, Roero e Monferrato e i Dolci di Alba e Cuneo, invece, hanno chiuso i primi 9 mesi in calo sui mercati esteri, rispettivamente dell’1,1% e dell’1,6%.