Notizie in breve

UNIVERSITA' DI POLLENZO, LA PIU' CARA
Ha suscitato discussioni e qualche alzata di sopracciglia la notizia, pubblicata da Il Sole 24 Ore, che è della cuneese Università di Scienze gastronomiche – sede a Pollenzo – il record delle rette universitarie più salate tra gli atenei italiani non statali. Riportando dati del ministero dell'Università e della Ricerca, relativi all'anno accademico 2015-2016, il quotidiano della Confindustria ha precisato che il costo medio d'iscrizione all'Università del Gusto, come veniva chiamata all'inizio, è stato di 10.307 euro, la somma più elevata a livello nazionale e superiore, sia pure di poco, a quella della Bocconi di Milano. Comunque, da Pollenzo è partita subito una garbata replica, con adeguate precisazioni. L'Università di Scienze Gastronomiche è nata per iniziativa di Carlin Petrini, il fondatore di Slow Food.
Del gruppo degli atenei non pubblici, ma riconosciuti dallo Stato, fanno parte anche l'Università della Valle d'Aosta, la Luiss di Roma, la meno cara (media di 8.793 euro all'anno), l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e, fra le altre, la Liuc di Castellanza.
Carlin Petrini, promotore dell'Università di Pollenzo

TORINO SECONDA PER L'ARTIGIANATO FEMMINILE
La provincia di Torino è risultata al secondo posto in Italia per numero di donne titolari di imprese individuali artigiane, avendone 16.186, meno soltanto della provincia di Milano (17.967) e, invece, più anche di Roma (15.012). A livello regionale, però, il Piemonte risulta quarto con 32.617, preceduto non soltanto dalla Lombardia, prima con 66.932, ma anche dall'Emilia-Romagna (37.343) e dal Veneto (37.228).
Questa fotografia è stata scattata dalla Confartigianato, la quale ha precisato che in Italia sono 181.482 le titolari di imprese individuali artigiane, aumentate del 2,5% negli ultimi dieci anni. Comprendendo le socie e le collaboratrici sono poco meno di 355.000 le donne che lavorano in imprese artigiane con titolari di sesso femminile.


SILVIO FALCO NUOVO “SUBALPINO”
E' appena diventato socio del prestigioso ed elitario Circolo Subalpino, al quale partecipano grandi personalità subalpine, Silvio Falco, da maggio 2015 direttore generale dell'azienda ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino. Consegnandogli le insegne del “Subalpino”, il presidente Giovanni Gandini ha presentato Silvio Falco ricordandone la brillante carriera professionale, svoltasi tutta nell'ambito della gestione della sanità pubblica piemontese: è stato direttore sanitario dell'Asl di Biella, Pinerolo, dell'Irccs Candiolo, del San Luigi e della Città della Salute e della Scienza. Inoltre, è stato direttore sanitario del Villaggio Olimpico di Sestriere durante i Giochi olimpici e paraolimpici invernali.
Nato a Pinerolo nel 1961, sposato, cinque figli, Silvio Falco si è laureato in Medicina e chirurgia a Torino, con 110 e lode (relatore Antonio Robecchi). In seguito, ha conseguito le specializzazioni in Sanità pubblica e Direzione sanitaria.
Giovanni Gandini, presidente Circolo Subalpino

ASILI PUBBLICI, POCHI E COSTOSI
“Soltanto il 57,3% dei Comuni italiani offre servizi di asili nido e servizi integrativi per l'infanzia”: lo ha denunciato la Confartigianato, aggiungendo che “l'utilizzo di queste strutture è molto basso, tanto che, a livello nazionale, ne usufruisce solo il 12,9% dei bambini con meno di tre anni”. E il costo di questi servizi, in media 1.649 euro all'anno, nelle nove principali città – Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari – “è quello che incide maggiormente (35,6%) sulla spesa complessiva delle famiglie per tributi e servizi locali”.


ANNA SAPINO NEL CONSIGLIO SUPERIORE SANITA'
Anna Sapino, direttore scientifico dell'Ircc di Candiolo, Istituto per la ricerca e la cura del cancro, è appena stata confermata componente del Consiglio superiore della Sanità: ulteriore conferma delle sue grandi capacità e del valore riconosciuto anche al Centro di Candiolo, per il quale tanto e instancabilmente si è impegnata e si impegna Allegra Agnelli.
Anatomo-patologa, professore ordinario della Facoltà di Medicina nel capoluogo piemontese, Anna Sapino è stata chiamata dall'Ircc di Candiolo, poco più di due anni fa, come responsabile dell'Unità di Anatomia patologica. Proveniva dall'ospedale Molinette di Torino, dove ha lavorato per una trentina d'anni e dove è stata direttore del dipartimento di Medicina di laboratore e vice direttore alla Ricerca del Dipartimento di Scienze mediche dell'Università. Ora, all'Ircc, da lei dipendono 250 specialisti e 17 laboratori.
Anna Sapino (Ircc Candiolo)

A IMPERIA ALFA ROMEO SENZA CLIENTI
L'Alfa Romeo, gloriosa marca destinata a tornare nei Gran Premi di Formula 1, nel mese di novembre ha venduto, in tutta l'Italia, 4.008 vetture, 1.650 delle quali, pari a poco più del 40%, nel Nord Ovest. In particolare, di nuove vetture con il marchio milanese del Biscione ne sono state immatricolate 1.020 nella provincia di Torino e 540 ad Aosta. Le altre province del Nord Ovest sono risultate Cuneo (28 nuove immatricolazioni), Alessandria (14) e Genova (10).
Nel Novarese, in novembre, le Alfa acquistate sono state 8, nel Biellese 7 come nella provincia di Savona, 6 nel Verbano-Cusio.Ossola, 4 nell'Astigiano, 3 nel Vercellese e nello Spezzino; mentre neppure una nella provincia di Imperia, cenerentola del mercato automobilistico del Nord Ovest.
A livello nazionale, il modello Alfa Romeo più venduto nel mese passato è risultato ancora la Giulietta (1.402), ma le nuove Stelvio e Giulia si stanno stanno avvicinando. Fra l'altro, la Stelvio è stata la quarta preferita tra le vetture di classe media (segmento D), avendo contato 1.181 acquirenti, oltre cento in più della Giulia, finita quinta. La bellissima Stelvio, inoltre, si è piazzata al primo posto fra i fuoristrada, precedendo la Volkswagen Tiguan e la Jeep Kompass.
L'Alfa Romeo Stelvio, il fuoristrada più venduto

I TRENT'ANNI DELLA NICO-DESIGN
Ha compiuto i suoi primi trent'anni la Nico-design di Torino, azienda che produce occhiali, con i marchi Vanni e Derapage, esportati in una quarantina di Paesi. A guidare la Nico-design è Giovanni Vitaloni, neo presidente sia dell'Anfao, l'associazione nazionale dei fabbricanti di occhiali e lenti (oltre 17.000 occupati e un fatturato di circa 4 miliardi), sia della Mido, la più grande esposizione internazionale del settore.
Giovanni Vitaloni porta lo stesso nome del fondatore dell'omonima industria della componentistica auto, costituita nel 1929 e specializzata nella produzione di specchi retrovisori. Nato sotto la Mole il 28 dicembre del 1967, sposato, quattro figli, Giovanni Vitaloni è amministratore delegato della Nico-design, che fattura 7 milioni, dal 2002.
Giovanni Vitaloni, n.1 della Nico-design

PRIMO STORE DELLA CAFFAREL
Pochi giorni fa, Caffarel, storica impresa piemontese del cioccolato (fondata nel 1826), ha aperto il suo primo negozio monomarca, naturalmente a Torino, nella centralissima via Carlo Alberto. Un'iniziativa, quella del Caffarel Store, destinata ad avere un seguito. Caffarel, che da vent'anni appartiene al gruppo Lindt, produce, annualmente, circa 4.000 tonnellate di cioccolato e 40 milioni di gianduiotti. Stabilimento a Luserna San Giovanni, nel Pinerolese, Caffarel conta circa 400 dipendenti e fattura tra i 50 e i 60 milioni all'anno. Vende le sue prelibatezze in esercizi quali pasticcerie, bar, torrefazioni, da Eataly e ai Gourmet Carrefour. Amministratore delegato è Marco Peter.
Marco Peter, amministratore delegato Caffarel

ARISTON PIU' GRANDE PER IL FESTIVAL
Ogni tanto, a Sanremo, esce l'ipotesi di un trasferimento del Festival della Canzone dall'Ariston, che lo ospita da numerosi anni. In passato c'è stato un esperimento, nel grande mercato dei fiori di Bussana, in valle Armea. Non ripetuto. Si è parlato anche di uno specifico Palafestival, ai bordi del mare. Più che un progetto, un'idea. Il problema è che la Rai vuole più spazio fisico, per necessità tecniche. Però, forse, la soluzione è stata trovata.
La famiglia Vacchino, proprietaria del famoso Ariston di via Matteotti, imprenditori del settore dello spettacolo (cinema e teatro), ha comprato un palazzo adiacente al complesso dove si svolge il Festival seguito in tutto il mondo (l'edizione numero 68 è in programma dal 6 al 10 febbraio 2018) e lo sta ristrutturando per adeguarlo alle necessità della Rai, che, periodicamente, ha minacciato di portare la manifestazione canora fuori Sanremo, terrorizzandone il sindaco di turno, ben consapevole del valore economico e promozionale del Festival della Canzone.
Walter Vacchino (Teatro Ariston di Sanremo)

Borsa: nuovi record Erg e Sias

La settimana borsistica appena passata è stata particolarmente positiva per due quotate del Nord Ovest, che hanno fatto registrare i loro record storici. Sono la genovese Erg e la tortonese Sias. Venerdì, l'ultimo contratto dell'azione Erg è stato chiuso a 16,34 euro e quello della Sias a 15,37 euro. Rispetto al giorno prima, il prezzo del titolo Erg è ancora aumentato del 2,45%, mentre è stato dello 0,26% l'incremento del valore dell'azione Sias.
A evidenziare aumenti del valore delle rispettive azioni, nei confronti delle chiusure di venerdì 1 dicembre, sono state anche le seguenti società del Nord Ovest: Banca Carige (0,0105 euro da 0,0101), Basicnet (3,67 da 3,65), Boero Bartolomeo (19,3 da 19,03), Buzzi Unicem (22,33 da 21,73), Cir (1,171 da 1,135), Cnh Industrial (11,1 da 10,68), Cofide (0,569 da 0,564), Dea Capital (1,316 da 1,29), Diasorin (80,55 da 78,05), Exor (51,25 da 49,88), Ferrari (90,2 da 89,15), Fca-Fiat Chrysler Automobiles (14,89 da 14,13), Fidia (6,41 da 5,38), Gedi Gruppo Editoriale (0,686 da 0,676), Intesa Sanpaolo (2,88 da 2,768), Iren (2,598 da 2,566), Italgas (5,33 da 5,19), Juventus (0,788 da 0,70), Ki Group (2,54 da 2,45), M&C (0,135 da 0,132), Prima Industrie (33,12 da 33,02), Sogefi (4,276 da 4,232).
Invece, rispetto a sette giorni prima, venerdì scorso sono risultati in calo i titoli: Astm (a 25,37 da 23,55), Bim-Banca Intermobiliare (0,4628 da 0,466), Biancamano (0,3364 da 0,34), Cairo Comunication (3,918 da 3,94), Centrale del Latte d'Italia (3,338 da 3,444), Cover50 (10,80 da 10,99), Orsero (9,66 da 10,03), Pininfarina (1,90 da 1,91), Reply (47,50 da 48), Rcs MediaGroup ( 1,195 da 1,24), Tecnoinvestimenti (6,240 da 6,245), Visibilia (0,1765 da 0,193), Vittoria Assicurazioni (11,98 da 12,09).
Infine, non è possibile il confronto per la biellese Cdr Advance (1,050 euro alla chiusura di questo venerdì, ma non trattata l'1 dicembre), la valenzana Damiani (1,095) e la torinese Italia Independent di Lapo Elkann, che non ha fatto registrate scambi.

Qui vengono considerate società del Nord Ovest non soltanto le quotate che hanno sede in Piemonte o in Liguria, ma anche quelle che, in qualche modo, fanno capo a soggetti delle nostre tre regioni, come, per esempio, Cairo Comunication e Rcs MediaGroup, controllate dall'alessandrino Urbano Cairo, la Biancamano dei fratelli savonesi Pizzimbone; Visibila della cuneese Daniela Garnero Santanchè, la stessa Ferrari, appartenente al gruppo Exor della famiglia Agnelli-Elkann Nasi, la Sogefi dei De Benedetti.
Alessandro Garrone, vice presidente esecutivo Erg 

Presidenti, nuovi e no

IL BANCHIERE BEPPE GHISOLFI (CRF)
AMBASCIATORE DEI CONSUMATORI”
Periodo d'oro per il cuneese Beppe Ghisolfi. Interviste anche alle Tv nazionali, inviti da ogni parte d'Italia, numerosissime partecipazioni da protagonista a convegni e incontri, premi, riconoscimenti e, sabato 16 dicembre, nel municipio di Cuneo, il titolo di “Ambasciatore dei consumatori”, conferitogli dal comitato locale.
Grand Ufficiale della Repubblica, Beppe Ghisolfi è presidente della Cassa di Risparmio di Fossano da vent'anni. Ma questo è soltanto uno dei suo tanti incarichi di vertice, a partire dall'Acri e l'Abi. Instancabile, onnipresente, poliedrico. E' stata direttore di radio, giornali e televisioni. Ha scritto un “Manuale di educazione finanziaria” dall'incredibile successo. E sta per pubblicare un'altra opera, questa volta dedicata ai banchieri. Ne è già uscita un'anticipazione, con notevole evidenza.
Nato a Cervere nel 1949, Beppe Ghisolfi ha la cittadinanza onoraria di Fossano. E' uno dei personaggi più in vista del Cuneese.
Beppe Ghisolfi, presidente Cassa Risparmio Fossano


LUCA CROSETTO AL VERTICE
DI CONFARTIGIANATO CUNEO
Cuneese, ma di Marene, è anche Luca Crosetto, 47 anni, eletto, pochi giorni fa, presidente della Confartigianato provinciale, l'associazione più rappresentativa delle piccole imprese locali e la seconda maggiore in Italia, contando oltre 9.200 iscritti. Con Luca Crosetto, che è anche presidente di Arproma (Associazione revisori e produttori di macchine agricole) e vice di Ueapme (Unione europea dell'artigianato e delle piccole e medie imprese), sono stati eletti vice presidenti della Confartigianato di Cuneo il vicario Giorgio Felici e Daniela Balestra.
Luca Crosetto, presidente Confartigianato Cuneo


IL PINEROLESE ANTONIO PIRONTI
PRENDE IL TIMONE DI PERMICRO
Nuovo presidente a PerMicro, leader del microcredito in Italia. A subentrare a Corrado Ferretti, rimasto in carica per dieci anni, quindi dalla fondazione della società torinese, è Antonio Pironti, che può vantare una lunga e prestigiosa carriera nello storico “San Paolo”, in Italia e, soprattutto, negli Stati Uniti. Pinerolese, Antonio Pironti, laureatosi in Economia nel 1973, si è poi specializzato alla Anderson School Ucla di Los Angels, metropoli dove, fra l'altro, ha vissuto per oltre trent'anni ed è stato responsabile della finanza della First Los Angeles Bank, istituto allora controllato dal colosso creditizio di Piazza San Carlo.
PerMicro, 14 filiali dislocate nelle principali città italiane, una sessantina di dipendenti, ha come soci maggiori: Bnl-Paribas (20,4% del capitale), Fondazione Sviluppo e Crescita Crt (9,7%), la Compagnia di San Paolo (7,8%), Finde, la fondazione di Gustavo Denegri (10,8%), Banca Alpi Marittime e la Fondazione Paideia della famiglia Giubergia (10,1%), promotrice di PerMicro, insieme con Oltre Venture, nel 2007. Da allora, Per Micro ha finanziato oltre 14.800 famiglie e 2.700 piccole imprese, erogando più di 123 milioni di euro.



GIAN MARIA GROS-PIETRO: CON MILANO
COLLABORAZIONE, SENZA SUDDITANZA”
“Sono ottimista. Torino ha un potenziale enorme, essendo la capitale italiana della capacità applicata”. E' una delle risposte date da Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa San Paolo e di Astm-Autostrada Torino Milano (gruppo Gavio), al giornalista Mario Imarisio, autore dell'interessante intervista pubblicata sull'edizione torinese del Corriere della Sera.
Fra l'altro, Gian Maria Gros-Pietro ha detto che considera Torino “come la Boston italiana. Siamo titolari di eccellenze che non esistono altrove. Tecnologia informatica, Big Data e tutte le specializzazioni del nostro Politecnico, che sono di punta”.
Torinese doc, Gian Maria Gros-Pietro, sostiene che il capoluogo piemontese non può mettersi in concorrenza con Milano né porsi come sua alternativa, perché – ha ribadito a Mario Imarisio - “c'è troppa differenza tra le due realtà... E se la competizione non ha senso, allora deve esserci collaborazione”. Senza complessi d'inferiorità e senza sudditanza”.
Gian Maria Gros-Pietro, presidente Intesa Sanpaolo


BURGIO: A 1,21 MILIARDI
IL FATTURATO ALPITOUR
A Giorgio Lonardi di Repubblica, invece, Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato di Alpitour, ha anticipato che “il bilancio chiuso il 31 ottobre 2017” è il migliore di sempre per il gruppo piemontese, tour operator leader nazionale: il giro d'affari è stato di 1,212 miliardi di euro (+6,7% rispetto all'esercizio finito il 31 ottobre 2016) e il margine operativo lordo è aumentato del 25% a circa 46 milioni. Inoltre, Alpitour ha portato al 24% la sua quota di mercato.
Nell'intervista pubblicata su “Affari&Finanza”, Gabriele Burgio ha ricordato che, pochi mesi fa, nel capitale di Alpitour, società destinata alla quotazione in Borsa, è entrata Asset Italia, promossa dalla Tip di Giovanni Tamburi, che ne ha rilevato il 32,6% investendo 120 milioni.
Gabriele Burgio, presidente e ad Alpitour


I COSTRUTTORI EDILI TORINESI
S'AFFIDANO AD ANTONIO MATTIO
Antonio Mattio, classe 1964, a capo della Pianel, impresa di famiglia, è il nuovo presidente del Collegio costruttori edili di Torino, del quale è stato vice presidente e membro del consiglio direttivo. E' subentrato a Alessandro Cherio, rimasto al vertice per nove anni.
Antonio Mattio assume il massimo incarico della categoria quando la crisi del settore, la più grave del dopoguerra, è ancora forte, in provincia: i lavori edili sono diventati 9.200, la metà di quelli che erano nel 2008 e, nello stesso periodo, il numero delle imprese è sceso da 4.335 a 2.450.
Secondo lui, però le possibilità di migliorare la situazione non mancano, come ha spiegato a Enrico Romanetto di CronacaQui: occorre che le amministrazioni facciano ripartire le manutenzioni, oltre che completare la linea della metropolitana, andare avanti con la Torino-Lione e realizzare il Parco della Salute. A proposito di quest'ultimo, va aggiunto che l'Ordine dei medici di Torino ha confermato alla sua presidenza Guido Giustetto.
Antonio Mattio, presidente Ance Torino


I FARMACISTI DI IMPERIA
CONFERMANO NUVOLONI
A essere confermato è stato anche Franco Nuvoloni, rieletto presidente dell'Ordine dei farmacisti della provincia di Imperia. Inizia così il suo terzo mandato consecutivo. Vice sindaco di Riva Ligure, comune del quale è stato anche primo cittadino, Franco Nuvoloni è titolare della farmacia della cittadina del Ponente Ligure. Confermati pure il segretario Piero Rovida, che gestisce la farmacia di Pornassio, nell'entroterra di Imperia e il tesoriere Alessandro Goso (Vallecrosia).
E' nuovo, invece, il vice presidente dell'Ordine: Graziano Colombo, dell'omonima farmacia di Sanremo. 

Più malati nel privato, meno nel pubblico

Nel Nord Ovest, l'anno scorso, i dipendenti della Pubblica hanno goduto di una salute migliore di quella dei lavoratori del settore privato. Lo ha certificato l'Inps. In tutte le tre regioni, l'Inps ha ricevuto dal settore privato un numero di certificati di malattia più alto che nel 2015, mentre è diminuito, sia pure di poco, il numero di certificati di malattia provenienti dalla Pubblica amministrazione. Un effetto della Madia?
In particolare, per quanto riguarda il Piemonte, i certificati di malattia spediti all'Inps dal settore privato, nel 2016, sono stati 1.029.721 (+5,1% rispetto al 2015); mentre dalla Pubblica amministrazione ne sono arrivati 395.225 (-0,8%). Idem per la Liguria: i certificati di malattia del settore privato sono cresciuti del 2,1% a 301.825, a fronte del calo dell'1,9% della Pubblica amministrazione, scesi infatti a 178.302. E la Valle d'Aosta ha mostrato lo stesso andamento: + 1,4% i certificati di malattia giunti all'Inps dal settore privato (19.645) e – 0,99% quelli della Pubblica amministrazione (16.242).
Comunque, il Nord Ovest non è un'eccezione, perché l'Italia nel suo complesso ha evidenziato gli stessi segni: rispetto al 2015, i certificati di malattia provenienti dal settore privato sono aumentati del 4,36%, ammontando così a 12.583.010; mentre quelli della Pubblica amministrazione sono risultati 6.291.246, cioè un paio di migliaia in meno (-0,03%).
L'anno scorso, i lavoratori del settore privato che hanno denunciato un evento di malattia sono stati 350.609 in Piemonte (118.918 quelli della Pubblica amministrazione), 103.741 in Liguria (50.909) e 7.602 in Valle d'Aosta (5.762). In tutto il Paese sono stati, rispettivamente, 4.358.453 e 1.814.255.
Dalle rilevazioni dell'Inps, inoltre, è emerso che i giorni di malattia denunciati all'Istituto dai lavoratori del settore privato sono stati 6.448.226 in Piemonte (2.036.803 quelli della Pubblica amministrazione), 1.848.108 in Liguria (923.836) e 143.640 in Valle d'Aosta (97.756). Il totale nazionale è stato di 81.432.257 giorni per il settore privato e di 32.997.251 per il pubblico.
Un ultimo dato, questo dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre, l'associazione degli artigiani e delle piccole imprese locali: l'età media degli occupati in Italia è di 44 anni (42 nei principali Paesi dell'Unione Europea), ma nel Nord Ovest è ancora più alta. E la Liguria ha il primato nazionale con 45,4 anni, esattamente un anno più del Piemonte (invece, è di 44,1 anni l'età media degli occupati in Valle d'Aosta).

Novità da Roma

LA RAI BRINDA: DAL CANONE
1,610 MILIARDI DI EURO (+8,6%)

En plein, o quasi, per la Rai. Al 31 ottobre, il gettito del canone Tv è risultato pari a 1,610 miliardi di euro, l'8,6% in più rispetto alla stessa data dell'anno scorso, nonostante la riduzione di questa imposta, tra le più odiate dagli italiani, a 90 euro dai 100 precedenti. L'aumento del gettito del canone Tv è una conferma “degli effetti positivi della nuova modalità di pagamento attraverso la bolletta elettrica” commenta il ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef).
Lo stesso Mef ha comunicato che, nei primi dieci mesi 2017, le imposte indirette sono ammontate a 161,727 miliardi (+1,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato), 96,237 dei quali dovuti all'Iva (+2,4%); mentre le imposte dirette sono cresciute dello 0,1% a 187,541 miliardi. In particolare, l'Irpef ha portato all'erario 146,798 miliardi, con un incremento dell'1,5% sui primi dieci mesi 2016, “per effetto principalmente dell'andamento positivo delle ritenute da lavoro dipendente e da pensione, che mostrano un aumento di 2,171 miliardi (+1,8%%), in linea con la crescita tendenziale dell'occupazione”.
Totale delle entrate tributarie erariali nei primi dieci mesi di quest'anno: 349,268 miliardi, 2,3 miliardi in più rispetto al corrispondente periodo del 2016.


PASSI AVANTI DEL FISCO
SUL FRONTE ANTI EVASIONE

Migliorano i risultati della lotta del Fisco contro gli evasori. Dall'inizio di gennaio alla fine di ottobre, le entrate derivanti dall'attività di accertamento e controllo, riferite solo ai ruoli dei tributi erariali, sono ammontate a 9,381 miliardi, facendo segnare così un aumento del 32,1%, equivalente a 2,278 miliardi, nei confronti dei primi dieci mesi 2016.
Il progresso del Fisco nella battaglia contro l'evasione, che resta comunque altissima e molto diffusa, è stato rilevato dal Mef, dal quale è giunta anche la notizia che i giochi d'azzardo (dalle slot machines ai gratta e vinci, dalle lotterie alle scommesse legalizzate) hanno portato nelle casse dello stato, sempre nei primi dieci mesi di quest'anno, 11,727 miliardi, perciò 317 milioni meno che nello stesso periodo dell'anno scorso.


SOLO IL 32% DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO
NEI PORTAFOGLI DEGLI INVESTITORI ESTERI

Nell'euro zona, l'Italia è il Paese che ha la più bassa quota di debito pubblico detenuta da non residenti, cioè da soggetti stranieri; ma, fuori dall'area dove la moneta ufficiale è quella regolata dalla Bce di Francoforte, diversi Stati presentano una percentuale più bassa della nostra.
La quota del debito pubblico italiano (circa 2.300 miliardi di euro) posseduto da soggetti stranieri è del 32%, a fronte del 73,4% dell'Austria, il 69,2% della Finlandia, il 60% del Belgio, il 59,6% dell'Irlanda, il 58% del Portogallo, il 56,4% della Francia, il 52,2% della Germania, il 48,3% dell'Olanda e il 45,3% della Spagna.
E' una chiara dimostrazione che gli investitori esteri hanno nei confronti dello Stato italiano una fiducia minore che di tutti gli altri Paesi dell'euro zona con maggiori quote di debito pubblico detenute da non residenti. Gli investitori internazionali preferiscono sottoscrivere titoli pubblici di Stati ritenuti più affidabili, che danno maggiori certezze di pagare i creditori.

Comunque, ad avere tassi di debito pubblico posseduto da non residenti sono, fra gli altri, gli Usa (30%), il Canada (22,7%) e, sopra tutti, il Giappone (9,8%), Paese, quest'ultimo, che ha un debito pubblico pari al 240% del suo Prodotti interno lordo.

Imperia, provincia con le paghe più basse

Povera Imperia. E' la provincia del Nord Ovest che presenta la retribuzione media lorda più bassa di tutte: 26.794 euro all'anno, inferiore anche alla media nazionale (29.230 euro), oltre a quella dell'Italia settentrionale, pari a 30.567 euro. Non solo: nella graduatoria per province è finita al posto numero 66, perdendo altre sette posizioni rispetto all'anno scorso. La retribuzione annua lorda della provincia di Imperia è risultata minore del 10,1% rispetto alla media della Liguria, che è di 29.789 euro. Confronti che denunciano un indubbio declino dell'Estremo Ponente, confermato anche da tanti altri indicatori.
E non può consolare gli estremi ponentini che la provincia di Savona sia scesa dal quarantunesimo posto del 2016 al cinquantesimo del 2017, perché, comunque, qui la retribuzione annua lorda in media è stata superiore di circa 1.000 euro a quella di Imperia; mentre la differenza con La Spezia (27.548 euro) e di 754 euro. La Spezia, però, ha guadagnato tre posizioni nella classifica nazionale, diventando cinquantaquattresima.
Decisamente migliore la situazione della provincia di Genova, dove la retribuzione media lorda nel 2017 è stata di 31.792 euro, che valgono il podio del Bel Paese. Infatti, è preceduta soltanto dalle province Monza-Brianza (32.088 euro) e, naturalmente, Milano (34.330 euro). Genova, che era quarta nel 2016, ha battuto persino Bolzano, Parma, Bologna, Reggio Emilia e Verona, tutte nella sua scia.
Quanto alle altre province del Nord Ovest, ecco le loro retribuzioni medie lorde 2017 e il rispettivo posto nella graduatoria nazionale: Torino 30.084 euro (13), Vercelli 29.485 (23), Novara 29.451 (24), Alessandria 29.203 (29), Cuneo 29.035 (31), Aosta 28.708 (37), Biella 28.116 (46), Asti 28.043 (47), Verbania 27.334 (58). Rispetto al 2016, Verbania ha recuperato 4 posizioni, Asti 2, Biella 8, come Vercelli, Cuneo 4, Torino 6 e Novara 9; al contrario, Alessandria ne ha perse 6 e Aosta addirittura 23.
La retribuzione lorda media 2017 in Piemonte è stata di 29.778 euro.
Tutti questi dati sono dell'Osservatorio Job Pricing, definito come il più qualificato e aggiornato data base sul mercato delle retribuzioni in Italia. Osservatorio curato da JobValue, società di consulenza manageriale specializzata La retribuzione media lorda è calcolata tenendo conto delle buste paga dei dirigenti, quadri, impiegati e operai.
Fabio Natta, presidente Provincia di Imperia

Aziende alla ribalta

Vigilia di Natale, tempo di doni, oltre che di premi e riconoscimenti anche per le imprese.
L'Odisseo 2017, riconoscimento del Club Dirigenti Vendite e Marketing dell'Unione Industriale di Torino, destinato alle aziende piemontesi che si siano distinte per qualità e quantità di impegno nelle esportazioni e alle multinazionali più attive in regione, è stato assegnato alla Pattern di Collegno (prototipi di linee di abbigliamento per prestigiosi marchi della moda) alla torinese Quercetti (prodotti educativi dell'infanzia e non solo) e alla vercellese Tenuta Colombara (Riso Acquerello) per la prima categoria; mentre, per la seconda, sono state insignite la Agilent di Leinì (pompe ioniche) e la Mtm Westport di Cherasco (impianti Gpl e gas metano per autoveicoli).
Su segnalazione della giuria dell'Odisseo, presieduta da Gianluigi Montresor, due premi speciali sono stati consegnati alla torinese Reynaldi (prodotti cosmetici per conto terzi) e alla Torino Design, unica azienda di design e carrozzeria di proprietà privata e italiana. Inoltre, hanno ricevuto diplomi di eccellenza e partecipazione Copat, Facem, Miro Nimbus, Opac, Canei, Delphi e Trilix.
Il premio “Chiave a Stella”, ideato nel 2009 dall'Api di Torino con la Fondazione Magnetto e con la collaborazione della locale Camera di commercio, di Unicredit e dei due atenei subalpini, è stato vinto, quest'anno, dalla Mgm Robotics (automazione industriale) e dalla Bisiach&Carrù (robotica). Da quando è stato istituito questo premio all'eccellenza è stato ambito da oltre 500 imprese, che hanno presentato la loro candidatura.
Restando in Piemonte, sono tre le aziende della regione vincitrici della dodicesima edizione dei China Awards. Si tratta della Pininfarina, della Blue Engineering e della Giacomini. Alla manifestazione, svoltasi a Milano, è stato protagonista Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia Cina.
A proposito di Cina e di Piemonte, va ricordato che Torino ospita, dal 2006, il Centro stile europeo della Changan, colosso automobilistico cinese, che dà lavoro a oltre 150 persone, tra designer, ingegneri e modellisti. La filiale italiana della Changan ha già realizzato sedici modelli attualmente in produzione più dieci concept car.
Cinese è invece diventata Geodata, fondata a Torino nel 1984 e attiva in 25 Paesi, dove realizza oltre il 90% del suo fatturato, pari a una quarantina di milioni di euro. L'80% di Geodata, infatti, è stato acquisito da Powerchina Nordwest, società dell'omonimo gruppo cinese che conta circa 200.000 dipendenti e ha un giro d'affari di 48 miliardi di dollari.
Presieduta da Piergiorgio Grasso, la Geodata, 420 occupati, è specializzata nell'ingegneria di opere in sotterranea: può vantare la progettazione di oltre 4.000 chilometri di tunnel e opere come la metropolitana di San Pietroburgo e di Lima, la linea E della Rer di Parigi e la linea 1 della metro di Torino, oltre che progetti complessi in diverse aree urbane.
E cinese è appena diventata anche Esaote, fondata nel 1982 da Carlo Castellano, a Genova, dove da divisione dell'Ansaldo quale era alle origini, si è sviluppata fino a diventare un attore primario, a livello internazionale, nel settore biomedicale e, in particolare, nel comparto delle apparecchiature per la diagnostica medica. L'intero capitale della Esaote, il cui quartiere generale è stato da poco trasferito sulla collina degli Erzelli, è stato rilevato da un gruppo di investitori cinesi già attivi nel settore a livello mondiale. Tra i venditori Esaote figurano lo stesso Castellano e Banca Carige.
Tornando ai riconoscimenti, tali si possono considerare anche gli ingressi nella piattaforma Elite, propedeutica quasi sempre alla quotazione in Borsa. Del nuovo gruppo di 34 aziende entrate, all'inizio di novembre, nel percorso creato per supportarne la realizzazione dei loro progetti di crescita, cinque si trovano nel Piemonte e una in Liguria.
Le nuove piemontesi appartenenti a Elite sono la biellese Fratelli Piacenza (moda), la novarese Cef Publishing (media) e le torinesi Ennova Group (software e servizi informatici), Sila (componentistica automotive) e Vergero (servizi di supporto). E' invece genovese la Aspera (edilizia e materiali). E ligure, di Albenga, è la Noberasco, leader del mercato della frutta secca (fatturato 2106 di 121,9 milioni), collocata tra le pmi che crescono di più in Italia.

In Borsa, invece, c'è già, da tempo e con successo, Prima Industrie, della quale sono appena stati celebrati, all'Unione Industriale di Torino, i primi 40 anni di attività. Nell'occasione, Gianfranco Carbonato, fondatore e presidente di Prima Industrie (1.800 dipendenti, leader nella robotica) ha presentato “Scintille”, il libro dello storico Giuseppe Berta che ripercorre la vita dell'impresa dalle origini ai giorni nostri. Alla manifestazione erano presenti anche Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo e Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica e di Fondaco, la Sgr torinese che gestisce i patrimoni di diverse Fondazioni di origine bancaria, a partire da quello della stessa Compagnia, che l'ha costituita e ne è il principale azionista.
Maria Grazia Reynaldi, fondatrice dell'azienda omonima

Un poker d'assi piemontesi

ROCCHIETTI “ARRUOLA” JOHN ELKANN
NEL CLUB DEGLI INVESTITORI HI-TECH

Alla vigilia del compimento dei primi dieci anni di attività, il Club degli Investitori, fondato nel 2008 a Torino dal presidente Giancarlo Rocchietti, insieme con una mezza dozzina di amici, si presenta con un nuovo socio d'eccellenza: John Elkann, presidente di Fca-Fiat Chrysler Automobiles e della controllante Exor, la holding della grande famiglia subalpina. L'ingresso di John Elkann nel Club degli Investitori, il maggiore network regionale di business angels in Italia, è stato ufficializzato al termine dell'assemblea dei soci, pochi giorni fa, nella sede ospitata dal Talent Garden della Fondazione Agnelli.
Il Club degli Investitori conta oltre cento soci, fra imprenditori, top manager e professionisti. Ha in portafoglio una ventina di società, start up e piccole aziende innovative con elevato potenziale di sviluppo. Non è una finanziaria né un fondo, ma un pool di persone che investono nelle singole iniziative con risorse proprie. Gli investimenti più recenti sono stati quelli su AppQuality, Genenta Science e DentalPro.
Giancarlo Rocchietti, nato sotto la Mole nel 1955, laureato in Ingegneria elettronica, è diventato un business angel a 50 anni. Prima ha gestito la Euphon, facendola crescere e portandola in Borsa prima di cederla. Vice presidenti del Club sono Bernardo Bertoldi e Mauro Ferrari. Del comitato direttivo fanno parte, fra gli altri, Vincenzo Ilotte, Massimiliano Marsiaj, Gabriele Magnetto e Filippo Sertorio.
Giancarlo Rocchietti, presidente Club degli Investitori

SILVIA MERLO IMPRENDITRICE CUNEESE
AI VERTICI ANCHE DI GRANDI QUOTATE

Rispettando la tradizione sabauda, la cuneese Silvia Merlo non si mette mai in mostra; ma certamente è una delle imprenditrici più attive e stimate. Lo confermano i rilevanti e prestigiosi incarichi che ricopre, anche al di fuori del gruppo di famiglia. Fra l'altro, infatti, è consigliere di amministrazione e membro di comitati interni sia del colosso industriale Leonardo, ex Finmeccanica (siede a fianco del presidente Alessandro Profumo, dell'illustre avvocato Guido Alpa, di Paolo Cantarella e anche di Dario Frigerio), sia della genovese Erg, sia della Gedi Gruppo Editoriale (L'Espresso, Repubblica, la Stampa, il Secolo XIX e numerose altre testate). Precedentemente, Silvia Merlo è stata anche consigliere di amministrazione della Banca Nazionale del Lavoro, fino a due anni fa, e della Cassa di Risparmio di Savigliano, come Gabriele Galateri di Genola, attuale presidente delle Generali.
Nata a Cuneo nel 1968, sposata, due figli, Silvia Merlo, dopo la laurea in Economia aziendale all'Università Liuc di Castellanza, ha partecipato al “Bnp Paribas women entrepreneur program” della Stanford graduate school of business (California). E' amministratore delegato della Merlo, gruppo industriale che produce sollevatori e trattori telescopici, piattaforme aeree, betoniere autocaricanti, macchina da cantiere e agricole, che esporta un po' in tutto il mondo. All'estero, al quale deve il 90% dei ricavi, dispone di una mezza dozzina di filiali.
Fondato nel 1964 da Amilcare e Natalina Merlo, il gruppo di Cervasca (Cuneo) conta oltre 1.200 dipendenti e ha un fatturato di 450 milioni di euro. Figlia di Amilcare Merlo, Silvia condivide il comando del gruppo con i fratelli Paolo e Marco, anche loro amministratori delegati.
In particolare, Paolo Merlo, 50 anni, laurea in Economia e commercio, oltre ad avere, come i fratelli, responsabilità operative in altre società del gruppo, è presidente di Egea New Energy e di Edis, componente della Giunta sia della Federazione nazionale dei costruttori di macchine per l'agricoltura sia di Confindustria Cuneo ed è consigliere di amministrazione della Fondazione Crc – Cassa di Risparmio di Cuneo, una delle maggiori d'Italia.
Silvia Merlo, amministratore delegato Merlo

NEL PORTAFOGLIO DI MARCO GAY
IL 4,4% DELLA DIGITAL MAGICS

In seguito all'aumento di capitale registrato il 4 dicembre, risulta del 4,39% la quota della Digital Magics, posseduta dal torinese Marco Gay, il quale figura così tra i principali azionisti, oltre che esserne vice presidente esecutivo, del business incubator di progetti digitali quotato sul mercato Aim della Borsa Italiana.
Digital Magics fornisce servizi di consulenza e accelerazione a start up e imprese, per facilitare lo sviluppo di nuovi business tecnologici, offrendo supporti per la creazione di progetti, dall'ideazione fino all'Ipo, cioè alla quotazione in Borsa. Complementari ai servizi, sono le attività di investimento, che hanno prodotto negli anni un portafoglio di oltre 70 partecipazioni in start up e spin off digitali. Principale socio della Digital Magics, con il 23,04% delle azioni, è la StarTip della Tamburi Investment Partners.
Nato nel capoluogo piemontese nel 1976, sposato, tre figli, Marco Gay ha iniziato la sua carriera imprenditoriale nella Proma, azienda del settore vetro-ceramica, poi venduta alla Saint-Gobain. Cofondatore di start up innovative, di alcune delle quali è anche presidente, è anche uno dei 48 nuovi consiglieri del Cnel e fa parte del Consiglio di amministrazione della Luiss di Roma. Fino a pochi mesi fa è stato presidente nazionale del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria, dopo avere ricoperto incarichi di vertice all'Unione Industriale di Torino e in Confindustria Piemonte.
Marco Gay, vice presidente Digital Magics

ELISA GIORDANO PORTA BB CASHMERE
ANCHE NELLE BOUTIQUES DI MILANO

BB Cashmere. Un marchio torinese eccellente nella maglieria fashion di qualità e che è destinato a una rapida diffusione. A breve, capi firmati BB Cashmere saranno in vendita anche in diverse boutique milanesi, che si aggiungono alla rete di negozi già riforniti dalla mini impresa di Elisa Giordano in Piemonte, Liguria, Toscana e Sardegna (ma temporary store sono stati e vengono organizzati in varie parti d'Italia, oltre che in città estere, a partire da Parigi).
Elisa Giordano ha incominciato a creare maglie per i suoi due figli piccoli, una mezza dozzina di anni fa. Non trovava nulla che la soddisfacesse appieno. Così si è messa a disegnare lei i capi che desiderava per loro e li ha fatti produrre. Sono piaciuti moltissimo alle sue amiche, le quali le hanno chiesto di farne anche per loro. Poi, è partito il passa parola. Ed ecco, quindi, la prima linea di maglieria BB Cashmere per bimbi da 0 a 6 anni. Un successo. 
Alle vendite dirette si sono affiancate quelle ai negozi e alla linea per i bambini si è poi aggiunta quella per l'uomo, sempre disegnata da Elisa Giordano. La quale, quest'anno, ha completato la gamma con la linea per donna. Un'offerta che ha subito fatto balzare la domanda e la produzione (oltre mille capi), delegata a ditte attive a Perugia e in Nepal. 
Naturalmente, è aumentato anche il numero dei collaboratori di Elisa Giordano, la quale ha vissuto anche a Los Angeles e a Parigi, dove ha lavorato per Yves Saint Laurent, Casa della quale resta una collaboratrice esterna.
Le ultime novità della BB Cashmere si troveranno, dal 12 al 16 di questo mese, nel temporary store di Elisa Giordano, a Torino, in via Avogadro 10.
Elisa Giordano (BB Cashemere)

Borsa: Gavio allo stelle e impennata Fidia

Quotate del Nord Ovest: Gavio alle stelle, nuovo record di Erg, straordinaria impennata della Fidia, due società dei De Benedetti ai minimi. Ecco, in estrema sintesi, il 5 novembre di Piazza Affari. Astm-Autostrada Torino-Milano e Sias, entrambe controllate dalla famiglia piemontese Gavio, oggi hanno fatto segnare i loro nuovi record storici: l'azione Astm ha chiuso a 24,69 euro (+2,88% rispetto alla seduta precedente) e Sias a 15,08 euro (+2,38%). I primati precedenti erano di 24,08 euro per Astm, registrato il 7 novembre e di 14,84 euro per Sias (30 del mese appena passato).
Il boom delle due società del gruppo Gavio diventa ancora più significativo se si considera che il 10 gennaio l'azione Astm valeva un po' meno di dieci euro (9,995) e quella della Sias aveva toccato i 7,345 euro l'8 di febbraio. Rispetto al rispettivo minimo annuale, il titolo Astm ha guadagnato il 149% e quello Sias il 105,3%.
A contribuire al nuovo balzo di Astm e Sias è stata la notizia della maxi commessa che Itinera, società del gruppo Gavio specializzata in grandi lavori edili, ha ricevuto da Abu Dhabi (Ermirati Arabi).
Un effetto ancora maggiore l'ha avuto l'azione Fidia, salita del 30,35% a 7 euro, in seguito al comunicato che l'impresa di San Mauro Torinese, tra i leader a livello mondiale nel settore della progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi di fresatura integrati ad alte prestazioni, ha acquisito tre importanti commesse dal gruppo Volkswagen.
Fidia fornirà due grandi macchine altamente automatizzate alla Skoda per un suo stabilimento ceco e una terza alla Seat, per la produzione di modelli in grandezza naturale nel Centro stile di Barcellona (le consegne sono previste entro la fine del 2018). In seguito alla vittoria della gara Volkswagen, il portafoglio ordini della Fidia al 30 novembre risulta di 44,4 milioni, a fronte dei 23,4 milioni alla stessa data 2016.
Fondata e pilotata da Giuseppe Morfino, presidente e amministratore delegeto, la Fidia è attiva da oltre 40 anni e conta 337 dipendenti. Nei primi nove mesi ha avuto ricavi netti per 28,8 milioni (37,1 nello stesso periodo dell'anno scorso), ha investito 1,3 milioni e ha subito una perdita di 3,2 milioni (contro l'utile netto di circa 800.000 euro nei primi nove mesi 2016), risultati che spiegano le limitate quotazioni borsistiche della Fidia negli ultimi tempi.
Molto positiva è stata anche la giornata della Erg, che ha ancora migliorato il suo record , portandolo a 15,80 euro, grazie alla crescita odierna dell'1,8%. Altro motivo di brindisi per la famiglia Garrone-Mondini, che controlla il gruppo energetico genovese, e per tutti gli altri soci.
Al contrario, hanno segnato i loro minimi due quotate dei De Benedetti: una è la Gedi, a capo del gruppo editoriale che comprende L'Espresso, la Repubblica, la Stampa e il Secolo XIX. L'azione Gedi, infatti, ha chiuso a 0,671 euro. L'altra è la M&C, controllata personalmente da Carlo De Benedetti. Il prezzo dell'ultimo contratto M&C è stato di 0,1146 euro, inferiore ancora del 4,66% a quello di ieri.
Giuseppe Morfino, presidente e ad Fidia

Come vanno le nostre finanze

Nel nuovo, corposo, Rapporto sulla stabilità finanziaria, appena pubblicato dalla Banca d'Italia, si possono trovare diverse notizie interessanti, che sono altrettanti spunti di riflessione. Fra l'altro, infatti, si può leggere che “La ricchezza finanziaria lorda delle famiglie è lievemente aumentata (quasi l'1%) nel primo semestre del 2017, per effetto della rivalutazione delle attività”. Cioè, perché è cresciuto il valore di mercato dei beni posseduti, come le azioni e i titoli di Stato.
Però, la stessa Banca d'Italia aggiunge subito che, comunque, la ricchezza finanziaria delle famiglie “in termini reali e pro capite, rimane più bassa del 12% rispetto a quella del 2007”, quando è incominciata la grande crisi, che non è ancora finita. E la botta presa fa ancora male, tanto che “i nuovi investimenti finanziari sono diminuiti e si sono concentrati in strumenti del risparmio gestito, principalmente quote di fondi comuni, la cui espansione è stata favorita dall'avvio dei piani individuali di risparmio a lungo termine (Pir)”.
Ulteriore precisazione: “Sono proseguiti i forti disinvestimenti di obbligazioni bancarie”. Quelle detenute dalle famiglie sono scese a 118 miliardi. A settembre il calo è risultato addirittura del 30% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, dopo che già a marzo il calo annuo era del 24,2% e del 22,6% a settembre del 2016. D'altra parte, appare assolutamente logico e inevitabile dopo quanto è successo con le banche che hanno fatto perdere tutto, o quasi tutto, ai loro investitori.
Anche così si spiega la progressiva crescita dei depositi delle famiglie in banca: 1.034 miliardi alla fine di settembre 2017, ancora il 3,4% in più rispetto a dodici mesi prima.
Quanto ai debiti delle famiglie, “in rapporto al reddito disponibile, sono stabili, su livello molto contenuti nel confronto internazionale”. In effetti, come specificato dalla Banca d'Italia nel suo Rapporto, i debiti finanziari delle famiglie sono pari al 41,4% del Pil nazionale, il livello più basso di tutti i Paesi dell'area euro e non solo. Persino il secondo Paese con le famiglie meno indebitate, che è l'Irlanda, presenta un tasso del 49,9%, mentre il terzo, l'Austria, evidenzia il 50,5% e la mitica Germanica il 53,1%.
In Francia, le famiglie hanno debiti finanziari pari al 58,2%, in Spagna al 63,1% e l'Olanda, che vuole sempre fare la maestrina, al 106,8%. La media dell'area euro è del 58,15% . Il rapporto del Regno Unito è dell'86,5%, a fronte del 78,2% degli Usa, il 54,8% del Giappone e il 99,7% del Canada.
Ben diversa, invece, è la situazione del debito pubblico, in merito al quale l'Italia viene continuamente bacchettata un po' da tutti, dal Fondo Monetario Internazionale, alla Ue, alla Bce, alle agenzie di rating e così via. L'Italia, infatti, denuncia un debito pubblico pari al 132,1% del suo Pil, quota inferiore soltanto a quelle del Giappone (240,3%) e della Grecia (179,6%). Fanno meglio di noi anche il Portogallo (126,4%), il Belgio (103,8%) e gli Usa (108,1%).


Poco sotto il 100% sono la Francia e la Spagna. La media dell'area euro è dell'89,3%. Campioni dell'euro zona per il più basso tasso di debito pubblico rispetto al Pil sono quegli stessi Paesi Bassi, che, al contrario, hanno il tasso più alto d'indebitamento delle famiglie.
Antonio Patuelli, presidente Abi 

Mercato auto, Torino perde il primato

Ha scalato marcia, in novembre, il mercato automobilistico del Nord Ovest. Rispetto a ottobre, sono state vendute 3.631 vetture nuove in meno rispetto al mese precedente. Calo ben superiore a quello nazionale. A livello italiano, infatti, le nuove immatricolazioni sono state 156.332 in novembre, mentre erano state 157.900 in ottobre. Nel Nord Ovest, invece, gli acquisti sono risultati 21.758 nel mese appena passato, a fronte dei 25.389 di ottobre.
In particolare, le nuove immatricolazioni sono calate da 16.718 a 14.104 in Piemonte e da 5.699 a 4.659 in Valle d'Aosta, mentre sono salite, sia pure di poco, da 2.972 a 2.996 in Liguria.
Nella regione rivierasca le vendite di vetture nuove sono cresciute, rispetto a ottobre, nella provincia di Genova (1.632 da 1.587 ) e in quella di Savona (601 da 554); ma sono diminuite nello Spezzino (462 da 505) e nell'Imperiese (301 da 326). La provincia di Imperia resta la cenerentola del mercato automobilistico del Nord Ovest.
Penultimo, invece, risulta il Verbano-Cusio-Ossola, con 324 nuove immatricolazioni in novembre (380 nel mese precedente) e terzultima la provincia di Vercelli, nonostante abbia fatto registrare 355 targhe nuove, due in più rispetto a ottobre.
La perdita maggiore, comunque, è stata quella della provincia di Torino: 9.050 le nuove immatricolazioni contro le 11.541 di ottobre. Così, fra l'altro, il capoluogo piemontese ha perso il primato italiano delle nuove immatricolazioni, conquistato, il mese scorso, dalla provincia di Trento (10.307), che beneficia di una tassazione minore.

Ed ecco le vendite di auto nuove nelle altre province piemontesi: 967 nell'Alessandrino (1.030 in ottobre), 485 nell'Astigiano (492), 458 nel Biellese (480), 1.488 nel Cuneese (1.430), 977 nel Novarese (1.012).  
Sergio Marchionne, amministratore delegato Fca

Mutui casa, record Valle d'Aosta

Record nazionale della Valle d'Aosta per i mutui casa. La regione alpina ha evidenziato, a giugno (dato più recente), un incremento annuo del 6% dei prestiti bancari finalizzati all'acquisto dell'abitazione. Dato che assume un valore ancora maggiore se si considera che l'aumento medio dell'Italia è risultato del 2,5% e che i tassi di crescita della Liguria (2,4%) e del Piemonte (2%) sono stati minori della media del Paese.
La Valle d'Aosta ha sottratto il primato nazionale al Trentino-Alto Adige, il cui incremento dei mutui bancari per la casa è stato del 5,8% al giugno di quest'anno, mentre era stato del 6,2% dodici mesi prima, quando l'aumento della Valle d'Aosta era rimasto limitato al 3,1%.
A giugno 2016, la Liguria aveva evidenziato una crescita annua dell'1,9% dei prestititi bancari per l'acquisto dell'abitazione e dell'1,2% il Piemonte, che, dodici mesi prima, denunciava addirittura un calo annuo dello 0,5%, pari a quello delle marche e inferiore soltanto allo 0,7% della Calabria (le altre regioni a presentare confronti negativi, comunque inferiori, allora erano l'Emila-Romagna, l'Abruzzo e la Sardegna).
A presentare questi dati è l'Abi, l'associazione delle banche italiane, la quale ha aggiunto che nel nostro Paese, lo stock dei mutui bancari per l'acquisto di abitazioni al 30 settembre è risultato superiore del 3,3% rispetto alla stessa data dell'anno scorso; mentre evidenziava un calo annuo dell'1,3% ancora alla fine di marzo 2014.
L'Abi, inoltre, ha precisato che i mutui ipotecari hanno continuato a coprire circa l'80% delle compravendite e che è rimasto su valori superiori al 70% il rapporto tra il prestito bancario e il valore dell'immobile acquistato.
A proposito di compravendite di abitazioni, nel secondo trimestre di quest'anno sono salite dell'1,7%, proseguendo una tendenza in atto dall'inizio del 2014, ma che non ha ancora consentito di raggiungere i livelli precedenti alla grande crisi economica e finanziaria patita dall'Italia.

Infine, l'Abi ha comunicato che il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni in ottobre è stato del 2,02%, minimo storico (dieci anni fa era del 5,72%).   

La settimana delle quotate

Nella settimana borsistica finita con il primo giorno di dicembre, sono state ben più le quotate del Nord Ovest che hanno visto calare il valore del loro titolo in Piazza Affari rispetto a quelle che, al contrario, ne hanno registrato un aumento.
In particolare, cali vistosi sono emersi nella “scuderia” della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi. A partire proprio dalla holding Exor, che ha chiuso la settimana a 49,88 euro contro i 52,55 del venerdì precedente. Ma confronti negativi presentano anche Fca-Fiat Chrsyler Automobiles, scesa a 14,13 dai 14,74 di sette giorni prima; Cnh Industrial (da 11,02 a 10,68 euro), Juventus (da 0,718 a 0,70 euro) e, più di tutte, Ferrari, la cui azione è scesa di 6 euro, calando a 89,15 (il 2 ottobre scorse aveva raggiunto i105,3 euro, massimo storico).
Non è andata molto meglio alla compagine dei De Benedetti. Cofide, la finanziaria a capo del gruppo, ha visto scendere la sua azione da 0,573 a 0,574 euro e la Cir da 1,155 a 1,135 euro. Il titolo Gedi (L'Espresso-Repubblica, La Stampa, il Secolo XIX) è calato da 0,715 a 6,676, sfiorando il suo minimo (0,675), toccato il 17 novembre, così come ha fatto la M&C, finanziaria controllata personalmente da Carlo De Benedetti. M&C, infatti, ha chiuso a 0,132 euro, quindi vicino al valore più basso in assoluto (0,130 euro), a metà novembre.
Però, il gruppo De Benedetti, che ha in corso l'acquisto di azioni proprie, si può consolare con la controllata Sogefi, alla quale il mercato ha riconosciuto il valore di 4,232 euro per azione, a fronte dei 3,96 euro del venerdì precedente.
Bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto per Urbano Cairo e i suoi soci, tutti di minoranza. La Cairo Comunication ha chiuso a 3,94 euro per azione, contro i 3,98 di sette giorni prima; ma la principale controllata, Rcs MediaGroup, è salita a 1,265 euro da 1,130 euro dell'ultimo venerdì di novembre.
Tutto positivo, invece, il bilancio per gli azionisti delle due quotate controllate dalla famiglia Gavio. L'ultimo contratto borsistico relativo al titolo dell'Astm-Autostrada Torino-Milano è stato trattato a 23,55 euro (23,24 il venerdì prima) e quello della Sias a 14,50 euro (14,31), non lontano dal record storico di 14,67 euro fatto segnare il 17 di ottobre.
Con segno più, hanno chiuso la settimana anche le azioni Basicnet di Marco Boglione (3,65 euro, 10 centesimi in più), Cover50 (10,99 euro contro 10,80), Iren, il cui titolo è salito da 2,522 a 2,566 euro, un soffio meno del livello massimo raggiunto finora (2,568 euro), Italgas (da 5,13 a 5,19 euro), Tecnoinvestimenti (da 6,10 a 6,245 euro).
In termini assoluti, comunque, il maggior incremento settimanale è stato della straordinaria Diasorin dei Denegri e di Carlo Rosa (azionista e amministratore delegato) rimbalzata sopra quota 78 euro dai 74,5 dell'ultimo venerdì del mese scorso. L'azione della società biomedicale di Saluggia ha chiuso a 78,05 euro, un paio di euro in meno rispetto al primato storico di 80,55 euro conquistato il 12 ottobre.
Tornando alle chiusure in rosso, tali sono state anche quelle delle azioni della Buzzi Unicem (21,73 euro, circa un euro in meno rispetto a sette giorni prima), Centrale del Latte d'Italia (a 3,444 euro da 3,462), Dea Capital del gruppo De Agostini, che fa capo alla famiglia novarese Boroli-Drago (a 1,29 euro da 1,301), Erg (a 15,36 euro da 15,60), Fidia (a 5,38 euro, nuovo minimo, da 5,70), Intesa Sanpaolo (a 2,768 euro da 2,818, nonostante il riconoscimento di Banca dell'anno), Orsero (da 10,10 euro a 10,03), Prima Industrie (da 34,13 euro a 33,02), Vittoria Assicurazioni (da 12,15 euro a 12,09) e le due società presiedute dalla cuneese Daniela Garnero Santanchè: Ki Group (a 2,45 euro da 2,524) e Visibilia (da 0,21 a 0,193).
Casi a sé sono quelli delle due banche minori del Nord Ovest quotate a Piazza Affari, entrambe con i rispettivi titoli crollati al minimo storico: 0,0101 Carige e 0,466 Bim-Banca Intermobiliare (il venerdì precedente avevano chiuso a 0,0106 Carige e a 0,490 la Bim).
Sostanzialmente invariate, infine, le quotazioni delle azioni Pininfarina (1,91 euro), Reply (48 euro) e Biancamano dei liguri Pizzimbone (0,340). Infine, venerdì scorso, non sono state trattate le azioni della biellese Cdr Advance, della valenzana Damiani (gioielli) e della torinese Italian Independent di Lapo Elkann, mentre il prezzo della Boero Bartolomeo (19,03) non è confrontabile con quello della settimana precedente, chiusa senza scambi.
Carlo Rosa, ad Diasorin

Personaggi alla ribalta


CATIA BASTIOLI E LICIA MATTIOLI
Si devono al Piemonte due dei quattro Cavalieri del Lavoro donne, che, ieri, hanno ricevuto la prestigiosa onorificenza dal Presidente del Repubblica, Sergio Mattarella.
Ben nota è Licia Mattioli, torinesissima, anche se nata a Napoli, amministratore delegato dell'omonima impresa di gioielli, vice presidente di Confindustria, dopo essere stata al vertice dell'Unione Industriale di Torino. E', fra l'altro, vice presidente della Compagnia di San Paolo e consigliere di amministrazione di alcune società, fra le quali le quotate Pininfarina e Sias (gruppo Gavio). Sposata, due figli, iscritta all'Ordine degli avvocati, numerosi premi e riconoscimenti, Licia Mattioli è definita la regina del gioiello italiano.
Catia Bastioli, novarese ad honorem, è l'amministratore delegato di Novamont, leader mondiale nello sviluppo e nella produzione di bioplastiche e biochemicals (600 dipendenti, fatturato annuo di 170 milioni, portafoglio di un migliaio di brevetti, alcuni stabilimenti in Italia e sedi anche in varie parti del mondo). Ma, dal 2014, è anche presidente di Terna, uno dei maggiori gestori europei di reti per la trasmissione dell'energia elettrica.
Primo inventore di circa 80 famiglie di brevetto nel settore dei biopolimeri edei processi di trasformazione di materie prime rinnovabili, Bastioli può vantare anche premi quali l'European Inventor of the year 2007 ricevuto dall'European Patent Office (Epo), l'Eureka per l'innovazione tecnologica, il Premio Energia Sostenibile, il Giulio Natta per la chimica e persino il Panda d'Oro assegnatole dal Wwf nel 2016.
Laureata in Chimica pura , ha poi frequentato la Scuola di business administration “Alti Potenziali Montedison” della Bocconi. Inseguito, l'Università di Genova le ha conferito la laurea honoris causa in chimica industriale e quella di Palermo in Ingegneria dei materiali.
Catia Bastioli
Licia Mattioli 

GLI ALTRI CAVALIERI DEL NORD OVEST
A ricevere l'ambita croce di Cavaliere del Lavoro 2017 sono stati anche Urbano Cairo, Massimo Perotti e Giuseppe Recchi.
Di Urbano Cairo, fra l'altro patron del Torino Calcio, si sa molto. E' a capo di un gruppo che conta oltre 4.500 dipendenti e che comprende, oltre alla Cairo Comunication, la Rcs MediaGroup: società entrambe quotate a Piazza Affari, controllate, presiedute e guidate personalmente.
Urbano Cairo
Massimo Perotti, nato nel 1960 a Torino, dove si è laureato in Economia e commercio, è presidente e amministratore delegato, oltre che azionista di controllo, della Sanlorenzo, azienda leader, a livello internazionale, nella cantieristica da diporto. Ha cantieri ad Ameglia, Viareggio e La Spezia. Conta oltre 300 dipendenti diretti e più di mille indiretti. Nel 2016 ha fatturato 314 milioni di euro.
Massimo Perotti
Giuseppe Recchi, laurea in Ingegneria civile al Politecnico di Torino, ha iniziato la sua attività nell'impresa subalpina di famiglia, operante nel settore delle grandi opere edili. Dal settembre scorso è vice presidente operativo della Telecom Italia (66.000 dipendenti, fatturato di 19 miliardi di euro nel 2016) dopo esserne stato presidente dal 2014. Prima, dal 2011, è stato presidente dell'Eni. Al vertice del colosso petrolifero era giunto dalla General Electric, nel quale era entrato nel 1999.
Giuseppe Recchi

 A QUAGLIA UN DOPPIO RICONOSCIMENTO
Cavaliere di Gran Croce all'Ordine di San Gregorio Magno: ad assegnare questo titolo a Giovanni Quaglia è stato Papa Francesco, che ha poi delegato il cardinale emerito Severino Poletto alla consegna. L'onorificenza vaticana, massima per un laico, precede di poco quella di cittadino onorario del Comune di Cherasco, che gli riconosce la grande attenzione e il sostegno dedicati alla comunità locale. La nuova cittadinanza onoraria si aggiunge a quelle che Giovanni Quaglia ha ricevuto da altri tre Comuni cuneesi: Fossano, Bene Vagienna e Novello.
Nato settant'anni fa a Genola, di cui è stato sindaco a lungo, a partire da quando aveva 23 anni, Giovanni Quaglia è stato anche presidente della Provincia di Cuneo, consigliere regionale e dirigente scolastico, prima di incominciare ad avere una lunga serie di incarichi in società, enti, associazioni. Fra l'altro, è stato consigliere di amministrazione di Unicredit e presidente dell'Autostrada Torino-Savona (gruppo Gavio). E' presidente della Fondazione Crt, della Ream Sgr, delle Ogr e dell'Associazione delle Fondazioni piemontesi di origine bancaria. Laureato in Lettere moderne a Torino, revisore ufficiale dei conti, Giovanni Quaglia è anche Commendatore e Grande Ufficiale della Repubblica, medaglia d'oro ministeriale per meriti nel settore della cultura, dell'arte e della istruzione.
Giovanni Quaglia

MARIO CIABATTINI (FONDAZIONE CR BIELLA)
In occasione della celebrazione dei primi 25 anni di attività della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, il presidente dell'Ente, Franco Ferraris (amministratore delegato e direttore generale della Ermenegildo Zegna) ha premiato, con medaglia d'oro, Mario Ciabattini, Segretario generale della fondazione biellese da 18 anni. Laureato in Legge, 68 anni, sposato, una figlia, Mario Ciabattini, dopo un anno di praticantato, ha rinunciato alla carriera forense, preferendo quella bancaria, avendo vinto il concorso per l'assunzione nella Cassa di Risparmio di Biella, della quale è diventato poi responsabile degli Affari generali e dell'Ufficio legale. Con questo incarico, ha seguito l'iter che ha portato alla nascita della Fondazione Cr Biella, seguita quindi dalle sue origini e in tutto il suo sviluppo.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Biella figura tra le medio-grandi italiane. A fine 2016 aveva un patrimonio di quasi 224 milioni di euro. Nel suo quarto di secolo ha erogato contributi per oltre 130 milioni. Tra i suoi soggetti locali più sostenuti spiccano il centro formativo Città Studi, il nuovo Ospedale e il complesso di Oropa.
Mario Ciabattini

RAMOJNO VICE PRESIDENTE TRIBUTARISTI
Pochi giorni fa, al 35° congresso, il commercialista torinese Ernesto Ramojno è stato eletto vice presidente dell'Associazione Nazionale dei Tributaristi Italiani (Anti). Incarico che si aggiunge a quello di presidente della sezione piemontese e valdostana dell'Anti.
Laureato in Economia e commercio, sposato, titolare delle studio che condivide con Massimo Germonio e Luca Barbera, dove lavora anche la figlia Margherita, commercialista come lui, Ernesto Ramojno, 68 anni, fra l'altro è presidente del collegio sindacale della capogruppo italiana della Ferrero e de La Scialuppa Crt-Fondazione anti usura. In passato ha svolto l'incarico di commissario al Casinò di Saint Vincent e del Gruppo Fornara, nonché consigliere di amministrazione e poi presidente del Collegio sindacale della Fondazione Crt.
Ernesto Ramojno

GROS-PIETRO TORINESE DELL'ANNO
La Camera di commercio di Torino, presieduta da Vincenzo Ilotte, ha nominato “Torinese dell'anno” Gian Maria Gros-Pietro “per avere contribuito a formare buona parte della classe dirigente della Città non solo attraverso l'insegnamento universitario, ma anche attraverso l'esempio dato nel portare avanti tutti gli incarichi ricevuti. La sua torinesità è stata e sarà modello per molti di noi, anche ora che guida la prima banca d'Italia”.
Gian Maria Gros-Pietro è presidente di Intesa Sanpaolo, ma anche dell'Autostrada Torino-Milano, società del gruppo Gavio quotata alla Borsa di Milano, come la gemella Sias. Nato sotto la Mole nel 1942, si è laureato in Economia e commercio, Facoltà della quale è poi diventato professore ordinario di Economia dell'Impresa. Ha insegnato anche alla Luiss di Roma, della quale ha diretto il dipartimento di Scienze economiche e aziendale.
Gian Maria Gros-Pietro ha già avuto responsabilità rilevanti: è stato anche presidente dell'Eni e di Atlantia (principale operatore privato italiano nelle infrastrutture), componente del Cnel e, per oltre vent'anni, ha diretto il Ceris, istituto di ricerca sull'impresa e lo sviluppo, maggior organo del Cnr in campo economico. Delle sue competenze si sono avvalsi vari enti e industrie, quali Fiat e Finmeccanica (ora Leonardo), società assicurative e finanziarie.
Gian Maria Gros-Pietro