Auto, 116.460 acquisti nei primi 4 mesi quasi 139.000 radiazioni nell'anno scorso


Novità sul mercato automobilistico. Due specifiche sul Nord Ovest e una nazionale. Per quanto riguarda l'intera Italia, l'ultima indagine dell'Istat, l'istituto centrale di statistica, rivela che nel mese scorso l'11,6% del campione monitorato ha risposto di avere l'intenzione di comprare un'auto nuova nei prossimi dodici mesi, “certamente” o “molto probabilmente”. E' il valore mensile più alto dal 2010. Nell'aprile del 2017 le intenzioni di acquisto certe o molto probabili erano al 7,9% e al 9,2% ancora nel gennaio appena passato. Invece, in aprile è scesa al 77,1% la quota degli intervistati sicuri di non comprare un'auto nuova nei prossimi dodici mesi, mentre era dell'80,4% all'inizio dell'anno.
Passando ai consuntivi, l'Anfia, l'associazione che rappresenta la filiera dell'industria automobilistica italiana, ha comunicato che nel primo quadrimestre 2018 sono state 116.460 le immatricolazioni di vetture nuove nelle tre regioni del Nord Ovest. In particolare, dal primo giorno di gennaio all'ultimo di aprile, ne sono state registrate 75.332 in Piemonte (-0,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso), 29.095 in Valle d'Aosta (+7,5%) e 12.033 in Liguria (-8%).
In tutto il Paese, le nuove immatricolazioni del primo quadrimestre sono risultate 746.143 (+0,3%), delle quali il 10,1% appunto in Piemonte, il 3,9% in Valle d'Aosta e l'1,6% in Liguria, quota superiore soltanto a quelle dell'Umbria (1,2%), degli Abruzzi (1,4%), della Basilicata (0,4%), del Molise (0,2%), della Calabria e della Sardegna (0,4%).
A sua volta, l'Unrae, l'unione dei costruttori autoveicolistici esteri operanti in Italia, in seguito a un suo specifico studio, ha trovato che nell'intero 2017 sono state 138.815 le radiazioni di auto nel Nord Ovest (vetture cancellate dal Pra per rottazione o per la loro esportazione). In Piemonte le radiazioni sono state 106.128 (+4% rispetto al 2016), in Liguria 26.925 (-5,3%) e in Valle d'Aosta 5.762 (-9,1%).
A livello nazionale, le radiazioni sono risultate 1.380.903 (+2,1%). Di queste 46.855 erano Euro 0, 80.917 Euro 1, 413.647 Euro 2, 389.407 Euro 3 e 330.934 Euro 4. Di conseguenza, al 31 dicembre 2017 sono diventate 37.160.000 le auto circolanti in Italia, delle quali 1,5 milioni ancora Euro 0 e quasi 7,6 milioni rispondenti alle Direttive ante Euro 3 immatricolate prima del 2001 e, perciò, più di 17 anni fa.

In Piemonte 42.908 le imprese di stranieri nei primi tre mesi 2018 ne sono nate 1.425

Vincenzo Ilotte, presidente Camera di commercio di Torino

Avanti stranieri. In tutto il Piemonte, al 31 marzo, sono risultate 42.908 le imprese attive in capo a stranieri, mentre erano 41.671 alla stessa data dell'anno scorso. Nei primi tre mesi ne sono nate 1.425 e ne sono scomparse 1.126. Il loro tasso di crescità è stato dello 0,70% a livello regionale, media superata dalle sole province di Vercelli (1,34%) e di Torino (0,84%). In particolare, la provincia di Torino al 31 marzo contava 25.389 aziende di stranieri in attività, Alessandria 4.133, Asti 2.271, Biella 1.089, Cuneo 4.030, Novara 3.367, Verbania 1.038 e Vercelli 1.591.
A Torino e nella sua provincia, nel primo trimestre di quest'anno, sono ancora aumentate le imprese che fanno capo a stranieri e la loro densità. E il fenomeno è ancora più evidente dato che le imprese di stranieri hanno un tasso di crescita positivo, mentre il sistema imprenditoriale locale, nel suo complesso, continua a impoverirsi, presentando più chiusure di aziende che nuove aperture.
I dati, forniti da Infocamere (Camere di commercio): dal primo giorno di gennaio al 31 marzo, in Torino e provincia hanno avviato l'attività 841 imprese di stranieri, mentre l'hanno cessata 630. Il saldo è positivo per 211 unità, così che il numero delle imprese di stranieri è diventato pari all'11,5% delle 220.801 imprese registrate nell'intera provincia, mentre era ancora dell'11,1% un anno prima.
La provincia di Torino si è confermata quella piemontese con la maggiore densità di imprese di stranieri, precedendo anche quelle di Novara (11,1%) e di Vercelli (9,9%, esattamente uguale alla media regionale). Al contrario, le province con i più bassi tassi di imprese di stranieri sono quelle di Cuneo (5,9%) e di Biella (6,1%), precedute da Verbania (7,9%), Alessandria (9,6%) e Asti (9,7%).
Dall'anagrafe Infocamere emerge che, nel primo trimestre di quest'anno, Alessandria e provincia hanno registrato 124 nascite di imprese di stranieri (106 le cessazioni di attività), Asti 84 (72), Biella 30 (29), Cuneo 165 (142), Novara 96 (90), Verbania 32 (25) e Vercelli 53 (32).
La provincia di Torino si trova al terzo posto nella graduatoria nazionale 2017 per numero di imprese di stranieri (tali sono considerate da Infocamere quelle con una partecipazione di persone non nate in Italia complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite). Torino è preceduta soltanto da Milano, che al 31 dicembre ne contava 54.458 e da Roma, arrivata a 65.279. Allora, in tutto il Paese erano 587.499, pari al 9,6% dei 6.090.481 iscritte nei registri delle rispettive Camere di commercio.
I tre settori con più imprese di stranieri sono il commercio al dettaglio, lavorazioni specialistiche nell'edilizia e ristorazione.

Borsa: la grande corsa di Intesa Sanpaolo con il "pilota" fuoriclasse Carlo Messina


“La domenica del 29 settembre 2013, quando Carlo Messina ne è stato nominato consigliere delegato e direttore generale, Intesa Sanpaolo era valutata dalla Borsa 26,011 miliardi di euro. Venerdì scorso, alla fine delle contrattazioni, 52,724 miliardi. Un po' più del doppio. L'ultimo prezzo dell'azione ordinaria è stato di 3,146 (2,828 euro un anno fa) e di 3,296 euro quello dell'azione di risparmio (2,670 euro). In un anno, il valore della prima è ancora aumentato del 10,39% e del 22,62% quello della seconda”.
Carlo Messina, consigliere delegato e direttore generale Intesa Sanpaolo
Incomincia così l'articolo pubblicato oggi, 13 maggio, dal Corriere Torino, edizione del Corriere della Sera, che tutte le domeniche dedica una rubrica - “Piemontesi in quota” - a società della regione trattate in Piazza Affari.
L'articolo prosegue così: “Inoltre, tra dieci giorni, gli azionisti di Intesa Sanpaolo si divideranno un monte dividendo di 3,4 miliardi (0,203 euro per ogni titolo ordinario e 0,214 per ogni titolo di risparmio), dopo avere incassato, sempre come remunerazione del capitale investito, 3 miliardi nel 2016, 2,4 miliardi nel 2015 e 1,2 miliardi nel 2014, anno del primo bilancio “targato” Carlo Messina (il precedente riportava una perdita netta di 4,550 miliardi, a causa della svalutazione di avviamenti e attivi intangibili per 5,8 miliardi)”.
A proposito ancora di dividendi, il giornalista ha ricordato che il piano di impresa 2018-2020 contiene l'impegno alla distribuzione di dividendi cash pari all'85% dell'utile netto per il 2018, all'80% per il 2019, al 75% per il 2020 e al 70% per il 2021. Una manna.
Sia per il rendimento delle azioni (dividend yeld) e le performance borsistiche sia per i risultati gestionali (il bilancio 2017 del Gruppo riporta un utile netto di 7,313 miliardi, dopo i 3,111 miliardi del 2016, i 2,739 miliardi del 2015 e i 1,251 miliardi del 2014; in più, il patrimonio netto è salito dai 44,515 miliardi del 31 dicembre 2013 ai 56,205 miliardi della stessa data 2017)” - riporta ancora il Corriere Torino - spiegano perchè gli azionisti di Intesa Sanpaolo siano molto soddisfatti dell'operato di Carlo Messina, romano, classe 1962, laurea in Economia e commercio alla Luiss, primo lavoro bancario in Bnl, dirigente di Intesa Sanpaolo da vent'anni”.
Oltre 1.100 sportelli, 4.600 dei quali in Italia, dove è leader, 7,7 milioni di clienti, il gruppo Intesa Sanpaolo, ha come principale azionista la Compagnia di San Paolo, fondazione torinese di origine bancaria che detiene il 7,538% del capitale ordinario della capogruppo e il 7,22% del totale. Quote destinate, però, a ulteriori cali, per rispettare il protocollo Acri-Mef.

Fondazioni: la De Mari ha ripreso quota Savigliano e Bra aumentano il patrimonio

Federico Delfino, presidente Fondazione De Mari

Assorbita la mazzata Carige, Banca della quale possiede solo più lo 0,02%, la Fondazione Agostino De Mari di Savona ha ripreso slancio, come dimostra il suo bilancio 2017. L'avanzo netto (utile netto) dell'esercizio è stato di 3,814 milioni, a fronte dei 2,194 del 2016 e tale da consentire l'accantonamento di 1,123 milioni ai fondi per l'attività d'istituto (66.086 l'anno precedente) e di 190.678 alla riserva per l'integrità del patrimonio (109.686). Così, i fondi per l'attività statutaria sono cresciuti a 5,243 milioni (4,559); in particolare, il fondo di stabilizzazione delle erogazioni, riserva preziosa per i tempi difficili, è stato portato a 3,250 milioni dai 2,5 milioni di fine 2016.
La Fondazione Agostino De Mari – presidente Federico Delfino, vice Lorenza Dellepiane e direttore il bravo ed esperto Giulio Tarasco – ha avuto proventi per complessivi 6 milioni, circa 2 in più dell'anno prima (2,755 milioni sono stati incassati come dividendo dalla Cassa Depositi e Prestiti, della quale la Fondazione savonese possiede lo 0,275% del capitale). Nell'esercizio gli oneri sono stati ridotti da 1,097 milioni a 954.032 euro, compresi quelli per gli organi statutari calati da 311.614 a 275.778 euro. Il vertice ha deliberato 138 stanziamenti, per un totale di 2,257 milioni.

Donatella Vigna (prima a sinistra), presidente Fondazione Cr Bra
Fondazione Cassa di Risparmio di Bra. L'ente presieduto da Donatella Vigna (vice è Luciano Piana) e con Luisa Asteggiano Segretario generale, nel 2017 ha deliberato 58 stanziamenti per complessivi 317.396 euro. L'avanzo di esercizio è stato di 229.967 euro, inferiore ai 275.566 euro del 2016, nonostante l'abbattimento degli oneri, calati da 312.55 a 228.663 euro (in particolare la somma dei compensi e dei rimborsi spese per gli organi statutari è scesa da 142.571 a
128.639 euro). Sull'ammontare delle entrate hanno pesato la diminuzione degli interessi e proventi assimilati da 527.407 a 486.951 euro e la svalutazione di strumenti finanziari non immobilizzati per 143.513 euro. Comunque, il patrimonio netto al 31 dicembre è risultato pari a 37,524 milioni, 46.000 euro in più rispetto alla stessa data 2016. I fondi per l'attività dell'istituto sono pari a 916.649 euro, 562.486 dei quali costituiti dal fondo di stabilizzazione delle erogazioni.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Bra ha il 92% dell'attivo impegnato come partecipazione della banca conferitaria, la Cassa di Risparmio di Savigliano, della quale possiede il 33% del capitale, mentre la quota restante è di Bper – Banca Popolare dell'Emilia Romagna. In portafoglio ha anche lo 0,0031% della Cassa Depositi e Prestiti e lo 0,00667% della Banca d'Italia.

Sergio Soave con Sergio Chiamparino
Altra piemontese con la maggioranza assoluta del capitale della banca conferitaria è la Fondazione Cassa di Risparmio di Savigliano, la quale ha circa il 69% della Banca Crs -Banca Cassa di Risparmio di Savigliano, anch'essa partecipata dalla Bper. La quota della sua Banca ha un valore di 28,753 milioni a bilancio e un valore di mercato di 55,360 milioni. Nel 2017 ne ha ricevuto un dividendo i 829.665 euro, costituenti buona parte dei proventi complessivi, ammontati a 1,123 milioni (+159.367 euro rispetto al 2016).
Grazie all'aumento delle entrate e alla diminuzione degli oneri, calati da 226.671 a 196.647 euro, l'avanzo dell'esercizio è cresciuto da 534.525 a 712.690 euro. Tale da consentire di accantonare ai fondi per l'attività dell'istituto 551.142 euro (413.770 nel 2016), dei quali 264.356 al fondo di stabilizzazione delle erogazioni, diventato di 926.649 euro. A proposito di erogazioni, va rilevato che, l'anno scorso, ne sono state deliberate per 464.427 euro e pagate per 572.690.
Il patrimonio netto è aumentato di 142.538 euro raggiungendo così i 35,631 milioni, comunque il valore minore di tutte le fondazioni piemontesi di origine bancaria.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Savigliano è presieduta, dal giugno dell'anno scorso, da Sergio Soave, già sindaco della sua città per tre mandati e, fra l'altro, parlamentare per tre legislature. Carla Giobergia è vice presidente, Federica Somale Segretario generale.

Banca Carige torna all'utile, ma la Bim no Gruppo Sella aumenta l'attività non il Cet1


Banche in recupero di redditività. Lo dimostrano i bilanci del 2017 e anche le prime trimestrali. Naturalmente il fenomeno riguarda quasi tutti gli istituti, ma non proprio tutti. Così, mentre persino la travagliata Banca Carige ha appena annunciato di avere conseguito un utile netto di 6,4 milioni nei primi tre mesi 2018, dopo quattro anni in rosso e la perdita di 41,1 milioni nel gennaio-marzo 2017; la torinese Bim-Banca Intermobiliare ha denunciato un ulteriore risultato negativo di 6,4 milioni nel trimestre iniziale di questo esercizio e il calo della raccolta complessiva a 6,3 miliardi dai 7,4 miliardi del 31 dicembre scorso.
Maurizio Sella, numero 1 dell'omonimo Gruppo di Biella
Il Gruppo Sella ha chiuso il primo trimestre 2018 con un utile netto di 8,4 milioni, che sarebbero stati 6,9 senza la componente straordinaria derivante dalla partecipazione in Banque Martin Maurel Sella. Nello stesso periodo del 2017 l'utile netto era stato di 34,2 milioni (9,1 milioni senza la plusvalenza conseguente alla vendita della partecipazione nella Compagnie Financière Martin Maurel).
A livello consolidato la raccolta globale del Gruppo Sella è salita del 3,1% a 36,4 miliardi (12,8 miliardi la raccolta diretta, cresciuta del 15,9%) e gli impieghi sono aumentati del 7,7% a 8,6 miliardi. L'incidenza dei crediti deteriorati netti sugli impieghi netti è stata del 5,4%, migliorata rispetto al 6,4% di fine 2017. Il Cet1 del Gruppo al 31 marzo è risultato dell'11,49% (12,23% al 31 dicembre) e del 14,58% (15,10%) quello di Banca Sella.
Banca Patrimoni Sella & C, nell'intero 2017 ha ottenuto un utile netto di 8,060 milioni (7,171 nel 2016), corrispondente a un roe dell'11% (redditività del capitale proprio), superiore al 10,4% dell'esercizio precedente. Il patrimonio netto è salito da 75,479 a 80,300 milioni, ma il Cet1 è calato al 14% dal 16,57% del 31 dicembre 2016. E' diminuita anche la raccolta diretta della clientela a 1,260 miliardi (-2,8%), mentre sono cresciuti del 20,4% i costi operativi, ammontati a 47,263 milioni, 29,411 dei quali dovuti al personale (+24%), per effetto soprattutto dell'aumento dei dipendenti, diventati 276 (erano 243 a fine 2016).
Banca Patrimoni Sella & C conta anche 363 consulenti finanziari e ha 13 succursali. E' presideduta da Maurizio Sella, padre di Federico, che è amministratore delegato e direttore generale. Vice presidenti sono Massimo Coppa e Mario Deaglio.
Bcc di Casalgrasso e Sant'Albano Stura. Presieduta da Alberto Osenda e guidata da Mauro Giraudi, nuovo direttore generale, la Banca di credito cooperativo, che conta oltre 7.400 soci, ha chiuso il bilancio 2017 con un utile netto di 4,4 milioni (+21,8% rispetto all'esercizio precedente), un patrimonio netto di 65,6 milioni (+8,8%) e un Cet1 del 16,89% (indice di solidità). I prestiti a imprese e famiglie hanno superato i 90 milioni, le sofferenze nette sono risultate pari allo 0,93% dei crediti in essere.

Intesa Sanpaolo: Mauro Micillo vincitore del campionato trimestrale per Divisioni

Mauro Micillo

Mauro Micillo. E' lui il vincitore del “campionato” trimestrale del gruppo Intesa Sanpaolo. La divisione Corporate e Investment Banking, infatti, è quella che ha fatto segnare il maggiore incremento dell' utile netto, ammontato a 671 milioni, l'84,8% in più rispetto al primo trimestre dell'anno scorso.
Così, Mauro Micillo, responsabile della Divisione Corporate e Investment Banking ha battuto anche Stefano Barrese, numero 1 della Divisione Banca dei Territori, che dall'inizio di gennaio alla fine di marzo, ha aumentato l'utile netto del 13,1%, salito a 415 milioni.
Sul terzo gradino del podio è finito Paolo Molesini, responsabile della Divisione Private Banking, il cui utile netto è cresciuto del 6,1% rispetto al primo trimestre 2017, risultando perciò di 242 milioni. Del 5,2% è stato l'incremento dei profitti della Divisione Asset Management, guidata da Tommaso Corcos e arrivata a un utile netto di 121 milioni.
La Divisione Insurance, al cui vertice operativo si trova Nicola Maria Fioravanti, ha conseguito un utile netto di 199 milioni, il 2,1% in più rispetto al primo trimestre dell'anno scorso.
Unica Divisione del Gruppo a evidenziare un calo del risultato netto nei confronti dei primi tre mesi del 2017 è quella che presidia le attività all'estero, International Subsidiary Banks:il suo utile netto è stato di 183 milioni, inferiore del 48,6% al precedente. La Divisione International Subsidiry Banks, che ha a capo Ignacio Jaquotot, è anche l'unica ad avere evidenziato un confrontro trimestrale negativo per quanto riguarda il risultato economico operativo, diminuito dell'1,3% a 237 milioni.
Anche relativamente al tasso d'incremento del risultato economico operativo conseguito nel primo trimestre 2018 a vincere è stato Mauro Micillo, perchè la Divisione Corporate e Investment Banking ha fatto segnare un aumento del 55,6% (910 milioni). Al secondo posto Stefano Barrese (Divisione Banca dei Territori) con il 14,3% (1,040 miliardi), al terzo Tommaso Corcos (Divisione Asset Management) con il 6,9% (154 milioni). Seguono Paolo Molesini con l'1,8% (il risultato della gestione operativa della Divisione Private Banking è stato di 343 milioni) e Nicola Maria Fioravanti con l'1,4% (283 il risultato della gestione operativa della Divisione Insurance).
Il risultato della gestione operativa del gruppo Intesa Sanpaolo, guidato da Carlo Messina, è stato di 2,508 miliardi (+24% rispetto al primo trimestre 2017) e di 1,252 miliardi l'utile netto, a fronte dei 901 milioni del primo trimestre 2017.

Banco Azzoaglio: nel 2017 utile boom

Erica Azzoaglio 

Boom dell'utile netto nel bilancio 2017 del Banco Azzoaglio, l'istituto di Ceva che nel 2019 compirà i 140 anni e che, dalla sua fondazione, appartiene all'omonima famiglia, impegnata nella gestione anche con suoi esponenti. Fra l'altro, dall'aprile dell'anno scorso, Francesco Azzoaglio è presidente del Comitato esecutivo della banca, organo che ha assunto le deleghe precedentemente attribuite all'amministratore delegato, figura eliminata. Del Comitato esecutivo fanno parte anche Erica e Simone Azzoaglio, Mauro Catani e Gian Paolo Garello.
Il bilancio 2017 del Banco Azzoaglio riporta un utile netto di 2,647 milioni di euro, superiore del 151,86% rispetto al precedente, che è stato di 1,051 milioni e tale da consentire di mandare 2,1 milioni alla riserva straordinaria e di destinare 415.250 euro come dividendo, in ragione di 1,25 euro per azione. Così il patrimonio netto è salito del 4,2% a 63,407 milioni.
La raccolta totale da clientela è ammontata a 1,591 miliardi, con un incremento del 2,12% sostanzialmente identico a quello degli impieghi alla clientela, risultati pari a 516,2 milioni. Il tasso delle sofferenze nette è leggermente diminuito al 2,57% dei crediti netti alla clientela.
Il Banco Azzoaglio dispone di 19 filiali, 14 delle quali dislocate nelle province di Cuneo e di Torino, 5 in quelle di Savona e Imperia. I dipendenti al 31 dicembre erano 136. Presieduto da Mauro Rebutto e con Giancarlo Fasano direttore generale, il Banco Azzoaglio ha tra le sue partecipazioni una quota del 3,82% della Banca Passadore di Genova, la quale, a sua volta, ha una partecipazione nel Banco Azzoaglio. Inoltre, l'istituto di Ceva ha azioni della Yarpa (finanziaria della famiglia Acutis di Torino), della Banca Patrimoni Sella, controllata dall'omonimo gruppo biellese e della Egea.

Borsa: l'azione Reply al record di 55 euro Visibilia Editore scende al minimo storico


Giovedì “rosso” per diverse quotate del Nord Ovest. Alcune hanno presentato trimestrali non buone, altre hanno subito ribassi pesanti e Visibilia Editore (Daniela Santanché) ha chiuso la seduta di Borsa con il prezzo della sua azione al minimo storico: 0,0664 euro, ancora il 2,64% in meno rispetto a quello di ieri. L'eccezione è stata Reply, che, al contrario ha fatto registrare il suo nuova massimo, arrivando alla vetta dei 55 euro, grazie all'ulteriore incremento del 2,33% di oggi, 10 maggio.
M&C, controllata da Carlo De Benedetti, dopo l'assemblea che ha approvato il bilancio 2017 chiuso con una perdita netta di 19,351 milioni, mandata a nuovo, ha visto il suo titolo scendere del 5,45% a 0,156 euro. E' stato invece del 2,7% il calo dell'azione della Sogefi (gruppo Cir-Cofide, controllato dai figli di Carlo De Benedetti), il cui ultimo prezzo è risultato di 3,214 euro.
Diminuzione giustificata anche dai risultati del primo trimestre della Sogefi, che ha dichiarato un utile netto di 12 milioni (+14,5% rispetto ai corrispondente periodo dell'anno scorso) a livello consolidato, ma una perdita netta di 5,2 milioni da parte della capogruppo, che nei primi tre mesi 2017 aveva perso 4,3 milioni.
Come gruppo, Sogefi ha avuto un fatturato di 421,1 milioni (-2,7% nei confronti del primo trimestre 2017) e un margine operativo lordo di 53,1 milioni, sostazialmente uguale al precedente (53,3 milioni); mentre il suo indebitamento finanziario netto è calato a 254,3 milioni, dai 264 del 31 dicembre scorso.
E' invece aumentato del 33,7%, ma rispetto al 31 marzo 2017, l'indebitamento netto di Buzzi Unicem, risultato infatti di 896,2 milioni. Il gruppo cementiero di Casale Monferrato ha subito un calo dell'8,4% dei ricavi netti, ammontati a 539,1 milioni tra il primo giorno di gennaio e l'ultimo di marzo. L'ultimo prezzo dell'azione ordinaria è stato di 22,60 euro (-0,18% rispetto a ieri).
Centrale del Latte d'Italia: primo trimestre chiuso con un risultato negativo pre imposte sia a livello di gruppo (rosso di 440.000 euro, comunque inferiore a quello dello stesso periodo del 2017, che era stato di 1,1 milioni) sia per la capogruppo, che ha evidenziato una perdita di 361.000 euro prima delle imposte, più che doppia rispetto ai 168.000 euro dei primi tre mesi 2017. I ricavi netti consolidati nel periodo sono ammontati a 45,5 milioni (+5,1%) e il margine operativo lordo a 1,7 milioni (+146%). Peggiorato l'indebitamento finanziario netto, salito a 69,1 milioni dai 62,3 di fine dicembre 2017. Il mercato non ha gradito: l'azione ha chiuso a 3,25 euro, in ribasso del 2,40%.
Piazza Affari ha penalizzato anche la Vittoria Assicurazioni (11,48 euro, l'1,03% in meno) nonostante la trimestrale positiva: utile netto di 22,7 milioni (+4,1%), premi danni aumentati del 6,6% a 205,2 milioni, mentre sono stati pari a 44,6 milioni (-8,4%) i premi Vita. Il totale degli investimenti della Compagnia controllata dalla famiglia torinese di Carlo Acutis è risultato di 3,700 miliardi, cifra superiore del 2,4% a quella di fine 2017. Da allora, il patrimonio netto è salito dello 0,9% a 836,2 milioni.

Camere di Commercio: Liguria in rosso Piemonte ritornato all'avanzo (utile)

Giorgio Marziano, liquidatore di Unioncamere Liguria

Brutta figura del sistema camerale ligure. L'Istat, l'istituto nazionale di statistica, ha appena pubblicato l'analisi dei bilanci delle Camere di commercio italiane, che consente di fare confronti tra i relativi sistemi regionali. 
Così si può evincere che mentre l'insieme delle Camere di commercio del Piemonte è passato da una perdita di 3,088 milioni di euro accusata nel 2015 a un avanzo (utile netto) di 2,633 milioni nel 2016 (ultimo dato disponibile finora), il complesso delle Camere di commercio della Liguria ha addirittura peggiorato il suo risultato economico: il rosso è salito a 2,200 milioni dai 1,460 milioni del 2015.



Ferruccio Dardanello presidente Unioncamere Piemonte
Nel 2016 il sistema camerale piemontese ha registrato proventi correnti pari a 72,592 milioni (78,363 nel 2015), di cui 50,897 milioni per i diritti annuali pagati dalle imprese (55,148 milioni nel 2015). Gli oneri correnti sono calati a 74,775 milioni dagli 89,800 del 2015, comprese le spese per il personale scese a 26,479 milioni dai 27,871 precedenti. Diminuiti, però, anche gli interventi economici delle Camere dai 12,430 milioni del 2015 ai 10,190 milioni del 2016. Drastico il taglio della perdita della gestione corrente, risultata di 2,183 milioni nel 2016 a fronte dei 12,430 milioni dell'anno precedente.
Peggiori, invece, i conti del sistema camerale ligure. Nel 2016, i proventi correnti sono ammontati a 25,837 milioni (29,217 nel 2015), dei quali 18,471 milioni rappresentati dai diritti annuali (20,351 milioni nel 2015). Gli oneri correnti sono scesi a 31,267 milioni dai 36,373 del 2015 (le spese per il personale sono calate da 10,825 milioni a 10,124) e il valore degli interventi economici da 6,829 milioni ai 4,484 milioni del 2016. Il risultato della gestione economica è stato negativo per 5,430 milioni nel 2016 a fronte del rosso di 7,156 milioni dell'anno precedente.
Insomma, dalla disaggregazione dei dati Istat, il sistema delle Camere di commercio di Liguria e Piemonte comunque non ne esce bene, anche se i risultati di altre regioni sono ancora peggiori.

Trimestrali, la Borsa penalizza l'Italgas premia Diasorin, Intesa Sanpaolo e Rcs

Gustavo Denegri (Diasorin)

Tra le quotate del Nord Ovest che hanno appena presentato le loro trimestrali è Diasorin quella che ha avuto le reazioni più favorevoli da parte degli investitori, mentre gli ultimi risultati non hanno soddisfatto gli azionisti dell'Italgas, penalizzata, oggi, con un ribasso dell'1,09%, a 5,088 euro. Nonostante tutti i segni più emersi dal consuntivo dei primi tre mesi dell'Italgas: rispettto al corrispondente periodo dell'anno scorso, i ricavi totali aumentati dell'1% a 281 milioni, il margine operativo lordo è stato di 198,4 milioni (+2,7%) e di 74,7 milioni l'utile netto (+4,5%). Non solo, l'indebitamento finanziario netto è sceso a 3,656 milioni, dai 3,720 milioni del 31 dicembre. Forse, il mercato si aspettava di più dal gruppo torinese, che ha una rete di oltre 67.000 chilometri per la distribuzione del gas, 7,5 milioni di contatori attivi, 1.695 concessionari e ha fatto investimenti tecnici per 106,1 milioni dall'inizio dell'anno alla fine di marzo.
Piazza Affari ha invece premiato Diasorin, la cui azione oggi, 9 maggio, ha chiuso la seduta borsistica a 80,40 euro, il 2,68% in più rispetto a ieri, quando la società di Saluggia, che fa capo a Gustavo Denegri, ha presentato la trimestrale. Consuntivo che presenta un utile netto di 38,3 milioni (+16,6%), un margine operativo lordo di 63,3 (+1,3%) e un fatturato di 164,5 (+4,4%). La posizione finanziaria netta al 31 marzo 2018 è positiva per 168,6 milioni, a fronte dei 149,3 milioni del 31 dicembre scorso.
Buono, ma contenuto, l'effetto borsistico al bilancio trimestrale di Intesa Sanpaolo, che, fra l'altro, prevede un dividendo 2019 ancora più alto di quest'anno. Dal primo giorno di gennaio all'ultimo di marzo, il gruppo guidato da Carlo Messina, ha conseguito un utile netto di 1,252 miliardi rispetto ai 901 milioni del primo trimestre dell'anno scorso, ha aumentato i proventi operativi netti a 4,806 miliardi dai 4,350 precedenti e il risultato corrente a 1,536 miliardi (1,514 nel corrispondente periodo 2017). Oltre ad avere ulteriormente ridotto, in misura rilevante, i suoi Npl, crediti di difficile riscossione.
Rcs MediaGroup (gruppo Cairo) ha presentato oggi i suoi conti del trimestre, dai quali emerge, innanzi tutto, un utile netto di 6 milioni, a fronte della perdita di 5,7 milioni dei primi tre mesi 2017. E' il primo profitto dopo dieci anni. E la Borsa di Milano l'ha salutato con un immediato rialzo dell'1,54% dell'azione, risalita a 1,19 euro. Il margine operativo lordo è balzato a 20,2 milioni (+67% rispetto ai 12,1 milioni precedenti), mentre i ricavi sono cresciuti di soli 3 milioni, a 216,3 milioni. Però, Urbano Cairo ha ancora ridotto di oltre 28 milioni l'indebitamento finanziario portandolo a 259,2 milioni dai 287,4 del 31 dicembre e ha confermato l'obiettivo di scendere sotto i 200 milioni alla fine dell'anno.
Oggi, l'azione Dea Capital (gruppo De Agostini di Novara) ha chiuso a 1,582 euro, superiore del 2,20% a ieri e nuovo massimo storico. Seduta molto favorevole anche per la torinese M&C (Carlo De Benedetti), che ha fatto segnare un rialzo dell'8,55%, il sesto maggiore della giornata, e per la genovese Banca Carige, che ha recuperato quota 0,0089 euro, grazie all'incremento del 5,95%, il decimo più alto.

Fondazioni: i bilanci 2017 di Carispezia Casse di risparmio di Saluzzo e Vercelli


MELLEY SVALUTA DI 6,4 MILIONI  IL FONDO ATLANTE 
Matteo Melley
E' costata cara anche alla Fondazione Carispezia l'operazione Atlante. Lo si scopre leggendo il bilancio 2017, appena approvato dall'ente presieduto da Matteo Melley. La tabella relativa alle immobilizzazioni finanziarie, pari a 107,619 milioni di euro a valore di bilancio, mostra infatti che la partecipazione nel Fondo Atlante è stata svalutata di 6,389 milioni, riducendone così il valore a 984.428 euro. Ne ha risentito, naturalmente, l'attivo, per cui il patrimonio netto è sceso a 118,888 milioni dai 194,235 milioni del 31 dicembre 2016.
Comunque, l'esercizio è stato chiuso con un avanzo (utile netto) di 5,210 milioni, cifra inferiore di soli 4 milioni a quella del 2016. Pressochè uguale anche l'entità delle entrate, ammontate a 7,107 milioni (7,186 milioni nel 2016), mentre sono diminuiti da 2,231 milioni a 2,143 milioni gli oneri totali, dei quali 479.447 euro rappresentati dai compensi e rimborsi spese per gli organi statutari e 455.692 dalle spese per il personale.
Dell'avanzo, 4 milioni sono stati destinati ai fondi per l'attività istituzionale della Fondazione, il cui fondo per la stabilizzazione delle erogazioni è rimasto pari a 5,693 milioni. Nel corso del 2017 sono stati stanziati 8,5 milioni: 5,1 per l'attività erogativa e 3,4 per gli investimenti correlati alla missione della Fondazione, che ha previsto di destinare, quest'anno, 9 milioni per gli scopi statutari: in particolare, circa 4 milioni per welfare, assistenza sociale, beneficienza, arte e cultura, educazione e formazione.
Fra l'altro, dal bilancio emerge che la Fondazione Carispezia al 31 dicembre aveva il 20,01% del capitale di Carispezia, la banca conferitaria passata sotto il controllo di Cariparma-Crédit Agricole (la partecipazione ha generato un dividendo si 3,962 milioni), lo 0,043% di Intesa Sanpaolo (dividendo di 1,279 milioni), lo 0,1093% di Cassa Depositi e Prestiti (resa di 1,093 milioni), oltre che l'1,3482% della Salt (gruppo Gavio, autostrade) e, fra l'altro, il 5,97% di Dea Capital Reale Estate Sgr (gruppo De Agostini, che fa capo alla famiglia novarese Boroli-Drago).

FIRMATO RABBIA IL RITORNO ALL'AVANZO
Giovanni Rabbia
Dal rosso al nero. La Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo ha riportato i conti in attivo. Nel 2017, infatti, ha conseguito un avanzo di gestione (utile netto) di 1,253 milioni, a fronte della perdita di 63.542 euro subita nel 2016 e ricoperta con il risultato dell'esercizio. Tale, da consentire anche la destinazione di 920.002 euro ai fondi per l'attività istituzionale, somma che tiene conto dei 167.147 euro apportati al fondo di stabilizzazione delle erogazioni, la cui entità è stata riportata a 876.691 euro.
Il bilancio 2017 della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, presieduta da Giovanni Rabbia (Segretario generale è Laura Ponzalino), mostra che le gestioni patrimoniali, rappresentanti il 29,4% dell'attivo) hanno reso 379.288 euro, i dividendi 526.113 euro, gli interessi e gli altri proventi 524.819 euro. Ci sono stati, inoltre, proventi straordinari per 415.590 euro. A fronte di questi incassi, sono stati consuntivati oneri pari a 586.788 euro e imposte per 55.579.
In particolare, i costi conseguenti ai compensi e rimborsi spese degli organi statutari sono scesi a 176.224 euro dai 194.602 del 2016, rappresentando solo il 30% del totale degli oneri.
Il patrimonio netto è ammontato a 60,246 milioni, mentre era di 59,944 al 31 dicembre 2016.
Nel portafoglio della Fondazione, che non ha più alcuna azione della Cassa di Risparmio di Saluzzo, appartente al gruppo Bper, alla fine dell'anno scorso figuravano partecipazioni in Cassa Depositi e Prestiti (valore di 5,353 milioni), in Cdp Reti (1 milione) e, fra l'altro, in Banca d'Italia (2,5 milioni).
L'anno scorso, la Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo ha deliberato erogazioni per 848.725 euro.

LOMBARDI SODDISFATTO DELL'IMPENNATA DEI PROVENTI
Fernando Lombardi 
Soddisfatto dei risultati 2017 della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli il suo presidente Fernando Lombardi. I proventi sono saliti a 5,644 milioni dai 3,849 del 2016, mentre gli oneri sono diminuiti da 1,089 milioni a 981.229 euro, nonostante un incremento più che doppio delle imposte, passate infatti dai 528.709 euro dell'esercizio precedente ai 1,335 milioni del 2017. Di conseguenza è nettamente migliorato il risultato di gestione (utile netto), che è stato di 3,352 milioni contro i 2,112 milioni dell'anno precedente.
Ed è cresciuto, naturalmente, anche il patrimonio netto, ammontato a 116,240 milioni al 31 dicembre 2017 mentre era di 115,570 milioni alla stessa data 2016. Il totale dell'attivo è di 123,3 milioni. Invariato sui 2 milioni il fondo di stabilizzazione delle erogazioni (riserva per continuare l'attività istituzionale anche in periodi di difficoltà per la riduzione delle entrate).
A proposito di introiti, nel bilancio si legge che la la partecipazione in Biverbanca, pari al 6,144% del capitale della conferitaria, ha generato dividendi per 275.527 euro, poco più di quella in Banca d'Italia (226.666 euro) e meno di quella in Cassa Depositi e Prestiti (333.896 euro, rendimento del 9,54%). L'investimento in Cdp Reti ha fatto incassare 160.396 euro e quello in Ream Sgr 115.380.
Nel 2017, la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, il cui Segretario generale è Roberto Cerreia Vioglio, ha stanziato 2,991 milioni per il finanziamento di 181 interventi istituzionali, 438 mila euro in più rispetto all'anno precedente, quando le erogazioni erano state 163.

Nomine, promozioni e riconoscimenti

PATRIZIA LOMBARDI “DONNA ECCELLENTE”
Patrizia Lombardi
Nuovo riconoscimento a Patrizia Lombardi, da poco prorettrice del Politecnico di Torino, cioè principale collaboratrice di Guido Saracco, neo rettore. Patrizia Lombardi ha appena ricevuto il premio “Award Eccellenze Donna”, assegnato dalla Fidapa Bpw Italia a cinque donne forti, “che passano dal pensiero all'azione, lasciando un segno”. Il premio le è stato consegnato alla Camera di commercio di Alessandria, dove ha le sue origini. Motivazione: “Per l'appassionato impegno volto a promuovere nell'educazione universitaria la cultura e la sensibilità verso l'ambiente e per il fondamentale contributo alla ricerca scientifica”.
Con lei, sono state premiate Romilda Tafuri, prefetto di Alessandria, Luisella Melchionni, imprenditrice, Maria Giulia Cavalli, attrice e Valentina Sumini, ricercatrice e progettista al Mit di Boston.
Già direttore del Dipartimento interateneo di Scienze, progetto e politiche del territorio del Politecnico di Torino, dove si è laureata in Architettura nel 1988 e dove è professore ordinario dal 2011, Patrizia Lombardi, sposata, ha poi conseguito il master al Corep ed è stata allo Iuav di Venezia, prima di andare a perfezionarsi all'Università di Salford. Nel suo prestigioso curriculum figura anche la direzione scientifica al master dell'Unesco “Management of cultural projects and world heritage” all'Itc-Ilo.

A LUCA UBALDESCHI LA DIREZIONE EVENTI GNN
Luca Ubaldeschi
Nell'intervista pubblicata sull'ultimo numero di Prima Comunicazione, Maurizio Molinari, direttore de La Stampa e direttore editoriale di Gedi News Network (Gnn), ha detto che spera, si augura ed è convinto “che si arrivi molto presto, nelle prossime settimane, a creare una direzione eventi di Gnn, la cui responsabilità è destinata a Luca Ubaldeschi, già direttore vicario della Stampa, perchè è il migliore e ha già organizzato con successo il tour del Nordovest. Si assumerà anche la responsabilità di lavorare con i giornali locali in ogni sede”.
Nato a Novi Ligure, che gli ha anche attribuito La Torre d'Oro, il più prestigioso premio cittadino, Luca Ubaldeschi, laureato in Scienze politiche, è un ottimo giornalista, che alle grandi doti professionali aggiunge quelle della signorilità, della pacatezza, della costante disponibilità e di una forte sensibilità. Nella carta stampata ha esordito scrivendo di cronaca e sport. Fra l'altro, è autore di un bel libro su Fausto Coppi. Modesto, non ricorda mai ch, dal 2014, è anche Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica, su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Gedi News Network è la nuova società interamente di Gedi Gruppo Editoriale (controllata dai fratelli De Benedetti, figli di Carlo, e partecipata dalla Exor della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi), nata incorporando Finegil Editoriale (testate locali di Repubblica-L'Espresso) e Agl, l'agenzia a servizio dei giornali del Gruppo.
La Gnn è presieduta da Luigi Vanetti, ex amministratore delegato di Itedi, dopo esserlo stato dell'Editrice La Stampa. La Divisione Nord Ovest della Gnn ha come amministratore delegato e direttore generale Maurizio Scanavino, che è stato direttore generale di Itedi.

GIUSEPPE PROTO VICE PRESIDENTE SADEM E SAVDA
Giuseppe Proto
In seguito alla riorganizzazione delle sue attività nel nostro Paese, Arriva Italia, del colosso tedesco DB, ha creato diverse direzioni e razionalizzato gli incarichi nelle società operative. Giuseppe Proto, che è stato nominato direttore del Business Develoment di Arriva Italia, la capogruppo, ha lasciato il vertice operativo della controllata Sadem (gestisce servizi di trasporto pubblico locale nella provincia di Torino) a Valentina Astori, nuovo amministratore delegato anche della Savda, che gestisce le linee di autotrasporto valdostane. Sadem e Savda costituiscono, nel Nord Ovest, un polo con oltre 400 autobus e 450 dipendenti.
Giuseppe Proto, laureato in Ingegneria gestionale al Politecnico di Torino, è stato nominato anche vice presidente sia della Sadem che della Savda.

ANTONIO MACONI PRESIDENTE FONDAZIONE SOLIDAL
Antonio Giovanni Maconi, una lunga attività ai vertici degli organi della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, della quale è stato anche vice presidente, è il nuovo presidente della Fondazione Solidal Onlus, dove subentra a Pier Angelo Taverna, il numero 1 della Fondazione Cr Alessandria. Oltre che da Giovanni Maconi, fra l'altro promotore del Premio giornalistico Franco Marchiaro, il Consiglio di amministrazione della Fondazione Solidal Onlus è formato da Giovanni Maria Ghè (vice presidente), Pier Angelo Taverna, Raffaele Ricciardi, Luciano Mariano, Fausto Bellato, Carlo Frascarolo, Roberto Malvezzi, Marco Laguzzi, Andrea Marchelli, Manuela Ulandi e Giulio Veggi.
Tra le attività della Fondazione Solidal Onlus spiccano le borse di studio intitolate a Umberto Eco e a Gianfranco Pittatore, il progetto “Un quaderno per te”, l'adesione al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e iniziative per contrastare l'emergenza abitativa.


UMBERTO DIANZANI (AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA DI NOVARA)
Umberto Dianzani
Dall'inizio di maggio, Umberto Dianzani, nato a Genova nel 1959, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in ematologia sperimentale dopo la laurea in medicina, con lode, a Torino, è il direttore della Struttura complessa a direzione universitaria di Biochimica clinica dell'azienda ospedaliero-universitaria "Maggiore della Carità" di Novara. Dal 1999 è professore ordinario di immunologia all'Università del Piemonte Orientale. Ha svolto attività di ricerca anche negli Stati Uniti. E' autore o coautore di numerosi testi scientifici pubblicati da riviste internazionali.



FRANCESCO BRUZZO (SOCIETA' ECONOMICA DI CHIAVARI)
Francesco Bruzzo
L'imprenditore Francesco Bruzzo è il nuovo presidente della Società Economica di Chiavari, della quale era vice presidente. Il vertice è completato dal vice presidente Enrico Rovegno e da Massimo Baciocco, Margherita Casaretto, Franco Cavagnaro, Ettore Chiti, Cesare Dotti e Raffaele Fontanarossa. Bruzzo è stato presidente del Consorzio Tutela dell'olio extravergine d'oliva della Riviera Ligure, vice presidente della Fiera di Genova e consigliere di Indirizzo della Fondazione Carige.

FRANCESCO OSELLA (BANCA CRS)
Francesco Osella
E' destinato a restare al vertice della Banca Crs - Cassa di Risparmio di Savigliano per altri tre esercizi, Francesco Osella, riconfermato presidente dall'assemblea della Cassa di Risparmio che ha come azionisti l'omonima Fondazione e la Biper-Banca Popolare dell'Emilia Romagna. Con Francesco Osella, 62 anni, laurea in Scienze dell'Informazione, vice presidente di Aubay, sono stati confermati consiglieri di amministrazione Luca Crosetto (rinominato vice presidente), Agostino Gribaudo, Gian Marco Dall'Olio e Tonino Gai. New entry, invece, il torinese Giovanni Zucchetti, Alessandro Carpinella, Benedetto Buscaino, Marco Scalvini.

ERCOLE ZUCCARO (BANCA DI ASTI)
Ercole Zuccaro, vice presidente Banca di Asti
Dopo dieci anni da consigliere di amministrazione della Banca di Asti, Ercole Zuccaro è stato "promosso" vice presidente. E' stato eletto dall'assemblea degli azionisti della banca presieduta da Aldo Pia (il 37,82% del capitale fa capo alla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e il 13,65% alla Banca Popolare di Milano del gruppo Banco Popolare). E' subentrato a Maurizio Rasero, dimessosi dopo essere diventato sindaco di Asti. Il Cda della Banca è stato integrato anche con Secondo Rabbione.
Presidente uscente di Pitagora, controllata della Banca di Asti, come Biverbanca della quale è stato consigliere di amministrazione, Ercole Zuccaro, agrotecnico, giornalista professionista, è direttore sia di Unionservice della Confagricoltura di Torino sia dell'Unione regionale degli agricoltori della Valle d'Aosta.

LUCIO ZANON DI VALGIURATA (CREDEM)
Lucio Zanon di Valgiurata
Grande riconoscimento per il torinese Lucio Zanon di Valgiurata: è stato eletto presidente del Credem – Credito Emiliano, tra i principali gruppi bancari privati italiani - 691 filiali, 6.140 dipendenti più 820 consulenti finanziaria, utile netto di 186,5 milioni nel 2017 – controllato dalla famiglia Maramotti (Max Mara) e partecipato anche dalla svizzera Pictet, che ne possiede il 5%.
Classe 1956, laurea in Giurisprudenza e studi di perfezionamento alla London School of Economics, Cavaliere del lavoro dal 2009, Lucio Zanon di Valgiurata è uno dei fondatori del gruppo finanziario Fenera, della cui holding è presidente e amministratore delegato. Il nuovo incarico al Credem, del quale è stato vice presidente dal 2012 fino all'ultima assemblea, si aggiunge a quelli di presidente di Credem Lux, di vice presidente di Credem Holdin e di Credem Private Equity, di consigliere di amministrazione di Banca Euromobiliare, Credemassicurazioni, Pkp e, fra l'altro, della banca privata svizzera Morval.

ALESSANDRO BARBERIS (TECNOINVESTIMENTI)
Alessandro Barberis
Alessandro Barberis è il nuovo vice presidente di Tecnoinvestimenti, società quotata alla Borsa di Milano e con quartiere generale sotto la Mole. Nato nel 1937 a Torino, dove si è laureato in Ingegneria, tre figli, componente del Consiglio di Indirizzo della Compagnia di San Paolo, Alessandro Barberis ha un ricco e glorioso curriculum. Fra l'altro è stato vice presidente della Fiat, dopo esserne stato amministratore delegato e, prima, direttore generale. E' stato amministratore delegato della Magneti Marelli, presidente della Piaggio e della Camera di commercio di Torino (per dieci anni), di Eurochambres, Infocamere, Ancma (associazione nazionale dei costruttori di motocicli e affini), Unione industriale di Pisa e Confindustria. Proprio Eurochambres, che raggruppa 1.700 Camere di commercio con 19 milioni di imprese ha appena attribuito il premio Eurochambres Award ad Alessandro Barberis (socio del “Subalpino”, il prestigioso, ambito ed esclusivo circolo torinese da poco presieduto dal costruttore Alberto Prono).

MARIA PAOLA CLARA (BIM-BANCA INTERMOBILIARE)
Maria Paola Clara
Tra i nuovi consiglieri di amministrazione della Bim-Banca Intermobiliare, gruppo subalpino di Private Banking appena passato sotto il controllo dell'inglese Trinity (Attestor Capital), che l'ha rilevato dai liquidatori di Veneto Banca, l'unica torinese è Maria Paola Clara. Classe 1964, laurea in Fisica conseguita sotto la Mole, master in Business administration alla Sda Bocconi e, fra l'altro, un dottorato al Cern di Ginevra, Maria Paola Clara lavora per Classis Capital Sim, dopo essere stata presidente Finanza & Futuro Banca (ora Deutsche Bank Italia) fino a poche settimane fa. Precedentemente ha ricoperto incarichi apicali in Unicredit, Pioneer, Banca Aletti, nel gruppo Ras e in Comit. E' stata liceale al Principessa Clotilde di Savoia, nel capoluogo piemontese.

ANDREA BENVEDUTI (REGIONE LIGURIA)
Andrea Benveduti
Andrea Benveduti è il nuovo assessore della Regione Liguria allo Sviluppo economico. E' subentrato a Edoardo Rixi, dimessosi dopo essere stato eletto in Parlamento. Nato nel 1963 a Genova, dove si è laureato in Economia e commercio, Andrea Benveduti è Cfo (responsabile Finanza) e componente dei consigli di amministrazione delle società italiane del Gruppo Axpo, attive nella produzione, trading e fornitura di energia elettrica, gas e relativi certificati finanziari e prodotti derivati, oltre che nello sviluppo di soluzioni di efficienza energetica. Appassionato di sport (istruttore di Krav Maga, tiro a segno, trekking) è stato paracadutista della Folgore.


SERGIO ENRICO E MARIA CRISTINA RONC (FORTE DI BARD)
Maria Cristina Ronc 
Nuovo vertice al Forte di Bard, l'associazione alla quale è affidata la gestione dell'omonimo e sempre più rilevante polo museale valdostano (nel 2017 ha avuto ricavi per 5,4 milioni e un utile di 31.000 euro). Alla presidenza è appena stato insediato Sergio Enrico, sindaco di Pont-Saint Martin e consigliere di amministrazione di Inva, dopo essere stato alla guida della Camera di commercio di Aosta. Con Sergio Enrico del nuovo Consiglio di indirizzo del Forte fanno parte anche Deborah Jacquemet, sindaco di Bard, Giulia Radin, designata dalla Compagnia di San Paolo, oltre ai membri di diritto, a partire dal Soprintendente regionale ai Beni culturali, Roberto Domaine e al dirigente dell'assessorato al Turismo valdostano, Paolo Ferrazin.
Direttore del Forte di Bard è stata nominata l'archeologa Maria Cristina Ronc, 59 anni, dipendente della Regione Valle d'Aosta, responsabile del Mar – Museo archeologico regionale, referente regionale nel progetto Minerva per il ministero dei Beni e delle attività culturali, docente a contratto all'Università di Aosta. Diplomata lla Scuola di Paleografia e di dottrine archivistiche all'Università di Torino, Maria Cristina Ronc ha anche ricevuto i premi Roi Badouin (Bruxelles) e Cap Com )Parigi).

XAVIER JACOBELLI E FEDERICO VINCENZONI (TUTTOSPORT)
Xavier Jacobelli
Freschissimo ricambio anche sul ponte di comando di Tuttosport, il quotidianosportivo torinese che fa capo al gruppo romano Amodei, proprietario del Corriere dello Sport e del 10% del Giornale di Paolo Berlusconi. Direttore di Tuttosport è diventato Xavier Jacobelli, bergamasco di 58 anni, mentre amministratore delegato di Nes, la società editrice del quotidiano, è stato nominato Federico Vincenzoni, 38 anni, abruzzese di nascita e romano d'adozione, già direttore generale del Tempo.

TIZIANA NASI (FONDAZIONE AGNELLI)
Tiziana Nasi
Dopo esserne stata consigliere di amministrazione per vari anni, Tiziana Nasi è diventata vice presidente della Fondazione Agnelli, prendendo il posto ricoperto da John Elkann, diventato presidente dopo l'abbandono dell'incarico da parte della zia Maria Sole Agnelli, lasciato a 92 anni, dopo un mandato durato 14. Nata a Torino nel 1948, componente della famosa famiglia del fondatore della Fiat, Tiziana Nasi, grandissima passione per la montagna e, in particolare, per Sestriere, di cui suo padre è stato sindaco per trent'anni, Tiziana Nasi è presidente della Fisip (Federazione italiana degli sport invernali paralimpici) e del Campionato del mondo di tiro con l'arco. Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana e, fra l'altro, Premio Bojanen, Tiziana Nasi è stata anche presidente della Sestrieres, la società che gestice gli impianti della Via Lattea, il noto comprensorio sciistico piemontese.

Nuovi record per 6 quotate del Nord Ovest L'Ftse Mib recupera il livello di 10 anni fa

John Elkann, numero di Exor

Toro alla carica in Piazza Affari. E sei quotate del Nord Ovest ne beneficiano in modo particolare per far registrare alle rispettive azioni il nuovo massimo storico. Ad approfittare dell'andamento favorevole del mercato - oggi, 7 maggio, l'indice Ftse Mib, che rappresenta le 40 principali società trattate alla Borsa di Milano, ha raggiunto il livello di 24.544,26 punti, il più alto dall'inizio di ottobre del 2008 – sono state non solo la Ferrari, ma anche la sua controllante Exor, Dea Capital, Erg, Italgas e Sias. Tutte ai loro nuovi record.
La scalata della Ferrari sembra irrefrenabile. Il titolo è arrivato a 118,05 euro, in seguito all'incremento del 3,73% rispetto a venerdì scorso. E' l'aumento maggiore del paniere Ftse Mib e diventa ancora più significativo se si considera che esattamente un anno fa l'azione Ferrari valeva 72,25 euro, il 63,4% in meno.
Sul podio dei maggiori rialzi Ftse Mib è salita anche Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi. L'ultimo prezzo dell'azione Exor, infatti, è risultato di 65,08 euro, superiore del 2,29% al precedente e tale da rappresentare il nuovo massimo di sempre. L'8 maggio di un anno fa valeva 43,85 euro.
A conquistare i nuovi primati sono state anche le azioni di Dea Capital (gruppo De Agostini della famiglia novarese Boroli-Drago), il cui prezzo odierno è stato di 1,56 euro (+1,83% rispetto all'ultimo giorno borsistico della settimana scorsa); Erg (famiglia Garrone-Mondini di Genova) arrivata a 20,28 euro (+1,30%), Italgas con 5,338 euro (+0,64%) e la Sias (gruppo Gavio di Tortona), con 18,39 euro (+1,16%).
L'8 maggio del 2017, Dea Capital quotava 1,4215 euro, Erg 11,68 euro, Italgas 4,356 euro e Sias 9,57 euro. In dodici mesi, il valore della Erg è aumentato del 78,6% e quello della Sias addirittura del 92,16%.


PRIMA INDUSTRIE: BOOM DELL'UTILE E DEGLI ORDINI

Gianfranco Carbonato, presidente esecutivo
Ha superato i 210 milioni di euro il valore del portafoglio di Prima Industrie alla fine del mese appena passato. La notizia è contenuta nel comunicato dell'impresa torinese presieduta da Gianfranco Carbonato, che riporta i risultati conseguiti nel primo trimestre di quest'anno.
Quotata in Borsa, nel segmento Star, Prima Industrie ha avuto un fatturato consolidato di 95 milioni dal primo giorno di gennaio all'ultimo di marzo (+6,8% rispetto allo stesso periodo 2017), un margine operativo lordo di 6,9 milioni (+10,1%) e un utile netto di 4,7 milioni, a fronte degli 800.000 euro del primo trimestre dell'anno scorso.
L'acquisizione di nuovi ordini da parte di Prima Industrie nei primi tre mesi è aumentata del 7,4% essendo risultata pari a 120,5 milioni, che hanno portato a 192,5 milioni il totale al 31 marzo, il 17,3% in più rispetto ai 164,2 milioni di un anno prima.
L'indebitamento netto del Gruppo, leader nello sviluppo, nella progettazione e commecializzazione di laser per applicazioni industriali e macchine per la lavorazione della lamiera (vanta circa 13.000 macchine installate in più di 80 Paesi), a fine marzo è risultato di 84,7 milioni a fronte dei 101,1 milioni di fine marzo 2017.
Oggi, l'ultimo prezzo dell'azione Prima Industrie in Borsa è stato di 42,25 euro, superiore di 60 centesimi al precedente.

Il Premio Carta 4.0 a Urbano Cairo (Rcs) per l'edizione torinese del "Corriere"

Urbano Cairo, numero 1 di Rcs MediaGroup

“Come sarebbe il mondo senza la carta?”. Questo interrogativo è il tema della tavola rotonda in programma al Salone Internazionale del Libro di Torino, giovedì 10 maggio (inizio ore 12). Iniziativa organizzata dall'Unione Industriale di Torino e dalla Federazione Carta e Grafica, con lo scopo di analizzare la rilevanza che la carta continua ad avere nella nostra vita, nonostante la digitalizzazione e la crescente dematerializzazione.
Fra l'altro, la filiera rappresentata dalla Federazione Carta e Grafica, che associa Acimga (macchine per la grafica e cartotecnica), Assocarta (carta e cartone), Assografici (grafica e cartotecnica) più l'Unione Grafici di Milano e Comieco, esprime un fatturato di 23,7 miliardi euro (nel 2016), generato da 18.600 imprese, con circa 170.000 addetti.
Nel contesto della tavola rotonda l'Unione Industriale – come ha comunicato l'organizzazione torinese presieduta da Dario Gallina e diretta da Giuseppe Gherzi – e la Federazione Carta e Grafica assegneranno il Premio Carta 4.0, giunto alla seconda edizione. “Il riconoscimento – si legge nella nota – verrà consegnato a un editore di cui verrà svelato il nome nel corso della stessa manifestazione”.
Inevitabile, a questo punto, la caccia al premiato, che, secondo fonti attendibilissime, è Urbano Cairo. Diversi soggetti hanno riferito che il destinatario del Premio Carta 4.0 di quest'anno è il numero 1 della Cairo Communication e della sua controllata Rcs MediaGroup.
Umberto La Rocca, responsabile del Corriere Torino
A rendere assolutamente credibile l'indiscrezione è anche la constatazione della fiducia di Urbano Cairo nella carta stampata, tale da portarlo a lanciare il “Corriere Torino”, edizione locale del Corriere della Sera (Rcs MediaGroup). Un'operazione in totale controdenza, ma che si sta rivelando un altro successo dell'imprenditore alessandrino, fra l'altro patron del Torino Calcio.
Il Corriere Torino, della cui redazione è responsabile Umberto La Rocca, si è già affermato, per la sua alta qualità, sotto la Mole, nella provincia e nel resto del Piemonte. In meno di sei mese dal primo numero è già diventato un punto di riferimento e di costante attenzione della classe dirigente regionale, oltre che di tanti esponenti del sistema economico, accademico, delle libere professioni e del variegato mondo della cultura.

Un potpourri interregionale


PIEMONTE PRIMO PER LE ACQUE MINERALI
Alberto Bertone patron di  Acqua Sant'Anna Fonti di Vinadio
Il Piemonte è la regione italiana con il maggior numero di concessioni di acque minerali attive (43, pari a circa il 15% del totale nazionale); mentre il Veneto e la Campania si pongono al vertice per numero di concessioni termali rilasciate (rispettivamente 146 e 135, che insieme costituiscono il 57% del totale). Lo ha comunicato, recentemente, il ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef), precisando che dalle dichiarazioni pervenute dal circa il 90% delle Amministrazioni pubbliche competenti – Regioni, Province e Comuni – sono state censite 295 concessioni per lo sfruttamento delle acque minerali, rilasciate a 194 concessionari, e 489 per lo sfruttamento delle acque termali, rilasciate a 418 concessionari.

BORSA AIM: IN PERDITA QUATTRO SU CINQUE
Delle cinque società del Nord Ovest quotate appartenenti al segmento Aim della Borsa Italiana, quello dedicate alle piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita e decise a investire sulla loro crescita, soltanto una ha iniziato il mese di maggio con un valore di mercato superiore a quello dell'esordio in Piazza Affari. L'eccezione è rappresentata dalla biellese Cdr Advance Capital, la cui azione è stata prezzata 1,08 il 2 maggio, a fronte dell'euro tondo del 30 luglio 2012, quando sono iniziate le sue contrattazioni.
Invece, il prezzo dell'azione Cover50 è sceso dai 18,60 euro del 13 maggio 2015 a 10,40 dell'inizio di questo mese e quello di Italia Independent (Lapo Elkann) dai 26 euro del 28 giugno 2013 ai 4,33. La Orsero di Albenga ha visto calare la sua quotazione dai 10 euro per azione fissato il 10 novembre del 2015 a 8,63 euro. E il prezzo dell'azione Visibilia Editore, società controllata e guidata dalla cuneese Daniela Garnero Santanchè è precipitato dai 6,40 euro del 16 marzo 2010 agli 8 centesimi del 2 maggio.
Questi dati sono stati pubblicati dal settimanale Milano Finanza, che ha dedicato all'Aim un ampio ed esauriente servizio curato da Elena Dal Maso.

IN LIGURIA LA TERRA ARABILE PIU' COSTOSA
E' della Liguria il primato nazionale del prezzo medio della terra arabile: 108.000 euro per ettaro seminativo, a fronte dei 40.153 euro della media italiana e dei 63.000 euro della media dell'Olanda, che ha la superficie agricola più cara d'Europa (la media è di 12.744 euro per ettaro in Spagna, 6.060 euro in Francia e 25.732 euro in Gran Bretagna). Il costo dei terreni è uno dei problemi dell'agricoltura italiana, che però sta mostrando segni di ripresa, di vitalità e di interessa anche da parte dei giovani.
Nel biennio 2016-2017 quasi 30.000 giovani hanno presentato domanda per partecipare ai Piani di sviluppo rurale dell'Unione Europea: 1.807 domande sono targate Piemonte, 445 Liguria e 39 Valle d'Aosta. Fiducioso sul rilancio della nostra agricolturà è Robero Moncalvo, presidente nazionale della Coldiretti da fine 2013. Piemontese, Roberto Moncalvo, laureato in Ingegneria dell'Autoveicolo al Politecnico di Torino, è titolare dell'azienda agricola “Settimo Miglio”, che gestisce con la sorella Daniela a Settimo Torinese.

I CAMPIONI DEI DISTRETTI SUBALPINI
I giovani Vergnani
“Più elementi portano a pensare che i distretti industriali del Piemonte possano continuare a essere un punto di forza dell'economia della regione e dell'Italia. Su tutti, lo sviluppo di nuove imprese champion, campioni di crescita redditività che si stanno affermano grazie a un buon posizionamento strategico, altamente dinamiche e in grado di garantire un ricambio generazionale”. Lo ha detto Cristina Balbo, direttore regionale Intesa Sanpaolo di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta in occasione della presentazione della ricerca di Monitor dei distretti del Piemonte relativa all'ultimo quadrimestre 2017, curata dalla Direzione studi e ricerche della Banca.
Tra le 84 imprese champion distrettuali del Piemonte spiccano: Panealba (dolci di Alba e Cuneo), Ruffoni (casalinghi di Omegna), Santero Fratelli e Cantine dei Marchesi di Barolo (vini di Langhe, Roero e Monferrato), Lawer (maccnhine tessili di Biella), Vitale Barberis Canonico, Successori Reda e Soft NW (tessile di Biella), Rubinetterie Codor, Caleffi, Carlo Poletti, Fima Carlo Frattini, Fratelli Pettinaroli (rubinetteria e valvole di Cusio-Valsesia), Raselli Franco e Recarlo (oreficeria di Valenza).
Quanto alle imprese giovanili in evidenza nei distretti industriali del Piemonte, la ricerca di Intesa Sanpaolo cita: Caffè Vergnano (caffè, confetterie e cioccolato torinese), Erreesse, Guidi e Zanellato (rubinetteria e valvolame di Cusio-Valsesia), Ftc (tessile di Biella), Rolando (vini dellle Langhe, Roero e Monferrato), Costanzo e Rizzetto, Catananti (oreficeria di Valena), Riseria di Agliano (riso di Vercelli), Golosi di Salute (dolci di Alba e Cuneo)

SANDRO GUALA VARA “FITNESS TORINO”
“Fitness Torino” è cos' che è stato battezzato il neonato consorzio avviato dalle 20 palestre storiche cittadine che hanno deciso di unire le loro forze per valorizzare la loro consolidata qualità, raggiunta con il rispetto di una serie di requisiti, a partire dalla disponibilità di personale che deve avere frequentato corsi specifici di formazione e almeno 8-10 anni di eseprienza. Promotore e presidente del consorzio è Sandro Guala, titolare della Gimnica, “storica” palestra della Crocetta, il quartiere della Torino Bene. Di “Fitness Torino” fanno parte anche Palestre Torino, Squash Point, Palestra Azzurra, Bfc, Royal, Europeen, I-Fit, John Fitness, First Evolution, H360, Olympic, FormaeBenessere, Infitness, Sport Town, Santa Monca, Stella Polare, Ronchi Verdi e Il Mondo.

INVA SODDISFA LA VALLE D'AOSTA
Inva, società inhouse della Regione Valle d'Aosta, che progetta e realizza sistemi informativi per i propri azionisti (il 75% del capitale appartiene alla Regione, il 14,21% al Comune di Aosta, il 9,91% alla Ausl e il restante 0,88 è diviso fra 90 Comuni, Unité des Communes e altri enti pubblici locali) ha chiuso il bilancio 2017 con un utile lordo (pre tasse) di 934.507 euro, 300.000 in più rispetto all'esercizio precedente. Inva conta 240 dipendenti, ha come presidente Pier Carlo Rusci e come direttore Enrico Zanella.