Potpourri


STARTUP: NEL NORD OVEST CRESCITA LENTA
Le startup sono un nuovo indicatore di spirito d'iniziativa imprenditoriale e di innovazione. Per questo la loro anagrafe viene seguita con particolare attenzione. Il monitoraggio è costante. E l'ultima rilevazione, relativa al Nord Ovest, è leggermente positiva per la Liguria e la Valle d'Aosta, negativa per il Piemonte.
Al 5 marzo, infatti, le startup attive sono risultate 471 in Piemonte (una in meno rispetto al 5 febbraio, sempre di quest'anno), 162 in Liguria (tre in più) e 18 in Valle d'Aosta (una in più). Totale del Nord Ovest 651, solo tre in più (+0,46%) mentre la è stata del 2,12% la crescita dell'intera Italia, dove le startup sono diventate 8.711 a fronte delle 8.530 di trenta giorni prima.
La situazione diventa ancora più significativa se si considera che nella graduatoria nazionale per numero di startup al 5 marzo 2018, il Piemonte figura soltanto al sesto posto e la Liguria al quindicesimo.
La Liguria è preceduta anche da Sardegna, Calabria, Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo; il Piemonte da Campania (639 startup), Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e, naturalmente, Lombardia (2.086).


FONDAZIONI BANCARIE, VIGILIA DI RISTRUTTURAZIONE
Nel mondo delle fondazioni di origine bancaria (Fob) circola la voce che una decina delle 88 Fob attualmente operative non sia più in grado di restare autonoma, non disponendo più le risorse finanziarie necessarie per svolgere adeguatamente la propria attività istituzionale. I problemi sono rappresentati da costi di gestione superiori alle spese per le erogazioni, patrimoni ormai ridotti al lumicino e, per alcune, la continuità di esercizi chiusi in rosso.
Il protocollo Acri-Mef, redatto dall'Associazione delle Fob e il ministero dell'Economia e delle Finanze, prevede la possibilità di collaborazioni molto strette tra gli enti più deboli e quelli forti, nonché fusioni. L'alternativa è la liquidazione. Discussioni sono in corso, anche in Piemonte e in Liguria. Il ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef), autorità di vigilanza delle Fondazioni di origine bancaria, sta seguendo i casi con molta attenzione, pronto a intervenire se i tempi si rivelassero troppo lunghi.
Dopo quello bancario, il sistema nazionale delle Fondazioni di origine bancaria si appresta a una profonda ristrutturazione.
Giuseppe Guzzetti, presidente Acri

PLATERO DAL SOLE ALLA STAMPA
Ritorno alle origini. Il giornalista Mario Platero, “storico” corrispondente del Sole 24 Ore da New York – lo è stato per 29 anni – dal primo giorno di marzo ha ripreso a collaborare con La Stampa, il quotidiano con il quale aveva incominciato le sue corrispondenze dall'America nel 1978, l'anno prima di passare al giornale milanese della Confindustria.
Per Mario Platero, classe 1954, tre figli, autore anche di interviste a presidenti degli Stati Uniti, è un po' un ritorno a casa. Annunciando il suo ritorno alla Stampa, infatti, Mario Platero ha ricordato di essere cresciuto a Torino, lasciata poi per la grande Mela.
Mario Platero

A TORINO UNA SEDE DELLA DIGITAL MAGICS
“Abbiamo intenzione di aprire nuove sedi in altre città d'Italia, tra cui Torino; anche perchè abbiamo capito che stare sui territori vuol dire intercettare l'innovazione dove nasce”. L'anticipazione è del torinese Marco Gay, azionista (con il 4,4%) e amministratore delegato di Digital Magics, incubatore e acceleratore di startup. Digital Magics, che opera dal 2008 ed è quotata in Borsa nel segmento Aim dal 2013, in Italia ha già sedi a Milano, Napoli, Palermo, Roma, Padova e Bari.
Nei programmi 2018 Digital Magics prevede nuovi investimenti per 3,5 milioni di euro (+35% rispetto al 2017), finalizzati all'acquisizione di partecipazioni in altre 10-15 startup. Attualmente, la società, che ha come maggiori azionisti il proprio team con il 30% del capitale e la Tip del finanziere Tamburi si presenta con un portafoglio di una settantina fra startup e piccole imprese innovative.
Marco Gay, amministratore delegato Digital Magics

ZAMPINI HA RIPRESO IL TIMONE DI ANSALDO ENERGIA
A volte ritornano (meno male), anche quelli che non sono mai andati via. E' il caso di Giuseppe Zampini, richiamato alla guida operativa di Ansaldo Energia, il colosso genovese delle super turbine, leader mondiale nel settore e dotato di 4.400 dipendenti. Dall'ultimo giorno di febbraio Giuseppe Zampini è di nuovo amministratore delegato di Ansaldo Energia, incarico già svolto per oltre sedici anni e lasciato, un anno fa, per assumere quello di presidente.
Cassa Depositi e Prestiti, azionista di maggioranza di Ansaldo Energia, ci ha ripensato. Ha ridato il timone a Giuseppe Zampini, bellunese di nascita (1946), ma genovese a tutti gli effetti, laureato in Ingegneria nucleare all'Università di Pisa; mentre ha affidato la presidenza a Guido Rivolta, amministratore delegato di Cdp Equity, che possiede il 60% di Ansaldo Energia.
Giuseppe Zampini, n.1 Ansaldo Energia

LA DOPPIETTA DI PALENZONA
Fabrizio Palenzona, piemontese di Novi Ligure, dove è nato il primo giorno di settembre del 1953, ha fatto una doppietta: nell'arco di pochi giorni, è diventato presidente sia della Conftrasporto (confederazione delle associazioni delle imprese di trasporti e logistica di Confcommercio) sia della milanese Prelios, l'ex Pirelli Real Estate. Prelios, quotata in Borsa, dalla quale è però destinata a uscire in seguito all'Opa lanciata dalla Lavaredo, già in possesso dell'86,3% delle azioni, è uno dei principali gruppi europei nell'alternative asset management.
Laurea in Giurisprudenza all'Università di Pavia, una lunga e intensa attività nel sistema economico-finanziario italiano (fra l'altro è stato vice presidente di Unicredit fino all'anno scorso, presidente di Adr-Aeroporti di Roma, Gemina, Aviva, Impregilo, consigliere di amministrazione di Mediobanca) Fabrizio Palenzona aggiunge i nuovi incarichi a quelli di presidente di Aiscat, Assaeroporti, consigliere di amministrazione dell'Università del Piemonte Orientale. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 2004 dal presidente Azeglio Ciampi, dal 1985 al 1995 è stato sindaco di Tortona e dal 1995 al 2004 presidente della Provincia di Alessandria.
Fabrizio Palenzona

Piazza Affari: Cairo Communication e Gedi fanno segnare il minimo degli ultimi anni


Record storici per tre quotate del Nord Ovest, nella seduta borsistica di oggi, 5 marzo: due società hanno visto le loro azioni toccare il punto più basso, l'altra, invece, la vetta mai raggiunta prima. L'ultimo caso è quello della Erg, il cui titolo ha sfondato quota 17 euro ed è arrivato a 17,04 euro, suo nuovo massimo, grazie all'ulteriore incremento del 2,9% del suo prezzo.
Al contrario, a far registrare i loro nuovi minimi sono state Cairo Communication e Gedi Gruppo Editoriale, società operanti nello stesso settore. L'ultimo prezzo dell'azione Cairo Communication è stato di 3,205 euro, inferiore del 2,73% al precedente e il più basso dal giugno 2013; mentre l'azione Gedi Gruppo Editoriale ha chiuso a 0,55 euro (-3,51% rispetto a venerdì), il minimo degli ultimi cinque anni almeno.
Proprio oggi, il Consiglio di amministrazione della Gedi Gruppo Editoriale, presieduta da Marco De Benedetti, ha approvato il bilancio 2017, che evidenzia un aumento del fatturato (633,7 milioni, l'8,2% in più rispetto all'esercizio 2016) e del margine operativo lordo (53,2 milioni a fronte dei 43,7 del 2016); ma una perdita netta di 123,3 milioni mentre l'anno prima era terminato con un utile netto di 10,4 milioni.
Il profondo rosso del 2017, che sarà coperto attingendo alle riserve patrimoniali, è conseguente alla definizione di un contenzioso fiscale che comporta un esborso di 175,3 milioni, 140,2 dei quali versati nel 2017 e 35,1 milioni da saldare entro il 30 giugno prossimo.
Un'ultima notizia riguardante altre due quotate del Nord Ovest. Oggi, l'azione di risparmio della Borgosesia ha chiuso a 0,815 euro, con un incremento dell'8,67% che è risultato il secondo maggiore di Piazza Affari e l'azione della Fidia a 7,74 euro, il 7,5% in più, che vale il quarto posto nella graduatoria delle top ten dei rialzi nella seduta.
Urbano Cairo

Fondazione Crt, bilancio e nuovi obiettivi illustrati dal presidente Giovanni Quaglia


Una nuova prova di quanto siano sempre più importanti le Fondazioni di origine bancaria (Fob) con un patrimonio gestito bene l'ha fornita, oggi a Torino, Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Crt e dell'Associazione delle Fob del Piemonte.
Nell'incontro del Dumse da Fé, con numerosi e qualificati partecipanti, Giovanni Quaglia ha ricordato che nei 25 anni di attività, la Fondazione Crt ha fatto oltre 37.000 interventi in Piemonte e Valle d'Aosta, erogando oltre 1,5 miliardi di euro, che diventano 1,7 miliardi comprendendo le risorse destinate ai fondi per il Volontariato.
Fra l'altro, ha restaurato 2.500 beni storici, artistici e architettonici e circa 500 luoghi sacri, tra i quali tutte le cattedrali delle due regioni; ha dato 5.000 borse di studio ad altrettanti giovani talenti; ha coinvolto 770.000 studenti in attività formative con il progetto Diderot, ha aiutato 1.800 persone disabili; ha acquistato 482 ambulanze donate poi alle organizzazioni assistenziali; ha comprato attrezzature destinate alla Protezione civile regionale per 19 milioni.
Tutto questo grazie alle risorse generate dal suo patrimonio, salito a 3,2-3,3 miliardi di euro, grazie alla sua prudente e avveduta amministrazione, curata esclusivamente da un ristretto e validissimo team interno (“così non si sborsa un sacco di soldi in commissioni”). Principale asset è la partecipazione in Atlantia, “che continua a dare grandi soddisfazioni”. Fondazione Crt ha una quota superiore al 5% di Atlantia, che ne fa il secondo maggior azionista dopo il gruppo Benetton. E' invece calata intorno all'1,6% la partecipazione in Unicredit.
Nel portafoglio della Fondazione Crt, adeguatamente diversificato per ridurre i rischi, spiccano anche i pacchetti azionari delle Assicurazioni Generali e di Cassa Depositi e Prestiti e di Mediobanca.
Nella sua relazione al Dumse da Fé, club torinese coordinato da Piero Gola e riconosciuto come luogo di libero confronto, di ascolto di competenze e visioni, di partecipazione alla vita della Polis, Giovanni Quaglia ha anche sottolineato le principali funzioni delle Fondazioni di origine bancaria (promuovere, incentivare e sostenere lo sviluppo economico territoriale, la cultura, l'educazione e la formazione, il welfare). Inoltre, ha detto che ritiene fondamentale che le Fondazioni diventino sempre di più “il legame tra la società civile e le istituzioni”, che devono essere affiancate e magari sollecitate, ma mai delegittimate e sostituite nei loro ruoli e compiti. Le Fob, infatti, sono soggetti sussidiari, non sostitutivi.
Giovanni Quaglia si è soffermato su un altro paio di punti, che gli stanno particolarmente a cuore: l'opportunità, per non dire la necessità, sia dell'ascolto, della condivisione, della riscoperta del valore della reciprocità, del coinvolgimento e della solidarietà; sia che Torino “faccia squadra con il resto del Piemonte, che è forte e ricco di grandi risorse, e si dia una visione internazionale”, evitando di continuare a guardare soltanto Milano.
Nato a Genola nel 1947, torinese d'adozione, Giovanni Quaglia, laureato in Lettere moderne sotto la Mole, insegnante, poi preside, revisore dei conti, giornalista pubblicista, Cavaliere di Gran Croce e medaglia d'oro di prima classe per meriti particolari nel settore della cultura, dell'arte e dell'istruzione concessa dal ministro della Pubblica istruzione, da tempo è professore di Economia e direzione delle imprese al Dipartimento di management dell'Università di Torino (segue annualmente circa 400 studenti).
Oltre che presidente della Fondazione Crt e dell'Associazione delle Fob del Piemonte e componente del comitato esecutivo dell'Acri, è presidente di Ream Sgr e di Ogr-Crt, consigliere di amministrazione di Sias (gruppo Gavio), dell'Università di Scienze Gastronomici di Pollenzo e della Fondazione.
Nella sua lunga e intensa attività, non mancano le esperienze politiche: è stato sindaco (allora il più giovane d'Italia), presidente della Provincia di Cuneo per quattro mandati (un record) e consigliere regionale. Fortemente legato al Piemonte, ha sempre resistito alle lusinghe politiche romane.

Giovanni Quaglia con Papa Francesco

Alla famiglia Agnelli-Elkann e ai suoi soci elezioni e Trump costati oltre 10 miliardi


Oltre dieci miliardi di euro. E' il prezzo pagato, in trenta giorni, dalla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi e dai suoi soci nelle quotate del Gruppo a Piazza Affari, alla vigilia elettorale e alla novità dei dazi decisi da Donald Trump, il presidente degli Usa.
Il calcolo della perdita di valore attribuito dalla Borsa, tra il 2 febbraio e il 2 marzo, alle quotate facenti capo alla nota Famiglia torinese guidata da John Elkann è stato pubblicato, oggi 4 marzo, dal Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera diretta da Umberto La Rocca.
Il Corriere Torino ha precisato che la capitalizzazione di Fca-Fiat Chrysler Automobiles è scesa dai 28,889 del 2 febbraio ai 24,766 miliardi del 2 marzo (l'azione singola da 18,792 a 16,11 euro), Cnh Industrial è passata da 21,447 a 18,761 miliardi (l'azione da 12,180 a 10,485 euro), Ferrari da 20,129 a 18,807 miliardi (l'azione da 103,800 a 96,98 euro), Exor da 15,149 a 13,265 miliardi (l'azione da 62,860 a 55,04 euro) e la Juventus da 821,3 a 639,9 milioni (l'azione da 0,815 a 0,635 euro). Totale della perdita: 10,196 miliardi.
Nel mese considerato, hanno perso meno, in termini assoluti, gli altri maggiori gruppi “piemontesi”. In particolare, il valore riconosciuto da Piazza Affari alle cinque quotate controllate dai De Benedetti è diminuito di 217,1 milioni negli ultimi trenta giorni: per Cir è calato da 927,7 a 838,7 milioni (l'azione da 1,168 a 1,056), per Sogefi da 464 a 372 milioni (l'azione da 3,864 a 3,10 euro), per Cofide da 404,9 a 398,4 milioni (l'azione da 0,563 a 0,554 euro), per Gedi Gruppo Editoriale da 318,4 a 290 milioni (l'azione da 0,626 a 0,57 euro) e per M&C da 56,2 a 54,8 milioni (l'azione da 0,1185 a 0,1155 euro).
Maggiore di quella delle società controllate dai De Benedetti, comunque, è stata la diminuzione della capitalizzazione sia delle due controllate dalla famiglia Gavio (396 milioni) - Sias è scesa da 3,413 a 3,195 miliardi (l'azione da 15 a 14,04 euro) e Astm da 2,089 a 1,911 miliardi (l'azione da 21,10 a 19,30 euro) – sia della coppia borsistica di Urbano Cairo: da 516,2 a 442,9 milioni la Cairo Communication (da 3,840 a 3,295 l'azione) e da 602,2 a 568,8 milioni Rcs MediaGroup (da 1,154 a 1,09 euro l'azione).
Cali dei prezzi delle rispettive azioni e quindi delle relative capitalizzazioni, cali più o meno consistenti, sono stati rilevati per tutte le società quotate che fanno riferimento al Nord Ovest, con l'unica eccezione della Erg, il cui titolo è salito a 16,56 euro dai 16,39 euro del 2 febbraio.
Ecco, per ogni quotata non citata prima, il prezzo di riferimento di venerdì scorso e, tra parentesi, quello del 2 febbraio: Banca Carige 0,0083 euro (0,0085), Bim-Banca Intermobiliare 0,58 (0,616), Basicnet 3,535 (3,70), Biancamano 0,298 (0,326), Buzzi Unicem 19,885 (23,01), Centrale del Latte d'Italia 3,06 (3,48), Cover50 9,74 (9,80), Damiani 0,98 (0,99), Dea Capital 1,40 (1,446), Diasorin 66,10 (76,55), Fidia 7,20 (8,18), Intesa Sanpaolo 3,0065 (3,115), Iren 2,374 (2,578), Italgas 4,312 (4,84), Italia Independent 4,70 (4,96), Ki Group 2,40 (2,62), Orsero 8,88 (9,15), Pininfarina 2,05 (2,115), Prima Industrie 34,65 (36,84), Reply 48 (53,45), Tecnoinvestimenti 6,34 (7,08), Ubi Banca 3,845 (4,125), Visibilia 0,108 (0,12), Vittoria Assicurazioni 12,68 (13,02).
Il confronto non è possibile, invece, per Boero Bartolomeo, Borgosesia e Cdr Advance Capital.
John Elkann

Auto, crollo vendite in Piemonte e Liguria boom di nuove immatricolazioni ad Aosta


Febbraio gelido per le concessionarie automobilistiche attive in Piemonte e Liguria. Nel mese scorso, le vendite di vetture nuove sono crollate. In Piemonte le nuove immatricolazioni sono state 16.954 (-9,4% rispetto al febbraio 2017) e in Liguria 2.894 (-10,4%). Le diminuzioni assumono un significato ancora maggiore se si considera che l'intero mercato italiano si è contratto solo dell'1,4%, chiudendo il mese con 181.734 immatricolazioni contro le 184.350 del febbraio 2017.
A denunciare meno acquisti di auto nuove sono state tutte le province di entrambe le regioni: Alessandria 1.026 (1.169 nel febbraio dell'anno scorso), Asti 458 (481), Biella 455 (520), Cuneo 1.487 (1.591), Novara 962 (1.050), Torino 11.815 (13.086), Verbania 372 (397) e Vercelli 379 (427); Genova 1.470 (1.651), Imperia 328 (370), La Spezia 529 (562), Savona 567 (640).
Di segno completamente opposto invece il risultato di Aosta. Il Pra della regione alpina, infatti, ha registrato 7.953 nuove immatricolazioni nel mese appena passato, il 19,1% in più rispetto al febbraio 2017. Il motivo della nuova impennata del Pra di Aosta è nella minore Ipt, imposta provinciale di trascrizione.
Ad Aosta per immatricolare una vettura nuova si paga un'Ipt pari a 3,51 euro di KW di potenza del motore, il minimo prevista dalla legge. Questa agevolazione fiscale oltre che ad Aosta si trova soltanto nelle province autonome di Trento e di Bolzano. In tutto il resto d'Italia si paga di più. Da qui la decisione di molte società di immatricolare le loro flotte in una di queste tre province, che, infatti, ogni mese evidenziano i numeri più alti (in febbario, Bolzano ha dichiarato 22.783 nuove iscrizioni al Pra e Trento 16.329).
La nuova Jeep Compass, fuoristrada più venduto in febbraio

La Juventus ha perso in Borsa il 7,7% Borgosesia al primo posto per i rialzi


Tre quotate del Nord Ovest tra le prime dieci che, venerdì, hanno denunciato i maggiori ribassi delle rispettive azioni in Borsa. Il titolo della Juventus ha perso il 7,70% rispetto al giorno prima, quello della Centrale del Latte d'Italia il 7,27% e quello della Exor il 6,08%. La perdita del valore dell'azione Juventus è risultata la seconda più elevata di tutto il listino di Piazza Affari, mentre il calo della Centrale del Latte d'Italia è stato il quarto maggiore e quello di Exor il nono.
L'azione Exor (holding del gruppo Agnelli-Elkann-Nasi) ha chiuso a 55,04 euro, Centrale del Latte d'Italia a 3,06 e Juventus a 0,635.
Consolerà almeno i soci della Borgosesia il fatto che la loro società ha terminato l'ultima seduta borsistica della settimana con il maggiore rialzo di Piazza Affari. Il prezzo della sua azione nella compravendita finale, infatti, è stato di 0,69 euro, il 17,95% in più rispetto al precedente.
La Borgosesia è una holding con partecipazioni in diversi settori (dall'immobiliare all'energia) che fa capo al gruppo guidato dal commercialista biellese Mauro Girardi, principale azionista sia della Cdr Advance Capital (nel listino Aim della Borsa di Milano) sia della Borgosesia attraverso Dama srl controllata di Cdr Replay. Dama, infatti, possiede il 52,48% del capitale della Borgosesia, valutata dal mercato 8,3 milioni di euro.
Giuseppe Marotta, amministratore delegato Juventus

Prima Industrie: d'oro l'esercizio 2017 dividendo ai soci aumentato del 33 %


Un titolo ad alto rendimento. E' così che si rivela l'azione Prima Industrie. L'ultima conferma è arrivata con il comunicato che riporta i dati principali del bilancio 2017 e che annuncia la proposta del consiglio di amministrazione di distribuire ai soci un dividendo di 0,40 euro per azione, il 33% in più rispetto a quello dell'anno scorso. Complessivamente, ammonta a 4,193 milioni la somma che si divideranno gli azionisti della società torinese presieduta da Gianfranco Carbonato.
La decisione degli amministratori è conseguente all'utile netto di 18,5 milioni conseguito dalla capogruppo e all'utile netto consolidato, che è stato di 18,7 milioni (+83.3% rispetto ai 10,2 milioni del 2016).
Nell'esercizio appena passato, il gruppo Prima Industrie ha registrato un fatturato di 449,5 milioni (+14,1%) e un margine operativo lordo di 45,1 milioni (+24,7%), pari al 10% dei ricavi. Il portafoglio ordini al 31 dicembre scorso sfiorava i 170 milioni (+18,5%) ed è ancora salito a 185,6 milioni al 31 gennaio 2018.
Nel 2017 è migliorata anche la posizione finanziaria: l'indebitamento netto è sceso a 69,6 milioni dagli 84,2 milioni del 31 dicembre 2016. I dipendenti sono risultati 1.781, quindi 117 in più rispetto all'anno precedente.
L'alto rendimento dell'azione Prima Industrie è provato anche dalla performance borsistica: l'ultimo prezzo in Piazza Affari è stato di 34,65 euro, a fronte dei 19,40 euro del 2 marzo 2017. In dodici mesi esatti la rivalutazione è stata di 15,25 euro e del 78,6%. La capitalizzazione della società è perciò salita a 363,245 milioni.
Gianfranco Carbonato, presidente Prima Industrie

Assi piemontesi, tris femminile


ALBINA MALERBA TURBO DEL CENTRO STUDI PIEMONTESI
Numeri impressionanti quelli relativi all'attività istituzionale 2017 del Centro Studi Piemontesi, presieduto da Beppe Pichetto (vice è Gustavo Mola di Nomaglio) e diretto magistralmente da Albina Malerba. L'anno scorso, il Centro Studi Piemontesi ha pubblicato 14 volumi (interamente concepiti e seguiti all'interno) e 2 nuove edizioni della sua rivista semestrale; ha coinvolto 369 tra autori, collaboratori, relatori e conferenzieri (tutti a titolo gratuito), 115 i libri recensiti e 113 i segnalati, 134 le promozioni di iniziative riguardanti il Piemonte e gli Stati Sabaudi, 56 tra conferenze, presentazioni e lezioni organizzate, 65 associazioni ed enti coinvolti, almeno 9.000 le persone partecipanti agli eventi del Centro, tutti ad ingresso libero.
Come riconosciuto dai vertici, per l'attività del Centro Studi Piemonte sono stati fondamentali il sostegno della Compagnia di San Paolo e i contributi di Fondazione Crt, Reale Mutua Assicurazioni, ministero dei Beni e delle attività culturali, Regione Piemonte, Fondazione Guglielmo De Levy e di diverse persone fisiche.
Fondamentale, però, è stata anche l'operosità di Gustavo Mola di Nomaglio e di Albina Malerba, infaticabili e costantemente propositivi. Due turbo.
Di Moncalieri, dove è nata nel 1953, laurea in Lettere, Albina Malerba oltre a dirigere la prestigiosa istituzione culturale torinese è responsabile della rivista “Studi Piemontesi”, presente in tutte le più importanti biblioteche del mondo. Docente del master dell'Università di Torino in Cultura e patrimonio storico-linguistico per la formazione degli insegnanti in Argentina, ha diverse collaborazioni editoriali e, fra l'altro, può vantare incarichi nelle Fondazioni Filippo Burzio, Bottari Lattes e Museo della Ceramica di Mondovì. Ha anche ricevuto i premi San Giovanni dalla Città di Torino e Bojanen di Torino Incontra.
Albina Malerba

ANNA SAPINO PRIMA IN ITALIA CON IL PREMIO TOTOVIC
Anna Sapino, direttore scientifico dell'Istituto per la ricerca e la cura del cancro (Ircc) di Candiolo, è stata insignita del Premio Vladimir Totovic, il prestigioso riconoscimento che la divisione tedesca del'International Academy of Pathology assegna ogni anno a un anatomo patologo che si sia distinto per la sua attività scientifica. Prima di Anna Sapino, nessun italiano lo aveva ricevuto. E' stata premiata per i suoi studi nel campo dei tumori alla mammella.
Oltre a essere direttore scientifico dell'Istituto di Candiolo, Anna Sapino è professore ordinario di Anatomia patologica all'Università di Torino e membro del Consiglio superiore di Sanità. E' nata a Moretta (Cuneo) 60 anni fa. Ha due figli. Si è laureata in Medicina, nel capoluogo piemontese, nel 1982 e si è poi specializzata in Anatomia patologica all'Università di Milano. Ha studiato anche negli Usa. E' autrice di numerose pubblicazioni scientifiche.
Anna Sapino

ELENA MOTTA DAL CALL CENTER ALLA DIREZIONE GENERALE
In occasione della sua nomina a direttore generale di Directa Sim, società torinese attiva nel trading on line dal 1966, Elena Motta ha avuto l'onore di una pagina quasi intera dedicatale da La Stampa. La decisione del quotidiano torinese si trova nella carriera di Elena Motta, la quale ha incominciato a lavorare in Directa Sim, come assistente ai clienti, nella sala dei telefoni (call center), vent'anni fa, quand'era studente alla Facoltà di Economia. “Facevo 10-15 ore alla settimana” ha raccontato al bravo Giuseppe Bottero, aggiungendogli che è cresciuta “poco per volta”.
Senza mai smettere di lavorare, Elena Motta, 44 anni, si è laureata nel 1999, quando è anche diventata responsabile del servizio clienti, prima di diventarlo del marketing. Poi le è stata affidata la direzione commerciale, ultima tappa antecedente la direzione generale. Con l'apprezzamento e la fiducia di Massimo Segre, fondatore, presidente e azionista di controllo di Directa Sim, che ha accordi con oltre 170 intermediari in Italia.
Nel 2017, Directa Sim ha avuto oltre 19.000 clienti operativi, che hanno fatto registrare 1,82 milioni di eseguiti e hanno intermediato sul mercato italiano un controvalore di 26,3 miliardi di euro. La società è partecipata, con quote significative, da Mario Fabbri, amministratore delegato, e da Andrea Grinza, direttore amministrativo.
Elena Motta

Noberasco e la torinese OwensCorp accompagnate verso la Borsa da Ubi


Tra le 21 aziende che Ubi Banca e Confindustria hanno selezionato per accompagnarle in un percorso di sviluppo destinato a sfociare in Piazza Affari, nell'ambito del programma Elite di Borsa Italiana, ne spiccano due del Nord Ovest: sono la Noberasco di Albenga e la OwensCorp di Torino. Sono state preferite per il loro business, “solido e ad alto potenziale di crescita”.
Nobersasco e OwensCorp avranno la possibilità di intraprendere un percorso dedicato che prevede strumenti di finanziamento, relazioni con operatori del mercato dei capitali, grazie anche all'interlocuzione con una platea di potenziali investitori italiani ed esteri, formazione specifica per guidare i cambiamenti organizzativi e di governance necessari ad affrontare i mercati internazionali.
Insieme, le 21 azione scelte da Ubi Banca e Confindustria hanno un fatturato aggregato di circa tre miliardi di euro e un totale di 11.000 dipendenti.
OwensCorp confeziona articoli di abbigliamento. Noberasco è leader in Italia nel settore della frutta secca.
La Noberasco compie centodieci anni. Da quando è stata fondata, nel 1908, ad Albenga, è sempre stata guidata e controllata dall'omonima famiglia, ora alla quarta generazione. Negli ultimi cinque anni ha aumentato il fatturato da 65 a 135 milioni di euro e i dipendenti da 75 a 150. Il suo nuovo stabilimento, a Carcare, sempre nel Savonese, ha comportato un investimento di 50 milioni.
La Noberasco, che ha una gamma di offerta molto vasta e continuamente rinnovata, opera anche attraverso le sue prime tre boutique, aperte rispettivamente ad Albenga, Milano e Torino. Negozi estremamente affascinanti.
Ubi Banca, 1.838 filiali in Italia (160 in Piemonte), 21.400 dipendenti, ha come maggiore azionista la Fondazione Crc di Cuneo, che ne possiede il 5,91% del capitale, mentre il 5,123 fa capo a Silchester International Investors e il 4,959% alla Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Del Consiglio di Sorveglianza fanno parte anche i piemontesi Ferruccio Dardanello e Alessandra Del Boca. Presidente del Consiglio di Gestione è Letizia Moratti.
Terza e quarta generazione Noberasco

Aeroporti: Genova ha ripreso quota


Ha ripreso quota, in gennaio, l'aeroporto di Genova. Il “Cristoforo Colombo”, infatti, nel primo mese di quest'anno ha fatto registrare un incremento del 15,5% dei voli (1.253) rispetto al gennaio 2017 e dell'1,7% dei passeggeri, risultati 73.781. L'aumento dei passeggeri è inferiore al 5,7% medio dei 38 scali nazionali, dove sono transitate 11.406.716 persone; mentre il tasso di crescita dei voli dell'aeroporto genovese è stat0 superiore al 4,2% medio italiano (105.393 movimenti).
Nell'intero anno appena passato, l'aeroporto di Genova ha avuto 1.249.374 passeggeri, lo 0,7% dei 175.413.402 registrati dai 38 scali italiani censiti da Assaeroporti, la loro associazione. Il dato 2017 era ancora inferiore dell'1,6% a quello del 2016 e, comunque, tale da porre il Cristoforo Colombo al posto numero 23 nella graduatoria 2017 degli scali italiani, dietro persino a quelli di Trapani, Alghero, Brindisi e Lamezia Terme.
L'Aeroporto di Genova ha come azionista di maggioranza assoluta l'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale con il 60% del capitale, mentre la Camera di commercio di Genova ne possiede il 25% e la Aeroporti di Roma il 15% restante. Presidente della società, dal luglio scorso, è Paolo Odone, classe 1942, da parecchi anni al vertice anche della locale Camera di commercio.
Al contrario dello scalo genovese, quello di Torino-Caselle in gennaio ha evidenziato cali rispetto allo stesso mese 2017. Infatti, ha registrato 3.695 movimenti (arrivi e partenze), l'1,8% in meno e 318.941 passeggeri, il 2,6% in meno. E' andata un po' meglio, invece, al terzo aeroporto del Nord Ovest, quello di Cuneo-Levaldigi: i movimenti sono diminuiti del 9,4%, risultando così 309; ma i passeggeri sono aumentati del 20,6%, ammontando a 9.118.
L'aeroporto di Torino-Caselle, nell'intero 2017 ha avuto 4.176.556 passeggeri, nuovo record storico, grazie all'incremento del 5,8% rispetto al 2016. Però, la sua crescita è risultata inferiore alla media nazionale del 6,4% (sono stati 175.413.402 i passeggeri utilizzatori degli aeroporti italiani censiti dalla loro associazione).
Nella graduatoria 2017 basata sui clienti degli scali del Bel Paese, il “Sandro Pertini” è stato preceduto anche dagli aeroporti di Bari (4.686.016 passeggeri), Pisa (5.233.831) e Palermo (5.775.274). I passeggeri che hanno utilizzato l'aeroporto di Caselle in gennaio rappresentano il 2,8% delle persone transitate in tutti gli scali dell'Italia.
Il “Sandro Pertini” è gestito, dal 1956, dalla Sagat, società che ne ha la concessione almeno fino al 2035 e che da cinque anni esatti ha come azionista di maggioranza assoluta, con il 75,28% del capitale, 2i Aeroporti (gruppo Cdp-Cassa Depositi e Prestiti). Il 10% fa capo alla Fct Holding, finanziaria del Comune di Torino, il 6,76% a Tecno Holding (Camere di commercio) e il 5% alla Città Metropolitana. Presidente è Giuseppe Donato e amministratore delegato Roberto Barbieri.
Paolo Odone, presidente Aeroporto di Genova

Azioni Juventus e Cairo Communication tra le dieci con i maggiori ribassi in Borsa


Due quotate del Nord Ovest nella lista delle dieci che oggi, 1 marzo, hanno subito i maggiori ribassi dei prezzi delle loro azioni in Piazza Affari. Al quarto posto è finita Cairo Communication, la cui azione è scesa del 5,19% a 3,38 euro e al decimo la Juventus, che ha chiuso con un calo del 4,7% a 0,688 euro, nonostante la conquista della finale di Coppa Italia. Per entrambe, comunque, il prezzo odierno non è il più basso di sempre. 
Il primo giorno di marzo dell'anno scorso, l'azione Juventus valeva 0,3599 euro, quella della Cairo Communication 3,638 euro. 
Se per Urbano Cairo non è stata una buona seduta - anche l'altra sua quotata, Rcs MediaGroup ha avuto come ultimo prezzo 1,09 euro, il 2,68% in meno rispetto a ieri - non lo è stata neppure per le altre società quotate della scuderia Agnelli-Elkann-Nasi: Fca-Fiat Chrysler Automobiles ha chiuso a 17,088 euro per azione (-2,75%), Exor a 58,60 euro (-2,17%), Ferrari a 100,70 euro (-1,70%) e Cnh Industrial a 11,00 euro (-1,30%).
D'altra parte, l'indice Ftse Mib è finito in rosso, a 22.438 punti, lo 0,7% in meno rispetto alle 24 ore precedenti.
In controtendenza, invece, Cofide, la holding dei fratelli De Benedetti. L'ultimo prezzo del titolo Cofide è stato di 0,554 euro, con un incremento del 4,14%, che è risultato il settimo più elevato nella giornata borsistica odierna.


SENZA DIVIDENDO I SOCI CENTRALE DEL LATTE D'ITALIA
Tra le quotate del Nord Ovest che hanno terminato la giornata in rosso, si trova pure la torinese Centrale del Latte d'Italia (Cli). Il prezzo dell'ultima contrattazione è stato di 3,27 euro (-1,21%). Può avere influito anche la comunicazione che quest'anno la società presieduta da Luigi Luzzati e guidata da Riccardo Pozzoli, amministratore delegato, non distribuirà dividendo.
Nel 2017, la capogruppo ha conseguito un utile netto di 204.000 euro, destinato interamente a riserva; ma a livello consolidato è stata registrata una perdita di 261.000 euro, non confrontabile comunque con l'utile di 12 milioni del 2016.
Nel passato esercizio, i ricavi netti del gruppo Cli sono stati pari a 183,4 milioni (117,7 milioni nel 2016) e il margine operativo lordo è ammontato a 7,2 milioni (2,9 milioni). E' aumentato, tuttavia, pure l'indebitamento finanziario netto a 62,3 milioni al 31 dicembre 2017 dai 60,2 milioni della stessa data dell'anno precedente.
Luigi Luzzati, presidente Cli

Hunziker & Bongiorno




Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno riceveranno, il 15 aprile ad Albenga, il Premio Fionda di Legno 2018, per l'attività della Onlus Doppia Difesa, che hanno fondato nel 2017 e che continuano ad animare per il sostegno delle donne vittime di abusi fisici e psicologici. Il Premio è assegnato dall'associazione locale “Fieui di Caruggi”.


IL PRELATO QUOTIDIANO
Dacci oggi il nostro prelato quotidiano... Dicono che nel Nord Ovest ci sia un alto prelato che va in crisi di astinenza se non si vede citato almeno una volta al giorno su un mass media, andandogli bene sia un quotidiano che una tv, non importa se nazionale o locale, ma persino una radio. Lui, comunque, fa di tutto per meritare l'apparizione mediatica: qualsiasi occasione è buona per un intervento o una dichiarazione. Probabilmente pensa che gli torni utile finire, il più possibile, nella rassegna stampa vaticana. Di certo, tanta sua visibilità a molti dà fastidio. Chi è il soggetto in questione?

LA SGR “ETICA”
Una Sgr (società di gestione del risparmio) che si vanta di essere etica come forse nessun'altra, non solo in Piemonte dove è nata, da quando non è più presieduta da un uomo molto rigoroso, giusto e competente, agisce, all'interno e all'esterno, in modi decisamente ben diversi da quelli ai quali dice di ispirarsi. Capo e sottocapo si comportano come boss di bassa lega. La nuova situazione sta emergendo e fa chiedere fino a quando non interverrà qualcuno a rimettere a posto cose e persone. Un premio, naturalmente morale, ai risolutori dell'indovinello.

SUL PONTE DELLA STAMPA
A Torino circola la voce che alla Stampa, il quotidiano passato sotto il controllo dei figli di Carlo De Benedetti, dovrebbe arrivare presto un nuovo vice direttore, in sostituzione di uno degli attuali che andrebbe a dirigere un quotidiano locale del Gruppo. Si dice che a condividere il ponte di comando, comunque alle dipendenze del direttore Molinari, sarà un giornalista molto bravo, stimatissimo dal grande Giulio Anselmi, in passato già in posizioni apicali alla Stampa e, più recentemente, diventato anche un volto noto. Le sue iniziali sono A.M. Basta?

UN PRESIDENTE IN BILICO
Si sussurra che nei palazzi attorno a piazza De Ferrari, a Genova, alcuni stiano scommettendo su quanto tempo il presidente di una fondazione ligure, scelto e sostenuto strenuamente dal Pd, riuscirà a restare ancora attaccato alla poltrona. Diversi esponenti del Centro Destra puntano sull'uscita dopo l'approvazione del bilancio 2017 dell'ente, che dovrebbe essere disastroso come gli altri firmati dal discusso presidente. Nessuno, però, rischia neppure un euro sulle dimissioni spontanee. La spinta arriverà da Roma o sarà locale?

Indiscrezioni & indovinelli


IL PRELATO QUOTIDIANO
Dacci oggi il nostro prelato quotidiano... Dicono che nel Nord Ovest ci sia un alto prelato che va in crisi di astinenza se non si vede citato almeno una volta al giorno su un mass media, andandogli bene sia un quotidiano che una tv, non importa se nazionale o locale, ma persino una radio. Lui, comunque, fa di tutto per meritare l'apparizione mediatica: qualsiasi occasione è buona per un intervento o una dichiarazione. Probabilmente pensa che gli torni utile finire, il più possibile, nella rassegna stampa vaticana. Di certo, tanta sua visibilità a molti dà fastidio. Chi è il soggetto in questione?

LA SGR “ETICA”
Una Sgr (società di gestione del risparmio) che si vanta di essere etica come forse nessun'altra, non solo in Piemonte dove è nata, da quando non è più presieduta da un uomo molto rigoroso, giusto e competente, agisce, all'interno e all'esterno, in modi decisamente ben diversi da quelli ai quali dice di ispirarsi. Capo e sottocapo si comportano come boss di bassa lega. La nuova situazione sta emergendo e fa chiedere fino a quando non interverrà qualcuno a rimettere a posto cose e persone. Un premio, naturalmente morale, ai risolutori dell'indovinello.

SUL PONTE DELLA STAMPA
A Torino circola la voce che alla Stampa, il quotidiano passato sotto il controllo dei figli di Carlo De Benedetti, dovrebbe arrivare presto un nuovo vice direttore, in sostituzione di uno degli attuali che andrebbe a dirigere un quotidiano locale del Gruppo. Si dice che a condividere il ponte di comando, comunque alle dipendenze del direttore Molinari, sarà un giornalista molto bravo, stimatissimo dal grande Giulio Anselmi, in passato già in posizioni apicali alla Stampa e, più recentemente, diventato anche un volto noto. Le sue iniziali sono A.M. Basta?

UN PRESIDENTE IN BILICO
Si sussurra che nei palazzi attorno a piazza De Ferrari, a Genova, alcuni stiano scommettendo su quanto tempo il presidente di una fondazione ligure, scelto e sostenuto strenuamente dal Pd, riuscirà a restare ancora attaccato alla poltrona. Diversi esponenti del Centro Destra puntano sull'uscita dopo l'approvazione del bilancio 2017 dell'ente, che dovrebbe essere disastroso come gli altri firmati dal discusso presidente. Nessuno, però, rischia neppure un euro sulle dimissioni spontanee. La spinta arriverà da Roma o sarà locale?

Nuda proprietà, prime Genova e Torino


Genova primatista per la nuda proprietà. In seguito a una sua analisi, Immobiliare.it ha rilevato tra le maggiori città italiane è Genova che ha fatto registrare l'aumento più alto degli annunci di offerta di alloggi in nuda proprietà (6,7%), nonostante un calo medio del 29% dei prezzi delle case vendute con questa formula, “che mette in luce gli effetti della crisi economica sui cittadini” ha commentato Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it, specificando che un numero sempre maggiore di nonni “rinunciano alla proprietà della loro abitazione, non solo nelle grandi città, pur di aiutare figli e nipoti nell'immediato”.
Una conferma del fenomeno arriva anche da Torino, dove l'offerta di case in nuda proprietà è cresciuta del 5,6% rispetto al 2013, pur in presenza di una diminuzione del 27% del prezzo medio richiesto. Proprio Torino, fra l'altro, è l'unica delle città campione della ricerca ad avere evidenziato un aumento della domanda di alloggi in nuda proprietà. Rispetto al 2013, l'incremento è stato del 5,3%.

Erg al suo massimo storico: 16,99 euro


Erg sempre più energica. Oggi, 28 febbraio, l'azione del gruppo genovese produttore di energia energia esclusivamente da fonti pulite, rinnovabili e sostenibili (vento, acqua, sole e gas naturale) ha chiuso in Borsa a 16,99 euro. E' il nuovo massimo storico. Grazie all'incremento odierno dell'1,55% ha abbattuto il record precedente (16,93) segnato il 23 gennaio scorso.
Il valore riconosciuto da Piazza Affari alla quotata controllata dalla famiglia Garrone-Mondini ha superato i 2,5 miliardi di euro, arrivando a 2,554 miliardi, 903 milioni in più rispetto al 28 febbraio dell'anno scorso. Negli ultimi dodici mesi, il valore del titolo Erg è aumentato di 6 euro e del 54,7%.
Il gruppo Erg vanta la leadership in Italia e una posizione di primo piano in Europa nell'energia eolica, è tra i principali produttori nazionali di energia elettrica da fonte idrica, è entrato in gennaio nel fotovoltaico rilevando il 100% di ForVei, nono maggior operatore nel comparto ed è attivo anche nella produzione termoelettrica ad alta efficienza e basso impatto ambientale attraverso un impianto altamente tecnologico.
Erg, che ha quasi 80 anni, opera in sette Paesi , conta 715 dipendenti e nei primi nove mesi 2017 ha fatturato oltre 765 milioni di euro. Presidente è Edoardo Garrone (vice presidenti sono il fratello Alessandro e Giovanni Mondini), amministratore delegato Luca Bettonte. Nel Consiglio di amministrazione si trova anche la cuneese Silvia Merlo, amministratore delegato dell'omonima impresa metalmeccanica che dà lavoro a circa 1.200 persone e fattura circa 450 milioni).
Edoardo Garrone, presidente esecutivo Erg

Altre due notizie borsistiche riguardanti società del Nord Ovest. Oggi, l'azione di risparmio Borgosesia ha fatto registrare il maggior rialzo in Piazza Affari, dato che l'ultimo contratto di compravendita ha avuto come prezzo 0,51 euro, il 50% in più rispetto al precedente.
Orsero, che ha chiuso a 9 euro esatti (+0,78%) approverà il bilancio 2017 il 19 marzo; ma, intanto, ha anticipato i risultati preliminari consolidati pro-forma: ricavi netti pari a circa 935 milioni di euro ed Ebitda a circa 31 milioni. Per il titolo dell'impresa di Albenga, Imi ha recentemente indicato un target price di 12,3 euro.

Il debito degli Enti locali del Nord Ovest diminuito di 5 miliardi negli ultimi 5 anni


Un buon passo avanti; ma il passato pesa ancora molto. Così, il debito consolidato delle amministrazioni locali del Piemonte risulta il secondo più alto in Italia, inferiore soltanto a quello del Lazio (14,7 miliardi alla fine dell'anno appena passato) e maggiore persino di quello della Lombardia (10,6 miliardi).
Al 31 dicembre 2017, infatti, ammonta a 11,789 miliardi il debito consolidato delle amministrazioni locali del Piemonte (Regione, Comuni, Province e Città metropolitana, altri enti pubblici). Rispetto alla stessa data del 2016, il debito è stato ridotto di 841 milioni. La diminuzione è del 6,66%, esattamente il doppio rispetto al calo del 3,3% del debito consolidato di tutte le amministrazioni locali dell'Italia, ammontante a 86,877 miliardi (89,885 miliardi a fine 2016).
Più virtuose di quelle piemontesi sono state le amministrazioni locali della Valle d'Aosta, che, nel 2017, hanno tagliato il debito complessivo del 15%, portandolo a 227 milioni dai 267 milioni del 31 dicembre 2016.
Non altrettanto virtuose sono risultate le amministrazioni locali della Liguria, il cui debito è diminuito del 4,64%, quindi più della media nazionale ma meno delle altre due regioni del Nord Ovest. Al 31 dicembre 2017, l'indebitamento consolidato delle amministrazioni locali liguri è di 2,322 miliardi, 113 milioni in meno rispetto a dodici mesi prima.
Il debito consolidato delle amministrazioni locali del Nord Ovest, dunque, a fine 2017 ammonta a 14,338 miliardi, pari al 16,5% degli 86,877 miliardi dell'indebitamento consolidato delle amministrazioni locali dell'intero Paese. Nell'ultimo anno è stato ridotto di tre miliardi, confermando la tendenza positiva in atto dal 2012. Allora, infatti, il debito consolidato era di 113,791 miliardi.
Di questa specifica componente dell'indebitamento pubblico italiano, le 20 Regioni insieme sono responsabili per 31,036 miliardi, le Province e le Città metropolitane per 7,320 miliardi, i Comuni per 38,440 miliardi e gli altri enti locali per 9,081 miliardi.
Tornando al Nord Ovest, i dati freschissimi della Banca d'Italia rivelano che alla fine del 2012 le amministrazioni locali del Piemonte presentavano un indebitamento consolidato di 15,636 miliardi, a fronte dei 3,295 miliardi della Liguria e i 423 milioni della Valle d'Aosta. Perciò, negli ultimi cinque esercizi, il debito consolidato delle amministrazioni locali è diminuito di 3,847 miliardi in Piemonte, 973 milioni in Liguria, 196 milioni in Valle d'Aosta e di 5,016 miliardi nell'intero Nord Ovest.

Sergio Chiamparino, presidente Regione Piemonte

Indiscrezioni & anticipazioni


REALE MUTUA: I 50 ANNI DI MIHALICH E I 190 DELLA COMPAGNIA
Il 31 dicembre prossimo la Reale Mutua Assicurazioni, a capo di Reale Group, compirà 190 anni. E' stata fondata, infatti, l'ultimo giorno del 1828, a Torino, allora capitale del Regno di Sardegna. Il 2018, però, sarà eccezionale anche per il presidente del grande gruppo assicurativo e finanziario subalpino: Iti Mihalich sarà festeggiato per i suoi cinquant'anni di attività in Reale Mutua, dove ha incominciato a lavorare nel 1968 e ha progressivamente aumentato le sue responsabilità gestionali, fino a diventare direttore generale (incarico ricoperto per tanti anni) e, infine, numero uno assoluto.
Nato a Fiume nel settembre del 1931, laureato in Matematica, gran nuotatore, sempre in forma e attivissimo, tempra inossidabile, instancabile, costantemente attento e propositivo, Iti Mihalich è presidente non solo della storica Reale Mutua Assicurazioni, ma anche di quasi tutte le società del gruppo: Italiana Assicurazioni, Banca Reale, Reale Immobili, Blue Assistance, più le controllate spagnole e cilene. Inoltre, da meno di un anno, è presidente pure di Credem Assicurazioni, la compagnia partecipata pariteticamente dal Credito Emiliano e da Reale Mutua Assicurazioni (entrambe hanno il 50% del capitale).
Del Consiglio di amministrazione di Credem Assicurazioni fanno parte anche Luca Filippone, Massimo Luviè, Luigi Lana e il torinese Lucio Zanon di Valgiurata, presidente di Fenera Holding, azionista del Credito Emiliano.
Iti Mihalich, presidente Reale Group

AD ALESSANDRO GARRONE E LUCA BETTONTE IL PREMIO ENERGIA
Alessandro Garrone e Luca Bettonte, rispettivamente vice presidente esecutivo e amministratore delegato della Erg, sono i vincitori del Premio Energia 2017. Il riconoscimento è stato attribuito ai due amministratori genovesi dall'Agici Finanza d'Impresa, che ha anche realizzato l'importante Rapporto Utilities 2018.
Alessandro Garrone, vice presidente Erg
Luca Bettonte, ad Erg














INTESA SANPAOLO STUDIA DI VENDERE POLIZZE ANCHE ON LINE
“Puntiamo a premi complessivi per 2,5 miliardi di euro nel 2021. Intendiamo diventare la quarta Compagnia del Paese nel ramo Danni e, in particolare, la prima nel non motor retail”. E' quanto ha anticipato Nicola Maria Fioravanti, responsabile della divisione Insurance di Intesa Sanpaolo, in un'intervista al Sole 24 Ore, durante la quale ha detto, fra l'altro, che l'impresa da lui guidata (presidente è il piemontese Luigi Maranzana, già amministratore delegato dello storico “San Paolo”) è pronta a guardare anche fuori dal perimetro del Gruppo (22 milioni di clienti, 2 milioni dei quali assicurati dalle proprie Compagnie) e “anche in un'ottica più innovativa, per esempio sviluppando una piattaforma digitale, un canale direttore”.
In altre parole, come ha scritto la giornalista del Sole 24 Ore, Laura Galvagni, la Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo, che ha chiuso il 2017 con masse gestite per 150 miliardi, premi lordi per 22,5 miliardi nel Vita e 431 milioni nel ramo Danni, con un utile netto di 639 milioni, “sta considerando la possibilità di vendere polizze anche on line”.
Nicola Fioravanti, responsabile Insurance Intesa Sanpaolo

PERCHE' LA PARTNERSHIP TRA QUI GROUP E IL FONDO PRIVATE KKR
Il Corriere della Sera di oggi, 27 febbraio, nelle pagine di economia, ha riportato con evidenza la notizia dell'accordo di partnership tra il fondo di private equity Kkr e la società genovese Qui Group, fondata, controllata e presieduta da Gregorio Fogliani. Le nuove risorse derivanti dall'investimento di Kkr, di cui Matteo Bozzo è director, sono destinate a favorire il rafforzamento e l'internazionalizzazione di Qui Group, presente anche in Brasile.
Qui Group, società fondata nel 1989, è il maggiore operatore italiano nel settore dei titoli di servizio (principalmente buoni pasto), dei programmi di fidelizzazione e del welfare privato, oltre che attivo nel settore dei pagamenti elettronici per il gruppo, che ha circa mille fra dipendenti e collaboratori. Nel 2017 il fatturato consolidato di Qui Group è stato di 560 milioni e di 19,3 milioni il margine operativo, cresciuto del 15% rispetto all'esercizio precedente. Gregorio Fogliani ha in programma di portare la sua “creatura” in Borsa. Il progetto è in corso.
Gregorio Fogliani, presidente Qui Group

NUOVO MINI BOND DI CAAR CON ADB COME ARRANGER
Caar, società torinese a capo dell'omonimo gruppo attivo specializzato nell'ingegneria di processo e di prodotto nei settori automotive, aerospaziale e a ferroviario, ha appena collocato il suo secondo mini bond, le obbligazioni cosiddette “tascabili” emesse dalle Pmi. Tra i sottoscrittori spiccano Iccrea, Banca d'Alba e la Banca delle Alpi Marittime e di Carrù. Il nuovo finanziamento consentirà a Caar l'ulteriore espansione all'estero e dovrebbe favorire, fra l'altro, l'apertura di una sede operativa in Germania.
Caar è stata la prima in Italia, quasi cinque anni fa, a ricorrere allo strumento finanziario innovativo rappresentato dal mini bond, allora, come questa volta, con la torinese Adb come arranger.
Fondata nel 2009 da Francesco Ellena, che ne è alla guidata, la Caar nel passato esercizio ha fatturato circa 15 milioni (4,5 cinque anni prima) e punta ad arrivare a 25 milioni nel 2020, quando i dipendenti potrebbero essere 170 in più. A fine 2016 i dipendenti erano 215, a fronte dei 24 del  2009.  

L'economia torinese nello Studio Morone per ammirare il restyling d'avanguardia

Se non cinquecento, sono stati pochi meno i partecipanti all'inaugurazione del restyling della sede “storica” dello Studio Notarile Morone, tradizionale punto di riferimento delle principali imprese e famiglie torinesi e non solo torinesi, ieri 26 febbraio. All'appuntamento, nel sontuoso palazzo di via Mercantini 5, pieno centro del capoluogo piemontese, si sono presentati industriali, finanzieri, immobiliaristi, costruttori, titolari di studi professionali di vario genere, top manager; insomma, tutti o quasi i maggiori esponenti del sistema economico locale, oltre che docenti universitari e rappresentanti di istituzioni (non erano stati invitati, invece, politici, amministratori pubblici e giornalisti).
Nella sede che ora si caratterizza per la fusione di locali tipicamente sabaudi e altri modernissimi, con dotazioni tecnologiche d'avanguardia, l'incontro, cordiale, è stato reso ancora più piacevole dalle prelibatezze gastronomiche preparate appositamente da Matteo Baronetto, chef del ristorante del Cambio.
Lo Studio Notarile Morone è stato fondato il 4 dicembre 1910 da Ettore Vincenzo Morone a Condove, vicino a Torino, dove lo Studio è stato trasferito nel 1932, nel centro della città. Nel 1943, la guida dello Studio passa a Remo Morone, il figlio del fondatore, e nel 1960 avviene il trasferimento della sede in via Mercatini 5, progressivamente ampliata fino all'innovativa ristrutturazione, ammirata ieri.
Nello Studio sono attualmente operativi i notai Ettore Morone, 69 anni, nipote del fondatore omonimo, suo figlio Remo, classe 1976, appassionato di informatica e nuove tecnologie (primo in Italia a stipulare un atto con transazione in Bitcoin) e Chiara Agosto (lauree in Economia e in Giurisprudenza, commercialista e avvocato, esercita la professione notarile anche a Moncalieri) associata ai Morone da quest'anno.
I tre notai si avvalgono di oltre venti collaboratori, tra professionisti, segreteria specializzata e giuristi esperti nelle varie materie, raggruppati in settori con una particolare autonomia operativa interna. Dirigenti dello staff sono Claudio Comba (settore societario) e Silvia Comin (settore immobiliare).
Una rilevante innovazione dello Studio Morone è rappresentata dallo stretto rapporto di collaborazione di consulenza professionale con Stefano A. Cerrato, professore di Diritto commerciale al'Università di Torino, per le questioni in materia societaria e commerciale e con il geometra Marco Tarditi per quelle in materia immobiliare e di successioni.
Per favorire la clientela e consolidare i rispettivi rapporti, Marco Tarditi e Stefano A. Cerrato hanno affiancato i loro uffici a quelli dello Studio Morone, condividendone una serie di servizi logistici.

Ettore Morone 
Remo Morone

Sogefi bocciata per il mancato dividendo Carige recupera con l'arrivo di Mincione

Brusca caduta dell'azione Sogefi, controllata Cir (gruppo fratelli De Benedetti) oggi, 26 febbraio, in Piazza Affari. Il titolo ha chiuso a 3,52 euro, il 4,09% in meno del prezzo di riferimento di venerdì scorso. Il suo è risultato il sesto maggior ribasso della seduta (il decimo è stato quello della Bim-Banca Intermobiliare, tornata a 0,586 euro, il 3,3% meno di venerdì).
Il deprezzamento di Sogefi è avvenuto dopo la comunicazione dei risultati del bilancio 2017: nell'esercizio, la società, presieduta da Monica Mondardini, a livello consolidato ha aumentato i ricavi a 1,672 miliardi (+ 6,2% rispetto al 2016) e l'utile netto a 26,6 milioni dai 9,3 milioni precedenti; inoltre ha ridotto l'indebitamento da 299 a 264 miliardi. 
Risultati positivi, dunque, quelli consolidati di Sogefi, che è uno dei principali produttori globali di componenti per autoveicoli (aria e raffreddamento, filtrazione e sospensioni) e contava 6.947 dipendenti al 31 dicembre scorso, quasi 150 in più rispetto alla stessa data del 2016. 
Però, la Sogefi capogruppo ha chiuso il bilancio con un utile netto di 11,5 milioni, inferiore ai 27,7 milioni del 2016 e il suo Consiglio di amministrazione ha deciso di proporre all'assemblea, in programma il 23 o 24 aprile, che la società non distribuisca dividendo, quest'anno. Decisione che può giustificare la reazione negativa del mercato.
Monica Mondardini, presidente Sogefi


Tra le dieci società che oggi hanno registrato invece i maggiori rialzi delle loro azioni si trova, al quarto posto, Banca Carige, il cui titolo ordinario ha riconquistato quota 0,0086 euro, con un incremento del 6,17% rispetto alla seduta precedente. In questo caso, a influire positivamente dovrebbe essere stato l'ingresso del finanziere Raffaele Mincione nel capitale dello storico istituto di credito genovese, che ha come socio di riferimento la Malancalza Investimenti dell'omonima famiglia. A Mincione viene accreditato il 5,5% del capitale di Banca Carige, che potrebbe essere nel mirino di altri investitori.  

Ecco la "formula" di Francesco Profumo per la "nuova" Compagnia di San Paolo

“Un'istituzione di cui tutti dobbiamo essere orgogliosi”. E' con questa definizione che Francesco Profumo ha chiuso la sua esposizione sulla Compagnia di Sanpaolo, della quale è presidente, oggi, 26 febbraio, nell'incontro organizzato a Torino dal club Dumse da Fé, che lo aveva invitato a parlare sul tema “La Compagnia agente di sviluppo per i nostri territori”. Una riunione che ha avuto una partecipazione molto folta e qualificata e un notevole successo.
Naturalmente, Francesco Profumo ha spiegato perché bisogna essere orgogliosi della Compagnia di San Paolo: non solo per l'attività benefica che la Fondazione fa dal 1563, cioè da 455 anni (per il 2018 ha previsto stanziamenti superiori per oltre 157 milioni di euro); ma anche per la buona gestione del suo patrimonio (7,5 miliardi di euro) e, fra l'altro, per la funzione di apripista della filantropia moderna.
La Compagnia di San Paolo continua a essere un generoso e grande sostenitore di iniziative soprattutto nelle aree dell'istruzione, della ricerca, del welfare, della sanità, dell'arte e della culturale; ma sempre di più cresce il suo ruolo di hub di conoscenze e competenze, dotato di una rilevante leva finanziaria, a servizio delle comunità di riferimento, prime fra tutte quelle del Piemonte, della Liguria e della Campania.
Caratteristiche che fanno della Compagnia di San Paolo, appunto, un “agente di sviluppo” strategico, potente, innovativo e che vuole essere sempre più efficace.
Francesco Profumo ha introdotto un metodo gestionale che mira a rendere ogni intervento della Compagnia di San Paolo un investimento con il maggior ritorno possibile di valore sociale ed economico e, per questo, deve essere basato sulla conoscenza, sulla competenza, sul miglior utilizzo del data base creatosi negli ultimi 26 anni di esperienza. D'altra parte, un miglioramento del solo 10% dell'uso delle risorse destinate al finanziamento dell'attività istituzionale comporterebbe un aumento delle disponibilità di 15 milioni all'anno.
La “formula Profumo” prevede anche l'aumento delle risorse a beneficio delle comunità di riferimento, grazie allo sviluppo delle capacità di fund raising da parte della Compagnia, soprattutto nei confronti dell'Unione Europea e dei suoi fondi.
Di fronte ai numerosi partecipanti all'incontro del Dumse da Fé, coordinato dall'infaticabile Piero Gola, Francesco Profumo non ha dimenticato di sottolineare la grande reputazione di cui gode, meritatamente, la Compagnia di San Paolo, la quale si avvale di una struttura molto valida, a partire dal Segretario generale Piero Gastaldo, concludendo che anche questa dote "rappresenta un motivo di forte responsabilità".
Francesco Profumo
Gruppo di dipendenti della Compagnia di San Paolo

Italiana Assicurazioni (Reale Group) accelera l'incorporazione di Uniqa Italia

Un altro passo in avanti verso l'incorporazione delle compagnie assicurative italiane di Uniqa in Italiana Assicurazioni (Reale Group). Michele Meneghetti lascia la guida di Uniqa Assicurazioni, Uniqa Previdenza e Uniqa Life, passandola a Umberto Laganà, il quale aggiunge i nuovi incarichi a quelli di direttore generale di Italiana Assicurazioni, la compagnia che nei prossimi mesi incorporerà le attività assicurative del gruppo Uniqa nel nostro Paese.
“Questa staffetta ci consentirà di accelerare il progetto di integrazione in corso” ha commentato Luca Filippone, direttore generale della Reale Mutua Assicurazioni, che possiede il 100% di Italia Assicurazioni. Filippone ha aggiunto che “Il contributo di Meneghetti è stato prezioso, in questa fase di transizione: la sua esperienza e la sua visione ci hanno permesso di valorizzare al meglio i punti di forza delle compagnie italiane del Gruppo Uniqa, nel disegno della nuova Italiana Assicurazioni”.
Nel suo comunicato, Reale Group ha anche riconosciuto i meriti di Michele Meneghetti per gli importanti risultati conseguiti dalle tre società italiane di Uniqa rilevate da Italiana Assicurazioni “in termini sia dimensionali sia di crescita della redditività”.
Roberto Laganà, romano, classe 1964, laureato in Scienze statistiche e attuariali, ha iniziato la sua carriera in Ania, poi, con responsabilità crescenti, ha lavorato in Nuova Tirrenia Assicurazioni, Toro Assicurazioni, Groupama, infine è stato amministratore delegato e direttore generale di Amissima Assicurazioni e Amissima Vita (ex Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova), compagnie lasciate, dopo il risanamento, per approdare in Reale Group.
Roberto Laganà

Borsa, l'aria elettorale ribassa tutti i valori l'unica eccezione è l'azione della Ferrari

“L'aria di elezioni fa male alla Borsa. Agli investitori l'incertezza non piace. Di tutte le 36 società quotate a Piazza Affari riferibili a soggetti piemontesi soltanto una ha chiuso l'ultimo venerdì del mese con un valore superiore alla seduta di venerdì 26 gennaio. L'eccezione è rappresentata dalla Ferrari, controllata dall'Exor della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, alla quale fanno capo anche Fca-Fiat Chrysler Automobiles, Cnh Industriale e la Juventus”.
E' così che inizia l'articolo pubblicato oggi, 25 febbraio, nella pagina di Economia del Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera guidata da Umberto La Rocca, già direttore del genovese Il Secolo XIX e vice direttore de La Stampa.
Aggiungendo alle piemontesi le quattro quotate liguri – Banca Carige, Biancamano, Boero Bartolomeo, Erg – la situazione non cambia. L'unica delle quaranta società presenti nei listini di Piazza Affari e attribuibili al Nord Ovest per diverse ragioni (collocazione della sede o del quartiere generale o perché territorio d'origine del principale soggetto della società) resta il Costruttore di gioielli a quattro ruote più famoso e ambito al mondo.
“Il prezzo finale dell'azione Ferrari, infatti, venerdì scorso – si legge nell'articolo del Corriere Torino - è stato di 104,50 euro, a fronte dei 96,40 euro dell'ultimo venerdì del mese passato. In seguito a questo aumento, il valore riconosciuto alla Casa di Maranello dal mercato è salito a 20,265 miliardi, 1,71 miliardi in più rispetto a un mese fa. Fra l'altro, il titolo della Ferrari, della quale Sergio Marchionne è presidente e amministratore delegato oltre che azionista personalmente, ha fatto registrare il suo massimo storico mercoledì, quando è arrivato a 105,30 euro”.
E' stato riportato, inoltre, che le altre quotate della scuderia Agnelli-Elkann-Nasi, invece, hanno subito un deprezzamento, come tutte le restanti del “paniere piemontese”. E anche delle liguri. L'azione Fca è scesa a 17,62 euro dai 19,80 del 26 gennaio, Cnh Industrial a 11,36 euro da 12,11, Exor a 59,60 euro da 64,15, Juventus a 0,708 euro da 0,861 euro. “Il ribasso di Exor, la holding guidata da John Elkann, presidente e amministratore delegato, è particolarmente rilevante (la capitalizzazione si è ridotta di circa 1,1 miliardi) anche perché il 26 gennaio scorso l'azione Exor aveva raggiunto il suo massimo da sempre: 64,15 euro”.
Ribassi più o meno rilevanti, comunque, sono emersi pure per gli altri titoli principali del Nord Ovest, a partire da Intesa Sanpaolo (da 3,16 a 3,083 euro), Ubi Banca (da 4,29 a 3,989), Buzzi Unicem (da 24,4 a 20,79), Diasorin (da 79,3 a 69,75), Sias (da 16,33 a 13,83), Iren (da 2.636 a 2,452), Erg (da 16,87 a 16,70), Astm (da 24,60 a 19,50), Reply (da 51,1 a 49), Cir (da 1,194 a 1,086 euro).
Anche il prezzo del titolo Italgas è calato tra il 26 gennaio, quando quotava 4,956 euro, e il 23 febbraio; però è quello piemontese che nell'ultima settimana borsistica ha avuto il maggiore rimbalzo, avendo chiuso a 4,588 euro rispetto ai 4,485 euro del venerdì precedente. Oltre a Italgas, nell'ultima settimana, hanno un po' recuperato Ubi Banca, Vittoria Assicurazioni, Rcs MediaGroup, Iren, Banca Carige ed Erg.

La nuova Ferrari 488 Pista