Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo nuovi investitori in Liftt (venture capital)

Liftt, società torinese di venture capital, nata dall’iniziativa di Compagnia di San Paolo e Politecnico di Torino attraverso Fondazione Links e plasmata dall’imprenditore-scienziato Stefano Buono, che ne è il presidente, si conferma dopo un solo anno di vita come impesa dinamica, con una solida, ampia e variegata base di investitori. Dal nucleo dei primi 30, che avevano sottoscritto il primo aumento di capitale a febbraio 2020, si è passati, infatti, con il nuovo aumento, a 107, per un totale di 20,9 milioni di euro raccolti. Numeri a supporto di un piano industriale 2020–2024, che prevede il sostegno a oltre 100 imprese, investendo circa 90 milioni di euro e ottenendo co-investimenti pari a cinque volte questo valore, riversando quindi nel capitale di impresa circa 450 milioni.
La base di stakeholder di Liftt, che comprende le migliori espressioni imprenditoriali e finanziarie locali, si arricchisce ora della partecipazione diretta di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt, che con un investimento diretto rispettivamente di tre e due milioni di euro vanno ad accrescere il lato istituzionale dell’ascensore di imprese torinese.
Dopo un calo complessivo registrato nel primo semestre del 2020, che ha visto gli investimenti Venture Capital in Italia contrarsi del 30% rispetto allo stesso periodo del 2019, il comparto ha chiuso l’anno con un totale di 234 investimenti per un controvalore complessivo di circa 595 milioni di euro, confermando quindi il trend positivo che si è consolidato negli ultimi anni. In questo contesto, Liftt compare al terzo posto tra chi investe di più, subito dopo Cdp Venture Capital e Italian Angels for Growth.

Incentivi, rottamate 125.000 "carrette" Ecco le richieste dell'industria dell'auto

Un piano strategico per guidare il mercato verso l’elettrificazione dei veicoli e accelerare gli investimenti per le nuove tecnologie con particolare attenzione all’automazione, alla connettività, alla diffusione delle infrastrutture, anche per l’idrogeno. Rifinanziare con urgenza gli incentivi in esaurimento e rendere strutturale fino al 2026 l’ecobonus e prevedere ulteriori incentivi per il ricambio del parco circolante di veicoli destinati al trasporto merci e a quello collettivo di persone. Allo stesso tempo è necessario avviare una complessiva riforma fiscale sul settore, in particolare, per le auto aziendali a sostegno delle imprese italiane oggi penalizzate rispetto agli altri Paesi europei. Con l’occasione è auspicabile anche una rimodulazione del “bollo auto” in chiave green.
Sono queste, in sintesi, alcune delle articolate proposte che le principali Organizzazioni del settore automotive (Anfia, Federauto, Unrae) rivolgono al Governo per imprimere una svolta decisiva per lo sviluppo della mobilità del nostro Paese in direzione della sostenibilità ambientale ed economica. I presidenti delle tre Associazioni (Paolo Scudieri di Anfia, Adolfo De Stefani Cosentino di Federauto, Michele Crisci dell’Unrae) hanno evidenziato i dati della crisi indotta dalla pandemia nel 2020, con la perdita del 27,9% di autovetture, del 15,1% di veicoli commerciali, del 14,4% di veicoli industriali, del 21,7% di rimorchi e semirimorchi e del 24,8% di autobus.
Gli incentivi approvati hanno mitigato in parte il calo delle immatricolazioni, di cui ha beneficiato anche l’occupazione del settore, registrando quasi 100 milioni di ore di cassa integrazione (più che raddoppiate nel confronto con il 2019) rispetto al totale di circa tre miliardi di ore dell’intero settore industriale.
La svolta “green”, su cui da anni investono le Case automobilistiche e l’intera filiera automotive, ha ricevuto impulso positivo dalle misure introdotte nel nostro Paese per reagire al “cigno nero” della pandemia. Nel 2020, a fronte di un contestuale incentivo, sono state rottamate 125.000 vetture vetuste e inquinanti che hanno contribuito ad un risparmio di oltre 61mila tonnellate di CO2/anno. Nonostante l’avvio della transizione verso la sostenibilità, l’Italia ha ancora il parco circolante autovetture tra i più vecchi d’Europa, con un’età media di 11,5 anni contro gli otto anni in UK e i nove anni in Germania e Francia. All’attuale ritmo di sostituzione, per rinnovare l’intero parco italiano ci vorrebbero 27 anni. Ancora più elevata l’età media dei veicoli industriali (13,6 anni), dei veicoli commerciali (12,5 anni) e degli autobus (12 anni). Il beneficio delle misure di sostegno è terminato presto. Gli incentivi per i veicoli commerciali si sono esauriti in pochi giorni, quelli per le autovetture sono in via di esaurimento.

Enrico Allasia: perché investire sui boschi neo presidente del settore Confagricoltura

Enrico Allasia, imprenditore agricolo cuneese, è stato eletto al vertice della Federazione nazionale di prodotto delle risorse boschive di Confagricoltura. Perito agrario, contitolare della “Allasia Plant” di Cavallermaggiore, azienda vivaistico-forestale con impianti produttivi dislocati su più unità operative a livello nazionale specializzata nei servizi alla filiera delle coltivazioni energetiche, in particolare biomasse ligno-cellulosiche, Enrico Allasia è già presidente di Confagricoltura Cuneo e di Confagricoltura Piemonte.
La selvicoltura con l’utilizzo a fini produttivi delle foreste – ha detto Allasia - può diventare un fattore trainante di sviluppo sostenibile delle aree rurale, soprattutto nei territori che presentano scarse alternative alle coltivazioni tradizionali. Abbiamo 11 milioni di ettari di bosco in Italia: con una selvicoltura efficiente, che va valorizzata e rafforzata soprattutto nelle aree montane, potremo creare nuova ricchezza, occupazione e contrastare in modo efficace il cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico”.
La Federazione nazionale di prodotto delle risorse boschive di Confagricoltura ha la funzione di promuovere, assistere e coordinare le attività economiche per la produzione del legno ricavato non solo dalle foreste, ma anche dalle coltivazioni specializzate di essenze arboree, quali querceti di rovere, roverella e farnia, le faggete e i boschi di cerro, farnetto, fragno e vallonea, che nel nostro Paese superano ciascuna il milione di ettari. Un altro comparto del legno un tempo molto diffuso, poi abbandonato e oggi nuovamente in auge, è il pioppeto, che può contare su una superficie nazionale di circa 50.000 ettari di coltivazioni.
Il bosco – ricorda Confagricoltura -copre circa il 30% dell’intero territorio nazionale. Sulla base dei dati della Regione Piemonte, negli ultimi 60 anni le superfici boscate del territorio subalpino sono aumentate dell'80%, arrivando a occupare il 37% del territorio regionale, con un miliardo di alberi, 52 specie arboree e 40 specie arbustive. “Si tratta di un patrimonio di biodiversità eccezionale – sottolinea Allasia – che oltre a produrre legno valorizza il paesaggio e l’ambiente, contribuendo in modo determinante al sequestro dell’anidride carbonica e purificando l’aria”.
Nel corso del suo mandato Allasia intende impegnarsi per valorizzare il ruolo di boschi e foreste. “Molte aree sono in stato di abbandono – spiega Allasia - perché non redditizie, perché manca la viabilità forestale, perché la burocrazia per lo sfruttamento di queste risorse è eccessiva. È indispensabile conservare, manutenere e tagliare i boschi rinnovandoli: gli alberi che marciscono e non vengono asportati producono anidride carbonica anziché sequestrarla e in caso di piogge torrenziali diventano un pericolo per l’ambiente. Per questi motivi è necessario investire, anche con l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan  per sviluppare  filiere produttive legno-carta-energia e servizi ecosistemici che possono dare un contributo decisivo alla sostenibilità delle filiere agroalimentari e dell’ambiente
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Premio Acqui Storia: Gianni Oliva presidente della giuria storico-scientifica

Novità per il Premio Acqui Storia, che ogni anno, ad Acqui Terme, premia le opere a stampa di argomento storico. Nato nel 1968 per onorare la memoria della Divisione Acqui e ricordarne l’eccidio consumatosi nel settembre 1943 nelle isole ioniche di Cefalonia e Corfù, la prossima edizione, che si svolgerà nel mese di ottobre, avrà nuovi ed eminenti membri nelle giurie. I nuovi membri sono Michele D’Andrea, Paolo Di Paolo, Marta Margotti, Michela Ponzani e Igiaba Scego. E lo storico torinese Gianni Oliva è il nuovo presidente della giuria storico-scientifica. 
Un cambiamento che vuole essere un importante processo di rinnovamento propedeutico all’internazionalizzazione del Premio Acqui Storia – spiega l’assessore alla Cultura, Cinzia Montelli – e un modo per riportarlo al centro dell’attenzione come punto di riferimento della ricerca storica quale fondamento del progresso morale, culturale e sociale”.
Il Premio Acqui Storia è uno dei più prestigiosi premi letterari ad argomento storico del panorama culturale italiano e internazionale. È sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, massimo ente finanziatore del premio, dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione Crt di Torino e dal Comune di Acqui Terme, a cui fa capo la concreta organizzazione della manifestazione. Il Premio Acqui Storia è suddiviso in tre sezioni con tre distinte giurie dedicate al campo storico-scientifico, divulgativo e al romanzo storico.
Nella sezione storico-scientifica entra come nuovo membro Marta Margotti, docente di Storia contemporanea all’Università di Torino. Nella sezione divulgativa fanno il loro ingresso Michela Ponzani, che diventa presidente della relativa giuria e Michele D’Andrea. Michela Ponzani è una storica, stimata conduttrice televisiva e scrittrice italiana. Attualmente conduttrice di “Storie contemporanee” in onda su Rai Storia, nuovo programma dedicato alle ricerche più interessanti a cui stanno lavorando oggi gli storici italiani. È autrice di numerosi saggi e studi sulla Resistenza e sull'Italia repubblicana.
Michele D’Andrea è stato capo cerimoniere del Quirinale, da Pertini a Napolitano. Si è occupato di comunicazione istituzionale, di araldica e di musica Risorgimentale. Suoi sono lo stendardo del Presidente della Repubblica, della Forza Armata dell’Arma dei Carabinieri e dell’Esercito Italiano. Ha fatto parte della commissione di studio a Palazzo Chigi sulle decorazioni repubblicane.
Nella sezione del romanzo storico entrano come nuovi membri Igiaba Scego, che ne diventa presidente e Paolo Di Paolo. Igiaba Scego è una scrittrice italosomala. Nel 2011, ha vinto il Premio Mondello con “La mia casa è dove sono” edito da Rizzoli. Nel 2020 ha vinto il Premio Napoli nella sezione Narrativa con “La linea del colore” edito da Bompiani. Paolo di Paolo è uno scrittore italiano.
Cambio di vertice nella giuria storico-scientifica: Gianni Oliva, giurato del Premio Acqui Storia dal 2015, ne diventa il nuovo presidente, subentrando al dimissionario Maurilio Guasco. Gianni Oliva è uno storico italiano che si è dedicato allo studio del Novecento e, in particolare, dei nodi irrisolti del periodo 1943-48. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni. È stato docente di Storia delle Istituzioni Militari alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino e preside di diversi Istituti superiori, tra i quali i Licei classici “d’Azeglio” e “Alfieri” di Torino. Nel 2005 viene nominato assessore alla Cultura della Regione Piemonte, incarico che svolge fino al 2010.

Il gruppo indiano Mahindra sottoscriverà l'aumento della Pininfarina per 20 milioni

Pininfarina ha comunicato di avere ricevuto un impegno di sottoscrizione “incondizionato e irrevocabile” da parte del socio di maggioranza Pf Holdings, titolare di una partecipazione pari al 76,154% del capitale della società presieduta da Paolo Pininfarina, in relazione al prospettato aumento di capitale a pagamento in denaro, mediante emissione di azioni ordinarie, da offrire in opzione agli azionisti, per un importo complessivo massimo di 27 milioni di euro, comprensivo di eventuale sovrapprezzo, che potrà essere deliberato dal Consiglio di amministrazione a valere sulla delega conferita dall’assemblea straordinaria degli azionisti il 16 marzo scorso. Pf Holdings è una società di diritto olandese posseduta dal gruppo indiano Mahindra. 
“In virtù del menzionato impegno di sottoscrizione – riporta il comunicato della società torinese guidata da Silvio Angori - Pf Holdings si è irrevocabilmente impegnata a esercitare tutti i diritti di opzione spettanti alle azioni Pininfarina di sua proprietà e, pertanto, a sottoscrivere tutte le nuove azioni Pininfarina offerte in opzione a Pf Holdings. Le azioni sottoscritte saranno integralmente liberate da Pf Holdings, fino a un ammontare complessivo massimo di 20 milioni, mediante utilizzo del versamento in conto futuro aumento di capitale di pari importo già erogato alla Società in data 26 novembre 2020”.

A fine maggio la Compagnia di San Paolo riceverà da Intesa Sanpaolo 42,2 milioni

Il Consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo, presieduto dal torinese Gian Maria Gros-Pietro, ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2020, che registrano un risultato netto pari a 679 milioni di euro per la Capogruppo (2,137 miliardi nel 2019) e a 3,277 miliardi a livello consolidato (4,182 miliardi nel 2019). L’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio include quella della proposta di destinazione dell’utile dell’esercizio. Pertanto, verrà sottoposta all’approvazione dell’assemblea dei soci (il principale è la Fondazione Compagnia di San Paolo), prevista per il prossimo 28 aprile, la distribuzione cash di 3,57 centesimi di euro per azione. Più precisamente, la proposta del Consiglio prevede la distribuzione cash di 693,668 milioni di euro. La distribuzione cash, se approvata dall’assemblea, avrà luogo a partire dal giorno 26 maggio prossimo.
Per la precisione, la proposta prevede la distribuzione cash di 532.394.694 euro come dividendi a valere sull’utile d’esercizio (corrispondenti a 2,74 centesimi per ciascuna azione) e di 161.272.845 euro come assegnazione di riserve a valere sulla Riserva sovrapprezzi di emissione (corrispondenti a 0,83 centesimi per ciascuna azione). L’assegnazione di riserve sarà soggetta allo stesso regime fiscale della distribuzione di dividendi.
La Compagnia di San Paolo, presieduta da Francesco Profumo e con Alberto Anfossi Segretario generale, possiede 1.188.947.304 azioni della società guidata da Carlo Messina, pari 6,119% del capitale, per cui riceverà dalla sua partecipata 42,445 milioni di euro. Gli altri maggiori azionisti di Intesa Sanpaolo sono BlackRoch (5,005%), Fondazione Cariplo (3,948%), Norges Bank (2,104%), Fondazione Cariparo (1,785%), Fondazion Cr Firenze (1,684%), Fondazione Carisbo (1,256%), JP Morgan Chase (1,129%). Socia di Intesa Sanpaolo è anche la Fondazione Crc di Cuneo.

Le remunerazioni 2020 di Banca Carige all'ad Francesco Guido 385.699 euro Zancanaro manager di gruppo più pagato

Francesco Guido, l'amministratore delegato di Carige, nel 2020 per il suo incarico ha ricevuto dalla travagliata banca genovese (lunga serie di bilanci in rosso e azioni da anni sospese dalle negoziazioni in Borsa) 385.699 euro. Ed ecco le remunerazioni degli altri amministratori dell'istituto di via Cassa di Risparmio: Angelo Barbarulo (vice presidente) 102.062 euro, Sabrina Bruno 88.162, Lucia Calvosa 94.777, Miro Fiordi 110.827, Gaudiana Giusti 81.943, Francesco Micheli 96.607, Leopoldo Scarpa 87.531. Per i soli due consiglieri genovesi, il compenso 2020 è stato di 86.638 per Paola Demartini e di 19.576 per Paolo Ravà, entrato in carica il 14 ottobre scorso, cooptato dopo l'improvvisa scomparsa del presidente Vincenzo Calandra Buonaura.
A livello di gruppo, però, l'anno scorso, la remunerazione maggiore l'ha ricevuta il torinese Maurizio Zancanaro, amministratore delegato della Banca Cesare Ponti e responsabile della struttura Wealth management di Carige, controllante della Cesare Ponti. La remunerazione complessiva di Zancanaro, ex amministratore delegato e presidente di Banca Aletti, è stata di 563.547 euro.

Rosso il bilancio 2020 del Sole 24 Ore

Più che rosa salmone, il colore del Sole 24 Ore degli ultimi anni è rosso. Infatti, riporta una perdita anche il bilancio 2020 del gruppo editoriale controllato da Confindustria e con il vertice in buona parte composto da amministratori del Nord Ovest (presidente è il genovese Edoardo Garrone, che ha lo stesso incarico nella Erg; vice presidente il piemontese Carlo Robiglio, consigliere di amministrazione il torinese Marco Gay, fra l'altro presidente di Confindustria Piemonte e Fabio Vaccarono, anche amministratore delegato di Google Italy, nato a Ivrea).
Il grippo Sole 24 Ore ha chiuso l'ultimo esercizio con il risultato netto negativo per un milione (1,2 milioni nel 2019), dopo aver conseguito un ebitda positivo per 20,1 milioni di euro (positivo per 21 nel 2019). Al 31 dicembre l'indebitamento netto è di 50,9 milioni di euro, rispetto ai 26,3 milioni di alla stessa data 2019, principalmente per l’incremento del debito derivante dal valore attuale dei canoni di locazione dei nuovi contratti delle sedi di Milano-Viale Sarca e di Roma, al flusso di cassa dell’attività di investimento e per il pagamento degli oneri non ricorrenti relativi alle uscite incentivate, in parte compensati dall’incremento dei crediti finanziari correnti.
La diffusione (carta + digitale) del quotidiano Il Sole 24 Ore da gennaio a dicembre 2020 è complessivamente pari a 145.385 copie medie giorno (-3,2% rispetto 2019). In particolare, la diffusione media giorno cartacea dichiarata ad Ads per il periodo gennai-dicembre 2020 è pari a 59.958 copie (-13,2% rispetto all’anno 2019). La diffusione digitale dichiarata è pari a 85.427 copie medie giorno (+5,4%). Le vendite edicola registrano un calo del 4,3%.

Cnh Industrial rileva quota di Augmenta specializzata in tecnologie agricole hi-tech

Cnh Industrial, controllata dalla Exor della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, ha acquisito una quota di minoranza in Augmenta, una società parigina specializzata in tecnologie agricole, in particolare sistemi di automatizzazione delle operazioni agrarie basati su tecnologie all’avanguardia di visione artificiale (computer vision) e intelligenza artificiale, grazie alle quali i dati sono elaborati in tempo reale direttamente dal sistema. Con questa acquisizione, Cnh Industrial, della quale è consigliere di amministrazione e top manager il torinese Alessandro Nasi, diventa partner strategico di Augmenta nel campo dei sensori per le colture e dell’automatizzazione dei macchinari, aprendo inoltre la strada a una futura collaborazione congiunta in ambiti di ricerca e sviluppo.
Questa partnership è un’ulteriore dimostrazione dei continui investimenti di Cnh Industrial nel campo delle tecnologie agricole più avanzate, con l’obiettivo di rafforzare l’intera gamma di prodotti, garantendo così ai propri clienti un accesso facile e immediato a innovazioni agricole rivoluzionarie, che consentono di migliorare sia la produttività agricola sia la sostenibilità. Ciascuno dei brand di Cnh Industrial è un player internazionale di rilievo nel rispettivo settore industriale: Case IH, New Holland Agriculture e Steyr per i trattori e le macchine agricole, Case e New Holland Construction per le macchine movimento terra, Iveco per i veicoli commerciali, Iveco Bus e Heuliez Bus per gli autobus e i bus granturismo, Iveco Astra per i veicoli cava cantiere, Magirus per i veicoli antincendio, Iveco Defence Vehicles per i veicoli per la difesa e la protezione civile; Fpt Industrial per i motori e le trasmissioni.

Cna Torino: Provenzano nuovo Segretario

La Cna Torino, associazione degli artigiani, ha un nuovo segretario provinciale. Si tratta di Filippo Provenzano, già da nove anni segretario della Cna Piemonte, che rappresenta 30.000 soci. E' subentrato a Paolo Alberti, che ha lasciato dopo 23 anni per aver maturato i requisiti pensionistici. Lo riferisce l'Ansa Piemonte, precisando che Provenzano manterrà anche il ruolo di amministratore delegato di Cna Servizi.
Nato nel 1969 a Venaria, Filippo Provenzano si forma professionalmente come progettista di sistemi di automazione industriale nel gruppo Fata, di cui diviene responsabile Assicurazione qualità, attività che successivamente svolge come consulente per piccole imprese prima e poi per il Servizio Formazione professionale della Provincia di Torino. Sempre per la Provincia di Torino, è coordinatore dell’Osservatorio sul mercato del lavoro.
Nel 2006 è entrato in Cna Torino svolgendo diversi incarichi: responsabile di Cna InProprio (Associazione dei lavoratori autonomi in regime di Partita Iva dei servizi alle imprese e alla Pa), responsabile dei Servizi per la Competitività quali Reti di impresa e Risorse umane.

Nuovo tomografo alla Città della Salute dono da due milioni per i torinesi

E' stato inaugurato il nuovo tomografo Pet/Ct di ultima generazione della Città della Salute di Torino alla presenza, tra gli altri, del Segretario generale della Fondazione Compagnia di San Paolo, Alberto Anfossi. Questo tomografo è caratterizzato da una migliore sensibilità e accuratezza diagnostica, da tempi di acquisizione delle immagini nettamente ridotti e da una altrettanto ridotta esposizione a radiazioni del paziente e del personale sanitario.
Il nuovo Tomografo, acquistato con il contributo di due milioni di euro della Compagnia, sostituirà quello acquistato precedentemente grazie a un’altra erogazione della Fondazione nel 2002 e sarà operativo dall'inizio di aprile 2021, nella Medicina nucleare universitaria dell’ospedale Molinette.
Come Fondazione Compagnia di San Paolo – ha spiegato il Segretario generale, Alberto Anfossi - vogliamo stimolare azioni che permettano al Sistema sanitario di migliorare l’efficienza e offrire un’assistenza di alto livello, mediante un’innovazione organizzativa e gestionale della sanità, specie se associata ad una dimensione tecnologica”. Nel caso del tomografo di nuova generazione, il sostegno della Fondazione torinese è finalizzato a rendere le prestazioni fornite a pazienti adulti e pediatrici migliori in termini quantitativi e qualitativi. Questo grazie all’incremento del numero di esami erogati giornalmente e annualmente, alla riduzione delle liste d’attesa e all’allargamento del bacino d’utenza. Nel piano organizzativo che ha affiancato l’acquisizione della tecnologia è prevista la possibilità di garantire ai pazienti circa 4.500 prestazioni annue, quasi il doppio rispetto ai 2.500 esami forniti con l’attuale tecnologia.
Ringraziamo la Fondazione Compagnia di San Paolo e tutti i nostri professionisti, che in tempo record hanno messo a disposizione questo tomografo Pet di ultima generazione, di cui avevamo estremo bisogno, considerato che il precedente era ormai obsoleto” ha detto Giovanni La Valle, direttore generale Città della Salute di Torino.

Riparte il Premio Women Value Company per pmi che favoriscono la parità di genere

Oltre 2.000 imprese partecipanti, distribuite in tutta l'Italia, 12 incontri con le 400 aziende finaliste e otto imprese premiate per l’eccellenza delle politiche attuate a favore della parità di genere: dopo il grande consenso e il successo di partecipazione raccolti nelle prime quattro edizioni, riparte anche per il 2021 il «Premio Women Value Company – Intesa Sanpaolo», nato dalla collaborazione tra Fondazione Marisa Bellisario e gruppo Intesa Sanpaolo. Il riconoscimento è dedicato alle piccole e medie imprese che si distinguono nella gestione della gender diversity, attraverso politiche di sviluppo innovative e inclusive, promozione delle carriere femminili e soluzioni efficaci di welfare aziendale.
La quinta edizione del «Premio Women Value Company – Intesa Sanpaolo» assume una particolare rilevanza nel contesto attuale di pandemia globale, che ha determinato pesanti ripercussioni economiche e sociali per la donna e il suo ruolo nel mondo del lavoro. Il bando, aperto dal 22 marzo, è destinato alle piccole e medie imprese pubbliche e private che si siano distinte nell’applicazione di politiche di valorizzazione del lavoro femminile e di gestione della gender diversity: servizi di conciliazione famiglia/lavoro; iniziative volte a garantire ai dipendenti, uomini e donne, una serena gestione del loro tempo in azienda (benefit, voucher, asili nido interni,…); politiche flessibili di organizzazione del lavoro; politiche retributive di merito non discriminatorie; piani di sviluppo e valorizzazione delle competenze e carriere femminili, con ampia presenza di donne in posizioni manageriali o apicali.
Le imprese che si riconoscono in questo profilo potranno autocandidarsi entro il 27 aprile 2021, compilando il questionario online pubblicato sui siti www.intesasanpaolo.com/it/business/landing/premio-fondazione-marisa-bellisario.html e www.fondazionebellisario.org. Intesa Sanpaolo selezionerà un panel di piccole e medie imprese tra le proprie aziende clienti e non, invitandole a partecipare alla selezione.
Anche quest’anno, le due imprese vincitrici, una piccola e una di medie dimensioni, saranno proclamate a giugno nel corso della cerimonia di premiazione della XXXIII edizione del Premio Marisa Bellisario «Donne ad alta quota», durante la quale riceveranno la speciale “Mela d’Oro – Women Value Company Intesa Sanpaolo”. A tutte le imprese che avranno superato la fase di selezione, in virtù dei requisiti richiesti dal bando, sarà comunque assegnato un ulteriore riconoscimento, nel corso di un evento che si terrà in primavera.
Nelle prime quattro edizioni del premio, proprio il roadshow, anche in modalità virtuale, è stato un’occasione straordinaria per dare visibilità alle pratiche aziendali virtuose e condividere le esperienze di aziende provenienti da storie, settori e territori molto diversi, ma tutte accomunate dall’entusiasmo e dalla volontà di farsi portatrici di un messaggio fondamentale: ovvero che una maggiore partecipazione femminile al mondo lavorativo e imprenditoriale possa concretamente rappresentare per il nostro Paese un fattore strategico di sviluppo e di crescita economica e sociale. L’impegno di Intesa Sanpaolo per promuovere la parità di genere e valorizzare il valorizzare il ruolo della donna nel contesto socio-economico si concretizza anche attraverso una serie di nuove iniziative volte a potenziare l’offerta rivolta all’imprenditoria femminile, in cui già oggi si distinguono Business Gemma, il finanziamento a medio e lungo termine dedicato alle imprese femminili e alle lavoratrici autonome, pensato per conciliare l’attività imprenditoriale con le necessità della vita privata; e mamma@work, che risponde al bisogno di finanziamento delle mamme lavoratrici, anche autonome, nella gestione dei figli nei primi anni di vita.
Il sostegno alla parità di genere si arricchisce ora di una linea dedicata del finanziamento SLoan (Sustainability Loan), lanciato con successo da alcuni mesi e dedicato al raggiungimento di obiettivi di miglioramento sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e di governance (Esg). Il meccanismo della nuova linea di finanziamento prevede uno sconto di tasso per le imprese che effettuano investimenti sostenibili, con un focus particolare per le iniziative volte alla promozione delle pari opportunità di genere e in particolare: promozione e attivazione di iniziative, programmi e buone pratiche dedicate alla facilitazione e al miglioramento della partecipazione femminile alla comunità; attivazione di iniziative volte a promuovere il tasso di occupazione femminile in azienda; definizione e implementazione di policy interne volte a garantire la parità di genere nel contesto d’azienda; introduzione di programmi di welfare aziendale destinati alle dipendenti donne.
Il gruppo Intesa Sanpaolo mette inoltre a disposizione, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Formazione, la Women Skills Academy: un percorso di alta formazione focalizzato sulla leadership al femminile e specificatamente dedicato alle imprese guidate da donne, per sostenerle nel percorso di rafforzamento strutturale e orientarle su settori a sempre maggior contenuto innovativo.

Torino-Piemonte "World food capital" ambasciatrice la campionessa Bassino

Creare una cabina di regia che metta a sistema tutti gli attori della filiera del cibo - dall’industria all’agricoltura, dalla formazione alla ricerca, dalla cultura al commercio, dall’artigianato alla ristorazione, dal commercio all’ospitalità - e che promuova il Piemonte come Capitale mondiale del Food: è questo l'obiettivo del progetto presentato dal comitato promotore “Torino-Piemonte World Food Capital”, nato per valorizzare le potenzialità del territorio piemontese e trasformare il Piemonte in una Food Valley.

Nato da un percorso durato oltre sette anni, il comitato promotore si è strutturato nel 2021 sotto forma di associazione senza fini di lucro a opera di quattro soci fondatori, tra cui il presidente Federico Francesco Ferrero e il vicepresidente Mauro Sironi. Ambasciatrice del progetto è la sciatrice cuneese Marta Bassino, campionessa mondiale nello slalom parallelo e vincitrice della Coppa del Mondo di slalom gigante 2021.

In Piemonte, dove sono nate alcune delle più importanti imprese alimentari del Paese e reti collaborative di rilevanza internazionale come Slow Food e dove si trova il paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, l’economia del cibo genera ogni anno otto miliardi di euro. Nella regione sono attive 50.600 aziende agricole, che coltivano 900.000 ettari, di cui 49.000 a biologico. Vi operano quasi 4.390 imprese, insieme a 11.618 negozi alimentari 28.028 fra bar e ristoranti. Complessivamente, il comparto food piemontese impiega 242.000 addetti. Professionisti che si sono formati in larga misura nei 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia o grazie ai 30 corsi di laurea, tre di dottorato e cinque master dedicati a questo settore, capaci di produrre più di 5.500 pubblicazioni scientifiche internazionali. Qui, fra l'altro, sono stati fondati la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo e il Salone del Gusto; inoltre, sono ospitate 345 fiere del cibo, di cui 8 internazionali, più sei musei tematici.
La roadmap prevede in una prima fase la 
mappatura dell’esistente attraverso un’indagine qualitativa e quantitativa sul Piemonte focalizzata su otto ambiti; formazione e ricerca, cultura, industria, agricoltura, artigianato, ristorazione, commercio e ospitalità). Successivamente, un passaggio fondamentale sarà la certificazione delle aziende e dei prodotti che seguono le linee guida del progetto World Food Capital e che sono quindi meritevoli di essere inserite tra le eccellenze della Capitale mondiale del Cibo. Infine si procederà con la promozione dell’iniziativa e la pubblicizzazione dell’auto-candidatura del Piemonte come Capitale mondiale del Cibo.
Sostengo questo progetto perché sono certa che potrà garantire ai giovani della mia regione un futuro di soddisfazioni e successi internazionali” spiega Marta Bassino, ambasciatrice di Torino-Piemonte World Food Capital, aggiungendo che “con la determinazione, nessun traguardo è troppo ambizioso, neppure quello di diventare la Capitale Mondiale del Cibo”.

Rina, Arbolia e Comune di Torino insieme creano un bosco urbano a Mirafiori Sud

Rina, multinazionale genovese di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica, Arbolia, società benefit costituita da Snam e Fondazione Cdp attiva nella forestazione urbana e il Comune di Torino hanno sottoscritto un accordo per la piantumazione di oltre 2.100 alberi e arbusti per la creazione di un bosco urbano all’interno del comune di Torino. L’iniziativa, realizzata grazie al contributo di Rina, nasce con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2, migliorando la vivibilità del territorio e arricchendo il verde della città. 
Il progetto si inserisce tra le attività messe in atto da Rina per concretizzare la strategia che l’azienda ha scelto di basare sui principi Esg (environment, social, governance): dalla sostenibilità delle fonti energetiche utilizzate alla valutazione degli investimenti, dall’attenzione al benessere dei dipendenti fino ai temi della diversità e dell’inclusione. 
L’intesa prevede la realizzazione, a cura di Arbolia, di un bosco urbano in un terreno di proprietà del Comune di Torino nel quartiere Mirafiori Sud e la sua manutenzione per i primi due anni. Nell’area individuata, dell’estensione di oltre due ettari, verranno messi a dimora alberi e arbusti di 13 differenti specie autoctone, che consentiranno, a regime, l’assorbimento di oltre 100 tonnellate di CO2 e di oltre 400 kg di PM10 all’anno. Le attività di messa a dimora delle piante inizieranno nei prossimi giorni e si concluderanno entro la fine di aprile. 
Ugo Salerno, presidente e ad di Rina, ha commentato: “Il benessere della comunità e dell’ambiente si riflette su quello delle aziende che ne fanno parte. Pertanto, è necessario che quest’ultime si assumano la responsabilità di contribuire alla riduzione e all’assorbimento delle emissioni. La natura delle attività del Rina è già strettamente connessa con la protezione delle persone e del pianeta e questo progetto con il Comune di Torino e con Arbolia si inserisce a pieno titolo nella nostra strategia in ambito Esg e nel nostro percorso verso la neutralità carbonica prevista per il 2023”.  
L’iniziativa è stata presentata dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, dall’assessore alle Politiche per l’ambiente e al Verde pubblico, Alberto Unia, dall’amministratore delegato di Rina, Ugo Salerno e dal presidente di Arbolia, Mario Vitale.
Rina nel 2020 ha fatturato 485 milioni di euro, con 3.900 dipendenti e 200 uffici in 70 Paesi. Arbolia ha l’obiettivo di creare nuove cinture verdi nelle città italiane e abbattere le emissioni inquinanti e climalteranti attraverso la messa a dimora di alberi. Arbolia partecipata del gruppo Cdp, che ha come soci di minoranza numerose Fondazioni di origine bancaria, a partire dalle torinesi Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt, progetta e realizza boschi urbani, curandone la manutenzione per i primi anni, su terreni della pubblica amministrazione grazie al contributo di aziende e privati sensibili ai temi della forestazione e della sostenibilità ambientale.

Il robot umanoide diventa personal trainer progetto dei Politecnici di Torino e Milano

Il robot umanoide diventa un personal trainer capace di seguire una persona durante una sessione di allenamento sportivo a corpo libero, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale (Ai). L’idea e lo sviluppo software e, in parte, hardware del robot sono stati oggetto del progetto multidisciplinare “AI empowered hardware for fitness applications”,condotto da un team di studenti dell’Alta Scuola Politecnica dei Politecnici di Milano e Torino.
Il team ha lavorato sul robot Pepper nell’ambito del programma imprenditoriale Pioneer della School of Entrepreneurship and Innovation (Sei) di Torino e avvalendosi della collaborazione della torinese Reply, implementando diverse funzionalità come, per esempio, la capacità di contare le ripetizioni, la correzione degli errori oppure la possibilità di mostrare le performance precedenti. Infatti, a differenza di quando si usano gli attrezzi in palestra, nella modalità a corpo libero la probabilità di commettere errori diventa più elevata ed è a questo punto che diventa importante l’intervento del personal trainer perché l’effetto benefico degli allenamenti sia preservato o anche solo per evitare lesioni fisiche.
Pepper utilizza per monitorare le posizioni del corpo umano dell’utente fornendo una soluzione economicamente vantaggiosa sia per l’utente finale che per le palestre che potrebbero risparmiare nella gestione di molte persone presenti contemporaneamente. AI empowered hardware for fitness applications” è stato coordinato da Barbara Caputo (PoliTo), direttrice del laboratorio di eccellenza AI@PoliTo su Learning ed Intelligent systems e co-coordinato dal Cesare Alippi (PoliMi).
Il progetto è stato ritenuto tra i migliori del XV Ciclo dell’ASP e, a conferma della sua bontà, alcuni membri del team hanno da poco fondato la startup Gymnasio che, grazie al know-how acquisito durante il progetto, intende sfruttare le potenzialità dell'home fitness, un mercato in forte espansione negli ultimi mesi.

Le otto finaliste della Sella Data Challenge

Sono otto le startup e scale up che sono state selezionate per la Sella Data Challenge, la competizione organizzata da Banca Sella in collaborazione con Fintech District, rivolta alle imprese fintech per individuare nuove soluzioni per personalizzare l’offerta di prodotti e servizi ai clienti grazie all’utilizzo e all’analisi dei dati. Complessivamente, sono arrivate 54 candidature per accedere al programma, anche dall’estero, sia dall’Europa. Numeri che testimoniano l’interesse per questa particolare competizione e allo stesso tempo lo stato di salute del settore.
Virtual B, Premoneo, Bid Company, Cardo AI, Galileo XA, Utego, Vidyasoft eAltilia sono le otto startup e scale up che ora si confronteranno per aggiudicarsi il primo posto e ottenere i 15mila euro in palio per il vincitore per sviluppare e testare con Banca Sella lasoluzione individuata.
La Sella Data Challenge è un’iniziativa organizzata in collaborazione con il Fintech District –
la community punto di riferimento per l’innovazione dell’industria dei servizi finanziari, in cui fintech, corporate e operatori finanziari tradizionali possono collaborare per dare vita aprogetti di open innovation attraverso sinergie industriali e commerciali, sviluppando nuovi servizi e attraendo investimenti – e Fabrick, il primo attore nato in Italia con l’obiettivo di favorire l’open finance definendo nuovi modelli di business e di servizi bancari.

Borsa: segni opposti per le sportive di Exor gran rialzo della Ferrari, ribasso della Juve

Segni opposti per le due società sportive che fanno capo alla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, oggi, 22 marzo, a Piazza Affari, dove l'indice Ftse Mib ha chiuso a 24.263 punti (+0,26% rispetto a venerdì scorso). La Ferrari ha terminato la seduta con un doppio più, la Juventus con un meno. L'ultimo prezzo dell'azione Ferrari è stato di 172,1 euro, con l'incremento del 4,88%; mentre quello della Juventus è risultato di 0,7878 euro, in ribasso dello 0,76%.
Il rialzo della Ferrari è stato il più alto del listino delle blue chip ed è stato motivato con la fiducia di una riscossa della Casa di Maranello nei Gran Premi di Formula 1, grazie alla nuova monoposto che esordirà nella prima gara del mondiale, domenica prossima, con Charles Leclerc e la new entry Carlos Sainz. E' più probabile, però, che il recupero del titolo sia stato favorito dalle favorevoli prospettive economiche dell'impresa delle “rosse” oltre che dall'attesa del nuovo amministratore delegato (ad interim lo fa il presidente John Elkann), molto più che dalle speranze dei tifosi.
Anche per la quotazione della Juventus il fattore tifosi, in questo caso fortemente delusi dopo la sconfitta in casa da parte del Benevento, ha un'incidenza relativa sul prezzo della società bianconera controllata da Exor della grande Famiglia torinese come la Ferrari. Piuttosto sul ribasso dell'azione Juve ha influito la previsione dei danni economici derivanti dalla possibile mancata conquista dello scudetto 2021, dopo l'uscita ingloriosa dalla Champions.
Comunque, il rialzo della Ferrari ha pesato più del ribasso della Juve sul risultato borsistico di Exor, la holding a capo del gruppo guidato da John Elkann, che ha concluso le negoziazioni odierne a 72,5 euro, con l'aumento del 2,06%, il quarto maggiore tra le blue chip.

Banche: a rischio di default a fine giugno 2,7 milioni tra imprese e famiglie

Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, l'associazione bancaria italiana della quale è vice presidente il torinese CamilloVenesio (numero 1 di Banca del Piemonte), accompagnato dal direttore generale Giovanni Sabatini, ha incontrato il Commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, per illustrare gli sforzi del mondo bancario in Italia per la resistenza alle conseguenze economiche della pandemia e per sostenere ogni premessa di ripresa. Patuelli ha chiesto a Gentiloni che, in seguito al prolungamento e aggravamento della pandemia, la Commissione Europea si esprima a favore del prolungamento delle moratorie, “ che sarebbe sbagliatissimo dovessero già interrompersi a giugno, quando la pandemia ed i suoi effetti economici non sono certo conclusi”. Inoltre, Patuelli e Sabatini hanno ricordato che nei giorni scorsi la presidente della Bce, Christine Lagarde e la Banca d'Italia si sono pubblicamente espresse a favore del prolungamento delle moratorie, la cui decisione spetta agli organi della Ue, fra cui l'Eba, l'Autorità bancaria che dispone le regole per tutta la Ue.
Infatti, a fine giugno, quando scadranno le moratorie su quasi 300 miliardi di euro di prestiti bancari, c'è il rischio che 2,7 milioni di imprese e famiglie italiane si trovino improvvisamente sull'orlo del sostanziale dissesto finanziario e, in base alle nuove norme Eba, debbano essere classificati in posizione di default. Lo denuncia anche la Fabi, il sindacato nazionale dei bancari, spiegando che tra circa 100 giorni termina l'ultima proroga della norma che ha consentito di congelare le rate dei finanziamenti di 1,3 milioni di aziende per 198 miliardi e di 1,4 milioni di cittadini per 95 miliardi: in totale, oltre 293 miliardi.
Secondo la Fabi, la questione riguarda 2,7 milioni di posizioni debitorie (ovvero prestiti) di imprese e famiglie clienti di banche che hanno presentato richiesta di sospensione dei pagamenti delle rate sfruttando la possibilità concessa dal decreto legge "Cura Italia" varato, l'anno scorso, all'inizio dell'emergenza Coronavirus. Misura che si è rivelata utile e indispensabile per assicurare liquidità aggiuntiva sia alle aziende (1,3 milioni) sia ai cittadini (1,4 milioni).
La pandemia non ha però rallentato né fatto slittare l'entrata in vigore di nuove norme di vigilanza sulle banche predisposte dall'Eba e, più nel dettaglio, delle linee guida sulla gestione degli npl che impongono alle banche una più rigida graduatoria dei crediti deteriorati: una stretta normativa che ha interessato anche i prestiti "sospesi" con le moratorie e che, secondo le nuove regole europee, vanno classificate come esposizioni deteriorate.
Alla fine del 2020, -come comunicato da Bankitalia, circa 350.000 famiglie avevano aderito alla moratoria, l'1,5% del totale e il 12% di quelle indebitate. Al termine del periodo di sospensione, una quota di nuclei familiari potrebbe avere difficoltà a riprendere il regolare pagamento, poiché la loro capacità di sostenere gli oneri del debito dipenderà dalle condizioni dell'economia e dal recupero del reddito individuale. È pertanto cruciale definire il termine delle moratorie e distribuirne gli effetti nel tempo.

In Piemonte occupati diminuiti del 2,8% nel 2020 aumento solo nelle costruzioni

Nel 2020, l’emergenza sanitaria e le misure introdotte per contenerla hanno portato alla sospensione delle attività di interi settori produttivi generando, anche in Piemonte, uno shock senza precedenti sia sulla produzione di beni e servizi sia, di conseguenza, sul mercato del lavoro. Il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione hanno, tuttavia, evitato che le ricadute su occupazione ed economia assumessero toni drammatici.
Il numero medio di occupati in Piemonte, l'anno scorso, si è attestato a 1,778 milioni, il 2,8% in meno rispetto alla media 2019. Il 55,6% è rappresentato da soggetti di genere maschile contro il 44,4% di genere femminile. Il calo degli occupati di 52mila unità è riconducibile a una marcata flessione registrata dal comparto agricolo (-5,3%) e dal commercio e turismo (-4,4%), seguita da una contrazione consistente nelle altre attività di servizi (-3,6%). Una flessione in linea con la media complessiva ha caratterizzato, invece, l’industria in senso stretto (-2,8%). Unico comparto in crescita risulta quello delle costruzioni (+10,9%) spinto dal Decreto Rilancio 2020, che ha aperto nuove interessanti prospettive per il settore.
Nel 2020 l’occupazione dipendente è calata dell’1,6%, mentre per quella indipendente la contrazione ha assunto un’intensità maggiore (-6,6%). La riduzione ha interessato in particolare gli occupati a tempo parziale (-8,8%), mentre quelli a tempo pieno hanno evidenziato un calo inferiore alla media (-1,4%). Nel 2020 sono stati i titoli di studio meno qualificati a segnare la flessione più elevata. Sono apparsi, invece, stabili gli occupati con laurea e post-laurea. 
Analizzando il tasso di occupazione appare evidente la diminuzione registrata sia dal Piemonte, che passa dal 59,0% del 2019 al 58,1% del 2020, sia dell’Italia che perde circa un punto e mezzo, attestandosi al 64,6%. Permane anche 2020 il noto divario di genere, circa 13,6 punti separano il tasso di occupazione maschile (71,4%) da quello femminile (57,8%).
Sul fronte dei disoccupati nel 2020 si rileva un calo di 7mila unità rispetto al 2019, parallelamente è aumentato il numero di inattivi (coloro che non hanno un lavoro, ma non lo cercano nemmeno). Il contenitore “a fisarmonica” delle non forze di lavoro è cresciuto, infatti, di 41mila unità rispetto al 2019 (+5,4%). 
La regione, nel 2020, ha conseguito un tasso di disoccupazione del 7,5%, stabile rispetto al 2019. L’Italia ha segnato un lieve calo, passando dal 10,0% al 9,2% del 2020. Anche per quanto concerne il tasso di disoccupazione esiste in Piemonte un evidente scarto di genere: quello maschile nel 2020 si attesta al 6,5% e quello femminile all’8,8%. Sul fronte della disoccupazione giovanile (15-24 anni) il dato piemontese (24,6%) continua a essere marcatamente maggiore alla media europea (15,2%), ma inferiore rispetto al risultato nazionale (29,4%).
“La situazione emergenziale che continuiamo a vivere, a causa della pandemia da Covid-19, ha avuto un impatto determinante sulla crescita e lo sviluppo economico della nostra regione – commenta il presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia -.La sospensione e il rallentamento di alcune categorie produttive hanno determinato conseguenze senza precedenti sulla produzione delle nostre merci e sull’erogazione di servizi e, di conseguenza, anche sulla occupazione. Gli ammortizzatori sociali e le strategie adottate, a più livelli, per evitare contraccolpi ancora più seri sui livelli occupazionali italiani stanno svolgendo un ruolo di paracadute, purtroppo non del tutto sufficiente. Il clima generale di sfiducia e incertezza hanno colpito tutti i settori, a eccezione delle costruzioni e, soprattutto ,le donne e i giovani. Accelerare la campagna vaccinale continua a essere l’unica strada davvero efficace per ritornare a crescere e a investire nel capitale umano”.

Casa, nel 2020 crescita record dei prezzi ma a Torino calo del 2% nel IV trimestre

Nel 2020, l’anno dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, i prezzi delle abitazioni acquistate in Italia dalle famiglie registrano la crescita più ampia in media d’anno (+1,9%) dal 2010, quando è cominciata la serie storica dell’indice Ipab (Indice dei prezzi delle abitazioni). Questa dinamica si manifesta in un contesto di diminuzione del 7,7% delle compravendite di immobili residenziali rispetto al 2019, confermando come l’andamento dei prezzi delle abitazioni risenta dei movimenti della domanda solo in parte e con ritardo. L’aumento è imputabile ai prezzi sia delle abitazioni nuove sia di quelle esistenti ed è trainato dal Nord.
In media, nel 2020, i prezzi delle abitazioni hanno fatto registrare un incremento del 2,1% e dell'1,9% quelli delle abitazioni esistenti, che pesano per oltre l’80% sull’indice aggregato. Rispetto alla media del 2010, però, i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del 15% (-21,6% per le abitazioni esistenti e +3,6% per le nuove). Il tasso di variazione acquisito dell’Ipab per il 2021 è pari a -0,3% (-0,6% per le abitazioni esistenti e +0,8% per le abitazioni nuove).
Secondo le stime preliminari dell'Istat, nel quarto trimestre 2020 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, è aumentata dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,6% nei confronti dello stesso periodo del 2019. L’aumento tendenziale dell’Ipab si deve sia ai prezzi delle abitazioni nuove cresciuti dell’1,7%, sia ai prezzi delle abitazioni esistenti aumentati dell’1,4%.
Questi andamenti si manifestano in un contesto di crescita vivace dei volumi di compravendita: +8,8% l’incremento tendenziale registrato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale nel quarto trimestre 2020, dopo il +3% del trimestre precedente. Nel quarto trimestre, a Milano i prezzi delle abitazioni aumentano, su base annua, del 7,4%, confermando una crescita sostenuta sebbene in decelerazione rispetto al trimestre precedente (era +12,%). A Torino e a Roma, invece, i prezzi delle abitazioni sono in calo (rispettivamente del 2% e dello 0,5%).