Borsa: Reply fa segnare il nuovo record nella settimana di tante marce indietro

Marcia indietro di quasi tutte le quotate del Nord Ovest, nella settimana borsistica finita venerdì. L'ultimo prezzo delle loro azioni è stato inferiore a quello del 26 gennaio. “La grande eccezione è Reply, che, invece, ha fatto il nuovo record storico” ha chiosato il Corriere Torino, precisando che “Il titolo Reply ha chiuso a 53,45 euro, ancora un euro e 125 centesimi in più rispetto ai 52,325 euro del 19 settembre 2017, giorno del precedente primato”.
Sull'edizione torinese del Corriere della Sera (gruppo Cairo), datata 4 febbraio, inoltre si legge che “La nuova vetta della torinese Reply, controllata e guidata dalla famiglia Rizzante, assume un significato ancora più rilevante se si considera che,esattamente un anno fa, l'azione Reply valeva 30,75 euro, 22,7 meno di venerdì scorso. Da allora è aumentata del 74%. Così, la capitalizzazione di Reply, cioè il valore riconosciuto da Piazza Affari alla società, ha lambito i 2 miliardi di euro (per la precisione è ammontato a 1,999 miliardi)”.
Reply, a capo di un gruppo di oltre cento aziende iperspecializzate in rete fra loro, attivo nell'ideazione, progettazione e implementazione di soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e i media digitali, conta circa 6.500 dipendenti e ha fatturato oltre 650 milioni nei primi nove mesi 2017. Al vertice ha Mario Rizzante, fondatore, presidente e amministratore delegato, incarico quest'ultimo condiviso con la figlia Tatiana, “brillantissima ingegnere e manager.” In posizione apicale anche Filippo Rizzante, fratello di Tatiana: fra l'altro, fa parte del Consiglio di amministrazione.
Oltre a Reply, hanno aumentato i rispetti prezzi, rispetto alla settimana precedente, le azioni Bim-Banca Intermobiliare (0,64 euro alla chiusura di venerdì), Biancamano (0,326), Cnh Industrial (12,18), Ferrari, controllata della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi (103,80), Italia Independent di Lapo Elkann (4,96), Ki Group (2,62) e l'Orsero di Albenga (9,15).
Invece, i cali maggiori sono stati delle azioni Astm (da 24,60 euro del 26 gennaio a 21,10), Buzzi Unicem (da 24,4 a 23,01), Diasorin (da 79,3 a 76.55), Exor (da 64,15 a 62,86), Fca -Fiat Chrysler Automobiles (da 19,8 a 18,79), Fidia (da 9,18 a 8,18), Prima Industrie (da 38,6 a 36,84) e Sias (da 16,33 a 15).
“La famiglia Agnelli-Elkann-Nasi e i loro soci nelle quotate possono restare soddisfatti: sono “targate” Torino quattro delle dieci azioni del paniere Mib che più hanno incrementato il loro valore negli ultimi 12 mesi. La graduatoria, infatti, vede al primo posto Fca (+86,65%), Ferrari al secondo (+80,21%), Cnh Industrial al quinto (+49,08%) ed Exor, la holding, al sesto (+47,32%). Nona è un'altra piemontese: l'azione di Intesa Sanpaolo, salita del 41,61% a 3,115 euro” ha concluso il Corriere Torino, guidato dall'esperto Umberto La Rocca, già direttore del Secolo XIX e vice direttore de La Stampa.


Tatiana e Filippo Rizzante
Mario Rizzante, presidente Reply


"Patent box" per Diasorin e Sambonet Quando il fisco riconosce la creatività

Quando il Fisco fa il buono. Diasorin, la multinazionale vercellese di Saluggia leeader globale nel campo della diagnostica in vitro (offre il più ampio menù di test di specialità nel mercato dell'immunodiagnostica e nuovi test di diagnostica molecolare) stima in 16-18 milioni di euro il beneficio fiscale derivante dall'accordo che ha appena siglato con l'Agenzia delle Entrate per l'accesso alla agevolazione concessa dal Patent box.
Il Patent box, introdotto in Italia con la legge di stabilità 2015, prevede la tassazione agevolata per i redditi che derivano dallo sfruttamento di opere di ingegno, brevetti, marchi e altri beni immateriali. Le imprese che aderiscono al Patent box rscludono dalla base imponibile fino al 50% dei ricavi derivanti dallo sfruttamento commerciale dei beni intangibili. Inoltre, è garantita la certezza del trattamento fiscale grazie agli accordi preventivi (ruling) con l'Agenzia delle Entrate.
L'intesa di Diasorin si riferisce al triennio 2015-2017. A capo dell'omonimo gruppo che conta oltre 1.700 dipendenti e ha fatturato quasi 470 milioni nei primi nove mesi 2017 (è previsto che i ricavi ammonteranno a 735 milioni nel 2019), Diasorin in Borsa è stata valutata fino a 4,5 miliardi. Presidente è il torinese Gustavo Denegri e vice il figlio Michele. Denegri possiede poco meno del 45% del capitale della società, della quale il secondo maggior azionista è Carlo Rosa, l'amministratore delegato.
A proposito ancora di Patent box, nei giorni scorsi, il ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato che finora sono stati 435 gli accordi relativi al Patent box finora conclusi e di questi 431 nel solo 2017.
Tra le imprese piemontesi che hanno sottoscritto la relativa intesa con l'Agenzia delle Entrate figura anche la Sambonet Paderno (articoli di design per la tavola e la cucina), industria novarese di Orfengo. La Sambonet Paderno fa capo interamente alla holding Arcturus Group dei fratelli monferrini Pierluigi e Franco Coppo, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Sambonet Paderno, una delle diverse società che lo compongono e che hanno 13 marchi prestigiosi, compresi Rosenthal ad Arthur Krupp, Raynaud, Ercuis, Arzberg.
Arcturus Group, che vende i suoi prodotti in quasi cento Paesi, conta circa 1.300 dipendenti. Il suo presidente, Pierluigi Coppo, è stato nominato Cavaliere del Lavoro, nel 2016, dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Carlo Rosa, ad e azionista Diasorin

I fratelli Pierluigi e Franco Coppo (Sambonet)



Protagonisti piemontesi alla ribalta


GIOVANNI FERRERO PUNTA
A FATTURARE 20 MILIARDI
La graduatoria dei protagonisti piemontesi dell'ultimo mese non può aprirsi che con Giovanni Ferrero, autore dell'acquisizione del business dolciario della Nestlé negli Usa. Un affare da 2,8 miliardi di dollari, che il colosso nato ad Alba ha concordato di pagare cash, confermando di avere grande liquidità e ulteriori possibilità. Con le attività Usa rilevate dalla Nestlé (900 milioni di dollari nel 2016), la Ferrero rafforza la sua terza posizione sul mercato mondiale del cioccolato confezionato, il suo fatturato supera i 14 miliardi di euro e si avvicina alla soglia dei 20 miliardi che Giovanni Ferrero ha posto tra i suoi obiettivi prioritari.


FRANCESCO PROFUMO
E LA PARTITA SANPAOLO
La montagna di soldi che ha programmato di erogare anche nel 2018, per finanziare l'intensa attività istituzionale della Compagnia di San Paolo, seconda maggiore fondazione italiana di origine bancaria; i grandi progetti della stessa per migliorare le condizioni sociali ed economiche del Piemonte e per la sua innovazione, oltre che la conferma della prossima ritirata di Piero Gastaldo, straordinario Segretario generale, hanno calamitato l'attenzione su Francesco Profumo, il presidente dell'Ente torinese di Corso Vittorio; ma hanno lasciato in ombra un tema strategico che riguarda la Compagnia e Torino: il loro ruolo futuro per Intesa Sanpaolo, principale gruppo bancario nazionale. Per lo scellerato protocollo Acri-Mef, voluto da Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo, la Compagnia di San Paolo è già scesa all'8% del capitale di Intesa Sanpaolo, fra l'altro generatrice di enormi dividendi. E dovrà scendere ancora, tanto che non ne sarà più il primo azionista singolo e, probabilmente sarà alla pari con la milanese Fondazione Cariplo, sempre che questa non aumenti la sua quota, come può fare secondo il famigerato accordo romano. Con tutte le conseguenze 
immaginabili.


SERGIO MARCHIONNE
MIGLIOR PILOTA FERRARI
E' impegnato su mille fronti, compreso quello del suo futuro, ma Sergio Marchionne certamente non trascura neppure un po' il suo compito di guida della Ferrari, il marchio automobilistico più famoso e prestigioso al mondo, emblema della migliore Italia e suo orgoglio. Ferrari, di cui Marchionne è presidente, amministratore delegato e azionista, ha chiuso il 2017 con risultati molto brillanti: 8.398 bolidi venduti, fatturato di 3,4 miliardi (+10%), utile netto di 537 milioni (+26,4%), indebitamento ancora ridotto. E un budget 2018 favorevole. Tanto che la Borsa ha fatto balzare il titolo al massimo storico e sopra i 20 miliardi il valore riconosciuto dal mercato alla Casa di Maranello. Per i suoi soci, a partire dalla Exor della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, la Ferrari pilotata da Sergio Marchionne si sta rivelando un vero tesoro, come sono veri gioielli a quattro ruote le sue vetture.


REMO MORONE
NOTAIO BITCOIN
Oltre 13.000 visualizzazioni, in un paio di giorni, solo su questo blog,che ne ha dato notizia per primo; riprese in tv, su giornali, sui social, sul web; complimenti e richieste di precisazioni un po' da tutta l'Italia. Ha fatto scalpore il notaio torinese Remo Morone, con il suo sigillo sul primo atto italiano di compravendita immobiliare in bitcoin, la criptovaluta inventata nel 2009 e tanto discussa. Acquirente dell'alloggio una giovane cinese che ha pagato in bitcoin, accettati dal venditore italiano. Appassionato di informatica e nuove tecnologie, Remo Morone, 41 anni, è titolare dell'omonimo studio con il padre Ettore, fondato nel 1910, sotto la Mole, dal nonno di cui porta il nome. Lo studio Morone è punto di riferimento delle principali imprese e famiglie subalpine.


PAOLO PININFARINA
FIRMA L'ELETTRICA MAHINDRA
Per lo sviluppo delle sue nuove auto elettriche e del modello che partecipa alle gare della Formula E, la Formula 1delle vetture con questo tipo di alimentazione, l'indiana Mahindra ha scelto di collaborare con la Pininfarina, della quale fra l'altro è il maggiore azionista con il 76% del capitale. La notissima impresa torinese, presieduta da Paolo Pininfarina (amministratore delegato è Silvio Pietro Angori) curerà, in particolare, il design e l'aerodinamica, specializzazione di cui può vantare decenni di esperienza. Per Paolo Pininfarina, classe 1958, laurea in Ingegneria meccanica al “Poli”, il nuovo accordo con Mahindra è motivo di notevole soddisfazione, come i progressivi miglioramenti dell'azienda, che si sta risollevando dopo la grave crisi del passato.

GIOVANNI QUAGLIA TURBO
DELLA FONDAZIONE CRT
Raffica di iniziative della Fondazione Crt. Quasi non passa giorno che l'Ente torinese di via XX Settembre, di cui è presidente da un anno l'infaticabile e poliedrico Giovanni Quaglia, non annunci nuovi interventi, lanci di bandi, operazioni in campo sociale, artistico, culturale, nella ricerca piuttosto che nell'istruzione-formazione e nel mondo del volontariato. Recentissimi sono i comunicati relativi al progetto Not&Sipari, all'offerta di preparazione e sostegno a giovani talenti che aspirano a diventare professionisti del fundraising (raccolta fondi per enti non profit) o imprenditori innovativi, alla valorizzazione delle imprese culturali giovanili, all'accessibilità, tramite smartphone, a chiese d'arte chiuse; al restauro della facciata dello storico Palazzo Madama e, fra l'altro, all'incontro dell'Avo (Associazione volontari ospedalieri) con Papa Francesco.


PAOLO CERETTI FA VOLARE
LA DEA DEI BOROLI-DRAGO
Se tutto andrà come previsto, anche Snaidero, storica impresa friulana delle cucine, entrerà a far parte del gruppo novarese De Agostini, attraverso la sua controlla Dea Capital, uno dei principali operatori italiani negli alternative investments, principalmente fondi di private equity e asset management. La proposta di Dea Capital, molto dinamica, è stata preferita a quella dei cinesi. Quotata in Borsa, dove la sua azione ha raggiunto il massimo storico il 26 gennaio scorso, Dea Capital ha come amministratore delegato, da 11 anni, il torinese Paolo Ceretti, manager che gode della massima stima e fiducia da parte della famiglia Boroli-Drago, che possiede il gruppo De Agostini (fatturato di 5,2 miliardi di euro nel 2016). Paolo Ceretti, che ha iniziato la sua grande carriera nel gruppo Agnelli, dove ha ricoperto incarichi apicali, dal 2004 è anche direttore generale della holding De Agostini, alla quale fa capo anche il 50,8% della Igt, società quotata alla Borsa di New York ed è il più grande player mondiale nel mercato delle lotterie, dei giochi e dei relativi servizi (fra l'altro, è sua Lottomatica, a capo del consorzio per il gioco del lotto in Italia). Dea Capital, che gestisce asset del valore di una dozzina di miliardi, ha in portafoglio anche Sinterama, Cartiere Pigna, Acque Lurisia, Tecnica e Targetti.

Auto, mercato ligure in contromano

Avvio d'anno in controtendenza per il mercato automobilistico ligure. Nel mese appena passato, sono state 3.110 le vetture nuove vendute nella regione rivierasca, 98 meno delle 3.208 del gennaio 2017. Il calo è del 3% , mentre è stata del 3,4% la crescita media delle nuove immatricolazioni registrate nell'intera Italia, risultate infatti 177.822.
A provocare l'arretramento del mercato ligure sono state le province di Genova (1.537 acquisti di auto nuove nel gennaio 2018 contro le 1.632 dello stesso mese dell'anno scorso) e di Imperia (348 contro 398). Nello Spezzino le nuove immatricolazioni sono state 558, solo 4 più che nel gennaio 2017. mentre nella provincia di Savona sono aumentate da 624 a 667.
Nella provincia della Lanterna è la Ford ad avere avuto più clienti nel mese passato: 198, mentre Fiat (148) è finita solo terza nella graduatoria delle marche, preceduta anche da Volkswagen (177), la quale è risultata prima invece in provincia di La Spezia (92 consegne), davanti a Fiat (82) e Ford (48).
La marca torinese, però, ha avuto il maggior numero di preferenze nella provincia di Imperia (50 contro le 43 di Renault e le 30 di Ford) e in quella di Savona (94 a fronte delle 91 di Ford e le 64 di Volkswagen). Così, Fiat ha finito il mese come leader del mercato ligure con 374 nuove immatricolazioni, mentre al secondo posto ha concluso Volkswagen con 351 e al terzo Ford con 340. Quarta la Peugeot con 178 e quinta la Renault con 178.
Specificatamente, per quanto riguarda le marche “premium” tedesche Audi ha vinto unicamente nella provincia di Genova con 66 nuove immatricolazioni (48 la Mercedes e 35 la Bmw), mentre Mercedes ha superato tutte le rivali nelle altre tre province liguri:a Imperia con 12 vetture nuove consegnate contro le 6 di Bmw e le 3 di Audi; a La Spezia con 21 rispetto alle 18 di Audi e le 14 di Bmw e a Savona con 25 a fronte delle 19 di Audi e le 8 di Bmw.

Fiat Panda, l'auto più venduta in Italia

Tecnoinvestimenti: nuove acquisizioni

E' in piena accelerazione il gruppo Tecnoinvestimenti targato Salza-Chevallard. Nel 2018, avrà ricavi superiori ai 215 milioni di euro (+20% rispetto ai 181 milioni del 2017, che già aveva registrato un incremento del 22,9% sui 147,3 milioni del 2016), migliorerà ulteriormente la sua redditività e, fra l'altro, farà nuove acquisizioni “di business di servizi che possono sostenere la catena di valore delle imprese e degli istituti finanziari”.
Ad anticipare il preconsuntivo 2017 e i principali dati del piano economico-finanziario 2018-2020 sono stati Enrico Salza e Pier Andrea Chevallard, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Tecnoinvestimenti, la capogruppo quotata in Borsa, in occasione del recente consiglio di amministrazione, al termine del quale è stato anche riferito che il margine operativo lordo consolidato 2017 è risultato di 40,2 milioni (+37,2% rispetto ai 29,3 milioni del 2016) e che per il 2020 si aspettano un ebitda (utile al lordo delle imposte, degli oneri finanziari netti, degli ammortamenti, degli accantonamenti e delle svalutazioni) superiore del 50% circa a quello dell'esercizio appena terminato. 
Nel triennio 2018-2020 saranno fatti investimenti per circa 29 milioni, 10 dei quali principalmente per nuovo hardware e quasi altrettanti per prodotti e servizi software e banche dati proprietarie.
Il gruppo Tecnoinvestimenti, che ha il quartiere generale a Torino, è tra gli operatori leader in Italia nelle sue tre aree di business, dove è attivo con le rispettive divisioni.
Digital Trust eroga prodotti e servizi per la digitalizzazione, la fatturazione elettronica, la pec, la firma digitale, attraverso le controllate Visura, Sixstema e Infocert, la quale è la priù grande European Certification Authority. La busines unit Credit Information & Management, che opera con Assicom Ribes (offre servizi a supporto dei processi decisionali come informazioni camerali e immobiliari, report aggregati, rating sintetici, valutazione e recupero crediti) e con ReValuta (servizi immobiliari, incluse perizie e valutazioni). La terza divisione, Innovation & Marketing Services, attraverso le società Co.Mark e Warrant Group, offre una piattaforma di consulenza alle Pmi per supportarle nelle fasi di crescita produttive e di espansione della propria capacità commerciale.

Enrico Salza, presidente 


Pier Andrea Chevallard, ad 

Borsa: grande sprint della Ferrari (+7,5%) ma è Cnh a fare il nuovo record storico

Nuovo sprint della Ferrari, proprio da bolide rosso, in Piazza Affari, oggi primo giorno di febbraio. Il titolo della Casa di Maranello, guidata da Sergio Marchionne, presidente e amministratore delegato, è balzato a 103,20 euro, il 7,46% in più rispetto a ieri. Per pochissimo non ha migliorato il suo record storico – 103,80 euro – fatto segnare l'1 novembre scorso.
Quello della Ferrari è stato il terzo maggior incremento percentuale della seduta odierna. Così, il valore del Costruttore automobilistico più famoso e ammirato al mondo è tornato nuovamente sopra il livello dei 20 miliardi di euro (capitalizzazione borsistica).
La nuova impennata è dovuta ai risultati economico-finanziari conseguiti dalla Ferrari nel 2017: 8.398 vetture consegnate – veri gioielli a quattro ruote – ricavi netti pari a 3,417 miliardi (+10% rispetto al 2016, quando sono state le auto vendute sono state 384 in meno; utile netto di 537 milioni (+26,4%) e indebitamento industriale netto sceso a 473 milioni, 180 meno che al 31 dicembre 2016. Marchionne proporrà un dividendo di 0,71 euro per azione, per un totale di 134 milioni. Anche le previsioni 2018 sono favorevoli: 9.000 consegne e, fra l'altro, un indebitamento netto inferiore ai 400 milioni.
A far registrare il nuovo record storico, oggi, è stata Cnh Industrial, altra quotata che fa capo a Exor e, perciò, alla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi. Il prezzo dell'ultimo contratto di compravendita di titoli Cnh Industrial è stato di 12,48 euro, superiore di 9 centesimi al precedente primato. Rispetto a ieri, l'incremento del valore dell'azione è stato del 4,74%, il quinto maggiore della giornata.
La capitalizzazione di Cnh Industrial (veicoli industriali e commerciali, macchine movimento terra e agricole, autobus e mezzi speciali) ha sfiorato i 22 miliardi (per la precisione, è arrivata a 21,976 miliardi). Di conseguenza, almeno nel gran premio degli investitori, Cnh Industrial resta davanti alla Ferrari, il valore riconosciuto dal mercato a camion e trattori di Exor è più elevato di quello delle vetture con il Cavallino rampante.
Restando nella grande e ben nota famiglia torinese, va segnalato che fra le dieci quotate a Piazza Affari che oggi hanno avuto i maggiori incrementi percentuali di prezzo figura anche Italia Independent, la società fondata, controllata e presieduta da Lapo Elkann. Infatti, l'azione Italia Independent ha chiuso la seduta odierna a 5,20 euro, con un aumento del 5,91% rispetto a ieri, che è valso la quarta posizione.
Di Italia Independent è diventato azionista anche John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor, presidente di Fca-Fiat Chrysler Automobiles e, fra l'altro, vice presidente della Ferrari, nel cui consiglio di amministrazione si trova il fratello Lapo.

John Elkann, numero 1 del gruppo Exor 

Lapo Elkann, presidente Italia Independent



Iniziativa di Reale Mutua e Poli di Torino per valorizzare i dati delle "scatole nere"

Un'iniziativa esemplare. E' quella “targata” Reale Mutua e Politecnico di Torino. Nell'ambito dell'accordo quadro tra la Compagnia assicurativa subalpina e l'Ateneo di corso Duca degli Abruzzi, il Dipartimento di Automatica e Informatica (Dauin) del prestigioso “Poli”collaborerà con la Reale Mutua nella progettazione e sperimentazione di soluzioni software per la gestione dei dati raccolti attraverso le cosiddette “scatole nere” degli autoveicoli, al fine di ottimizzare l'amministrazione di queste informazioni e di valorizzarle per il miglioramento continuo dei servizi e dei prodotti.
Grazie alle informazioni delle “scatole nere”, dispositivi telematici che registrano i movimenti del veicolo, definendone la tracciabilità e la rintracciabilità, si possono conoscere lo stato del mezzo, le sue prestazioni, i percorsi e, fra l'altro, le condizioni della strada. Ai guidatori possono dare un riscontro immediato sullo stile di guida da adottare per ridurre lo stress, ottimizzare i consumi e aumentare la sicurezza.
Responsabile della nuova ricerca affidata da Reale Mutua al Politecnico, della durata prevista di un anno, è Fabrizio Lamberti, mentre coordinatrice del Collegio di Ingegneria informatica, del Cinema e Meccatronica, è Elena Baralis.
Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua, presieduta da Iti Mihalich, ha detto che “è estremamente importante che il mercato assicurativo individui i nuovi servizi a valore aggiunto sulla base di informazioni che la tecnologia potrebbe rendere disponibili in futuro e ancora più importante è, però, acquisire le capacità necessarie per gestire il patrimonio informativo internamente alla Compagnia. Per questo, scegliamo di fare squadra con un'eccellenza torinese e italiana, con cui collaborare su questi temi, senza precluderci anche un eventuale ampliamento di partecipanti a questo laboratorio congiunto. Essere partner del Politecnico di Torino ci inorgoglisce e ci permettere di affrontare le sfide che il mercato ci pone, sviluppando sempre nuove soluzioni di business”.

A proposito di Reale Group, la controllata Italiana Assicurazioni ha appena lanciato “Family Box”, un'offerta modulare su due livelli creata per offrire una protezione contro gli infortuni, le malattie e il caso morte. Due i prodotti: Domino Easy e Overtarget, entrambi finanziabili con il Credito Più Reale, a tasso zero. “Vogliamo che gli imprevisti che la vita può riservare non mettano in ginocchio le famiglie – ha spiegato Luca Colombano, direttore centrale Commerciale e Mercato di Italiana Assicurazioni – per questo abbiamo una rete di agenti e consulenti professionisti in grado di consigliare al meglio un programma di protezione su misura per ognuno”.

Luca Filippone, direttore generale Reale Mutua

Compagnia di San Paolo: Firpo e Ferrari primi favoriti alla successione di Gastaldo

Per molti sarà Stefano Firpo, 44 anni, torinese doc, direttore generale del ministero dello Sviluppo Economico (Mise) dal marzo 2015, il prossimo Segretario generale della Compagnia di San Paolo, la seconda maggiore Fondazione di origine bancaria in Italia per patrimonio (il valore di mercato delle sue attività finanziarie ammonta a 7,3 miliardi di euro) e maggiore azionista singolo di Intesa Sanpaolo, il gruppo bancario che capitalizza oltre 52 miliardi.
Stefano Firpo

Che il successore di Piero Gastaldo, decisissimo a lasciare la “Compagnia” entro l'anno, forse subito dopo l'approvazione del bilancio 2017, sarà Stefano Firpo è convinzione diffusa, da mesi. Per le sue indubbie qualità e capacità. Comunque viene dato in pole position. 

Ma c'è anche qualcuno che sussurra altri nomi, primo fra tutti quello di Carla Patrizia Ferrari, direttore Finanza della Compagnia di San Paolo, alle dirette dipendenze di Gastaldo, oltre che consigliere di amministrazione della Cdp-Cassa Depositi e Prestiti, presidente di Equiter e della società consortile Compagnia di San Paolo Sistema Torino.
Carla Patrizia Ferrari
 Considerata una delle più potenti e determinante manager italiane, Carla Ferrari, torinese a tutti gli effetti anche se nata, nel 1957, a Genova, dove si è laureata in Economia e commercio, ha iniziato la sua brillante carriera nell'allora Istituto Bancario San Paolo di Torino, nel 1988, come responsabile dell'Osservatorio economico della filiale di Francoforte. Per la banca di piazza San Carlo è poi stata responsabile dell'Ufficio studi economici e della Segreteria di direzione generale, quindi numero uno della Direzione Enti e aziende pubbliche, amministratore delegato e direttore generale di Banca Opi, amministratore delegato di Sinloc e, infine, di Equiter. E ha chiuso l'esperienza nel gruppo Intesa Sanpaolo al massimo livello, cioè come componente del Consiglio di Gestione della Banca al vertice dell'impero.

Spostata con Giorgio Spriano, chef risk officer di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking, Carla Ferrari è stata, fra l'altro, consigliere di amministrazione di Finpiemonte, Filse, Finaosta, Ambienta Sgr, Iren, Transdev, Iride e Aem Torino. 

Nella Compagnia di San Paolo le Direzioni, tutte facenti capo direttamente al Segretario generale, sono tre: la Direzione Finanza, della quale è responsabile appunto Carla Ferrari; la Direzione Organizzazione e Amministrazione (responsabile Giorgia Valle) e la nuova Direzione Sviluppo del Territorio, che ha al vertice il giovane Alberto Anfossi, entrato in Compagnia, poco più di quattro anni fa, come capo del fund raising, ma diventato presto direttore generale della società Compagnia di San Paolo Sistema Torino, incarico lasciato per assumere, all'inizio di gennaio di quest'anno, quello di responsabile della Direzione al vertice delle aree relative alle attività istituzionali e diverse funzioni di staff. 
Una direzione molto rilevante, tale da ingenerare, in alcuni, la convinzione che Alberto Anfossi faccia parte della rosa dei papabili alla Segreteria generale.  Laurea magistrale in Fisica a Torino, nel 2002, poi dottorato in Fisica teorica al Politecnico, Alberto Anfossi ha anche conseguito un master in Economia al Collegio Carlo Alberto, fucina di grandi talenti.

Tornando al favorito: Stefano Firpo si è laureato in Scienze politiche, sotto la Mole, con 110 lode e dignità di stampa (è stato premiato per la miglior tesi dell'anno accademico 1997-98); poi ha conseguito un master in Global market economics alla London School of Economics and Political Sciences e un master in Economia al Coripe Piemonte (relatrice Elsa Fornero).
Dal 2004 al 2007, Stefano Firpo è stato responsabile della segreteria di presidenza del “San Paolo” di Enrico Salza, dal quale lo ha “rilevato” l'amministratore delegato, Corrado Passera, portandoselo a Milano con l'incarico di responsabile dell'Ufficio del Consigliere delegato e Ceo. Lo stesso Passera, diventato ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture (governo Monti) nel 2011 l'ha voluto con sé a Roma come capo della Segreteria tecnica, carica ,mantenuta anche con i successi ministri Flavio Zanonato e Federica Guidi.

Dal marzo del 2015, Stefano Firpo è direttore generale del Mise per la Politica industriale, la Competitività e le Pmi, confermato da Carlo Calenda, ministro prima con Renzi e poi con Gentiloni. Anche a Roma, Stefano Firpo ha molti estimatori, di gran peso e potere, che puntano a tenerlo nella Capitale. La partita è aperta. E in casi come questi le sorprese non sono rare.

Gavio e soci perdono 318 milioni in 8 ore

E' costata cara, alla famiglia Gavio e ai suoi soci, la seduta borsistica di oggi, 30 gennaio. In otto ore, gli azionisti di Astm-Autostrada Torino Milano e della Sias, quotate entrambe controllate dai Gavio di Tortona, hanno “perso” 318 milioni di euro. “Perso” tra virgolette, perché la perdita è reale soltanto per chi ha venduto i titoli al prezzo di chiusura delle contrattazioni e li aveva comprati al primo prezzo di questa mattina, all'apertura delle compravendite. Per tutti gli altri la perdita è solo virtuale.
Alle 9,30, l'azione Astm valeva 24,30 euro e quella Sias 15,99 euro. L'ultimo contratto relativo a Astm è stato chiuso a 22,65 euro (-7,36% rispetto a ieri) e a 15,31 euro (-6,42%) quello riguardante Sias. Per tutti e due i titoli sono i prezzi più bassi dall'inizio di gennaio. Nonostante questo, però, sono rimasti molto, molto più alti rispetto a un anno fa. Il 30 gennaio dell'anno scorso, l'azione Astm valeva 10,500 euro e 7,690 euro l'azione Sias, perciò meno della metà di oggi.
Per giustificare il ridimensionamento odierno del valore delle due società del gruppo Gavio, quarto maggior gestore autostradale al mondo, sono stati tirati in ballo i rapporti degli analisti di Equita e di Mediobanca, meno favorevoli; inoltre, è stato commentato che i cali sono conseguenti alle vendite di chi ha ritenuto di avere già guadagnato abbastanza, piuttosto che alla considerazione che le due quotate hanno già risentito dei benefici derivanti dalla crescita dei ricavi e delle nuove tariffe. Interpretazioni. Si vedrà.

Beniamino Gavio, n.1 dell'omonimo Gruppo

ORSERO E BIANCAMANO

Da segnalare, oggi, i risultati di altre due quotate riconducibili, per varie ragioni, al Nord Ovest: le liguri Orsero e Biancamano. Due dati di segno opposto.
L'azione della Orsero, guidata da Raffaella Orsero, che ne è anche azionista di rilievo, ha chiuso a 8,66 euro, prezzo inferiore del 3,35% rispetto a ieri e il più basso dell'ultimo biennio.
Al contrario, l'azione della Biancamano, impresa tra le principali nel settore dell'igiene ambientale e facente capo ai savonesi Pizzimbone, ha terminato la seduta a 0,328 euro, il 4,13% più di ieri.


G. B. Pizzimbone, presidente Biancamano 


Raffaella Orsero, guida dell'omonima impresa

Oltre 51.000 assunzioni entro fine mese

Boccata d'ossigeno per il mondo del lavoro. Gennaio dovrebbe chiudersi con oltre 51.000 nuove assunzioni da parte delle imprese del Nord Ovest operanti nell'industria e nel settore dei servizi. La previsione è di Unioncamere, l'Unione nazionale delle Camere di commercio. Dalle rilevazioni del suo Sistema Informativo Excelsior, realizzato in collaborazione con Anpal, è emerso che risulteranno 39.690 i nuovi contratti di lavoro firmati in Piemonte, 10.350 in Liguria e 1.330 in Valle d'Aosta. Complessivamente, appunto, 51.370, pari al 10,45% dei 481.170 dell'intera Italia.
A livello nazionale, le dieci professioni più richieste dalle aziende nel mese sono quelle di addetto alle vendite (oltre 42.000 i posti offerti), addetto alle attività di ristorazione (quasi 40.000), addetto non qualificato per i servizi di pulizia (circa 36.000), tecnico dei rapporti con i mercati (32.670), autista (27.790), impiegato alla segreteria e agli affari generali (22.110), addetto non qualificato allo spostamento e alla consegna di merci (circa 15.000), artigiano e operai specializzato nelle rifiniture delle costruzioni (13.080), meccanico artigianale, montatore, riparatore e manutentore di macchine fisse e mobili (12.560), addetto non qualificato nella manifattura (11.150).
A fronte delle offerte di lavoro, però, le imprese hanno evidenziato che permangono difficoltà di reperimento delle figure professionali richieste: in media, è il 25% delle offerte non trova la risposta attesa. E quote ancora più elevate di mismatch si riscontrano per la categoria meccanici, montatori, riparatori e manutentori di macchine (41,3%), operai e artigiani specializzati nelle finiture delle costruzioni (36,8%), tecnici dei rapporti con i mercati (34,8%).
I risultati della nuova indagine di Unioncamere corroborano l'invito che il presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola, con una lettera aperta a La Stampa, a rivolto alle famiglie chiamate a valutare con grande attenzione la scelta del tipo di scuola superiore per i propri figli, perché se si vuole evitare il rischio della disoccupazione occorre tenere conto delle esigenze future delle aziende.

“Servono operai specializzati, tecnici esperti nei servizi alle aziende, addetti agli impianti e ai macchinari” ha scritto il presidente di Confindustria Cuneo a La Stampa, sottolineando di ritenere un dovere evidenziare ai genitori “questa realtà, perché queste sono le persone che troveranno subito lavoro una volta terminato il percorso di studio”.

Mauro Gola, presidente di Confindustria Cuneo

La Spezia e Verbania prime nella classifica dei grandi clienti bancari meno affidabili

I grandi clienti meno affidabili per le banche, a livello italiano, si trovano in due province del Nord Ovest, quelle di La Spezia e di Verbania. A farlo constatare è una ricerca dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre, l'associazione locale degli artigiani e delle piccole imprese. La quota di “sofferenze” generata dal primo 10% degli affidati dalle banche operanti nello Spezzino è risultata pari all'87,8% dei crediti in essere al 30 settembre scorso (rilevazione più recente della Banca d'Italia). Nessuna delle altre 109 province italiane ha mostrato un tasso più alto.
Ma se il record negativo spetta a La Spezia, il risultato del Verbano-Cusio-Ossola è poco meno peggiore. La quota delle sofferenze bancarie (crediti la cui riscossione totale non è certa, perché i soggetti debitori si trovano in stato di in solvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili) dovuta ai maggiori debitori (grandi aziende, gruppi, famiglie a capo di imprese) della provincia di Verbania è dell'86,4%, la seconda più elevata a livello nazionale.
E i seguenti sono i tassi delle altre province del Nord Ovest: Aosta 81,6%, Biella 80,4%, Cuneo 80,3%, Savona 890%, Torino 78,1%, Genova 77,8% come Novara, Alessandria 77,7%, Asti 76,8%, Imperia 74,3% e Vercelli 71,4%.
E' nella provincia di Vercelli, dunque, che i grandi clienti fanno soffrire meno le banche; fra l'altro, figurando tra i più affidabili, o meglio, tra i meno preoccupanti per gli istituti di credito, a livello italiano. Infatti, soltanto le province di Taranto, Sondrio, Agrigento e Lodi, possono vantare un dato migliore di quello vercellese.
Nel nostro Paese, il primo 10% dei soggetti debitori nei confronti delle banche ha il 79,8% dei crediti concessi dagli istituti ed è responsabile dell'81% dei 170,239 miliardi che costituivano le sofferenze bancari alla fine del settembre scorso. Come ha spiegato il responsabile dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre, “in buona sostanza dei circa 1.500 miliardi di euro erogati dalle banche a famiglie, imprese e società finanziarie, 1.220 miliardi sono stati prestati a un ristretto numero di soggetti che – è proprio il caso di dire – presenta un elevatissimo potere negoziale”.
E ha aggiunto: “Non si sarebbe nulla di strano se questo 10% di affidati fosse solvibile. Una banca, infatti, deve aiutare che ha bisogno di risorse finanziarie; ma se, allo stesso tempo, è anche nelle condizioni di restituire nei tempi concordati quanto ottenuto. In Italia, invece, le cose continuano ad andare diversamente”.

Alla fine di settembre 2017, in Piemonte si contavano 82.087 affidati bancari in sofferenza (con debiti di difficile riscossione per 9,845 miliardi di euro), in Liguria 30.128 con sofferenze per 3,137 miliardi) e in Valle d'Aosta 1.687 con sofferenze per 167 milioni.  

Protagonisti alla ribalta


GIOVANNI FERRERO

“L'Economia”, inserto settimanale del Corriere della Sera, ha dedicato un'intera pagina, firmata dalla brava Maria Silvia Sacchi, a Giovanni Ferrero, il secondogenito del mitico Michele e dell'inossidabile Maria Franca. Scelta più che giusta quella del giornale che fa capo a Urbano Cairo. Giovanni Ferrero segna la “nuova Ferrero”, quella che è andata oltre le Colonne d'Ercole. A lui si deve una rivoluzione del colosso di Alba: la crescita aziendale anche per acquisizioni, strategia mai adotta nei 69 anni precedenti, quelli con la firma esclusiva del creatore della Nutella e dell'impresa, sviluppatasi fino ad allora solo per linee interne. La Ferrero, infatti, compra la britannica Thorntons nel 2015, quando al comando solitario del gruppo c'è già Giovanni Ferrero (al timone dal 2011, subito dopo la tragica scomparsa del fratello Pietro) e sono passati pochi mesi da quando è mancato il padre. E' l'inizio di una serie di acquisti, il più recente dei quali, clamoroso, è quello delle barrette Nestlé negli Usa, che diventano così il maggior mercato della Ferrero, precedendo anche Germania e Italia, oltre a far balzare il fatturato consolidato sopra 14 miliardi di euro.
Nato a Torino nel 1964, cresciuto a Bruxelles, dove la famiglia si era trasferita negli anni dei rapimenti di persona in Italia, studi in Europa e in America, specializzazione in marketing, Giovanni Ferrero, grande passione per la letteratura (fra l'altro, ha già pubblicato sei romanzi), per i viaggi e, in particolare, per l'Africa, ha incominciato a occupare posizioni di rilievo nell'impresa di famiglia nel 1997. Ora, da pochi mesi, è presidente esecutivo del Gruppo, del quale si è riservato la delega per le strategie di medio-lungo periodo e per le acquisizioni; mentre ha nominato amministratore delegato Lapo Civetti, primo manager esterno ad avere avuto questo ruolo.
Giovanni Ferrero é sposato con Paola e padre di Michele e Bernard.

Giovanni Ferrero

FRANZO GRANDE STEVENS

E' appena stato stampa, da Nino Aragno Editore, il libro “Franzo Grande Stevens” che, come dice chiaramente il titolo, è dedicato al grande professionista definito “l'avvocato dell'Avvocato”, per il fatto di essere stato, per tanto tempo, l'avvocato di Gianni Agnelli, chiamato l'Avvocato anche se, pur essendosi laureato in Giurisprudenza, non si è mai presentato all'esame per diventarlo. Il volume di 122 pagine è stato scritto dal siciliano Giovanni Stella (è nato ad Avola, provincia di Siracusa), autorevole commercialista ed autore di numerose opere letterarie.
Nel libro si trovano tante notizie, anche inedite, relative a Franzo Grande Stevens, il quale, ormai prossimo ai novant'anni, che compirà il prossimo 13 settembre, continua a lavorare intensamente e ad andare quotidianamente nel grande studio che porta il suo nome, al quarto piano del palazzo storico all'angolo fra via del Carmine 2 e piazza Savoia, a Torino, al cui Albo è iscritto dal 1954.
Nato a Napoli, ma con un nonno siciliano di Avola, studi a Montecassino, laurea in legge alla Federico II, classifica al primo posto in Italia all'esame di procuratore legale nel 1956 e a quello di patrocinante in Cassazione nel 1958, Franzo Grande Stevens ha un curriculum impressionante: fra l'altro, è stato presidente del Consiglio Nazionale Forense, della Ferrero & C, della Juventus (lo è ancora onorario), della Ciga dell'Aga Khan, della Toro Assicurazioni, della Compagnia di San Paolo, vice presidente della Fiat, consigliere di amministrazione di innumerevoli società e anche di enti privati senza fini di lucro. E' stato ed è ancora consigliere personale di diversi imprenditori di primo piano in Italia e non solo.
Fra i suoi straordinari maestri ,Franzo Grande Stevens, nipote del colonello inglese Stevens voce di Radio Londra (era suo zio), non dimentica mai di nominare Alessandro Galante Garrone, Francesco Barra Caracciolo, dove ha fatto il praticantato, Piero Calamandrei, Dante Livio Bianco, Paolo Greco, Fulvio Croce, Manlio Brosio, dal quale ha ereditato anche lo studio, che oggi conta alcune di professionisti e ha filiali a Milano, Roma e Londra.

Franzo Grande Stevens

GIAMBATTISTA QUIRICO

Ha lavorato per 11 sindaci diversi, nei suoi 40 anni di carriera al Comune di Torino, l'ingegner Giambattista Quirico, neo Grand'Ufficiale della Repubblica. Classe 1947, laurea in Ingegneria civile al Politecnico subalpino, dove per alcuni anni ha insegnato Contabilità dei lavori pubblici e della materia Appalti e procedure delle stesse opere, Giambattista Quirico è stato assunto dal Comune di Torino nel 1973, all'Ufficio tecnico. E il municipio con la bandiera giallo-blu l'ha lasciato, per limiti di età, a fine 2012, da direttore generale vicario, dopo essere stato a lungo Ingegnere Capo, coordinatore delle Urbanizzazioni primarie, progettista e direttore lavori di importanti opere. Attività che gli erano già valsi, fra l'altro, il conferimento dell'onorificenza di Commendatore della Repubblica per meriti sul lavoro e il Premio Bojanen 1966.
Anche da pensionato, Giambattista Quirico continua a impegnarsi per la sua città, con lo spirito di servizio che lo ha sempre contraddistinto.

Giambattista Quirico
LUIGI TESTORE

E' in programma il 24 febbraio prossimo, nella basilica milanese di Sant'Ambrogio, la cerimonia dell'ordinazione di monsignor Luigi Testore a vescovo, la cui prima diocesi sarà quella di Acqui Terme, dove farà il suo ingresso l'11 marzo. A volerlo vescovo è stato Papa Francesco, ben consapevole dei suoi valori e delle sue esperienze. Fra l'altro, infatti, Luigi Testore è prelato d'onore di Sua Santità (dal 1986) ed è stato esecutore testamentario del cardinale Carlo Maria Martini, del quale è stato segretario particolare dal 1980 al 1986. Sacerdote dal 1977, dopo aver insegnato in seminario a Seveso, è stato economo della curia di Milano, vicario episcopale, presidente della Caritas Ambrosiana (2005-2013) e alla guida della pastorale di diverse parrocchie milanesi.
Nato nell'aprile del 1952 a Castigliole d'Asti, cresciuto per alcuni anni a Ovada, Luigi Testore ha anticipato che vorrebbe imitare ad Acqui “qualcosa che la Chiesa ambrosiana vive e fa”, considerando che “la diocesi di Milano dà davvero molto, perchè ha una forte tradizione liturgica ed educativa, che forma la persona”.

Monsignor Luigi Testore

PAOLA ZINI

Presidente del Consorzio delle Residenze reali sabaude da tre anni, Paola Zini è appena diventata anche direttrice dello Ied (Istituto europeo di design) di Torino, che conta circa 800 iscritti, per il 36% proveniente da fuori Italia. Già fondatrice del festival del design indipendente Operae direttrice del comitato organizzatore di World Design Capital Torino, Paola Zini, 43 anni, si è laureata in Economia e commercio nel capoluogo piemontese, nel 2000. Nello stesso anno ha incominciato a lavorare, come project manager, a Torino Intenazionale, dove è rimasta fino alla fine del 2006. Nel 2011 ha co-fondato la società Bold e, nell'anno successivo, è stata project manager alla Fondazione La Biennale di Venezia. Nel 2010, invece, è stata exhibition producer per il Comitato Italia 150.
A Niccolò Zancan de La Stampa, Paola Zini ha confidato che proviene da una famiglia normalissima di Torre Pellice, dove torna sempre, ritenendola un “posto del cuore” come la scuola del Cottolengo gestita da don Andrea, Washinghton DC “simbolo delle istituzioni” e l'isola mediterranea di Salina. Ha aggiunto che il suo museo preferito è il Victoria and Albert di Londra, “che più di tutti sa unire cultura e creatività”.

Paola Zini 

FRANCESCO PIA

Il professor Francesco Pia, professore emerito della Struttura complessa di Otorinolaringoiatria dell'Azienda ospedaliera universitaria Maggiore della Carità di Novara, di cui è stato il primo direttore a partire dal 1988, è stato insignito dell'onorificenza di “Novarese dell'anno”. Una nomina della quale Francesco Pia si è detto particolarmente orgoglioso, essendo novarese solo di adozione (è nato ad Asti, nel 1946). Sotto la cupola di San Gaudenzio è arrivato nel 1987, proveniente dall'Università di Torino, dalla quale allora dipendeva la divisione alla cui guida era stato destinato. Dopo l'impegno trentennale all'Università e in Ospedale, Francesco Pia ha commento che l'Università del Piemonte Orientale ha cambiato in meglio Novara, alla quale ha portato “ linfa nuova” e ha contribuito per farla diventare “un centro più effervescente e vitale”.  

Borsa, una settimana di 8 nuove conquiste

L'edizione torinese del Corriere della Sera, oggi 28 gennaio, ha pubblicato che quella conclusa venerdì scorso è stata una “settimana memorabile, per sette quotate piemontesi” spiegando che, in quei giorni,"le azioni di Dea Capital, Exor, Fidia, Intesa Sanpaolo, Iren, Tecnoinvestimenti e Vittoria Assicurazioni hanno fatto fatto registrare i loro valori più alti di sempre": il titolo di Dea Capital (gruppo De Agostini, della famiglia novarese Boroli-Drago) è stato quotato 1,502 euro, Exor 64,15, Fidia 10,30, Intesa Sanpaolo 3,16, Iren 2,74, Tecnoinvestimenti 7,11 e Vittoria Assicurazioni 13,22.
Per completare il quadro, allargandolo alle quotate liguri, va aggiunto che nella settimana in esame anche l'azione della genovese Erg (famiglia Garrone-Mondini) ha migliorato il suo precedente record, dato che il 23 scorso ha chiuso a 16,95 euro.
Come ricordato dal Corriere di Torino, “Ogni record ha le sue ragioni specifiche; però ci sono alcuni fattori comuni: il miglioramento generale della congiuntura, le prospettive favorevoli per le aziende più innovative ed esportatrici, l'aumento della redditività delle attività delle imprese più competitive”.
Comunque, il valore riconosciuto dagli investitori a Dea Capital, secondo le compravendite di Piazza Affari, ha superato i 460 milioni di euro e ha sfiorato i 15,5 miliardi quello di Exor, la holding della famiglia Agnelli-Nasi-Elkann a capo anche di Fca-Fiat Chrysler Automobiles, Ferrari e Cnh Industrial.
La capitalizzazione di Fidia, impresa fondata e guidata dal torinese Giuseppe Morfino, tra i principali produttori mondiali di macchine fresatrici ad alte prestazioni (recentemente ha vinto una gara internazionale per la fornitura di tre impianti al gruppo Volkswagen), è salita a quasi 53 milioni di euro, mentre quella di Intesa Sanpaolo è arrivata vicino ai 53 miliardi.
Iren, la multiutility, che ha come soci di maggioranza relativa i Comuni di Torino e di Genova ed è presieduta da Paolo Peveraro, è stata quotata da Piazza Affari a poco meno di 3,3 miliardi. A proposito di Genova, va rilevato che la capitalizzazione della Erg al termine della seduta borsistica del 23 gennaio è risultata pari a 2,548 miliardi di euro.
Una forte impennata è stata evidenziata dall'azione Tecnoinvestimenti, società con quartiere generale sotto la Mole, leader nazionale nei servizi di digital trust e credit information. In seguito all'ulteriore incremento del 2,3% del prezzo della sua azione, avuto nell'ultima seduta borsistica, la capitalizzazione di Tecnoinvestimenti (presidente Enrico Salza e amministratore delegato Pier Andrea Chevallard) ha sfondato il muro dei 330 milioni.
Vittoria Assicurazioni. La Compagnia controllata dal torinese Carlo Acutis (ne possiede il 59,24% attraverso le finanziarie Vittoria Capital e Yafa Holding, entrambe con sede nel capoluogo) e presieduta dal figlio Andrea, è arrivata a valere oltre 890 milioni di euro in Piazza Affari. Per effetto anche dell'anticipazione dei risultati operativi 2017 (premi complessivi per 1,339 miliardi (+5,4%) e della previsione di un roe (redditività del capitale proprio) del 10,6% a livello consolidato.
Della quarantina di società quotate del Nord Ovest, considerate tali perché vi hanno la sede legale o il quartiere generale, o perché ne sono originari i loro azionisti di riferimento, nessuna, nella settimana borsistica passata, ha visto la sua azione precipitare sotto il livello più basso degli ultimi anni. Unicamente, il titolo della Orsero, impresa fondata dalla omonima famiglia di Albenga che ha una sua componente come vice presidente e amministratore, oltre che come azionista rilevante (Raffaella Orsero) venerdì ha chiuso allo stesso prezzo del 10 maggio del 2017, cioè a 8,95 euro, il minore da allora.
Infine, in merito alla seduta di venerdì scorso, appare opportuno segnalare almeno i titoli del Nord Ovest che hanno registrato un incremento del 2% o più rispetto alle 24 ore precedenti. Sono: Basicnet (+2,07%), Buzzi Unicem (+2,01%), Cofide (+2,37%), Cover 50 (+2,53%), Pininfarina (+ 2,05%), Reply (+3,44%) e Tecnoinvestimenti (+2,30%); mentre la soglia del 2% è stata sfiorata da Bim-Banca Intermobiliare (+1,99%) e Fca-Fiat Chrysler Automobiles (+1,96%).

Al contrario, i maggiori cali di prezzo della giornata sono stati denunciati da Ki Group (-3,01%) e da Visibilia Editore (-2,87%), quotate entrambre presiedute dalla cuneese Daniela Garnero Santanchè.
Marco Drago, n.1 gruppo De Agostini

Borsa: Dea Capital (gruppo De Agostini) "new entry" nella schiera dei primatisti

Quattro quotate del Nord Ovest, oggi 26 gennaio, hanno ancora migliorato i loro record storici di Borsa, facendo un ulteriore avanzamento rispetto a ieri o a pochi giorni fa. Un'altra, invece, per conquistare il nuovo primato ha impiegato circa otto mesi.
Le azioni il cui prezzo è ancora aumentato rispetto a ieri, quando avevano toccato il loro massimo da sempre, sono quelle di Exor, di Tecnoinvestimenti e della Vittoria Assicurazioni. Exor ha chiuso la seduta odierna a 64,15 euro per azione (+1,83%), Tecnoinvestimenti a 7,11 euro (+2,30%) e la Vittoria Assicurazioni a 13,22 euro (+1,69%).
Mentre risaliva a martedì scorso, il precedente record di Intesa Sanpaolo, che oggi ha scalato la vetta dei 3,16 euro, con un incremento dell'1,22% sulle 24 ore precedenti. Così, la capitalizzazione della banca guidata da Carlo Messina e presieduta da Gian Maria Gros-Pietro ha sfiorato i 53 miliardi, comprendendo il valore delle azioni di risparmio.
Infine, è Dea Capital la società che ha visto la sua azione essere scambiata al prezzo più alto di sempre, superando il precedente, registrato il 15 maggio del 2017. Allora era di 1,47 euro. Oggi, il titolo Dea Capital è stato quotato 1,502 euro.
In conseguenza del suo nuovo balzo, ha superato i 460 milioni di euro il valore riconosciuto dagli investitori alla finanziaria controllata al 58,3% dal Gruppo De Agostini, che fa capo alla famiglia novarese Boroli-Drago.
Dea Capital, al cui vertice si trovano Lorenzo Pelliccioli (presidente) e Paolo Ceretti (amministratore delegato), è uno dei principali operatori italiani negli alternative investments, attivo negli investimenti di private equity e nell'asset management.
Prima di diventare un grande manager nell'industria e nella finanza, Lorenzo Pelliccioli ha fatto una notevole carriera giornalistica, iniziata come redattore al Giornale di Bergamo e finita come direttore della testata televisiva Rete 4. Tra gli altri incarichi attuali di Lorenzo Pelliccioli spicca quello di consigliere di amministrazione delle Generali Assicurazioni.

Lorenzo Pelliccioli, presidente Dea Capital

Sistema imprese: nel 2017 crescita zero Alessandria fanalino di coda del Paese

Crescita zero in Piemonte, per il sistema imprenditoriale. E poco più di zero in Liguria. E' il quadro che emerge dal censimento 2017 fatto da Unioncamere, l'unione nazionale delle Camere di commercio, che tengono il registro anagrafico delle aziende.
L'anno scorso, in Piemonte, sono nate 25.011 imprese (quasi 1.500 meno che nel 2016) e 25.976 sono quelle che hanno chiuso i battenti (26.966 l'anno precedente). Perciò, nel 2017, il sistema produttivo piemontese si è impoverito di 965 imprese, dopo le 519 perse nel 2016. Al 31 dicembre scorso, pertanto, sono risultate 436.043 le aziende iscritte ai Registri delle Camere di commercio piemontesi.
Meno peggiore la situazione della Liguria, che a fine 2017 ha contato 162.949 imprese in attività, 356 in più rispetto a 12 mesi prima. L'anno scorso, in Liguria sono nate 9.134 aziende (9.220 nel 2016) e ne sono scomparse 8.778 (8.943). Il tasso di crescita è risultato dello 0,22%, comunque inferiore allo 0,75% che costituisce la media nazionale. Per il Piemonte, però, il tasso è stato addirittura negativo (-0,22% dopo il meno 0,12% dell'anno precedente).
Delle province liguri, è la Spezia a presentare il tasso di crescita più alto: 1,07%. Lì, nel 2017, sono nate 1.356 imprese (1.386 nel 2016) e ne sono morte 1.136 (1.287). Il sistema si è arricchito di 220 aziende. Al secondo posto regionale si è piazzata la provincia di Imperia, con il tasso di crescita dello 0,21%: 1.467 le nuove iscrizioni all'anagrafe camerale (1.458 nel 2016), a fronte delle 1.412 cancellazioni (1.406).
In provincia di Genova sono sorte 4.542 nuove società (4.591 nel 2016), mentre sono state 4.424 quelle che hanno cessato l'attività (4.407). Saldo positivo di 118 imprese, tasso di crescita delle 0,14% (0,21% l'anno prima). In rosso, invece, Savona, dove il sistema si è impoverito di 37 imprese: 1.769 quelle nate (1.785 nel 2016) e 1.806 quelle venute meno (1.843).
Quanto al Piemonte, il Corriere di Torino, edizione locale del prestigioso Corriere della Sera guidata da Umberto La Rocca, già direttore del Secolo XIX, ha evidenziato che a crisi di vocazioni dell'impresa, anche a Torino. Nel 2017, sono state 13.753 le aziende nate nella provincia della Mole, ancora 136 meno che nel 2016. E lo sconforto aumenta se si considera che, l'anno scorso, sono state 13.518 le imprese torinesi che hanno chiuso i battenti (13.732 nel 2016).
Il saldo 2017 tra aperture e chiusure è positivo per sole 235 imprese, per cui il tasso di crescita del sistema produttivo torinese è risultato dello 0,11%, ben inferiore allo 0,75% dell'intera Italia, corrispondente a 45.710 imprese, differenza tra le 356.875 neonate e le 311.165 scomparse.
In Piemonte, unicamente la provincia di Novara ha avuto un tasso di crescita superiore a quello di Torino (0,41%). Tutte le altre province hanno evidenziato più chiusure che nascite.
Addirittura, Cuneo, Biella e Alessandria hanno denunciato le perdite più elevate del Paese, costituendo la coda della graduatoria nazionale. Il Cuneese ha terminato il 2017 con 566 imprese in meno rispetto a dodici mesi prima (3.447 le nuove iscrizioni alla Camera di Commercio a fronte delle 4.013 cancellazioni), il Biellese con 154 (rispettivamente 809 e 963) e l'Alessandrino con 402 (2.182 contro 2.584).
La provincia di Alessandria ha fatto segnare il record nazionale negativo.
A Torino e in Piemonte lo spirito d'iniziativa langue, come in diverse altre parti del Paese. Da dieci anni, il numero delle nuove imprese continua a calare. Nel 2007, l'Unioncamere, l'Unione nazionale delle Camere di commercio aveva censito oltre 436.000 nascite aziendali in tutta l'Italia, quasi 80.000 in più rispetto all'anno scorso.
“Le ragioni del fenomeno sono diverse – ha scritto il Corriere di Torino - Una delle cause principali è la burocrazia, che pone mille ostacoli, di ogni genere; tanto da far finire l'Italia tra i Paesi dove è più difficile avviare un'attività e fare impresa. Inoltre, il fisco è tra i più penalizzanti, per altro senza che l'eccessiva tassazione sia compensata da strutture e servizi adeguati. E non si può sottovalutare la lunga e gravissima crisi economica, che ha minato la fiducia nel futuro, essenziale per lo spirito imprenditoriale”.
Il Corriere di Torino, infine, ha commentato che “La mancata crescita, quando non la diminuzione delle imprese, comunque, diventa ancora più significativa considerando la quota sempre maggiore di aziende costituite dagli immigrati e la quantità di giovani che provano a fare impresa solo perché non hanno trovato lavoro”.
Luigi Buzzi, presidente Confindustria Alessandria

Borsa: conquistate nuove vette Exor a 63 euro, Vittoria a 13

Vette emblematiche, quelle conquistate oggi in Borsa, da Exor e da Vittoria Assicurazioni. L'azione della holding della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, controllante di Fca.Fiat Chrysler Automobiles, Ferrari e Cnh Industrial, ha scalato i 63 euro, il suo valore più alto finora. Così, fra l'altro, la capitalizzazione ha superato, per la prima volta, il livello dei 15 miliardi di euro. Rispetto a ieri, il prezzo dell'azione Exor è aumentato dello 0,32%.
Grazie all'incremento del 2,36%, ha fatto cifra tonda anche l'azione della Vittoria Assicurazioni: il titolo della Compagnia che fa capo alla famiglia del torinese Carlo Acutis ha chiuso oggi a 13 euro esatti, nuovo primato storico. Il valore riconosciuto dal mercato alla Vittoria Assicurazioni, i cui vertici hanno previsto per il 2018 un roe consolidato del 10,6% (redditività del capitale proprio), è salito a poco meno di 876 milioni di euro.
Ha sfiorato la cima dei 7 euro l'azione di Tecnoinvestimenti, la società con quartiere generale sotto la Mole. L'ultimo prezzo di Tecnoinvestimenti, infatti, è stato di 6,95 euro (+1,02% rispetto a ieri), tale da rappresentare il nuovo primato storico e da portare a quasi 324 milioni valore complessivo attribuito dagli investitori all'impresa che ha Enrico Salza come presidente e Pier Andrea chevallard come amministratore delegato.
Ultima notizia relativa a un'altra quotata piemontese: Prima Industrie, presieduta da Gianfranco Carbonato, ha comunicato che Prima Electro, sua controllata al 100%, ha venduto al gruppo francese Engie (una delle maggiori utility a livello globale) l'intera partecipazione – circa il 10% - detenuta in Electro Power Systems Sa, società operante nei sistemi di energy storage e quotata a Parigi. Da questa cessione, Prima Industrie ricaverà una plusvalenza di circa 7 milioni di euro. La Borsa ha reagito facendo salire dell'1,33% l'azione di Prima Industrie, a 38,10 euro. 

John Elkann presidente Exor

Il primo atto immobiliare in "bitcoin" porta il sigillo del notaio Remo Morone

Porta il sigillo del notaio torinese Remo Morone il primo atto di compravendita immobiliare in bitcoin fatto in Italia. La transazione è avvenuta ieri. A pagare con la criptovaluta, tanto discussa, è stata una giovane cinese che ha comprato un alloggio sotto la Mole da un italiano, che ha accettato di essere pagato in bitcoin.
Nell'atto, che risulta il primo del genere a livello nazionale, è stato espressamente indicato che per il passaggio di proprietà i due contraenti si sono avvalsi della blockchain, il data base che registra tutte le transazioni fatte in bitcoin, in sicurezza e senza intermediazioni bancarie.
Titolare, con il padre Ettore, dello studio fondato nel 1910 dal nonno di cui porta il nome, il notaio Remo Morone, 41 anni, è un appassionato di informatica e nuove tecnologie, caratteristica che, insieme con il prestigio e la storica affidabilità dello studio familiare, contribuisce a spiegare la sua scelta da parte del compratore e del venditore dell'immobile.
Laureato con lode in Giurisprudenza a Torino (relatore il professor Paolo Montalenti), nel 2003 Remo Morone ha superato l'esame da avvocato e ha iniziato a esercitare la professione nello studio di Fabrizio Gaidano e, l'anno dopo, quello da promotore finanziario. Poi, nel 20o6, è risultato tra i primi classificati al concorso da notaio.
E' specializzato in diritto societario (con il padre, segue i principali gruppi torinesi), nelle operazioni internazionali (è stato trai primi a stipulare crossborder conversions) e nei passaggi generazionali, con particolare riguardo alla successione dei patrimoni e delle criptovalute.
Autore su riviste del settore, relatore in convegni internazionali e in seminari dedicati a banche e fiduciarie, Remo Morone è anche membro dell'Osservatorio Trust di Diritto bancario e arbitro alla Camera arbitrale del Piemonte. Fra l'altro, è socio dell'Ide (Imprenditori Dirigenti Europei) e consigliere della De Sono, Associazione per la Musica.

Il notaio Remo Morone 

Remo Morone e la cliente cinese all'atto in bitcoin




Galateri ai "Subalpini": per vincere puntare su sostenibilità e innovazione

“Le Generali saranno socialmente responsabili anche nei loro investimenti”: Lo ha detto il presidente del colosso assicurativo italiano, Gabriele Galateri di Genola, ieri sera a Torino, all'incontro con i consoci del “Circolo Subalpino”, che riunisce buona parte dell'élite del sistema imprenditoriale, finanziario, professionale, sanitario e accademico piemontese.
L'affermazione di Galateri assume un significato particolarmente rilevante si considera che gli investimenti delle Generali superano i 600 miliardi di euro e che il gruppo di Trieste, quasi bicentenario, è uno dei protagonisti mondiali dell'industria assicurativa, operando in oltre 60 Paesi, con 420 società e circa 76.000 dipendenti. La raccolta premi supera i 70 miliardi.
Proprio l'allocazione delle risorse finanziarie dei 55 milioni di clienti e del Gruppo è una delle attività che più impegnano e appassionano Gabriele Galateri, il quale fa parte del Comitato per gli investimenti e le operazioni strategiche, oltre che presiedere il Comitato per la corporate governance e la sostenibilità sociale e ambientale, incarichi che si aggiungono alla presidenza della società capogruppo.
Galateri ha aggiunto che la sostenibilità sociale e ambientale è diventata un fattore essenziale del fare business, un'opportunità e un dovere. E l'impegno delle Generali su questo fronte è molto forte, come per l'innovazione, “che crea occupazione, non disoccupazione”, a patto che sia accompagnata da tanta educazione e formazione.
Ai “Subalpini”, presieduti dal sempre brillante Giovanni Gandini, Gabriele Galateri ha parlato molto anche di ricerca e, appunto, di innovazione, risultato del trasferimento tecnologico, “che si ottiene creando vicinanze tra quelli che ricercano e quelli che usano”, facendo incontrare fisicamente le persone che inventano con quelle che usano le invenzioni, cioè i ricercatori e le imprese.
Un settore, anche questo, che vede in primo piano Gabriele Galateri, in quanto presidente dell'IIT, l'Istituto Italiano di Tecnologia, orgoglio del Paese e modello ammirato in tutto il mondo. Straordinaria eccellenza guidata da Roberto Cingolani, scienziato-manager, l'Iit, che ha sede a Genova ma una dozzina di centri di ricerca in diverse parti del Paese (uno anche a Torino, naturalmente), a fine dicembre 2016 vantava già oltre 480 fra brevetti registrati e domande di brevetto, figurando fra i 25 istituti più citati al mondo a livello scientifico.
Settantun anni appena compiuti, laurea in Giurisprudenza e master in Business administration alla Columbia University di New York, Gabriele Galateri è stato, fra l'altro, amministratore delegato dell'Ifil targata Umberto Agnelli, amministratore delegato e direttore generale di Ifi (oggi Exor), e, per un breve periodo, alla guida della Fiat. Tra i suoi incarichi precedenti spiccano le presidenze di Mediobanca e della Telecom.
Attualmente, oltre che presidente delle Generali e dell'Iit, è consigliere di amministrazione della Lavazza, di Moncler, della Fondazione Giorgio Cini e di Edenred Sa; inoltre, fa parte dei board della Columbia Business School e di temasek. Scia a Sesteriere e, per il mare, ha scelto Camogli.
Ai "Subalpini" ha confidato che il mondo delle assicurazioni è appassionante e non noioso, come quasi tutti pensano e che a lui fare l'assicuratore piace molto.

Gabriele Galateri, presidente Generali Assicurazioni