GIOVANNI FERRERO
“L'Economia”,
inserto settimanale del Corriere della Sera, ha dedicato un'intera
pagina, firmata dalla brava Maria Silvia Sacchi, a Giovanni Ferrero,
il secondogenito del mitico Michele e dell'inossidabile Maria Franca.
Scelta più che giusta quella del giornale che fa capo a Urbano
Cairo. Giovanni Ferrero segna la “nuova Ferrero”, quella che è
andata oltre le Colonne d'Ercole. A lui si deve una rivoluzione del
colosso di Alba: la crescita aziendale anche per acquisizioni,
strategia mai adotta nei 69 anni precedenti, quelli con la firma
esclusiva del creatore della Nutella e dell'impresa, sviluppatasi
fino ad allora solo per linee interne. La Ferrero, infatti, compra la
britannica Thorntons nel 2015, quando al comando solitario del gruppo
c'è già Giovanni Ferrero (al timone dal 2011, subito dopo la
tragica scomparsa del fratello Pietro) e sono passati pochi mesi da
quando è mancato il padre. E' l'inizio di una serie di acquisti, il
più recente dei quali, clamoroso, è quello delle barrette Nestlé
negli Usa, che diventano così il maggior mercato della Ferrero,
precedendo anche Germania e Italia, oltre a far balzare il fatturato
consolidato sopra 14 miliardi di euro.
Nato a Torino nel
1964, cresciuto a Bruxelles, dove la famiglia si era trasferita negli
anni dei rapimenti di persona in Italia, studi in Europa e in
America, specializzazione in marketing, Giovanni Ferrero, grande
passione per la letteratura (fra l'altro, ha già pubblicato sei
romanzi), per i viaggi e, in particolare, per l'Africa, ha
incominciato a occupare posizioni di rilievo nell'impresa di famiglia
nel 1997. Ora, da pochi mesi, è presidente esecutivo del Gruppo, del
quale si è riservato la delega per le strategie di medio-lungo
periodo e per le acquisizioni; mentre ha nominato amministratore
delegato Lapo Civetti, primo manager esterno ad avere avuto questo
ruolo.
Giovanni Ferrero é
sposato con Paola e padre di Michele e Bernard.
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Giovanni Ferrero |
FRANZO GRANDE STEVENS
E' appena stato
stampa, da Nino Aragno Editore, il libro “Franzo Grande Stevens”
che, come dice chiaramente il titolo, è dedicato al grande
professionista definito “l'avvocato dell'Avvocato”, per il fatto
di essere stato, per tanto tempo, l'avvocato di Gianni Agnelli,
chiamato l'Avvocato anche se, pur essendosi laureato in
Giurisprudenza, non si è mai presentato all'esame per diventarlo. Il
volume di 122 pagine è stato scritto dal siciliano Giovanni Stella
(è nato ad Avola, provincia di Siracusa), autorevole commercialista
ed autore di numerose opere letterarie.
Nel libro si
trovano tante notizie, anche inedite, relative a Franzo Grande
Stevens, il quale, ormai prossimo ai novant'anni, che compirà il
prossimo 13 settembre, continua a lavorare intensamente e ad andare
quotidianamente nel grande studio che porta il suo nome, al quarto
piano del palazzo storico all'angolo fra via del Carmine 2 e piazza
Savoia, a Torino, al cui Albo è iscritto dal 1954.
Nato a Napoli, ma
con un nonno siciliano di Avola, studi a Montecassino, laurea in
legge alla Federico II, classifica al primo posto in Italia all'esame
di procuratore legale nel 1956 e a quello di patrocinante in
Cassazione nel 1958, Franzo Grande Stevens ha un curriculum
impressionante: fra l'altro, è stato presidente del Consiglio
Nazionale Forense, della Ferrero & C, della Juventus (lo è
ancora onorario), della Ciga dell'Aga Khan, della Toro Assicurazioni,
della Compagnia di San Paolo, vice presidente della Fiat, consigliere
di amministrazione di innumerevoli società e anche di enti privati
senza fini di lucro. E' stato ed è ancora consigliere personale di
diversi imprenditori di primo piano in Italia e non solo.
Fra i suoi
straordinari maestri ,Franzo Grande Stevens, nipote del colonello
inglese Stevens voce di Radio Londra (era suo zio), non dimentica mai
di nominare Alessandro Galante Garrone, Francesco Barra Caracciolo,
dove ha fatto il praticantato, Piero Calamandrei, Dante Livio Bianco,
Paolo Greco, Fulvio Croce, Manlio Brosio, dal quale ha ereditato
anche lo studio, che oggi conta alcune di professionisti e ha filiali
a Milano, Roma e Londra.
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Franzo Grande Stevens |
GIAMBATTISTA QUIRICO
Ha lavorato per 11 sindaci diversi, nei
suoi 40 anni di carriera al Comune di Torino, l'ingegner Giambattista
Quirico, neo Grand'Ufficiale della Repubblica. Classe 1947, laurea in
Ingegneria civile al Politecnico subalpino, dove per alcuni anni ha
insegnato Contabilità dei lavori pubblici e della materia Appalti e
procedure delle stesse opere, Giambattista Quirico è stato assunto
dal Comune di Torino nel 1973, all'Ufficio tecnico. E il municipio
con la bandiera giallo-blu l'ha lasciato, per limiti di età, a fine
2012, da direttore generale vicario, dopo essere stato a lungo
Ingegnere Capo, coordinatore delle Urbanizzazioni primarie,
progettista e direttore lavori di importanti opere. Attività che gli
erano già valsi, fra l'altro, il conferimento dell'onorificenza di
Commendatore della Repubblica per meriti sul lavoro e il Premio
Bojanen 1966.
Anche da pensionato, Giambattista
Quirico continua a impegnarsi per la sua città, con lo spirito di
servizio che lo ha sempre contraddistinto.
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Giambattista Quirico |
LUIGI TESTORE
E' in programma il 24 febbraio
prossimo, nella basilica milanese di Sant'Ambrogio, la cerimonia
dell'ordinazione di monsignor Luigi Testore a vescovo, la cui prima
diocesi sarà quella di Acqui Terme, dove farà il suo ingresso l'11
marzo. A volerlo vescovo è stato Papa Francesco, ben consapevole dei
suoi valori e delle sue esperienze. Fra l'altro, infatti, Luigi
Testore è prelato d'onore di Sua Santità (dal 1986) ed è stato
esecutore testamentario del cardinale Carlo Maria Martini, del quale
è stato segretario particolare dal 1980 al 1986. Sacerdote dal 1977,
dopo aver insegnato in seminario a Seveso, è stato economo della
curia di Milano, vicario episcopale, presidente della Caritas
Ambrosiana (2005-2013) e alla guida della pastorale di diverse
parrocchie milanesi.
Nato nell'aprile del 1952 a Castigliole
d'Asti, cresciuto per alcuni anni a Ovada, Luigi Testore ha
anticipato che vorrebbe imitare ad Acqui “qualcosa che la Chiesa
ambrosiana vive e fa”, considerando che “la diocesi di Milano dà
davvero molto, perchè ha una forte tradizione liturgica ed
educativa, che forma la persona”.
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Monsignor Luigi Testore |
PAOLA ZINI
Presidente del
Consorzio delle Residenze reali sabaude da tre anni, Paola Zini è
appena diventata anche direttrice dello Ied (Istituto europeo di
design) di Torino, che conta circa 800 iscritti, per il 36%
proveniente da fuori Italia. Già fondatrice del festival del design
indipendente Operae direttrice
del comitato organizzatore di World Design Capital Torino, Paola
Zini, 43 anni, si è laureata in Economia e commercio nel capoluogo
piemontese, nel 2000. Nello stesso anno ha incominciato a lavorare,
come project manager,
a Torino Intenazionale, dove è rimasta fino alla fine del 2006. Nel
2011 ha co-fondato la società Bold e, nell'anno successivo, è stata
project manager alla Fondazione
La Biennale di Venezia. Nel 2010, invece, è stata exhibition
producer per il Comitato Italia
150.
A Niccolò Zancan de La Stampa, Paola Zini ha confidato che proviene
da una famiglia normalissima di Torre Pellice, dove torna sempre,
ritenendola un “posto del cuore” come la scuola del Cottolengo
gestita da don Andrea, Washinghton DC “simbolo delle istituzioni”
e l'isola mediterranea di Salina. Ha aggiunto che il suo museo
preferito è il Victoria and Albert di Londra, “che più di tutti
sa unire cultura e creatività”.
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Paola Zini |
FRANCESCO PIA
Il
professor Francesco Pia, professore emerito della Struttura complessa
di Otorinolaringoiatria dell'Azienda ospedaliera universitaria
Maggiore della Carità di Novara, di cui è stato il primo direttore
a partire dal 1988, è stato insignito dell'onorificenza di “Novarese
dell'anno”. Una nomina della quale Francesco Pia si è detto
particolarmente orgoglioso, essendo novarese solo di adozione (è
nato ad Asti, nel 1946). Sotto la cupola di San Gaudenzio è arrivato
nel 1987, proveniente dall'Università di Torino, dalla quale allora
dipendeva la divisione alla cui guida era stato destinato. Dopo
l'impegno trentennale all'Università e in Ospedale, Francesco Pia ha
commento che l'Università del Piemonte Orientale ha cambiato in
meglio Novara, alla quale ha portato “ linfa nuova” e ha
contribuito per farla diventare “un centro più effervescente e
vitale”.