Erg al suo massimo storico: 16,99 euro


Erg sempre più energica. Oggi, 28 febbraio, l'azione del gruppo genovese produttore di energia energia esclusivamente da fonti pulite, rinnovabili e sostenibili (vento, acqua, sole e gas naturale) ha chiuso in Borsa a 16,99 euro. E' il nuovo massimo storico. Grazie all'incremento odierno dell'1,55% ha abbattuto il record precedente (16,93) segnato il 23 gennaio scorso.
Il valore riconosciuto da Piazza Affari alla quotata controllata dalla famiglia Garrone-Mondini ha superato i 2,5 miliardi di euro, arrivando a 2,554 miliardi, 903 milioni in più rispetto al 28 febbraio dell'anno scorso. Negli ultimi dodici mesi, il valore del titolo Erg è aumentato di 6 euro e del 54,7%.
Il gruppo Erg vanta la leadership in Italia e una posizione di primo piano in Europa nell'energia eolica, è tra i principali produttori nazionali di energia elettrica da fonte idrica, è entrato in gennaio nel fotovoltaico rilevando il 100% di ForVei, nono maggior operatore nel comparto ed è attivo anche nella produzione termoelettrica ad alta efficienza e basso impatto ambientale attraverso un impianto altamente tecnologico.
Erg, che ha quasi 80 anni, opera in sette Paesi , conta 715 dipendenti e nei primi nove mesi 2017 ha fatturato oltre 765 milioni di euro. Presidente è Edoardo Garrone (vice presidenti sono il fratello Alessandro e Giovanni Mondini), amministratore delegato Luca Bettonte. Nel Consiglio di amministrazione si trova anche la cuneese Silvia Merlo, amministratore delegato dell'omonima impresa metalmeccanica che dà lavoro a circa 1.200 persone e fattura circa 450 milioni).
Edoardo Garrone, presidente esecutivo Erg

Altre due notizie borsistiche riguardanti società del Nord Ovest. Oggi, l'azione di risparmio Borgosesia ha fatto registrare il maggior rialzo in Piazza Affari, dato che l'ultimo contratto di compravendita ha avuto come prezzo 0,51 euro, il 50% in più rispetto al precedente.
Orsero, che ha chiuso a 9 euro esatti (+0,78%) approverà il bilancio 2017 il 19 marzo; ma, intanto, ha anticipato i risultati preliminari consolidati pro-forma: ricavi netti pari a circa 935 milioni di euro ed Ebitda a circa 31 milioni. Per il titolo dell'impresa di Albenga, Imi ha recentemente indicato un target price di 12,3 euro.

Il debito degli Enti locali del Nord Ovest diminuito di 5 miliardi negli ultimi 5 anni


Un buon passo avanti; ma il passato pesa ancora molto. Così, il debito consolidato delle amministrazioni locali del Piemonte risulta il secondo più alto in Italia, inferiore soltanto a quello del Lazio (14,7 miliardi alla fine dell'anno appena passato) e maggiore persino di quello della Lombardia (10,6 miliardi).
Al 31 dicembre 2017, infatti, ammonta a 11,789 miliardi il debito consolidato delle amministrazioni locali del Piemonte (Regione, Comuni, Province e Città metropolitana, altri enti pubblici). Rispetto alla stessa data del 2016, il debito è stato ridotto di 841 milioni. La diminuzione è del 6,66%, esattamente il doppio rispetto al calo del 3,3% del debito consolidato di tutte le amministrazioni locali dell'Italia, ammontante a 86,877 miliardi (89,885 miliardi a fine 2016).
Più virtuose di quelle piemontesi sono state le amministrazioni locali della Valle d'Aosta, che, nel 2017, hanno tagliato il debito complessivo del 15%, portandolo a 227 milioni dai 267 milioni del 31 dicembre 2016.
Non altrettanto virtuose sono risultate le amministrazioni locali della Liguria, il cui debito è diminuito del 4,64%, quindi più della media nazionale ma meno delle altre due regioni del Nord Ovest. Al 31 dicembre 2017, l'indebitamento consolidato delle amministrazioni locali liguri è di 2,322 miliardi, 113 milioni in meno rispetto a dodici mesi prima.
Il debito consolidato delle amministrazioni locali del Nord Ovest, dunque, a fine 2017 ammonta a 14,338 miliardi, pari al 16,5% degli 86,877 miliardi dell'indebitamento consolidato delle amministrazioni locali dell'intero Paese. Nell'ultimo anno è stato ridotto di tre miliardi, confermando la tendenza positiva in atto dal 2012. Allora, infatti, il debito consolidato era di 113,791 miliardi.
Di questa specifica componente dell'indebitamento pubblico italiano, le 20 Regioni insieme sono responsabili per 31,036 miliardi, le Province e le Città metropolitane per 7,320 miliardi, i Comuni per 38,440 miliardi e gli altri enti locali per 9,081 miliardi.
Tornando al Nord Ovest, i dati freschissimi della Banca d'Italia rivelano che alla fine del 2012 le amministrazioni locali del Piemonte presentavano un indebitamento consolidato di 15,636 miliardi, a fronte dei 3,295 miliardi della Liguria e i 423 milioni della Valle d'Aosta. Perciò, negli ultimi cinque esercizi, il debito consolidato delle amministrazioni locali è diminuito di 3,847 miliardi in Piemonte, 973 milioni in Liguria, 196 milioni in Valle d'Aosta e di 5,016 miliardi nell'intero Nord Ovest.

Sergio Chiamparino, presidente Regione Piemonte

Indiscrezioni & anticipazioni


REALE MUTUA: I 50 ANNI DI MIHALICH E I 190 DELLA COMPAGNIA
Il 31 dicembre prossimo la Reale Mutua Assicurazioni, a capo di Reale Group, compirà 190 anni. E' stata fondata, infatti, l'ultimo giorno del 1828, a Torino, allora capitale del Regno di Sardegna. Il 2018, però, sarà eccezionale anche per il presidente del grande gruppo assicurativo e finanziario subalpino: Iti Mihalich sarà festeggiato per i suoi cinquant'anni di attività in Reale Mutua, dove ha incominciato a lavorare nel 1968 e ha progressivamente aumentato le sue responsabilità gestionali, fino a diventare direttore generale (incarico ricoperto per tanti anni) e, infine, numero uno assoluto.
Nato a Fiume nel settembre del 1931, laureato in Matematica, gran nuotatore, sempre in forma e attivissimo, tempra inossidabile, instancabile, costantemente attento e propositivo, Iti Mihalich è presidente non solo della storica Reale Mutua Assicurazioni, ma anche di quasi tutte le società del gruppo: Italiana Assicurazioni, Banca Reale, Reale Immobili, Blue Assistance, più le controllate spagnole e cilene. Inoltre, da meno di un anno, è presidente pure di Credem Assicurazioni, la compagnia partecipata pariteticamente dal Credito Emiliano e da Reale Mutua Assicurazioni (entrambe hanno il 50% del capitale).
Del Consiglio di amministrazione di Credem Assicurazioni fanno parte anche Luca Filippone, Massimo Luviè, Luigi Lana e il torinese Lucio Zanon di Valgiurata, presidente di Fenera Holding, azionista del Credito Emiliano.
Iti Mihalich, presidente Reale Group

AD ALESSANDRO GARRONE E LUCA BETTONTE IL PREMIO ENERGIA
Alessandro Garrone e Luca Bettonte, rispettivamente vice presidente esecutivo e amministratore delegato della Erg, sono i vincitori del Premio Energia 2017. Il riconoscimento è stato attribuito ai due amministratori genovesi dall'Agici Finanza d'Impresa, che ha anche realizzato l'importante Rapporto Utilities 2018.
Alessandro Garrone, vice presidente Erg
Luca Bettonte, ad Erg














INTESA SANPAOLO STUDIA DI VENDERE POLIZZE ANCHE ON LINE
“Puntiamo a premi complessivi per 2,5 miliardi di euro nel 2021. Intendiamo diventare la quarta Compagnia del Paese nel ramo Danni e, in particolare, la prima nel non motor retail”. E' quanto ha anticipato Nicola Maria Fioravanti, responsabile della divisione Insurance di Intesa Sanpaolo, in un'intervista al Sole 24 Ore, durante la quale ha detto, fra l'altro, che l'impresa da lui guidata (presidente è il piemontese Luigi Maranzana, già amministratore delegato dello storico “San Paolo”) è pronta a guardare anche fuori dal perimetro del Gruppo (22 milioni di clienti, 2 milioni dei quali assicurati dalle proprie Compagnie) e “anche in un'ottica più innovativa, per esempio sviluppando una piattaforma digitale, un canale direttore”.
In altre parole, come ha scritto la giornalista del Sole 24 Ore, Laura Galvagni, la Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo, che ha chiuso il 2017 con masse gestite per 150 miliardi, premi lordi per 22,5 miliardi nel Vita e 431 milioni nel ramo Danni, con un utile netto di 639 milioni, “sta considerando la possibilità di vendere polizze anche on line”.
Nicola Fioravanti, responsabile Insurance Intesa Sanpaolo

PERCHE' LA PARTNERSHIP TRA QUI GROUP E IL FONDO PRIVATE KKR
Il Corriere della Sera di oggi, 27 febbraio, nelle pagine di economia, ha riportato con evidenza la notizia dell'accordo di partnership tra il fondo di private equity Kkr e la società genovese Qui Group, fondata, controllata e presieduta da Gregorio Fogliani. Le nuove risorse derivanti dall'investimento di Kkr, di cui Matteo Bozzo è director, sono destinate a favorire il rafforzamento e l'internazionalizzazione di Qui Group, presente anche in Brasile.
Qui Group, società fondata nel 1989, è il maggiore operatore italiano nel settore dei titoli di servizio (principalmente buoni pasto), dei programmi di fidelizzazione e del welfare privato, oltre che attivo nel settore dei pagamenti elettronici per il gruppo, che ha circa mille fra dipendenti e collaboratori. Nel 2017 il fatturato consolidato di Qui Group è stato di 560 milioni e di 19,3 milioni il margine operativo, cresciuto del 15% rispetto all'esercizio precedente. Gregorio Fogliani ha in programma di portare la sua “creatura” in Borsa. Il progetto è in corso.
Gregorio Fogliani, presidente Qui Group

NUOVO MINI BOND DI CAAR CON ADB COME ARRANGER
Caar, società torinese a capo dell'omonimo gruppo attivo specializzato nell'ingegneria di processo e di prodotto nei settori automotive, aerospaziale e a ferroviario, ha appena collocato il suo secondo mini bond, le obbligazioni cosiddette “tascabili” emesse dalle Pmi. Tra i sottoscrittori spiccano Iccrea, Banca d'Alba e la Banca delle Alpi Marittime e di Carrù. Il nuovo finanziamento consentirà a Caar l'ulteriore espansione all'estero e dovrebbe favorire, fra l'altro, l'apertura di una sede operativa in Germania.
Caar è stata la prima in Italia, quasi cinque anni fa, a ricorrere allo strumento finanziario innovativo rappresentato dal mini bond, allora, come questa volta, con la torinese Adb come arranger.
Fondata nel 2009 da Francesco Ellena, che ne è alla guidata, la Caar nel passato esercizio ha fatturato circa 15 milioni (4,5 cinque anni prima) e punta ad arrivare a 25 milioni nel 2020, quando i dipendenti potrebbero essere 170 in più. A fine 2016 i dipendenti erano 215, a fronte dei 24 del  2009.  

L'economia torinese nello Studio Morone per ammirare il restyling d'avanguardia

Se non cinquecento, sono stati pochi meno i partecipanti all'inaugurazione del restyling della sede “storica” dello Studio Notarile Morone, tradizionale punto di riferimento delle principali imprese e famiglie torinesi e non solo torinesi, ieri 26 febbraio. All'appuntamento, nel sontuoso palazzo di via Mercantini 5, pieno centro del capoluogo piemontese, si sono presentati industriali, finanzieri, immobiliaristi, costruttori, titolari di studi professionali di vario genere, top manager; insomma, tutti o quasi i maggiori esponenti del sistema economico locale, oltre che docenti universitari e rappresentanti di istituzioni (non erano stati invitati, invece, politici, amministratori pubblici e giornalisti).
Nella sede che ora si caratterizza per la fusione di locali tipicamente sabaudi e altri modernissimi, con dotazioni tecnologiche d'avanguardia, l'incontro, cordiale, è stato reso ancora più piacevole dalle prelibatezze gastronomiche preparate appositamente da Matteo Baronetto, chef del ristorante del Cambio.
Lo Studio Notarile Morone è stato fondato il 4 dicembre 1910 da Ettore Vincenzo Morone a Condove, vicino a Torino, dove lo Studio è stato trasferito nel 1932, nel centro della città. Nel 1943, la guida dello Studio passa a Remo Morone, il figlio del fondatore, e nel 1960 avviene il trasferimento della sede in via Mercatini 5, progressivamente ampliata fino all'innovativa ristrutturazione, ammirata ieri.
Nello Studio sono attualmente operativi i notai Ettore Morone, 69 anni, nipote del fondatore omonimo, suo figlio Remo, classe 1976, appassionato di informatica e nuove tecnologie (primo in Italia a stipulare un atto con transazione in Bitcoin) e Chiara Agosto (lauree in Economia e in Giurisprudenza, commercialista e avvocato, esercita la professione notarile anche a Moncalieri) associata ai Morone da quest'anno.
I tre notai si avvalgono di oltre venti collaboratori, tra professionisti, segreteria specializzata e giuristi esperti nelle varie materie, raggruppati in settori con una particolare autonomia operativa interna. Dirigenti dello staff sono Claudio Comba (settore societario) e Silvia Comin (settore immobiliare).
Una rilevante innovazione dello Studio Morone è rappresentata dallo stretto rapporto di collaborazione di consulenza professionale con Stefano A. Cerrato, professore di Diritto commerciale al'Università di Torino, per le questioni in materia societaria e commerciale e con il geometra Marco Tarditi per quelle in materia immobiliare e di successioni.
Per favorire la clientela e consolidare i rispettivi rapporti, Marco Tarditi e Stefano A. Cerrato hanno affiancato i loro uffici a quelli dello Studio Morone, condividendone una serie di servizi logistici.

Ettore Morone 
Remo Morone

Sogefi bocciata per il mancato dividendo Carige recupera con l'arrivo di Mincione

Brusca caduta dell'azione Sogefi, controllata Cir (gruppo fratelli De Benedetti) oggi, 26 febbraio, in Piazza Affari. Il titolo ha chiuso a 3,52 euro, il 4,09% in meno del prezzo di riferimento di venerdì scorso. Il suo è risultato il sesto maggior ribasso della seduta (il decimo è stato quello della Bim-Banca Intermobiliare, tornata a 0,586 euro, il 3,3% meno di venerdì).
Il deprezzamento di Sogefi è avvenuto dopo la comunicazione dei risultati del bilancio 2017: nell'esercizio, la società, presieduta da Monica Mondardini, a livello consolidato ha aumentato i ricavi a 1,672 miliardi (+ 6,2% rispetto al 2016) e l'utile netto a 26,6 milioni dai 9,3 milioni precedenti; inoltre ha ridotto l'indebitamento da 299 a 264 miliardi. 
Risultati positivi, dunque, quelli consolidati di Sogefi, che è uno dei principali produttori globali di componenti per autoveicoli (aria e raffreddamento, filtrazione e sospensioni) e contava 6.947 dipendenti al 31 dicembre scorso, quasi 150 in più rispetto alla stessa data del 2016. 
Però, la Sogefi capogruppo ha chiuso il bilancio con un utile netto di 11,5 milioni, inferiore ai 27,7 milioni del 2016 e il suo Consiglio di amministrazione ha deciso di proporre all'assemblea, in programma il 23 o 24 aprile, che la società non distribuisca dividendo, quest'anno. Decisione che può giustificare la reazione negativa del mercato.
Monica Mondardini, presidente Sogefi


Tra le dieci società che oggi hanno registrato invece i maggiori rialzi delle loro azioni si trova, al quarto posto, Banca Carige, il cui titolo ordinario ha riconquistato quota 0,0086 euro, con un incremento del 6,17% rispetto alla seduta precedente. In questo caso, a influire positivamente dovrebbe essere stato l'ingresso del finanziere Raffaele Mincione nel capitale dello storico istituto di credito genovese, che ha come socio di riferimento la Malancalza Investimenti dell'omonima famiglia. A Mincione viene accreditato il 5,5% del capitale di Banca Carige, che potrebbe essere nel mirino di altri investitori.  

Ecco la "formula" di Francesco Profumo per la "nuova" Compagnia di San Paolo

“Un'istituzione di cui tutti dobbiamo essere orgogliosi”. E' con questa definizione che Francesco Profumo ha chiuso la sua esposizione sulla Compagnia di Sanpaolo, della quale è presidente, oggi, 26 febbraio, nell'incontro organizzato a Torino dal club Dumse da Fé, che lo aveva invitato a parlare sul tema “La Compagnia agente di sviluppo per i nostri territori”. Una riunione che ha avuto una partecipazione molto folta e qualificata e un notevole successo.
Naturalmente, Francesco Profumo ha spiegato perché bisogna essere orgogliosi della Compagnia di San Paolo: non solo per l'attività benefica che la Fondazione fa dal 1563, cioè da 455 anni (per il 2018 ha previsto stanziamenti superiori per oltre 157 milioni di euro); ma anche per la buona gestione del suo patrimonio (7,5 miliardi di euro) e, fra l'altro, per la funzione di apripista della filantropia moderna.
La Compagnia di San Paolo continua a essere un generoso e grande sostenitore di iniziative soprattutto nelle aree dell'istruzione, della ricerca, del welfare, della sanità, dell'arte e della culturale; ma sempre di più cresce il suo ruolo di hub di conoscenze e competenze, dotato di una rilevante leva finanziaria, a servizio delle comunità di riferimento, prime fra tutte quelle del Piemonte, della Liguria e della Campania.
Caratteristiche che fanno della Compagnia di San Paolo, appunto, un “agente di sviluppo” strategico, potente, innovativo e che vuole essere sempre più efficace.
Francesco Profumo ha introdotto un metodo gestionale che mira a rendere ogni intervento della Compagnia di San Paolo un investimento con il maggior ritorno possibile di valore sociale ed economico e, per questo, deve essere basato sulla conoscenza, sulla competenza, sul miglior utilizzo del data base creatosi negli ultimi 26 anni di esperienza. D'altra parte, un miglioramento del solo 10% dell'uso delle risorse destinate al finanziamento dell'attività istituzionale comporterebbe un aumento delle disponibilità di 15 milioni all'anno.
La “formula Profumo” prevede anche l'aumento delle risorse a beneficio delle comunità di riferimento, grazie allo sviluppo delle capacità di fund raising da parte della Compagnia, soprattutto nei confronti dell'Unione Europea e dei suoi fondi.
Di fronte ai numerosi partecipanti all'incontro del Dumse da Fé, coordinato dall'infaticabile Piero Gola, Francesco Profumo non ha dimenticato di sottolineare la grande reputazione di cui gode, meritatamente, la Compagnia di San Paolo, la quale si avvale di una struttura molto valida, a partire dal Segretario generale Piero Gastaldo, concludendo che anche questa dote "rappresenta un motivo di forte responsabilità".
Francesco Profumo
Gruppo di dipendenti della Compagnia di San Paolo

Italiana Assicurazioni (Reale Group) accelera l'incorporazione di Uniqa Italia

Un altro passo in avanti verso l'incorporazione delle compagnie assicurative italiane di Uniqa in Italiana Assicurazioni (Reale Group). Michele Meneghetti lascia la guida di Uniqa Assicurazioni, Uniqa Previdenza e Uniqa Life, passandola a Umberto Laganà, il quale aggiunge i nuovi incarichi a quelli di direttore generale di Italiana Assicurazioni, la compagnia che nei prossimi mesi incorporerà le attività assicurative del gruppo Uniqa nel nostro Paese.
“Questa staffetta ci consentirà di accelerare il progetto di integrazione in corso” ha commentato Luca Filippone, direttore generale della Reale Mutua Assicurazioni, che possiede il 100% di Italia Assicurazioni. Filippone ha aggiunto che “Il contributo di Meneghetti è stato prezioso, in questa fase di transizione: la sua esperienza e la sua visione ci hanno permesso di valorizzare al meglio i punti di forza delle compagnie italiane del Gruppo Uniqa, nel disegno della nuova Italiana Assicurazioni”.
Nel suo comunicato, Reale Group ha anche riconosciuto i meriti di Michele Meneghetti per gli importanti risultati conseguiti dalle tre società italiane di Uniqa rilevate da Italiana Assicurazioni “in termini sia dimensionali sia di crescita della redditività”.
Roberto Laganà, romano, classe 1964, laureato in Scienze statistiche e attuariali, ha iniziato la sua carriera in Ania, poi, con responsabilità crescenti, ha lavorato in Nuova Tirrenia Assicurazioni, Toro Assicurazioni, Groupama, infine è stato amministratore delegato e direttore generale di Amissima Assicurazioni e Amissima Vita (ex Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova), compagnie lasciate, dopo il risanamento, per approdare in Reale Group.
Roberto Laganà

Borsa, l'aria elettorale ribassa tutti i valori l'unica eccezione è l'azione della Ferrari

“L'aria di elezioni fa male alla Borsa. Agli investitori l'incertezza non piace. Di tutte le 36 società quotate a Piazza Affari riferibili a soggetti piemontesi soltanto una ha chiuso l'ultimo venerdì del mese con un valore superiore alla seduta di venerdì 26 gennaio. L'eccezione è rappresentata dalla Ferrari, controllata dall'Exor della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, alla quale fanno capo anche Fca-Fiat Chrysler Automobiles, Cnh Industriale e la Juventus”.
E' così che inizia l'articolo pubblicato oggi, 25 febbraio, nella pagina di Economia del Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera guidata da Umberto La Rocca, già direttore del genovese Il Secolo XIX e vice direttore de La Stampa.
Aggiungendo alle piemontesi le quattro quotate liguri – Banca Carige, Biancamano, Boero Bartolomeo, Erg – la situazione non cambia. L'unica delle quaranta società presenti nei listini di Piazza Affari e attribuibili al Nord Ovest per diverse ragioni (collocazione della sede o del quartiere generale o perché territorio d'origine del principale soggetto della società) resta il Costruttore di gioielli a quattro ruote più famoso e ambito al mondo.
“Il prezzo finale dell'azione Ferrari, infatti, venerdì scorso – si legge nell'articolo del Corriere Torino - è stato di 104,50 euro, a fronte dei 96,40 euro dell'ultimo venerdì del mese passato. In seguito a questo aumento, il valore riconosciuto alla Casa di Maranello dal mercato è salito a 20,265 miliardi, 1,71 miliardi in più rispetto a un mese fa. Fra l'altro, il titolo della Ferrari, della quale Sergio Marchionne è presidente e amministratore delegato oltre che azionista personalmente, ha fatto registrare il suo massimo storico mercoledì, quando è arrivato a 105,30 euro”.
E' stato riportato, inoltre, che le altre quotate della scuderia Agnelli-Elkann-Nasi, invece, hanno subito un deprezzamento, come tutte le restanti del “paniere piemontese”. E anche delle liguri. L'azione Fca è scesa a 17,62 euro dai 19,80 del 26 gennaio, Cnh Industrial a 11,36 euro da 12,11, Exor a 59,60 euro da 64,15, Juventus a 0,708 euro da 0,861 euro. “Il ribasso di Exor, la holding guidata da John Elkann, presidente e amministratore delegato, è particolarmente rilevante (la capitalizzazione si è ridotta di circa 1,1 miliardi) anche perché il 26 gennaio scorso l'azione Exor aveva raggiunto il suo massimo da sempre: 64,15 euro”.
Ribassi più o meno rilevanti, comunque, sono emersi pure per gli altri titoli principali del Nord Ovest, a partire da Intesa Sanpaolo (da 3,16 a 3,083 euro), Ubi Banca (da 4,29 a 3,989), Buzzi Unicem (da 24,4 a 20,79), Diasorin (da 79,3 a 69,75), Sias (da 16,33 a 13,83), Iren (da 2.636 a 2,452), Erg (da 16,87 a 16,70), Astm (da 24,60 a 19,50), Reply (da 51,1 a 49), Cir (da 1,194 a 1,086 euro).
Anche il prezzo del titolo Italgas è calato tra il 26 gennaio, quando quotava 4,956 euro, e il 23 febbraio; però è quello piemontese che nell'ultima settimana borsistica ha avuto il maggiore rimbalzo, avendo chiuso a 4,588 euro rispetto ai 4,485 euro del venerdì precedente. Oltre a Italgas, nell'ultima settimana, hanno un po' recuperato Ubi Banca, Vittoria Assicurazioni, Rcs MediaGroup, Iren, Banca Carige ed Erg.

La nuova Ferrari 488 Pista

Protagonisti alla ribalta


MICHELE DENEGRI
Certo il business; però, l'operazione Combo Host non può non avere tra le sue ragioni l'amore di Michele Denegri (e di suo padre Gustavo) per Torino, la città natale e sede delle società del gruppo di famiglia, che comprende Diasorin (leader mondiale nella diagnostica in vitro, 27 società, oltre 1.600 dipendenti, fatturato di circa 470 milioni nei primi nove mesi 2017, capitalizzazione borsistica di circa 4 miliardi di euro).
L'iniziativa Combo Host consiste nella realizzazione di una struttura costituita principalmente da un ostello particolare, un social hub con tanto di ristorante trattoria con menù curato da Slow Food, ristrutturando l'ex caserma dei Vigili del fuoco abbandonata da una ventina d'anni, nell'area di Porta Palazzo, pieno centro storico del capoluogo piemontese.
Il nuovo investimento su Torino, da nove milioni di euro e destinato anche a riqualificare la zona, segue quello per l'acquisizione del Cambio, il famoso ristorante attivo dal 1757 e che ha avuto come clienti abituali Cavour (c'è ancora il suo tavolo), Nietzsche e Mozart. Segue, fra l'altro, la recente (l'estate scorsa) acquisizione dell'ex locanda San Pietro, a Portovenere, che diventerà un albergo a cinque stelle.
A guidare la nuova diversificazione del gruppo di famiglia è, appunto, Michele Denegri, 49 anni appena compiuti, laurea in Economia sotto la Mole. Ha iniziato la carriera in Kpmg, ha fatto l'investment manager nel private equity, oltre che l'imprenditore a New York, dal 1996 fino al 2002. Quando è entrato in Ip Investimenti e Partecipazioni, la holding, della quale è amministratore delegato, come lo è della Finde e dell'Aurelia.
Incarichi che Michele Denegri aggiunge a quelli di vice presidente non operativo sia di Diasorin (presidente il padre Gustavo e amministratore delegato Carlo Rosa) sia della Filarmonica Teatro Regio di Torino, formata da 82 professori d'orchestra.
Michele Denegri (da Corriere Torino)

PIERGIORGIO VALENTE
Alla riunione dedicata alla “Fiscalità internazionale multilaterale”, organizzata a Torino dalla sezione Piemonte-Valle d'Aosta dell'Anti (Associazione nazionale tributaristi italiani), è stato apprezzatissimo, con applausi da stadio, l'intervento di Piergiorgio Valente, presidente del Cfe, il comitato fiscale della Confederazione fiscale europea, che raggruppa circa 550.000 soci, esperti di tasse e tributi.
Piergiogio Valente è torinese. E' fondatore e managing partner della milanese Valente Associati Geb Partners, docente di fiscalità comunitaria, pianificazione fiscale e transfer pricing alla Link Campus University di Roma, oltre che al Corso superiore di Polizia tributaria della Guardia di Finanza e professore a contratto alla Jean Monet della Seconda Università di Napoli.
Fra l'altro, Piergiorgio Valente è presidente del Comitato fiscale dell'Andaf (Associazione nazionale direttori amministrativi e finanziari) e componente di altri vari organismi italiani e internazionali, nonché autore di numerose pubblicazioni specialistiche.
L'Anti piemontese e valdostana è presieduta da Ernesto Ramojno, che è anche vice presidente dell'Anti nazionale.
Piergiorgio Valente

CLAUDIO MARENZI
Pochi giorni fa, a Roma, alla presenza anche dei presidenti di Confindustria, Ice (Istituto per il commercio estero) e Comitato Leonardo, il novarese Claudio Marenzi, titolare e guida della Herno, ha ricevuto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premio Leonardo Qualità Italia, il riconoscimento più prestigioso in ambito imprenditoriale per i soggetti considerati eccellenze del made in Italy a livello mondiale. La Herno è stata premiata quale “azienda distintasi per l'innovazione di qualità apportata ai propri prodotti e per la proiezione internazionale, commerciale e produttiva”.
Fatturato vicino ai cento milioni di euro, per oltre il 70% realizzato all'estero, 170 dipendenti a Lesa e un indotto di 800 posti di lavoro in Sicilia, la Herno, costituita nel 1948 come fabbrica di impermeabili è diventata ovunque sinonimo di urban outerwear, abbigliamento originale e di grande qualità, grazie in particolare proprio a Claudio Marenzi, figlio del fondatore Giuseppe e della moglie Alessandra Diana.
Classe 1962, Claudio Marenzi, Cavaliere del Lavoro, è anche presidente di Confindustria Moda (riunisce oltre 37.000 imprese, che occupano 580.000 persone e hanno un fatturato superiore ai 90 miliardi di euro) e di Pitti Immagine.
Claudio Marenzi (in centro) alla premiazione Leonardo

Diventate oltre 4.000 le imprese all'estero partecipate da investitori del Nord Ovest

Sono aumentate di un quarto, tra il 2009 e il 2015, le partecipazioni di investitori liguri in imprese all'estero, il doppio rispetto alla media nazionale. A rilevarlo è la Cgia di Mestre, l'associazione degli artigiani e delle piccole aziende locali, in seguito a uno studio su dati Reprint del Politecnico di Milano e dell'Ice.
Dall'elaborazione della Cgia di Mestre è emerso che sono diventate 783, a fine 2015 (ultimo anno disponibile) le partecipazioni di liguri in imprese all'estero, mentre erano 627 a fine 2009. In sei anni sono cresciute del 24,9%, a fronte del 12,7% medio italiano (da 31.672 a 35.684).
Invece, le partecipazioni dei piemontesi in aziende all'estero sono passate da 3.034 a 3.244 (+6,9%) e quelle degli investitori valdostani da da 26 a 27. Quindi, le imprese all'estero partecipate da investitori delle tre regioni del Nord Ovest a fine 2015 sono risultate 4.054, quasi 400 in più.
In termini assoluti, il Piemonte figura al quarto posto nella graduatoria italiana per numero di imprese all'estero partecipate da suoi investitori, essendo preceduto da Emilia-Romagna (4.989 a fine 2015), Veneto (5.070) e Lombardia (11.637). La Liguria è decima e la Valle d'Aosta ventesima, cioè ultima.
I dieci Paesi stranieri con più imprese partecipate da italiani al 31 dicembre 2015 sono: Usa (3.323), Francia (2.551), Romania (2.353), Spagna (2.251), Germania (2.228). Regno Unito (1.991), Cina (1.698), Brasile (1.427), Svizzera (1.099) e Polonia (932).

Cgia di Mestre ha evidenziato che “i ricavi delle imprese straniere controllate da italiani hanno toccato i 520,8 miliardi di euro” e che oltre 14.400 delle partecipate sono aziende commerciali e 8.200 del settore manifatturiero, principalmente produttrici di macchinari e apparecchiature meccaniche.  

I nuovi libri di Oliva e Sinigaglia

Poche sere fa, nel capoluogo piemontese, in un incontro con iscritti all'associazione “Neoteri '77” (presidente Lorenzo Basano) e al Circolo Padano, Gianni Oliva ha rievocato il suo libro “Torino anni di piombo 1973/1982” correlandolo, molto bene, alla situazione socio-politica che stiamo vivendo. Nell'occasione ha parlato anche della sua opera attualmente in edicola con La Stampa - “Storia del Piemonte, dalle origini ai giorni nostri” - e ha preannunciato la prossima uscita del suo libro sulla tragedia di Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse il 9 maggio del 1978, quarant'anni fa.
Nato nel 1952 sotto la Mole, dove si è laureato in Lettere, Gianni Oliva nel 2010 ha terminato l'impegno di docente per assumere quello di dirigente scolastico di diversi licei torinesi, tra i quali l'Alfieri, il Cavour e il D'Azeglio. Attualmente è preside del Majorana di Moncalieri e, dal 2014, di nuovo dell'Alfieri.
Già assessore alla Cultura della Regione Piemonte dal 2005 al 2010, Gianni Oliva è uno storico autore di numerose opere. Come ha ricordato il suo amico Livio Berruti, l'olimpionico di Roma, “gli interessi di Oliva, accentrati soprattutto sulle vicende che hanno coinvolto la nostra Nazione in questi ultimi due secoli fanno di lui uno dei più rigori e documentati scrittori del nostro tempo”.
Sottolineando anche “l'insaziabile curiosità di stampo giornalistico” che caratterizza le fatiche letterarie di Gianni Oliva, ha ribadito che la loro lettura è “sempre piacevole, mai noiosa e denota una lucida e completa assimilazione della materia”.
Gianni Oliva

A inaugurare il primo ciclo 2018 dei “Caffè letterari”, sostenuti dalla Lavazza e dalla Reale Mutua Assicurazioni, lunedì 19, all'Unione Industriale di Torino, sono stati Alberto Sinigaglia e Carlo Ossola, illustre filologo e critico letterario. Alberto Sinigaglia ha presentato il suo libro “Il pappagallo e il doge”, edito da Biblioteca dei Leoni, storie di una vita, di incontri, esperienze straordinarie in giro per l'Italia. Si racconta di personaggi quali Mario Salvati, Aldo Palazzeschi, Enzo Biagi, Indro Montanelli, Ugo Pratt, Massimo Mila e Giovanni Spadolini.
Alberto Sinigaglia, 70 anni il mese prossimo, è nato a Venezia, ma vive a Torino dal 1970, quando è stato assunto dal direttore Alberto Ronchey a La Stampa, dove ha fatto tutta la sua carriera giornalistica (fra l'altro è stato capo redattore delle pagine culturali e fondatore del supplemento settimanale Tuttolibri).
“Il pappagallo e il doge” è stato preceduto, pochi mesi fa, da “La zanzara, il gallo e l'oboe”, opera firmata da Alberto Sinigaglia con il pittore Ugo Nespolo. E, prima ancora, da diversi altri libri, di vario genere.

Alberto Sinigaglia è presidente dell'Ordine dei giornalisti piemontesi, della Fondazione Filippo Burzio, del Comitato dei garanti del Polo del Novecento, del Comitato scientifico della Fondazione Cesare Pavese ed è, da dieci anni, direttore scientifico del Festival Passepartout di Asti.
Alberto Sinigaglia

Tasse locali: nel 2017 i liguri e i valdostani hanno pagato in media più dei piemontesi

Contrariamente a una convinzione diffusa, non sono i piemontesi ad avere pagato più tasse locali, l'anno scorso, nel Nord Ovest. Pro capite, infatti, hanno versato di più i liguri e i valdostani. In media, ogni abitante della Liguria, dal neonato all'ultracentenario, nel 2017 ha pagato 1.185 euro fra Imu-Tasi, Tari (tassa sui rifiuti), addizionali Irpef regionale e comunale; mentre è stato di 1.150 l'esborso medio del valdostano e di 900,86 euro quello del piemontese.
In termini assoluti, però, il Piemonte è risultato quarto nella graduatoria nazionale delle regioni basata sul gettito delle tasse locali; nel 2017, infatti, è ammontato a 3,942 miliardi il valore degli introiti relativi a Imu e Tasi, Tari e addizionali regionale e comunale. Somme maggiori hanno avuto la Lombardia (8,191 miliardi), il Lazio (6,677 miliardi) e l'Emilia-Romagna (4,178 miliardi).
In Lombardia le tasse locali hanno pesato, mediamente, 815,9 euro pro capite, nel Lazio 1.131,5 euro e in Emilia.Romagna 938,5 euro.
Il totale del Piemonte, comunque, è risultato superiore anche a quelli di Veneto (3,430 miliardi), Toscana (3,380 miliardi), Campania (3.354 miliardi) Sicilia (2,778 miliardi), Puglia (2,526 miliardi) e Liguria, che, con 1,846 miliardi, chiude la classifica delle prime dieci regioni con i maggiori gettiti da tasse locali.

A livello nazionale, le imposte e tasse locali (regionali e comunali) nel 2017 sono ammontate a 47 miliardi. In particolare, i contribuenti hanno 20,7 miliardi per Imu e Tasi (17,1 miliardi ai Comuni), 12,4 miliardi come addizionale regionale Irpef, 4,8 miliardi come addizionale comunale Irpef e 9,1 miliardi per la tassa rifiuti (Tari).  

Giovanni Toti, presidente Regione Liguria

Utile boom di Fca Bank: 383 milioni

E' una banca particolare, ma guadagna un sacco. Nel 2017, Fca Bank, joint venture tra Fca Italy (società del gruppo Fiat Chrysler Automobiles) e Crédit Agricole Consume Finance, controllata dell'omonimo colosso francese, ha conseguito un risultato operativo di 534 milioni di euro (+24,1% rispetto al 2016) e utile netto di 383 milioni (+23%), nuovo record storico.
L'attività prioritaria di Fca Bank, che ha una nuova sede a Mirafiori, consiste nel supportare le vendite dei veicoli di tutte le marche dell'impresa guidata da Sergio Marchionne, ma anche di Jaguar e Land Rover, finanziandone clienti e concessionari, oltre che nel gestire soluzioni di noleggio a lungo termine. Opera in 18 Paesi e conta circa 2.100 dipendenti, la metà dei quali in Italia.
Fca Bank al 31 dicembre scorso aveva impieghi in essere pari a 23,9 miliardi, il 15% in più rispetto alla stessa data del 2016. Nell'esercizio passato ha fatto finanziamenti per 12,1 miliardi, quanti mai prima. Il patrimonio netto è salito a 2,5 miliardi e al 12% il Cet1, indice di solidità.

Alla guida di Fca Bank, dall'estate del 2014, si trova Giacomo Carelli, amministratore delegato e direttore generale. Giacomo Carelli lavora per Fca dal 1996, quando vi è arrivato dall'Ibm spagnola, primo impiego dopo la laurea, conseguita con lode, in Economia e commercio alla Sapienza di Roma, dove ha anche fatto il liceo classico.

Giacomo Carelli, ad e dg di Fca Bank

Risparmio: in Liguria e in Valle d'Aosta aumentato meno del 2,5% medio italiano

Più depositi nelle banche del Piemonte, meno in quelle della Liguria e della Valle d'Aosta. E' la situazione riscontrata, a fine novembre 2017, dall'Abi, l'associazione nazionale degli istituti di credito, come si può leggere nel suo ultimo rapporto. L'Abi ha documentato che i depositi bancari da parte delle famiglie consumatrici al 30 novembre scorso erano superiori del 2,8% rispetto alla stessa data del 2016 in Piemonte, mentre erano inferiori dell'1,6% sia in Liguria che in Valle d'Aosta.
Nel Nord Ovest, dunque, soltanto le banche attive in Piemonte hanno visto crescere i depositi delle famiglie più della media nazionale (2,5%) nei dodici mesi finiti a novembre. In altre regioni dell'Italia settentrionale, però, i depositi bancari sono aumentati più che in Piemonte: 4,8% in Veneto, 4,4% in Trentino-Alto Adige, 3,9% in Friuli-Venezia Giulia e 2,9% in Lombardia.
Dati ancora più freschi relativi ai depositi bancari della clientela residente (escluse le istituzioni finanziarie e monetari oltre che le amministrazioni centrale) sono forniti dall'Abi per il Paese interno: al 31 gennaio 2018, la liquidità rappresentata dai conti correnti, dai certificati di deposito e dai pronti contro termine ammontava a 1.441,308 miliardi di euro, circa 70 miliardi e il 5,08% in più rispetto alla stessa data dell'anno scorso.
Comprendendo le obbligazioni, il cui valore è però diminuito di oltre 52 miliardi e del 15,9% nei dodici mesi, la raccolta complessiva delle banche a fine gennaio risulta di 1.717 miliardi, quasi 168 miliardi più che nel 2007, l'ultimo anno prima della grande crisi economica.

Quanto ai prestiti delle banche alle famiglie e alle società non finanziarie, l'Abi, della cui filiale piemontese è presidente Cristina Balbo, responsabile della Banca dei Territori dei Intesa Sanpaolo per il Nord Ovest (vice presidenti sono Stefano Gallo di Unicredit e Giancarlo Poletto di Banca del Piemonte) ha comunicato che al 31 gennaio ammontavano a 1.366 miliardi, l'1,78% in più rispetto alla fine del gennaio 2017.

Cristina Balbo, presidente Abi Piemonte

Biella leader per affidabilità commerciale

Biella medaglia d'oro del Nord Ovest e d'argento a livello nazionale per la quota di imprese che sono eccellenti in termini di affidabilità commerciale e puntualità dei pagamenti. La provincia di Biella, infatti, ha il il 16,85% delle sue imprese pienamente affidabili dal punto di vista commerciale, cioè con la minima possibilità di insolvenza. Un tasso inferiore, in tutta l'Italia, soltanto al 20,51% della provincia di Trento, ma superiore anche a quelli di Ravenna (16,18%), Sondrio (15,59%), Vicenza, Belluno, Mantova, Treviso, Lecco e Forlì-Cesena (13,5%).
La media nazionale delle aziende ai massimi livelli per affidabilità commerciale e puntualità nei pagamenti a fine 2017 è risultata dell'8%, un valore in continua crescita dal 2010, l'anno peggiore (5,53% ), ma ancora distante dal 10,15% del 2009, l'ultimo prima della grande crisi. Nel 2016 la media è stata del 7,6% e del 7,18% nel 2015.
A dare la pagella di affidabilità commerciale è Cribis, società del gruppo Crif specializzata nella business information. Cribis attribuisce alle imprese italiane eccellenti per affidabilità commerciale il titolo Cpc (Cribis Prime Company).
A livello regionale, Cribis ha assegnato il titolo di campione 2017 per Cpc al Trentino-Alto Adige (al top dell'affidabilità commerciale il 14,91% delle imprese locali) e ha posto sul podio anche il Veneto (12,49%) e l'Emilia-Romagna (12,36%).

Il Piemonte si è piazzato al quarto posto con l'11,45%, precedendo anche il Friuli-Venezia Giulia (11,37%), la Lombardia (11,10%) e la Valle d'Aosta (10,71%). Sotto la media nazionale, invece, sia pure di pochissimo, è finita la Liguria, a causa del suo 7,97%; comunque più basso di tutta l'Italia settentrionale e anche di quella centrale se si esclude il Lazio.  

Carlo Piacenza, presidente Unione Industriale Biellese

Alba culla anche di imprenditorialità web una conferma la Zeta Bi di Giorgio Proglio

Terra molto fertile di idee e di spirito d'iniziativa il Cuneese, dove nascono tante imprese, anche nei settori più avanzati, come quelli dell'informatica e del digitale. Conferme di questo fenomeno se ne trovano tante; una è rappresentata dalla albese Zeta Bi, srl fondata 18 anni fa da Giorgio Proglio e Diego Battaglino, che allora avevano 25 anni e avevano appena lasciato la Miroglio, dove si erano impiegati subito dopo il diploma.
La Zeta Bi opera nel mondo internet, fornendo ad aziende e professionisti soluzioni digitali, anche personalizzate, per lo sviluppo dei loro business: dalla creazione di siti web e app, alla gestione dell'e-commerce, del web marketing, delle pagine dei social network. Alcune applicazioni della Zeta Bi sono risultate novità assolute.
“Ci stiamo specializzando sempre di più, distinguendoci e creando nuove nicchie di mercato” ha detto Giorgio Proglio, amministratore delegato della Zeta Bi, come l'amico Diego Battaglino, con il quale condivide il 50% del capitale della società (il restante 50% fa capo alla Business Promoter, agenzia Telecom, che esprime il presidente Andrea Manzoni).
Sede ad Alba e direzione a Roddi, sei filiali in Italia, Zeta Bi può vantare fra i suoi clienti – oltre mille - nomi quali Ferrero, Maina, Camst, Banca d'Alba, Valgrana, Collisioni, Mokafe, Banca di Cherasco. Conta una ventina di dipendenti e si appresta a fare altre assunzioni, “trovando difficoltà, però, perché le figure professionali che cerchiamo – ha spiegato Giorgio Proglio – sono insufficienti e molto ambite”.

Giorgio Proglio, di Grinzane Cavouur, 43 anni, recentemente è stato confermato presidente di Admc- Associazione dirigenti marketing, commerciali e comunicatori d'impresa, uno dei sei club di Confindustria Cuneo.
Giorgio Proglio

Italiana Assicurazioni (Reale Group) dona oltre 118.000 euro a Dynamo Camp Onlus

Un assegnone da 118.214, 48 euro è stato staccato da parte di Italiana Assicurazioni (Reale Group), a favore di Dynamo Camp Onlus, l'associazione milanese che gestisce, nel cuore della Toscana, una struttura di “terapia ricreativa”, la prima realizzata in Italia appositamente per ospitare gratuitamente, per periodi di vacanza e svago, bambini e ragazzi malati, in terapia o in convalescenza.
La donazione della Compagnia assicurativa interamente posseduta dalla torinese Reale Mutua è conseguente all'accordo in base al quale Italiana Assicurazioni si è impegnata a versare alla Onlus fondata nel 2007 e presieduta da Vincenzo Manes, a titolo di liberalità, lo 0,30% dei premi raccolti con due specifiche polizze Vita intitolate proprio Dynamo Camp.
Roberto Laganà, direttore generale di Italiana Assicurazioni, ha commentato: “Crediamo molto in questi prodotti assicurativi, che sono stati i primi a essere dedicati a un progetto sociale con la coerenza tra l'architettura dei prodotti stessi e la missione sociale di Dynamo Camp “Vita per la Vita”. Siamo molto orgogliosi, perciò, di essere parte speciale iniziativa, da noi molto sentita”.

Italiana Assicurazioni ha una rete di oltre 350 agenzie e 2.000 tra agenti e collaboratori. Presidente è Iti Mihalich e amministratore delegato Luigi Lana. Del consiglio di amministrazione fanno parte, fra gli altri, Massimo Aruga, Carlo Melzi d'Eril, Carlo Pavesio, Marco Weigmann e Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua, che possiede Italiana Assicurazioni dal 1966.

Borsa: 4 piemontesi nella top ten dei rialzi Giovanni Canetta Roeder nuovo n.1 M&C

Poker di piemontesi fra le dieci quotate che oggi, 20 febbraio, hanno fatto registrare i maggiori rialzi delle loro azioni in Piazza Affari. La subalpina con la migliore performance giornaliera è stata Prima Industrie, il cui titolo ha chiuso a 36,85 euro, il 4,10% in più rispetto a ieri. Grazie a questo incremento, l'azione di Prima Industrie è risultata sesta fra le top ten dei rialzi. Ha preceduto anche la M&C, il cui prezzo finale è stato di 0,1165 (+4,02%).
In nona posizione, con l'aumento del 3,66%, si è piazzata Buzzi Unicem (21,82 euro l'ultimo prezzo delle compravendite) e in decima Astm-Autostrada Torino Milano, risalita a 20 euro, in seguito all'incremento del 3,63%.
A proposito di M&C, controllata da Carlo De Benedetti attraverso la sua Per, che possiede il 54,256% del capitale, da oggi ha un nuovo numero uno: Giovanni Canetta Roeder, nuovo presidente e amministratore delegato, oltre che un nuovo consigliere di amministrazione, che è Walter Bickel, entrambi già cooptati.
Nato nel 1971, a Milano, dove si è laureato in Economia alla Bocconi, Giovanni Canetta Roeder ha poi conseguito una laurea specialistica in Economia e finanza a Barcellona, dove, da subito, ha insegnato Matematica e teoria dei giochi. Ha concluso la carriera accademica a Tel Aviv. In seguito ha lavorato per Merill Lynch, Crédit Agricole e Ubs, all'estero e nel capoluogo lombardo. Dal 2011 al 2012 è stato amministrato delegato del gruppo Teofan, principale controllata di M&C.

Giovanni Canetta Roeder, sposato, due figli, triatleta long distance, è ceo e chief investment officer del Family Office di Carlo De Benedetti.
Carlo De Benedetti

Salone del Libro e Fondazioni piemontesi insieme adottano 26 scrittori per i giovani

Con l'edizione appena avviata, la sedicesima, diventano 340 gli autori che hanno aderito all'iniziativa “Adotta uno Scrittore” e risulteranno oltre diecimila i giovani coinvolti. Bastano questi due numeri a dare un'idea del successo di “Adotta uno Scrittore”, progetto organizzato dal Salone internazionale del Libro in collaborazione con la Direzione generale dell'Ufficio scolastico regionale del Piemonte e realizzato grazie al sostegno finanziario dell'Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, la quale, anche quest'anno, metterà a disposizione di studenti di Istituti di primo e secondo grado del Piemonte 10.000 biglietti per l'ingresso gratuito al 31.mo Salone internazionale del Libro, in programma a Torino dal 10 al 14 maggio.
La formula di “Adotta uno Scrittore”, iniziativa riconosciuta come una delle più originali ed efficaci per la promozione della lettura e della scrittura tra i giovani in Italia, consiste essenzialmente nel far incontrare e dialogare autori contemporanei e ragazzi in luoghi di formazione, 26 quest'anno: 13 istituti superiori, tre scuole medie, tre elementari, quattro strutture di detenzione penale, un centro per l'istruzione per adulti e un ospedale (il Regina Margherita, nel capoluogo piemontese).
Ognuno di questi luoghi “adotterà” uno scrittore, il quale ne incontrerà gli ospiti tre volte nel corso dell'anno scolastico e una quarta il 14 maggio, al Salone del Libro. Quattro scrittori, quindi, entreranno rispettivamente nell'istituto penale per minorenni Ferrante Aporti di Torino, nella casa di reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo, nel carcere Lorusso e Cotugno di Torino e nell'istituto penale femminile di Pontremoli per minorenni, unico del genere nel nostro Paese.
Gli scrittori che partecipano all'edizione 2018 sono: Pierdomenico Baccalario, Francesca Brunetti, Andrea Valente, Nadia Terranova, Marco Magnone, Sofia Gallo, Alessandro Barbero, Iacopo Barison, Simona Binni, Carlo Boccadoro, Giuseppe Genna, Carlo Greppi, Francesca Manfredi, Federica Manzon, Giusi Marchetta, Francesco Pacifico, Enrico Pandiani, Laura Pugno, Stefano Raimondi, Roberto Tiraboschi, Carlos Spottorno, Helena Janeczek, Maria Attanasio, Christian Raimo, Federico Guglielmi.
Il presidente dell'Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, Giovanni Quaglia ha spiegato che “Adotta uno Scrittore fa crescere nuovi semi di cultura, sapere, dialogo e bellezza non solo nelle scuole, ma anche in alcuni luoghi simbolo di fragilità e marginalità, come le carceri e gli ospedali, perché il valore e il piacere della lettura possano coinvolgere anche chi è in difficoltà”. E Nicola Gioia, direttore del Salone Internazionale del Libro, ha aggiunto che “Adotta uno Scrittore è una delle iniziative del Salone di cui andiamo più orgogliosi”.



FONDAZIONE RIVIERA DEI FIORI ONLUS: COSTITUITO
IL FONDO MEMORIALE DEDICATO A ROBERTO CASSINI

Il Consiglio di amministrazione della Fondazione comunitaria Riviera dei Fiori Onlus, nata per iniziativa della Compagnia di San Paolo e attiva nella provincia di Imperia, ha comunicato di avere deliberato la costituzione del Fondo memoriale Roberto Cassini, alla cui prima dotazione hanno provveduto i consiglieri, con donazioni personali.
Roberto Cassini è stato Consigliere di amministrazione della Fondazione Riviera dei Fiori Onlus fino al novembre scorso, quando è mancato, a 77 anni. Era stato nominato dal Vescovo di Ventimiglia-Sanremo. I consiglieri della Fondazione ne hanno ricordato le grandi virtù: l'impegno costante per aiutare i più bisognosi, la profonda umanità, la generosità, la saggezza, la pacatezza, la dedizione, la vocazione al bene comune. Prima di diventare economo del Seminario e della sua Diocesi, incarico svolto fino a giugno 2016, Roberto Cassini, nato a Perinaldo, dove ora riposa, è stato direttore amministrativo della residenza protetta “Doria”, a Genova, per una trentina d'anni.
Le rendite del Fondo destinato a ricordare Roberto Cassini, come gli altri Fondi memoriali, contribuiscono al finanziamento delle attività benefiche della Fondazione Riviera dei Fiori Onlus, che nei suoi dieci anni di operatività ha aiutato, in vari modi, migliaia di famiglie del Ponente ligure particolarmente bisognose.
Chi volesse partecipare al Fondo memoriale Roberto Cassini, può contribuire con un bonifico su uno dei due seguenti conti correnti, intestati alla Fondazione comunitaria Riviera dei Fiori Onlus:
IT47S0617549091000001540780

Oltre 930 i negozi Kappa e Robe di Kappa

Al 31 dicembre scorso erano 931 i negozi monomarca Kappa e Robe di Kappa sparsi in un buona parte del mondo (107 in Italia), dove le etichette del gruppo Basicnet, fra le quali spiccano anche Jesus Jeans e Sabelt, sono molto, molto più conosciute della società che ne è proprietaria, pur essendo quotata in Borsa.
Alla stessa data si contavano 295 negozi Superga (63 nel nostro Paese) e 46 K-Way (26 in Italia). A conferma della progressiva diffusione globale dei marchi Basicnet, che fa capo al torinese Marco Boglione, il fondatore che possiede il 33,6% della capogruppo (il 10,2% del capitale è rappresentato da azioni proprie, il 6,27% appartiene a Francesco Boglione e il 5% a Kairos Parners).
I dati relativi ai punti vendita monomarca si leggono nel comunicato di Basicnet, che riporta, fra l'altro, il preconsuntivo 2017: vendite aggregate da parte dei licenziatari per 747,8 milioni di euro (+1,1% rispetto al 2016), margine operativo lordo di 23 milioni (+7,2%), fatturato consolidato di 183,5 milioni (+1%), utile di 15 prima delle imposte, indebitamento finanziario netto al 31 dicembre pari a 61,5 milioni, a fronte dei 49,5 di fine 2016.
L'aumento dell'indebitamento è conseguente agli acquisti fatti nel corso dell'esercizio – Briko (occhiali e caschi) e Sebago (calzature alto di gamma), 1,7 milioni il costo del primo marchio e 12 milioni il secondo – ma anche agli altri investimenti, aumentati da 8,1 a 18 milioni. Va tenuto conto, inoltre, dell'acquisto di azioni proprie per 2,6 milioni e dei 3,3 milioni della distribuiti come dividendi.
Basicnet, presieduta da Marco Boglione, ha come amministratore delegato il milanese Gianni Crespi. Del consiglio di amministrazione fanno parte, fra gli altri, Carlo Pavesio e Franco Spalla.

Marco Boglione (dal blo di Adriano Moraglio)

Fondazione Crt investe trecentomila euro su 120 giovani talenti destinati all'impresa

Trecentomila euro. E' la somma stanziata dalla Fondazione Crt per offrire a 120 giovani laureati (in qualsiasi disciplina) e dottori di ricerca degli atenei del Piemonte e della Valle d'Aosta un percorso di alta formazione rivolto sia a chi ha già un'idea imprenditoriale, seppure in fase embrionale, sia a chi, pur non avendola ancora, è dotato di attitudine imprenditoriale ed è disponibile a mettere le proprie competenze a disposizione di un team per creare una start up.
Il progetto della Fondazione torinese di via XX Settembre, intitolato “Talenti per l'impresa” parte con il relativo bando che è scaricabile dal sito www.fondazionecrt.it (chiusura il 23 marzo) ed è finalizzato a sviluppare la cultura d'impresa, ad accrescere le competenze e a favorire l'interazione tra persone con percorsi diversi ma accomunate dallo stesso spirito di iniziativa.
“La quinta edizione di Talenti per l'impresa ha una caratteristica particolarmente importante per Fondazione Crt – ha detto il suo presidente, Giovanni Quaglia – infatti il programma formativo è stato creato con il supporto di un gruppo di ex Talenti, individuati tra gli oltre mille laureati del territorio che, grazie ai progetti della Fondazione, hanno avuto occasioni di formazione in Italia e all'estero e hanno sviluppato carriere interessanti”:

A sua volta, Massimo Lapucci, Segretario generale della Fondazione Crt, ha sottolineato che Talenti per l'impresa ha una duplice ricaduta positiva: “Da una parte accompagniamo i partecipanti in un percorso di personal development e, dall'altra, favoriamo la formazione degli imprenditori di domani per prepararli ad accogliere la sfida dell'industria 4.0”.
Giovanni Quaglia e Massimo Lapucci presentano Talenti per l'impresa

Imprese piemontesi in accelerazione


EGEA
“Un modello di successo che l'ha portata a superare i 700 milioni di euro di fatturato e a creare oltre 800 posti di lavoro negli ultimi dieci anni”. E' così che si presenta Egea, multiutility albese che opera nei settori dell'energia e dell'ambiente. Fra l'altro, il gruppo figurata tra i primi dieci operatori italiani nella vendita i energia elettrica e gas, oltre che leader, a livello nazionale, nella realizzazione di impianti e reti di teleriscaldamento; fornisce anche servizi ambientali nel Ponente Ligure e nelle Marche ed è attivo nel campo delle energie rinnovabili con impianti tecnologicamente all'avanguardia.
Le capacità e la competitività di Egea sono state riconosciute anche dal fondo inglese Icon Infrastructure (portafoglio di oltre 2,5 miliardi, assets in Europa e in Nord America), che, nel dicembre scorso, ha rilevato il 49% di due società operative del gruppo Egea, una specializzata nel teleriscaldamento e l'altra nel gas, apportando capitali freschi per 24 milioni di euro.
Egea, la capogruppo, è guidata da Pier Paolo Carini, la cui famiglia ne detiene il 60% del capitale, mentre il 9% fa capo a soci pubblici e il resto è diviso fra banche, aziende a azionisti privati del Nord Ovest. Pier Paolo Carini, nato a Genova nel 1964, sposato, un figlio, si è laureato in Ingegneria elettronica all'Università di Pavia.
Pier Paolo Carini (secondo da destra)

BONPRIX ITALIA
Bonprix è il main sponsor di “Calcio dei Campioni – Storie, fair play e stili di vita”, iniziativa biellese di successo promossa e organizzata dall'associazione Stilelibero e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Il sostegno di Bonprix Italia non stupisce: l'impresa è biellese (sede a Valdengo) e da sempre molto vicina alla comunità locale, a partire dai suoi dipendenti (330), curati in modo particolare e beneficiari di tante attenzioni, tanto da rappresentare un esempio di welfare aziendale.
Bonprix Italia, che fa parte del gruppo tedesco Otto, vende abbigliamento on line, non soltanto in Italia. Nel 2017 ha fatturato 205 milioni di euro (+4% rispetto al 2016). E' guidata da Stephan Elsner, tedesco trapiantato da più di 15 anni, nel nostro Paese, al quale ha chiesto la cittadinanza, come ha confidato a Fabio De Ponte de La Stampa, sottolineando che le donne rappresentano l'82% degli assunti, il 54% dei quali in part time (20.000 ore all'anno sono di lavoro a casa).
Stephan Elsner premiato dal Rotary

ACEA PINEROLESE INDUSTRIALE
Le centinaia di tonnellate di arance utilizzate per la tradizionale battaglia a Ivrea so no finite al Polo ecologico di Acea Pinerolese Industriale che le trasforma in compost di qualità per l'agricoltura ed energia rinnovabile. Fra l'altro, l'Acea, insieme con altre aziende del territorio e il Politecnico di Torino, nove mesi fa ha varato il progetto Centro sviluppo e innovazione (Acsi), unico nel suo genere in Italia, finalizzato non soltanto alla crescita economica e tecnologica del Pinerolese, ma anche all'attrazione di nuove imprese nell'area.
Le aziende che, in seguito all'azione dell'Acea, hanno deciso di investire o ampliarsi nel Pinerolese sono già una decina e una cinquantina i soggetti consorziati al Cpe, braccio operativo di Acsi. “Un bilancio molto positivo” ha commentato Francesco Carcioffo, amministratore delegato e direttore generale di Acea Pinerolese Industriale, sottolineando che “il Pinerolese si sta muovendo e sta creando un circolo virtuoso attorno a questa iniziativa”.
Francesco Carcioffo 

INALPI
Punta anche a raddoppiare lo stabilimento di Moretta entro il 2020, la cuneese Inalpi, società che, fra l'altro, è entrata nel programma Elite, finalizzato alla quotazione in Borsa. Appartenente alla famiglia Invernizzi, che la guida dalla sua fondazione nel 1966 (le origini però risalgono al 1800) oggi con Ambrogio (presidente), Giovanni e Pierantonio, Inalpi è impegnata su vari fronti per il suo sviluppo: aumento delle esportazioni, salite a 50 milioni di euro; costruzione di una nuova torre per la produzione di latte in polvere di alta qualità (principale cliente è la Ferrero), un nuovo magazzino, per non parlare della gamma d'offerta, che ha il formaggio fuso a fette come core business ed è stata arricchita recentemente con il primo formaggino bio alpino piemontese
Il presidente Ambrogio Invernizzi ha riferito a Maurizio Tropeano de La Stampa che Inalpi, in collaborazione con l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e con Slow Food, ha deciso di monitorare la produzione di sette vallate alpine tra la provincia di Cuneo e quella di Torino per verificare la possibilità di creare le Cru del latte. Oltre 130 dipendenti, un indotto di 1.500 persone (il latte da lavorare, 100% piemontese, tracciato rigorosamente), Inalpi ha chiuso il 2017 con un fatturato di circa 145 milioni, a fronte dei 127 milioni del 2016.
Ambrogio Invernizzi

Borsa: oltre 177 miliardi di euro il valore delle quotate del Nord Ovest al 31 gennaio

“Gennaio d'oro per l'insieme degli azionisti delle 37 quotate “piemontesi”, intese come tali le società che hanno sede o quartiere generale in regione o vi hanno le radici i loro maggiori titolari. Il valore complessivo delle piemontesi riconosciuto da Piazza Affari (capitalizzazione), al 31 del mese scorso, infatti, è risultato di 174,1 miliardi di euro, quasi 26 miliardi in più rispetto ai 148,2 miliardi del 29 dicembre, ultimo giorno di scambi del 2017”.
E' così che incomincia l'articolo pubblicato oggi, 18 febbraio, dal Corriere Torino, edizione locale del prestigioso Corriere della Sera, dove si può leggere che “Il rialzo dei prezzi delle azioni delle piemontesi è stato del 17,5% a fronte del 5,8% medio della capitalizzazione dell'intera Borsa di Milano, salita dai 640 miliardi di fine dicembre 2017 agli oltre 677 miliardi del 31 gennaio 2018”.
Per completare il quadro relativo all'intero Nord Ovest, bisogna aggiungere le quotate liguri, che sono Banca Carige, Biancamano (famiglia Pizzimbone, di Savona), Boero Bartolomeo, Erg e Orsero (Albenga).
La capitalizzazione di Banca Carige è salita a 470,3 milioni dai 452,8 del 27 dicembre 2017, quella di Biancamano è rimasta sostanzialmente uguale, cioè di pochissimo superiore agli 11 milioni; mentre il valore borsistico della Boero è calato da 85 a 82 milioni. E' sceso anche il valore della Orsero, da 161 a 154,6 milioni. Al contrario, la genovese Erg (famiglia Garrone-Mondini) ha registrato un aumento della sua capitalizzazione di oltre 165 milioni, ammontando a 2,491 miliardi a fronte dei 2,326 miliardi di fine dicembre.
Insieme, il valore attribuito da Piazza Affari alle cinque liguri è risultato pari a poco meno di 3,210 miliardi, che porta a 177,3 miliardi la capitalizzazione totale delle quotate del Nord Ovest al 31 gennaio appena passato.
Tornando al Corriere Torino, l'articolo ha evidenziato che “La maggiore crescita del valore attribuito dal mercato alle quotate piemontesi, che rappresentano un po' più di un quarto di Piazza Affari, si deve principalmente alla compagine formata dalle cinque controllate dalla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi (Exor, Fca-Fiat Chrysler Automobiles, Cnh Industrial, Ferrari e Juventus); ma anche a Intesa Sanpaolo, la cui capitalizzazione è cresciuta di oltre sei miliardi (da 46,429 a 52,823 miliardi), a Ubi (da 4,412 a 4,788 miliardi), oltre che, in misura minore, ad altre big, quali Buzzi Unicem (da 4,258 a 4,482 miliardi), Diasorin (da 4,144 a 4,364 miliardi), Iren (da 2,984 a 3,105 miliardi), Reply (da 1,740 a 1,951 miliardi) e Vittoria Assicurazioni (da 802,6 a 874,1 milioni)”.
E' stato riportato, inoltre, che in gennaio sono cambiati poco i valori attribuiti dagli investitori alle società controllate dai De Benedetti: 933,1 milioni alla Cir a fine gennaio (925,9 milioni al 27 dicembre 2017), 418,8 milioni alla Cofide (403,2), 327,1 milioni alla Gedi-Gruppo Editoriale (356,9), 56,2 milioni alla M&C (59,9), 480,2 milioni alla Sogefi (479,7). Lo stesso per la coppia di Urbano Cairo: la capitalizzazione della Cairo Communication è passata da 501,3 a 502,1 milioni e quella della Rcs-MediaGroup a 628,7 milioni dai precedenti 643,3.
“In gennaio – conclude l'articolo dell'edizione torinese del Corsera, guidata da Umberto La Rocca, già direttore del Secolo XIX e vice direttore de La Stampa - hanno invece accusato perdite di valore, tra le grandi, le due quotate che fanno capo al gruppo Gavio - la capitalizzazione di Astm-Autostrada Torino Milano è calata da 2,392 a 2,158 miliardi e quella di Sias da 3,521 a 3,459 miliardi – e l'Italgas, scesa da 4,133 a 4,001 miliardi”.

Umberto La Rocca, responsabile Corriere Torino