Protagonisti alla ribalta


MICHELE DENEGRI
Certo il business; però, l'operazione Combo Host non può non avere tra le sue ragioni l'amore di Michele Denegri (e di suo padre Gustavo) per Torino, la città natale e sede delle società del gruppo di famiglia, che comprende Diasorin (leader mondiale nella diagnostica in vitro, 27 società, oltre 1.600 dipendenti, fatturato di circa 470 milioni nei primi nove mesi 2017, capitalizzazione borsistica di circa 4 miliardi di euro).
L'iniziativa Combo Host consiste nella realizzazione di una struttura costituita principalmente da un ostello particolare, un social hub con tanto di ristorante trattoria con menù curato da Slow Food, ristrutturando l'ex caserma dei Vigili del fuoco abbandonata da una ventina d'anni, nell'area di Porta Palazzo, pieno centro storico del capoluogo piemontese.
Il nuovo investimento su Torino, da nove milioni di euro e destinato anche a riqualificare la zona, segue quello per l'acquisizione del Cambio, il famoso ristorante attivo dal 1757 e che ha avuto come clienti abituali Cavour (c'è ancora il suo tavolo), Nietzsche e Mozart. Segue, fra l'altro, la recente (l'estate scorsa) acquisizione dell'ex locanda San Pietro, a Portovenere, che diventerà un albergo a cinque stelle.
A guidare la nuova diversificazione del gruppo di famiglia è, appunto, Michele Denegri, 49 anni appena compiuti, laurea in Economia sotto la Mole. Ha iniziato la carriera in Kpmg, ha fatto l'investment manager nel private equity, oltre che l'imprenditore a New York, dal 1996 fino al 2002. Quando è entrato in Ip Investimenti e Partecipazioni, la holding, della quale è amministratore delegato, come lo è della Finde e dell'Aurelia.
Incarichi che Michele Denegri aggiunge a quelli di vice presidente non operativo sia di Diasorin (presidente il padre Gustavo e amministratore delegato Carlo Rosa) sia della Filarmonica Teatro Regio di Torino, formata da 82 professori d'orchestra.
Michele Denegri (da Corriere Torino)

PIERGIORGIO VALENTE
Alla riunione dedicata alla “Fiscalità internazionale multilaterale”, organizzata a Torino dalla sezione Piemonte-Valle d'Aosta dell'Anti (Associazione nazionale tributaristi italiani), è stato apprezzatissimo, con applausi da stadio, l'intervento di Piergiorgio Valente, presidente del Cfe, il comitato fiscale della Confederazione fiscale europea, che raggruppa circa 550.000 soci, esperti di tasse e tributi.
Piergiogio Valente è torinese. E' fondatore e managing partner della milanese Valente Associati Geb Partners, docente di fiscalità comunitaria, pianificazione fiscale e transfer pricing alla Link Campus University di Roma, oltre che al Corso superiore di Polizia tributaria della Guardia di Finanza e professore a contratto alla Jean Monet della Seconda Università di Napoli.
Fra l'altro, Piergiorgio Valente è presidente del Comitato fiscale dell'Andaf (Associazione nazionale direttori amministrativi e finanziari) e componente di altri vari organismi italiani e internazionali, nonché autore di numerose pubblicazioni specialistiche.
L'Anti piemontese e valdostana è presieduta da Ernesto Ramojno, che è anche vice presidente dell'Anti nazionale.
Piergiorgio Valente

CLAUDIO MARENZI
Pochi giorni fa, a Roma, alla presenza anche dei presidenti di Confindustria, Ice (Istituto per il commercio estero) e Comitato Leonardo, il novarese Claudio Marenzi, titolare e guida della Herno, ha ricevuto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premio Leonardo Qualità Italia, il riconoscimento più prestigioso in ambito imprenditoriale per i soggetti considerati eccellenze del made in Italy a livello mondiale. La Herno è stata premiata quale “azienda distintasi per l'innovazione di qualità apportata ai propri prodotti e per la proiezione internazionale, commerciale e produttiva”.
Fatturato vicino ai cento milioni di euro, per oltre il 70% realizzato all'estero, 170 dipendenti a Lesa e un indotto di 800 posti di lavoro in Sicilia, la Herno, costituita nel 1948 come fabbrica di impermeabili è diventata ovunque sinonimo di urban outerwear, abbigliamento originale e di grande qualità, grazie in particolare proprio a Claudio Marenzi, figlio del fondatore Giuseppe e della moglie Alessandra Diana.
Classe 1962, Claudio Marenzi, Cavaliere del Lavoro, è anche presidente di Confindustria Moda (riunisce oltre 37.000 imprese, che occupano 580.000 persone e hanno un fatturato superiore ai 90 miliardi di euro) e di Pitti Immagine.
Claudio Marenzi (in centro) alla premiazione Leonardo

Diventate oltre 4.000 le imprese all'estero partecipate da investitori del Nord Ovest

Sono aumentate di un quarto, tra il 2009 e il 2015, le partecipazioni di investitori liguri in imprese all'estero, il doppio rispetto alla media nazionale. A rilevarlo è la Cgia di Mestre, l'associazione degli artigiani e delle piccole aziende locali, in seguito a uno studio su dati Reprint del Politecnico di Milano e dell'Ice.
Dall'elaborazione della Cgia di Mestre è emerso che sono diventate 783, a fine 2015 (ultimo anno disponibile) le partecipazioni di liguri in imprese all'estero, mentre erano 627 a fine 2009. In sei anni sono cresciute del 24,9%, a fronte del 12,7% medio italiano (da 31.672 a 35.684).
Invece, le partecipazioni dei piemontesi in aziende all'estero sono passate da 3.034 a 3.244 (+6,9%) e quelle degli investitori valdostani da da 26 a 27. Quindi, le imprese all'estero partecipate da investitori delle tre regioni del Nord Ovest a fine 2015 sono risultate 4.054, quasi 400 in più.
In termini assoluti, il Piemonte figura al quarto posto nella graduatoria italiana per numero di imprese all'estero partecipate da suoi investitori, essendo preceduto da Emilia-Romagna (4.989 a fine 2015), Veneto (5.070) e Lombardia (11.637). La Liguria è decima e la Valle d'Aosta ventesima, cioè ultima.
I dieci Paesi stranieri con più imprese partecipate da italiani al 31 dicembre 2015 sono: Usa (3.323), Francia (2.551), Romania (2.353), Spagna (2.251), Germania (2.228). Regno Unito (1.991), Cina (1.698), Brasile (1.427), Svizzera (1.099) e Polonia (932).

Cgia di Mestre ha evidenziato che “i ricavi delle imprese straniere controllate da italiani hanno toccato i 520,8 miliardi di euro” e che oltre 14.400 delle partecipate sono aziende commerciali e 8.200 del settore manifatturiero, principalmente produttrici di macchinari e apparecchiature meccaniche.  

I nuovi libri di Oliva e Sinigaglia

Poche sere fa, nel capoluogo piemontese, in un incontro con iscritti all'associazione “Neoteri '77” (presidente Lorenzo Basano) e al Circolo Padano, Gianni Oliva ha rievocato il suo libro “Torino anni di piombo 1973/1982” correlandolo, molto bene, alla situazione socio-politica che stiamo vivendo. Nell'occasione ha parlato anche della sua opera attualmente in edicola con La Stampa - “Storia del Piemonte, dalle origini ai giorni nostri” - e ha preannunciato la prossima uscita del suo libro sulla tragedia di Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse il 9 maggio del 1978, quarant'anni fa.
Nato nel 1952 sotto la Mole, dove si è laureato in Lettere, Gianni Oliva nel 2010 ha terminato l'impegno di docente per assumere quello di dirigente scolastico di diversi licei torinesi, tra i quali l'Alfieri, il Cavour e il D'Azeglio. Attualmente è preside del Majorana di Moncalieri e, dal 2014, di nuovo dell'Alfieri.
Già assessore alla Cultura della Regione Piemonte dal 2005 al 2010, Gianni Oliva è uno storico autore di numerose opere. Come ha ricordato il suo amico Livio Berruti, l'olimpionico di Roma, “gli interessi di Oliva, accentrati soprattutto sulle vicende che hanno coinvolto la nostra Nazione in questi ultimi due secoli fanno di lui uno dei più rigori e documentati scrittori del nostro tempo”.
Sottolineando anche “l'insaziabile curiosità di stampo giornalistico” che caratterizza le fatiche letterarie di Gianni Oliva, ha ribadito che la loro lettura è “sempre piacevole, mai noiosa e denota una lucida e completa assimilazione della materia”.
Gianni Oliva

A inaugurare il primo ciclo 2018 dei “Caffè letterari”, sostenuti dalla Lavazza e dalla Reale Mutua Assicurazioni, lunedì 19, all'Unione Industriale di Torino, sono stati Alberto Sinigaglia e Carlo Ossola, illustre filologo e critico letterario. Alberto Sinigaglia ha presentato il suo libro “Il pappagallo e il doge”, edito da Biblioteca dei Leoni, storie di una vita, di incontri, esperienze straordinarie in giro per l'Italia. Si racconta di personaggi quali Mario Salvati, Aldo Palazzeschi, Enzo Biagi, Indro Montanelli, Ugo Pratt, Massimo Mila e Giovanni Spadolini.
Alberto Sinigaglia, 70 anni il mese prossimo, è nato a Venezia, ma vive a Torino dal 1970, quando è stato assunto dal direttore Alberto Ronchey a La Stampa, dove ha fatto tutta la sua carriera giornalistica (fra l'altro è stato capo redattore delle pagine culturali e fondatore del supplemento settimanale Tuttolibri).
“Il pappagallo e il doge” è stato preceduto, pochi mesi fa, da “La zanzara, il gallo e l'oboe”, opera firmata da Alberto Sinigaglia con il pittore Ugo Nespolo. E, prima ancora, da diversi altri libri, di vario genere.

Alberto Sinigaglia è presidente dell'Ordine dei giornalisti piemontesi, della Fondazione Filippo Burzio, del Comitato dei garanti del Polo del Novecento, del Comitato scientifico della Fondazione Cesare Pavese ed è, da dieci anni, direttore scientifico del Festival Passepartout di Asti.
Alberto Sinigaglia

Tasse locali: nel 2017 i liguri e i valdostani hanno pagato in media più dei piemontesi

Contrariamente a una convinzione diffusa, non sono i piemontesi ad avere pagato più tasse locali, l'anno scorso, nel Nord Ovest. Pro capite, infatti, hanno versato di più i liguri e i valdostani. In media, ogni abitante della Liguria, dal neonato all'ultracentenario, nel 2017 ha pagato 1.185 euro fra Imu-Tasi, Tari (tassa sui rifiuti), addizionali Irpef regionale e comunale; mentre è stato di 1.150 l'esborso medio del valdostano e di 900,86 euro quello del piemontese.
In termini assoluti, però, il Piemonte è risultato quarto nella graduatoria nazionale delle regioni basata sul gettito delle tasse locali; nel 2017, infatti, è ammontato a 3,942 miliardi il valore degli introiti relativi a Imu e Tasi, Tari e addizionali regionale e comunale. Somme maggiori hanno avuto la Lombardia (8,191 miliardi), il Lazio (6,677 miliardi) e l'Emilia-Romagna (4,178 miliardi).
In Lombardia le tasse locali hanno pesato, mediamente, 815,9 euro pro capite, nel Lazio 1.131,5 euro e in Emilia.Romagna 938,5 euro.
Il totale del Piemonte, comunque, è risultato superiore anche a quelli di Veneto (3,430 miliardi), Toscana (3,380 miliardi), Campania (3.354 miliardi) Sicilia (2,778 miliardi), Puglia (2,526 miliardi) e Liguria, che, con 1,846 miliardi, chiude la classifica delle prime dieci regioni con i maggiori gettiti da tasse locali.

A livello nazionale, le imposte e tasse locali (regionali e comunali) nel 2017 sono ammontate a 47 miliardi. In particolare, i contribuenti hanno 20,7 miliardi per Imu e Tasi (17,1 miliardi ai Comuni), 12,4 miliardi come addizionale regionale Irpef, 4,8 miliardi come addizionale comunale Irpef e 9,1 miliardi per la tassa rifiuti (Tari).  

Giovanni Toti, presidente Regione Liguria

Utile boom di Fca Bank: 383 milioni

E' una banca particolare, ma guadagna un sacco. Nel 2017, Fca Bank, joint venture tra Fca Italy (società del gruppo Fiat Chrysler Automobiles) e Crédit Agricole Consume Finance, controllata dell'omonimo colosso francese, ha conseguito un risultato operativo di 534 milioni di euro (+24,1% rispetto al 2016) e utile netto di 383 milioni (+23%), nuovo record storico.
L'attività prioritaria di Fca Bank, che ha una nuova sede a Mirafiori, consiste nel supportare le vendite dei veicoli di tutte le marche dell'impresa guidata da Sergio Marchionne, ma anche di Jaguar e Land Rover, finanziandone clienti e concessionari, oltre che nel gestire soluzioni di noleggio a lungo termine. Opera in 18 Paesi e conta circa 2.100 dipendenti, la metà dei quali in Italia.
Fca Bank al 31 dicembre scorso aveva impieghi in essere pari a 23,9 miliardi, il 15% in più rispetto alla stessa data del 2016. Nell'esercizio passato ha fatto finanziamenti per 12,1 miliardi, quanti mai prima. Il patrimonio netto è salito a 2,5 miliardi e al 12% il Cet1, indice di solidità.

Alla guida di Fca Bank, dall'estate del 2014, si trova Giacomo Carelli, amministratore delegato e direttore generale. Giacomo Carelli lavora per Fca dal 1996, quando vi è arrivato dall'Ibm spagnola, primo impiego dopo la laurea, conseguita con lode, in Economia e commercio alla Sapienza di Roma, dove ha anche fatto il liceo classico.

Giacomo Carelli, ad e dg di Fca Bank

Risparmio: in Liguria e in Valle d'Aosta aumentato meno del 2,5% medio italiano

Più depositi nelle banche del Piemonte, meno in quelle della Liguria e della Valle d'Aosta. E' la situazione riscontrata, a fine novembre 2017, dall'Abi, l'associazione nazionale degli istituti di credito, come si può leggere nel suo ultimo rapporto. L'Abi ha documentato che i depositi bancari da parte delle famiglie consumatrici al 30 novembre scorso erano superiori del 2,8% rispetto alla stessa data del 2016 in Piemonte, mentre erano inferiori dell'1,6% sia in Liguria che in Valle d'Aosta.
Nel Nord Ovest, dunque, soltanto le banche attive in Piemonte hanno visto crescere i depositi delle famiglie più della media nazionale (2,5%) nei dodici mesi finiti a novembre. In altre regioni dell'Italia settentrionale, però, i depositi bancari sono aumentati più che in Piemonte: 4,8% in Veneto, 4,4% in Trentino-Alto Adige, 3,9% in Friuli-Venezia Giulia e 2,9% in Lombardia.
Dati ancora più freschi relativi ai depositi bancari della clientela residente (escluse le istituzioni finanziarie e monetari oltre che le amministrazioni centrale) sono forniti dall'Abi per il Paese interno: al 31 gennaio 2018, la liquidità rappresentata dai conti correnti, dai certificati di deposito e dai pronti contro termine ammontava a 1.441,308 miliardi di euro, circa 70 miliardi e il 5,08% in più rispetto alla stessa data dell'anno scorso.
Comprendendo le obbligazioni, il cui valore è però diminuito di oltre 52 miliardi e del 15,9% nei dodici mesi, la raccolta complessiva delle banche a fine gennaio risulta di 1.717 miliardi, quasi 168 miliardi più che nel 2007, l'ultimo anno prima della grande crisi economica.

Quanto ai prestiti delle banche alle famiglie e alle società non finanziarie, l'Abi, della cui filiale piemontese è presidente Cristina Balbo, responsabile della Banca dei Territori dei Intesa Sanpaolo per il Nord Ovest (vice presidenti sono Stefano Gallo di Unicredit e Giancarlo Poletto di Banca del Piemonte) ha comunicato che al 31 gennaio ammontavano a 1.366 miliardi, l'1,78% in più rispetto alla fine del gennaio 2017.

Cristina Balbo, presidente Abi Piemonte

Biella leader per affidabilità commerciale

Biella medaglia d'oro del Nord Ovest e d'argento a livello nazionale per la quota di imprese che sono eccellenti in termini di affidabilità commerciale e puntualità dei pagamenti. La provincia di Biella, infatti, ha il il 16,85% delle sue imprese pienamente affidabili dal punto di vista commerciale, cioè con la minima possibilità di insolvenza. Un tasso inferiore, in tutta l'Italia, soltanto al 20,51% della provincia di Trento, ma superiore anche a quelli di Ravenna (16,18%), Sondrio (15,59%), Vicenza, Belluno, Mantova, Treviso, Lecco e Forlì-Cesena (13,5%).
La media nazionale delle aziende ai massimi livelli per affidabilità commerciale e puntualità nei pagamenti a fine 2017 è risultata dell'8%, un valore in continua crescita dal 2010, l'anno peggiore (5,53% ), ma ancora distante dal 10,15% del 2009, l'ultimo prima della grande crisi. Nel 2016 la media è stata del 7,6% e del 7,18% nel 2015.
A dare la pagella di affidabilità commerciale è Cribis, società del gruppo Crif specializzata nella business information. Cribis attribuisce alle imprese italiane eccellenti per affidabilità commerciale il titolo Cpc (Cribis Prime Company).
A livello regionale, Cribis ha assegnato il titolo di campione 2017 per Cpc al Trentino-Alto Adige (al top dell'affidabilità commerciale il 14,91% delle imprese locali) e ha posto sul podio anche il Veneto (12,49%) e l'Emilia-Romagna (12,36%).

Il Piemonte si è piazzato al quarto posto con l'11,45%, precedendo anche il Friuli-Venezia Giulia (11,37%), la Lombardia (11,10%) e la Valle d'Aosta (10,71%). Sotto la media nazionale, invece, sia pure di pochissimo, è finita la Liguria, a causa del suo 7,97%; comunque più basso di tutta l'Italia settentrionale e anche di quella centrale se si esclude il Lazio.  

Carlo Piacenza, presidente Unione Industriale Biellese

Alba culla anche di imprenditorialità web una conferma la Zeta Bi di Giorgio Proglio

Terra molto fertile di idee e di spirito d'iniziativa il Cuneese, dove nascono tante imprese, anche nei settori più avanzati, come quelli dell'informatica e del digitale. Conferme di questo fenomeno se ne trovano tante; una è rappresentata dalla albese Zeta Bi, srl fondata 18 anni fa da Giorgio Proglio e Diego Battaglino, che allora avevano 25 anni e avevano appena lasciato la Miroglio, dove si erano impiegati subito dopo il diploma.
La Zeta Bi opera nel mondo internet, fornendo ad aziende e professionisti soluzioni digitali, anche personalizzate, per lo sviluppo dei loro business: dalla creazione di siti web e app, alla gestione dell'e-commerce, del web marketing, delle pagine dei social network. Alcune applicazioni della Zeta Bi sono risultate novità assolute.
“Ci stiamo specializzando sempre di più, distinguendoci e creando nuove nicchie di mercato” ha detto Giorgio Proglio, amministratore delegato della Zeta Bi, come l'amico Diego Battaglino, con il quale condivide il 50% del capitale della società (il restante 50% fa capo alla Business Promoter, agenzia Telecom, che esprime il presidente Andrea Manzoni).
Sede ad Alba e direzione a Roddi, sei filiali in Italia, Zeta Bi può vantare fra i suoi clienti – oltre mille - nomi quali Ferrero, Maina, Camst, Banca d'Alba, Valgrana, Collisioni, Mokafe, Banca di Cherasco. Conta una ventina di dipendenti e si appresta a fare altre assunzioni, “trovando difficoltà, però, perché le figure professionali che cerchiamo – ha spiegato Giorgio Proglio – sono insufficienti e molto ambite”.

Giorgio Proglio, di Grinzane Cavouur, 43 anni, recentemente è stato confermato presidente di Admc- Associazione dirigenti marketing, commerciali e comunicatori d'impresa, uno dei sei club di Confindustria Cuneo.
Giorgio Proglio

Italiana Assicurazioni (Reale Group) dona oltre 118.000 euro a Dynamo Camp Onlus

Un assegnone da 118.214, 48 euro è stato staccato da parte di Italiana Assicurazioni (Reale Group), a favore di Dynamo Camp Onlus, l'associazione milanese che gestisce, nel cuore della Toscana, una struttura di “terapia ricreativa”, la prima realizzata in Italia appositamente per ospitare gratuitamente, per periodi di vacanza e svago, bambini e ragazzi malati, in terapia o in convalescenza.
La donazione della Compagnia assicurativa interamente posseduta dalla torinese Reale Mutua è conseguente all'accordo in base al quale Italiana Assicurazioni si è impegnata a versare alla Onlus fondata nel 2007 e presieduta da Vincenzo Manes, a titolo di liberalità, lo 0,30% dei premi raccolti con due specifiche polizze Vita intitolate proprio Dynamo Camp.
Roberto Laganà, direttore generale di Italiana Assicurazioni, ha commentato: “Crediamo molto in questi prodotti assicurativi, che sono stati i primi a essere dedicati a un progetto sociale con la coerenza tra l'architettura dei prodotti stessi e la missione sociale di Dynamo Camp “Vita per la Vita”. Siamo molto orgogliosi, perciò, di essere parte speciale iniziativa, da noi molto sentita”.

Italiana Assicurazioni ha una rete di oltre 350 agenzie e 2.000 tra agenti e collaboratori. Presidente è Iti Mihalich e amministratore delegato Luigi Lana. Del consiglio di amministrazione fanno parte, fra gli altri, Massimo Aruga, Carlo Melzi d'Eril, Carlo Pavesio, Marco Weigmann e Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua, che possiede Italiana Assicurazioni dal 1966.

Borsa: 4 piemontesi nella top ten dei rialzi Giovanni Canetta Roeder nuovo n.1 M&C

Poker di piemontesi fra le dieci quotate che oggi, 20 febbraio, hanno fatto registrare i maggiori rialzi delle loro azioni in Piazza Affari. La subalpina con la migliore performance giornaliera è stata Prima Industrie, il cui titolo ha chiuso a 36,85 euro, il 4,10% in più rispetto a ieri. Grazie a questo incremento, l'azione di Prima Industrie è risultata sesta fra le top ten dei rialzi. Ha preceduto anche la M&C, il cui prezzo finale è stato di 0,1165 (+4,02%).
In nona posizione, con l'aumento del 3,66%, si è piazzata Buzzi Unicem (21,82 euro l'ultimo prezzo delle compravendite) e in decima Astm-Autostrada Torino Milano, risalita a 20 euro, in seguito all'incremento del 3,63%.
A proposito di M&C, controllata da Carlo De Benedetti attraverso la sua Per, che possiede il 54,256% del capitale, da oggi ha un nuovo numero uno: Giovanni Canetta Roeder, nuovo presidente e amministratore delegato, oltre che un nuovo consigliere di amministrazione, che è Walter Bickel, entrambi già cooptati.
Nato nel 1971, a Milano, dove si è laureato in Economia alla Bocconi, Giovanni Canetta Roeder ha poi conseguito una laurea specialistica in Economia e finanza a Barcellona, dove, da subito, ha insegnato Matematica e teoria dei giochi. Ha concluso la carriera accademica a Tel Aviv. In seguito ha lavorato per Merill Lynch, Crédit Agricole e Ubs, all'estero e nel capoluogo lombardo. Dal 2011 al 2012 è stato amministrato delegato del gruppo Teofan, principale controllata di M&C.

Giovanni Canetta Roeder, sposato, due figli, triatleta long distance, è ceo e chief investment officer del Family Office di Carlo De Benedetti.
Carlo De Benedetti

Salone del Libro e Fondazioni piemontesi insieme adottano 26 scrittori per i giovani

Con l'edizione appena avviata, la sedicesima, diventano 340 gli autori che hanno aderito all'iniziativa “Adotta uno Scrittore” e risulteranno oltre diecimila i giovani coinvolti. Bastano questi due numeri a dare un'idea del successo di “Adotta uno Scrittore”, progetto organizzato dal Salone internazionale del Libro in collaborazione con la Direzione generale dell'Ufficio scolastico regionale del Piemonte e realizzato grazie al sostegno finanziario dell'Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, la quale, anche quest'anno, metterà a disposizione di studenti di Istituti di primo e secondo grado del Piemonte 10.000 biglietti per l'ingresso gratuito al 31.mo Salone internazionale del Libro, in programma a Torino dal 10 al 14 maggio.
La formula di “Adotta uno Scrittore”, iniziativa riconosciuta come una delle più originali ed efficaci per la promozione della lettura e della scrittura tra i giovani in Italia, consiste essenzialmente nel far incontrare e dialogare autori contemporanei e ragazzi in luoghi di formazione, 26 quest'anno: 13 istituti superiori, tre scuole medie, tre elementari, quattro strutture di detenzione penale, un centro per l'istruzione per adulti e un ospedale (il Regina Margherita, nel capoluogo piemontese).
Ognuno di questi luoghi “adotterà” uno scrittore, il quale ne incontrerà gli ospiti tre volte nel corso dell'anno scolastico e una quarta il 14 maggio, al Salone del Libro. Quattro scrittori, quindi, entreranno rispettivamente nell'istituto penale per minorenni Ferrante Aporti di Torino, nella casa di reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo, nel carcere Lorusso e Cotugno di Torino e nell'istituto penale femminile di Pontremoli per minorenni, unico del genere nel nostro Paese.
Gli scrittori che partecipano all'edizione 2018 sono: Pierdomenico Baccalario, Francesca Brunetti, Andrea Valente, Nadia Terranova, Marco Magnone, Sofia Gallo, Alessandro Barbero, Iacopo Barison, Simona Binni, Carlo Boccadoro, Giuseppe Genna, Carlo Greppi, Francesca Manfredi, Federica Manzon, Giusi Marchetta, Francesco Pacifico, Enrico Pandiani, Laura Pugno, Stefano Raimondi, Roberto Tiraboschi, Carlos Spottorno, Helena Janeczek, Maria Attanasio, Christian Raimo, Federico Guglielmi.
Il presidente dell'Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, Giovanni Quaglia ha spiegato che “Adotta uno Scrittore fa crescere nuovi semi di cultura, sapere, dialogo e bellezza non solo nelle scuole, ma anche in alcuni luoghi simbolo di fragilità e marginalità, come le carceri e gli ospedali, perché il valore e il piacere della lettura possano coinvolgere anche chi è in difficoltà”. E Nicola Gioia, direttore del Salone Internazionale del Libro, ha aggiunto che “Adotta uno Scrittore è una delle iniziative del Salone di cui andiamo più orgogliosi”.



FONDAZIONE RIVIERA DEI FIORI ONLUS: COSTITUITO
IL FONDO MEMORIALE DEDICATO A ROBERTO CASSINI

Il Consiglio di amministrazione della Fondazione comunitaria Riviera dei Fiori Onlus, nata per iniziativa della Compagnia di San Paolo e attiva nella provincia di Imperia, ha comunicato di avere deliberato la costituzione del Fondo memoriale Roberto Cassini, alla cui prima dotazione hanno provveduto i consiglieri, con donazioni personali.
Roberto Cassini è stato Consigliere di amministrazione della Fondazione Riviera dei Fiori Onlus fino al novembre scorso, quando è mancato, a 77 anni. Era stato nominato dal Vescovo di Ventimiglia-Sanremo. I consiglieri della Fondazione ne hanno ricordato le grandi virtù: l'impegno costante per aiutare i più bisognosi, la profonda umanità, la generosità, la saggezza, la pacatezza, la dedizione, la vocazione al bene comune. Prima di diventare economo del Seminario e della sua Diocesi, incarico svolto fino a giugno 2016, Roberto Cassini, nato a Perinaldo, dove ora riposa, è stato direttore amministrativo della residenza protetta “Doria”, a Genova, per una trentina d'anni.
Le rendite del Fondo destinato a ricordare Roberto Cassini, come gli altri Fondi memoriali, contribuiscono al finanziamento delle attività benefiche della Fondazione Riviera dei Fiori Onlus, che nei suoi dieci anni di operatività ha aiutato, in vari modi, migliaia di famiglie del Ponente ligure particolarmente bisognose.
Chi volesse partecipare al Fondo memoriale Roberto Cassini, può contribuire con un bonifico su uno dei due seguenti conti correnti, intestati alla Fondazione comunitaria Riviera dei Fiori Onlus:
IT47S0617549091000001540780

Oltre 930 i negozi Kappa e Robe di Kappa

Al 31 dicembre scorso erano 931 i negozi monomarca Kappa e Robe di Kappa sparsi in un buona parte del mondo (107 in Italia), dove le etichette del gruppo Basicnet, fra le quali spiccano anche Jesus Jeans e Sabelt, sono molto, molto più conosciute della società che ne è proprietaria, pur essendo quotata in Borsa.
Alla stessa data si contavano 295 negozi Superga (63 nel nostro Paese) e 46 K-Way (26 in Italia). A conferma della progressiva diffusione globale dei marchi Basicnet, che fa capo al torinese Marco Boglione, il fondatore che possiede il 33,6% della capogruppo (il 10,2% del capitale è rappresentato da azioni proprie, il 6,27% appartiene a Francesco Boglione e il 5% a Kairos Parners).
I dati relativi ai punti vendita monomarca si leggono nel comunicato di Basicnet, che riporta, fra l'altro, il preconsuntivo 2017: vendite aggregate da parte dei licenziatari per 747,8 milioni di euro (+1,1% rispetto al 2016), margine operativo lordo di 23 milioni (+7,2%), fatturato consolidato di 183,5 milioni (+1%), utile di 15 prima delle imposte, indebitamento finanziario netto al 31 dicembre pari a 61,5 milioni, a fronte dei 49,5 di fine 2016.
L'aumento dell'indebitamento è conseguente agli acquisti fatti nel corso dell'esercizio – Briko (occhiali e caschi) e Sebago (calzature alto di gamma), 1,7 milioni il costo del primo marchio e 12 milioni il secondo – ma anche agli altri investimenti, aumentati da 8,1 a 18 milioni. Va tenuto conto, inoltre, dell'acquisto di azioni proprie per 2,6 milioni e dei 3,3 milioni della distribuiti come dividendi.
Basicnet, presieduta da Marco Boglione, ha come amministratore delegato il milanese Gianni Crespi. Del consiglio di amministrazione fanno parte, fra gli altri, Carlo Pavesio e Franco Spalla.

Marco Boglione (dal blo di Adriano Moraglio)

Fondazione Crt investe trecentomila euro su 120 giovani talenti destinati all'impresa

Trecentomila euro. E' la somma stanziata dalla Fondazione Crt per offrire a 120 giovani laureati (in qualsiasi disciplina) e dottori di ricerca degli atenei del Piemonte e della Valle d'Aosta un percorso di alta formazione rivolto sia a chi ha già un'idea imprenditoriale, seppure in fase embrionale, sia a chi, pur non avendola ancora, è dotato di attitudine imprenditoriale ed è disponibile a mettere le proprie competenze a disposizione di un team per creare una start up.
Il progetto della Fondazione torinese di via XX Settembre, intitolato “Talenti per l'impresa” parte con il relativo bando che è scaricabile dal sito www.fondazionecrt.it (chiusura il 23 marzo) ed è finalizzato a sviluppare la cultura d'impresa, ad accrescere le competenze e a favorire l'interazione tra persone con percorsi diversi ma accomunate dallo stesso spirito di iniziativa.
“La quinta edizione di Talenti per l'impresa ha una caratteristica particolarmente importante per Fondazione Crt – ha detto il suo presidente, Giovanni Quaglia – infatti il programma formativo è stato creato con il supporto di un gruppo di ex Talenti, individuati tra gli oltre mille laureati del territorio che, grazie ai progetti della Fondazione, hanno avuto occasioni di formazione in Italia e all'estero e hanno sviluppato carriere interessanti”:

A sua volta, Massimo Lapucci, Segretario generale della Fondazione Crt, ha sottolineato che Talenti per l'impresa ha una duplice ricaduta positiva: “Da una parte accompagniamo i partecipanti in un percorso di personal development e, dall'altra, favoriamo la formazione degli imprenditori di domani per prepararli ad accogliere la sfida dell'industria 4.0”.
Giovanni Quaglia e Massimo Lapucci presentano Talenti per l'impresa

Imprese piemontesi in accelerazione


EGEA
“Un modello di successo che l'ha portata a superare i 700 milioni di euro di fatturato e a creare oltre 800 posti di lavoro negli ultimi dieci anni”. E' così che si presenta Egea, multiutility albese che opera nei settori dell'energia e dell'ambiente. Fra l'altro, il gruppo figurata tra i primi dieci operatori italiani nella vendita i energia elettrica e gas, oltre che leader, a livello nazionale, nella realizzazione di impianti e reti di teleriscaldamento; fornisce anche servizi ambientali nel Ponente Ligure e nelle Marche ed è attivo nel campo delle energie rinnovabili con impianti tecnologicamente all'avanguardia.
Le capacità e la competitività di Egea sono state riconosciute anche dal fondo inglese Icon Infrastructure (portafoglio di oltre 2,5 miliardi, assets in Europa e in Nord America), che, nel dicembre scorso, ha rilevato il 49% di due società operative del gruppo Egea, una specializzata nel teleriscaldamento e l'altra nel gas, apportando capitali freschi per 24 milioni di euro.
Egea, la capogruppo, è guidata da Pier Paolo Carini, la cui famiglia ne detiene il 60% del capitale, mentre il 9% fa capo a soci pubblici e il resto è diviso fra banche, aziende a azionisti privati del Nord Ovest. Pier Paolo Carini, nato a Genova nel 1964, sposato, un figlio, si è laureato in Ingegneria elettronica all'Università di Pavia.
Pier Paolo Carini (secondo da destra)

BONPRIX ITALIA
Bonprix è il main sponsor di “Calcio dei Campioni – Storie, fair play e stili di vita”, iniziativa biellese di successo promossa e organizzata dall'associazione Stilelibero e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Il sostegno di Bonprix Italia non stupisce: l'impresa è biellese (sede a Valdengo) e da sempre molto vicina alla comunità locale, a partire dai suoi dipendenti (330), curati in modo particolare e beneficiari di tante attenzioni, tanto da rappresentare un esempio di welfare aziendale.
Bonprix Italia, che fa parte del gruppo tedesco Otto, vende abbigliamento on line, non soltanto in Italia. Nel 2017 ha fatturato 205 milioni di euro (+4% rispetto al 2016). E' guidata da Stephan Elsner, tedesco trapiantato da più di 15 anni, nel nostro Paese, al quale ha chiesto la cittadinanza, come ha confidato a Fabio De Ponte de La Stampa, sottolineando che le donne rappresentano l'82% degli assunti, il 54% dei quali in part time (20.000 ore all'anno sono di lavoro a casa).
Stephan Elsner premiato dal Rotary

ACEA PINEROLESE INDUSTRIALE
Le centinaia di tonnellate di arance utilizzate per la tradizionale battaglia a Ivrea so no finite al Polo ecologico di Acea Pinerolese Industriale che le trasforma in compost di qualità per l'agricoltura ed energia rinnovabile. Fra l'altro, l'Acea, insieme con altre aziende del territorio e il Politecnico di Torino, nove mesi fa ha varato il progetto Centro sviluppo e innovazione (Acsi), unico nel suo genere in Italia, finalizzato non soltanto alla crescita economica e tecnologica del Pinerolese, ma anche all'attrazione di nuove imprese nell'area.
Le aziende che, in seguito all'azione dell'Acea, hanno deciso di investire o ampliarsi nel Pinerolese sono già una decina e una cinquantina i soggetti consorziati al Cpe, braccio operativo di Acsi. “Un bilancio molto positivo” ha commentato Francesco Carcioffo, amministratore delegato e direttore generale di Acea Pinerolese Industriale, sottolineando che “il Pinerolese si sta muovendo e sta creando un circolo virtuoso attorno a questa iniziativa”.
Francesco Carcioffo 

INALPI
Punta anche a raddoppiare lo stabilimento di Moretta entro il 2020, la cuneese Inalpi, società che, fra l'altro, è entrata nel programma Elite, finalizzato alla quotazione in Borsa. Appartenente alla famiglia Invernizzi, che la guida dalla sua fondazione nel 1966 (le origini però risalgono al 1800) oggi con Ambrogio (presidente), Giovanni e Pierantonio, Inalpi è impegnata su vari fronti per il suo sviluppo: aumento delle esportazioni, salite a 50 milioni di euro; costruzione di una nuova torre per la produzione di latte in polvere di alta qualità (principale cliente è la Ferrero), un nuovo magazzino, per non parlare della gamma d'offerta, che ha il formaggio fuso a fette come core business ed è stata arricchita recentemente con il primo formaggino bio alpino piemontese
Il presidente Ambrogio Invernizzi ha riferito a Maurizio Tropeano de La Stampa che Inalpi, in collaborazione con l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e con Slow Food, ha deciso di monitorare la produzione di sette vallate alpine tra la provincia di Cuneo e quella di Torino per verificare la possibilità di creare le Cru del latte. Oltre 130 dipendenti, un indotto di 1.500 persone (il latte da lavorare, 100% piemontese, tracciato rigorosamente), Inalpi ha chiuso il 2017 con un fatturato di circa 145 milioni, a fronte dei 127 milioni del 2016.
Ambrogio Invernizzi

Borsa: oltre 177 miliardi di euro il valore delle quotate del Nord Ovest al 31 gennaio

“Gennaio d'oro per l'insieme degli azionisti delle 37 quotate “piemontesi”, intese come tali le società che hanno sede o quartiere generale in regione o vi hanno le radici i loro maggiori titolari. Il valore complessivo delle piemontesi riconosciuto da Piazza Affari (capitalizzazione), al 31 del mese scorso, infatti, è risultato di 174,1 miliardi di euro, quasi 26 miliardi in più rispetto ai 148,2 miliardi del 29 dicembre, ultimo giorno di scambi del 2017”.
E' così che incomincia l'articolo pubblicato oggi, 18 febbraio, dal Corriere Torino, edizione locale del prestigioso Corriere della Sera, dove si può leggere che “Il rialzo dei prezzi delle azioni delle piemontesi è stato del 17,5% a fronte del 5,8% medio della capitalizzazione dell'intera Borsa di Milano, salita dai 640 miliardi di fine dicembre 2017 agli oltre 677 miliardi del 31 gennaio 2018”.
Per completare il quadro relativo all'intero Nord Ovest, bisogna aggiungere le quotate liguri, che sono Banca Carige, Biancamano (famiglia Pizzimbone, di Savona), Boero Bartolomeo, Erg e Orsero (Albenga).
La capitalizzazione di Banca Carige è salita a 470,3 milioni dai 452,8 del 27 dicembre 2017, quella di Biancamano è rimasta sostanzialmente uguale, cioè di pochissimo superiore agli 11 milioni; mentre il valore borsistico della Boero è calato da 85 a 82 milioni. E' sceso anche il valore della Orsero, da 161 a 154,6 milioni. Al contrario, la genovese Erg (famiglia Garrone-Mondini) ha registrato un aumento della sua capitalizzazione di oltre 165 milioni, ammontando a 2,491 miliardi a fronte dei 2,326 miliardi di fine dicembre.
Insieme, il valore attribuito da Piazza Affari alle cinque liguri è risultato pari a poco meno di 3,210 miliardi, che porta a 177,3 miliardi la capitalizzazione totale delle quotate del Nord Ovest al 31 gennaio appena passato.
Tornando al Corriere Torino, l'articolo ha evidenziato che “La maggiore crescita del valore attribuito dal mercato alle quotate piemontesi, che rappresentano un po' più di un quarto di Piazza Affari, si deve principalmente alla compagine formata dalle cinque controllate dalla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi (Exor, Fca-Fiat Chrysler Automobiles, Cnh Industrial, Ferrari e Juventus); ma anche a Intesa Sanpaolo, la cui capitalizzazione è cresciuta di oltre sei miliardi (da 46,429 a 52,823 miliardi), a Ubi (da 4,412 a 4,788 miliardi), oltre che, in misura minore, ad altre big, quali Buzzi Unicem (da 4,258 a 4,482 miliardi), Diasorin (da 4,144 a 4,364 miliardi), Iren (da 2,984 a 3,105 miliardi), Reply (da 1,740 a 1,951 miliardi) e Vittoria Assicurazioni (da 802,6 a 874,1 milioni)”.
E' stato riportato, inoltre, che in gennaio sono cambiati poco i valori attribuiti dagli investitori alle società controllate dai De Benedetti: 933,1 milioni alla Cir a fine gennaio (925,9 milioni al 27 dicembre 2017), 418,8 milioni alla Cofide (403,2), 327,1 milioni alla Gedi-Gruppo Editoriale (356,9), 56,2 milioni alla M&C (59,9), 480,2 milioni alla Sogefi (479,7). Lo stesso per la coppia di Urbano Cairo: la capitalizzazione della Cairo Communication è passata da 501,3 a 502,1 milioni e quella della Rcs-MediaGroup a 628,7 milioni dai precedenti 643,3.
“In gennaio – conclude l'articolo dell'edizione torinese del Corsera, guidata da Umberto La Rocca, già direttore del Secolo XIX e vice direttore de La Stampa - hanno invece accusato perdite di valore, tra le grandi, le due quotate che fanno capo al gruppo Gavio - la capitalizzazione di Astm-Autostrada Torino Milano è calata da 2,392 a 2,158 miliardi e quella di Sias da 3,521 a 3,459 miliardi – e l'Italgas, scesa da 4,133 a 4,001 miliardi”.

Umberto La Rocca, responsabile Corriere Torino

Protagonisti alla ribalta


DARIO CRESTO-DINA
Sempre più in alto. Dario Cresto-Dina è il nuovo vice direttore vicario di Repubblica, il quotidiano di punta della Gedi Gruppo Editoriale, che fa capo ai figli di Carlo De Benedetti. Ad affidargli l'incarico di numero due del giornale fondato da Eugenio Scalfari è stato il direttore Mario Calabresi, il quale ha dimostrato di apprezzarne molto le capacità e le qualità.
Dario Cresto-Dina è nato a Cuorgnè, provincia di Torino, e ha iniziato l'attività giornalistica giovanissimo, come conferma la sua assunzione nel 1981, quando aveva 21 anni, da parte de La Stampa, dove ha fatto la prima parte della sua brillante carriera, fino a diventare vice direttore, dopo essere stato responsabile delle Cronache e poi caporedattore centrale.
A Repubblica, Dario Cresto-Dina è arrivato nel 2000, chiamato dall'amico Ezio Mauro, altro piemontese campione nazionale di giornalismo.
Riconosciuto come un “grande organizzatore e uomo di macchina”, Dario Cresto-Dina ha anche firmato celebri scoop e interviste.
Dario Cresto-Dina

GUIDO SARACCO
Il nuovo rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, è nato nel novembre del 1965, sotto la Mole, dove si è laureato in Ingegneria Chimica, con 110 lode e dignità di stampa, nello stesso ateneo dove ha fatto tutta la sua carriera accademica, incominciata come ricercatore dopo aver vinto il relativo concorso. Oltre ad avere svolto 15 insegnamenti diversi negli ambiti della chimica, della biochimica e dell'ingegneria chimica, energetica e ambientale, del disegno industriale, è stato prima vice preside e poi vice rettore.
Guido Saracco, che raccoglie il testimone di rettore da Marco Gilli, nel 2015 è stato eletto socio corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino. E' membro del collegio tecnico scientifico dell'Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale). Fra l'altro, è stato consulente delle Procure di Vercelli e di Novara e della Provincia di Torino per l'individuazione delle migliori tecnologie per la realizzazione dell'inceneritore del capoluogo piemontese. Autore o coautore di oltre 500 pubblicazioni, due anni fa è stato nominato direttore del Centro di ricerca dell'IIT consorziato con il “suo” Politecnico.
Guido Saracco

ANGELO BAGNASCO
Ha suscitato molti commenti la proroga di due anni che Papa Francesco ha concesso al cardinale Angelo Bagnasco, il quale resta così alla guida dell'Arcidiocesi di Genova, nonostante abbia compiuto, il 14 gennaio, i 75 anni di età, limite che impone di rassegnare le dimissioni nelle mani del Pontefice. Angelo Bagnasco è al vertice dell'Arcidiocesi di Genova dal 2006 ed è, dal 2016, presidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d'Europa, dopo essere stato presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana) per dieci anni, fino al maggio scorso.
Angelo Bagnasco, che era stato accreditato dalla stampa internazionale come possibile successore di Papa Benedetto XVI anche per il suo eccellente profilo in materia di dottrina ed etica, si è laureato in Filosofia nell'Università di Genova. Vent'anni fa, Giovanni Paolo II lo aveva nominato vescovo di Pesaro; mentre a nominarlo arcivescovo di Genova, nel 2006, quale successore di Tarcisio Bertone, è stato Benedetto XVI. Incarico per il quale ha dovuto lasciare quello di ordinario militare per l'Italia, che comporta, automaticamente, la qualifica di generale di corpo d'armata dell'Esercito.
La diocesi di Genova conta 278 parrocchie, circa 250 sacerdoti, oltre 900 religiose e 149 confraternite. Ha un vasto patrimonio immobiliare ed è un soggetto protagonista della vita cittadina e ligure.
Angelo Bagnasco con Papa Francesco

TATIANA RIZZANTE
La signora del software, come viene chiamata Tatiana Rizzante, amministratore delegato di Reply, impresa fondata insieme con il padre Mario, ha riferito al giornalista Christian Benna del Corriere Torino che ha in programma di fare mille assunzioni in Italia entro la fine dell'anno e che a Torino “non sa più dove mettere i suoi dipendenti”, perché le tre sedi nel capoluogo piemontese scoppiano e disporre del nuovo quartiere generale, nell'ex caserma de Sonnaz, acquisita, occorre ancora un paio d'anni. Attualmente, Replay, che controlla un conglomerato di aziende specializzate sparse in tutto il mondo, conta oltre 6.500 dipendenti, un migliaio dei quali sotto la Mole e altri 2.500 nel resto d'Italia.
Al bravo Chrystian Benna, nell'intervista alla quale l'edizione torinese del Corriere della Sera ha dedicato quasi una pagina intera, Tatiana Rizzante, classe 1970, laureata in Ingegneria informatica al “Poli”, fra l'altro ha detto che il boom delle assunzioni da parte di Replay è conseguente alla fortissima domanda di informatica, settore in cui opera il Gruppo, sulla frontiera tecnologica più avanzata.
“Per stare al passo con le multinazionali del settore – ha spiegato Tatiana Rizzante – c'è bisogno di competenze. Il nostro piano per l'Italia, quindi, prevede l'assunzione di altre mille persone, almeno duecento a Torino e le altre per le sedi di Roma, Milano, Parma e Treviso. E queste solo nel 2018”.
Tatiana Rizzante

MARCO GAY
Marco Gay è stato eletto presidente di Anitec-Assinform, associazione delle imprese Ict e dell'elettronica di consumo. Nato nel 1976 a Torino, Marco Gay, sposato, tre figli, è, vice presidente esecutivo e, da dicembre, amministratore delegato di Digital Magics, società milanese quotata in Borsa della quale è uno dei maggiori azionisti.
Marco Gay, inoltre, è consigliere di amministrazione della Luiss di Roma e, fra l'altro, consigliere del Cnel. Per tre anni, fino al maggio scorso, è stato presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, dopo avere ricoperto incarichi apicali all'Unione Industriale di Torino e in Confindustria Piemonte.
Ha fondato o co-fondato diverse start up innovative, di alcune delle quali è amministratore delegato. La sua carriera imprenditoriale è incominciata alla Proma, impresa di famiglia attiva nel settore vetro-ceramica poi venduta alla Saint-Gobain.
Marco Gay

GIACOMO STRATTA
Saranno lanciati a breve i primi tre fondi alternativi gestiti da Fenera & Partners, nuova sgr torinese indipendente che ha ricevuto, pochi giorni fa, l'autorizzazione della Banca d'Italia a operare. La società è nata per iniziativa di Giacomo Stratta, che ne è l'amministratore delegato e di Pietro Mazza Midana, presidente. Oltre a loro due partecipano al capitale della Fenera & Partners sgr, la finanziaria Fenera Holding /famiglie Zanon di Valgiurata, Palazzi Trivelli Arduini, Avandero, Garosci, Girotto, Lavazza, Marsiaj, Pavesio e, fra le altre, Maramotti), Banca Sella Holding e Banca Patrimoni Sella & C.
Nato a Torino nel 1977, Giacomo Stratta, laureato in Economia aziendale alla Bocconi, è un grande appassionato di Ferrari e corse automobilistiche. Ha anche preso parte al Ferrari Challenge 2011. Vice presidente di Fenera Holding dal 2001 e responsabile investimenti del Gruppo, Giacomo Stratta fra l'altro è presidente e amministratore delegato di Pkp Investments 1939 e presidente di Alkimis sgr dal 2015.
Giacomo Stratta

Borsa: Ferrari al traguardo dei 105 euro Fidia registra un incremento del 12,60%

Se andrà forte in pista come in Borsa, quest'anno, la Ferrari vincerà il campionato di Formula 1. Infatti, oggi, 16 febbraio, in Piazza Affari ha fatto segnare il suo nuovo record storico. La sua azione ha chiuso la seduta a 105 euro esatti. E' il nuovo primato; quello battuto era 103,800 euro, registrato il primo giorno di novembre dell'anno scorso. Così, fra l'altro, è salito a 20,362 miliardi il valore attribuito dagli investitori al Costruttore dei bolidi-gioiello di Maranello. Rispetto a un anno fa, il prezzo dell'azione Ferrari è salito di 23,75 euro e del 27,65%.
Il rialzo odierno della Ferrari è stato dell'1,94%; mentre l'incremento più alto di tutti l'ha evidenziato Fidia, la società torinese fondata e guidata da Giuseppe Morfino, presidente e amministratore delegato. Il titolo Fidia ha fatto un balzo del 12,60%, arrivando così a 8,58 euro. Il 16 febbraio 2017 valeva 6,66 euro; però, ha ancora della strada da fare prima di raggiungere i 10,30 euro scalati il 23 gennaio di quest'anno.
Fra le dieci azioni che hanno registrato i maggiori rialzi in termini percentuali nella seduta borsistica di oggi si trova anche quella della Rcs MediaGroup, che ha chiuso a 1,122 euro, il 6,05% in più rispetto al prezzo di riferimento di ieri. Questo incremento è risultato il quarto maggiore. Esattamente dodici mesi prima, l'azione Rcs MediaGroup quotava 0,802 euro. Un altro motivo di soddisfazione per l'alessandrino Urbano Cairo, che di Rcs MediaGroup è diventato il socio di maggioranza e il pilota, essendone il presidente e amministratore delegato dall'agosto del 2016.

Ferrari F1 2017

Liguria seconda per imprenditori stranieri

Se non fosse per Prato, che dà il primato nazionale alla Toscana, sarebbe la Liguria ad avere la quota maggiore di imprese costituite o guidate da persone non nate in Italia. In Liguria, infatti, le 20.564 imprese di stranieri sono pari al 12,6% delle 162.949 iscritte alle Camere di commercio della regione rivierasca. Percentuale inferiore unicamente al 13,2% della Toscana, che conta 54.852 imprese facenti capo a stranieri, 9.343 delle quali nella provincia di Prato, pari 27,9%, che vale la leadership nel Paese.
Comunque, fra le dieci province che presentano la maggiore densità di imprese di stranieri due sono liguri: Imperia, quarta a livello nazionale, con il 15%, corrispondente a 3.885 aziende, e Genova, nona con il 13% (11.211). La provincia di Imperia è preceduta soltanto da quelle di Firenze (15,8%) e Trieste (16%), oltre che da Prato. Tra quelle di Imperia e di Genova si trovano le province di Reggio Emilia (14,5%), Milano (14,4%), Roma (13,4%) e Gorizia (13,1%). Chiude la top ten Pisa con il 12,5%:
Come comunicato da Unioncamere, l'unione nazionale delle Camere di commercio, nel 2017 le imprese costituite da cittadini stranieri sono cresciute quasi cinque volte più della media, diventando così 587.499, quindi il 9,6% dei 6.090.481 di aziende registrate in Italia. Nell'anno passato, le nuove iscritte facenti capo a stranieri sono state 57.657, mentre sono risultate 38.460 quelle che hanno chiuso i battenti. Complessivamente, perciò, sono aumentate di oltre 19.000. Il loro tasso di crescita è stato del 3,4% a fronte dello 0,75% medio nazionale, comprensivo delle italiane.
Il settore in cui le imprese di stranieri sono maggiormente presenti in valore assoluto è quello del commercio al dettaglio (circa 162.000, il 19% di tutte), seguito dai lavori di costruzione specializzati (109.000, pari al 21%) e dai servizi di ristorazione (poco più di 43.000, l'11% del comparto).

Unioncamere ha anche precisato che tra i Paesi di provenienza degli imprenditori stranieri operanti in Italia quello più rappresentato è il Marocco, con 68.259 imprese individuali a fine 2017. Seguono la Cina con 52.075 imprese e la Romania con 49.317.

Giuseppe Zampini, presidente Confindustria Liguria

Birrifici, Torino non è più la capitale

Torino non è più la provincia con il maggior numero di birrifici. Ha perso il primato italiano, scavalcata, al solito, da Milano. Al 31 dicembre scorso, infatti, la provincia di Torino contava 25 imprese produttrici di birra, una in meno di quella milanese, salita dal secondo posto del 2012 al primo di questa graduatoria 2017, appena pubblicata da Unioncamere, l'unione nazionale delle Camere di commercio, che ha posto Roma sul terzo gradino del podio, attribuendole 21 aziende specializzate nella produzione della bevanda a base di luppolo.
I birrifici attivi in Italia sono risultati 693 alla fine del 2017; sono aumentati di 407 negli ultimi cinque anni, a seguito anche della forte crescita della domanda. Delle aziende produttrici, che contano complessivamente circa 4.000 addetti, 62 si trovano in Piemonte, 23 in Liguria e 5 in Valle d'Aosta. Più del Piemonte, ne ha unicamente la Lombardia (105).
Dei birrifici piemontesi in attività otto fanno capo a giovani con meno di 35 anni (due in Liguria e uno in Valle d'Aosta) e due al genere femminile, come in Liguria.
Quanto al numero di birrifici nelle singole province del Nord Ovest, l'Unioncamere ne ha censiti 10 nelle province di Alessandria e Cuneo, 8 a Genova, 7 a Savona e, appunto, Aosta; 5 a La Spezia, Novara e Biella, 4 ad Asti, 3 a Imperia e 2 a Vercelli.

Fondazioni piemontesi: oltre cento milioni per finanziare iniziative welfare nel 2017

Oltre cento milioni di euro nel solo 2017. E' la somma che le 12 Fondazioni di origine bancaria del Piemonte hanno stanziato, l'anno scorso, per iniziative di welfare nella regione. Lo ha riferito Giovanni Quaglia, presidente dell'Associazione delle Fondazioni di origine bancaria (fob) del Piemonte e della Fondazione Crt, durante la presentazione del protocollo d'intesa “Wecare” tra l'Associazione e la Regione Piemonte, rappresentata dal suo presidente, Sergio Chiamparino.
Come hanno precisato i due presidenti, “nell'ambito del programma Wecare verranno sviluppate attività condivise: in particolare, le Fob piemontesi sosterranno progetti che, in linea, con i principi della strategia regionale, siano capaci di costruire reti pubblico-private di welfare comunitario e di rispondere, in modo innovativo, alle problematiche sociali”.
E' stato aggiunto che “la strategia regionale per l'innovazione sociale Wecare, che coniuga misure diverse attraverso il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di sviluppo regionale, per un investimento complessivo di 20 milioni di euro, è il primo e unico caso a livello nazionale in questo settore”. Ed è un modello “che può fare scuola nel resto del Paese” ha commentato Quaglia, rilevando che, fra l'altro, “valorizza le prerogative e le specificità di ciascun soggetto”.
Alla stipula della firma del protocollo d'intesa hanno partecipato anche gli assessori regionali Augusto Ferrari (Politiche sociali, della Famiglia e della Casa) e Giuseppina De Santis (Attività produttive), oltre che i presidenti della Fondazione di Asti (Mario Sacco) e di quella di Fossano (Gianfranco Mondino), le vice presidenti della Fondazione Crt (Anna Ferrino e Anna Chiara Invernizzi), il vice presidente della Fondazione di Vercelli (Paolo Garbarino), il Segretario generale della Fondazione di Biella (Mario Ciabattini) e il Segretario tesoriere dell'Associazione delle Fob del Piemonte (Sergio Invernici).

I protagonisti del protocollo d'intesa Wecare


GIANDOMENICO GENTA LANCIA IL PROGETTO AGGREGAZIONI

La provincia di Cuneo potrebbe essere la prima a registrare un matrimonio tra Fondazioni di origine bancaria (Fob) a seguito del protocollo Acri-Mef, che regola, con molta puntualità, la governance degli enti creati dalla legge Amato per privatizzare le banche pubbliche.
Promotore del progetto è Giandomenico Genta, il presidente della Fondazione cuneese Crc, l'ottava maggiore per dimensione patrimoniale (1,3 miliardi al 31 dicembre 2016). La notizia l'ha riferita lo stesso Giandomenico Genta a Stefano Parola, bravissimo giornalista economico di Repubblica Torino. Nell'intervista, il presidente della Fondazione Crc ha detto che i cuneesi sono “i primi a sperimentare questa strada” e vogliono provarci, pur con la consapevolezza “che non sarà facile”.
Giandomenico Genta ha detto: “Vogliamo capire se si può arrivare a un'aggregazione, non escludendo che per arrivarci sia necessario prima creare forme di collaborazione”, perché non si vuole forzare la mano a nessuno. Un primo passo è stato fatto con la Fondazione di Bra, con risultato positivo e promettente. A fine mese ci sarà un incontro con Sergio Soave, presidente della Fondazione di Savigliano. Poi si proverà con Saluzzo. Appare molto difficile, se non impossibile, almeno per ora, tentare con la Fondazione di Fossano, unica piemontese a non firmare il protocollo tra l'Acri, l'associazione nazionale delle Fob, e il Mef-ministero dell'Economia e delle Finanze, che è l'Autorità di vigilanza delle Fondazioni.
Laurea in Economia e Gestione delle imprese, tributarista, classe 1957, presidente o componente di collegi sindacali, organismi di vigilanza e consigli di amministrazione di società ed enti e, fra l'altro, vice presidente dell'Associazione delle Fob del Piemonte, Giandomenico Genta ha spiegato che aggregazioni, fusioni e collaborazioni strette risulteranno indispensabili perché fondazioni con piccoli patrimoni non saranno più in grado di svolgere il loro compito istituzionale, a causa della inadeguatezza delle risorse disponibili.
A proposito di collaborazioni, conseguenti al protocollo Acri-Mef, va ricordata quella tra la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Carige. Compagnia di San Paolo, che, per statuto, ha come territorio di riferimento anche la Liguria, sta sostenendo la Fondazione Carige facendola partecipe dei suoi bandi e con cofinanziamenti.

Giandomenico Genta

MATTEO MELLEY NUOVO VICEPRESIDENTE ACRI

L'avvocato spezzino Matteo Melley è il nuovo vice presidente dell'Acri, l'associazione nazionale delle fondazioni di origine bancaria (Fob) e delle Casse di Risparmio. Melley è stato eletto all'unanimità, su proposta del presidente, Giuseppe Guzzetti, il quale da tempo ne ha fatto uno dei suoi principali collaboratori. Al vertice dell'Acri, molto influente, Matteo Melley affianca gli altri due vice presidenti: Francesco Profumo (numero 1 della Compagnia di San Paolo) e il cuneese Giuseppe Ghisolfi (presidente della Cassa di Risparmio di Fossano).
Matteo Melley, classe 1960, presidente della Fondazione Carispezia dal 2001 e destinato a restarlo fino all'approvazione del bilancio 2019, aggiunge il nuovo incarico a diversi altri, fra i quali, recente, spicca quello di presidente di Cdp Immobiliare, società della Cassa Depositi e prestiti che possiede immobili in varie città italiane, a partire da Milano, Roma e Torino. Della Cassa Depositi e Prestiti è anche presidente del Comitato di Supporto.
Fondazione Carispezia, che ha come nuove direttore generale Vittorio Bracco, è diventata la prima Fob ligure per patrimonio ed erogazioni. Ha in portafoglio attività finanziarie per 234 milioni di euro a valori di mercato e ha previsto di deliberare nel 2018 stanziamenti per almeno quattro milioni.

Matteo Melley

ECCO LA FIAT 500 CHE HA RESO 30.000 EURO ALL'IRCC DI CANDIOLO 

Alma Elena Bazzi, astigiana di Castell’Alfero, è la vincitrice della lotteria “Ricerca la Fortuna”, lanciata dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e che aveva in palio una Fiat 500 Cabrio, donata da FCA-Fiat Chrysler Automobiles, main sponsor del concorso. La lotteria ha permesso di ricavare più di 30.000 euro, destinati all’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo.
Elena Alma Bazzi ha ricevuto le chiavi della fiammante Fiat 500 Cabrio da Allegra Agnelli, presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, e da Alfredo Altavilla, Chief Operating Officier di Fca Chrysler Automobiles per la regione Emea, nel corso di una breve cerimonia a Candiolo.
“L’Istituto di Candiolo mi ha portato fortuna due volte – ha detto Elena Alma Bazzi – la prima come paziente: grazie alle cure e alla professionalità di questa struttura mi è stata salvata la vita; poi con la vincita di un premio così importante. Questa bellissima 500 è destinata a mio figlio Gabriele, che fra qualche mese prenderà la patente”.

Allegra Agnelli e Alfredo Altavilla consegnano le chiavi della 500

Juventus bastonata dalla Borsa

Sul campo di casa, ieri, la Juventus ha chiuso la partita con il Tottenham pareggiando: 2 a 2. Invece, oggi, 14 febbraio, in Borsa, la società bianconera è stata bastonata. La sua azione è stata addirittura quella che ha fatto registrare il ribasso più forte di tutte quelle quotate a Piazza Affari. Il suo prezzo finale è stato di 0,7135 euro, inferiore dell'8,58% a quello di riferimento precedente. Così è sceso a 719 milioni di euro il valore riconosciuto dagli investitori alla Juventus, 57 milioni in meno rispetto a venerdì scorso.
Nonostante la batosta di oggi, però, il titolo della Juventus resta molto lontano dai suoi livelli più bassi. Esattamente un anno fa, infatti, quotava 0,313 euro, meno della metà di oggi. Gli azionisti restano tranquilli, a partire da Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, che possiede il 63,80% del capitale della società torinese conosciuta in tutto il mondo. Probabilmente si preoccupano più della partita di ritorno, a Wembley, contro la squadra inglese di Mauricio Pochettino, con avi di origine piemontese.
D'altra parte, il 2 maggio dell'anno scorso, in Borsa l'azione della Juventus, presieduta da Andrea Agnelli (amministratori delegati sono Giuseppe Marotta e Aldo Mazzola), ha sfiorato l'euro e la sua capitalizzazione era risultata di 973 milioni di euro.
Comunque, oggi, mentre il titolo della Juve è risultato il primo nella graduatoria dei maggiori ribassi percentuali, quello della Gedi Gruppo Editoriale si è piazzato ottavo nella classifica dei maggiori rialzi. L'azione Gedi, infatti, ha chiuso a 0,615 euro, con un incremento del 7,89% rispetto a ieri, quando ha toccato il minimo storico (0,57 euro).


Andrea Agnelli, presidente della Juventus

Ai minimi storici Gedi Editoriale e Carige

Orso particolarmente aggressivo nei confronti di due quotate del Nord Ovest, oggi, 13 febbraio. Infatti, Gedi Gruppo Editoriale e Banca Carige hanno fatto segnare i loro nuovi minimi storici: l'azione della società controllata dii figli di Carlo De Benedetti e partecipata dalla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi ha chiuso la seduta borsistica odierna a 0,57 euro, ancora il 2,56% meno di ieri. E il travagliato istituto genovese di credito a 0,0074 euro (-2,63%).
Il valore riconosciuto dal mercato alla Gedi Gruppo Editoriale è sceso sotto i 290 milioni di euro e quello di Banca Carige a 409 milioni.
L'acquisto di azioni proprie da parte del Gruppo editoriale - le testate maggiori sono Repubblica, La Stampa e il Secolo XIX – comune a diverse società dei De Benedetti, non frena il deprezzamento. Fenomeno, quest'ultimo, che coinvolge anche la banca guidata da Paolo Fiorentino, amministratore delegato non esente da critiche.
Il prezzo di Carige, però, sembra determinato da un accanimento, da un'ostilità preconcetta, da manovre oscure, oltre che speculative. Non appena il titolo mostra qualche segno di recupero, ecco che, immediatamente, scattano nuove vendite e l'azione torna a precipitare; per una ragione o per un'altra. Tutto quello che viene fatto dal socio di maggioranza relativa (Malacalza Investimenti possiede poco meno del 21% del capitale della Carige) non basta mai. Vengono posti sempre nuovi ostacoli e nuovi vincoli. Il perché resta un mistero.
In controtendenza, invece, altre due quotate del Nord Ovest, che hanno terminate la seduta odierna figurando fra le dieci con i maggiori incrementi percentuali rispetto a ieri. Si tratta di Italia Independent di Lapo Elkann (prezzo finale di 4,86 euro, il 4,07% in più) e di Prima Industrie, il cui prezzo di riferimento è stato di 34,10 euro (+3,96%).

Monica Mondardini, ad Gedi Gruppo Editoriale
Paolo Fiorentino, ad Banca Carige