A Cairo dispiaceri anche dalla capogruppo

Oltre al Torino Calcio, ancora a serio rischio di retrocessione in B, c'è anche la società a capo del suo impero a dare qualche dispiacere a Urbano Cairo, l'alessandrino-milanese patron del Toro, azionista di maggioranza della quotata Cairo Communication, della quale è presidente come della controllata Rcs MediaGroup, che guida anche come amministratore delegato. Nel 2020, infatti, la Cairo Communication ha avuto risultati inferiori a quelli dell'esercizio precedente, tranne quello dell'indebitamento finanziario netto, ancora migliorato.
Il risultato netto di pertinenza del gruppo Cairo Communication è stato pari di 16,5 milioni, a fronte dei 42,1 milioni del 2019; comunque, tale da consentire la decisione di proporre ai soci la distribuzione di un dividendo di 0,04 euro per azione.
Nel 2020, i ricavi lordi consolidati sono stati pari a 1,049 miliardi (1,253 miliardi nel 2019). La flessione deriva principalmente dagli effetti dell’emergenza sanitaria; ma hanno contribuito in misura significativa il calo delle diffusioni dei quotidiani sportivi (-44,8 milioni), che hanno risentito della sospensione dello sport “giocato” oltre che della chiusura dei bar; il calo della raccolta pubblicitaria (-92,4 milioni i ricavi pubblicitari lordi), l’effetto del deconsolidamento della controllata spagnola Last Lap a seguito della sua cessione (-17,8 milioni), oltre alla mancata realizzazione di alcuni eventi sportivi di massa (tra cui la Milano Marathon), differiti nell’esercizio 2021.
Il margine operativo lordo (Ebitda) e il risultato operativo (Ebit) sono stati pari rispettivamente a 106,7 milioni e 27,7 milioni (rispettivamente 177,1 milioni e 100,7 milioni nel 2019). L’indebitamento finanziario netto consolidato al 31 dicembre 2020 è risulta pari a 63,2 milioni mentre era di 134,6 milioni alla stessa data dell'anno prima ed è riferibile a Rcs 59,6 milioni (131,8 milioni al 31 dicembre 2019), con un miglioramento di 71,4 milioni.
Oltre al Corriere della Sera e alla Gazzetta dello Sport, fanno capo a Urbano Cairo La7 (tv) e, fra l'altro, numerosi periodici popolari.

Profumo: serve il "vaccino" formazione 5.0 per transizione ecologica, digitale e sociale

 “Per allineare il nostro Paese alle priorità indicate dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, vale a dire transizione ecologica, transizione digitale e resilienza sociale, è necessario il vaccino formazione 5.0, essenziale per educare le nuove generazioni sia in termini di hard skills che di competenze socio emozionali. E la Scuola Politica “Vivere nella Comunità” è un laboratorio in costruzione per progettare, realizzare e valutare il nuovo vaccino con tecniche di ibridazione educative utili a creare gli anticorpi nelle nuove generazioni, contribuendo così a migliorare un vivere attuale con troppe disuguaglianze, troppo veloce e troppo incerto”.
Lo ha detto Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo, in una lezione alla Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, nel cui supervisory board figurano i rappresentanti di grandi aziende pubbliche e private fra cui Intesa Sanpaolo, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione Cdp.
L’iniziativa formativa, gratuita per gli studenti grazie al sostegno economico delle imprese coinvolte, intende contribuire al dibattito civile e politico, elaborando analisi sulle problematiche italiane. L’obiettivo, oltre a formare i giovani partecipanti, è quello di individuare attraverso un ciclo di seminari promossi dal supervisory board, alcune linee guida e proposte utili al mondo della pubblica amministrazione, della sanità, della scuola, delle infrastrutture e dell’economia.
A sua volta, Carlo Messina, consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato la grande importanza di un’iniziativa volta ad aumentare la preparazione dei giovani, non solo nella sfera politica e civica, ma anche in quella economica e finanziaria. Fra l'altro, Messina ha detto: “affrontare le problematiche sociali deve rappresentare una priorità dell’uscita dalla pandemia. Dal punto di vista economico – ne sono convinto – l’Italia gode di fondamentali solidi, a partire dalle imprese ora più forti e con una grande capacità di competere anche a livello internazionale; a ciò si unisce la forza determinata dall’elevato risparmio delle famiglie italiane. E un sistema bancario solido - con un player come Intesa Sanpaolo ai vertici del settore europeo - può contribuire a rilanciare la crescita”.
Messina ha aggiunto: “I fondi europei di Next Generation Eu sono di rilevanza fondamentale per dare nuova linfa alla nostra economia e superare la crisi da pandemia. Per cogliere appieno questa opportunità, l’Italia ha bisogno di un’accelerazione significativa della crescita, in grado di assorbire la disoccupazione e ridurre l’emergenza sociale. Dobbiamo fare leva su un miglior utilizzo delle nostre risorse per creare dinamiche economiche solide al servizio di una ripresa sostenuta, dando vita alle riforme necessarie che la rendano sostenibile nel tempo”.

La Regione Piemonte stanzia 1,5 milioni per sostenere produzioni locali di film e tv

La Regione Piemonte ha confermato anche per quest’anno il sostegno al programma «Piemonte Film Tv Fund» dedicato alle imprese di produzione audiovisiva, cinematografica e televisiva e dotato di 1,5 milioni di euro. La delibera, approvata dalla Giunta, porta la firma degli assessori alle Pmi, Andrea Tronzano e alla Cultura, Vittoria Poggio: entro metà aprile sarà pubblicato sul sito della Regione l’avviso con i criteri e i requisiti per partecipare alla selezione.
Il consumo di prodotti televisivi e cinematografici da parte delle famiglie è aumentato moltissimo” ha detto Vittoria Poggio, sottolineando che in questo periodo sono presenti in Piemonte numerose troupe impegnate nella realizzazione di riprese per il cinema e per la tv. “Si tratta, quindi, di un segmento in grande espansione da sostenere come industria a cui dare valore per aiutare le aziende e allo stesso tempo per mantenere viva la cultura audiovisiva e cinematografica nata proprio a Torino assieme con la Rai”. E Andrea Tronzano ha aggiunto che il Piemonte conta molre micro, piccole e medie imprese che operano nel settore con grande qualità.
Nel triennio 2018-2020 – ha sottolineato l'assessore Poggio - a fronte di 27 opere finanziate e di quattro milioni di euro di contributi a fondo perduto concessi alle imprese, vi è stata una ricaduta in termini complessivi sul Piemonte tra personale, beni e servizi e strutture ricettive superiore ai 21 milioni di euro”. Questo settore, soltanto per quanto riguarda la filiera cinematografica, tra produttori, distributori, industrie tecniche, esercenti, produttori di apparecchi cinematografici genera un giro d’affari di circa quattro miliardi di euro in Italia e vede attive oltre 2.000 aziende, in prevalenza di piccole dimensioni (il 97% con fatturato inferiore ai 10 milioni).

Infocamere lancia SiBonus, nuova "Borsa" per lo scambio dei crediti fiscali

Favorire la circolazione di liquidità nel mercato per stimolare e supportare la ripresa; promuovere la diffusione della cessione del credito, mettendo a disposizione di imprese e cittadini una piattaforma online semplice, sicura e trasparente con la garanzia dell’esperienza di uno dei principali player pubblici del Paese in digitale. Questi gli obiettivi di SiBonus (sibonus.infocamere.it), l’iniziativa con cui InfoCamere – la società delle Camere di commercio per l’innovazione digitale – consente alle pmi e ai titolari di crediti fiscali di cederli per ricavare liquidità immediata e, ai soggetti interessati al loro acquisto, di valutare le diverse opportunità e completare la transazione in modo sicuro, semplice e affidabile.
Dalla fine di febbraio, nel portale sono state messe a disposizione degli utenti anche le funzionalità di acquisto, rendendo possibili i primi scambi. A oggi gli iscritti alla piattaforma sono circa 3.500 mentre gli annunci di offerta disponibili sono circa 2.400.
Il credito d’imposta è un qualsiasi credito che il contribuente vanta nei confronti dello Stato. Può essere utilizzato per compensare eventuali debiti nei confronti dell’erario, per il pagamento dei tributi e, quando ammesso, se ne può chiedere il rimborso nella dichiarazione dei redditi. In particolare, con il Decreto Rilancio, il governo ha introdotto un’importante novità, consentendo ai soggetti fisici o giuridici la possibilità di cedere a terzi il credito d’imposta maturato a seguito di interventi di ristrutturazione, riqualificazione energetica e messa in sicurezza sismica (Superbonus 110%, Ecobonus, Sismabonus, bonus ristrutturazione e bonus facciate).
Secondo i dati elaborati dai bilanci depositati nel 2019 presso il Registro delle Imprese, le società di capitale italiane aggregano una capacità di compensazione di crediti tributari superiore ai 50 miliardi di euro. Un’enorme potenziale leva economica che, se rapidamente attivata, può contribuire a rilanciare i consumi delle famiglie e il fatturato delle imprese.
Per la sua operatività, SiBonus si avvale del supporto della controllata Iconto in veste di istituto di pagamento per la gestione dei flussi finanziari e della partnership con Sinloc, società di consulenza e investimento che ha nel proprio azionariato dieci fondazioni bancarie, compresa la Compagnia di San Paolo.

Cdp-Unicredit, parte dalla filiera del vino il programma dei Basket Bond per le pmi

Prende il via il primo ‘Basket Bond di filiera’, il programma da 200 milioni di euro che Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e UniCredit hanno lanciato per finanziare i piani di sviluppo delle imprese appartenenti alle filiere strategiche dell’economia italiana. In particolare, è stata perfezionata la prima emissione, interamente dedicata alla filiera del vino, uno dei prodotti d’eccellenza del Made in Italy nel mondo.
A inaugurare il programma sono tre imprese italiane attive nel settore vitivinicolo, che hanno emesso singolarmente minibond – a tasso fisso e di durata pari a sette anni – raccogliendo risorse complessive pari a 21 milioni di euro per finanziare i rispettivi piani di investimento e sviluppo sul mercato nazionale e internazionale. Cdp e UniCredit, agendo in qualità di anchor investor dell’operazione, hanno sottoscritto ciascuna il 50% dell’ammontare complessivo di queste prime emissioni del programma.
Paolo Calcagnini, vicedirettore generale di Cdp, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di annunciare quest’operazione Basket Bond di Filiera, che rappresenta un ulteriore esempio della capacità di innovazione finanziaria di Cdp e che ci permette di supportare la crescita delle imprese attraverso programmi specifici di filiera in un settore ambasciatore dell’eccellenza del Made in Italy nel mondo. Inoltre, l'operazione ha favorito l’accesso al mercato dei capitali di aziende solitamente non abituate a questo tipo di strumenti e ha rafforzato la nostra collaborazione con UniCredit che ci ha già visto sottoscrivere un finanziamento di un miliardo di euro a favore di imprese particolarmente colpite dall’emergenza Covid-19”.
Francesco Giordano, co-ceo Commercial Banking Western Europe di UniCredit, banca della quale la Fondazione Crt di Torino è uno dei maggiori azionisti,  ha commentato: “Siamo particolarmente soddisfatti di avere dedicata questa operazione inaugurale del Basket Bond di Filiera ad aziende del settore vitivinicolo, uno dei migliori rappresentanti nel mondo delle eccellenze produttive italiane e al contempo tra i più impattati dall’attuale fase di emergenza. Mobilitiamo nuove e importanti risorse per supportare il capitale circolante delle imprese e stimolarne gli investimenti. Lo strumento consente alle aziende del settore di accedere in modo vantaggioso al mercato dei capitali, attingendo a fonti di finanziamento complementari al canale bancario che possono risultare cruciali per rafforzare le catene di valore, sostenere l’innovazione e favorire la diversificazione in termini di prodotti, mercati di sbocco e canali di vendita”.

Rc auto, Val d'Aosta la meno cara d'Italia in Liguria costo medio di 398,5 euro

Meglio essere automobilisti in Valle d'Aosta che in Piemonte e in Liguria. Almeno per i costi dell'assicurazione. Nell'ultimo trimestre dell'anno scorso, infatti, il prezzo medio dell'assicurazione Rc auto (obbligatoria) in Valle d'Aosta è risultato di 292,3 euro, il più basso a livello nazionale, oltre che minore di quelli delle altre due regioni del Nord Ovest. In Piemonte, infatti, è stato di 352,2 euro e di 398,5 euro in Liguria, la quarta regione più cara del Paese, preceduta soltanto da Campania (496,3 euro), Toscana (432,1 euro) e Lazio (410,3 euro).
Questi dati sono contenuti nell’ultimo bollettino statistico dell’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), dove si legge che in Italia, nel quarto trimestre del 2020, il prezzo medio dell’assicurazione Rc auto è risultato di 379 euro, comunque quasi 25 euro in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-6,1%). Dalla graduatoria non emerge una contrapposizione fra Nord e Sud, ma l’oscillazione è comunque ampia: la differenza di prezzo fra la regione più cara (la Campania) e quella più conveniente (la Valle d’Aosta) è di 204 euro. L’Ivass, però, ha sottolineato che “il differenziale di premio imponibile (al netto delle imposte) tra Napoli Aosta continua a contrarsi ed è pari a 212 euro, in riduzione del 6,2% su base annua e del 37,6% rispetto al quarto trimestre del 2014”.

Banca di Asti, dura la dieta per gli azionisti il monte dividendi pari a 8,5 milioni

La dieta imposta alle banche dalle Autorità di vigilanza e dai regolatori, che vietano di distribuire ai soci più del 15% dell'utile netto 2020 e soltanto se le condizioni patrimoniali lo consentono, costa cara agli azionisti, soprattutto a quelli che vi hanno buona parte del loro patrimonio, come diverse Fondazioni. La prova più recente arriva da Asti. 
L'omonima banca, la Cassa di Risparmio, quest'anno remunererà il capitale con complessivi 8,5 milioni, in ragione di 0,12 euro per azione. Questo significa che la Fondazione Cr Asti, socia con il 31,80% della “sua” banca, riceverà 2,691 milioni di euro e, naturalmente, ancora meno le due fondazioni “cugine” titolari di quote minori: la Fondazione Cr Biella (12,91%) avrà 1,092 milioni e la Fondazione Cr Vercelli (4,20%) con 355.100 euro.
La Banca di Asti, della quale è azionista anche il Banco Bpm con il 9,99%, nel 2020 ha conseguito un utile netto consolidato di 27,3 milioni. Dotata di 221 filiali e 2.061 dipendenti, al 31 dicembre presentava una raccolta netta di 8,8 miliardi, una raccolta indiretta di 6,4 miliardi e impieghi alla clientela pari a 6,9 miliardi.

Conafi nel 2020 dimezza la perdita

Il Consiglio di amministrazione della Conafi, holding torinese di partecipazioni quotata in Borsa, ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato 2020. A livello di gruppo i ricavi sono pari a 1,555 milioni (1,382 milioni nel 2019), il risultato dell’attività corrente al lordo delle imposte è negativo per 1,241 milioni, dimezzato rispetto a precedente. Anche la perdita netta si è dimezzata, essendo risultata di 1,423 milioni mentre era stata di 2,740 milioni nel 2019. Il patrimonio netto consolidato è pari a 15,5 milioni, in riduzione rispetto ai 17,6 milioni al 31 dicembre 2019 principalmente a causa della distribuzione di dividendi per 0,7 milioni e alla perdita di periodo.
Il Consiglio di amministrazione, comunque, ha deciso di proporre la distribuzione di un dividendo pari di 0,027 euro per ogni azione, in seguito alla distribuzione parziale della riserva sovrapprezzo azioni che, al 31 dicembre 2020, ammonta a 3.363.762 euro e che per l’effetto viene ridotta di 997.128 euro.

Exor in rosso, ma remunera gli azionisti perdita netta di 30 milioni nel 2020

Exor, la holding dell'omonimo gruppo che fa capo alla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, ha chiuso il 2020 in rosso (la perdita netta è stata di 30 milioni di euro); ma i suoi amministratori hanno deciso di proporre all'assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo di 0,43 euro per azione, per un totale di circa 100 milioni di euro. Il dividendo è invariato rispetto a quello dell'anno scorso, relativo all'esercizio 2019 che, invece, era terminato con un utile netto di 3,053 miliardi, grazie anche alla plusvalenza di 1,081 miliardi derivante dalla vendita della Magneti Marelli.
Al 31 dicembre scorso, Exor, guidata da John Elkann, aveva un Nav (valore netto degli asset) di 29,501 miliardi di dollari, il 13% in più rispetto all'anno prima. La posizione finanziaria netta consolidata è risultata negativa per 3,251 miliardi, 620 milioni in più.
Quest'anno, Exor riceverà complessivamente dalle partecipate Stellantis, Cnh Industrial e Ferrari dividendi pari a 1,093 miliardi di euro: in particolare 39 milioni di euro dalla Casa di Maranello, 40 milioni da Cnh Industrial, 144 milioni da Stellantis, 827 milioni come dividendo straordinario da Stellantis per la fusione Fca-Psa, 43 milioni sempre da Stellantis per la vendita di una quota in Faurecia da parte di Psa. Dalla stessa Faurecia Exor ha ricevuto 7.653.004 azioni, diventando così socia diretta del gruppo di componentistica francese che era controllato da Psa-Peugeot.

Fondazione Crt: la proposta Cdp per Aspi sia votata dall'assemblea di Atlantia

Preso atto dell’assenza, allo stato, di proposte di potenziali investitori per l’acquisto della partecipazione in Autostrade Concessioni e Costruzioni (Acc) riveniente ad Atlantia per effetto del progetto di scissione parziale proporzionale di Atlantia. in favore di Acc e in considerazione dell’offerta vincolante presentata recentemente dal consorzio di investitori che fa capo a Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) per l’acquisto dell’intera partecipazione di Atlantia in Aspi (pari all’88% del capitale di quest’ultima), la Fondazione Crt ha già conferito delega al rappresentante designato per esprimere, nell’assemblea di Atlantia del prossimo 29 marzo, voto contrario alla proroga del termine per l’avveramento della condizione sospensiva del progetto di scissione parziale proporzionale di Atlantia in favore di Acc.
Lo ha comunicato la stessa Fondazione Crt, quarto maggiore azionista di Atlantia con il 4,85% del capitale, spiegando che ritiene opportuno “che sia coltivata l’unica operazione a oggi espressa dal mercato, adeguatamente migliorata” e auspicando “che l’offerta del consorzio di investitori che fa capo a Cassa Depositi e Prestiti venga sottoposta al voto dell’assemblea per la valutazione della stessa da parte di tutti gli azionisti”.

Bizzarri neo Sg pensionati Cisl Piemonte

Con 51 voti su 53, Giorgio Bizzarri è stato nuovo Segretario generale Fnp Cisl Piemonte (federazione dei pensionati). Succede a Rosina Partelli. Gli altri due componenti della Segreteria regionale sono Francescantonio Guidotti, riconfermato nell’incarico e Franca Biestro, al suo primo mandato. Giorgio Bizzarri, classe 1953, nato a Domodossola ma torinese d’adozione, ha una lunga carriera sindacale alle spalle. Nel 1972 entra a lavorare in Fiat e si iscrive subito alla Cisl. Dopo pochi mesi viene eletto come delegato per la Fim. Operatore sindacale a tempo pieno dal 1978, nel 1989 diventa componente della Segreteria Fim Torino.

Risparmio gestito, a febbraio il gruppo Isp soltanto quinto per la raccolta netta

Il gruppo Intesa Sanpaolo cavalca l'andamento favorevole all'industria del risparmio gestito in Italia; ma in febbraio, ottiene soltanto il quinto posto per raccolta netta, con un risultato che comunque consolida la sua seconda posizione nella graduatoria nazionale degli operatori del settore per patrimonio gestito. Per il mese scorso, infatti, al gruppo che ha come principale azionista la Fondazione Compagnia di San Paolo, Assogestioni ha accreditato la raccolta netta di 392,6 milioni, somma inferiore a quelle di Amundi Group (893,3 milioni), Jp Morgan Asset Management (834,6 milioni), Schroders (578,2 milioni) e anche di Lyxor (448 milioni).
In particolare, delle tre società di Intesa Sanpaolo attive nel settore, Eurizon ha avuto una raccolta netta di 553 milioni e Fideuram di 105,8; mentre Pramerica ha chiuso il mese con un valore dei recessi superiore a quello delle nuove sottoscrizioni, presentando così una raccolta netta negativa per 266,2 milioni.
Diversi altri operatori hanno chiuso in rosso febbraio, a partire dal leade Generali (-2,636 miliardi) e da Anima Holding (-221,4 milioni). Comunque, le sottoscrizioni nette totali sono ammontate a 2,1 miliardi (grazie ai flussi registrati dalle gestioni collettive, pari a 2,2 miliardi), rafforzando la tendenza in atto dall'anno scorso e confermata già a gennaio.
A febbraio, i fondi aperti hanno spinto la raccolta dei gestori e segnato un nuovo massimo storico per asset under management (Aum), arrivando a rappresentare la quota prevalente delle masse gestite dall’industria. Come emerge dalla Mappa mensile del risparmio gestito dell’ufficio studi di Assogestioni, che evidenzia – fra i sottoscrittori – un atteggiamento propenso al rischio, con l’azionario che spicca fra le categorie che hanno raccolto più risorse nette nel mese (3,7 miliardi) seguiti dai fondi bilanciati (1,2 miliardi). I fondi aperti intercettano la maggior parte della raccolta di febbraio, con sottoscrizioni nette per quasi due miliardi. Le preferenze degli investitori sono indirizzate sui fondi a lungo termine (+3,4 miliardi) a scapito dei fondi di breve termine (o monetari) che invece registrano riscatti netti per 1,5 miliardi.
La raccolta del sistema da inizio anno sale così a 14,6 miliardi e il patrimonio complessivo si attesta a 2.416 miliardi di euro. In particolare, gli asset investiti in fondi aperti e chiusi salgono a 1.211 miliardi e aggiornano il proprio massimo assoluto.
A proposito di patrimonio gestito, la classifica degli operatori a fine febbraio vede sul gradino più alto del podio sempre le Generali con 518,027 miliardi (quota pari al 22,1% del mercato italiano), nella piazza d'onore il gruppo Intesa Sanpaolo con 512,764 miliardi (21,9%), al terzo posto Amindi Group con 202,637 miliardi (8,6%), al quarto Anima Holding con 192,862 miliardi e al quinto Poste Italiane con 112,374 miliardi.
Per quanto riguarda gli altri operatori piemontesi del risparmio gestito, Assogestioni ha attribuito a Sella il trentesimo posto con 8,916 miliardi, al gruppo Ersel il 32,mo con 7,223 miliardi e al gruppo Bim-Banca Intermobiliare il 41.mo con 1,220 miliardi. Quest'ultimo in febbraio ha registrato una raccolta netta negativa di 9,6 milioni, mentre quella di Sella è stata positiva per 88,3 milioni e quella del gruppo Ersel positiva per 24,4 milioni.

Quando il cemento della Buzzi diventa oro l'utile netto del gruppo oltre 560 milioni

Quando il cemento diventa oro. Unicem Buzzi, l'impresa cementiera di Casale Monferrato controllata e guidata dalla famiglia Buzzi, ha chiuso l'esercizio 2020 con un utile netto di 560,2 milioni a livello consolidato (il 45,2% in più rispetto ai 385,7 milioni precedenti) e di 293,4 milioni a livello di capogruppo, il cui risultato finale del 2019 era stato di 82,7 milioni. Così che il consiglio di amministrazione presieduto da Veronica Buzzi proporrà all'assemblea dei soci un dividendo di 25 centesimi per azione, mentre l'anno scorso i possessori di azioni ordinarie avevano avuto 15 centesimi per ogni azione ordinaria e 17,4 centesimi per ogni azione di risparmio (la categoria non esiste più, in seguito alla conversione delle risparmio in ordinarie).
Il fatturato consolidato è rimasto praticamente invariato tra i due esercizi passando da 3,221 miliardi a 3,222 ( le variazioni di perimetro hanno avuto un effetto positivo di 12,6 milioni, mentre l’effetto cambio è stato sfavorevole per 69,2 milioni; a parità di condizioni il fatturato sarebbe cresciuto del 1,8%). Il margine operativo lordo si è attestato a 780,8 milioni, in aumento del 7,2%. L’effetto cambio è stato negativo per 20,6 milioni. Il dato dell’esercizio in esame comprende costi non ricorrenti netti per 4,2 milioni, riferibili principalmente a oneri legali, professionali e di ristrutturazione. Escludendo le componenti non ricorrenti, il margine operativo lordo è passato da 732,1 a 785 milioni (+7,2%), con un’incidenza sul fatturato del 24,4% (22,7% nel 2019). Il risultato operativo si è attestato a 524 milioni, in aumento rispetto a 468,2 milioni del 2019. Gli oneri finanziari netti sono scesi da 58,6 a 0,3 milioni, principalmente grazie alla variazione favorevole degli utili/perdite su cambi e del fair value degli strumenti derivati. L’utile prima delle imposte si è attestato a 700,3 milioni, in aumento rispetto ai 482 milioni dell’esercizio precedente. 
L’indebitamento finanziario netto del gruppo a fine 2020 è risultato di 241,6 milioni, in riduzione di 326,2 milioni rispetto ai 567,8 milioni di fine 2019. Il miglioramento della posizione finanziaria netta è stato realizzato grazie al favorevole andamento del flusso di cassa generato dall’attività operativa ed all’incasso del dividendo di 143 milioni, riferito alla vendita di tutte le attività della collegata Kosmos Cement. La posizione finanziaria netta considera anche il debito per il dividendo straordinario collegato all’operazione di conversione delle azioni risparmio, pari a circa 144 milioni, già saldato a inizio febbraio 2021. Nell’esercizio appena trascorso, il gruppo ha distribuito dividendi per 31,8 milioni e ha pagato investimenti industriali per complessivi 257,5 milioni.

Iren: dividendo di 9,50 centesimi (+2,7%)

Utile un po' minore, ma più dividendo. Gli amministratori di Iren hanno presentato i risultati 2020. A livello consolidato, i ricavi sono stati pari a 3,725 miliardi (-12,8%, a causa principalmente dell’impatto Covid-19, dei prezzi delle commodity e del clima mite), margine operativo lordo (Ebitda) di 927 milioni (+1,1%; ma escludendo gli effetti straordinari la crescita sarebbe stata del 5,7% e perciò di circa 49 milioni), risultato operativo (Ebit) pari a 416 milioni (-8%, ma escludendo gli effetti straordinari e l’accantonamento straordinario al fondo svalutazione crediti per effetto del Covid-19, risulterebbe una crescita del 2,3%) e utile netto di gruppo attribuibile agli azionisti pari a 235 milioni di euro (-0,4% rispetto a 236 milioni del 2019, anche in questo caso, però, escludendo gli effetti straordinari, l’utile netto risulterebbe in crescita del 3,7%). L'indebitamento finanziario netto al 31 dicembre è ammontato a 2,948 miliardi, l'8,9% in più rispetto alla stessa data precedente).
Il Consiglio di amministrazione di Iren ha deciso di proporre all'assemblea degli azionisti un dividendo per azione pari a 9,50 centesimi, il 2,7% più dell'anno scorso, “in linea con quanto annunciato nel Piano Industriale”.
“I risultati appena approvati evidenziano la solidità del modello di business e l’efficacia della strategia del gruppo che, al netto degli elementi straordinari, ha registrato un Ebitda superiore alle aspettative e in crescita di 49 milioni” ha commentato Massimiliano Bianco, l'amministratore delegato del Gruppo che ha aggiunto: “nel 2020 l’azienda ha ulteriormente ampliato i territori in cui opera, assumendo a tutti gli effetti un respiro nazionale sia in termini di presenza industriale che commerciale. Inoltre, la forte spinta sugli investimenti, pari a 685 milioni di euro, consente di confermare il raggiungimento degli obiettivi strategici declinati nell’ultimo piano industriale e di proporci con un ruolo da protagonista nel programma di ripresa economica post pandemia che coinvolgerà il Paese”
Il torinese Renato Boero, presidente Iren, ha detto: “Il 2020 è stato un anno caratterizzato sia da una crescita organica pari a 40 milioni di euro sia da importanti operazioni di M&A come I.Blu e Unieco che, contribuendo per ulteriori 11 milioni di euro all’Ebitda, ci hanno consentito di estendere i servizi ambientali a nuovi territori e diventare il primo operatore nella filiera della plastica in Italia. Oltre 350 milioni di euro sono stati investiti su progetti inerenti la multi-circle economy, evidenziando l’attenzione che il gruppo dimostra nei confronti dell’ambiente e dei suoi territori e garantendo un importante sostegno in un periodo di estrema complessità”.

Intesa Sanpaolo Formazione ora lancia l'Academy per le imprese del Nord Ovest

Intesa Sanpaolo Formazione, la società di formazione di Intesa Sanpaolo, avvia in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta l’Academy per le Imprese, il programma nato per offrire corsi di alta formazione per l’aggiornamento delle competenze richieste da modelli organizzativi ed economici innovativi. La prima iniziativa è il corso di alta formazione Emba-Executive Master in Business Administration, realizzato da Intesa Sanpaolo, Intesa Sanpaolo Formazione e Intesa Sanpaolo Innovation Center e tenuto da un team qualificato di docenti universitari ed esperti provenienti da tutta Italia. Sono 35 le imprese (e 39 i partecipanti), appartenenti a vari settori rappresentativi dell’economia delle tre regioni, che hanno aderito al corso in partenza oggi, focalizzato su Intelligenza Artificiale & Industria 4.0.
L’Emba si rivolge a imprenditori e manager con esperienza professionale consolidata e offre un percorso formativo in distance learning di 300 ore, dal 25 marzo a luglio 2021. Il corso è stato ideato sulla base delle specifiche necessità espresse proprio dalle imprese, che puntano su innovazione e nuove competenze per essere competitive o per riposizionarsi in scenari di mercato completamente trasformati anche a causa della pandemia.
Questa Academy nasce dalla collaborazione tra il gruppo Intesa Sanpaolo, istituzioni e imprese, per rispondere al bisogno di adeguare modelli organizzativi e competenze manageriali a un contesto in cui innovarsi significa riacquisire, consolidare o incrementare un vantaggio competitivo” spiega Teresio Testa, direttore regionale di Intesa Sanpaolo per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
L’Emba propone 14 moduli formativi in due fasi.
Nelle prossime settimane partiranno anche in altre regioni italiane ulteriori iniziative di Intesa Sanpaolo Formazione, in collaborazione con partner qualificati, sempre con l’obiettivo di cogliere le esigenze specifiche dei diversi territori e offrire alle imprese l’opportunità di migliorare la qualità del capitale umano. Intesa Sanpaolo Formazione nella sua attività formativa ha coinvolto oltre 18 mila persone e più di 4 mila aziende con l’erogazione di oltre 500 mila ore formative

Si diffonde anche il virus dell'ecomafia

 Il “virus” dell’ecomafia non si arresta né conosce crisi. I reati contro l’ambiente aumentano: nel 2019 sono stati ben 34.648 quelli accertati, alla media di quattro ogni ora, con un incremento del 23,1% rispetto al 2018. E il Piemonte si colloca in una posizione da “sorvegliato speciale”: all’undicesimo posto nella classifica generale nazionale e al sesto per quanto riguarda l’illegalità nel ciclo di rifiuti. Un dato che mette in evidenza come gli impianti di smaltimento virtuosi rappresentino, oggi più che mai, un presidio di legalità, tutela dell’ambiente e della salute collettiva.
È questo, in sintesi, quanto emerso dalla presentazione del Rapporto Ecomafia 2020, a Torino, organizzata da Legambiente Piemonte in collaborazione con la società Barricalla, della quale Mauro Anetrini è presidente e Alessandro Battaglino vicepresidente e presidente del Comitato esecutivo.
Fra l'altro, il Rapporto Ecomafia 2020 evidenzia il boom degli illeciti nel ciclo del cemento, al primo posto della graduatoria per tipologia di attività ecocriminali, con ben 11.484 reati (+74,6% rispetto al 2018), che superano quelli del ciclo dei rifiuti, ammontati a 9.527 (+10,9%). E' stata registrata anche l’impennata dei reati contro la fauna - 8.088, (+10,9%) - e quelli connessi agli incendi boschivi con 3.916 illeciti (+92,5%).
La Campania è, come sempre, in testa alle classifiche, con 5.549 reati contro l’ambiente, seguita nel 2019 da Puglia, Sicilia e Calabria. E in queste quattro regioni, a tradizionale presenza mafiosa, si concentra quasi la metà di tutti gli illeciti penali accertati grazie alle indagini, esattamente il 44,4%. Comunque, la Lombardia, da sola, con 88 ordinanze di custodia cautelare, colleziona più arresti per reati ambientali di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia messe insieme, che si fermano a 86.
Da capogiro il business potenziale complessivo dell’ecomafia, stimato in 19,9 miliardi di euro per il solo 2019 e che dal 1995 a oggi ha toccato quota 419,2 miliardi. A spartirsi la torta, insieme a imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati 371 clan, attivi in tutte le filiere: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare.
Il ciclo dei rifiuti resta il settore maggiormente interessato dai fenomeni più gravi di criminalità ambientale: nel 2019 sono ben 198 gli arresti (+112,9% rispetto al 2018) e 3.552 i sequestri con un incremento del 14,9%. A guidare la classifica per numero di reati è la Campania, con 1.930 reati, seguita da Puglia (835) e Lazio (770), che ha scavalcato la Calabria. Per quanto riguarda le inchieste sui traffici illeciti di rifiuti: dal primo gennaio 2019 al 15 ottobre del 2020 ne sono state messe a segno 44, con 807 persone denunciate, 335 arresti e 168 imprese coinvolte. Quasi 2,4 milioni di tonnellate di rifiuti sono finiti sotto sequestro, pari a una colonna di 95.000 tir lunga 1.293 chilometri, poco più della distanza tra Palermo e Bologna.
Oltre l’80% dei rifiuti prodotto nel nostro Paese è composto da rifiuti speciali pericolosi e non: tutti devono essere analizzati, messi in sicurezza e smaltiti in maniera corretta perché non si tramutino, nel tempo, in danno ambientale e sociale per i territori e le comunità che le abitano. Barricalla è il principale impianto di smaltimento in Italia per i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi; si trova a Collegno , alle porte di Torino. Barricalla accoglie i rifiuti che non possono essere più reimpiegati nel ciclo produttivo smaltendoli in maniera corretta. L’intera struttura è progettata per garantire la massima affidabilità, con altissimi livelli di sicurezza passiva, a tutela dell’ambiente e delle comunità locali. Sono circa 130.000 le tonnellate che, ogni anno, vi trovano collocazione.

Il lavoro agricolo dei migranti nel Cuneese nel nuovo Quaderno della Fondazione Crc

Una fotografia dettagliata su uno dei temi chiave per la provincia di Cuneo: il lavoro dei migranti nel comparto agricolo. Questo il focus del Quaderno 38 della Fondazione Crc intitolato “Lavoro migrante in agricoltura. I distretti della frutta e del vino nel Cuneese”, scaricabile dal sito www.fondazionecrc.it e presentato negli scorsi giorni con un evento online. La ricerca, coordinata dal Centro Studi e Innovazione della Fondazione Crc e svolta in collaborazione con i centri di ricerca Fieri e Labor, fornisce numeri e analisi descrittive del lavoro stagionale nel comparto agricolo, approfondendo i mutamenti che il comparto sta attraversando: dall’allungamento della stagionalità del lavoro alle differenti origini dei nuovi migranti, dalla domanda di soluzioni abitative alle sfide per le istituzioni e il Terzo Settore.
La ricerca propone confronti tra la provincia di Cuneo, il Piemonte, l’Italia e il resto d’Europa e offre due importanti approfondimenti qualitativi sul distretto della frutta di Saluzzo e sul distretto viticolo di Alba: l’obiettivo è cogliere le sfide e le criticità che le imprese locali si trovano ogni giorno ad affrontare e provare a individuare, insieme ai tanti soggetti coinvolti in questa partita, buone prassi attive e possibili interventi da mettere in atto.
Dalla fotografia fornita dalla ricerca emergono alcuni spunti di particolare interesse: allungamento della stagionalità del lavoro agricolo (mentre un tempo il lavoro era concentrato nei picchi di raccolta, tra luglio e ottobre, oggi il lavoro, anche per le modifiche di alcune colture, inizia con le reti antigrandine ad aprile e finisce con le mele tardive a novembre); raddoppio dei lavoratori stranieri impiegati in agricoltura nel momento di picco stagionale, che passano da 4.515 nel 2010 a 9.568 nel 2019; intenso turnover di forza lavoro in Piemonte, soprattutto a Saluzzo (meno di due terzi degli immigrati impiegati nel settore agricolo locale torna a lavorare in Piemonte a distanza di quattro anni).
Inoltre: differenti qualifiche richieste (la quasi totalità delle mansioni dei lavoratori immigrati del distretto di Saluzzo sono a bassa qualifica, mentre il distretto di Alba richiede circa un terzo di mansioni di media-alta qualifica); specializzazione (la permanenza della forza lavoro straniera in un distretto lavorativo, ad esempio, degli albanesi) ha coinciso nel tempo con un cambio di mansioni (da raccoglitori a magazzinieri; da potatori a manutentori).
A partire da queste evidenze, il Quaderno si chiude con alcune proposte per una gestione virtuosa del fenomeno. Tra queste, la possibilità di progettare soluzioni di accoglienza abitativa per i lavoratori stagionali diffuse sul territorio e sostenere le soluzioni ricettive interne/adiacenti alle aziende, promuovendo azioni congiunte di contrasto alle discriminazioni nel mercato immobiliare e di sostegno ai contratti privati di locazione per gli stagionali. Il miglioramento degli strumenti dedicati a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, con la previsione di un sistema centralizzato che eviti la competizione tra piattaforme e sistemi paralleli. Infine, la promozione di marchi etici e di qualità che rendano chiaramente riconoscibile al consumatore tutta la filiera, dalla produzione fino alla distribuzione.
“Questo lavoro si inserisce in un percorso di iniziative promosse dalla Fondazione Crc sul settore agroalimentare, a partire dall’approfondimento proposto nel 2018 con il Quaderno 35 Coltivare innovazione. La ricerca sul lavoro migrante in agricoltura analizza un aspetto che ha da tempo un impatto significativo sul benessere e sulla coesione sociale delle nostre comunità ed è alla base di molti prodotti di eccellenza della nostra provincia” ha commentato Giandomenico Genta, presidente della Fondazione Crc.

Cooperativa Paradigma di Torino seconda nella gara Unicredit della solidarietà

Si è conclusa la dodicesima edizione della campagna di solidarietà e sensibilizzazione organizzata da UniCredit “1 voto, 200.000 aiuti concreti – Vicini a chi ha bisogno per un domani più sereno”, che ha visto premiate 231 organizzazioni non profit tra le oltre 1500 che hanno preso parte all’iniziativa, di cui 45 in Piemonte (36 a Torino, tra le quali La Scialuppa Crt Onlus, le Fondazione Sermig, Faro e Cottolengo, sette a Cuneo, una a Vercelli e Alessandria).
Grazie a questo progetto, UniCredit mette a disposizione 200mila euro del fondo Carta Etica, destinato a iniziative di solidarietà che si alimenta con una percentuale di ogni spesa effettuata utilizzando le carte di credito etiche, senza costi aggiuntivi per il titolare.
Quest’anno, seconda classificata a livello nazionale è la Cooperativa Sociale Paradigma scs onlus di Torino, che sviluppa sia modelli scientifici di intervento sia progetti sociali a favore di persone disabili e di minori, promuovendo nel contempo attività di formazione. Alla cooperativa saranno donati 7.350 euro.
In totale, sono stati raccolti oltre 107.000 voti in 61 giorni e 185.000 euro di donazioni aggiuntive raccolte da oltre 8.500 sostenitori. I 200 mila euro di questa edizione, sommati agli importi delle precedenti e ai contributi volontari spontaneamente erogati da chi ha supportato l’iniziativa con il voto e con le donazioni, portano a quasi 3,3 milioni di euro la somma complessivamente distribuita dal 2010, grazie all’iniziativa “1 voto, 200.000 aiuti concreti”, a favore delle organizzazioni del terzo settore. La classifica completa è disponibile sul sito www.ilMioDono.it

Più Biraghi nel prossimo Giro d'Italia

Biraghi, azienda piemontese tra le più importanti della trasformazione casearia nel nostro Paese, rafforza la propria collaborazione con il Giro d’Italia, la celebre competizione ciclistica che partirà da Torino il prossimo 8 maggio, per concludersi in piazza Duomo a Milano, il 30 dello stesso mese, confermandosi Fornitore ufficiale. Quest’anno, Biraghi ha deciso di ampliare ulteriormente la partnership e sarà Partner ufficiale anche del Giro-E e del progetto Ride Green. Giro-E è una bike experience organizzata da Rcs Sport durante il Giro d’Italia, che ha come scopo quello di far vivere a tutti gli amanti della bicicletta, ciclisti amatori o ex professionisti, l’esperienza di percorrere le strade del Giro d’Italia nelle stesse giornate della Corsa Rosa. Ride Green è invece un progetto di Rcs Sport dedicato alla salvaguardia dell’ambiente e alla sostenibilità e che prevede il recupero e il riciclo dei rifiuti recuperati lungo le tappe del Giro.
In tutte le 21 tappe del Giro d’Italia, la Biraghi sarà quindi presente all’interno dei villaggi di partenza con il proprio furgone, dove si potranno acquistare, a un prezzo promozionale, i Biraghini Snack e la Gran Ricotta Super Cremosa e dove saranno distribuiti omaggi e buoni sconto da utilizzare nei supermercati. Inoltre l’azienda sarà presente in cinque delle città di arrivo della corsa: Novara, Canale, Verona, Milano, oltre al capoluogo piemontese, che non solo sarà protagonista della partenza, ma che costituirà anche la tappa di arrivo della crono individuale dello stesso giorno. L’azienda, che ha Caludio Testa come direttore marketing e strategie commerciali, prevede di distribuire in questo modo, in Italia, oltre 50.000 assaggi e altrettanti buoni sconto. Fondata nel 1934, Biraghi raccoglie e lavora circa 465.000 litri di latte al giorno, per un totale di 170 milioni di litri l’anno. Negli stabilimenti di Cavallermaggiore avvengono tutti i processi di raccolta e lavorazione del latte, producendo formaggi e prodotti lattiero caseari senza conservanti: circa 320.000 forme di Gran Biraghi l’anno e circa 200.000 forme di Gorgonzola Dop, oltre a Ricotta e Burro.

La Camera di commercio di Torino attiva Sportello per la prevenzione dell'usura

A seguito di un protocollo firmato il 15 dicembre scorso da Prefettura di Torino, Banca d'Italia e Associazioni datoriali del territorio, la Camera di commercio di Torino ha attivato presso la propria sede uno Sportello per la prevenzione dell’usura e dei fenomeni estorsivi. Il servizio, riservato agli imprenditori, è gratuito e riservato.
Siamo i primi in Piemonte ad attivare questo Sportello per le imprese, per fronteggiare un problema sempre più ricorrente e invasivo soprattutto a seguito della crisi pandemica – spiega Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino – Con questo servizio vogliamo garantire un punto di ascolto riservato e competente per valutare insieme all’imprenditore le soluzioni percorribili di fronte ad un sovraindebitamento e prevenire così il ricorso a forme di finanziamento illecite”.
Il servizio è accessibile on line sulla pagina www.to.camcom.it/sportello-anti-usura: è sufficiente compilare un modulo in cui indicare il settore di attività e un numero telefonico. Non si richiede di inserire né un nominativo né la denominazione dell’azienda. La segreteria dello Sportello anti-usura, sulla base del settore indicato nel modulo, coinvolgerà un “facilitatore”, ovvero un professionista esperto indicato da una delle Associazioni di categoria che aderiscono al servizio. Sarà il facilitatore a contattare il numero telefonico indicato e a fissare un incontro riservato con l’imprenditore nella sede della Camera di commercio. Durante l’appuntamento, il professionista analizzerà lo stato economico-finanziario dell’impresa, individuando possibili soluzioni di gestione e ristrutturazione del debito. Il servizio non prevede l'erogazione di ristori o sovvenzioni.
Le associazioni di categoria che contribuiscono al progetto mettendo a disposizione gratuitamente un proprio esperto facilitatore sono Confagricoltura Torino, Coldiretti Torino, Cna, Confartigianato Torino, Casartigiani, Confesercenti Torino, Ascom Torino, Confcooperative Piemonte Nord, Collegio Costruttori Edili, Unione Industriale Torino, Apo Torino, Confindustria Canavese.  
Lo Sportello anti-usura della Camera di commercio di Torino è riservato agli imprenditori. Per i privati cittadini in difficoltà finanziarie sono attivi i servizi delle Fondazioni anti-usura torinesi: La Scialuppa Crt – Fondazione antiusura (011.1941.0104); Fondazione San Matteo (011.839.0820)