Piazza Affari: i prezzi finali della settimana delle 42 azioni ordinarie del Nord Ovest

Per poter valutare meglio l'evoluzione dei prezzi delle azioni ordinarie delle 42 società quotate alla Borsa di Milano correlate, per varie ragioni, alle regioni del Nord Ovest, ecco una tabella che riporta nella prima colonna numerica le rispettive quotazioni del 10 agosto, nella successiva i prezzi del 3 agosto e nelle altre le quotazioni alla fine dei sei mesi precedenti, sempre in euro. Nell'ultima colonna si trovano le capitalizzazioni delle rispettive società, in milioni di euro, alla data indicata in testa.

SOCIETA'
10.8.18
3.8.18
27.7.18
29.6.18
31.5.18
30.4.18
29.3.18
28.2.18
Cap. 31.7.8
Intesa SP
2,298
2,445
2,5095
2,4865
2,5145
3,157
2,9535
3,096
45.664,70
Fca
14,204
14,606
14,44
16,334
19,4
18,57
16,502
17,572
22.600,02
Ferrari
105,55
107,80
113
116,5
111,5
102,05
97,54
102,5
21.945,91
Exor
54,64
56,24
55,6
57,7
62
61,54
57,72
59,9
13.561,12
Cnh Ind.
9,976
10,235
9,99
9,096
10,02
10,24
10,03
11,145
13.642,00
Diasorin
87,85
87,35
93
97,7
82,6
78,35
73,1
67,45
5.129,85
Buzzi Unic
17,67
17,75
19,35
20,99
20,66
20,96
19,01
20,3
3.936,18
Italgas
4,803
4,836
4,896
4,722
4,46
5,366
4,856
4,417
3.992,57
Ubi Banca
3,493
3,528
3,548
3,292
3,229
4,275
3,711
3,969
4.057,61
Sias
13,92
14,71
14,56
12,9
3,82
17,6
15,13
14,13
3.432,21
Iren
2,314
2,348
2,368
2,19
2,124
2,522
2,548
2,436
3.145,38
Erg
18,83
18,41
19,27
18,73
17,409
19,036
18,539
16,253
2.881,02
Reply
55,60
55,85
59,7
58,2
51,25
52,35
44,84
49,2
2..181,38
Astm
21,30
22,30
23,65
19,84
19,72
22,85
20,45
19,9
2.135,56
Vittoria As.
13,94
13,96
13,96
13,94
13,96
11,76
12,12
13,6
940,58
Cir
0,984
1,00
1,032
1,048
1,098
1,09
1,076
1,098
827,81
Juventus
0,8485
0,8745
0,8745
0,661
0,59
0,63
0,6455
0,722
667,36
Guala C.
9,76








Rcs Media
1,042
1,072
1,098
1,08
1,14
1,166
1,198
1,12
562,32
Cairo C.
3,33
3,245
3,135
3,425
3,21
3,74
3,65
3,565
437,38
Carige
0,009
0,0087
0,0083
0,0082
0,0078
0,009
0,0082
0,0085
494,80










Dea Cap.
1,26
1,268
1,278
1,25
1,1476
1,2748
1,256
1,2084
394,65
Prima Ind.
32,00
33,45
36,45
36,75
36
41,25
36,5
34,85
382,20
Sogefi
2,016
2,07
2,13
2,586
2,88
3,254
2,924
3,31
310,27
Cofide
0,445
0,4645
0,4285
0,4265
0,4865
0,485
0,4875
0,532
335,81
Tecnoinv.
5,89
5,85
5,61
5,54
5,75
6,28
6,44
6,8
265,90
Basicnet
4,035
4,15
4,16
3,775
3,745
3,865
3,72
3,63
248,64
Pininfarina
2,535
2,66
2,775
3,13
2,905
2,26
2,08
2,02
149,34
Gedi
0,317
0,338
0,341
0,3265
0,354
0,4215
0,4485
0,592
173,24
Orsero
7,57
7,53
7,75
7,52
8
8,65
9,01
9
134,17
M&C
0,0884
0,1715
0,165
0,181
0,154
0,154
0,1495
0,117
82,46
Damiani
0,886
0,918
0.938
0,95
0,964
1,02
0,932
0,98
787,39
Bim
0,364
0,379
0,4371
0,454
0,361
0,352
0,548
0,582
58,83
Cover 50
9,38
9,40
9,80
9,5
9,6
10,45
10
9,84
43,08
Centrale L
2,91
2,96
2,86
2,96
2,98
3,3
3,23
3,31
40,08
Fidia
6,60
6,68
7,4
6,76
7
6,94
7,38
7,78
34,99
Italia Ind.
3,71
3,79
3,7
3,92
4,0681
4,429
4,4879
4,5779
20,12
Ki Group
1,73
1,76
1,780
2,26
2,1
2,3
2,38
2,5
12,63
Cdr Adv
0,97
0,98
0,986
0,994
1,02
1,08
1,04
1,005
11,64
Biancamano
0,274
0,279
0,275
0,29
0,277
0,316
0,28
0,302
9,32
Borgosesia
0,53
0,55
0,535
0,605
0,58
0,6
0,6
0,585
7,93
Visibila E.
0,0756
0,08
0,0844
0,093
0,058
0,0746
0,0936
0,0115
3,384

L'auto elettrica si fa strada anche in Italia mentre il diesel continua a perdere terreno

Fiat 500X il modello diesel più venduto 
Silenziosamente, come i loro motori, le auto elettriche si stanno facendo strada anche nel nostro Paese, con progressive e forti accelerazioni. Il fenomeno emerge dall'analisi dei dati diramati dall'Anfia, l'associazione nazionale della filiera italiana dell'automotive.
Infatti, in luglio sono state 639 le nuove vetture elettriche registrate al Pra, il 343,8% in più rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Così che sono diventate 2.894 le nuove immatricolazioni di auto elettriche nei primi sette mesi 2018, il 152,5% in più rispetto al corrispondente periodo del 2017. Dati che assumo un valore ancora maggiore se si considera che in tutto il 2017 le nuove elettriche acquistate sono risultate 2.022 e 1.376 nell'intero 2016.
In luglio, le auto elettriche hanno rappresentato lo 0,4% di tutte le immatricolate del mese in Italia, dove invece continua a calare la quota dei diesel, scesa al 50,8% (gli acquisti di vetture a gasolio sono stati 77.430, il 5% in meno rispetto a luglio 2017).
Al contrario, sono ricresciute le preferenze nei confronti dei modelli a benzina, le cui vendite complessive sono state 50.813 (+11,3%) e pari al 33,3% di tutte le immatricolazioni del mese scorso.
Inoltre, la disaggregazione dell'area Studi e ricerche dell'Anfia mostra che in luglio sono state 12.399 le nuove immatricolazioni di auto a benzina+gpl (+8,9% rispetto a luglio 2017), 3.313 a benzina+metano (+67,3%) e 7.904 le ibride (+47,8%).
Nei primi sette mesi, sono state immatricolate 679.759 vetture diesel (-6,2% sullo stesso periodo dell'anno scorso), 428.353 a benzina (+2,8%), 80.980 a benzina+gpl (-2,9%), 29.960 a benzina +metano (+61,4%) e 52.107 ibride (+33,2%).
Ed ecco i tre modelli più venduti dall'inizio di gennaio alla fine di giugno, per tipo di alimentazione: tra i diesel, Fiat 500X (25.741), Jeep Compass (24.522) e Jeep Renegade (21.048); tra i benzina, Fiat Panda (51.281), Fiat 500 (22.201) e Lancia Ypsilon (21.397); fra i gpl, Fiat Panda (6.947), Opel Corsa (5.943) e Lancia Ypsilon (5.580); fra le ibride, Toyota Yaris (16.851), Toyota C.HR (11.841) e Toyota Auris (4.964); tra i modelli a metano, Volkswagen Golf (7.129, Volkswagen Polo (5.199) e Fiat Panda (3.191); fa le elettriche, Nissan Leaf (849), Smart Fortwo (701) e Renault Zoe (493).

Banche: in giugno più prestiti alle famiglie in forte riduzione le "sofferenze" (-26,1%)

Cristina Balbo, responsabile Intesa Sanpaolo
per le tre regioni del Nord Ovest
Un po' di notizie fresche del sistema bancario italiano, fonte Banca d'Italia: positive.
Intanto le “sofferenze”, cioè quei crediti la cui riscossione totale non è certa, perchè i soggetti debitori si trovano in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente comparabili: in giugno, sono diminuite del 26% su base annua (-10% in maggio), per effetto di alcune operazioni di cartolarizzazione del valore complesivo di 32 miliardi.
Alla fine del primo semestre di quest'anno, le sofferenze bancarie al netto dei fondi rettificativi sono scese a 41,281 miliardi (erano pari a 49,327 miliardi a fine maggio e a 71,237 miliardi al 30 giugno 2017); mentre quelle lorde si sono ridotte a 131,752 miliardi dai 163,153 miliardi di fine maggio e i 192 miliardi tondi di fine giugno dell'anno scorso.
Riduzioni delle sofferenze sono state registrate da parte di tutti i soggetti, tranne le amministrazioni pubbliche, che al 30 giugno ne presentavano ancora per 451 milioni di euro, come un anno prima e 4 milioni in più rispetto al 31 maggio.
Le sofferenze delle famiglie consumatrici sono scese a 27,618 miliardi e a 11,298 quelle delle famiglie produttrici; le società non finanziarie le hanno ridotte da 114,581 a 90,094 miliardi.
Come ha appena comunicato la Banca d'Italia, in giugno i prestiti al settore privato sono aumentati del 2,4% su base annua (2,5% in maggio). In particolare, i prestiti alle famiglie sono cresciuti del 2,8%, come nel mese precedente. In giugno, le famiglie residenti in Italia hanno ottenuto mutui per 6,450 miliardi, crediti al consumo per 3,677 miliardi e prestiti di 3,240 miliardi per altri scopi. I tassi di interesse sui prestititi erogati nel mese alle famiglie sono stati pari al 2,17% per l'acquisto della casa e all'8,0% per il credito al consumo.
Al 30 giugno, i prestiti delle banche attive in Italia a residenti ammontavano a 2.332,3 miliardi e i depositi a 2.411,6 miliardi. I depositi del settore privato sono aumentati del 6,8% su base annua (5,7% nel mese precedente).

Crollo della M&C di Carlo De Benedetti perso il 43,3% del valore in tre giorni

Carlo De Benedetti
Terzo ribasso consecutivo e pesante dell'azione M&C, la finanziaria torinese controllata da Carlo De Benedetti. Oggi, 8 agosto, l'ultimo prezzo del titolo M&C è stato di 0,0972 euro, non soltanto inferiore del 12,83% a quello di ieri, ma anche il più basso dal febbraio del 2015. Ieri aveva chiuso a 0,1115 euro (-7,08%) e lunedì a 0,12 euro (-30,03% rispetto alla seduta precedente). In tre giorni di contrattazioni, perciò, l'azione M&C ha perso il 43,3% del suo valore.
Il mercato ha bocciato clamorosamente la vendita della Treofan Holdings, annunciata appunto lunedì scorso e subito seguita dal crollo del titolo. Treofan Holdings, a capo delle attività europee del gruppo, le uniche rimaste, sarà ceduta a un valore compreso tra mezzo milione e 4,8 milioni, un valore comunque inferiore a quello di carico, quindi con una perdita.
Il ribasso odierno della M&C è risultato il maggiore di tutta Piazza Affari. 
M&C, costituita nel 2005, ha un capitale sociale di 80 milioni. Azionista di maggioranza assoluta, con il 54,256% è Carlo De Benedetti, attraverso la sua Per. La società, guidata da Giovanni Canetta Roader, presidente e amministratore delegato, ha azioni proprie per il 14%. La sua capitalizzazione odierna supera di poco i 46 milioni, oltre 40 milioni in meno rispetto alla fine di giugno.

DAMIANI AL MINIMO DEGLI ULTIMI CINQUE ANNI
A proposito di primati negativi, per quanto riguarda le quotate piemontesi, va aggiunto quello della Damiani di Valenza Po, che oggi ha chiuso a 0,898 euro (-1,54% rispetto a ieri), il prezzo più basso degli ultimi cinque anni almeno.

Reputazione web dei cento top manager ecco chi è salito e chi è sceso in giugno

John Elkann con il presidente Sergio Mattarella
Sergio Marchionne è mancato il 25 luglio, lasciando tutti costernati. E' stato un grandissimo manager, è già un mito del mondo imprenditoriale. Sia per le sue qualità che per la scomparsa negli ultimi giorni del mese appena passato, non c'è da stupirsi che anche la nuova classifica nazionale di “Top Manager Reputation”, relativa proprio a luglio 2018, evidenzi ancora al primo posto il compianto Sergio Marchionne, con 81,5 di share, il valore più alto da sempre.
Rispetto al giugno, il podio di Top Manager Reputaion, osservatorio permanente sui soggetti apicali delle principali imprese attive in Italia al vertice per reputazione sul web, è rimasto invariato: al secondo posto Urbano Cairo (numero uno di Rcs MediaGroup e della Cairo Communication, oltre che patron del Torino Calcio) e Francesco Starace (Enel) al terzo.
Per quanto riguarda i big che fanno riferimento al Nord Ovest, per le loro origini o per le imprese che guidano, il primo cambiamento di posizione rispetto a giugno emerge con John Elkann, diventato quarto. Il presidente sia di Exor, holding della quale è anche amministratore delegato, sia di Fca-Fiat Chrysler Automobiles sia della Ferrari, ha guadagnato uno scalino scavalcando Claudio Descalzi (Eni); il suo share è salito a 61,9 dal precedente 58,1 mentre è calato da 62,6 a 61,9 quello dell'amministratore delegato dell'Eni.
Gian Mria Gros-Pietro, presidente ISP
Nel mese passato, un gran salto è stato fatto registrare dal torinese Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo: ha conquistato dieci posizioni, passando dalla trentanovesima alla ventinovesima (share da 45,7 a 47,6). Invece, è rimasto ottavo Carlo Messina, l'amministratore delegato del colosso bancario e finanziario, aumentando comunque di un decimo il suo share, a 55.
Ancora maggiore è stata l'avanzata del piemontese Gabriele Galateri di Genola, presidente delle Generali, salito alla posizione numero 47 (share 44,1) dalla precedente numero 58. Al contrario di Luca Cordero di Montezemolo (presidente di Ntv – Italo), calato dalla posizione numero 46 alle 58 (share 43,2). Peggio è andata al genovese, di nascita, Alessandro Profumo, diventato sessantesimo (share 42,8) mentre era quarantesimo nella classifica di giugno.
Gabriele Galateri, presidente Generali
Dieci gradini li ha persi Paolo Fiorentino, il contestato amministratore delegato di Banca Carige. Era sessantesimo, è diventato settantesimo con share 40,7. Hanno perso posizioni anche la novarese Catia Bastioli, presidente di Terna, quarantaquattresima (una posizione in meno), Luca Bettone, amministratore delegato della Erg (da 79.mo a 82.mo) e Rodolfo De Benedetti, da 81.mo a 83.mo con share 37,5. Lapo Civiletti (Ferrero) è rimasto settantunesimo.
La graduatoria Top Manager Reputation comprende le prime cento figure apicali delle imprese attive in Italia e viene redatta distinguendo la reputazione, istantanea e storica, derivante dall'immagine percepita, dalla presenza digitale e, fra l'altro, 'impatto reputazionale dalla semplice notorietà.

Nella Vallée boom del tempo determinato il Piemonte con la quota minore: 12,8%

E' la Valle d'Aosta tra le regioni del Nord Ovest ad avere la quota maggiore dei dipendenti a tempo determinanto. A fine 2017, infatti, la regione alpina contava circa 6.900 dipendenti a tempo determinato, a fronte dei 34.100 a tempo indeterminato. Per il tasso dei lavoratori con contratto a termine è risultato pari al 16,9% di tutti gli occupati. Si tratta non soltanto della precentuale più alta del Nord Ovest e la nona in Italia, ma anche superiore alla media nazionale che è del 15,4.
In Liguria l'incidenza dei dipendenti a tempo determinato, al 31 dicembre scorso, era del 13,5% (59.900 gli occupati con contratto a termine e 383.300 quelli a tempo indeterminato) e del 12,8% in Piemonte, che, allora, aveva 178.500 dipendenti a tempo determinato e 1.218.600 a tempo indeterminato.
Complessivamente, le tre regioni del Nord Ovest a fine 2017 avevano circa 245.300 occupati con contratto a termine, corrispondenti alla quota del 13%. A proposito di quote, va rilevato che quella del Piemonte è la seconda più bassa d'Italia. Minore è unicamente quella della Lombardia (11,3%). Le più elevate, invece, sono quelle della Calabria (21,8%), della Sicilia (21,3%) e della Puglia (20,7%).

Oltre 150 opere di Marc Chagall ad Asti per la grande mostra a Palazzo Mazzetti

Dopo la tappa di Seoul, dove la mostra sta ottenendo un grandissimo successo, sta per arrivare ad Asti, per la prima volta, un’eccezionale selezione di oltre 150 opere di Marc Chagall, uno degli artisti più amati del ‘900. La selezione di dipinti, disegni, acquerelli e incisioni di Chagall saranno ammirabili, dal 27 settembre 2018 al 3 febbraio 2019, a Palazzo Mazzetti della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti. Un grande progetto, che rappresenta il punto di partenza di un'importante collaborazione tra Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Regione Piemonte, Comune di Asti e Arthemisia.
Palazzo Mazzetti ospiterà opere di varie epoche della vita di Chagall: dai suoi primi lavori degli anni '20 alla fuga traumatica dall'Europa, durante la seconda guerra mondiale, fino agli ultimi anni trascorsi dall'artista negli Stati Uniti. Un mondo intriso di stupore e meraviglia; opere nelle quali coesistono ricordi d’infanzia, fiabe, poesia, religione e guerra; un universo di sogni dai colori vivaci, di sfumature intense che danno vita a paesaggi popolati da personaggi, reali o immaginari, che si affollano nella fantasia dell’artista.
La mostra, curata da Dolores Durán Úcar, è organizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e dal Comune di Asti, con il sostegno e il patrocinio della Regione Piemonte, il patrocinio della Provincia di Asti e in collaborazione con Arthemisia.
Mario Sacco, il Presidente di Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, commenta: “La mostra si inserisce in un percorso di più ampio respiro, volto a migliorare e potenziare l’offerta culturale e museale della città: grazie alla recente nascita della Fondazione Asti Musei, progetto fortemente voluto e sostenuto dalle locali istituzioni, obiettivo primario è conservare, tutelare e valorizzare i beni presenti sul nostro territorio di indubbio valore storico-artistico, oggi, forse, troppo poco valorizzato ma con indubbie potenzialità di attrazione per i turisti. Si avvia, quindi, un nuovo ciclo per Asti: un sogno che finalmente si sta realizzando e inizio migliore non poteva che essere con un artista unico quale è Marc Chagall, che ha fatto della magia e del sogno la sintesi delle sue opere.”

Guala Closures di nuovo in Piazza Affari gran ritorno dopo dieci anni di assenza

Marco Giovannini, n.1 di Guala Closures
L'alessandrina Guala Closures di nuovo in Borsa. Dopo dieci anni di assenza. Da oggi, 6 agosto, Guala Closures, la multinazionale di Spinetta Marengo leader mondiale nel settore delle chiusure di sicurezza per prodotti liquidi – vini, alcolici, aceti e bevande – e farmaceutici, è tornata a essere trattata in Piazza Affari, da dove era uscita nel 2008.
Il ritorno in Borsa è conseguente alla fusione con la Space4, spac promossa da Sergio Erede e, fra gli altri, Sergio Mion (ex braccio destro dei Benetton). Space4 aveva rilevato, da alcuni fondi di investimento, un po' meno dell'80% del capitale della lussemburghese Gcl Holding, in possesso del 100% di Guala Closuer, a sua volta a capo di diverse società che costituiscono l'omonimo gruppo che ha 27 insediamenti produttivi, una presenza commerciale in oltre 100 Paesi, una mezza dozzina di centri di ricerca e più di 4.200 dipendenti.
Nel 2017, il gruppo Guala Closures ha fatturato 535 milioni di euro (+7% rispetto al 2016), realizzato per il 90% all'estero e ha conseguito un margine operativo lordo di 111 milioni. Nel 1998, quando ne ha assunto il comando Marco Giovannini, l'impresa alessandrina fatturava 70 milioni.
Lo stesso Marco Giovannini, è stato confermato presidente del nuovo Consiglio di amministrazione entrato in carica oggi. Con lui fanno parte del vertice di Guala Closures Anibal Diaz Diaz (responsabile finanziario del Gruppo), Francesco Bove, Filippo Giovannini, Edoardo Subert, Francesco Caio, Luisa Maria Collina, Lucrezia Rechlin e Nicola Colavita.
Oltre che numero 1 operativo, Marco Giovannini è azionista di Guala Closures, insieme a un gruppetto di manager.
Quotata nel segmento Star, l'azione Guala Closures ha chiuso la seduta a 9,80 euro (+1,34%). La società ha una capitalizzazione di poco inferiore ai 490 milioni.

All'asta quattro aziende Mossi & Ghisolfi Piemonte spera nell'intervento dell'Eni

Di Nunzio Ingiusto
Franco Locatelli, direttore di Firstonline
L’Italia non ha mai avuto molta fortuna con l’industria chimica. Con quella di base soprattutto, che negli anni passati ha divorato fior di miliardi. I colossi di casa hanno tutti fallito in strategie e vision. Quando si è trattato di approcciare la chimica verde – 260 miliardi di euro di fatturato annui, inserita in tutte le strategie ambientali – il sistema si è rimesso in moto. Non in Piemonte, però, dove, ironia della sorte, la Regione investe 40 milioni di euro di fondi europei, ma le società Biochemtex, Beta Renewables, Ipb (Italian Bio Products) e Ipb energia falliscono e vanno all’asta. Si tratta del perimetro bio del Gruppo Mossi & Ghisolfi, attive nel settore delle «bioenergie e delle tecnologie avanzate per la sintesi di biocombustibili e molecole verdi di nuova generazione da biomasse biocellulosiche rinnovabili». Una prospettiva industriale finita nel peggiore dei modi davanti al Tribunale di Alessandria. Il 25 settembre si apriranno le buste con base d’asta di 80 milioni .
La Versalis del Gruppo Eni ha presentato un’offerta non vincolante che scadeva però il 31 luglio, ma si vedrà. E’ la fine di un sogno, è stato scritto, a margine di una vicenda conclusa per carenza di strategia. E’ andata all’asta anche la più moderna raffineria di bioetanolo italiana situata a Crescentino. Un impianto che esperti e finanziatori giudicano tra i migliori al mondo.
L’Eni con la Versalis è interessata alla sintesi dei biocombustibili ed ai cicli produttivi legati alle biomasse. La sua eventuale aggiudicazione potrebbe risollevare le sorti delle aziende fallite e farle rientrare nel grande risiko della chimica verde. Un mondo nel quale l’Italia può giocare un ruolo, avendo a disposizione molti siti da poter riconvertire.
Il Piemonte, ha immaginato il salto di qualità, con la spinta della Giunta Chiamparino. Solo poche settimane fa ha annunciato di puntare molto sulle biotecnologie. Stanno preparando bandi per 280 milioni di euro complessivi, in un sistema di economia circolare che comprende progetti di efficienza energetica , sostegno per le fonti rinnovabili nelle piccole e medie industrie, opere di risanamenti ambientale. Il pacchetto prevede anche premialità che non potranno andare alle aziende fallite. Almeno per ora.
Sulla bioeconomia, comunque, si sta concentrando l’interesse di grandi investitori. Intesa Sanpaolo ha finanziato il Rapporto 2018 sulla Bioeconomia in Italia. La chimica verde è centrale, si legge, perché svolge e svolgerà un ruolo di traino per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile.
A fine 2017, tra grande e piccole industria, gli occupati erano 1,7 milioni con un fatturato, appunto, di 260 milioni di euro. Ma se in Piemonte si affrontano casi di scarsa efficienza industriale, è al Sud che si possono indirizzare nuovi capitali. In questa area del Paese, si possono avviare progetti di riqualificazione e riconversione di antichi siti industriali in moderni impianti per le biotecnologie. Per ora solo buoni propositi.

Per gentile concessione di Firstonline, giornale web indipendente di economia, finanza e Borsa diretto da Franco Locatelli e presieduto da Ernesto Auci (www.firstonline.info)

Notizie dal mondo delle Fondazioni locali Crt, Frdf-Riviera dei Fiori Onlus e "Goria"


FONDAZIONE CRT SOSTIENE COMUNITA' DI SANT'EGIDIO
Con un contributo di 120.000 euro, la Fondazione Crt ha rinnovato il proprio sostegno alla Comunità di Sant’Egidio per il suo programma di accoglienza e inclusione dei migranti in Piemonte. Il nuovo aiuto, che si aggiunge ai 120.000 euro stanziati per la prima fase del progetto, rafforzerà le numerose attività della Comunità di Sant’Egidio in Piemonte sul fronte dell’accoglienza e dell’inclusione: attivazione di servizi mensa e strutture residenziali, cene itineranti, distribuzione di alimenti e vestiario, iniziative di integrazione culturale, lavorativa, socializzazione e incontro. E ancora: la scuola di lingua e cultura italiana che, nel biennio 2016-2017, ha coinvolto 1.120 persone in cinque città (Novara, Borgomanero, Arona, Torino, Rivarolo).
“L’emergenza dei flussi migratori è probabilmente la sfida più rilevante che l’Europa è stata chiamata ad affrontare negli ultimi anni – afferma Massimo Lapucci, Segretario generale della Fondazione Crt e presidente di EFC –.Appare quindi doveroso che anche le nostre fondazioni, sempre più protagoniste della filantropia nazionale e internazionale, sappiano contribuire sul tema con iniziative e strumenti in grado di favorire una gestione ordinata ed il dialogo tra i popoli”.
Lapucci aggiunge: “La Fondazione Crt promuove e sostiene, da tempo, progettualità che vanno in questa direzione, affiancandosi ad altri attori di riconosciuta eccellenza, quali la Comunità di Sant’Egidio, da oltre trent’anni impegnata a livello internazionale e sul nostro territorio nel favorire la cooperazione, i processi di pace e l’accoglienza di migranti, rifugiati e richiedenti asilo”.
Secondo il report 2018 della Fondazione Migrantes, su una popolazione piemontese di 4.392.000 abitanti, i migranti sono 12.914 (l’8% del totale nazionale): un dato in calo rispetto al 2017, quando erano circa mille in più; quelli inseriti nel sistema Sprar di protezione per richiedenti asilo e rifugiati sono 1.986, il 5,5% del totale italiano.
E INTERVIENE PER PALAZZO MADAMA (JUVARRA)
La Fondazione Crt torna a investire su Palazzo Madama, di cui è storicamente il principale sostenitore privato, finanziando con 120.000 euro il cantiere studio per il restauro della splendida e scenografica facciata Juvarriana, capolavoro dell’arte barocca europea. Apre il cantiere studio della parte centrale dell’edificio, che coinvolgerà per tutta l’estate i docenti e gli studenti del Centro per il Restauro di Venaria Reale e consentirà di valutare lo stato di conservazione del cosiddetto marmo di Chianocco, elemento costitutivo della facciat, disegnata nel 1718 dall’architetto Filippo Juvarra, permettendo di ipotizzare come “curare” quell’antica pietra.
Questo darà modo alla Fondazione Crt di conoscere l’entità dell'intervento di restauro conservativo dell’avancorpo juvarriano e di quantificare il successivo contributo, che consentirà l’avvio delle opere alla fine del 2019, in ragione della necessità di bandire una gara europea.
“Fondazione Crt torna a prendersi cura di un bene cui non ha mai fatto mancare il proprio sostegno, che ha raggiunto la notevole cifra di 14 milioni di euro dal 1986 a oggi, raccogliendo il testimone dalla storica Cassa di Risparmio di Torino – ha dichiarato Giovanni Quaglia, il presidente della Fondazione torinese di via XX Settembre - Dopo aver reso possibile il grande progetto di restauro, recupero e valorizzazione dell’intero Palazzo, che ospita il Museo Civico d’Arte Antica, continueremo a tutelare questo straordinario simbolo di arte, cultura, storia e architettura: un patrimonio di Torino, del Piemonte, dell’intero Paese”.
“Ringrazio la Fondazione Crt per questo intervento – ha commenato Guido Curto, il direttore di Palazzo Madama - perché il corpo architettonico, progettato dallo Juvarra, su committenza della Madama Reale, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, presenta significativi problemi di conservazione. Di qui la necessità urgente di un suo completo restauro, che ne mantenga la bellezza decorativa ricostituendone l’antica solidità”.

LA FONDAZIONE RIVIERA DEI FIORI ONLUS CAMBIA PELLE
Marco Canova, vice presidente
Fondazione Riviera dei Fiori Onlus
Da fondazione erogativa a fondazione anche operativa. L'evoluzione della Fondazione comunitaria della Riviera dei Fiori Onlus si sta avviando quest'anno, dopo la decisione presa nel 2017, anno in cui l'attività tradizionale è stata limitata proprio in funzione del cambiamento promosso dal Consiglio di amministrazione.
La Fondazione continuerà a dare contributi ad anziani poveri e soli, a persone e famiglie con bisogni economici urgenti per gravi difficoltà temporanee, oltre che a concedere prestiti sull'onore agli studenti e, fra l'altro, a sostenere iniziative di solidarietà sociale; ma, inoltre, destinerà risorse per l'acquisizione di terreni ed edifici destinati a occupare attività coerenti con le finalità istituzionali della Fondazione, non escludendo la partecipazione a cooperative e imprese sociali.
Nel 2017 la Fondazione Riviera dei Fiori Onlus ha avuto entrate per quasi 32.000 euro (9.266 euro dal 5x1000) e ha deliberato erogazioni per poco più di 23.000 euro (16.800 per 42 doni di Natale agli anziani più bisognosi della provincia, segnalati dalla Caritas, dalla San Vincenzo de Paoli, da assistenti sociali, da parroci, e, fra gli altri, da amministratori di enti pubblici locali.
Il bilancio dell'esercizio passato, che ha avuto il parere favorevole del Revisore unico Mauro Picerno, è stato chiuso con un avanzo di 1.104 euro, destinato al Fondo di riserva per l'integrità del patrimonio, che supera i 520.000 euro. I fondi per l'attività istituzionale sfiorano i 433.000 euro.
La Fondazione della Riviera dei Fiori Onlus, i cui amministratori e il Revisore unico operano a titolo totalmente gratuito (non hanno neppure il rimborso spese), trae le risorse per la sua attività dalle donazioni di persone fisiche e giuridiche private e da società che apprezzano e condividono le azioni della Fondazione, dal “5 per 1.000” e dal patrimonio.
Dal 2007, quando ha avviato l'attività, alla fine dell'anno scorso, la Fondazione comunitaria della Riviera dei Fiori Onlus, costituita dalla Compagnia di San Paolo, che l'ha sostenuta anche in anni successivi, ha stanziato oltre un milione di euro a favore della comunità locale e ha aiutato migliaia di individui e le loro famiglie.

ALLA FONDAZIONE GORIA DUE RILEVANTI RICONOSCIMENTI
Nel comunicare che ha approvato il bilancio 2017, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Goria ha ricordato tra le attività principali dell'ente astigiano la formazione post lauream attraverso il Bando talenti della Società Civile e il Master in Management e Creatività dei Patrimoni Collinari, la realizzazione di percorsi d’approfondimento su temi d’attualità dedicati agli studenti delle scuole secondare di secondo grado come il progetto “7 marzo ’91: la migrazione albanese ad Asti: un esempio di integrazione”.
Inoltre, la realizzazione di progetti europei, che hanno visto gli studenti impegnati in laboratori internazionali; la valorizzazione sia del patrimonio culturale, che recentemente ha trovato la sua migliore espressione con il progetto Romanico Monferrato, sia dei fondi documentali custoditi negli archivi della Fondazione (recentemente è stato pubblicato l’inventario dell’Archivio Storico della Cassa di Risparmio di Asti 1730-1988). Ancora: le pubblicazioni dedicate ai bambini, l'accompagnamento agli autori della biografia di Giovanni Goria edita da Marsilio, i convegni, gli incontri e il lavoro d’implementazione e catalogazione del patrimonio librario della biblioteca della Fondazione.
L’attività della Fondazione Giovanni Goria è sostenuta da Fondazione Crt, Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
Non solo, tra i finanziatori dell’attività della Fondazione figurano il Mibac – Ministero per i beni e le attività culturali e la Regione Piemonte. A questo proposito vale la pena sottolineare che il 2018 in particolare ha premiato l’attività dell’istituto culturale. Si tratta dell’ammissione in due elenchi che premiano i soggetti che, con elevato livello scientifico e continuità, svolgono attività di studio, ricerca e divulgazione formativa, educativa e culturale.
Dopo avere partecipato alle selezioni nazionali, la Fondazione Giovanni Goria da quest’anno risulta tra i 266 Istituti culturali italiani inseriti nella tabella triennale del Ministero per i beni e le attività culturali dal 2018 al 2020. Poi, è stata ammessa nella tabella degli enti, istituti, associazioni e fondazioni di rilevo regionale, che regola i criteri di valutazione per l’erogazione dei contributi.
Due riconoscimenti morali ed economici capaci di portare nuovi stimoli alla creatività e all'impegno della Fondazione astigiana per la diffusione del gusto dell’approfondimento e della cultura.
Il presidente Marco Goria e il Segretario generale Carlo Cerrato hanno ringraziato il Consiglio d’Amministrazione, il Comitato esecutivo e tutto lo staff della Fondazione: “Senza il loro impegno e la loro passione non si sarebbe mai potuto ambire a questa grande soddisfazione”.

Frodi creditizie mediante furto di identità l'anno scorso oltre 1.500 casi in Piemonte

Aumentano le frodi creditizie mediante furto di identità. In Piemonte, nel 2017 sono stati oltre 1.500 (per la precisione 1.533) i casi di frode creditizia rilevati dal Crif, azienda globale indipendente specializzata in sistemi di informazioni creditizie e di business information, servizi di outsourcing e processing e in soluzioni per il credito (la sua clientela è formata da 6.300 fra banche e società finanziarie, più 44.000 imprese e 240.000 consumatori).
Un numero maggiore di frodi creditizie, attuate utilizzando illecitamente i dati personali e finanziari rubati al fine di ottenere prestiti o acquisire beni con l'intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene, è stato registrato in Sicilia (4.247 casi, primato nazionale), Campania, Lombardia, Puglia e Lazi .
In tutta l'Italia, sono state oltre 26.600 le frodi creditizie censite dal Crif nel 2017. L'importo medio delle frodi di questo tipo è risultato di 5.700 euro, per un valore complessivo di circa 153 milioni di euro.
In particolare, nella sola provincia di Torino le frodi creditizie attuate in seguito a furto di identità, l'anno scorso, sono state 853, delle quali 314 nel primo semestre. Questi i dati delle altre province piemontesi: 159 nell'Alessandrino (51 nel primo semestre), 137 nel Cuneese (60), 116 nel Novarese (45), 104 nell'Astigiano (38), 77 nel Vercellese (28), 44 nel Biellese (12) e 43 nel Verbano-Cusio-Ossola (18).
Il Crif ha precisato che sono soprattutto gli elettrodomestici i beni acquistati con un finanziamento ottenuto in modo fraudolento, rappresentando il 34,6% dei casi, tasso ben superiore al 9,9% riguardante auto e moto, il 6,6% % relativo all'arredamento e il 4,6& a elettronica, informatica e telefonia.
Secondo il campione esaminato, l'80% delle frodi creditizie è perpetrato utilizzando carte d'identità false o rubate. Quanto alla tipologia di finanziamento fraudolento, è stato rilevato che per il 55,8% si tratta di prestito finalizzato (credito al consumo) mentre quasi il 27,7 % dei casi riguarda le carte di credito.
Nel 57% dei casi la frode creditizia viene scoperta entro sei mesi; ma, più in generale, entro l'anno il tasso di scoperta è vicino al 70%.

Pininfarina: semestre d'oro, nuova società e fusione per incorporazione della "Extra"

Paolo Pininfarina, presidente dell'omonima società
Delle quotate del Nord Ovest che hanno comunicato, in questi ultimi giorni, i risultati conseguiti nel primo semestre 2018, è la Pininfarina a evidenziare la miglior performance reddituale rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Infatti, la Pininfarina ha ottenuto un utile netto di 3,1 milioni a fronte della perdita netta di 600.000 euro del gennaio-giugno 2017 e ha incrementato del 218,2% il margine operativo lordo (mol), salito da 2,2 a 7 milioni di euro.
Per incremento percentuale di redditività, la Pininfarina ha superato anche le due società della scuderia Gavio trattate a Piazza Affari: Astm-Autostrada Torino Milano e Sias.
Silvio Angori
amministratore delegato e dg
Nella sua semestrale, fra l'altro, la Pininfarina ha annunciato di avere costituito, nel maggio appena passato, la Pininfarina Engineering, controllata al 100%, alla quale in giugno ha conferito il ramo d'azienda Engineering, avente a oggetto l'attività di ingegneria svolta dalla conferente in parte direttamente e in parte tramite la controllata tedesca Pininfarina Deutschland Holding, la quale, a sua volta, ha conferito l'attività di ingegneria alla nuova società
Inoltre, dalla società con Paolo Pininfarina e Silvio Pietro Angori amministratore delegato (629 dipendenti a livello di gruppo, 34 in più rispetto al 30 giugno 2017) è stato comunicato che i Consigli di amministrazione della capogruppo Pininfarina e della Pininfarina Extra, interamente posseduta dalla holding, hanno approvato il progetto di fusione per incorporazione della Pininfarina Extra nella Pininfarina, avviando il progetto che porterà alla totale integrazione delle due aziende “verosimilmente con validità 1 gennaio 2019”.

RISULTATI NETTI – L'aumento dell'utile netto conseguito dalla Astm è stato dell'81% e del 62,2% quello di Sias. Dall'inizio di gennaio alla fine di giugno 2018, Astm ha conseguito un risultato netto di 83,3 milioni e di 127,8 milioni la Sias. L'incremento di Prima Industrie è stato del 47,9%, avendo dichiarato un utile netto di 11,1 milioni. Segue Diasorin con la crescita del 21,7% a 80,9 milioni, pari al 24,4% del suo fatturato. Poi, la Erg con il +4% (da 72,5 a 75,5 milioni). Quanto a Replay ha ufficializzato non il risultato netto ma quello ante imposte, che è stato di 64,2 milioni, superiore del 53,5% a quello del primo semestre 2017. La Centrale del Latte d'Italia, invece, ha denunciato una perdita netta di 821.000 euro (1 milione nel primo semestre dell'anno scorso) e di 20,5 milioni Banca Carige.

MOL (MARGINE OPERATIVO LORDO) – Il maggior tasso d'incremento della redditività della sola gestione operativa (esclusi gli interessi finanziari, gli oneri fiscali e gli ammortamenti), dopo quello della Pininfarina sono stati di Carige (+51,8% a 24,8 milioni), Centrale del Latte d'Italia (+ 34,8% a 3,3 milioni), Reply (+10,7% a 68,3 milioni), Sias (+8,2% a 352,1 milioni), Astm (+7,4% a 353,7 milioni), Erg (+7% a 277 milioni) e Diasorin (+1,6% a 128,2 milioni). Invariato, invece, il mol di Prima industrie, pari a 20 milioni di euro.

RICAVI – La miglior performance è di nuovo della Pininfarina, che ha aumentato del 39,6% il valore della sua produzione rispetto al primo semestre 2017, portandolo a 55,3 milioni. Il secondo posto va alla Astm il cui volume d'affari è cresciuto del 17,4% a 764,2 milioni. Sul podio anche Reply grazie all'incremento del 12,8% del fatturato, ammontato a 498,1 milioni. Reply ha fatto meglio di Sias (+7,3% a 577,6 milioni), Prima Industrie (+7,1% a 216,7 milioni), Diasorin (+3,7% a 331,2 milioni), Centrale del Latte d'Italia (+2,9% a 90,5 milioni). I ricavi di Erg sono invece calati a 516 milioni dai 534 di gennaio-giugno 2017.

POSIZIONE FINANZIARIA NETTA – Al 30 giugno appena passato, avevano una posizione finanziaria netta attiva Diasorin (103,7 milioni), Reply (50,2 milioni) e Pininfarina (3,8 milioni); mentre presentavano un indebitamento finanziario netto Erg (1,466 miliardi), Astm (1,410 miliardi), Sias (1,395 miliardi), Prima Industrie (75,5 milioni), Centrale del Latte d'Italia (70,9 milioni).

Intesa Sanpaolo: trionfo di Mauro Micillo per i risultati ottenuti nel primo semestre

Mauro Micillo, responsabile
divisione Corporate e Investment Banking
E' Mauro Micillo il vincitore del “campionato” interno di Intesa Sanpaolo, al giro di boa del primo semestre 2018. La divisione Corporate e Investment Banking, della quale Mauro Micillo è il responsabile, al 30 giugno è risultata prima per il risultato netto conseguito (1,135 miliardi di euro) dall'inizio dell'anno, prima per il maggiore incremento dell'utile rispetto al periodo gennaio-giugno 2017 (+39,4%), prima per il maggiore risultato della gestione operativa (1,595 miliardi) e per il relativo incremento (+33,3%), oltre che per il risultato corrente lordo (1,576 miliardi) e per il suo incremento (+39,4%), prima per il maggior incremento dei proventi netti (+24,3%), saliti così a 2,105 miliardi e, ancora, prima il maggior ribasso del rapporto cost/income, sceso di 5,1 punti al 24,2% dal 29,3% di fine giugno 2017. Un trionfo.
A proposito di cost/income il rapporto più basso è stato conseguito dalla divisione Insurance, guidata da Nicola Maria Fioravanti: 13,7% (14,3% al 30 giugno 2017). Medaglia d'argento alla divisione Asset Management, che ha al suo vertice operativo Tommaso Corcos, con 21,6% (20% precedente); bronzo alla Corporate e Investment Banking. Seguono, nell'ordine, la divisione Private Banking – responsabile Paolo Molesini – con il 29,4% (29,9%), la divisione International Subsidiary Banks, affidata a Ignacio Jaquotot, con il 49,3% (48,7%) e la divisione Banca dei Territori, pilotata da Stefano Barrese, con il 56,4%, al secondo posto per la maggiore riduzione dato che 12 mesi prima il rapporto era del 61,1%.
La divisione di Stefano Barrese ha mantenuto la medaglia d'oro per l'ammontare dei proventi operativi netti: 4,744 miliardi (+2,4% rispetto al primo semestre 2017), a fronte dei 967 milioni della rete estera (+2,4%), i 952 del Private Banking (-0,4%), i 620 dell'Insurance (+4,2%, che vale l'argento) e i 370 dell'Asset Management (+0,3%).
Per quanto riguarda i costi operativi, la miglior performance è stata della divisione di Stefano Barrese, che li ha ridotti del 5,5% rispetto al primo semestre dell'anno scorso, portandoli a 2,676 miliardi. Del 2,1% li ha diminuiti Paolo Molesini (sono ammontati a 280 milioni), mentre li hanno aumentati le divisioni di Corcos (+6,9% a 77 milioni), Jaquotot (+3,7% a 477 milioni) e Micillo (+2,6% a 510 milioni). Invariati a 85 milioni quelli della divisione Insurance.
Nicola Maria Fioravanti ha conquistato il secondo gradino del podio per l'incremento del risultato della gestione operativa, avendo conseguito nel semestre 535 milioni (+4,9% rispetto al gennaio-giugno 2017), a fronte dell'1,2% della rete estera (490 milioni) e dello 0,31% del Private Banking (671 milioni). Invece si è ridotto il risultato della gestione operativa delle divisioni guidate da Stefano Barrese (-3,7% a 1,014 miliardi) e Tommaso Corcos (-1,3% a 293 milioni).
Tornando al risultato netto del primo semestre, dietro la divisione di Mauro Micillo, i maggiori incrementi li hanno avuti le divisioni di Nicola Maria Fioravanti (+7,8%, con conseguente ammontare di 388 milioni), Stefano Barrese (+4,7% e 722 milioni) e Paolo Molesini (+2,4% e 461 milioni). Invece, si sono ridotti i risultati netti delle divisioni gestite rispettivamente da Ignacio Jaquotot (-28,2% a 366 milioni) eTommaso Corcos (-1,3% a 232 milioni).
Il gruppo Intesa Sanpaolo, che ha al suo vertice operativo Carlo Messina, amministratore delegato, conta in Italia 4.636 filiali e 12 milioni di clienti, mentre all'estero ha 1.147 filiali (966 nel resto dell'Europa) e 7,7 milioni di clienti.
Maggiore azionista di Intesa Sanpaolo, presieduta dal torinese Gian Maria Gros-Pietro, è la Compagnia di San Paolo con il 7,190% del capitale ordinario; mentre il 4,638% appartiene alla Fondazione Cariplo di Milano e il 4,190% alla JP Morgan Chase.

Mercato auto, crollo in Piemonte (-11,6%) a luglio boom in Valle d'Aosta (+60,2%)

Michael Manley
neo amministratore delegato di Fca
In totale controtendenza il mercato automobilistico piemontese. In luglio, nella regione subalpina sono state registrare 17.401 immatricolazioni di vetture nuove, l'11,6% in meno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, quando erano state 19.684. E questo mentre il mercato italiano nel suo complesso è aumentato del 4,42%, contando 152.393 consegne di vetture nuove. In Liguria gli acquisti sono stati 2.895 (+6,4%) e in Valle d'Aosta addirittura il 60,2% in più, ammontando a 4.652 contro i 2.904 di luglio 2017 (nella regione alpina, le nuove immatricolazioni sono favorite dalla minore imposta locale di trascrizione).
L'ulteriore perdita del mercato piemontese si deve soprattutto alla provincia di Torino, dove le nuove immatricolazioni in luglio sono state 12.212, a fronte delle 14.794 del corrispondente mese dell'anno scorso, evidenziando così un calo del 17,45%. E dato che le vendite di auto nuove rappresentano un buon indicatore congiunturale, questo significa che la crisi economica locale continua, come d'altra parte confermano anche altri dati.
Comunque, ecco, per singola provincia, il numero delle nuove immatricolazioni del mese appena passato e, tra parentesi, quello di luglio 2017: Alessandria 1.050 (978), Asti 493 (436), Biella 431 (421), Cuneo 1.660 (1.386), Novara 868 (922), Verbania 352 (358) e Vercelli 335 (389).
In Liguria: Genova 1.660 (1.386), Imperia 294 (316), La Spezia 480 (515), Savona 587 (485).
Totale delle tre regioni del Nord Ovest: 24.948 nuove immatricolazioni, 360 e l'1,4% in meno rispetto a luglio dell'anno scorso.
Il nuovo calo del Nord Ovest si aggiunge a quello di giugno, che però era stato molto più rilevante. Infatti, due mesi fa, il mercato automobilistico interregionale era crollato del 22% rispetto a giugno 2017, contro il 7,25% medio nazionale. Per la rete commerciale locale una perdita di fatturato stimabile in circa 144 milioni di euro.
In giugno, il Nord Ovest aveva fatto registrare 23.999 nuove immatricolazioni, il 13,7% delle 187.702 dell'intera Italia; mentre nel giugno 2017 erano state 30.769, pari al 16,1% del totale nazionale (187.642). Gli acquisti di auto nuove nelle tre regioni, pertanto, erano risultati 6.770 meno che nel giugno dell'anno scorso.
Gran parte della contrazione del mercato del Nord Ovest è stata provocata, anche allora,d alla provincia di Torino, dove le nuove immatricolazioni erano state 10.792 a fronte delle 17.383 del giugno 2017. Le altre province che avevano evidenziato perdite di immatricolazioni rispetto a giugno dell'anno scorso sono: Alessandria (1.135 dalle 1.220 precedenti), Genova (1.716 da 1.767), Imperia (320 da 337), Novara (994 da 1.162), Savona (607 da 636), Verbania (418 da 443) e Vercelli (416 da 430). Invariato, il numero delle nuove immatricolazioni a La Spezia: 559.
Invece, gli acquisti di auto nuove erano aumentati nelle province di Aosta (4.234 da 4.119 di giugno 2017), Asti (522 da 500), Biella (528 da 482) e Cuneo (1.761 da 1.725).

Ferrari e Intesa Sanpaolo cadono in Borsa nonostante i brillanti risultati del semestre

Avvio di agosto in retromarcia per l'indice Ftse Mib, che rappresenta le 40 principali quotate alla Borsa di Milano, e, in particolare, per la Ferrari e Intesa Sanpaolo, le due blue chip che hanno perso valore più di tutte. Infatti, oggi, 1 agosto, l'azione della Ferrari ha chiuso a 104,3 euro (-8,35% rispetto a ieri) e l'ordinaria Intesa Sanpaolo a 2,513 (-4,59%). Fra l'altro, il ribasso della Ferrari è risultato il secondo maggiore dell'intera Piazza Affari e quello di Intesa Sanpaolo è stato il nono in assoluto (l'indice Ftse Mib è sceso dell'1,91% a 21.791,45 punti).
John Elkann, neo presidente Ferrari
Con la Ferrari, presieduta da John Elkann dopo la scomparsa di Sergio Marchionne, hanno perso valore altre tre delle cinque quotate che fanno capo alla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi: Fca-Fiat Chrysler Automobiles è calata a 14,212 euro (-2,64%), la holding Exor a 56,06 (-0,39%) e la Juventus a 0,8735 (-0,06%); mentre è ancora risalita dello 0,80% Cnh Industrial a 10.115 euro.
Il crollo borsistico della Ferrari e la caduta di Intesa Sanpaolo sono stati concomitanti con l'annuncio dei rispettivi risultati semestrali, più che positivi per entrambe le società. Dall'inizio di gennaio al 30 giugno, la Ferrari ha consegnato 4.591 suoi gioielli a quattro ruote (+5,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso), conseguendo ricavi netti per 1,737 miliardi di euro (4 milioni in meno), un margine operativo lordo di 563 milioni (+10%) e un utile netto di 309 milioni (+19%). E l'indebitamento industriale netto è risultato di 472 milioni, cifra sostanzialmente uguale a quella del 31 dicembre, nonostante l'acquisto di azioni proprie per 30 milioni e la distribuzione di un dividendo di 136 milioni.
Così che è stata confermata l'aspettativa di terminare il 2018 con un indebitamento industriale netto inferiore ai 400 milioni, oltre che un margine operativo lordo superiore a 1,1 miliardi e ricavi di oltre 3,4 miliardi dopo la consegna di più di 9.000 bolidi costruiti a Maranello.
Carlo Messina,amministratore delegato Intesa Sanpaolo
Quanto a Intesa Sanpaolo, il primo semestre è risultato d'oro: fra l'altro, l'utile netto è stato di 2,179 miliardi, non soltanto superiore del 25% a quello del corrispondente periodo del 2017 ma anche il migliore dal 2008. E si arriva a 2,6 miliardi se si include la plusvalenza conseguente all'accordo con Intrum, “pertanto siamo nelle condizioni di poter affermare che l'utile netto del 2018 supererà i 3,8 miliardi del 2017” ha detto Carlo Messina, l'amministratore delegato del colosso finanziario.
Altri dati più che positivi: il risultato della gestione operativa è migliorato del 17%, con i proventi operativi netti aumentati del 6,1% (record storico) e i costi operativi calati del 3,4% (il cost/income è sceso al 49%, rapporto tra i migliori in Europa). Inoltre, lo stock dei crediti deteriorati lordi è diminuito del 24,2% rispetto al 31 dicembre e l'incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti è scesa al 9,3% al lordo delle rettifiche e al 4,6% netto. Il portafoglio dei crediti deteriorati è stato ridotto di 25 miliardi. E il Cet1, indicatore della solidità patrimoniale è salito al 13,6%.
Dal quartiere generale è poi stato fatto notare che Intesa Sanpaolo è un acceleratore della crescita dell'economia reale in Italia: nel primo semestre, è stato fornito a famiglie e imprese del Paese nuovo credito per circa 25,5 miliardi, sono state riportate in bonis circa 8.000 aziende (81.000 dal 2014), preservando circa 40.000 posti di lavoro (400.000 dal 2014).
Ed è stata evidenziata anche la responsabilità sociale e culturale del Gruppo, con iniziative per la riduzione della povertà infantile, partnership a supporto delle persone bisognose per fornire 8.200 pasti al giorno, 3.000 posti letto al mese e 3.000 medicinali al mese.