"Marchionne - lo straniero": Bricco spiega il manager che ha fatto vincere 2 perdenti


Il libro appena uscito
“Marchionne – lo straniero” è il titolo del libro di Paolo Bricco, inviato speciale del Sole 24 Ore, appena edito da Rizzoli, in edicola con il Corriere della Sera (13,50 euro) e in libreria (15,90). Come ha recensito Raffaella Polato, “questo non è un instant book; è un viaggio durato tre anni nelle fabbriche Fca d'Italia e d'America, tra i loro operai e tecnici e dirigenti, tra due culture diverse di due diversi mondi, che nessuno, prima di Sergio Marchionne, era riuscito industrialmente a integrare. E, soprattutto, a esaltare, al punto da trasformare due predestinati perdenti in un unico, vincente (sin qui) player globale”.
Paolo Bricco
“Trecento pagine in cui Marchionne – lo straniero è raccontato con la visione ampia dell'inquadramento storico e la precisione a prova di interpretazioni delle analisi economiche. Un saggio, sì. Cui dà forma, però, lo stile del miglior giornalismo” ha concluso Raffaella Polato, firma del Corriere, scrivendo della nuova opera di Paolo Bricco, nato a Ivrea, laurea in Scienze politiche all'Università di Torino e dottorato in Economia all'Università di Firenze, autore anche di “L'Olivetti dell'ingegnere” e “Olivetti, prima e dopo Adriano”.

A PIERO ANGELA IL PREMIO "TORINESE DELL'ANNO 2017"
Piero Angela è "Il Torinese dell'anno 2017". Il prestigioso riconoscimento è stato attribuito al famoso giornalista e divulgatore scientifico torinese dalla Giunta della Camera di commercio di Torino, presieduta da Vincenzo Ilotte. Questa la motivazione: "Per aver rappresentato lo stile torinese dell'impegno e della passione per il lavoro, coltivando in generazioni di italiani e non solo l'interesse per la ricerca e per le scoperte dell'uomo, attraverso un linguaggio accurato ma comprensibile e soluzioni innovative di comunicazione che hanno rivoluzionato il mondo della comunicazione scientifica, sempre valorizzando a livello nazionale e internazionale, i successi di ricercatori, pionieri, imprese e di quanti si impegnano quotidianamente per il progresso della società".
Il premio della Camera di commercio di Torino, giunto alla quarantunesima edizione, è dedicato a chi, torinese di nascita o di adozione, ha offerto un contributo speciale nel proprio settore di attività, economia, arte, scienza, sociale.

APPROVATO DAL MEF IL NUOVO STATUTO DELLA FONDAZIONE CRC
Il ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) ha approvato le modifiche allo statuto della Fondazione Crc di Cuneo, deliberate dal Consiglio generale del 14 giugno scorso e le successive integrazioni del 23 luglio. Il numero dei componenti del Consiglio generale passano da 23 a 19, dieci dei quali designati da enti pubblici e nove da enti privati. Tutte le modifiche avranno efficacia dal prossimo mandato.
“L'approvazione da parte del Mef -ha commentato Giandomenico Genta, presidente della Fondazione Crc – conclude l'intenso lavoro fin qui realizzato dalla Fondazione per rinnovare il proprio statuto, carta fondamentale dell'istituzione, le cui modifiche sono state deliberate all'unanimità”.

LA TORINESE CRISTINA PRONELLO NEL CDA DELLE FERROVIE
La torinese Cristina Pronello, laureata in Ingegneria civile-Trasporti al Politecnico di Torino, dove è professore associato, docente all'Université Lumier Lyon 2 e all'Utc de la Sorbonne, nonché presidente dell'Agenzia della Mobilità Piemontese, è stata eletta nel nuovo Consiglio di amministrazione delle Ferrovie dello Stato, designata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli.
In seguito all'incarico appena ricevuto, Cristina Pronello, lungo e prestigioso curriculum non solo accademico, dovrà lasciare, per incompatibilità, la presidenza dell'Agenzia della Mobilità Piemontese.

EMESSO IL PRIMO MINIBOND DI ADVICE GROUP
Advice Group, la prima società ad avere introdotto in Italia l'utilizzo del progress marketing, ha emesso il suo primo Minibond short term, quotato sull'Extramot pro di Borsa Italiana, facendo così il suo ingresso nel mercato del debito. Lo strumento è offerto per un controvalore massimo di 300.000 euro, ha una durata di 9 mesi e prevede per l'investitore un rendimento del 5,8% lordo annuo.
Adive è nata nel 2006 dall'idea imprenditoriale dei torinesi Fulvio Furbatto e Riccardo Barbieri, oggi rispettivamente chief executive officer e chief operation officer. Sede a Torino, uffici anche nella capitale del Perù e in quella della Colombia, Advice Group conta 40 dipendenti e nel 2017 ha fatturato circa 4 mkilioni. L'anno scorso è entrata a far parte delle FT1000, il ranking delle aziende europee a più veloce crescita stilato dal Financial Times.

Fondazione Crt: stanziati altri 5,3 milioni per sostenere 400 nuove iniziative locali

Il Segretario generale Massimo Lapucci e Giovanni Quaglia
presidente della Fondazione Crt
La Fondazione Crt, presieduta da Giovanni Quaglia, ha stanziato 5,3 milioni di euro a sostegno di circa 400 iniziative proposte da soggetti non profit di Piemonte e Valle d'Aosta nei primi quattro mesi di quattro mesi fuori da bandi specifici.
“Con le erogazioni ordinarie la Fondazione Crt contribuisce a dare linfa alle tante attività e ai tanti soggetti impegnati nella crescita sociale, culturale, produttiva del Piemonte e della Valle d’Aosta. Siamo una ‘forza della società’, capace di sostenere le altre componenti della stessa” ha dichiarato Giovanni Quaglia, contribuendo a ricucire i legami, spesso sfilacciati, di coesione della società, “che può essere aiutata, anche con il sostegno delle Fondazioni, a riconquistare i valori della solidarietà, della cittadinanza, della Comunità”.
A sua volta, Massimo Lapucci, Segretario generale della Fondazione Crt ha detto che “Il carattere innovativo delle iniziative proposte, la loro qualità e le potenziali ricadute sul territorio, sono tutti elementi centrali del processo di valutazione delle richieste ordinarie”. Ha aggiunto che “ La finalità, oltre al sostegno di progetti e iniziative capaci di migliorare la qualità della vita delle persone nei vari ambiti d’intervento – in linea con la mission della filantropia istituzionale – risiede anche nella volontà di contribuire alla costruzione di opportunità e nuovi spazi per soggetti non profit particolarmente attenti al ‘far rete’ e allo sviluppo nel tempo di capacità di autofinanziamento e sostenibilità”.
Welfare
In particolare, per l’area Welfare e territorio, la Fondazione Crt ha deliberato 160 contribut, per un importo complessivo di 1,8 milioni di euro destinati, tra gli altri, a iniziative di assistenza alle categorie sociali più deboli, a interventi per implementare le dotazioni delle organizzazioni di volontariato impegnate nella tutela e nella salvaguardia del territorio, sino agli eventi di valorizzazione del territorio stesso e dei suoi prodotti di eccellenza.
Tra i beneficiari, ad esempio, figurano il Soccorso alpino e speleologico piemontese di Grugliasco per l'acquisto delle nuove divise e dell’abbigliamento tecnico per i volontari della Regione Piemonte; l’Unione Montana dei comuni del Monviso Paesana per il concerto di Ferragosto Monviso Unesco 2018 che torna a Pian Muné, nell’ampio anfiteatro che ha come sfondo il Monviso; l’Associazione di promozione sociale “La bottega del possibile” di Torre Pellice per la realizzazione del 24° punto di ascolto sulla domiciliarità con focalizzazione sul tema dei minori; Dynamo camp di Marcello Pistoiese per “La terapia ricreativa per i bambini fragili di Torino”; la Fondazione cuneese Nuto Revelli Onlus per la “Rinascita pastorale alpina: progetto per un modello replicabile di insediamento produttivo permanente nella borgata Paraloup”.
Ricerca e Istruzione
Nell’ambito Ricerca e Istruzione sono stati approvati 157 contributi, per complessivi 2,7 milioni di euro: 971.000 euro destinati agli Atenei e circa 1,7 milioni a enti del territorio.
Tra i beneficiari vi sono il Centro Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi Torino per un progetto di formazione nelle scuole superiori sul tema “Internet, fake news e bolle informative”; la Fondazione Teatro Regio e Articolo Nove (dell’Opera Murialdo) per un programma educativo e di alternanza scuola-lavoro nelle periferie di Torino; l’Associazione Amici della Treccani per “Narrare la Scienza e l'Innovazione”; la Fondazione Clément Fillietroz (Osservatorio Astronomico Valle d’Aosta) per l’attività di ricerca su nuclei galattici attivi e asteroidi; l’Associazione View Conference per le iniziative di rilievo internazionale View Conference 2018 e Viewfest 2018 che si svolgeranno quest’anno alle OGR; l’Istituto di Medicina dello Sport con il progetto “Drop out sportivo” per una maggiore consapevolezza degli effetti dell’abbandono dell’allenamento sulla crescita organica, sociale e motoria degli adolescenti; la Fondazione Donat Cattin per l’attività di ricerca nel centenario della nascita di Carlo Donat Cattin nel 2019; la Fondazione David Hume per il progetto di ricerca “Qualità dell’istruzione e mobilità sociale”.
Sono inoltre stati sostenuti 40 progetti di ricerca degli Atenei del territorio e di enti di ricerca pubblici: le tematiche vanno dall’agroalimentare alla medicina, dalle scienze umane alla veterinaria.
Arte e Cultura
Nel campo Arte e Cultura sono 83 i contributi, per 775 mila euro a sostegno, tra gli altri, di festival cinematografici, premi letterari, attività culturali e di valorizzazione del patrimonio storico-artistico. Le risorse vanno, in particolare, a “Scrittorincittà 2018” che ogni anno richiama a Cuneo 30.000 visitatori; “Corto e Fieno. Festival del cinema rurale” di Novara che promuove un recupero delle tradizioni della terra in chiave innovativa; il progetto “Il richiamo della foresta. Festival di arte, libri e musica in montagna” a Brusson, nella cornice delle Alpi valdostane; l’iniziativa “Sul Filo del Circo Lab” di Cirko Vertigo. E ancora: “Torino design of the city 2018 – verso una città accessibile”; il congresso di rilevanza internazionale dell'IIC – International Institute for Conservation of Historic and Artistic Works sulla conservazione preventiva del patrimonio artistico; Open Singing, appuntamento speciale nell’ambito del Festival Internazionale MITO Settembre Musica: un concerto aperto alla cittadinanza invitata a cantare insieme a coristi professionisti e a un direttore sul “palco” delle OGR.

Imprese rosa di under 35: Novara prima Alessandria ultima e Savona penultima

Giorgia Garola, presidente Gruppo Giovani
Confindustria Piemonte
Nel Nord Ovest è la provincia di Alessandria ad avere la quota minore di imprese che fanno capo a donne con meno di 35 anni d'età. Questa situazione emerge dall'analisi dei dati di Infocamere-Unioncamere, la cui ultima rilevazione ha attribuito alla provincia di Alessandria 876 aziende con "capitane" under 35, l'8% delle 9.966 imprese rosa attive al 31 marzo 2018. Una densità ancora inferiore a quella dell'anno scorso, quando era risultata del 9,1% (920 imprese di giovanissime sul totale delle 10.143 rosa).
La provincia di Alessandria ha così mostrato una situazione peggiore anche di quella di Savona, che ha contato 668 aziende con “capitane” under 35, il 9% delle 7.413 imprese femminili attive al 31 marzo 2018 in questa parte del Ponente ligure. Una densità invariata rispetto alla stessa data dell'anno scorso, quando, le imprese femminili erano in provincia 673 su 7.470
Nei dodici mesi è rimasta uguale anche la quota di imprese con “capitane” under 35 dell'intera Liguria: 9,5%, come al 31 marzo 2017, quando ne risultarono 3.401 contro le 3.338 di quest'anno. Allora le aziende rosa nella regione marittima erano 36.036, cioè 252 in più rispetto alla fine di marzo 2018.
Nella provincia di Genova le imprese rosa di under 35 sono scese da 1.591 (9,4% di 16.935) a 1.565 (9,2% di 17.016) in quella di Imperia da 572 (9,5% di 6.052) a 569 (9,5% di 6.021). Invece, sono aumentate nella provincia di La Spezia: il loro numero assoluto è passato da 566 a 586 e la quota da dal 10,8% di 5.259 all'11% delle 5.334 imprese femminili operative al 31 marzo 2018.
Nella graduatoria delle province del Nord Ovest per densità di imprese femminili facenti capo a under 35, La Spezia è così risultata quarta, preceduta soltanto da Novara (12,3%), Vercelli (11,9%) e Torino (11,2%).
Valentina Spirito (al centro), presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Savona
Nella provincia di Torino, però, come in tutte le altre del Piemonte, il numero delle giovani imprenditrici si è ridotto. Infatti, qui, al 31 marzo scorso, le imprese guidate da capitane under 35 sono risultate 5.454, precisamente 101 in meno rispetto alla stessa data del 2017. Il calo è dell'1,8%, ma ancora maggiore è quello medio regionale (-2,6%), perché il Piemonte, negli ultimi dodici mesi, ha perso 277 imprese di donne giovani, passate da 10.716 a 10.439 e il totale delle aziende rosa è sceso da 97.578 a 96.754.
Le giovani stanno pagando alla crisi un prezzo più alto delle altre donne al comando delle aziende piemontesi. Lo dimostra il fatto che la perdita del complesso delle imprese “rosa “, formato da capitane di tutte le età, è stata inferiore a quella delle sole under 35. Il calo è stato dello 0,4%, essendo il totale sceso da 97.159 a 96.754.
Quelle guidate dalle under 35 rappresentano il 10,8% delle imprese femminili piemontesi al 31 marzo scorso, mentre erano l'11% alla stessa data 2017. Tassi superiori alla media piemontese sono evidenziati soltanto dalle province di Vercelli (11,9%) e di Novara (12,3%), campione interregionale dell'imprenditoria femminile più giovane.
Maddalena Guidetti
Gruppo Giovani Confindustria Novara
Invece, cenerentola delle imprese “rosa” di under 35 in Piemonte e nell'intero Nord Ovest è la provincia di Alessandria, che ne conta 876, pari all'8,8%. Tra l'altro, a fine marzo 2017, la loro quota era ancora del 9,1%, corrispondente a 920 aziende. Penultima piemontese la provincia di Biella: 333 imprese femminili di under 35 (9,1%), ancora 23 in meno rispetto a dodici mesi prima, quando la loro quota era del 9,6%.
Quanto alle restanti tre province piemontesi, ecco le rispettive quote alla fine di marzo scorso: Asti 9,4% (507 su 5.386) Cuneo 10,8% (1.678 su 15.492) e Verbania 10,7% (318.su 2.966).
La retromarcia delle imprenditrici più giovani trova giustificazione non soltanto nella congiuntura non favorevole, ma anche nelle crescenti difficoltà ad avviare nuove attività (burocrazia in testa) e, fra l'altro, all'affievolimento dello spirito di iniziativa, un'epidemia locale molto dannosa. Naturalmente, il fenomeno riguarda anche la Valle d'Aosta dove la quota delle imprese femminili di capitane under 35 è calata dal 10,3% (299 su 2.909) al 10,2% (295 su 2.891).

Il peso della scomparsa di Marchionne non solo sui titoli della Famiglia torinese

Sergio Marchionne, scomparso mercoledì 25
“Totalmente inattesa e scioccante, la scomparsa di Sergio Marchionne, mercoledì scorso è stata accompagnata dalla perdita di 5,83 miliardi del valore borsistico delle cinque quotate controllate dalla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, la cui capitalizzazione è scesa a 72,798 miliardi dai 78,628 miliardi di venerdì 20. Della caduta ha risentito tutta Piazza Affari, dato che la capitalizzazione delle società che fanno capo agli eredi del fondatore della Fiat è pari al 12% circa dell'intero listino.
Nelle sedute successive, però, anche i titoli della galassia torinese hanno un po' recuperato (capitalizzazione complessiva di 75,984 miliardi, venerdì scorso), favorendo la ripresa diffusa della Borsa, il cui indice Ftse Mib, che rappresenta le 40 principali società di Piazza Affari, ha chiuso la settimana sfiorando i 22.000 punti”.
Incomincia così l'articolo incentrato sulla settimana borsistica delle quotate piemontesi e pubblicato oggi dal Corriere Torino, edizione locale del prestigioso Corriere della Sera, che sta ottenendo consensi sempre maggiori.
Delle 37 quotate che fanno riferimento al Piemonte, 23 hanno registrato prezzi superiori - in misura diversa - rispetto al venerdì precedente, a fronte delle 14 che, invece, hanno subito ribassi. Quanto alle quattro che fanno riferimento a soggetti liguri, tre hanno evidenziato cali del valore delle loro azioni – Banca Carige (0,0083 euro), Biancamano (0,275), Erg (19,27 - mentre la Orsero ha ottenuto un aumento, chiudendo a 7,75 euro.
Tra le società piemontesi che hanno migliorato la loro performance settimanale spiccano le due del gruppo Gavio: Astm, risalita a 23,65 euro dai 20,80 euro di venerdì 20 e Sias, la cui quotazione è ritornata a 14,56 euro dai 12,73 euro della settimana prima.
Ma a brillare più di tutti è stato, ancora una volta, il titolo della torinese Reply. Il suo ultimo prezzo è stato di 59,7 euro, superiore ai 59,3 euro di venerdì 20 e nuovo record storico. Così il valore riconosciuto dal mercato all'impresa dei Rizzante ha raggiunto il massimo (finora) di 2,233 miliardi. “La corsa di Reply, ininterrotta ormai da anni, non è stata rallentata neppure dalle discutibili azioni di Trump, dal nuovo governo giallo-verde e dai suoi continui contrasti interni, dalle crescenti preoccupazioni per la finanza pubblica, dall'annunciata fine delle spinte della Bce targata Mario Draghi, dall'andamento generale non favorevole della Borsa” si legge ancora nella rubrica domenicale del Corriere di Torino dedicata alla settimana borsistica.
Comunque, le azioni delle quotate piemontesi con rialzi nell'ultima settimana sono quelle di Bim, Basicnet, Borgosesia, Buzzi, Cairo Communication, Cdr Advance, Centrale del Latte d'Italia, Cnh Industrial, Cover, Damiani, Dea Capital, Fidia, Intesa Sanpaolo, Iren, Italgas, M&C, Pininfarina, Tecnoinvestimenti, Ubi Banca e Vittoria Assicurazioni.
Al contrario, venerdì scorso hanno chiuso con ribassi rispetto a sette giorni prima, Cir, Cofide, Diasorin, Exor, Ferrari, Fca-Fiat Chrysler Automobiles, Gedi Gruppo Editoriale, Italia Independent, Juventus, M&C, Prima Industrie, Rcs MediaGroup, Sogefi e Visibilia Editore.

Le rispettive quotazioni di venerdì 27 luglio si possono leggere nella tabella qui sotto.

Protagonisti liguri e piemontesi alla ribalta


PAGANETTO E MELLEY NEL NUOVO VERTICE DEL COLOSSO CDP
Matteo Melley, neo consigliere Cassa Depositi e Prestitit
Il nuovo vertice della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), il braccio economico del Governo e colosso finanziario italiano di livello internazionale, ha ben due liguri tra i nove componenti del Consiglio di amministrazione, l'organo principale. I due liguri sono Luigi Paganetto, nominato vice presidente, e Matteo Melley.
Nato a Genova nel dicembre del 1940, Luigi Paganetto, professore emerito di Economia politica, docente di Economia europea all'Università romana Tor Vergata, di cui è stato anche preside, fra l'altro insegna alla Scuola nazionale di amministrazione. E' un illustre economista, che ha ricoperto incarichi rilevanti anche all'estero.
Spezzino, classe 1960, avvocato, Matteo Melley è presidente della Fondazione Caripezia dal 2001, riconfermato nel 2013. Fra l'altro, Matteo Melley è vice presidente dell'Acri, l'associazione nazionale delle fondazioni di origine bancaria (Fob) e delle Casse di risparmio. Dell'Acri è anche componente del Comitato esecutivo e il coordinatore del Comitato Piccole e Medie fondazioni, oltre che uno dei più fidati collaboratori del presidente Giuseppe Guzzetti.
Nel nuovo Consiglio di amministrazione della Cdp non si trova alcun piemontese, al contrario del passato.

SENZA NORDOVEST L'UFFICIO DI VICEPRESIDENZA UNIOCAMERE
Nessun rappresentante del Nord Ovest neppure nel nuovo Ufficio di vice presidenza di Unioncamere, l'unione nazionale delle Camere di commercio presieduta dal lombardo Carlo Sangalli. I nuovi vice presidenti, destinati a restare in carica nei prossimi tre anni, sono otto, tutti numeri uno delle rispettive Camere di commercio, nessuna delle quali in Piemonte, Liguria o Valle d'Aosta.

LAURA CERRA PREPARA LA FONDAZIONE DELLA VALSESIA
Laura Cerra, componente del Consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, è stata chiamata a presiedere il comitato promotore della Fondazione comunitaria della Valsesia, della quale è stato avviato l'iter costitutivo per iniziativa e con il sostegno sia della stessa Fondazione vercellese presieduta da Fernando Lombardi sia della Compagnia di San Paolo.
“Si tratta di un progetto che era tra gli obiettivi più importanti del Documento Programmatico Pluriennale della nostra Fondazione, diretto a venire incontro ai bisogni della Valsesia in maniera più efficace” ha detto Fernando Lombardi, aggiungendo che l'iniziativa è portata avanti con fermezza anche da Paolo Tiramani, attuale sindaco di Borgosesia e condiviso dalla comunità valsesiana.

CAROLINA VERGNANO TURBO AZIENDALE
Carolina Vergnano 
“Siamo veramente felici di questa nuova collaborazione: un progetto come la rete Gradita è una grande opportunità di crescita e di evoluzione, non solo per gli scenari commerciali che può aprire, ma soprattutto perché permette di confrontarsi con altre imprese su temi importanti. Un incredibile valore aggiunto per la valorizzazione del made in Italy in tutto il mondo”. E' con queste parole che Carolina Vergnano, responsabile dei settori estero e marketing dell'omonima azienda familiare, ha commentato l'ingresso della Caffè Vergnano nella rete di aziende “Gradita”, che riunisce una selezione di marchi italiani di eccellenza nel campo alimentare, unendosi a produttori quali Callipo Conserve Alimentari, Divella, Pietro Coricelli, Callipo Gelateria, Fratelli Polli, Galvanina.
Caffè Vergnano è la più antica torrefazione italiana, fondata nel 1882 da Domenico Vergnano, di cui Carolina è bisnipote. Gestita da sempre dalla famiglia, la Caffè Vergnano di Chieri esporta in 95 Paesi e conta 140 dipendenti. Ha appena aperto, nella stazione ferroviaria di Roma Termini, la sua caffetteria numero 137.
A Carolina Vergnano, 37 anni, quarta generazione, tre figli, e all'azienda di famiglia L'Economia del Corriere della Sera ha dedicato un'intera pagina, nella quale è stato riportato che il fatturato 2017 è stato di 86,2 milioni e che la prossima tappa estera sarà l'Irlanda (un obiettivo è raddoppiare al 40% la quota dell'export dall'attuale 20% nei prossimi tre anni.

LUCA PONZIO LASCIA I GIOVANI DI NOVARA
Per raggiunti limiti di età, il quarantenne Luca Ponzio si è dimesso da presidente del Gruppo Giovani dell'Associazione Industriali di Novara, incarico che ricopriva dalla fine del 2015. Fino alle nuove elezioni il coordinamento del Gruppo è affidato al vice presidente Andrea Notari, che è anche vice presidente della Federazione regionale del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte.
Con Andrea Notari, fanno parte del Comitato direttivo del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Associazione industriali di Novara Mara Bertolo, Maddalena Guidetti, Daniele Iatta e Alberto Letizia.

Aiutati con i sussidi contro la povertà quasi 55.000 abitanti del Nord Ovest

Quasi 55.000 abitanti delle tre regioni del Nord Ovest, appartenenti a 19.000 nuclei familiari, hanno beneficiato di misure contro la povertà (Rei e Sia) nel primo semestre 2018. Lo ha appena comunicato l'Inps, ricordano che il Rei (reddito d'inclusione) è una misura di contrasto alla povertà di carattere universale, condizionata alla valutazione della condizione economica. Dal primo giorno di gennaio di quest'anno il Rei ha sostituito il Sia (Sostegno per l'inclusione attiva).
L'Inps ha anche precisato che il Rei si compone di due parti: un beneficio economico, erogato mensilmente, oltre che di un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, volto al superamento della condizione di povertà, predisposto sotto la regia dei Servizi sociali del Comune.
Per beneficiare del Rei, il nucleo familiare deve essere in possesso, congiuntamente, fra l'altro, di un Isee non superiore a 6.000 euro, nessun percettore di prestazioni di disoccupazione, avere la presenza di un minore o di un disabile, o di una donna in stato di gravidanza o di un disoccupato di oltre 55 anni.
In Piemonte, i nuclei familiari che hanno ricevuti benefici economici di contrasto alla povertà, nel primo semestre, sono stati 14.201 (in particolare, 12.162 hanno beneficiato del Rei e 2.039 del Sias), con il coinvolgimento di 41.161 persone (33.143 hanno avuto il Rei e 8.018 il Sia). L'importo medio del contributo mensile è stato di 269,55 euro.
In Liguria i nuclei familiari aiutati sono risultati 4.561 (4.136 con il Rei e 425 con il Sia), per un totale di 12.566 persone (10.940 con il Rei e 1.626 con il Sia). Importo medio del contributo mensile 261,57 euro.
Infine la Valle d'Aosta: 237 i nuclei familiari che hanno usufruito del Rei (205) e del Sia (32), per il totale di 692 persone, delle quali 565 hanno avuto il Rei e 127 il Sia. Valore medio dell'aiuto: 307,99 euro.
In tutta l'Italia, nel primo semestre di quest'anno, sono stati erogati benefici economici di contrasto alla povertà a 311.000 nuclei familiari, per un totale per un totale di oltre un milione di persone.

Compagnia di San Paolo: Alberto Anfossi Segretario generale "erede" di Gastaldo

Alberto Anfossi
Il Comitato di Gestione della Compagnia di San Paolo, presieduto da Francesco Profumo, ha nominato, all’unanimità, Alberto Anfossi nuovo Segretario Generale della Fondazione, dalla quale è stato aggiunto che il Comitato di Gestione e il Consiglio Generale ringraziano Piero Gastaldo per l’eccellente lavoro svolto negli anni in cui ha guidato la Fondazione. “I risultati del suo operato sono sotto gli occhi di tutti, basti ricordare che nell’ultimo biennio abbiamo realizzato i dati finanziari migliori in 10 anni e che sotto la sua guida l’attività istituzionale della Compagnia è stata centrale per lo sviluppo dei nostri territori” ha dichiarato Francesco Profumo.
Individuare il successore di Piero Gastaldo, Segretario generale dal 2001 di una delle maggiori fondazioni di diritto privato europee, è stato un percorso complesso iniziato e condiviso fin dai primi mesi dell’anno. E’ stato fondamentale per il Comitato di Gestione della Compagnia, in una dialettica di confronto, lavorare per lo stesso obiettivo, identificando il profilo più adeguato ad affrontare le sfide di sviluppo e innovazione che il contesto locale, nazionale e internazionale pone al mondo della filantropia.
Per questo motivo e nell’ottica di assicurare una prospettiva di lungo periodo – riporta il comunicato dell'Ente torinese di corso Vittorio Emanuele - il Comitato di Gestione ha deciso di affidare questo delicato ruolo a un brillante giovane manager, che ha maturato esperienze rilevanti e con risultati significativi in Compagnia. In linea con la visione del piano strategico 2017-2020 che posiziona la fondazione come un hub di conoscenza per il territorio, la scelta si è orientata su un profilo interno con l’obiettivo di valorizzare al massimo il potenziale delle competenze sedimentato nel corso degli anni, anche grazie allo stesso Piero Gastaldo all’interno della Compagnia”.
Il Comitato di Gestione, convinto che l’eredità da raccogliere sia una sfida ambiziosa ha aggiunto:“esprimiamo piena e concorde fiducia ad Alberto Anfossi e gli garantiamo il totale supporto per consolidare i risultati raggiunti dal “capitale paziente” della Compagnia e per svilupparne ulteriormente la mission orientata al benessere del territorio e delle persone”.
Alberto Anfossi, 40 anni, laureato con lode in Fisica all'Università di Torino, ha conseguito un dottorato di ricerca in Fisica al Politecnico di Torino e ha iniziato la sua carriera come ricercatore post-doc nel campo della meccanica statistica quantistica.
Dopo aver conseguito un master in Economia al Collegio Carlo Alberto ha lavorato al Politecnico di Torino, all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e al Collegio Carlo Alberto, supportando i gruppi di ricerca nell’attrazione di fondi competitivi e nella gestione dei finanziamenti. Ha partecipato agli esercizi di valutazione presso l'Agenzia Nazionale per la Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR)
Entrato nel Consorzio Compagnia di San Paolo Sistema Torino nel 2013, come responsabile dell’area Fund Raising, nel maggio 2016 ne è stato nominato direttore. Nel 2018 viene selezionato in Compagnia di San Paolo per il ruolo di direttore Sviluppo del Territorio con la responsabilità di coordinare le diverse unità per rendere operativo il piano strategico 2017-2020. È anche del Fondo Ricerca e Innovazione di Equiter.

Aeroporto di Torino: un altro vuoto d'aria in giugno ha perso voli e passeggeri (-7%)

Roberto Barbieri
amministratore delegato Sagat
Altro vuoto d'aria all'aeroporto Sandro Pertini di Torino-Caselle. In giugno, lo scalo torinese ha registrato 4.010 voli, tra arrivi e partenze (-7,1% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso) e 337.568 passeggeri (-7%). Il nuovo calo si aggiunge a quello dei sette mesi precedenti. E' dalla fine del 2017, infatti, che il “Sandro Pertini” perde quota ininterrottamente, a causa soprattutto della cancellazione di diverse rotte da parte dell'Alitalia, che ha tenuto unicamente quella con Roma.
Sta di fatto che l'andamento dello scalo di Torino-Caselle è in controtendenza rispetto al sistema aeroportuale italiano, che in giugno ha evidenziato ancora una crescita dell'1,5% dei voli (152.368) e del 5,2% dei passeggeri (17.878.991). Così che la quota del “Sandro Pertini” è scesa all'1,89% del mercato nazionale e lo scalo torinese è sceso al quattordicesimo posto nella graduatoria per numero di clienti. Come emerge dall'ultima rilevazione di Assaeroporti, l'associazione dei gestori dei 38 scali attivi nel nostro Paese.
Per numero di passeggeri avuti nel mese scorso, l'aeroporto di Torino-Caselle è stato preceduto in classifica da quelli di Verona (385.916), Olbia (437.590), Cagliari (466.603), Pisa (588.188), Palermo (653.811), Bologna (784.855), Milano-Linate (835.790), Napoli (960.495), Catania 966.984), Venezia (1.123.347), Bergamo (1.178.834), Milano-Malpensa (2.257.696) e Roma-Fiumicino (4.088.050).
Il secondo scalo del Nord Ovest, il “Cristoforo Colombo di Genova” è invece ancora salito di quota: in giugno ha contato 2.220 movimenti (+9,4%) e 154.105 passeggeri (+18,8%). Infine, il terzo, il piccolo aeroporto di Cuneo-Levaldigi: 475 i voli, tra arrivi e partenze (+0,6%) e un totale di 10.254 passeggeri (-2,7%).
Nell'intero 2017, l'aeroporto di Torino Caselle, gestito dalla Sagat (presidente Giuseppe Donato e amministratore delegato Roberto Barbieri,) ha contato 4.176.556 passeggeri, il 5,8% in più rispetto all'anno prima e suo record storico; mentre il “Cristoforo Colombo” ne ha avuti 1.249.374 (-1,6% rispetto al 2016), che sono valsi allo scalo genovese il posto numero 23 nella graduatoria nazionale e la quota dell'1,6% del mercato italiano.

News di Fondazioni bancarie piemontesi

FOSSANO PREPARA UN POLO D'ARTE CONTEMPORANEA
Gianfranco Mondino, presidente
Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano
Nuovo impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano e della locale Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali, ai fini della riqualificazione di edifici e aree del centro storico cittadino. I due Enti fossanesi, infatti, hanno già manifestato la volontà di sostenere la ristrutturazione dell'ex Chiesa del Salice e la sua destinazione a polo di arte contemporanea diffuso, che contempla anche la creazione di una sala polivalente da adibire a esposizioni temporanee.
Il relativo studio d'intervento, complesso, è in fase di preparazione. Come si può leggere sul sito dell'Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte (www.fondazionipiemontesi.it), l'opera comporterà una spesa stimata in circa 1,2 milioni di euro, coperta per mezzo milione dalla Regione Piemonte.
Vuota e inutilizzata da molto tempo, l'ex Chiesa del Salice ha le porte chiuse al pubblico da circa sessant'anni, da quando la comunità del Salice si spostò nella chiesa di nuova costruzione. Acquistata dal Comune di Fossano nel 1941, sconsacrata e da allora utilizzata principalmente come magazzino, l'ex Chiesa del Salice ha subito il crollo parziale del tetto nel 1974 e, vent'anni dopo, ha rischiato l'abbattimento, per essere sostituita da un parcheggio.
Solo negli anni '90 si è incominciato a parlare della possibilità di un restauro dell'ex Chiesa del Salice, dopo che la Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano ha finanziato il rifacimento delle sue coperture. Da allora, solo interventi per tamponare situazioni di emergenza della struttura e impedirne il cedimento o danni irreparabili: fra questi lavori, il consolidamento del campanile, concluso da poco, grazie alla Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Fossano.
Ora, per l'ex Chiesa del Salice, si sta aprendo un percorso nuovo, con lo storico edificio destinato a ospitare le espressioni artistiche più moderne e contemporanee.
Con la Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano fanno parte della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Fossano la Fondazione CRT, la Compagnia di San Paolo e le imprese fossanesi Balocco, Biesse, Bongioanni, Dentis, Maina, Mg, Unifarma, Viglietta Guido, Viglietta Matteo.

TORTONA INNOVA IL MUSEO DEL DIVISIONISMO
Dante Davio, presidente
Fondazione Cassa Risparmio di Tortona
La Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona investe ulteriormente sul suo Museo del Divisionismo, attualmente oggetto di importanti opere di manutenzione (è garantita, comunque, la consueta apertura del sabato e della domenica dalle 15 alle 19). E' già stato installato un nuovo sistema di illuminazione a luce led, fornito dalla Erco, leader mondiale nel settore illuminazione opere d'arte. Si tratta di una tecnologia all'avanguardia, che garantisce la migliore resa cromatica e la massima tutela delle opere (è stata adotta anche dalla Galleria d'arte moderna di Milano e dalla Fondazione Prada).
Inoltre, verranno eseguite opere di tinteggiatura delle pareti con i colori della celebre casa anglosassone Farrow & Ball, per contestualizzare le opere in una esposizione museale di carattere ottocentesco (il Museo del Divisionismo è ospitato nel Palazzetto medievale di corso Leoniero, acquisto dalle Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona); quindi, sarà completamente rinnovato l'allestimento basato su ordine cronologico e sulla valorizzazione delle aree tematiche e scuole regionali, per esaltare le peculiarità della collezione e l'unicità del Museo.
A proposito della raccolta, ormai riconosciuta a livello anche internazionale, nell'ottica del graduale consolidamento, la Fondazione ha comunicato che nuove opere andranno ad ampliare la collezione, citando “Ritratto di Armando Mazza” di Umberto Boccioni, “La preferita” di Giovanni Sottocornola, “I bagni Pancaldi di Livorno” di Alfredo Muller, “Ritorno dall'Alpe” di Giovanni Battista Ciolina e “Una sosta o lupi di mare” di Adriano Baracchini Caputi.

BRA RILANCIA IL PROGETTO “BRAVINRICERCA”
Donatella Vigna (prima a sinistra), presidente
Fondazione Cassa di Risparmio di Bra
La Fondazione Cassa di Risparmio di Bra ha avviato la quinta edizione del progetto “Bravinricerca”, rivolto ai giovani del territorio, capaci e meritevoli, che intraprendono studi nella ricerca scientifica di base. Un nuovo contributo è stato destinato a un percorso didattico per la valorizzazione delle eccellenze in campo scientifico, percorso condotto, nel liceo Giolitti-Gandino di Bra, da docenti della Scuola secondaria superiore e dell'Università di Torino.
In aggiunta, la Fondazione ha previsto un concorso per l'assegnazione di due borse di studio, dell'importo di 2.000 euro ciascuna, istituite in memoria di Giancarlo Borla, già Segretario generale della Fondazione e vice direttore della Cassa di Risparmio di Bra, “per perpetuare il già fervido ricordo per le alte doti morali e, fra l'altro, per la qualificata affermazione professionale”.
Per partecipare al concorso, gli studenti locali, dovranno aver superato l'esame della scuola superiore secondaria con valutazione non inferiore a 90/100 nell'anno scolastico appena terminato e risultare iscritti, per l'anno accademico 2018-2019, in una Università italiana o straniera, a un corso di Matematica o Fisica o Chimica o Biologia, con l'intendimento di intraprendere la strada della ricerca scientifica di base.

A CUNEO “ORIZZONTE VELA” PER I DISABILI
Giandomenico Genta, presidente
Fondazione Crc 
Nell'ambito di “Orizzonte Vela”, progetto promosso dalla Fondazione Crc di Cuneo e volto a fornire una risposta condivisa e diffusa,in tutta la provincia, alle esigenze delle persone con disabilità intellettiva e delle loro famiglie, un gruppo dei servizi socio sanitari cuneesi, insieme con le cooperative sociali e le associazioni dei genitori, sta realizzando un lavoro di ricerca e azione sui temi dell'abitare, del lavoro e della qualità di vita delle persone con disabilità.
Essendo emersa l'esigenza di conoscere e approfondire alcuni modelli di welfare innovativi a livello nazionale, 18 operatori in rappresentanza dei consorzi soci-assistenziali e al Comitato 162 per le associazioni dei genitori, hanno voluto conoscere da vicino il sistema di servizi alle persone con disabilità attivi in provincia di Trento. Un'esperienza che si è rivelata ricca di spunti e di riflessioni. Nel prossimo dicembre, la Fondazione Crc organizzerà una giornata di approfondimento di livello nazionale durante la quale, fra l'altro, verranno illustrati i risultati del progetto “Orizzonte Vela”.
La domanda per partecipare a bando dovrà essere presentata entro il 30 novembre prossim

Sceso di 5,8 miliardi il valore delle quotate che fanno capo agli Agnelli-Elkann-Nasi

John Elkann, numero 1 della Famiglia torinese
Mercoledì tragico. E' mancato Sergio Marchionne, un grandissimo, un mito. E proprio oggi, giorno dell'ufficializzazione dell'azzeramento del debito industriale di Fca, uno degli obiettivi prioritari del manager che ha salvato e rilanciato il Gruppo, l'azione è precipitata e ha trascinato nel crollo tutti i titoli quotati che fanno capo alla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, compresa la Juventus di Ronaldo.
Fca-Fiat Chrysler Automibiles ha chiuso la seduta a 13,99 euro, il 15,5% in meno rispetto a ieri. Questo ribasso è risultato il maggiore di tutta Piazza Affari e tale da riportare Fca allo stesso prezzo del 19 ottobre del 2017. Rispetto a venerdì scorso, quando l'azione ha incominciato a risentire delle voci sulla gravità delle condizioni di Marchionne, il valore borsistico di Fca è diminuito di 3,729 miliardi di euro, scendendo a 21,507 miliardi. Capitalizzazione inferiore a quella della Ferrari, che pure, a sua volta, è calata a 21,700 miliardi, 1,623 miliardi meno dell'ultima seduta della settimana passata.
Insieme, le cinque quotate controllate dalla Famiglia torinese formata dagli eredi del fondatore della Fiat, hanno visto ridurre a 72,797 miliardi il loro valore complessivo riconosciuto dal mercato, a fronte dei 78,628 miliardi di venerdì scorso. Una perdita di oltre 5,8 miliardi.
La capitalizzazione di Exor, la holding degli Agnelli.Elkann-Nasi è scesa da 13,641 a 12,932 miliardi (-709 milioni) e da 894 a 852 milioni quella della Juventus, unica quotata del gruppo a non avere Sergio Marchionne in Consiglio di amministrazione. Nonostante tutto, invece, è risalita da 15,535 a 15,806 miliardi la capitalizzazione di Cnh Industrial.

Risparmio gestito: più riscatti che raccolta giugno in rosso per tutte le Sgr piemontesi

Carlo Messina, amministratore delegato Intesa Sanpaolo
Giugno in rosso per l'industria del risparmio gestito attiva in Italia. La raccolta netta da parte dei gestori di fondi comuni e di portafogli patrimoniali è stata negativa per 579 milioni (differenza fra i riscatti e le nuove sottoscrizioni), somma comunque molto inferiore ai 6,910 miliardi “persi” in maggio e, comunque, tale da non impedire la chiusura del primo semestre con una raccolta netta positiva per 9,328 miliardi e con risparmi in gestione per 2.060,798 miliardi.
Per quanto riguarda, i gestori che fanno riferimento al Piemonte, il nuovo rapporto di Assogestioni, l'associazione nazionale del settore, evidenzia che il gruppo Intesa Sanpaolo in giugno si è confermato secondo maggior operatore in Italia, nonostante il calo di 716 milioni della raccolta netta, diminuzione dovuta tutta a Eurizon (-816,5 milioni), perché invece Fideuram l'ha aumentata di 100,5 milioni. Alla fine del semestre, il Gruppo guidato da Carlo Messina aveva in gestione risparmi per 395,497 miliardi, dei quali 306,920 da parte di Eurizon e 88,547 da parte di Fideuram. La quota del Gruppo è risultata pari al 19,7% del mercato italiano.
Al settimo posto nella classifica nazionale dei gruppi per risparmio gestito si trova Ubi Banca (maggior azionista singolo è la Fondazione Crc di Cuneo), che in giugno ha avuto una raccolta netta negativa per 165,1 milioni e a fine semestre patrimoni in gestione per 59,583 miliardi (3% del mercato).
Molto staccati gli altri tre operatori piemontesi, anche loro con chiusure del mese in rosso. In trentaquattresima posizione il gruppo Banca Sella (raccolta netta negativa per 84,6 milioni in giugno e risparmio gestito per 7,326 miliardi a fine semestre); la torinese Ersel è trentaseiesima (-244,4 milioni nel mese e risparmio gestito per 5,990 miliardi a fine semestre) e il gruppo Bim-Banca Intermobiliare quarantesimo: in giugno la sua raccolta netta è stata negativa per 49,9 milioni, così che il risparmio gestito in fondi comuni e portafogli è sceso a 2,160 miliardi).

Cassa integrazione, in giugno boom ligure aumento in Piemonte, calo in Val d'Aosta

LIGURIA - Giugno agghiacciante in Liguria per il boom della cassa integrazione straordinaria e per quella di solidarietà. Il mese scorso, infatti, l'Inps ha autorizzato in Liguria 564.470 ore di cassa integrazione straordinaria, il 323,1% in più rispetto alle 123.413 ore autorizzate nel giugno del 2017. Nessun'altra regione ha fatto registrare un'impennata simile (seconda è risultata l'Umbria con l'aumento del 153,7%) e a livello nazionale si è avuto addirittura un calo del 29,42%.
Considerando che la cassa integrazione straordinaria viene concessa in casi di ristrutturazione, riorganizzazione, riconversione produttiva, crisi di particolare rilevanza sociale e in caso di procedure concorsuali, quali fallimento e liquidazione coatta amministrativa, appare evidente la gravità della situazione del mercato del lavoro in Liguria, dove, fra l'altro, le ore di cassa integrazione per solidarietà sono balzate dalle 96.463 del giugno 2017 alle 503.838 del mese appena passato. L'incremento è del 422,3% e anche in questo caso si tratta del record italiano. Ancora più significativo perché l'intero Paese ha fatto registrare una diminuzione del 29,6% delle ore di cassa di solidarietà.
In giugno, in Liguria, sono invece diminuite le ore di cassa integrazione ordinaria, conseguente a a eventi temporanei come la mancanza di commesse, essendo risultate 63.622 (-72,8% rispetto alle 223.715 del corrispondente mese dell'anno scorso) e quelle in deroga, solo 480.
Tuttavia, il bilancio complessivo resta profondamente negativo. Infatti, in Liguria, il mese scorso sono state 628.572 le ore totali autorizzate dall'Inps per trattamenti di integrazione salariale, il 48,8% in più rispetto allo stesso mese del 2017. Con la Liguria soltanto altre tre regioni hanno evidenziato un aumento del totale delle ore di cig: la Toscana (+59,9%), il Lazio (+40,8%) e il Piemonte (+13,1%). Nell'intera Italia sono scese del 27,6%.
Il risultato di giugno, comunque, non ha impedito alla Liguria di chiudere il primo semestre 2018 con cali delle ore di cassa integrazione: -47% per le ore totali (2.792.296), -6,55% per l'ordinaria (814.095), - 51,69% per la straordinaria (1.955.889) e –93,61% per quella in deroga. Unica eccezione la cassa per solidarietà, cresciuta del 117,29% a 744.173 ore.

PIEMONTE- Nuova ricaduta. Il mese scorso, in Piemonte, la cassa integrazione è tornata ad aumentare. Le ore autorizzate dall'Inps per i trattamenti di integrazione salariale sono state oltre 2,5 milioni (per la precisione 2.513.235), il 13,09% in più rispetto a giugno 2017. E certo non consola la constatazione che sia successo lo stesso ad altre quattro regioni, perché, invece, le restanti 15 hanno fatto registrare un calo, tanto che, a livello nazionale, la riduzione è risultata del 27,58%. 19.545.124 le ore di cassa autorizzate in giugno, a fronte dei 26.988.471 dello stesso mese dell'anno passato.
In Piemonte, il mese scorso, sono aumentate del 62,67% le ore di Cig ordinaria (1.711.628) e del 16,5% le ore di cassa per solidarietà (381.280), mentre non si è avuta neppure un'ora di Cig in deroga (168 ore nel giugno 2017) e sono diminuite del 31,48% le ore di cassa integrazione straordinaria, passate infatti da 1.169.949 a 801.697.
La ricaduta di giugno, comunque, non ha inficiato il risultato positivo dell'intero primo semestre 2018, che il Piemonte ha chiuso con 16.573.230 ore autorizzate per l'insieme dei trattamenti di integrazione salariale, quindi con il 22,38% in meno rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso. E un calo ancora maggiore è stato registrato proprio per la cassa integrazione straordinaria, le cui ore sono diminuite del 36,21% a 8.696.046 dai 13.633.152 dei primi sei mesi 2017. Ancora maggiori sono stati i cali percentuali delle ore di cassa per solidarietà (-45,44%) e di cassa in deroga (-97,49%).
Unico confronto semestrale negativo è quello relativo alle ore di Cig ordinaria, cresciute del 7,69% a 7.866.798 contro i 7.304.730 del gennaio-giugno 2017.
I paragoni con le medie italiane evidenziano una maggiore sofferenza del mercato del lavoro piemontese. Infatti, dall'inizio dell'anno alla fine del mese appena passato, il Piemonte ha avuto un calo delle ore totali di Cassa integrazione percentualmente inferiore a quello nazionale (-34,37%), oltre che della Cig straordinaria (-40,71% a livello nazionale), mentre ha denunciato un aumento delle ore di cassa ordinaria, in controtendenza all'Italia nel suo complesso, che invece le ha ridotte dell'1,87%.

VALLE D'AOSTA – In piena controtendenza rispetto alle altre due regioni del Nord Ovest, la Valle d'Aosta mostra un calo del 49,5% del totale delle ore autorizzate per trattamenti di integrazione salariale in giugno (13.510) e, al contrario, un aumento del 25,4% nell'intero semestre (281.341). In particolare, le ore di cig ordinaria sono state 13.510 in giugno (-41,2%) e 265.719 dall'inizio dell'anno (+21,93), le ore di cassa straordinaria zero il mese scorso e 15.622 nel semestre (+536,6%), zero anche quelle di solidarietà in giugno e 5.286 dal primo giorno di gennaio (+115,4%) e zero pure quelle in deroga, sia nel mese che nel semestre.

Personalità e imprese del Nord Ovest

IL NUOVO VERTICE DI CONFINDUSTRIA VALLE D'AOSTA
Giancarlo Giachino, neo presidente Confindustria Valle d'Aosta
L'assembla generale di Confindustria Valle d'Aosta ha eletto Giancarlo Giachino presidente per il 2018-2020. Vice presidente vicario è Guido Bertolin (Salumificio Maison Bertolin), mentre gli altri due vice presidenti sono Francesco Bonfiglio e Simone Lingeri. Il Consiglio generale è formato anche da Monica Pirovano, Paolo Musumeci, Ivan Voyat (presidente sezione Edili), Enrico De Girolamo (presidente Energia), Francesco Turcato, Marino Paillex (presidente Servizi, Ambiente Salute), Giuseppe Proto (presidente Trasporti), Federico Caniggia e Davide Dell'Innocenti (presidente Gruppo Giovani). Probiviri sono: Adriano Balma, Francesco Emiliani, Edy Incoletti, Paolo Savio ed Elena Vittaz. Presidente dei revisori contabili: Antonella Cestonaro.
Giancarlo Giachino, che è già stato al vertice del comitato Piccola industria, è amministratore delegato della Viérin Cesarina, impresa di pulizia e di commercializzazione di prodotti per l'igiene (una settantina di dipendenti). Prende la guida di Confindustria Valle d'Aosta, che ora conta 161 imprese associate, 11 in più rispetto a un anno fa. Le nuove iscritte sono: Acerbi Carpenterie, Operval, Cioccolato Valle d'Aosta, Vertosan, Club Med, Compal, Grange Antonella Sicurezza, Pm Immobiliare, Sant'Orso Immobiliare e Allianz.

ALESSANDRO BARBERIS LASCIA TECNOINVESTIMENTI
Alessandro Barberis
Alessandro Barberis, già presidente della Camera di commercio di Torino e, precedentemente, in ruoli apicali nel gruppo Fiat e, fra l'altro, in Sanpaolo Imi, si è dimesso, “per motivi strettamente personali”, da consigliere di amministrazione e vice presidente di Tecnoinvestimenti, società quotata in Borsa, al cui vertice era stato chiamato pochi mesi fa. La notizia è stata comunicata dalla stessa Tecnoinvestimenti, con l'aggiunta che, al suo posto, come consigliere, è subentrato l'alessandrino Gianpaolo Coscia. Classe 1955, imprenditore agricolo, titolare dell'azienda Cascina Opera di Valenza, Gianpaolo Cosca è anche presidente della Centrale del Latte di Alessandria e Asti, dopo esserlo stato della Camera di commercio di Alessandria e, fra l'altro, di Confagricoltura sia di Alessandria sia del Piemonte.
Oggi, 23 luglio, l'ultimo prezzo dell'azione Tecnoinvestimenti è stato di 5,41 euro, inferiore dell'1,81% a quello di venerdì scorso.

IN PIEMONTE 845 LE TABACCHERIE CONVENZIONATE CON BANCA5
In Piemonte sono 845, finora, le tabaccherie convenzionate con Banca5, che fa parte del gruppo Intesa Sanpaolo e che si pone come la prima open digital bank italiana, garantendo piena integrazione di prodotto/processo al mondo fintech attraverso innovativi modelli di business e la propria piattaforma tecnologica.
Nelle tabaccherie convenzionate con Banca5 (oltre 15.000 in tutta l'Italia), i clienti Intesa Sanpaolo dotati di carte di debito del circuito Maestro, MasterCard, Visa, possono prelevare contante, fino a 150 euro al giorno. Per effettuare il prelievo, oltre all'abituale carta di debito con relativo Pin, all'intestatario carta viene richiesto di esibire la tessera sanitaria nazionale per consentire la lettura elettronica del codice fiscale. Fino al 31 dicembre 2019, le operazioni di prelievo saranno gratuite.
Delle tabaccherie piemontesi convenzionate con Banca5, eccone, per provincia , il numero: Alessandria 89, Asti 37, Biella 49, Cuneo 113, Novara 57, Torino 417, Verbania 40, Vercelli 43.


LA DOPPIETTA DI DEA CAPITAL (DE AGOSTINI)
Doppietta del gruppo Dea Capital, società quotata in Borsa e che fa capo alla De Agostini della famiglia novarese Boroli-Drago. La controllata Dea Capital Alternative Funds ha avviato il fondo Idea Agro, primo fondo di private equity italiano dedicato a investimenti in aziende della filiera agricola, localizzate in Italia e operative in modo eco-sostenibile. Il primo closing del fondo, che ha registrato la partecipazione di diversi investitori istituzionali, è pari a 80 milioni di euro; ma lo sviluppo avverrà facendo ricorso a ulteriore fund raising nonché tramite la possibilità che gli investitori apportino imprese operanti nella filiera agricola.
La seconda iniziativa del gruppo Dea Capital è rappresentata dall'acquisto della maggioranza del capitale della Snaidero, leader in Europa per le cucine componibili, da parte di Idea Corporate Credit Recovery II, fondo gestito da Dea Capital Alternative Funds. Dea Capital ha asset in gestione per circa 11,6 miliardi di euro.

ASSICURAZIONI: INNOVATIVO ACCORDO ITALIANA E UNIQA
Italiana Assicurazioni (Reale Group) e Uniqa Assicurazioni hanno concluso, con i rispettivi gruppi agenziali, un nuovo importante accordo remunerativo e normativo, che avrà effetto dal 1 gennaio prossimo, quando le due Compagnie saranno fuse nella nuova Italiana Assicurazioni. A fronte dell'individuazione di tre modelli di agenzia – agili, ad alto potenziale, strutturate – l'intesa prevede un trattamento economico indifferenziato.
Roberto Laganà, direttore generale di Italiana e di Uniqa ha commentato: “Sono molto soddisfatto della conclusione di questo accordo, che dimostra la nostra scelta di centralità delle reti fisiche. Siamo infatti convinti che esse siano finalizzate a creare un valore aggiunto complessivo per la nuova italiana”. A sua volta, Luca Colombano, direttore centrale commerciale e mercato di Italiana, oltre che direttore commerciale e marketing di Uniqa ha detto: “Siamo orgogliosi di avere raggiunto in breve tempo e insieme con le due rappresentanze agenziali un nuovo accordo indifferenziato, semplice e meritocratico. E' un accordo innovativo perché mette a disposizione di tutti elementi, come la previdenza, che sono tipici di poche e lungimiranti imprese, come la nostra”.

PRESS SWAN TERZA DIVISIONE DEL GRUPPO ALPITOUR
Villaggio del gruppo Alpitour in Sardegna (Villasimius)
Il gruppo Alpitour, sede e quartiere generale a Torino, ha previsto per l'esercizio 2018, che chiude a fine ottobre, un fatturato del tour operating di 720 milioni, il 10,8% in più rispetto all'esercizio precedente. In particolare è attesa una crescita dell'11,3% della divisione Alpitour e del 9,6% per quella Francorosso. I dati sono stati anticipati in occasione della presentazione ufficiale della terza divisione, chiamata Press Swan e formata da Press Tours e Swan Tours, che ridisegnano struttura societaria e commerciale per valorizzare i singoli brand.

Quando le quotate di Agnelli-Elkann-Nasi hanno sentito la mancanza di Marchionne

Qui sotto il mio articolo pubblicato oggi, domenica 22, dal Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera diretta da Umberto La Rocca. L'articolo è incentrato sull'andamento delle quotate che fanno capo alla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi dopo le prime voci sulle condizioni di Sergio Marchionne.

Sergio Marchionne
Ore 17,30 di venerdì, l'altro ieri. L'indice Ftse Mib, che rappresenta le 40 principali quotate alla Borsa di Milano, chiude a 21.974,6 punti (-0,41% rispetto al giorno prima); ma ben tre società controllate dalla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi spiccano tra le prime cinque che hanno subito i maggiori ribassi della seduta: Ferrari ha chiuso a 119,8 euro (-2,4%), Fca-Fiat Chrysler Automobiles a 16,416 (-2,31%) ed Exor, la holding, a 56,60 euro (-1,97%).
Anche per Cnh Industrial, in calo da oltre tre settimane, l'ultimo prezzo – 8,822 euro - è più basso di quello precedente (-0,25%).
Delle cinque quotate della Famiglia torinese, soltanto una presenta un confronto positivo, la Juventus (+1,14%), per la continuità dell'effetto Ronaldo.
Guarda caso, la Juventus è l'unica quotata del Gruppo che non ha Sergio Marchionne in Consiglio di amministrazione (fino a ieri, Marchionne era presidente e amministratore delegato della Ferrari, amministratore delegato di Fca, presidente di Cnh Industrial e vice presidente non esecutivo di Exor, la controllante guidata da John Elkann, che ne è presidente e amministratore delegato).
Altro che la ripresa della guerra dei dazi, altro che lo stallo per le grandi nomine da parte del governo giallo-verde e le sue forti divisioni interne, altro che le crescenti preoccupazioni per la finanza pubblica italiana; le azioni delle società facenti capo agli eredi del fondatore della Fiat risentivano già, venerdì, di quello che stava capitando nel Gruppo, delle incertezze conseguenti alla malattia di Sergio Marchionne e alle scelte che ne sarebbero derivate.
Alla Borsa – si sa – le incertezze proprio non piacciono: alla loro diffusione reagisce con i ribassi. Ecco perché i titoli della galassia Exor hanno incominciato a perdere valore da quando Sergio Marchionne è uscito dalla scena pubblica e la sua assenza ha incominciato a prolungarsi. E le cadute delle quotazioni si sono intensificate con l'accelerazione delle voci sul suo stato di salute.
Il 15 giugno, un paio di settimane dopo la presentazione del nuovo piano industriale di Fca, quando ancora non tutti credevano che Sergio Marchionne avrebbe realmente abbandonato la guida del Gruppo nel 2019 e neppure si immagina che potesse avere problemi di salute, Ferrari quotava 127,65 euro e faceva segnare il suo nuovo record storico; Fca 17,894 euro, Exor 61,30 euro e Cnh Industrial 9,836 euro. Valori che da allora hanno continuato a scendere.
Un fenomeno destinato a coinvolgere anche le quotate della componentistica automotive che fanno riferimento al Piemonte; infatti, da quello stesso 15 giugno, hanno perso valore pure le azioni della Sogefi dei figli di Carlo De Benedetti (da 3,02 euro ai 2,714 di venerdì scorso) e della torinese Fidia (da 6,82 euro a 6,36), mentre Prima Industrie è riuscita a tenere botta, almeno finora, pur avendo terminato l'ultima seduta con un ribasso dello 0,14%, a 36,76 euro.
Naturalmente, quale sarà l'evoluzione dei prezzi delle quattro grandi quotate del gruppo Agnelli-Elkann-Nasi si potrà incominciare a ipotizzare domani, quando Piazza Affari esprimerà i suoi primi giudizi sulle scelte fatte ieri da John Elkann e dagli altri consiglieri di amministrazione. Ricordando i prezzi massimi del poker della Famiglia torinese, raggiunti tutti nel 2018: 19,844 euro Fca (29 gennaio), 65,42 euro Exor (15 maggio), 12,39 euro Cnh Industrial (12 gennaio) e, appunto, 127,65 euro Ferrari (15 giugno).

Le due fondazioni bancarie di Torino consolidate sul podio dei patrimoni netti

Francesco Profumo, presidente
Compagnia di San Paolo
Un unico sorpasso, l'anno scorso, nel gruppo delle prime dieci fondazioni di origine bancaria per patrimonio netto. La Fondazione Cariparo-Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha conquistato il quarto posto, scavalcando la Fondazione Cariverona, scesa così al quinto. Al 31 dicembre scorso, infatti, il patrimonio netto di Fondazione Cariparo è risultato di 1,986 miliardi (1,874 alla stessa data del 2016), mentre quello di Fondazione Cariverona è calato a 1,812 miliardi dai 2,055 miliardi di fine 2016.
La classifica è diventata finalmente possibile in seguito alla pubblicazione del bilancio di Fondazione Roma, ultima grande a renderlo pubblico, pochi giorni fa.
Invariato il podio. Al 31 dicembre scorso, sul gradino più alto è rimasta Fondazione Cariplo con il patrimonio netto di 6,956 miliardi di euro (6,820 miliardi a fine 2016), sul secondo la Compagnia di San Paolo con 6,014 miliardi (5,880) e sul terzo la Fondazione Crt – Cassa di Risparmio di Torino con 2,192 miliardi (2,170).
In sesta posizione, nella top ten 2017, si trova la Fondazione di Firenze con 1,655 miliardi (1,629 miliardi a fine 2016). Settima si è confermata Fondazione Roma con 1,496 miliardi (1,483) e ottava la Fondazione Crc di Cuneo con 1,319 miliardi (1,483). Seguono, nell'ordine, la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca con 1,193 miliardi (1,189 miliardi al 31 dicembre 2016) e la Fondazione Cariparma, che chiude la classifica delle prime dieci con 1,011 miliardi (1 miliardo tondo a fine 2016).

In Piemonte calo di mutui e surroghe aumentati prestiti personali e finalizzati

Una panoramica di Torino
Più prestiti personali e finalizzati, meno mutui casa. Questa l'evoluzione dell'indebitamento delle famiglie in Piemonte nel primo semestre di quest'anno. A evidenziare il fenomeno è il Barometro Crif, che puntualmente rileva l'andamento delle richieste di prestiti e muti (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi on line).
Dallo studio di Crif emerge che in Piemonte, dall'inizio di gennaio alla fine di giugno, le richieste di nuovi mutui e surroghe sono diminuite del 4,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, sostanzialmente in linea con la performance negativa registrata a livello nazionale (-4,4%). “La dinamica in atto – viene spiegato dal Crif – è ascrivibile fondamentalmente al costante ridimensionamento dei mutui di sostituzione, mentre si registra una incoraggiante ripresa delle richieste di nuovi mutui”.
Soltanto la provincia di Vercelli, però, ha evidenziato una crescita (+18,5%), mentre tutte le altre hanno denunciato contrazioni, particolarmente Verbania (-13%) e Alessandria (-12,2%). Nel Torinese le richieste sono diminuite del 3,1%.
Quanto agli importi medi dei mutui richiesti in Piemonte, la media regionale è risultata di 115.151 euro (126.094 quella italiana), con i minimi delle province di Biella (97.384 euro) e di Vercelli (99.635) e i massimi di Verbania (137.877) e Cuneo (125.037). In mezzo: Novara (117.755), Torino (115.765), Asti (109.144) e Alessandria (102.506).
Per i prestiti finalizzati all'acquisto di beni e servizi, quali auto e moto, arredamento, elettrodomestici, elettronica, viaggi, palestre, cure mediche, le richieste del primo semestre in Piemonte sono aumentate dello 0,9% rispetto al corrispondente periodo 2017, ma con differenze significative a livello provinciale, come nei casi di Biella (+8,6%) e Cuneo (+6,8%) e, al contrario, Novara (-7,6%) e Verbania (-7,3%). La media regionale dell'importo richiesto è stata di 7.658 euro, con la punta superiore di Biella (8.752 euro) e il minimo di Torino (7.288 euro).
Relativamente ai prestiti personali (senza una finalità specifica), in Piemonte il numero delle richieste è aumentato dell'8,8%, più della media nazionale, che è stata del 7,6%. In particolare, la provincia di Vercelli ha fatto segnare l'incremento del 26,7%, superiore anche a quella di Cuneo (+17,5%), mentre la crescita più contenuta (+5,6%) è stata nella provincia di Torino. Per gli importi si va dai 13.786 euro di Novara ai 12.191 di Cuneo. La media regionale è stata di 12.661 euro (12.398 nella provincia di Torino), a fronte dei 13.219 euro della media italiana.

Naspl: oltre 58.000 nei primi cinque mesi le domande presentate nel Nord Ovest

Quasi 58.500. Tante sono le domande di prestazione Naspl presentate all'Inps, nelle tre regioni del Nord Ovest, dall'inizio di gennaio alla fine di maggio. A chiedere le prestazioni economiche introdotte il primo giorno di maggio del 2015 in sostituzione dell'indennità di disoccupazione, sono state 41.154 persone in Piemonte, 14.491 in Liguria e 2.854 in Valle d'Aosta. In tutta l'Italia, nello stesso periodo, sono state 606.632, per cui la quota del Piemonte è risultata del 6,8% e del 2,4% quella della Liguria.
Le richieste di quella che era l'indennità di disoccupazione, alla quale ha diritto chi ha perso il lavoro involontariamente, cioè non per sua decisione, in Piemonte erano state 103.564 nell'intero 2017 e 95.819 nell'intero 2016; in Liguria rispettivamente 233.254 e 219.336, in Valle d'Aosta 6.740 e 6.377. Numeri che confermano la continuità della grave crisi economica del Nord Ovest e dell'Italia nel suo insieme.

Le ragioni del boom dei depositi bancari superata quota 1.481 miliardi a fine giugno

Antonio Patuelli, presidente Abi
Tra i piccoli risparmiatori cresce la fifa. Abbandonano i titoli di Stato, di obbligazioni bancarie non ne vogliono neppur sentire parlare, la Borsa è più rischiosa che mai e così tornano a mettere quei pochi soldi che restano sul conto corrente, nonostante il rendimento nullo. Lì almeno fino a centomila euro sono al sicuro, anche se la banca va in fallimento: il rimborso del capitale versato è assicurato, per legge.
Si spiega anche così il nuovo record dei depositi bancari, che al 30 giugno hanno toccato la vetta dei 1.481,395 miliardi di euro, ancora il 6,3% in più rispetto alla stessa data dell'anno scorso. Rispetto a due anni fa l'incremento è di 145 miliardi. Che non sono risparmi nuovi, ma, trasferimenti da forme di investimento ad accantonamenti di sicurezza.
Fra l'altro, sempre negli ultimi due anni, il totale delle obbligazioni bancarie in essere è sceso di 110 miliardi, crollando a 225 miliardi. Rispetto al 30 giugno dell'anno scorso, la diminuzione è stata del 18,34%.
Quanto ai titoli di Stato, l'abbandono è meno forte; ma è destinato ad accelerare e comunque si fa sentire, tanto che i loro rendimenti hanno ripreso a salire. D'altra parte, venendo meno il salvagente della Bce di Mario Draghi e della Banca d'Italia, che hanno comprato una montagna di Btp; riducendosi progressivamente gli acquisti da parte delle Banche italiane a causa di norme che li penalizzano e da parte degli investitori istituzionali stranieri preoccupati della nuova situazione politica del Bel Paese, cresce la diffidenza dei risparmiatori sulle possibilità di pagamento degli interessi e di restituzione del capitale alla scadenza.
Anche perché il debito pubblico continua a salire, nonostante tutte le promesse di contenimento e di riduzione, così che, quasi ogni mese, si deve registrare un nuovo primato (2.327,4 miliardi al 31 maggio, 83 miliardi più di due anni prima).
Più debito, più interessi da pagare, più soldi da restituire, più sottoscrittori nuovi da trovare per continuare a finanziare la spesa pubblica irrefrenabile e per rimborsare i prestiti ricevuti. Ecco, perciò, la necessità di aumentare i rendimenti delle emissioni. Come sta avvenendo. Con la conferma della Banca d'Italia, la quale ha appena scritto che “in giugno, i rendimenti a scadenza lordi dei Btp guida a 10 e 30 anni sono aumentati di 56 e 33 punti base, rispettivamente al 2,74 e al 3,49%. Il rendimento del Cct guida è aumentato di 87 punti base all'1,49% e il rendimento del Ctz guida è aumentato di 65 punti base allo 0,89%”.
In maggio, le Amministrazioni pubbliche centrali hanno emesso titoli per altri 40 miliardi, 26,5 dei quali per rimborsare quelli venduti a scadenza, per cui gli altri 13,7 miliardi sono andati ad accrescere il debito. Alla fine dello stesso mese la somma dei titoli in essere delle Amministrazioni pubbliche, centrali e locali, è salita a 1.971,441 miliardi. Si trovano in circolazioni Btp per 1.403,8 miliardi, Btp indicizzati per 218,7, Cct per 133,1, Bot per 112,7 e, fra l'altro, Ctz per 43,6 miliardi.

Mercato auto di giugno, il gruppo Fca sorpassato in Europa da Bmw-Mini

Sorpassato da Bmw. In giugno, il gruppo Fca-Fiat Chrysler Automobiles è sceso al quinto posto nella classifica dei Costruttori che hanno venduto più vetture in Europa. L'impresa guidata da Sergio Marchionne, infatti, ha fatto registrare 104.102 nuove immatricolazioni, non soltanto il 2,6% in meno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, ma anche 7.428 meno del gruppo Bmw, dal quale è stata perciò scavalcata. Al gruppo di Monaco di Baviera è stata attribuita la quota del 6,9% del mercato continentale a fronte del 6,4% di Fca. Invece, nel giugno 2017, Fca aveva la quota del 6,9% contro il 6,7% della Casa tedesca titolare anche della Mini.
Nonostante la frenata di giugno, conseguente soprattutto al calo del mercato italiano (-1,4%), Fiat Chrysler Automobiles ha mantenuto il quarto posto nella graduatoria semestrale. Dal primo giorno di gennaio all'ultimo del mese appena passato, ha contato 596.800 clienti, che corrispondono al 6,9% del mercato continentale del periodo. Le sue nuove immatricolazioni sono risultate superiori sia a quelle di Ford (550.672), quinta con la quota del 6,3%, sia del gruppo Bmw, sesto con il 6,2%.
Tutti e tre questi grandi Costruttori hanno perso vendite e quote rispetto al primo semestre 2017, mentre il mercato è cresciuto del 2,8%, a 8.695.785 immatricolazioni.
Al contrario, il terzetto di testa ha ancora aumentato il suo vantaggio sugli inseguitori, avendo conquistato clienti e fette di mercato. Nel semestre, il gruppo Volkswagen è salito a 2.128.101 nuove immatricolazioni (24,5%) dalle 1.980.100 dei primi sei mesi 2017 (23,4%), confermandosi così leader assoluto.
Sul secondo gradino del podio si è consolidato il gruppo Psa (Peugeot-Citroen-Opel) con 1.400.049 clienti (16,1%), a fronte degli 848.748 (10%) del primo semestre dell'anno scorso, quando ancora non aveva comprato la Casa tedesca dalla General Motors.
Medaglia di bronzo per il gruppo Renault, che possiede anche Dacia, Lada e Alpine. A Renault sono state accreditate 922.086 nuove immatricolazioni (10,6%), contro le 878.322 (10,4%) del gennaio-giungo 2017. Il gruppo Renault resta terzo anche aggiungendo la controllata Nissan, le cui immatricolazioni sono scese da 316.724 (3,7%) alle 286.319 (3,3%).
Delle marche del gruppo Fca soltanto Jeep ha aumentato immatricolazioni e quote di mercato sia in giugno, facendo meglio anche dell'Alfa Romeo, la quale ha chiuso il mese scorso con il segno meno. Jeep ha avuto 16.086 clienti in giugno (+72,1% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso) e 90.287 dall'inizio dell'anno (+67,6%).
La marca Fiat ha fatto registrare 74.847 nuove immatricolazioni nel mese (-9,5%) e 423.889 (-9% dal primo giorno di gennaio), l'Alfa Romeo rispettivamente 8.419 (-8,2%) e 50.284 (+8,8%); quanto a Lancia, sono state 4.001 (-14%) e 27.255 (-27,4%). Numeri, questi ultimi, che confermano l'inesorabile avvicinamento verso la fine della Lancia, la storica marca torinese che ha in listino unicamente la Ypsilon, venduta solo più in Italia.