Dalle Fondazioni bancarie del Piemonte oltre 263 milioni per le attività nel 2018


“Oltre 263 milioni di euro. E' la somma che le dodici Fondazioni di origine bancaria del Piemonte hanno deciso di mettere a disposizione, quest'anno, per il finanziamento della loro attività istituzionale, diretta e indiretta, a beneficio delle rispettive comunità di riferimento”. Lo si legge sul sito dell'Associazione delle fondazioni di origine bancaria (Fob) del Piemonte, con l'aggiunta che “La cifra è certamente rilevante, anche in considerazione del fatto che per la massima parte è destinata al Piemonte. Soltanto la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT, infatti, hanno territori di pertinenza diversi dalla regione in cui hanno sede: la Liguria e la Campania per la Compagnia di San Paolo, la V alle d'Aosta per la Fondazione CRT”.
I principali settori in cui interverranno le Fondazioni di origine bancaria del Piemonte sono quelli dell'Educazione, istruzione e formazione; Volontariato, filantropia e beneficenza; Arte, beni e attività culturali; Sviluppo locale, Salute pubblica; Ricerca scientifica e tecnologica; nonché, per alcune Fondazioni, Sport dilettantistico.
“Con le risorse, derivanti dalla gestione del patrimonio, le Fondazioni finanzieranno iniziative non profit attuate in proprio o proposte e gestite da altri soggetti, quali organizzazioni di volontariato, Amministrazioni locali ed enti pubblici, Università e scuole, Asl, Ospedali, Musei, cooperative sociali, parrocchie, confraternite” riferisce l'Associazione presieduta da Giovanni Quaglia, al vertice anche della Fondazione Crt.
Come stabilito normativamente, ogni Fondazione di origine bancaria ha predisposto, per la propria attività istituzionale di quest'anno, il Documento Programmatico Previsionale (Dpp), che indica i settori d'intervento, le modalità operative, gli obiettivi e, fra l'altro, l'articolazione delle disponibilità finanziarie, somme che, nel corso dell'esercizio, se necessario o opportuno, potrebbero essere incrementate, come è già successo in passato.
“Non è da escludere, perciò, che il consuntivo degli stanziamenti deliberati quest'anno possa risultare superiore al totale emerso dalla somma delle cifre scritte nel Dpp 2018 di ognuna delle dodici Fondazioni di origine bancaria del Piemonte” si legge ancora sul sito dell'Associazione, la quale precisa che “Naturalmente, sono le tre Fondazioni piemontesi con il patrimonio più consistente a presentare le maggiori disponibilità per l'attività istituzionale. La Compagnia di San Paolo ha previsto di stanziare 157,35 milioni di euro nel corso del 2018, la Fondazione CRT 60 milioni e La Fondazione CRC (Cuneo), 25,26 milioni”.
I restanti 21 milioni circa rappresentano il totale delle risorse destinate al finanziamento delle attività istituzionali delle Fondazioni di Biella, Tortona, Asti, Alessandria, Vercelli, Saluzzo, Fossano, Bra, Savigliano.
Giovanni Quaglia al Dumse da Fé riceve un suo ritratto artistico firmato da Benny

Borsa: tre torinesi nella top ten dei rialzi M&C (Carlo De Benedetti) salita del 31%


Tre quotate torinesi nella top ten dei rialzi di Piazza Affari, al termine della seduta di oggi, 9 marzo; con due di loro sul podio. L'azione M&C ha avuto un incremento del 31,06% rispetto a ieri, chiudendo a 0,154 euro. Nessun altro titolo della Borsa di Milano ha guadagnato di più. E al terzo posto si è piazzata l'azione di Prima industrie, facendo segnare l'aumento del 6,83% del suo prezzo, risalito a 39,10 euro. Nona classificata, poi, l'azione Bim-Banca Intermobiliare, il cui ultimo prezzo è stato di 0,592 euro, superiore del 4,96% al precedente.
La straordinaria impennata di M&C, holding di partecipazioni di cui la società Per di Carlo De Benedetti possiede il 54,256% del capitale, è conseguente alla comunicazione che la controllata tedesca Treofan Holdings ha ceduto l'intero capitale di Trespaphan Messico e di Treofan America a Ccl Industries per 200 milioni di dollari e riceverà altri 51 milioni di dollari come riconoscimento dell'investimento di una nuova linea di produzione.
“L'operazione costituisce un'eccellente opportunità per creare valore per il gruppo M&C – ha commentato la società torinese guidata da Giovanni Canetta Roeder, neo presidente e amministratore delegato – e permetterà allo stesso tempo di ripagare l'indebitamento di Treofan e di focalizzarsi sulla riorganizzazione, il rafforzamento e lo sviluppo del suo business”.
Tra le dieci quotate che invece hanno fatto segnare i maggiori ribassi della giornata si trova Visibilia Editore, presieduta dalla cuneese Daniela Garnero Santanché, che la controlla con il 58,21% attraverso la Visibilia Editore Holding.
Ultima segnalazione: la Erg ha ancora migliorato il suo record storico, sfiorando i 19 euro per azione (per la precisione, le compravendite sono terminate con il prezzo di 18,94 euro).

Carlo De Benedetti

News dalle "Fob" piemontesi


FONDAZIONE CRT: UN MILIONE A 93 COMUNI PER LA PROTEZIONE CIVILE
Un milione di euro per le attività della Protezione civile e la salvaguardia del territorio: è la somma stanziata dalla Fondazione Crt a favore di 93 Comuni (con meno di 3.000 abitanti) del Piemonte e della Valle d'Aosta. Sale così a 4,2 milioni il valore totale dei 440 contributi erogati finora dalla Fondazione torinese in seguito al bando “Protezione civile piccoli comuni”, lanciato nel 2011. Tutti i 93 progetti finanziati quest'anno sono cantierabili nel brevissimo termine e l'85% dei precedenti è già concluso.
Degli stanziamenti 2018 della Fondazione Crt per la Protezione civile e la salvaguardia del territorio 23 riguardano piccoli Comuni della provincia di Alessandria (per complessivi 218.900 euro), 3 la Valle d'Aosta (30.000 euro), 13 la provincia di Asti (145.000 euro), 6 quella di Biella (73.000 euro), 23 quella di Cuneo (272.000 euro), 12 quella di Torino (118.000 euro), 6 quella di Verbania (71.000 euro) e, infine, 7 quella di Vercelli (61.000 euro). Totale: 988.900 euro.
“Con il Progetto Protezione civile piccoli Comuni, la Fondazione Crt – ha detto il suo presidente, Giovanni Quaglia – non intende certo sostituirsi all'ente pubblico, ma, nell'ottica di una continua sinergia con le istituzioni locali, offrire alle stesse, spesso dotate di risorse scarse o non utilizzabili, l'opportunità di dare risposte tempestive alle varie criticità, anche coinvolgendo le risorse del volontariato della comunità”. Fra l'altro, come ha aggiunto Massimo Lapucci, il Segretario generale, saranno attivate borse-lavoro “per favorire l'impiego dei giovani o delle persone in condizioni di disagio socio-economico”.
Assessore della Regione Piemonte alla Protezione civile è Alberto Valmaggia.
L'assessore regionale Alberto Valmaggia

COMPAGNIA DI SAN PAOLO: MARZIA SICA RESPONSABILE POLITICHE SOCIALI
La Compagnia di San Paolo ha una nuova responsabile dell'area Politiche sociali, quella dotata della maggiore quantità di risorse destinate al finanziamento delle attività istituzionali nel settore (per il 2018 sono stati previsti 52 milioni di euro, oltre ai 16,8 milioni di crediti di imposta finalizzati al Fondo nazionale povertà educativa).
La nuova responsabile delle Politiche sociali della Compagnia di San Paolo, da pochi giorni, è Marzia Sica, che ha ricevuto il testimone da Antonella Ricci, andata in pensione. Marzia Sica lavora nella Fondazione torinese di corso Vittorio Emanuele II dal 1998. Si è occupata soprattutto degli interventi di cooperazione internazionale, educazione alla cittadinanza globale, sostegno e promozione delle “nuove generazioni”. Da tempo era vice di Antonella Ricci, contribuendo all'attività di un team molto preparato, propositivo e coeso.
Marzia Sica, neo responsabile Politiche sociale CSP

FONDAZIONE CR VERCELLI: NEL 2017 EROGATI ALTRI TRE MILIONI
La Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, presieduta da Fernando Lombardi (Segretario generale è Roberto Cerreia Voglio) nel 2017 ha erogato circa tre milioni di euro, a sostegno di iniziative a beneficio delle comunità del Vercellese e della Valsesia nei settori del welfare, delle attività culturali e artistiche, dell'istruzione e della formazione, della sanità pubblica e dell'Università.
Con quelli dell'anno scorso sono diventati 47 i milioni di euro erogati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli nei suoi 25 anni di operatività, durante i quali il suo patrimonio è salito da 50 a 120 milioni, tanti da generare, nel passato esercizio, ricavi per 5 milioni, nonostante i tassi vicini allo zero.
Queste cifre sono state comunicate dal presidente Fernando Lombardi in occasione dell'inaugurazione della nuova sala convegni della Fondazione vercellese, realizzata con tecnologie d'avanguardia e con la volontà di dotare l'Ente di un salone in grado di accogliere (70 posti), l'assemblea dei soci e disponibile a ospitare, a titolo gratuito, iniziative di associazioni locali, oltre che per rendere più funzionali gli uffici.
Il primo evento nella nuova sala convegni, all'inizio di marzo, è stata la presentazione del libro “Mario Castelnuovo-Tedesco: un fiorentino a Beverly Hills”, scritto dal musicista vercellese Angelo Gilardino. La presentazione è stata accompagnata da musiche di Castelnuovo-Tedesco proposte dal chitarrista Alberto Mesirca e dal tenore Leonardo De Lisi.
Fernando Lombardi, presidente Fondazione Cr Vercelli

L'Orso ha "morso" Gedi Gruppo Editoriale l'azione a 0,54 euro, nuovo minimo storico


L'Orso morde Gedi Gruppo Editoriale. L'azione della società controllata dai fratelli De Benedetti e partecipata dall'Exor degli Agnelli-Elkann-Nasi, oggi, 8 marzo, ha fatto segnare il suo nuovo minimo storico. L'ultimo prezzo è stato di 0,54 euro, ancora inferiore dello 0,18% a ieri. Mai era scesa così in basso. Esattamente dodici mesi fa, il titolo Gedi Gruppo Editoriale quotava poco meno di 0,8 euro (0,7985 per la precisione).
Il valore riconosciuto da Piazza Affari alla società che ha Marco De Benedetti come presidente e Monica Mondardini come amministratore delegato, è sceso sotto i 275 milioni di euro.
A Gedi Gruppo Editoriale fanno capo la Repubblica, la Stampa, il Secolo XIX, 13 giornali locali, il settimanale L'Espresso, più testate minori; oltre che la Manzoni (raccolta pubblicità) e tre emittenti: Radio Deejay, Radio Capital e m2o.
Al contrario, la Borsa odierna ha visto ancora un gran Toro su Erg. L'azione della società genovese della famiglia Garrone-Mondini ha chiuso la seduta a 18,24 euro, il valore più alto di sempre e superiore del 6,29% a quello di ieri.

Marco De Benedetti

Cambiamenti nelle banche e dintorni


Movimenti e indiscrezioni nel sistema delle banche (e dintorni) del Nord Ovest. E' ufficiale che, a breve, Giorgio Girelli lascerà la presidenza della Bim-Banca Intermobiliare. L'abbandono dell'incarico avverrà subito dopo il closing, cioè il completamento definitivo dell'acquisizione della Banca torinese da parte del fondo Investor, previsto nelle prossime settimane. L'annuncio, che ha sorpreso e anche destato quale polemica, è stato dato della stessa Bim, da tempo in condizioni travagliate.
Ancora più clamore ha suscitato, in Piemonte, la notizia pubblicata dal Messaggero, il quotidiano romano, secondo il quale “all'assemblea del 28 aprile, Beppe Ghisolfi lascerà la presidenza della Cassa di Risparmio di Fossano, dopo 21 anni e 41 di presenza nell'istituto cuneese”.
Al suo posto – ha riportato il Messaggero – arriverà Antonio Miglio, che fino a due anni fa guidava la Fondazione Cr Fossano, socio della banca di cui Bper ha il 23,09%”.
Antonio Miglio, nato a Fossano nel 1951, geometra e agronomo (si è laureato a Torino), è già stato consigliere di amministrazione della Cassa di Risparmio di Fossano dal 1988 al 1994, quando ha assunto la presidenza dell'omonima Fondazione, terminata nell'aprile 2016. Attualmente è consigliere di amministrazione della torinese Ream Sgr con la delega allo sviluppo, presidente de “Le Terre dei Savoia”, dove è subentrato a Giovanni Quaglia, oltre che dell'associazione Insieme. Ha ricoperto diversi incarichi apicali in Acri, dove è stato uno dei principali collaboratori di Giuseppe Guzzetti, con il quale, però, non ha condiviso la firma del Protocollo sottoscritto con il Mef, dato che impone la perdita del controllo delle banche conferitarie.
Sempre il Messaggero, nello stesso articolo, aggiunge che Beppe Ghisolfi, fra l'altro autore del libro “Banchieri” appena uscito, dovrebbe diventare vice presidente della Cassa di Risparmio di Bra, interamente posseduta da Bper.
Acque in movimento anche a Genova. Sotto la Lanterna si sente dire che i rapporti tra i Malacalza, azionisti di riferimento di Banca Carige e Paolo Fiorentino, amministratore delegato dell'antico istituto genovese, siano diventati ancora più complicati dopo che il finanziere Mincione ha acquisito una partecipazione superiore al 5%, abbia rivendicato un posto in Consiglio di amministrazione e manifestato la volontà di chiedere un'assemblea straordinaria per l'elezione di un nuovo Consiglio. Tra l'altro, Vittorio Malacalza, che ha sempre vinto le sue sfide economiche, mal sopporta i continui risultati negativi della Banca sulla quale ha investito oltre 260 milioni di euro.
Nei palazzi della “Superba” intorno a Piazza De Ferrari, inoltre, subito dopo l'esito delle elezioni ha incominciato a circolare la voce che alcuni protagonisti della politica locale starebbero studiando come far sloggiare Paolo Momigliano dalla presidenza della Fondazione Carige, che figura tra quelle destinate a una fusione (con la Compagnia di San Paolo, che già la sostiene?) o alla liquidazione.
A proposito di fondazioni di origine bancaria, dovrebbe ammontare a circa 7,5 milioni il dividendo che la Fondazione Crc (Cuneo) riceverà da Ubi Banca, della quale è il maggior azionista singolo avendone il 5,91% del capitale. Il Consiglio di amministrazione di Ubi Banca, infatti, ha deliberato di proporre un dividendo di 0,11 euro per azione, per un totale di 125,5 milioni.


Antonio Miglio (a sinistra), Giuseppe Guzzetti e Beppe Ghisolfi

Più imprese "rosa" nel 2017 in Liguria diminuite in Piemonte e Valle d'Aosta


L'otto marzo ha portato anche notizie non positive per le donne del Piemonte e della Valle d'Aosta. In queste due regioni, infatti, nel 2017 il numero delle imprese femminili è diminuito rispetto all'anno precedente, mentre nell'Italia intera è aumentato. Al 31 dicembre scorso, le imprese attive che fanno capo a donne sono risultate 95.578 (370 in meno rispetto alla stessa data del 2016) e in Valle d'Aosta 2.907 (-45); in tutto il Paese 1.331.367, quindi 9.505 in più.
Il numero delle imprese femminili censite da Unioncamere, l'Unione nazionale delle Camere di commercio è cresciuto anche in Liguria, dove sono diventate 36.036, con un incremento di 126 rispetto alla fine del 2016.
In tutte le tre regioni del Nord Ovest, comunque, la quota rosa sul totale delle imprese iscritte nei registri delle Camere di commercio al 31 dicembre 2017 è superiore a quella media italiana, pari al 21,86%. Infatti, la Valle d'Aosta presenta un tasso del 22,24%, più alto anche di quelli del Piemonte (22,38%) e della Liguria (22,11%).
In particolare, per quanto riguarda, il Piemonte tutte le sue province presentano quote rosa superiori alla media nazionale, tranne Biella, che evidenzia il 20,6%. Inferiore invece alla media regionale è il 22,1% della provincia di Torino. In Piemonte è la provincia di Alessandria, con il 23,3%, a evidenziare la più alta “femminilizzazione” delle sue imprese.

Riccarda Giordano, presidente Aidda Liguria

Erg e Iren: utile netto aumentato del 32%


Nuove buone notizie da Erg e Iren. Entrambe le società hanno chiuso molto positivamente il bilancio 2017 e anticipano che anche l'esercizio in corso prospetta buoni risultati.
Erg ha comunicato che l'anno scorso ha registrato ricavi per 1,056 miliardi (1,025 nel 2016), ha avuto un margine operativo lordo di 472 milioni (+4%) e un utile netto di gruppo di 142 milioni, il 32% in più rispetto ai 107 milioni dell'esercizio precedente. All'assemblea, pertanto, il consiglio presieduto da Edoardo Garrone proporrà la distribuzione di un dividendo di 1,15 euro per azione (40 centesimi come straordinario), per un totale di circa 170 milioni.
Per il 2018 prevede un ulteriore aumento del mol a 475 milioni, investimenti per un centinaio e un indebitamento netto contenuto su 1,260 miliardi (al 31 dicembre scorso era di 1,233 miliardi, inferiore di 325 milioni rispetto alla stessa data del 2016).
Iren. I ricavi 2017 sono ammontati a 3,697 miliardi (+12,6%), il mol a 820 milioni (+0,7%) e l'utile netto a 237,7 milioni, il 32,2% in più rispetto ai 179,8 milioni dell'esercizio 2016. L'indebitamento netto del gruppo presieduto da Paolo Peveraro e guidato da Massimiliano Bianco è calato di 85 milioni a 2,372 miliardi. In seguito a questi risultati, verrà proposto un dividendo di 0,07 euro, superiore del 12% al precedente.
Il gruppo Iren, che nel 2017 ha fatto 158 assunzioni portando a 6.280 il numero dei suoi dipendenti, è destinato a vedere diminuire un po' la quota dei Comuni di Torino e di Genova, che hanno deciso di vendere parte delle azioni finora in portafoglio alla società paritetica che scomparirà.

Massimiliano Bianco, amministratore delegato Iren

I giochi hanno reso allo Stato 14 miliardi Con il canone Rai incassati 1.921 milioni


Quattordici miliardi. E' la somma entrata nelle casse dello Stato, l'anno scorso, grazie alla tassazione sui giochi. Slot machines, gratta e vinci, lotterie e gli altri strumenti per le scommesse e la sfida alla fortuna continuano a rovinare un sacco di gente, a rendere centinaia di migliaia, addirittura milioni di persone dipendenti da questo vizio, che diventa una vera e propria malattia (ludopatia); ma, nello stesso tempo, continuano ad essere un fiume copioso di denaro per l'erario.
E' vero che nel 2017 il gettito derivante dai giochi si è ridotto di 367 milioni rispetto al 2016 (-2,6%); ma il calo è ben poca cosa rispetto a quanto sarebbe necessario e opportuno e anche rispetto alle numerose promesse di misure finalizzate al contenimento di questa piaga sociale dagli effetti devastanti, come riconosciuto anche dagli amministratori pubblici, centrali e locali.
A fornire l'ultimo dato sugli incassi derivati dai giochi (per la precisione 13,998 miliardi) è stato il ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef), il quale ha riferito, fra l'altro, che è invece diminuito del 9% a 1,921 miliardi il gettito generato dal canone Rai. La diminuzione di 191 milioni rispetto al 2016, è dovuta alla decisione di abbassare l'importo del canone da 100 a 90 euro.

Monica Maggioni, presidente Rai

Doppio dividendo agli azionisti Diasorin gruppo che si rivela una "miniera d'oro"


Una miniera d'oro. Ecco cos'è Diasorin per i suoi azionisti, a partire dalla famiglia Denegri ( poco meno del 45% del capitale) e da Carlo Rosa (8,5%), che ne è anche l'amministratore delegato. Quest'anno i soci della Diasorin si divideranno, fra tutti, un monte dividendi pari a 146,8 milioni di euro: 47,1 milioni li riceveranno il 21 maggio e 99,7 milioni il 31 dicembre. A maggio avranno 0,85 euro per azione, a fine anno 1,80 euro. Quest'ultimo è un dividendo straordinario, a conferma dell'ottimo andamento del gruppo vercellese di Saluggia, leader mondiale nel mercato della diagnostica in vitro.
La proposta del doppio dividendo che il Consiglio di amministrazione presieduto da Gustavo Denegri porterà all'approvazione dell'assemblea di fine aprile, trova una spiegazione nei risultati 2017 della Diasorin: fatturato di 637,5 milioni (+12% rispetto al 2016), margine operativo lordo di 237,9 milioni (+9,5%) e utile netto di 139,3 milioni (+24,2%), pari al 21,9% del fatturato (una redditività invidiabile).
Non solo: al 31 dicembre scorso, la posizione finanziaria netta di Diasorin è risultata positiva per 149,3 milioni, cifra più che doppia rispetto ai 71,2 milioni di 12 mesi prima e tale da consentire ulteriori acquisizioni e investimenti senza problemi.
Attualmente, è di circa 3,950 miliardi il valore attribuito dalla Borsa a Diasorin, la cui azione oggi, 7 marzo, ha chiuso a 70,60 euro.
Gustavo Denegri, presidente
Carlo Rosa, amministratore delegato





Il Fisco sempre più ricco con le imposte sui redditi dei pensionati e dipendenti


Fisco inesorabile e irrefrenabile nei confronti dei pensionati e dei lavoratori dipendenti, due categorie che non possono sfuggire alle sue grinfie. Tanto che l'incremento del loro gettito è sempre il maggiore, come confermano costantemente i dati del ministero dell'Economia e delle Finanze.
Nel 2017, infatti, il gettito derivante dall'Irpef è aumentato dell'1,9%, mentre è cresciuto dello 0,2% il totale delle imposte dirette (245,887 miliardi), percentuale inferiore a quella relativa alle tasse su pensioni e buste paga dei dipendenti anche se sale all'1,5% se non si tiene conto della voluntary disclosure, cioè delle entrate conseguenti all'emersione delle attività finanziarie e patrimoniali detenute dagli italiani all'estero.
E anche in gennaio la tendenza è rimasta la stessa: le imposte dirette (principalmente Irpef e Ires, la tassa sui redditi delle società) sono aumentate del 2% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, risultando pari a 24,930 miliardi, mentre le indirette (Iva in testa) sono diminuite di 76 milioni a 10,662 miliardi. Comunque, il totale delle entrate tributarie di gennaio è stato di 35,592 miliardi, con un incremento dell'1,2% sul gennaio 2017.
Nell'intero anno passato, le entrate erariali tributarie sono ammontate a 455,717 miliardi, 4,636 miliardi in più rispetto al 2016 (+1%), quando la voluntary disclosure ha portato nelle casse dello
Stato 4,078 miliardi, contro i 956 milioni del 2017. Escludendo questa specifica fonte, le entrate tributarie del 2017 sono cresciute di 7,758 miliardi e dell'1,7% rispetto all'anno precedente.
In particolare, le imposte indirette 2017 sono state pari a 209,830 miliardi, superiori di 4,043 e del 2% al 2016. Risultato dovuto soprattutto all'Iva, il cui gettito è aumentato di 5,259 miliardi e del 4,2% rispetto all'anno precedente.
Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia e delle Finanze

Super Borgosesia in Piazza Affari campione dei rialzi della giornata


Super Borgosesia a Piazza Affari, oggi 6 marzo. L'azione di risparmio della piccola società biellese ha chiuso la seduta borsistica a 1,10 euro, con un incremento del 34,97%, che è stato il più alto in assoluto. E l'azione ordinaria ha avuto come ultimo prezzo 0,76 euro, superiore dell'8,57% al precedente e il quarto maggiore dell'intero listino.
Per Borgosesia è il nuovo record. Esattamente un anno fa, l'azione ordinaria quotava 0,2405 euro e bisogna risalire al marzo di tre anni fa per trovare un valore superiore a quello odierno.
Il boom della Borgosesia, la cui sede legale e direzione generale è tornata a Biella, non a caso arriva dopo che, il 28 febbraio, è diventata efficace la delibera di revoca della liquidazione ed è entrato in carica il nuovo consiglio di amministrazione, presieduto da Mauro Girardi, commercialista nel capoluogo della provincia tessile.
Mauro Girardi è anche il presidente e l'azionista di riferimento del gruppo Cdr Advance Capital, la cui holding è a sua volta quotata alla Borsa di Milano. E al gruppo Cdr Advance Capital fa capo il 52,486% del capitale della Borgosesia, posseduto attraverso la srl Dama.
Fondata nel 1873, la Borgosesia, holding di partecipazioni e in fase di trasformazione, è valutata dal mercato 10,1 milioni di euro.
Mauro Girardi, presidente Borgosesia 

Potpourri


STARTUP: NEL NORD OVEST CRESCITA LENTA
Le startup sono un nuovo indicatore di spirito d'iniziativa imprenditoriale e di innovazione. Per questo la loro anagrafe viene seguita con particolare attenzione. Il monitoraggio è costante. E l'ultima rilevazione, relativa al Nord Ovest, è leggermente positiva per la Liguria e la Valle d'Aosta, negativa per il Piemonte.
Al 5 marzo, infatti, le startup attive sono risultate 471 in Piemonte (una in meno rispetto al 5 febbraio, sempre di quest'anno), 162 in Liguria (tre in più) e 18 in Valle d'Aosta (una in più). Totale del Nord Ovest 651, solo tre in più (+0,46%) mentre la è stata del 2,12% la crescita dell'intera Italia, dove le startup sono diventate 8.711 a fronte delle 8.530 di trenta giorni prima.
La situazione diventa ancora più significativa se si considera che nella graduatoria nazionale per numero di startup al 5 marzo 2018, il Piemonte figura soltanto al sesto posto e la Liguria al quindicesimo.
La Liguria è preceduta anche da Sardegna, Calabria, Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo; il Piemonte da Campania (639 startup), Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e, naturalmente, Lombardia (2.086).


FONDAZIONI BANCARIE, VIGILIA DI RISTRUTTURAZIONE
Nel mondo delle fondazioni di origine bancaria (Fob) circola la voce che una decina delle 88 Fob attualmente operative non sia più in grado di restare autonoma, non disponendo più le risorse finanziarie necessarie per svolgere adeguatamente la propria attività istituzionale. I problemi sono rappresentati da costi di gestione superiori alle spese per le erogazioni, patrimoni ormai ridotti al lumicino e, per alcune, la continuità di esercizi chiusi in rosso.
Il protocollo Acri-Mef, redatto dall'Associazione delle Fob e il ministero dell'Economia e delle Finanze, prevede la possibilità di collaborazioni molto strette tra gli enti più deboli e quelli forti, nonché fusioni. L'alternativa è la liquidazione. Discussioni sono in corso, anche in Piemonte e in Liguria. Il ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef), autorità di vigilanza delle Fondazioni di origine bancaria, sta seguendo i casi con molta attenzione, pronto a intervenire se i tempi si rivelassero troppo lunghi.
Dopo quello bancario, il sistema nazionale delle Fondazioni di origine bancaria si appresta a una profonda ristrutturazione.
Giuseppe Guzzetti, presidente Acri

PLATERO DAL SOLE ALLA STAMPA
Ritorno alle origini. Il giornalista Mario Platero, “storico” corrispondente del Sole 24 Ore da New York – lo è stato per 29 anni – dal primo giorno di marzo ha ripreso a collaborare con La Stampa, il quotidiano con il quale aveva incominciato le sue corrispondenze dall'America nel 1978, l'anno prima di passare al giornale milanese della Confindustria.
Per Mario Platero, classe 1954, tre figli, autore anche di interviste a presidenti degli Stati Uniti, è un po' un ritorno a casa. Annunciando il suo ritorno alla Stampa, infatti, Mario Platero ha ricordato di essere cresciuto a Torino, lasciata poi per la grande Mela.
Mario Platero

A TORINO UNA SEDE DELLA DIGITAL MAGICS
“Abbiamo intenzione di aprire nuove sedi in altre città d'Italia, tra cui Torino; anche perchè abbiamo capito che stare sui territori vuol dire intercettare l'innovazione dove nasce”. L'anticipazione è del torinese Marco Gay, azionista (con il 4,4%) e amministratore delegato di Digital Magics, incubatore e acceleratore di startup. Digital Magics, che opera dal 2008 ed è quotata in Borsa nel segmento Aim dal 2013, in Italia ha già sedi a Milano, Napoli, Palermo, Roma, Padova e Bari.
Nei programmi 2018 Digital Magics prevede nuovi investimenti per 3,5 milioni di euro (+35% rispetto al 2017), finalizzati all'acquisizione di partecipazioni in altre 10-15 startup. Attualmente, la società, che ha come maggiori azionisti il proprio team con il 30% del capitale e la Tip del finanziere Tamburi si presenta con un portafoglio di una settantina fra startup e piccole imprese innovative.
Marco Gay, amministratore delegato Digital Magics

ZAMPINI HA RIPRESO IL TIMONE DI ANSALDO ENERGIA
A volte ritornano (meno male), anche quelli che non sono mai andati via. E' il caso di Giuseppe Zampini, richiamato alla guida operativa di Ansaldo Energia, il colosso genovese delle super turbine, leader mondiale nel settore e dotato di 4.400 dipendenti. Dall'ultimo giorno di febbraio Giuseppe Zampini è di nuovo amministratore delegato di Ansaldo Energia, incarico già svolto per oltre sedici anni e lasciato, un anno fa, per assumere quello di presidente.
Cassa Depositi e Prestiti, azionista di maggioranza di Ansaldo Energia, ci ha ripensato. Ha ridato il timone a Giuseppe Zampini, bellunese di nascita (1946), ma genovese a tutti gli effetti, laureato in Ingegneria nucleare all'Università di Pisa; mentre ha affidato la presidenza a Guido Rivolta, amministratore delegato di Cdp Equity, che possiede il 60% di Ansaldo Energia.
Giuseppe Zampini, n.1 Ansaldo Energia

LA DOPPIETTA DI PALENZONA
Fabrizio Palenzona, piemontese di Novi Ligure, dove è nato il primo giorno di settembre del 1953, ha fatto una doppietta: nell'arco di pochi giorni, è diventato presidente sia della Conftrasporto (confederazione delle associazioni delle imprese di trasporti e logistica di Confcommercio) sia della milanese Prelios, l'ex Pirelli Real Estate. Prelios, quotata in Borsa, dalla quale è però destinata a uscire in seguito all'Opa lanciata dalla Lavaredo, già in possesso dell'86,3% delle azioni, è uno dei principali gruppi europei nell'alternative asset management.
Laurea in Giurisprudenza all'Università di Pavia, una lunga e intensa attività nel sistema economico-finanziario italiano (fra l'altro è stato vice presidente di Unicredit fino all'anno scorso, presidente di Adr-Aeroporti di Roma, Gemina, Aviva, Impregilo, consigliere di amministrazione di Mediobanca) Fabrizio Palenzona aggiunge i nuovi incarichi a quelli di presidente di Aiscat, Assaeroporti, consigliere di amministrazione dell'Università del Piemonte Orientale. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 2004 dal presidente Azeglio Ciampi, dal 1985 al 1995 è stato sindaco di Tortona e dal 1995 al 2004 presidente della Provincia di Alessandria.
Fabrizio Palenzona

Piazza Affari: Cairo Communication e Gedi fanno segnare il minimo degli ultimi anni


Record storici per tre quotate del Nord Ovest, nella seduta borsistica di oggi, 5 marzo: due società hanno visto le loro azioni toccare il punto più basso, l'altra, invece, la vetta mai raggiunta prima. L'ultimo caso è quello della Erg, il cui titolo ha sfondato quota 17 euro ed è arrivato a 17,04 euro, suo nuovo massimo, grazie all'ulteriore incremento del 2,9% del suo prezzo.
Al contrario, a far registrare i loro nuovi minimi sono state Cairo Communication e Gedi Gruppo Editoriale, società operanti nello stesso settore. L'ultimo prezzo dell'azione Cairo Communication è stato di 3,205 euro, inferiore del 2,73% al precedente e il più basso dal giugno 2013; mentre l'azione Gedi Gruppo Editoriale ha chiuso a 0,55 euro (-3,51% rispetto a venerdì), il minimo degli ultimi cinque anni almeno.
Proprio oggi, il Consiglio di amministrazione della Gedi Gruppo Editoriale, presieduta da Marco De Benedetti, ha approvato il bilancio 2017, che evidenzia un aumento del fatturato (633,7 milioni, l'8,2% in più rispetto all'esercizio 2016) e del margine operativo lordo (53,2 milioni a fronte dei 43,7 del 2016); ma una perdita netta di 123,3 milioni mentre l'anno prima era terminato con un utile netto di 10,4 milioni.
Il profondo rosso del 2017, che sarà coperto attingendo alle riserve patrimoniali, è conseguente alla definizione di un contenzioso fiscale che comporta un esborso di 175,3 milioni, 140,2 dei quali versati nel 2017 e 35,1 milioni da saldare entro il 30 giugno prossimo.
Un'ultima notizia riguardante altre due quotate del Nord Ovest. Oggi, l'azione di risparmio della Borgosesia ha chiuso a 0,815 euro, con un incremento dell'8,67% che è risultato il secondo maggiore di Piazza Affari e l'azione della Fidia a 7,74 euro, il 7,5% in più, che vale il quarto posto nella graduatoria delle top ten dei rialzi nella seduta.
Urbano Cairo

Fondazione Crt, bilancio e nuovi obiettivi illustrati dal presidente Giovanni Quaglia


Una nuova prova di quanto siano sempre più importanti le Fondazioni di origine bancaria (Fob) con un patrimonio gestito bene l'ha fornita, oggi a Torino, Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Crt e dell'Associazione delle Fob del Piemonte.
Nell'incontro del Dumse da Fé, con numerosi e qualificati partecipanti, Giovanni Quaglia ha ricordato che nei 25 anni di attività, la Fondazione Crt ha fatto oltre 37.000 interventi in Piemonte e Valle d'Aosta, erogando oltre 1,5 miliardi di euro, che diventano 1,7 miliardi comprendendo le risorse destinate ai fondi per il Volontariato.
Fra l'altro, ha restaurato 2.500 beni storici, artistici e architettonici e circa 500 luoghi sacri, tra i quali tutte le cattedrali delle due regioni; ha dato 5.000 borse di studio ad altrettanti giovani talenti; ha coinvolto 770.000 studenti in attività formative con il progetto Diderot, ha aiutato 1.800 persone disabili; ha acquistato 482 ambulanze donate poi alle organizzazioni assistenziali; ha comprato attrezzature destinate alla Protezione civile regionale per 19 milioni.
Tutto questo grazie alle risorse generate dal suo patrimonio, salito a 3,2-3,3 miliardi di euro, grazie alla sua prudente e avveduta amministrazione, curata esclusivamente da un ristretto e validissimo team interno (“così non si sborsa un sacco di soldi in commissioni”). Principale asset è la partecipazione in Atlantia, “che continua a dare grandi soddisfazioni”. Fondazione Crt ha una quota superiore al 5% di Atlantia, che ne fa il secondo maggior azionista dopo il gruppo Benetton. E' invece calata intorno all'1,6% la partecipazione in Unicredit.
Nel portafoglio della Fondazione Crt, adeguatamente diversificato per ridurre i rischi, spiccano anche i pacchetti azionari delle Assicurazioni Generali e di Cassa Depositi e Prestiti e di Mediobanca.
Nella sua relazione al Dumse da Fé, club torinese coordinato da Piero Gola e riconosciuto come luogo di libero confronto, di ascolto di competenze e visioni, di partecipazione alla vita della Polis, Giovanni Quaglia ha anche sottolineato le principali funzioni delle Fondazioni di origine bancaria (promuovere, incentivare e sostenere lo sviluppo economico territoriale, la cultura, l'educazione e la formazione, il welfare). Inoltre, ha detto che ritiene fondamentale che le Fondazioni diventino sempre di più “il legame tra la società civile e le istituzioni”, che devono essere affiancate e magari sollecitate, ma mai delegittimate e sostituite nei loro ruoli e compiti. Le Fob, infatti, sono soggetti sussidiari, non sostitutivi.
Giovanni Quaglia si è soffermato su un altro paio di punti, che gli stanno particolarmente a cuore: l'opportunità, per non dire la necessità, sia dell'ascolto, della condivisione, della riscoperta del valore della reciprocità, del coinvolgimento e della solidarietà; sia che Torino “faccia squadra con il resto del Piemonte, che è forte e ricco di grandi risorse, e si dia una visione internazionale”, evitando di continuare a guardare soltanto Milano.
Nato a Genola nel 1947, torinese d'adozione, Giovanni Quaglia, laureato in Lettere moderne sotto la Mole, insegnante, poi preside, revisore dei conti, giornalista pubblicista, Cavaliere di Gran Croce e medaglia d'oro di prima classe per meriti particolari nel settore della cultura, dell'arte e dell'istruzione concessa dal ministro della Pubblica istruzione, da tempo è professore di Economia e direzione delle imprese al Dipartimento di management dell'Università di Torino (segue annualmente circa 400 studenti).
Oltre che presidente della Fondazione Crt e dell'Associazione delle Fob del Piemonte e componente del comitato esecutivo dell'Acri, è presidente di Ream Sgr e di Ogr-Crt, consigliere di amministrazione di Sias (gruppo Gavio), dell'Università di Scienze Gastronomici di Pollenzo e della Fondazione.
Nella sua lunga e intensa attività, non mancano le esperienze politiche: è stato sindaco (allora il più giovane d'Italia), presidente della Provincia di Cuneo per quattro mandati (un record) e consigliere regionale. Fortemente legato al Piemonte, ha sempre resistito alle lusinghe politiche romane.

Giovanni Quaglia con Papa Francesco

Alla famiglia Agnelli-Elkann e ai suoi soci elezioni e Trump costati oltre 10 miliardi


Oltre dieci miliardi di euro. E' il prezzo pagato, in trenta giorni, dalla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi e dai suoi soci nelle quotate del Gruppo a Piazza Affari, alla vigilia elettorale e alla novità dei dazi decisi da Donald Trump, il presidente degli Usa.
Il calcolo della perdita di valore attribuito dalla Borsa, tra il 2 febbraio e il 2 marzo, alle quotate facenti capo alla nota Famiglia torinese guidata da John Elkann è stato pubblicato, oggi 4 marzo, dal Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera diretta da Umberto La Rocca.
Il Corriere Torino ha precisato che la capitalizzazione di Fca-Fiat Chrysler Automobiles è scesa dai 28,889 del 2 febbraio ai 24,766 miliardi del 2 marzo (l'azione singola da 18,792 a 16,11 euro), Cnh Industrial è passata da 21,447 a 18,761 miliardi (l'azione da 12,180 a 10,485 euro), Ferrari da 20,129 a 18,807 miliardi (l'azione da 103,800 a 96,98 euro), Exor da 15,149 a 13,265 miliardi (l'azione da 62,860 a 55,04 euro) e la Juventus da 821,3 a 639,9 milioni (l'azione da 0,815 a 0,635 euro). Totale della perdita: 10,196 miliardi.
Nel mese considerato, hanno perso meno, in termini assoluti, gli altri maggiori gruppi “piemontesi”. In particolare, il valore riconosciuto da Piazza Affari alle cinque quotate controllate dai De Benedetti è diminuito di 217,1 milioni negli ultimi trenta giorni: per Cir è calato da 927,7 a 838,7 milioni (l'azione da 1,168 a 1,056), per Sogefi da 464 a 372 milioni (l'azione da 3,864 a 3,10 euro), per Cofide da 404,9 a 398,4 milioni (l'azione da 0,563 a 0,554 euro), per Gedi Gruppo Editoriale da 318,4 a 290 milioni (l'azione da 0,626 a 0,57 euro) e per M&C da 56,2 a 54,8 milioni (l'azione da 0,1185 a 0,1155 euro).
Maggiore di quella delle società controllate dai De Benedetti, comunque, è stata la diminuzione della capitalizzazione sia delle due controllate dalla famiglia Gavio (396 milioni) - Sias è scesa da 3,413 a 3,195 miliardi (l'azione da 15 a 14,04 euro) e Astm da 2,089 a 1,911 miliardi (l'azione da 21,10 a 19,30 euro) – sia della coppia borsistica di Urbano Cairo: da 516,2 a 442,9 milioni la Cairo Communication (da 3,840 a 3,295 l'azione) e da 602,2 a 568,8 milioni Rcs MediaGroup (da 1,154 a 1,09 euro l'azione).
Cali dei prezzi delle rispettive azioni e quindi delle relative capitalizzazioni, cali più o meno consistenti, sono stati rilevati per tutte le società quotate che fanno riferimento al Nord Ovest, con l'unica eccezione della Erg, il cui titolo è salito a 16,56 euro dai 16,39 euro del 2 febbraio.
Ecco, per ogni quotata non citata prima, il prezzo di riferimento di venerdì scorso e, tra parentesi, quello del 2 febbraio: Banca Carige 0,0083 euro (0,0085), Bim-Banca Intermobiliare 0,58 (0,616), Basicnet 3,535 (3,70), Biancamano 0,298 (0,326), Buzzi Unicem 19,885 (23,01), Centrale del Latte d'Italia 3,06 (3,48), Cover50 9,74 (9,80), Damiani 0,98 (0,99), Dea Capital 1,40 (1,446), Diasorin 66,10 (76,55), Fidia 7,20 (8,18), Intesa Sanpaolo 3,0065 (3,115), Iren 2,374 (2,578), Italgas 4,312 (4,84), Italia Independent 4,70 (4,96), Ki Group 2,40 (2,62), Orsero 8,88 (9,15), Pininfarina 2,05 (2,115), Prima Industrie 34,65 (36,84), Reply 48 (53,45), Tecnoinvestimenti 6,34 (7,08), Ubi Banca 3,845 (4,125), Visibilia 0,108 (0,12), Vittoria Assicurazioni 12,68 (13,02).
Il confronto non è possibile, invece, per Boero Bartolomeo, Borgosesia e Cdr Advance Capital.
John Elkann

Auto, crollo vendite in Piemonte e Liguria boom di nuove immatricolazioni ad Aosta


Febbraio gelido per le concessionarie automobilistiche attive in Piemonte e Liguria. Nel mese scorso, le vendite di vetture nuove sono crollate. In Piemonte le nuove immatricolazioni sono state 16.954 (-9,4% rispetto al febbraio 2017) e in Liguria 2.894 (-10,4%). Le diminuzioni assumono un significato ancora maggiore se si considera che l'intero mercato italiano si è contratto solo dell'1,4%, chiudendo il mese con 181.734 immatricolazioni contro le 184.350 del febbraio 2017.
A denunciare meno acquisti di auto nuove sono state tutte le province di entrambe le regioni: Alessandria 1.026 (1.169 nel febbraio dell'anno scorso), Asti 458 (481), Biella 455 (520), Cuneo 1.487 (1.591), Novara 962 (1.050), Torino 11.815 (13.086), Verbania 372 (397) e Vercelli 379 (427); Genova 1.470 (1.651), Imperia 328 (370), La Spezia 529 (562), Savona 567 (640).
Di segno completamente opposto invece il risultato di Aosta. Il Pra della regione alpina, infatti, ha registrato 7.953 nuove immatricolazioni nel mese appena passato, il 19,1% in più rispetto al febbraio 2017. Il motivo della nuova impennata del Pra di Aosta è nella minore Ipt, imposta provinciale di trascrizione.
Ad Aosta per immatricolare una vettura nuova si paga un'Ipt pari a 3,51 euro di KW di potenza del motore, il minimo prevista dalla legge. Questa agevolazione fiscale oltre che ad Aosta si trova soltanto nelle province autonome di Trento e di Bolzano. In tutto il resto d'Italia si paga di più. Da qui la decisione di molte società di immatricolare le loro flotte in una di queste tre province, che, infatti, ogni mese evidenziano i numeri più alti (in febbario, Bolzano ha dichiarato 22.783 nuove iscrizioni al Pra e Trento 16.329).
La nuova Jeep Compass, fuoristrada più venduto in febbraio

La Juventus ha perso in Borsa il 7,7% Borgosesia al primo posto per i rialzi


Tre quotate del Nord Ovest tra le prime dieci che, venerdì, hanno denunciato i maggiori ribassi delle rispettive azioni in Borsa. Il titolo della Juventus ha perso il 7,70% rispetto al giorno prima, quello della Centrale del Latte d'Italia il 7,27% e quello della Exor il 6,08%. La perdita del valore dell'azione Juventus è risultata la seconda più elevata di tutto il listino di Piazza Affari, mentre il calo della Centrale del Latte d'Italia è stato il quarto maggiore e quello di Exor il nono.
L'azione Exor (holding del gruppo Agnelli-Elkann-Nasi) ha chiuso a 55,04 euro, Centrale del Latte d'Italia a 3,06 e Juventus a 0,635.
Consolerà almeno i soci della Borgosesia il fatto che la loro società ha terminato l'ultima seduta borsistica della settimana con il maggiore rialzo di Piazza Affari. Il prezzo della sua azione nella compravendita finale, infatti, è stato di 0,69 euro, il 17,95% in più rispetto al precedente.
La Borgosesia è una holding con partecipazioni in diversi settori (dall'immobiliare all'energia) che fa capo al gruppo guidato dal commercialista biellese Mauro Girardi, principale azionista sia della Cdr Advance Capital (nel listino Aim della Borsa di Milano) sia della Borgosesia attraverso Dama srl controllata di Cdr Replay. Dama, infatti, possiede il 52,48% del capitale della Borgosesia, valutata dal mercato 8,3 milioni di euro.
Giuseppe Marotta, amministratore delegato Juventus

Prima Industrie: d'oro l'esercizio 2017 dividendo ai soci aumentato del 33 %


Un titolo ad alto rendimento. E' così che si rivela l'azione Prima Industrie. L'ultima conferma è arrivata con il comunicato che riporta i dati principali del bilancio 2017 e che annuncia la proposta del consiglio di amministrazione di distribuire ai soci un dividendo di 0,40 euro per azione, il 33% in più rispetto a quello dell'anno scorso. Complessivamente, ammonta a 4,193 milioni la somma che si divideranno gli azionisti della società torinese presieduta da Gianfranco Carbonato.
La decisione degli amministratori è conseguente all'utile netto di 18,5 milioni conseguito dalla capogruppo e all'utile netto consolidato, che è stato di 18,7 milioni (+83.3% rispetto ai 10,2 milioni del 2016).
Nell'esercizio appena passato, il gruppo Prima Industrie ha registrato un fatturato di 449,5 milioni (+14,1%) e un margine operativo lordo di 45,1 milioni (+24,7%), pari al 10% dei ricavi. Il portafoglio ordini al 31 dicembre scorso sfiorava i 170 milioni (+18,5%) ed è ancora salito a 185,6 milioni al 31 gennaio 2018.
Nel 2017 è migliorata anche la posizione finanziaria: l'indebitamento netto è sceso a 69,6 milioni dagli 84,2 milioni del 31 dicembre 2016. I dipendenti sono risultati 1.781, quindi 117 in più rispetto all'anno precedente.
L'alto rendimento dell'azione Prima Industrie è provato anche dalla performance borsistica: l'ultimo prezzo in Piazza Affari è stato di 34,65 euro, a fronte dei 19,40 euro del 2 marzo 2017. In dodici mesi esatti la rivalutazione è stata di 15,25 euro e del 78,6%. La capitalizzazione della società è perciò salita a 363,245 milioni.
Gianfranco Carbonato, presidente Prima Industrie

Assi piemontesi, tris femminile


ALBINA MALERBA TURBO DEL CENTRO STUDI PIEMONTESI
Numeri impressionanti quelli relativi all'attività istituzionale 2017 del Centro Studi Piemontesi, presieduto da Beppe Pichetto (vice è Gustavo Mola di Nomaglio) e diretto magistralmente da Albina Malerba. L'anno scorso, il Centro Studi Piemontesi ha pubblicato 14 volumi (interamente concepiti e seguiti all'interno) e 2 nuove edizioni della sua rivista semestrale; ha coinvolto 369 tra autori, collaboratori, relatori e conferenzieri (tutti a titolo gratuito), 115 i libri recensiti e 113 i segnalati, 134 le promozioni di iniziative riguardanti il Piemonte e gli Stati Sabaudi, 56 tra conferenze, presentazioni e lezioni organizzate, 65 associazioni ed enti coinvolti, almeno 9.000 le persone partecipanti agli eventi del Centro, tutti ad ingresso libero.
Come riconosciuto dai vertici, per l'attività del Centro Studi Piemonte sono stati fondamentali il sostegno della Compagnia di San Paolo e i contributi di Fondazione Crt, Reale Mutua Assicurazioni, ministero dei Beni e delle attività culturali, Regione Piemonte, Fondazione Guglielmo De Levy e di diverse persone fisiche.
Fondamentale, però, è stata anche l'operosità di Gustavo Mola di Nomaglio e di Albina Malerba, infaticabili e costantemente propositivi. Due turbo.
Di Moncalieri, dove è nata nel 1953, laurea in Lettere, Albina Malerba oltre a dirigere la prestigiosa istituzione culturale torinese è responsabile della rivista “Studi Piemontesi”, presente in tutte le più importanti biblioteche del mondo. Docente del master dell'Università di Torino in Cultura e patrimonio storico-linguistico per la formazione degli insegnanti in Argentina, ha diverse collaborazioni editoriali e, fra l'altro, può vantare incarichi nelle Fondazioni Filippo Burzio, Bottari Lattes e Museo della Ceramica di Mondovì. Ha anche ricevuto i premi San Giovanni dalla Città di Torino e Bojanen di Torino Incontra.
Albina Malerba

ANNA SAPINO PRIMA IN ITALIA CON IL PREMIO TOTOVIC
Anna Sapino, direttore scientifico dell'Istituto per la ricerca e la cura del cancro (Ircc) di Candiolo, è stata insignita del Premio Vladimir Totovic, il prestigioso riconoscimento che la divisione tedesca del'International Academy of Pathology assegna ogni anno a un anatomo patologo che si sia distinto per la sua attività scientifica. Prima di Anna Sapino, nessun italiano lo aveva ricevuto. E' stata premiata per i suoi studi nel campo dei tumori alla mammella.
Oltre a essere direttore scientifico dell'Istituto di Candiolo, Anna Sapino è professore ordinario di Anatomia patologica all'Università di Torino e membro del Consiglio superiore di Sanità. E' nata a Moretta (Cuneo) 60 anni fa. Ha due figli. Si è laureata in Medicina, nel capoluogo piemontese, nel 1982 e si è poi specializzata in Anatomia patologica all'Università di Milano. Ha studiato anche negli Usa. E' autrice di numerose pubblicazioni scientifiche.
Anna Sapino

ELENA MOTTA DAL CALL CENTER ALLA DIREZIONE GENERALE
In occasione della sua nomina a direttore generale di Directa Sim, società torinese attiva nel trading on line dal 1966, Elena Motta ha avuto l'onore di una pagina quasi intera dedicatale da La Stampa. La decisione del quotidiano torinese si trova nella carriera di Elena Motta, la quale ha incominciato a lavorare in Directa Sim, come assistente ai clienti, nella sala dei telefoni (call center), vent'anni fa, quand'era studente alla Facoltà di Economia. “Facevo 10-15 ore alla settimana” ha raccontato al bravo Giuseppe Bottero, aggiungendogli che è cresciuta “poco per volta”.
Senza mai smettere di lavorare, Elena Motta, 44 anni, si è laureata nel 1999, quando è anche diventata responsabile del servizio clienti, prima di diventarlo del marketing. Poi le è stata affidata la direzione commerciale, ultima tappa antecedente la direzione generale. Con l'apprezzamento e la fiducia di Massimo Segre, fondatore, presidente e azionista di controllo di Directa Sim, che ha accordi con oltre 170 intermediari in Italia.
Nel 2017, Directa Sim ha avuto oltre 19.000 clienti operativi, che hanno fatto registrare 1,82 milioni di eseguiti e hanno intermediato sul mercato italiano un controvalore di 26,3 miliardi di euro. La società è partecipata, con quote significative, da Mario Fabbri, amministratore delegato, e da Andrea Grinza, direttore amministrativo.
Elena Motta

Noberasco e la torinese OwensCorp accompagnate verso la Borsa da Ubi


Tra le 21 aziende che Ubi Banca e Confindustria hanno selezionato per accompagnarle in un percorso di sviluppo destinato a sfociare in Piazza Affari, nell'ambito del programma Elite di Borsa Italiana, ne spiccano due del Nord Ovest: sono la Noberasco di Albenga e la OwensCorp di Torino. Sono state preferite per il loro business, “solido e ad alto potenziale di crescita”.
Nobersasco e OwensCorp avranno la possibilità di intraprendere un percorso dedicato che prevede strumenti di finanziamento, relazioni con operatori del mercato dei capitali, grazie anche all'interlocuzione con una platea di potenziali investitori italiani ed esteri, formazione specifica per guidare i cambiamenti organizzativi e di governance necessari ad affrontare i mercati internazionali.
Insieme, le 21 azione scelte da Ubi Banca e Confindustria hanno un fatturato aggregato di circa tre miliardi di euro e un totale di 11.000 dipendenti.
OwensCorp confeziona articoli di abbigliamento. Noberasco è leader in Italia nel settore della frutta secca.
La Noberasco compie centodieci anni. Da quando è stata fondata, nel 1908, ad Albenga, è sempre stata guidata e controllata dall'omonima famiglia, ora alla quarta generazione. Negli ultimi cinque anni ha aumentato il fatturato da 65 a 135 milioni di euro e i dipendenti da 75 a 150. Il suo nuovo stabilimento, a Carcare, sempre nel Savonese, ha comportato un investimento di 50 milioni.
La Noberasco, che ha una gamma di offerta molto vasta e continuamente rinnovata, opera anche attraverso le sue prime tre boutique, aperte rispettivamente ad Albenga, Milano e Torino. Negozi estremamente affascinanti.
Ubi Banca, 1.838 filiali in Italia (160 in Piemonte), 21.400 dipendenti, ha come maggiore azionista la Fondazione Crc di Cuneo, che ne possiede il 5,91% del capitale, mentre il 5,123 fa capo a Silchester International Investors e il 4,959% alla Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Del Consiglio di Sorveglianza fanno parte anche i piemontesi Ferruccio Dardanello e Alessandra Del Boca. Presidente del Consiglio di Gestione è Letizia Moratti.
Terza e quarta generazione Noberasco

Aeroporti: Genova ha ripreso quota


Ha ripreso quota, in gennaio, l'aeroporto di Genova. Il “Cristoforo Colombo”, infatti, nel primo mese di quest'anno ha fatto registrare un incremento del 15,5% dei voli (1.253) rispetto al gennaio 2017 e dell'1,7% dei passeggeri, risultati 73.781. L'aumento dei passeggeri è inferiore al 5,7% medio dei 38 scali nazionali, dove sono transitate 11.406.716 persone; mentre il tasso di crescita dei voli dell'aeroporto genovese è stat0 superiore al 4,2% medio italiano (105.393 movimenti).
Nell'intero anno appena passato, l'aeroporto di Genova ha avuto 1.249.374 passeggeri, lo 0,7% dei 175.413.402 registrati dai 38 scali italiani censiti da Assaeroporti, la loro associazione. Il dato 2017 era ancora inferiore dell'1,6% a quello del 2016 e, comunque, tale da porre il Cristoforo Colombo al posto numero 23 nella graduatoria 2017 degli scali italiani, dietro persino a quelli di Trapani, Alghero, Brindisi e Lamezia Terme.
L'Aeroporto di Genova ha come azionista di maggioranza assoluta l'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale con il 60% del capitale, mentre la Camera di commercio di Genova ne possiede il 25% e la Aeroporti di Roma il 15% restante. Presidente della società, dal luglio scorso, è Paolo Odone, classe 1942, da parecchi anni al vertice anche della locale Camera di commercio.
Al contrario dello scalo genovese, quello di Torino-Caselle in gennaio ha evidenziato cali rispetto allo stesso mese 2017. Infatti, ha registrato 3.695 movimenti (arrivi e partenze), l'1,8% in meno e 318.941 passeggeri, il 2,6% in meno. E' andata un po' meglio, invece, al terzo aeroporto del Nord Ovest, quello di Cuneo-Levaldigi: i movimenti sono diminuiti del 9,4%, risultando così 309; ma i passeggeri sono aumentati del 20,6%, ammontando a 9.118.
L'aeroporto di Torino-Caselle, nell'intero 2017 ha avuto 4.176.556 passeggeri, nuovo record storico, grazie all'incremento del 5,8% rispetto al 2016. Però, la sua crescita è risultata inferiore alla media nazionale del 6,4% (sono stati 175.413.402 i passeggeri utilizzatori degli aeroporti italiani censiti dalla loro associazione).
Nella graduatoria 2017 basata sui clienti degli scali del Bel Paese, il “Sandro Pertini” è stato preceduto anche dagli aeroporti di Bari (4.686.016 passeggeri), Pisa (5.233.831) e Palermo (5.775.274). I passeggeri che hanno utilizzato l'aeroporto di Caselle in gennaio rappresentano il 2,8% delle persone transitate in tutti gli scali dell'Italia.
Il “Sandro Pertini” è gestito, dal 1956, dalla Sagat, società che ne ha la concessione almeno fino al 2035 e che da cinque anni esatti ha come azionista di maggioranza assoluta, con il 75,28% del capitale, 2i Aeroporti (gruppo Cdp-Cassa Depositi e Prestiti). Il 10% fa capo alla Fct Holding, finanziaria del Comune di Torino, il 6,76% a Tecno Holding (Camere di commercio) e il 5% alla Città Metropolitana. Presidente è Giuseppe Donato e amministratore delegato Roberto Barbieri.
Paolo Odone, presidente Aeroporto di Genova

Azioni Juventus e Cairo Communication tra le dieci con i maggiori ribassi in Borsa


Due quotate del Nord Ovest nella lista delle dieci che oggi, 1 marzo, hanno subito i maggiori ribassi dei prezzi delle loro azioni in Piazza Affari. Al quarto posto è finita Cairo Communication, la cui azione è scesa del 5,19% a 3,38 euro e al decimo la Juventus, che ha chiuso con un calo del 4,7% a 0,688 euro, nonostante la conquista della finale di Coppa Italia. Per entrambe, comunque, il prezzo odierno non è il più basso di sempre. 
Il primo giorno di marzo dell'anno scorso, l'azione Juventus valeva 0,3599 euro, quella della Cairo Communication 3,638 euro. 
Se per Urbano Cairo non è stata una buona seduta - anche l'altra sua quotata, Rcs MediaGroup ha avuto come ultimo prezzo 1,09 euro, il 2,68% in meno rispetto a ieri - non lo è stata neppure per le altre società quotate della scuderia Agnelli-Elkann-Nasi: Fca-Fiat Chrysler Automobiles ha chiuso a 17,088 euro per azione (-2,75%), Exor a 58,60 euro (-2,17%), Ferrari a 100,70 euro (-1,70%) e Cnh Industrial a 11,00 euro (-1,30%).
D'altra parte, l'indice Ftse Mib è finito in rosso, a 22.438 punti, lo 0,7% in meno rispetto alle 24 ore precedenti.
In controtendenza, invece, Cofide, la holding dei fratelli De Benedetti. L'ultimo prezzo del titolo Cofide è stato di 0,554 euro, con un incremento del 4,14%, che è risultato il settimo più elevato nella giornata borsistica odierna.


SENZA DIVIDENDO I SOCI CENTRALE DEL LATTE D'ITALIA
Tra le quotate del Nord Ovest che hanno terminato la giornata in rosso, si trova pure la torinese Centrale del Latte d'Italia (Cli). Il prezzo dell'ultima contrattazione è stato di 3,27 euro (-1,21%). Può avere influito anche la comunicazione che quest'anno la società presieduta da Luigi Luzzati e guidata da Riccardo Pozzoli, amministratore delegato, non distribuirà dividendo.
Nel 2017, la capogruppo ha conseguito un utile netto di 204.000 euro, destinato interamente a riserva; ma a livello consolidato è stata registrata una perdita di 261.000 euro, non confrontabile comunque con l'utile di 12 milioni del 2016.
Nel passato esercizio, i ricavi netti del gruppo Cli sono stati pari a 183,4 milioni (117,7 milioni nel 2016) e il margine operativo lordo è ammontato a 7,2 milioni (2,9 milioni). E' aumentato, tuttavia, pure l'indebitamento finanziario netto a 62,3 milioni al 31 dicembre 2017 dai 60,2 milioni della stessa data dell'anno precedente.
Luigi Luzzati, presidente Cli

Hunziker & Bongiorno




Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno riceveranno, il 15 aprile ad Albenga, il Premio Fionda di Legno 2018, per l'attività della Onlus Doppia Difesa, che hanno fondato nel 2017 e che continuano ad animare per il sostegno delle donne vittime di abusi fisici e psicologici. Il Premio è assegnato dall'associazione locale “Fieui di Caruggi”.


IL PRELATO QUOTIDIANO
Dacci oggi il nostro prelato quotidiano... Dicono che nel Nord Ovest ci sia un alto prelato che va in crisi di astinenza se non si vede citato almeno una volta al giorno su un mass media, andandogli bene sia un quotidiano che una tv, non importa se nazionale o locale, ma persino una radio. Lui, comunque, fa di tutto per meritare l'apparizione mediatica: qualsiasi occasione è buona per un intervento o una dichiarazione. Probabilmente pensa che gli torni utile finire, il più possibile, nella rassegna stampa vaticana. Di certo, tanta sua visibilità a molti dà fastidio. Chi è il soggetto in questione?

LA SGR “ETICA”
Una Sgr (società di gestione del risparmio) che si vanta di essere etica come forse nessun'altra, non solo in Piemonte dove è nata, da quando non è più presieduta da un uomo molto rigoroso, giusto e competente, agisce, all'interno e all'esterno, in modi decisamente ben diversi da quelli ai quali dice di ispirarsi. Capo e sottocapo si comportano come boss di bassa lega. La nuova situazione sta emergendo e fa chiedere fino a quando non interverrà qualcuno a rimettere a posto cose e persone. Un premio, naturalmente morale, ai risolutori dell'indovinello.

SUL PONTE DELLA STAMPA
A Torino circola la voce che alla Stampa, il quotidiano passato sotto il controllo dei figli di Carlo De Benedetti, dovrebbe arrivare presto un nuovo vice direttore, in sostituzione di uno degli attuali che andrebbe a dirigere un quotidiano locale del Gruppo. Si dice che a condividere il ponte di comando, comunque alle dipendenze del direttore Molinari, sarà un giornalista molto bravo, stimatissimo dal grande Giulio Anselmi, in passato già in posizioni apicali alla Stampa e, più recentemente, diventato anche un volto noto. Le sue iniziali sono A.M. Basta?

UN PRESIDENTE IN BILICO
Si sussurra che nei palazzi attorno a piazza De Ferrari, a Genova, alcuni stiano scommettendo su quanto tempo il presidente di una fondazione ligure, scelto e sostenuto strenuamente dal Pd, riuscirà a restare ancora attaccato alla poltrona. Diversi esponenti del Centro Destra puntano sull'uscita dopo l'approvazione del bilancio 2017 dell'ente, che dovrebbe essere disastroso come gli altri firmati dal discusso presidente. Nessuno, però, rischia neppure un euro sulle dimissioni spontanee. La spinta arriverà da Roma o sarà locale?

Indiscrezioni & indovinelli


IL PRELATO QUOTIDIANO
Dacci oggi il nostro prelato quotidiano... Dicono che nel Nord Ovest ci sia un alto prelato che va in crisi di astinenza se non si vede citato almeno una volta al giorno su un mass media, andandogli bene sia un quotidiano che una tv, non importa se nazionale o locale, ma persino una radio. Lui, comunque, fa di tutto per meritare l'apparizione mediatica: qualsiasi occasione è buona per un intervento o una dichiarazione. Probabilmente pensa che gli torni utile finire, il più possibile, nella rassegna stampa vaticana. Di certo, tanta sua visibilità a molti dà fastidio. Chi è il soggetto in questione?

LA SGR “ETICA”
Una Sgr (società di gestione del risparmio) che si vanta di essere etica come forse nessun'altra, non solo in Piemonte dove è nata, da quando non è più presieduta da un uomo molto rigoroso, giusto e competente, agisce, all'interno e all'esterno, in modi decisamente ben diversi da quelli ai quali dice di ispirarsi. Capo e sottocapo si comportano come boss di bassa lega. La nuova situazione sta emergendo e fa chiedere fino a quando non interverrà qualcuno a rimettere a posto cose e persone. Un premio, naturalmente morale, ai risolutori dell'indovinello.

SUL PONTE DELLA STAMPA
A Torino circola la voce che alla Stampa, il quotidiano passato sotto il controllo dei figli di Carlo De Benedetti, dovrebbe arrivare presto un nuovo vice direttore, in sostituzione di uno degli attuali che andrebbe a dirigere un quotidiano locale del Gruppo. Si dice che a condividere il ponte di comando, comunque alle dipendenze del direttore Molinari, sarà un giornalista molto bravo, stimatissimo dal grande Giulio Anselmi, in passato già in posizioni apicali alla Stampa e, più recentemente, diventato anche un volto noto. Le sue iniziali sono A.M. Basta?

UN PRESIDENTE IN BILICO
Si sussurra che nei palazzi attorno a piazza De Ferrari, a Genova, alcuni stiano scommettendo su quanto tempo il presidente di una fondazione ligure, scelto e sostenuto strenuamente dal Pd, riuscirà a restare ancora attaccato alla poltrona. Diversi esponenti del Centro Destra puntano sull'uscita dopo l'approvazione del bilancio 2017 dell'ente, che dovrebbe essere disastroso come gli altri firmati dal discusso presidente. Nessuno, però, rischia neppure un euro sulle dimissioni spontanee. La spinta arriverà da Roma o sarà locale?

Nuda proprietà, prime Genova e Torino


Genova primatista per la nuda proprietà. In seguito a una sua analisi, Immobiliare.it ha rilevato tra le maggiori città italiane è Genova che ha fatto registrare l'aumento più alto degli annunci di offerta di alloggi in nuda proprietà (6,7%), nonostante un calo medio del 29% dei prezzi delle case vendute con questa formula, “che mette in luce gli effetti della crisi economica sui cittadini” ha commentato Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it, specificando che un numero sempre maggiore di nonni “rinunciano alla proprietà della loro abitazione, non solo nelle grandi città, pur di aiutare figli e nipoti nell'immediato”.
Una conferma del fenomeno arriva anche da Torino, dove l'offerta di case in nuda proprietà è cresciuta del 5,6% rispetto al 2013, pur in presenza di una diminuzione del 27% del prezzo medio richiesto. Proprio Torino, fra l'altro, è l'unica delle città campione della ricerca ad avere evidenziato un aumento della domanda di alloggi in nuda proprietà. Rispetto al 2013, l'incremento è stato del 5,3%.