Borsa: Italgas batte l'Orso della settimana come le due quotate del gruppo Gavio


Settimana borsistica all'insegna dell'Orso, quella conclusa venerdì scorso, anche per quasi tutte le quotate che fanno riferimento al Piemonte e alla Liguria. Fra l'altro, come scrive il Corriere Torino di oggi, 25 marzo, “Soltanto una delle otto società piemontesi che compongono il paniere delle 40 principali quotate alla Borsa di Milano e che costituiscono l'indice Ftse Mib ha visto un aumento del valore della sua azione nell'ultima settimana di contrattazioni, caratterizzata dalla buriana provocata dai dazi di Trump e dalla situazione politica italiana. Alla chiusura di venerdì, infatti, unicamente la torinese Italgas ha mostrato un prezzo - 4,766 euro - superiore a quello finale del venerdì precedente, che è stato di 4,701 euro”.
Il Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera, ha aggiunto che “ l'Italgas è stata l'unica quotata piemontese dell'Ftse Mib a evidenziare un incremento mensile del 6,81%. Tutte le altre, infatti, hanno subito ribassi anche rispetto a 30 giorni prima: - 11,66% Cnh Industrial, -6,34% Fca-Fiat Chrysler Automobiles, -7,72% Ferrari, -5,71% Buzzi Unicem, -3,47% Intesa Sanpaolo, -3,20 Ubi Banca e -3,12% Exor, la holding del gruppo Agnelli-Elkann-Nasi”.
Tutte le quotate controllate da Exor, comunque, hanno mantenuto performance positive rispetto a un anno fa, dal 65,58% di Fca e il 53,92% della Ferrari al 24,45% della stessa Exor e al 14,42% di Cnh Industrial. Lo stesso hanno fatto Intesa Sanpaolo (+17,82%), Ubi Banca (+16,73%) e Italgas (+20,78%). Quest'ultima, in particolare, nel 2017 ha conseguito un utile netto di quasi 300 milioni, superiore del 34% al precedente e tale da consentire un dividendo di 0,208 euro per azione.
Invece, per Buzzi Unicem è negativo pure il confronto annuale, dato che il valore della sua azione ordinaria è sceso del 14,43% rispetto al 22 marzo del 2017.
Non fanno parte del paniere Ftse Mib, ma sono comunque rilevanti, le due quotate piemontesi controllate dalla famiglia Gavio di Tortona, le quali evidenziano rialzi delle loro azioni su tutti gli ultimi periodi di confronto: Astm-Autostrada Torino Milano (capitalizza oltre 2 miliardi) ha chiuso la settimana con un rialzo del 3%, il mese con +5,61% e l'anno con +50,87%; per Sias (quasi 3,5 miliardi il valore attribuitogli da Piazza Affari) l'aumento è risultato del 2,5% su base settimanale, dell'8,86% su base mensile e dell71,82% su base annuale.
La spiegazione delle performance di Astm e Sias sta nel boom dei loro utili netti e dei relativi dividendi, maggiorati straordinariamente (i soci incasseranno, fra tutti, 123 milioni di euro.
Per quanto riguarda le liguri, l'eccezione positiva è costituita dalla Orsero di Albenga, la cui azione ha chiuso la settimana a 9,05 euro, a fronte di 8,96 euro del 16 marzo. Anche Erg, infatti, ha seguito la tendenza generale, facendo segnare il prezzo di 19,33 euro contro i 19,47 euro di sette giorni prima. Lo stesso vale per Banca Carige, sempre sotto attacco (0,0083 l'ultimo prezzo della sua ordinaria, mentre era stato di 0,0095 il venerdì precedente) e per la Biancamano dei savonesi Pizzimbone, scesa da 0,279 a 0,275 euro. Infine, la Boero Bartolomeo, destinata a uscire da Piazza Affari, non è stata rilevata, per mancanza di contrattazioni.
Erg, comunque, resta tra i titoli con le migliori performance: + 16,73% sul mese, +42,13% sul semestre e + 66,93% rispetto a un anno fa. Fra, l'altro, l'azione della società controllata dalla famiglia Garrone-Mondini il 15 di questo mese ha fatto segnare il suo record storico, essendo stata quotata 19,55 euro. Equivalenti a una capitalizzazione superiore ai 2,9 miliardi.
Il Toro della Erg è conseguente anche ai risultati conseguiti nel passato esercizio, terminato con un utile netto di 142 milioni (107 nel 2016), tale da consentire la distribuzione di un dividendo unitario di 1,15 euro, di cui 0,40 come parte straordinaria.

Paolo Gallo, ad Italgas

Mappa della popolazione del Nord Ovest che rischia la povertà o l'esclusione sociale


E' la Liguria la regione del Nord Ovest con la più alta quota di popolazione a rischio di povertà o di esclusione sociale. La situazione emerge da uno studio della Cgia di Mestre, l'associazione degli artigiani e delle piccole imprese locali, basato sui dati a fine 2016, gli ultimi disponibili. La Liguria, infatti, presenta il 23,9% di popolazione a rischio di povertà o di esclusione sociale (la quota era del 20,9% dieci anni prima), a fronte del 22,9% del Piemonte (17,7% a fine 2006) e il 20,5% della Valle d'Aosta, che però ha avuto l'aumento maggiore (+9,9%).
Le quote del Nord Ovest sono inferiori alla media nazionale (30%): però la Liguria risulta all'undicesimo posto nella graduatoria delle regioni per percentuale di popolazione a rischio di povertà o di esclusione sociale, il Piemonte al quattordicesimo e la Valle d'Aosta al quindicesimo. Indici più bassi delle nostre tre regioni sono evidenziati da Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana ed Emilia-Romagna. In particolare, poi, è la provincia autonoma di Bolzano ad avere la più bassa quota di popolazione a rischio di povertà o di esclusione sociale: 9,6%, tra l'altro ancora inferiore all'11,2% di fine 2006, l'anno precedente la gravissima e lunghissima crisi economico-sociale dell'Italia.
Come ricordato dalla Cgia di Mestre, l'indice relativo alla popolazione a rischio di povertà o di esclusione sociale è dato dalla somma di persone residenti che si trovano in almeno una delle tre condizioni seguenti: a) vivono in famiglie a rischio di povertà, cioè con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano disponibile; b) vivono in famiglie a intensità lavorativa molto bassa; c) vivono in famiglie in condizioni di grave deprivazione materiale, che è tale quandosi trovano in almeno quattro di queste nove situazioni: 1) non riescono a sostenere spese impreviste, 2) hanno arretrati nei pagamenti; 3) non possono permettersi in un anno neppure una settimana di ferie lontano da casa; 4) non hanno un pasto adeguato almeno ogni due giorni; 5) hanno un riscaldamento insufficiente; 6) non possono permettersi l'acquisto di una lavatrice, 7) di un televisore a colori, 8) un telefono, 9) un'automobile.
Dalla stessa Cgia di Mestre è stato fatto notare che in Italia le persone in difficoltà e deprivazione sono passate, negli ultimi dieci anni, da 15 a 18,1 milioni. E questo è successo in seguito non soltanto alla crisi economica, ma anche allo “smisurato aumento delle tasse, alla fortissima contrazione degli investimenti pubblici e a un corrispondente taglio del welfare state”. Fra l'altro, senza benefici sul debito pubblico, che ha continuato ad aumentare in termini assoluti e rispetto al Pil.

Banche e finanziarie: supera i 39.000 euro il debito residuo del torinese maggiorenne


“Un po' più di 39.000 euro (39.186, per la precisione). E' il debito residuo al 31 dicembre 2017 che, in media, ogni torinese maggiorenne deve ancora rimborsare al sistema creditizio, formato quasi interamente da banche, finanziarie e società di credito al consumo. Questa cifra è superiore di quasi 3.000 euro alla media del Piemonte (36.093 euro) e di 5.352 euro a quella dell'intera Italia”. Lo ha appena pubblicato il Corriere Torino, edizione piemontese del Corriere della Sera.
“In conseguenza del suo indebitamento, generato dal mutuo per la casa, dall'acquisto rateale di beni e servizi, quali auto, moto, elettrodomestici, apparecchi elettronici, articoli di arredamento, viaggi – ha riportato l'articolo del Corriere Torino, diretto da Umberto La Rocca - il torinese che ha fatto ricorso al credito paga, mediamente, una rata mensile di 356 euro, pressoché la stessa della media nazionale (355 euro), ma inferiore a quella di tutti i piemontesi, che è invece di 370 euro. A livello provinciale, infatti, si va dal massimo di 403 euro pro-capite del cuneese al minimo di 351 euro del biellese”.
Nel Biellese, l'indebitamento pro-capite residuo alla fine dell'anno scorso era di 30.294 euro, mentre era di 38.292 euro nel Cuneese e di 39.103 nel Verbano-Cusio-Ossola.
Come precisato dal quotidiano, tutti questi dati sono di “Mister Credit”, l'area che si occupa dello sviluppo di soluzione e strumenti educational all'interno del Crif, gruppo specializzato nell'informazione finanziaria.
Dallo studio di Mister Credit-Crif emerge, fra l'altro, che l'indebitamento residuo pro-capite nella provincia di Torino è costituito per il 24,7% da mutui immobiliari, per il 33% da prestiti personali e per il 42,3% da prestiti finalizzati all'acquisto di beni e servizi durevoli. Le medie della regione sono rispettivamente del 23,7% per i mutui casa (il primato è della provincia di Asti con il 25,6%). del 37% per i prestiti personali (massimo del 40,1% nel Biellese) e del 39,3% per i prestiti finalizzati.
Beatrice Rubini, direttore dell'area Mister Credit, ha commentato che “il miglioramento delle condizioni economico-finanziarie delle famiglie, in virtù di un mercato del lavoro in ripresa e dell'aumento del reddito disponibile, ha favorito la domanda di credito per sostenere progetti di spesa sovente rinviati durante gli anni precedenti”. Domanda incentivata anche dal basso costo del denaro, che determina tassi di interesse sostenibili.

Cristina Balbo, presidente Abi Piemonte

Potpourri di imprese in crescita


FERRERO: OLTRE 90 SOCIETA' E 34.500 DIPENDENTI
Ferrero sempre più grande. Al 31 agosto 2017, ultimo giorno del passato esercizio, che ancora non tiene conto delle acquisizioni negli Usa, il gruppo dolciario nato ad Alba contava già 91 società consolidate nel mondo, con 23 stabilimenti, 34.543 dipendenti e un fatturato di 10,5 miliardi di euro, superiore dell'1,5% a quello precedente.
Al vertice del gruppo, che commercializza i suoi prodotti in 170 Paesi, si trova la Ferrero International, che ha a capo Giovanni Ferrero (presidente) e Lapo Civiletti, amministratore delegato. I prodotti che hanno contribuito maggiormente ai ricavi sono stati Nutella, Ferrero Rocher, Kinder Surprise, Kinder Joy, Kinder Bueno e Tic Tac.

Giovanni Ferrero, presidente Ferrero International

BBBELL SI ESPANDE ANCHE IN LIGURIA
La torinese Bbbell, maggiore operatore di telecomunicazioni wireless nel Nord Ovest e uno dei maggiori player del settore a livello nazionale, ha comperato il ramo d'azienda internet e telefonia fissa in Liguria della Uno Communications, società controllata e guidata da Carlo Capacci, il sindaco di Imperia. Le attività rilevate dalla Bbbell sono costituite da 360 antenne, 2.000 chilometri di dorsali radio e 700 chilometri di fibra ottica di proprietà.
“Con questa operazione, Bbbell consolida la sua posizione di leadership nel wireless del Nord Ovest con oltre 22.000 clienti, circa 900 Comuni serviti con telefonia fissa e internet ultraveloce e oltre 12 milioni di fatturato aggregato” è stato riferito dalla società torinese, fondata nel capoluogo piemontese nel 2003 e dotata di 45 dipendenti, 50 agenti commerciali oltre che di 35 tra tecnici e installatori. Presidente è Enrico Boccardo, amministratore delegato Simone Bigotti.

Enrico Boccardo, presidente Bbbell

CLUB DEGLI INVESTITORI ENTRA IN METIS
Il Club degli Investitori, il più grande network regionale di business angel in Italia, ha investito 450.000 euro in Metis Precision Medicine, società torinese fondata nel 2017 con l'obiettivo di sviluppare un farmaco mirato, capace di indurre la remissione clinica e di prolungare la vita del paziente, in casi selezionati. Paolo Comoglio, già direttore scientifico dell'Istituto di Candiolo per la ricerca sul cancro e co-fondatore di Metis, “Benefit company” che ha un portafoglio di brevetti relativi ad anticorpi monoclonali contro un oncogene (Met) ha detto che Metis si pone l'obiettivo di trasferire al letto del malato i risultati di oltre 20 anni di ricerca alla quale hanno partecipato i laboratori di Candiolo e dell'Università di Torino.
Il Club degli Investitori, nato a Torino dieci anni fa, investe direttamente in quote di startup e di pmi ad alto potenziale di crescita. Conta circa 130 soci, compreso John Elkann, entrato nel dicembre scorso, ed è presieduto da Giancarlo Rocchietti. Suoi champion nell'operazione Metis sono il manager Giorgio Barberis e Mauro Ferrari, vice presidente del Club degli Investitori e della Webasto (componentistica automotive).

Giancarlo Rocchietti, presidente 

LICIA MATTIOLI LANCIA I GIOIELLI “CARAMELLE”
E' stata battezzata “Candy” la nuova collezione di gioielli firmata Licia Mattioli, mente creativa e amministratore delegato dell'omonima società torinese fondata con il padre Luciano, già proprietario dell'Antica Ditta Marchisio (il primo laboratorio orafo costituito sotto la Mole), poi venduta. I gioielli Candy sono stati chiamati così perché “le pietre colorate, tormaline, acquamarina, peridoti, che spiccano insieme a pavé di diamanti, li rendono simili a caramelle” ha spiegato Licia Mattioli, che è anche vice presidente di Confindustria per l'Internazionalizzazione e, fra l'altro, vice presidente della Compagnia di San Paolo.
Nel 2017 la Mattioli ha fatturato 43 milioni, facendo registrare una crescita a doppia cifra sul 2016. Quest'anno, l'impresa torinese si concentrerà sul consolidamento sui suoi principali mercati esteri, che sono gli Usa, il Giappone, il Benelux e la Russia.

Licia Mattioli

FIDEURAM VITA A GUIDA ALESSANDRINA
Fideuram Vita al 31 dicembre 2017 ha evidenziato riserve per 31 miliardi di euro, 25 dei quali in prodotti Unit Linked, ovvero in polizze legate a prodotti finanziari. Sulle Unit Linked abbiamo 161.000 clienti, di cui 10.000 hanno scelto le linee protette, per un patrimonio di 1,5 miliardi”. A riferirlo è stata Maria Luisa Gota, amministratore delegato e direttore generale di Fideuram Vita dal maggio scorso, in una intervista da lei concessa a Firstonline, il prestigioso giornale web indipendente di economia, finanza e borsa, presieduto da Ernesto Auci e diretto da Franco Locatelli.
Maria Luisa Gota è di Alessandria, dove ha fatto il liceo linguistico prima di laurearsi in Matematica a Torino e di fare un dottorato di ricerca, sempre in matematica, all'Università di Trieste. Sposata, due figli, Maria Luisa Gota, prima di entrare in Fideuram Vita, della quale è stata anche responsabile della finanza, ha lavorato pure per Eurizon Capital Aviva Italia Holding e Poste Vita.

Maria Luisa Gota, ad e dg Fideuram Vita

Positivi i risultati 2017 della Pininfarina ma l'Orso penalizza anche la sua azione


E' capitata in una giornata decisamente sfavorevole la presentazione del progetto di bilancio 2017 della Pinifarina (l'indice principale della Borsa di Milano è arretrato dell'1,85%), così il titolo della famosa impresa torinese ha chiuso con un segno meno, nonostante i risultati tutti positivi conseguiti nell'esercizio. L'ultimo prezzo dell'azione Pininfarina, infatti, oggi, 22 marzo, è stato di 2,06 euro, inferiore dell'1,90% a quello di ieri.
Il gruppo presieduto da Paolo Pininfarina (amministratore delegato è Silvio Pietro Angori) nel 2017 ha avuto un valore della produzione pari a 87,1 milioni (68,9 nel 2016), un margine operativo lordo di 7,5 milioni (0,9) e un utile netto di 1,3 milioni (20,5). Gli oneri finanziari netti sono stati di 2,1 milioni, uno in meno rispetto all'anno precedente e, al 31 dicembre 2017 la posizione finanziaria netta è risultata positiva per 12 milioni, mentre era negativa per 17,7 milioni alla stessa data del 2016. Nessun dividendo; ma il patrimonio netto consolidato sale da 30,5 a 58,8 milioni.
Orso scatenato, dunque, oggi a Piazza Affari. Tra le “vittime” anche tutte le quotate del gruppo Agnelli-Elkann-Nasi, con l'eccezione della Juventus, che ha chiuso con un incremento dello 0,38% a 0,6655 euro. Il prezzo dell'azione Exor, la holding del Gruppo, è sceso a 58,34 (-4,05%) e quello di Cnh Industrial a 10,17 euro (-4,01%). Il titolo Fca-Fiat Chrysler Automobiles ha terminato la seduta a 16,982 euro (-3,39%) e quello della Ferrari a 99,10 euro (-1,64%).
Tra le dieci azioni che hanno avuto i maggiori ribassi percentuali si trova anche la Gedi Gruppo Editoriale, che ha perso il 7,56%, calando così a 0,4465 euro, che rappresenta il suo nuovo minimo storico. Invece, il secondo rialzo maggiore (+10,47%) è stato fatto segnare da Visibilia Editore, la cui azione è risalita a 0,0992 euro.

Paolo Pininfarina, presidente dell'omonima società

In Piemonte, Liguria e nella Valle d'Aosta protesti diminuiti più della media italiana


Drastico calo dei protesti, nel Nord Ovest, dall'inizio di gennaio alla fine di settembre 2017, tanto che sono risultati poco più di 22.000. In particolare, i mancati pagamenti sono risultati 16.674 in Piemonte (-15,9% rispetto allo stesso periodo 2016), 5.239 in Liguria (-18,2%) e 286 in Valle d'Aosta (-13,6%). In tutte le tre regioni il calo è stato superiore al 12% che rappresenta la media del Paese, dove i protesti sono stati complessivamente 385.107.
Ancora maggiore rispetto alla media nazionale del 18,7%, è stata la diminuzione del valore dei protesti nel Nord Ovest: -24% in Piemonte (18,027 milioni di euro dal primo giorno di gennaio all'ultimo di settembre dell'anno scorso), - 22,2% in Liguria (5,392 milioni) e -52,8% in Valle d'Aosta (358.505 euro).
A livello nazionale, nei primi nove mesi 2017 è risultato di quasi 630 milioni di euro il valore complessivo gli effetti levati da una persona fisica o da un'impresa costrette a ricorrere a un pubblico ufficiale per notificare la mancata accettazione di una cambiale o di un assegno. Le cambiali protestate hanno rappresentato l'80% dei “pagherò”, gli assegni il 20%. Rispetto a quattro anni prima, i protesti si sono quasi dimezzati in Italia (erano stati 726.856 nei primi nove mesi del 2014, quando la loro somma ammontava a 1,619 miliardi).
Unioncamere, l'unione delle Camere di commercio italiane, ha fornito anche i dati disaggregati per provincia. Così, si può fare la graduatoria provinciale per numero di protesti, nei primi nove mesi 2017: Torino 9.264, Genova 2.755, Alessandria 2.008, Novara 1.470, Cuneo 1.316, Savona 1.251, Imperia 795, Biella 772, Asti 660, Vercelli 645, Verbania 539, La Spezia 438, Aosta 286.
La classifica per importo medio dei “pagherò”, sempre relativamente alle tre regioni del Nord Ovest, vede al primo posto la provincia di Cuneo con 1.881 euro e all'ultimo La Spezia con 330 euro. Fra l'altro, proprio La Spezia figura il fanalino di coda di tutta l'Italia, presentando un importo medio dei suoi protesti inferiore anche a quelli delle province di Imperia (773 euro), Novara (822), Asti (841) e Biella (858), tutte comunque nella parte più bassa della classifica.

Il costruttore torinese Alberto Prono nuovo presidente del Circolo Subalpino


Alberto Prono è il nuovo presidente del Circolo Subalpino, sodalizio che costituisce un “unicum” come ha ricordato il decano Cesare Zaccone, socio dal 1961. Alberto Prono, torinese doc, classe 1949, sposato, due figli, laurea in Economia e commercio, titolare dell'omonima impresa generale di costruzioni edili, stradali e ingegneria (attiva anche all'estero), è subentrato all'illustre radiologo Giovanni Gandini, non più rieleggibile.
Nel suo applauditissimo intervento, Cesare Zaccone ha detto che Giovanni Gandini sarà ricordato nella storia del Subalpino “non soltanto per il presidente degli omissis, ma soprattutto come il presidente che più di tutti ha compreso e applicato il principio della reciprocanza, che è amicizia piena, intelligente, ferma e senza reticenze”.
Il Circolo Subalpino, fondato nel 1949 da Remo Morone, che l'ha presieduto fino al 1960, ha 157 soci, fra i quali si trovano molte eccellenze dell'imprenditoria, della finanza, dell'accademia, della medicina, dell'avvocatura, del top management, delle libere professioni. Ha sede a Torino, in corso Vittorio Emanuele II e si riunisce tutti i martedì. Tra i suoi soci, da sempre esclusivamente maschi, a prescindere dall'età, è d'obbligo il tu, “primo passo per realizzare la reciprocanza”.
Con Alberto Prono, il cui padre Giuseppe è stato socio del Subalpino, è stato eletto il nuovo Consiglio direttivo, formato da Benedetto Camerana, Bernardino Chiaia, Paolo Chiono, Guglielmo Giordanengo, Paolo Montalenti, Vittorio Neirotti, Luca Remmert, Mauro Rinaldi, Antonio Robecchi ed Emilio Rossi. Collegio dei probiviri: Carlo Luda di Cortemiglia (presidente), Lionello Jona Celesia, Giovanni Zanetti; con i supplenti Pier Giorgio Re e Cesare Zaccone.

Cesare Zaccone, il decano del Circolo Subalpino

Fondazione Crt: borse di perfezionamento per altri 27 giovani talenti della musica


Altri 27 giovani musicisti di talento, selezionati fra tutti i diplomati negli istituti di Alta formazione artistica e musicale del Piemonte e della Valle d'Aosta e tra i diplomati in violino di tutta l'Italia, potranno migliorare ulteriormente le loro capacità ed evidenziare le loro potenzialità, nel nostro Paese e all'estero, grazie alle borse di perfezionamento messe a disposizione dalla Fondazione Crt.
La borsa di studio più rilevante (12.000 euro) è stata vinta da Valentina Simone, ventenne novarese. Ed ecco gli altri talenti del Nord Ovest vincitori delle borse di perfezionamento: Laura Marconi (Moncalieri), Beatrice Spina (Novara), Claudio Berra (Torino), Giovanni Carraria Martinotti (Biella), Francesco Maccarone (Aosta), Giulio Sanna (Torino), Elisa Soster (Aosta), Zoe Canestrelli (Torino), Davide Papalia (Aosta), Davide Tonetti (Moncalieri) Chiara Biagioli (Torino), Valentina Nicolotti (Moncvalieri(, Davide Agamennone (Novara), Bartolomeo Audisio (Chieri) Alessandro Fornero (Torino), Giulio De Felice (Torino) e Matteo Cotti (Chieri), Davide Cava (Cirié).
Con quelle dell'ultima edizione sono salite a 244 le borse di perfezionamento finanziate dalla Fondazione Crt al fine di dare ai giovani talenti musicali del Piemonte e della Valle d'Aosta l'opportunità di conquistare il mondo con ruoli di primo piano in orchestre rinomate e in istituzioni musicali, nazionali e straniere.
“Le borse di perfezionamento della Fondazione Crt – ha spiegato il presidente, Giovanni Quaglia – favoriscono il decollo della carriera artistica di giovani musicisti e il loro ingresso nel circuito professionistico, tramite l'offerta di un programma internazionale di alto livello, che valorizza il capitale umano”. E il Segretario generale, Massimo Lapucci, ha aggiunto: “Sostenere i giovani più meritevoli è un impegno concreto per Fondazione Crt, che da anni investe, con successo, sui talenti in tutti i campi”.

Gruppo Sella aumenta l'utile e la solidità


Hanno ancora rafforzato la loro solidità patrimoniale le banche del gruppo Sella, che conta oltre 300 succursali. Al 31 dicembre scorso, infatti, la Banca Sella, principale operativa, presentava un Cet1 del 15,1% e del 14% Banca Patrimoni Sella & C (a livello consolidato il Cet1 è risultato del 12,23%). Più è alto il Cet1 più la banca merita la fiducia degli azionisti, degli obbligazionisti, dei risparmiatori, insomma di tutti gli stakeholders.
Al miglioramento degli indici hanno contribuito, tra l'altro, i risultati economici dell'esercizio. Fra l'altro, a livello consolidato l'utile netto è stato di 52,2 milioni (se si escludono i contributi straordinari, l'utile netto diventa di 27,4 milioni, comunque superiore del 53,9% rispetto a quello dichiarato nel bilancio 2016).
L'utile netto della sola Banca Sella è stato di 14,1 milioni, tale da consentire la distribuzione di un dividendo di 0,011 euro per azione, per un totale di 7,4 milioni.
Il gruppo creditizio e finanziario biellese, controllato dalla famiglia fondatrice attraverso la Maurizio Sella sapa e al cui vertice si trova Banca Sella Holding, presieduta da Maurizio Sella, il cui figlio Pietro ne è l'amministratore delegato e direttore generale. ha avuto una redditività del 5,5%.
Un'altra banca piemontese, la Bim, ormai prossima ad avere come controllante un fondo d'investimento inglese, ha invece confermato i risultati negativi: a livello consolidato la sua perdita 2017 è stata di 49,3 milioni (93,4 milioni nel 2016) e il rosso della capogruppo è stato di 43,1 milioni (83,1 milioni nell'esercizio precedente).
Al 31 dicembre scorso, la torinese Bim-Banca Intermobiliare aveva un patrimonio amministrato e gestito parri a 7,4 miliardi, 28 filiali con 149 private bankers e 536 tra dipendenti e collaboratori.

Pietro Sella, ad e dg di Banca Sella Holding

Un tris d'assi tutto rosa


PATRIZIA LOMBARDI E LA SQUADRA ROSA DEL “POLI” DI SARACCO
La squadra costituita da Guido Saracco, neo rettore del Politecnico di Torino, per la guida del prestigioso e affermato ateneo subalpino nei prossimi sei anni, evidenzia una forte componente rosa, che inizia con Patrizia Lombardi, nominata Prorettrice, cioè principale collaboratrice del Megnifico. Le altre donne del team Saracco sono i vice rettori Francesca Verga (per l'internazionalizzazione), Claudia De Giorgi (qualità, welfare e pari opportunità) e Giuliana Mattiazzo (trasferimento tecnologico) e le delegate, figure equiparabili per funzioni e importanza ai vice rettori, Carla Chiasserini (accompagnamento al lavoro), Laura Montanaro (valutazioni strategiche) e Anita Tabacco (semplificazione).
Patrizia Lombardi, già direttore del Dipartimento interateneo di Scienze, progetto e politiche del territorio, origini alessandrine, sposata, si è laureata in Architettura proprio al “Poli”, nel 1988. Poi ha conseguito il master Corep ed è stata allo Iuav di Venezia, prima di andare a perfezionarsi all'università di Salford. E' professore ordinario dal gennaio 2011, dopo avere fatto l'associata per cinque anni. Nel suo ampio curriculum figurano anche la partecipazione al comitato scientifico del Csi, al comitato amministrativo di Siti, al comitato territoriale di Iren, a comitati editoriali di diverse testate specializzate e la direzione scientifica al master dell'Unesco “Management of Cultural projects and World heritage” all'Itc-Ilo.

Patrizia Lombardi

PATRIZIA SANDRETTO RE REBAUDENGO PORTA LA SUA COLLEZIONE IN CINA
Nuova affermazione internazionale di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, fondatrice e presidente dell'omonima fondazione torinese, da oltre vent'anni impegnata a favore dell'arte e della cultura contemporanee (tra le prime fondazioni private aperte in Italia, è anche un osservatorio sulle tendenze e i linguaggi artisti attuali e sostiene i giovani artisti, italiani e stranieri, anche con la committenza e la produzione di nuove opere).
La Collezione Sandretto Re Renaudengo sarà esposta per la prima volta in Cina, al Rockbund Art Museum di Shanghai, dal 24 marzo al 27 maggio. La mostra è conseguente alla collaborazione con il museo cinese che, a sua volta, a giugno, presenterà a Torino una rassegna con diversi artisti asiatici e opere legate alle rispettive culture regionali.
Patrizia Sandretto, torinese, sposata con Agostino Re Rebaudengo, si è laureata in Economia e commercio sotto la Mole è si è avvicinata all'arte contemporanea, come collezionista, agli inizi degli anni 90. La sua passione si è trasformata in un'attività organizzativa che l'ha portata, nel 1995, a dare vita alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la cui prima sede è stata inaugurata a Guarene nel 1997 e la seconda, nel 2002, nel capoluogo piemontese.
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è un riconosciuto centro internazionale di studio, sperimentazione e confronto fra artisti, critici, curatori e collezionisti di tutto il mondo. Del suo consiglio di amministrazione fanno parte il padre e la madre di Patrizia Sandretto (Dino ed Emila), i il marito Agostino Re Rabudengo, i figli Emilio ed Eugenio, oltre che Andrea Ganelli, Giovanni Laegeard, Giuseppe Pichetto, Marco Testa e Marco Weigmann.
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, “regina” italiana dell'arte contemporanea, fa anche parte della commissione cultura di Confindustria ed è presidente della Fondazione Ieo-Ccm (Istituto europeo di oncologia – Centro cardiologico Monzino), che supporta i due istituti milanesi di eccellenza mondiale organizzando raccolte di fondi a loro favore.

Patrizia Sandretto Re Rebaudengo

FEDERICA BIELLER ALLA GUIDA DELLE FUNIVIE DEL MONTE BIANCO
Originaria di Pré-Saint Didiér, 35 anni, maestra di sci, direttore marketing e comunicazione di Qc, società che gestisce nove centri termali e di benessere, compreso quello del paese dove è nata e del quale è direttore generale, più quattro hotel di lusso, Federica Bieller è il nuovo presidente delle Funivie Monte Bianco, la società dello Skyway, l'avveniristica e straordinaria funivia che ha già avuto più di 700.000 clienti.
Federica Bieller ha preso il timone di una impresa che ha chiuso l'esercizio 2006-2017 con un utile netto di 2,6 milioni, destinato interamente a riserva. Del nuovo consiglio di amministrazione delle Funivie Monte Bianco fanno parte anche Albert Tamietto, Paola Lavinia Maganzini e i confermati Mauro Joyeusaz e Ferruccio Gilberti.

Federica Bieller

Indiscrezioni & indovinelli fuori norma


IL PRELATO QUOTIDIANO
Dacci oggi il nostro prelato quotidiano... Dicono che nel Nord Ovest ci sia un alto prelato che va in crisi di astinenza se non si vede citato almeno una volta al giorno su un mass media, andandogli bene sia un quotidiano che una tv, non importa se nazionale o locale, ma persino una radio. Lui, comunque, fa di tutto per meritare l'apparizione mediatica: qualsiasi occasione è buona per un intervento o una dichiarazione. Probabilmente pensa che gli torni utile finire, il più possibile, nella rassegna stampa vaticana. Di certo, tanta sua visibilità a molti dà fastidio. Chi è il soggetto in questione?

LA SGR “ETICA”
Una Sgr (società di gestione del risparmio) che si vanta di essere etica come forse nessun'altra, non solo in Piemonte dove è nata, da quando non è più presieduta da un uomo molto rigoroso, giusto e competente, agisce, all'interno e all'esterno, in modi decisamente ben diversi da quelli ai quali dice di ispirarsi. Capo e sottocapo si comportano come boss di bassa lega. La nuova situazione sta emergendo e fa chiedere fino a quando non interverrà qualcuno a rimettere a posto cose e persone. Un premio, naturalmente morale, a quanti indovinano qual è la contestabile Sgr del caso.

SUL PONTE DELLA STAMPA
A Torino circola la voce che alla Stampa, il quotidiano passato sotto il controllo dei figli di Carlo De Benedetti, dovrebbe arrivare presto un nuovo vice direttore, in sostituzione di uno degli attuali che andrebbe a dirigere un quotidiano locale del Gruppo. Si dice che a condividere il ponte di comando, comunque alle dipendenze del direttore Molinari, sarà un giornalista molto bravo, stimatissimo dal grande Giulio Anselmi, in passato già in posizioni apicali alla Stampa e, più recentemente, diventato anche un volto noto. Le sue iniziali sono A.M. Basta?

UN PRESIDENTE IN BILICO
Si sussurra che nei palazzi attorno a piazza De Ferrari, a Genova, alcuni stiano scommettendo su quanto tempo il presidente di una fondazione ligure, scelto e sostenuto strenuamente dal Pd, riuscirà a restare ancora attaccato alla poltrona. Diversi esponenti del Centro Destra puntano sull'uscita dopo l'approvazione del bilancio 2017 dell'ente, che dovrebbe essere disastroso come gli altri firmati dal discusso presidente. Nessuno, però, rischia neppure un euro sulle dimissioni spontanee. La spinta arriverà da Roma o sarà locale?

Borsa: riscossa di Cairo Communication Gedi al nuovo minimo e la Carige ricade


Risultati double face dell'editoria del Nord Ovest in Borsa, oggi, 19 marzo. L'azione della Cairo Communication ha chiuso la seduta a 3,50 euro, con un incremento del 7,20%, il terzo più alto della seduta. Al contrario, l'ultimo prezzo dell'azione Gedi Gruppo Editoriale è stato di 0,518, non soltanto inferiore del 2,45% a quello di venerdì scorso; ma anche il più basso di sempre,
Il gran rimbalzo della Cairo Communication, che mercoledì 14 aveva toccato il minimo di 2,724 euro ha una motivazione nell'anticipazione che La7, l'emittente del gruppo, ha avuto ottimi risultati dall'inizio dell'anno a oggi. A riferirlo è stato lo stesso Urbano Cairo, che possiede la maggioranza assoluta (il 50,324%, per la precisione) della società che porta il suo nome e che, fra l'altro, ha in portafoglio numerosi periodici, dai settimanali Di Più e Diva e Donna ai mensili Airone, Gardenia e Bell'Italia.
Gedi Gruppo Editoriale pubblica la Repubblica, la Stampa, il Secolo XIX, diversi quotidiani locali e, fra l'altro il settimanale L'Espresso. E' controllato dal gruppo che fa capo ai figli di Carlo De Benedetti e partecipato dalla Exor, holding del gruppo Agnelli-Elkann-Nasi.
Comunque, l'azione Gedi Gruppo Editoriale non fa parte delle dieci che hanno avuto i maggiori ribassi, mentre sono entrate in questo gruppo Visibilia Editore e Banca Carige. Visibilia Editore, controllata da Daniela Garnerò Santanchè, ha chiuso a 0,0884 euro (-4,33%); Banca Carige a 0,0089 euro (-6,32%). All'inizio della seduta, l'azione Carige era partita in rialzo, poi, come successo spesso, è caduta. Sembra proprio che appena mostra un recupero, intervenga qualche fattore (magari vendite allo scoperto) che fa invertire la direzione di marcia.
Ancora una notizia riguardante una quotata del Nord Ovest. Orsero ha presentato i risultati conseguiti nel 2017: ricavi netti pari a 937,8 milioni, margine operativo lordo di 31,3 milioni, utile netto di 15,1, che consente al consiglio di amministrazione di proporre ai soci un dividendo di 0,12 euro per azione. Al 31 dicembre scorso, il patrimonio netto ammontava a 145,7 milioni e la posizione finanziaria netta era di 46,5 milioni. Soddisfazione è stata espressa da Raffaella Orsero, vice presidente e amministratore delegato della società di Albenga partecipata anche dalla spagnola Fernandes Lopez, che ne possiede il 5,655% del capitale.
Il titolo Orsero ha terminato con la quotazione di 8,98 euro, lo 0,22% in più rispetto a venerdì scorso.

Raffaella Orsero, vice presidente e Cfo della Orsero

Itinera (Gavio): nuovi lavori anche in Usa il portafoglio ordini sale a quattro miliardi


Nuovo balzo degli ordini acquisiti da parte del gruppo piemontese Itinera, che fa capo alla Astm controllata dalla famiglia Gavio. In seguito alle ulteriori aggiudicazioni di lavori, ottenute nei primi due mesi di quest'anno, il gruppo Itinera, attivo nel settore delle costruzioni, in particolare nel comparto delle grandi opere infrastrutturali e di edilizia civile e industriale, sia come general contractor sia come promotore di nuove iniziative in partnership pubblico privato, a metà marzo ha in portafoglio ordini per 4 miliardi di euro, ancora mezzo miliardo in più rispetto al 31 dicembre appena passato.
Alle acquisizioni di nuovi lavori ha contribuito anche Halmar International, la società statunitense di costruzioni che opera nell'area metropolitana di New York e negli Stati limitrofi dell'East Coast nel ramo delle infrastrutture di trasporto: strade, autostrade, ferrovie, metropolitane, aeroporti, porti e viadotti. Il 50% di questa società è stato comprato da Itinera a metà del 2017, anno in cui è stata anche costituita, in Brasile, Itinera Construcoes, destinata a eseguire lavori di costruzione e manutenzione per la concessionaria autostradale Ecorodovias.
Nel 2017, il gruppo Itinera ha consuntivato un valore della produzione pari a circa 400 milioni di euro (381 nell'esercizio precedente) e ha conseguito un utile attribuibile alla controllante pari a 4,7 milioni.
Fondata nel 1938, ma entrata a far parte del gruppo Gavio negli anni sessanta, Itinera è oggi un player globale presente in diverse parti del mondo e attivo soprattutto nel Centro e Nord Europa, Usa, Brasile, Paesi del Golfo e Africa Australe, oltre che, naturalmente, nel Nord Ovest italiano. Al 31 dicembre 2016 contava 764 dipendenti diretti. Oltre il 66% del capitale appartiene alla Astm, la parte restante ad altre società del Gruppo Gavio.

Borsa: ecco le azioni piemontesi e liguri che hanno perso o guadagnato di più


“Utili netti aumentati spesso più del 30% e buoni dividendi, sempre superiori ai rendimenti dei titoli di Stato (per la verità, a livelli ormai infimi). E' quanto stanno presentando quasi tutte le società quotate che fanno riferimento al Piemonte. Ma i risultati più che positivi conseguiti nel 2017, le prospettive favorevoli per il 2018 e la marea di milioni di euro che stanno per essere distribuiti come remunerazione agli investitori non bastano a far risalire le quotazioni, naturalmente nel complesso, perché non mancano le eccezioni”.
E' l'inizio dell'articolo pubblicato oggi, 18 marzo, dal Corriere Torino, edizione locale del Corriere della Sera diretta da Umberto La Rocca. Nell'analisi del Corriere Torino viene precisato che “nel mese di febbraio, il valore (capitalizzazione) dell'insieme delle quotate piemontesi è diminuito di 9,274 miliardi di euro, scendendo a 161,3 miliardi, il 5,4% in meno rispetto ai 170,585 miliardi che risultavano al 31 gennaio. E la tendenza negativa è continuata, almeno fino a venerdì scorso e a livello generale”.
Al 16 marzo, infatti, è risultata in rosso, più o meno intenso, la metà dell'insieme delle azioni delle società piemontesi presenti nei listini di Piazza Affari. E questa metà comprende titoli tra i più “pesanti” in assoluto, a partire da quello di Intesa Sanpaolo, la quotata con maggiore capitalizzazione (48,8 miliardi con le sole ordinarie, calate dello 0,65 nell'ultimo mese), Fca-Fiat Chrsyler Automobiles (-3,42%), Ferrari (-3,50%), Cnh Industrial (-2,37%), Buzzi Unicem (-2,1%) fino alla meno capitalizzata di tutte, la Visibilia Editore della cuneese Daniela Garnero Santanché, la cui azione ha perso il 23,64%, facendo così precipitare a tre milioni e spiccioli il valore della società riconosciuto dalla Borsa.
Un po' inferiori a quelli della piccola Visibilia sono stati i ribassi di Sogefi (-18,22%), Cairo Communication (-11,40%), Gedi Gruppo Editoriale (-10,30%), Bim-Banca Itermobiliare (-6,86%), Italia Independent di Lapo Elkann (-6,38%), Juventus (-4,55%) e Pininfarina (-4,55%).
Fra le piemontesi che, invece, hanno registrato un aumento del valore delle loro azioni nei trenta giorni finiti venerdì si trovano anche alcune “grandi”, comprese Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, che capitalizza 14,7 miliardi (+1,09%), Diasorin (+2,56%), Italgas (+5,5%) e la coppia della famiglia Gavio, cioè la Astm (+6,69%) e la Sias (+6,21%). 
Tra le “medie” che hanno incrementato maggiormente il loro valore borsistico figurano Cir (+5,26%), Rcs MediaGroup (+17,58%), Dea Capital (+5,63%), Prima Industrie (+15,03%) e Cofide (+3,25%), la holding del gruppo controllato dai fratelli De Benedetti, il cui padre, Carlo, ha avuto la soddisfazione di vedere crescere del 42,79% (record degli ultimi trenta giorni) il prezzo della sua M&C, la quale, però, capitalizza meno di 75 milioni. Il secondo maggior rialzo del mese finito venerdì, per quanto riguarda le sole piemontesi, è stato dell'azione Borgosesia (+18,64%). 
Per quanto riguarda le liguri, ecco le variazioni percentuali delle quotazioni di venerdì rispetto al 16 febbraio: Banca Carige, che ha la famiglia di Vittorio Malacalza come socio principale (+30,14), Biancamano dei savonesi Pizzimbone (-10,29), Boero Bartolomeo (+1,54), Erg controllata e guidata dai genovesi Garrone-Mondini (+21,99%), Orsero di Albenga (-0,44).

Vittorio Malacalza (Banca Carige)
Daniela Santanchè (Visibilia Editore)

Amministrazioni locali del Nord Ovest l'indebitamento sceso sotto i 25 miliardi


Le Amministrazioni locali del Nord Ovest tengono la rotta buona della riduzione del debito pubblico, contrariamente alla media italiana e in netta controtendenza rispetto alle Amministrazioni centrali, il cui indebitamento continua a salire.
La conferma del fenomeno arrivata con gli ultimi dati della Banca d'Italia, la quale ha comunicato, fra l'altro, che alla fine di gennaio, il debito pubblico nazionale è risultato pari a 2.279,881 miliardi di euro, 23,8 miliardi in più rispetto al 31 dicembre e 28,5 miliardi in più rispetto al 31 gennaio dell'anno scorso.
Al contrario, il debito delle Amministrazioni locali del Nord Ovest “allargato”, cioè comprensivo della Lombardia, è ancora sceso: al 31 gennaio di quest'anno era di 24,955 miliardi, inferiore di pochi milioni rispetto alla fine del mese precedente, ma, soprattutto, il livello più basso degli ultimi anni.
A livello nazionale, invece, il debito delle Amministrazioni locali (Regioni e Province autonome, Province e Città metropolitane, altri enti pubblici territoriali) ha di nuovo evidenziato un aumento di quasi mezzo miliardo nel primo mese di quest'anno, essendo ammontato a 87,331 miliardi, comunque inferiore di due miliardi esatti rispetto al 31 gennaio di un anno fa.
In particolare, alla fine di gennaio 208, il debito di Regioni e Province autonome è risultato di 30,855 miliardi, a fronte dei 7,217 miliardi di Province e Città metropolitane, 39,437 miliardi dei Comuni e di 9,822 miliardi degli altri enti pubblici locali.
In Piemonte, al 31 dicembre 2017 il debito consolidato delle Amministrazioni locali del Piemonte è risultato inferiore ai 12 miliardi; ma è rimasto il secondo più alto in Italia e il primo se rapportato alla popolazione. Per la precisione ammontava a 11,789 miliardi, mentre era di 12,630 miliardi alla stessa data del 2016. Il calo è di 841 milioni e del 6,66%, tasso esattamente doppio alla media nazionale del 3,3%; infatti, nel 2017, l'indebitamento di tutte le Amministrazioni locali dell'Italia è sceso a 86,877 miliardi, tre miliardi in meno rispetto alla fine del 2016.
Il debito consolidato 2017 delle Amministrazioni locali del Piemonte è inferiore unicamente ai 14,704 miliardi del Lazio. Però, se si tiene conto della rispettiva popolazione (5,908 milioni il Lazio, 4,375 milioni il Piemonte) si scopre che il debito pro capite piemontese – 2.694,26 euro per residente, dal neonato all'ultracentenario – è più elevato anche di quello laziale, che è di 2.488,83 euro. La media nazionale 2017 è di 1.436,1 euro, quella della Lombardia di 1.058,87 euro, che corrisponde a un totale di 10,631 miliardi.
Nell'anno appena passato, comunque, le Amministrazioni locali piemontesi hanno dunque ridotto ulteriormente il loro indebitamento consolidato, che a fine 2012 ammontava a 15,636 miliardi.
Il debito consolidato delle Amministrazioni locali al 31 dicembre 2017, in Liguria era pari a 2,322 miliardi (1.490,5 euro pro capite) e in Valle d'Aosta a 227 milioni (1.797,3 euro a testa).

Sergio Chiamparino, presidente Regione Piemonte

La Lavazza nell'Olimpo della reputazione sostiene i coltivatori colombiani di caffè


Ferrero prima assoluta al mondo per reputazione nel settore Food (alimentare) e prima italiana nella classifica globale del Reputation Institute, dove figura al diciottesimo posto. Più che logico, perciò, il risalto che ha avuto questa notizia, che rende onore al Paese e che, però, ha lasciato un po' in ombra l'ingresso della Lavazza nella graduatoria delle prime cinquanta imprese che godono della maggiore reputazione sulla Terra. Lavazza è risultata quarantanovesima, posizione che, comunque, vale l'Olimpo della buona fama, in compagnia di marchi quali Rolex, Lego, Google (i tre del podio), Canon, Walt Disney, Sony, Adidas, Bosch, Bmw, Microsoft e degli italiani Armani, Pirelli, Barilla e, appunto, Ferrero. In Italia, Lavazza è sesta per reputazione.
Lavazza, comunque, in questi giorni è salita agli onori delle cronache anche per una sua iniziativa benefica in Colombia, dove Giuseppe Lavazza, vice presidente del gruppo di famiglia e console onorario della Repubblica centro-americana, ha incontrato Jaun Manuel Santos, presidente della Colombia e Premio Nobel 2016 per la Pace, con il quale ha visitato la comunità di Mesetas, ai piedi della Cordigliera orientale, zona altamente simbolica per la rinascita del Paese dopo il conflitto Farc e dove la coltivazione del caffè è stata abbandonata per anni.
Qui, attraverso la Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza Onlus, in partnership con Ong, istituzioni e aziende locali, la Lavazza sta attuando, dal 2015, il programma Tierra! finalizzato a migliorare le condizioni sociali, ambientali e le tecniche produttive delle comunità di produttori di caffè e delle loro famiglie. Già più di cento famiglie hanno potuto ripristinare le piantagioni di caffè ed è stata resa possibile una produzione di alta qualità destinata alla miscela di arabiche colombiane Tierra! Colombia, proveniente da agricoltura 100% sostenibile e certificata.

Giuseppe Lavazza in Colombia, con due produttori di caffè

Welfare aziendale: novità da Reale Group


“Una piccola grande rivoluzione per il nostro Gruppo e anche una bella sfida che ciascuno di noi potrà lanciare a se stesso”. E' il commento di Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua alla decisione di incentivare il volontariato dei dipendenti del Gruppo, consentendo di utilizzare il loro tempo lavorativo a favore di Dynamo Camp, l'organizzazione di Terapia ricreativa che negli ultimi dieci anni ha permesso a 30.000 persone, tra bambini malati e la loro famiglia, di ridere, giocare e sfidare i propri limiti.
I dipendenti di Reale Group che verranno coinvolti come volontari parteciperanno a tutti gli effetti al programma di volontariato di Dynamo Camp, che prevede formazione sul progetto e su cosa significhi, anche sotto il profilo psicologico, mettersi a disposizione di bambini con gravi patologie, attraverso la Terapia ricreativa, che ha l'obiettivo di far riacquistare fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.
Luca Filippone ha commentato anche il recentissimo accordo quadro con i sindacati aziendali che definisce gli aspetti fondamentali per la realizzazione dell'ampio progetto di riorganizzazione conseguente all'acquisizione delle compagnie assicurative Uniqa in Italia. “Questo accordo – ha dichiarato – ci consente di accelerare il programma di trasformazione in corso, bilanciando orientamento al futuro, grande focalizzazione sui giovani, attenzione e rispetto per tutte le nostre persone, che rimangono al centro della nostra strategia”.
Fra l'altro, l'intesa con i sindacati prevede sia l'inserimento progressivo, a tempo indeterminato, di 60 giovani, attingendo prioritariamente al bacino di quelli che hanno già avuto esperienze lavorative nel Gruppo e, con particolare attenzione, alle nuove competenze e alle nuove professionalità necessarie per rimanere competitivi; sia la possibilità dell'uscita anticipata, per 150 dipendenti, con il ricorso al fondo di solidarietà e mantenendo, durante il periodo del prepensionamento, tutti i benefit del pacchetto di welfare aziendale, a partire dall'assistenza sanitarie il fondo pensione integrativi, ai quali l'azienda aggiungerà un significativo contributo economico.

Luca Filippone, direttore generale Reale Mutua

La Lazio trionfa sulla Roma e la Juventus che pagano in Borsa i sorteggi Champions


Vittoria della Lazio nel “triangolare” giocato in Piazza Affari, oggi, 16 marzo. Roma e Juventus hanno perso, causa sorteggio per i quarti di finale di Champions League. In Borsa forse non sono ottimisti sull'esito degli incontri della Roma con il Barcellona e della Juventus con il Real Madrid. Gli investitori hanno preferito puntare sulla Lazio, la cui azione ha chiuso la seduta odierna a 1,444 euro, il 4,18% in più rispetto a ieri.
L'azione della società bianconera, invece, ha perso lo 0,57% (0,692 euro il suo ultimo prezzo) e quella della Roma il 3,60%, finendo a 0,536 euro.
La Juventus, però, mantiene un valore borsistico che le due società calcistiche della Capitale si sognano. Per Piazza Affari, infatti, la quotata torinese controllata dalla famiglia Agnelli-Elkann-Nasi vale (capitalizza) 697,375 milioni di euro, a fronte dei 213,1 milioni della Roma, che fa capo alla Neep Roma Holding partecipata dal James Pallotta, il presidente; e a fronte dei 97,815 milioni della Lazio di Claudio Lotito.
Tutte e tre le società attive nel calcio, comunque, presentano quotazioni superiori a un anno fa. Il 16 marzo 2017, gli ultimo prezzi delle rispettive azioni erano stati: 0,4368 euro per la Juventus, 0,4439 per la società giallorossa e 0,617 euro per la Lazio.
Negli ultimi dodici mesi, pertanto, il valore borsistico della società romana bianco-celeste è aumentato del 134%, contro il 58,4% della quotata presieduta da Andrea Agnelli (vice presidente Pavel Nedved) e il 20,7% della Roma. Il massimo storico della quotazione di quest'ultima (0,885 euro) è stato toccato il 5 dicembre scorso, quello della Lazio (1,962 euro) il 24 gennaio di quest'anno). Il picco dell'azione bianconera, invece, è stato di 0,9655 euro, conquistato il 2 maggio 2017.

Pavel Nedved, vice presidente Juventus

Fisco, record di 60,6 miliardi in gennaio Impennata delle entrate degli enti locali


Politi ed esattori si fregano le mani, i contribuenti mugugnano e pagano. L'ultimo Rapporto del ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef), relativo alle entrate tributarie e contributive di gennaio, non solo conferma il loro costante aumento (1,1 miliardi di euro e l'1,9% in più rispetto al primo mese del 2017) ma mostra anche l'impennata degli incassi tributari da parte degli enti territoriali, balzati a 1,832 miliardi, il 7,9% in più rispetto a 1,698 miliardi del gennaio dell'anno scorso.
In particolare, il gettito di Imu-Imis è cresciuto del 35,8% a 186 milioni, quello della Tasi dell'11,1% a 10 milioni, l'addizionale comunale Irpef del 7,1% a 60 milioni e quella regionale dell'1,6% a 186; mentre è risultato del 5,9% l'incremento dell'Irap, che, in gennaio, ha reso 1,390 miliardi.
Un aumento di oltre mezzo miliardo, nel solo gennaio, l'hanno poi evidenziato le entrate contributive, ammontate a 24,604 miliardi (+2,3%). L'Inps del famelico Tito Boeri, il presidente più contestato e forse più detestato dai pensionati e pensionandi, ha introitato 23,870 miliardi (+1,8%), l'Inail 176 milioni contro i 55 del gennaio 2017 e gli enti previdenziali privatizzati hanno visto entrare nelle loro casse 558 milioni (+3,5%).
Insomma, il totale tra entrate tributarie e contributive è stato di 60,6 miliardi in gennaio, nuovo record. Fisco sempre inesorabile e vorace, soprattutto nei confronti dei pensionati e dei lavoratori dipendenti, due categorie che non possono sfuggire alle sue grinfie.
Nel 2017, infatti, il gettito derivante dall'Irpef è aumentato dell'1,9%, mentre è cresciuto dello 0,2% il totale delle imposte dirette (245,887 miliardi). Anche in gennaio la tendenza è rimasta la stessa: le imposte dirette (principalmente Irpef e Ires, la tassa sui redditi delle società) sono aumentate del 2% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, risultando pari a 24,930 miliardi, mentre le indirette (Iva in testa) sono diminuite di 76 milioni a 10,662 miliardi. Comunque, il totale delle entrate tributarie di gennaio è stato di 35,592 miliardi, con un incremento dell'1,2% sul gennaio 2017.
Nell'intero anno passato, le entrate tributarie sono ammontate a 481,304 miliardi, 9,132 miliardi in più rispetto al 2016 (+1,9%). Aggiungendo le entrate contributive, pari a 221,064 miliardi (+2,5%) si arriva alla bellezza di 702,368 miliardi, con gaudio degli esattori e degli amministratori pubblici che vedono assicurata la possibilità di usufruire delle risorse finanziarie necessarie per ottenere consensi.

Casa, nel Nord Ovest costi d'affitto in calo controtendenza rispetto alla media italiana


La Valle d'Aosta è la regione del Nord Ovest dove, nell'ultimo anno, il canone medio mensile per l'affitto di un bilocale è diminuito di più. Alla fine di febbraio, infatti, il canone mensile per un alloggio di 60 metri quadrato è risultato di 641,40 euro, il 2,1% in meno rispetto a febbraio dell'anno scorso. Nonostante il calo, però, l'affitto per questo tipo di abitazione in Valle d'Aosta ha continuato a essere superiore a quelli in Liguria (540 euro al mese, lo 0,6% meno che nel febbraio 2017) e in Piemonte (414,60 euro, cifra inferiore dell'1,3% a dodici mesi prima).
Tutte le tre regioni del Nord Ovest, comunque, hanno mostrato una tendenza opposta a quella media nazionale, dato che il canone medio mensile per l'affitto di un bilocale da 60 metri quadrati in Italia è aumentato dell'1,3% nell'ultimo anno, salendo a 579,60 euro (nel Lazio si pagano751,20 euro ed è il costo più alto nel Paese, a fronte dei 300 euro della Calabria, dove è il minore).
A fornire questi dati è la società Immobiliare.it, il cui osservatorio sul mercato delle locazioni residenziali evidenzia, fra l'altro, un aumento del 2,9% della domanda e, contemporaneamente, dell'1,6% dello stock di offerta.
Secondo Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it, in Italia, dove il 77,4% delle famiglie è proprietario della casa in cui vive, si sta registrando una crescita della propensione alla locazione, in particolare nella popolazione dei Millenials: “solo nove giovani su cento, infatti, sono proprietari della casa in cui abitano e la scelta di un immobile in locazione non è più percepita come una rinuncia ma come una scelta consapevole, mossa in particolare da una sempre maggiore mobilità legata al lavoro”.

Doppietta delle quotate di Urbano Cairo Vittoria Assicurazioni: dividendo + 33,3%


Toro (borsistico) oggi, 15 marzo, per Urbano Cairo. L'azione della Cairo Communication ha chiuso la seduta a 3,40 euro, con un incremento del 6,75%, che è risultato il decimo maggiore in Piazza Affari. E Rcs MediaGroup ha presentato un bilancio 2017 con molti risultati positivi. Infatti, il gruppo che edita, fra l'altro, il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, dichiara un utile netto consolidato di 71,1 milioni di euro (3,5 milioni nel bilancio 2016) e un indebitamento finanziario netto calato a 287,4 milioni al 31 dicembre scorso dai 366,1 milioni di un anno prima.
E' aumentato anche il margine operativo lordo, da 89,9 a 138,2 milioni, pur con il calo dei ricavi da 968,3 a 895,8 milioni. Confermando che Urbano Cairo, presidente e amministratore delegato di Rcs MediaGroup, oltre che patron del Torino Calcio,
resta più attento alla redditività che alla crescita del fatturato. Fra l'altro, il gruppo milanese di via Solferino ha fatto efficienze per 58 milioni e tra i suoi obiettivi ha quello di chiudere l'esercizio 2018 con un indebitamento netto inferiore ai 200 milioni.
L'utile netto della sola capogruppo è risultato di 53,686 milioni, destinati interamente alla copertura delle perdite pregresse che scendono da 247,1 a 63,8 milioni in seguito anche all'utilizzo di riserve. Quindi, per quest'anno, niente dividendo.
Invece, è di 0,28 euro per azione e superiore del 33,3% a quello dell'anno scorso il dividendo che il consiglio di amministrazione della Vittoria Assicurazioni proporrà all'assemblea dei soci della Compagnia controllata dalla famiglia torinese Acutis. La società quotata, il cui amministratore delegato è Cesare Caldarelli, nel 2017 ha conseguito un utile netto di 78,4 milioni, mentre è stato di 77,5 milioni quello del gruppo. A livello consolidato, la raccolta complessiva dei rami Danni è stata di 1,148 miliardi (+6,2% rispetto al 2016) e di 173,1 milioni quella dei rami Vita (-6,2%). Il patrimonio netto è ammontato a 828,6 milioni, l'11,1% in più rispetto al 31 dicembre 2016.
Da segnalare, ancora, che l'azione Erg ha ulteriormente migliorato il suo record storico chiudendo a 19,55 euro (+1,56%), mentre il titolo Gedi Gruppo Editoriale ha ulteriormente peggiorato il suo, avendo fatto segnare come ultimo prezzo 0,53 euro (-0,19%).

Urbano Cairo

Alberto Dal Poz e Giacomo Carlo Stratta nuovi soci dell'esclusivo Circolo Subalpino


Alberto Dal Poz e Giacomo Carlo Stratta sono i due nuovi soci del “Subalpino”, prestigioso ed esclusivo circolo torinese, che raggruppa eccellenze piemontesi di diversi campi d'attività: dall'industria alla finanza, alla medicina, alla docenza accademica, all'imprenditoria, alle libere professioni, alla cultura.
Dal Poz e Stratta hanno fatto il loro primo ingresso nella sede del Circolo Subalpino, in corso Vittorio Emanuele II, la sera del 13 marzo, accolti e presentati ai soci dal presidente Giovanni Gandini, il quale terminerà il suo mandato martedì 20, quando gli oltre 150 iscritti saranno chiamati a eleggere il nuovo direttivo e il nuovo presidente (Gandini non può più essere confermato).
Alberto Dal Poz, nato sotto la Mole nel 1962, laureato in Ingegneria gestionale al “Poli”, sposato, quattro figli, ha fondato e guida la Comec, specializzata nella componentistica meccanica di precisione in lamiera stampata per l'industria automotive. Dal giugno scorso è anche presidente nazionale di Federmeccanica, dopo essere stato presidente dell'Amma e del Gruppo Giovani Imprenditori. Fra l'altro, ha fatto fatto parte prima del Consiglio generale e poi del Comitato di gestione della Compagnia di San Paolo.
Giacomo Carlo Stratta, nato a Torino nel 1977, laureato in Economia e commercio alla Bocconi, è presidente e amministratore delegato di Pkp Investments 1939 e di Pkp Real Estate, vice presidente esecutivo di Fenera Holding (presidente Lucio Zanon di Valgiurata), presidente di Alkimis sgr (fondi di investimento a ritorno assoluto), socio fondatore e amministratore delegato della neonata Fenera & Partners sgr.
Grande appassionato del mondo delle corse, Giacomo Stratta, detto Jack, può vantare anche un podio nel Ferrari Challenge.
Nella stessa serata dell'ingresso dei due nuovi soci, il presidente Gandini si è complimentato con il “subalpino” Carlo Ilotte per essere stato nominato “Uomo dell'anno, per eccellenza nell'industria” ad Auburn, città tecnologica e universitaria dell'Alabama (Usa) della quale gli sono state consegnate le chiavi.

Giacomo "Jack" Stratta
Alberto Dal Poz

Gruppo Gavio: utili 2017 per 390 milioni l'indebitamento netto sceso a 2,6 miliardi


Quasi 390 milioni di euro. A tanto ammonta l'utile netto 2017 delle due società del gruppo Gavio quotate in Borsa, l'Astm-Autostrada Torino Milano e la Sias. E, grazie a questo risultato, il monte dividendi è di 123 milioni, buona parte dei quali, però, destinata alla famiglia Gavio, la quale possiede il 59,12% della Astm e il 70,35% della Sias (il 61,7% attraverso la stessa Astm).
A valere sui profitti 2017, il dividendo è di 0,35 per ogni azione Sias e di 0,469 per l'azione Astm. Di entrambi sono già stati distribuiti, come anticipo, 0,255 euro per ogni titolo Astm e 0,20 euro per quello Sias. Rispetto al dividendo unitario relativo al 2017, l'incremento è del 9,4% per Sias e del 4,1% per Astm. L'utile netto di Sias è stato di 237,8 milioni (+48,8% rispetto ai 159,8 milioni dell'esercizio 2016) e di 149,6 milioni quello di Astm, superiore del 58,9% ai 94,2 milioni precedenti.
Nel 2017, Astm ha registrato un volume d'affari pari a 1,436 miliardi (+19,2% rispetto al 2016) e un margine operativo lordo di 719,1 milioni (+8,5%). Sias, quarto maggior operatore al mondo nella gestione di autostrade – ha in concessione una rete di 4.150 chilometri, tra Italia e Brasile – ha contabilizzato ricavi netti dai pedaggi per 1,017 miliardi (+3,9%).
Le due quotate controllate dalla famiglia piemontese Gavio insieme presentano, al 31 dicembre 2017, un indebitamento netto di 2,641 miliardi di euro, dei quali 1,308 in carico alla Sias e 1,333 miliardi alla Astm. Quest'ultima l'ha ridotto del 18%, quindi di 228,4 milioni e Sias del 21%.
Astm è presieduta da Gian Maria Gros-Pietro (presidente anche di Intesa Sanpaolo) e ha nel consiglio di amministrazione, fra gli altri, Caterina Bina, Marco Weigmann e Daniela Gavio, la quale è vice presidente di questa società come lo è della Sias, il cui amministratore delegato è Paolo Pierantoni e direttore generale Umberto Tosoni. Consiglieri di amministrazione della Sias sono anche Licia Mattioli e Giovanni Quaglia.
Il gruppo Gavio è tra i principali conglomerati industriali italiani. Le sue attività spaziano dalla gestione di reti autostradali in concessione alla realizzazione di grandi opere infrastrutturali, dai trasporti (flotta di oltre 3.000 automezzi) alla logistica, dalla tecnologia alla nautica, dove opera con i marchi Baglietto, Bertram Yacht e Ccn. Conta oltre 10.000 dipendenti.
Numero 1 dell'omonimo gruppo è Beniamino Gavio, nato ad Alessandria nel 1965, laurea in Economia alla Kensington University di Glendale (California), presidente della controllante Argo Finanziaria spa unipersonale, di Aurelia, Primav, Interstrade e Baglietto, oltre che consigliere di amministrazione di Astm, Sias, Igli, Bertram, Pca, Sea, Gavio e Torti.

Beniamino Gavio, numero 1 dell'omonimo Gruppo

Borsa: ecco le tre nella top ten dei ribassi


Tre società del Nord Ovest tra le quotate a Piazza Affari che oggi, 14 marzo, hanno visto le loro azioni nella lista delle dieci che hanno subito i cali maggiori. E con una grande sorpresa: la top ten dei ribassi finisce con Reply, torinese che in Borsa brilla costantemente, da anni.
Nella seduta odierna, l'ultimo prezzo del titolo Reply è stato di 49,28 euro, il 4,77% in meno rispetto a ieri. La caduta potrebbe essere stata provocata, almeno in parte, dal downgrade di Banca Akros, che ha abbassato la sua raccomandazione da accumulate a neutral e il target price a 50,30 euro. In sostanza, Banca Akros ha suggerito agli investitori un rallentamento.
Tuttavia, può avere influito anche il comunicato dell'azienda che, ieri, ha preannunciato un dividendo di 0,35 euro per azione (per un totale di oltre 13 milioni), mentre quello dell'anno scorso era stato di 1,15 euro. Allora, però, le azioni Reply erano 9,3 milioni mentre adesso, in seguito al frazionamento che c'è stato, sono 37.411.428. A parità di numero di azioni, il nuovo dividendo sarebbe di 1,40 euro, quindi superiore a quello incassato l'anno scorso.
Fra l'altro, Reply nel progetto di bilancio 2017 approvato dal Consiglio di amministrazione presieduta da Mario Rizzante, presenta risultati più che positivi e la sua azione valeva 33,375 euro esattamente un anno fa e 19,75 euro a metà marzo 2015.
Quanto alle altre due quotate del Nord Ovest che si sono trovate con le loro azione nelle prime dieci con le maggiori perdite percentuali di valore sono la Borgosesia e la Biancamano. La Borgosesia risparmio ha chiuso a 1,22 euro (-6,87%), la Borgosesia ordinaria a 0,70 euro (-5,41%) e la Biancamano dei savonesi Pizzimbone (giovanni Battista è il presidente) a 0,277 euro (-6,73%). Il titolo Biancamano, al termine della seduta, è risultato il terzo più ribassato.

Giovanni Battista Pizzimbone 

Un nuovo Cda a La Scialuppa Crt Onlus Luigi Maranzana confermato a ISP Vita


Nuovo Consiglio di amministrazione de La Scialuppa Crt Onlus – Fondazione antiusura, l'ente torinese che da vent'anni aiuta famiglie e piccoli imprenditori sovra indebitati e, perciò, a rischio di finire nelle grinfie degli strozzini.
Il Consiglio di amministrazione della Fondazione Crt, presieduto da Giovanni Quaglia, ha nominato al vertice de La Scialuppa Crt Onlus, per il prossimo quadriennio, Ernesto Ramojno, Luciana Malatesta, Marcello Callari, Ugo Curtaz, Carlo Mario Gandolfo. Giovanna Dominici e Vittorio Favetti.
Carlo Mario Gandolfo, Giovanna Dominici e Vittorio Favetti, sono stati nominati su indicazione rispettivamente dell'Arcivescovo di Torino, del Tribunale di Torino e del presidente della Camera di commercio di Torino.
La Fondazione Crt, inoltre, ha nominato come revisori dei conti: Giacomo Zunino (presidente), Piera Braja e Luciano Cagnassone.
Da quando ha iniziato a operare, in Piemonte e Valle d'Aosta, avvalendosi di volontari, la Scialuppa Crt Onlus ha già aiutato quasi 14.000 persone e ha deliberato oltre 2.100 finanziamenti per un totale di poco inferiore ai 37 milioni di euro.

Ernesto Ramojno

Nel grattacielo di Intesa Sanpaolo, all'ombra della Mole, si dà per certo che il piemontese Luigi Maranzana sarà confermato presidente di Intesa Sanpaolo Vita, la compagnia a capo delle attività assicurative del gruppo presieduta da Gian Maria Gros-Pietro e guidato da Carlo Messina. Si dice, inoltre, che del nuovo Consiglio di amministrazione farà parte anche Eugenio Rossetti, che in passato ha avuto la responsabilità dei crediti di Banca Imi.
Di origini alessandrine, Luigi Maranzana, 76 anni, amministratore delegato del Sanpaolo dal 1997 al 2004, dopo esserne stato direttore generale, ha ricoperto numerosi incarichi all'interno del Gruppo, dove è molto stimato.
La Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo, guidata brillantemente da Nicola Fioravanti, che ne è il responsabile, ha chiuso il 2017 con masse gestite per 150 miliardi, premi lordi per 22,5 miliardi nel Vita e 431 milioni nel ramo Danni, conseguendo un utile netto di 639 milioni.
Recentemente, Nicola Fioravanti, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Vita (sede nel grattacielo torinese firmato da Renzo Piano), ha dichiarato che la Compagnia sta considerando la possibilità di vendere polizze anche on line.

Luigi Maranzana

Kos, la salute dei De Benedetti


Gode di ottima salute, Kos, la società dei fratelli De Benedetti attiva nel campo sanitario con diverse aziende che gestiscono residenze sanitarie assistenziali (Rsa), centri di riabilitazione, praticano cure oncologiche, fanno diagnostica e gestioni ospedaliere. Nel 2017, infatti, il gruppo Kos ha avuto ricavi per 490,6 milioni (+6,4% rispetto al 2016), un margine operativo lordo di 87,9 milioni (+6,4%) e un utile netto di 29 milioni, superiore del 23,4% a quello dell'esercizio precedente, che aveva consentito la distribuzione di un dividendo di complessivi 13 milioni.
L'anno scorso, Kos, che opera anche in India e nel Regno Unito, ha comprato altre cinque strutture, portando così a 81 il loro totale e a 7.750 i posti letto. Per le acquisizioni ha fatto investimenti pari a 42,9 milioni. Fra l'altro, ha rilevato la toscana Ecomedica (diagnostica e radioterapia) e la società Villa Margherita, che gestisce due strutture per la riabilitazione funzionale, rispettivamente in Veneto e in Campania.
I principali marchi del gruppo Kos, controllato dalla Cir e partecipato da F2i Healthcare (Cassa Depositi e Prestiti), sono Anni Azzurri (residenze per anziani), Santo Stefano (riabilitazione) e Neomesia (psichiatria).
L'indebitamento finanziario netto del gruppo Kos al 31 dicembre scorso era di 237,1 milioni.
Il 59,5% del capitale della Kos è posseduto dalla Cir, che ha al suo vertice Rodolfo De Benedetti (presidente) e Monica Mondardini (amministratore delegato). Del Consiglio di amministrazione fanno parte anche i torinesi Franco Debenedetti, Edoardo De Benedetti, Claudio Recchi e Guido Tabellini.
Monica Mondardini

Esportazioni, calate da Savona e La Spezia aumentate da Genova, Alessandria, Cuneo


Le province di Savona e La Spezia sono tra quelle che, a livello italiano, hanno fatto registrare i maggiori cali delle esportazioni nel 2017. La diminuzione de La Spezia è stata del 24,3% e del 13,5% quella di Savona. Lo ha scritto, nel suo comunicato, l'Istat, l'istituto nazionale di statistica, che ha segnalato le province di Genova, Alessandria e Cuneo nell'elenco di quelle che, l'anno scorso, hanno avuto “una rilevante crescita delle vendite all'estero, associata a un importante impatto positivo alla dinamica dell'export nazionale”.
L'Istat ha attribuito a Genova un aumento dell'export del 25,1% e del 17,1% alla provincia di Alessandria, oltre che il 10,4% alla provincia di Cuneo.
Per quanto riguarda le regioni che hanno incrementato maggiormente le loro esportazioni nel passato esercizio, l'Istat ha posto sul podio anche la Valle d'Aosta, che ha fatto registrare un aumento del 20,4% delle sue vendite all'estero, tasso inferiore esclusivamente a quelli della Sicilia (30,4%) e della Sardegna (27,8%). La crescita della Liguria è stata dell'8,1% e del 7,7% quella del Piemonte.